Le biografie d'impresa nel Veneto - Centro Studi Ettore Luccini
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<strong>Le</strong> <strong>biografie</strong> d’impresa <strong>nel</strong> <strong>Veneto</strong> 23<br />
manuale delle lavorazioni, andò gradatamente trasformando la Riviera del<br />
Brenta in un distretto che oggi è considerata un’area di eccellenza mondiale<br />
<strong>nel</strong>la produzione di calzature per donna.<br />
Lo studio di un distretto – normalmente composto da una miriade di piccole<br />
imprese, e di qualche azienda di media dimensione – consente, anche<br />
attraverso interviste e colloqui diretti, di mettere in luce non solo le pulsioni<br />
personali all’intraprendere, ma anche la loro trasmissione all’interno delle<br />
famiglie imprenditrici. Analizzando le singole <strong>biografie</strong>, o meglio un campione<br />
di <strong>biografie</strong>, si ritrovano chi si è messo in proprio per migliorare le<br />
proprie condizioni di vita, forse anche sperando di arricchirsi; chi lo ha fatto<br />
perché aveva litigato col padrone, magari perché quel padrone era fascista<br />
(ad es. <strong>nel</strong> caso dei Voltan di Stra) o per la sua arroganza; chi era stanco di<br />
fare otto chilometri a piedi, ogni giorno con il tempo cattivo o buono, per<br />
raggiungere il posto di lavoro, e via elencando.<br />
La storia della piccola impresa, diversamente dalla grande, è perciò una<br />
storia “naturalmente” corale, in cui si incrociano i percorsi e le figure più<br />
diverse.<br />
Certo, per conoscere un distretto bisogna farne l’analisi: come è nato, quali<br />
fenomeni si sono strutturati al suo interno, quali sono le imprese più<br />
significative, quali gli attori che lo governano. Lo studio delle impreseguida,<br />
in particolare, anche se piccole, ci permette di cogliere lo spirito con<br />
cui gli imprenditori che ne erano alla testa sono riusciti a stimolare gli altri a<br />
dotarsi tutti insieme di strumenti organizzativi. È risaputo, infatti, che uno<br />
degli elementi caratteristici del distretto è costituito dalla capacità di mettere<br />
in moto non solo collaborazioni informali tra imprese, attraverso l’interscambio<br />
di semilavorati, ma anche strutture di organizzazione del sistema<br />
locale di produzione.<br />
Un caso classico? Quello delle piccole imprese che non dispongono di<br />
risorse sufficienti per innovare, ad esempio per introdurre una macchina<br />
particolarmente costosa <strong>nel</strong> proprio ciclo produttivo, o per studiare i mercati<br />
di sbocco e le possibili innovazioni di prodotto, od ancora per la formazione<br />
di particolari figure professionali. La risposta sta <strong>nel</strong>la costruzione di<br />
consorzi ad hoc, o di associazioni imprenditoriali dimensionate sul territorio<br />
e sul prodotto, delegati a conseguire con i contributi degli associati quelle<br />
determinate finalità. Ed, ovviamente, la realizzazione di tali operazioni vedranno<br />
l’emergere <strong>nel</strong> distretto di imprese (o meglio di imprenditori) leader,<br />
capaci cioè di coagulare il consenso della maggior parte attorno a tali<br />
obiettivi.