2 - Aeronautica Militare Italiana
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F/J
L’Editoriale<br />
Guai a definirlo un semplice pezzo di ferro o un abbellimento del-<br />
dati da oggetti che assumono significati particolari; vien da se’<br />
la divisa storica! Lo spadino è una tappa fondamentale dell’iter<br />
che quando il simbolo viene considerato solo come una cosa,<br />
di ogni allievo. Poco dopo l’incorporamento, appena capita di ve-<br />
esso perde tutta la sua sostanza. Ma siamo così sicuri che ciò<br />
derlo indosso agli allievi più anziani che si recano in libera uscita<br />
che si è perso fosse “dentro” l’oggetto? In fondo uno spadino<br />
(oltre a un pizzico di invidia per il fatto che stanno uscendo a farsi<br />
resta sempre uno spadino, non più di un pezzo di ferro ben la-<br />
una passeggiata), sorgono subito spontanee le domande: cos’è?<br />
vorato: per quanti significati possiamo attribuirgli, questi non<br />
A cosa serve? Quando lo riceverò anch’io? Poi, una volta fugati<br />
gli appartengono, a meno che non ne siamo noi stessi portatori<br />
questi dubbi grazie alle risposte degli scelti, non resta che aspet-<br />
consapevoli. Allora sì che consegnare uno spadino non significa<br />
tare la data della cerimonia; però non si tratta di un’attesa passiva,<br />
bensì del suo opposto: bisogna dimostrare quotidianamente<br />
di meritarsi l’ambito emblema e prestare particolare attenzione<br />
non appena cominciano le prove, per far sì che quel giorno sia<br />
perfetto. In un primo momento ci si preoccupa di andare al pas-<br />
soltanto alzare una mano durante una cerimonia, ma tendere<br />
l’intero braccio verso i nuovi arrivati per far loro capire di non<br />
essere soli; di conseguenza prenderlo non è più un semplice<br />
gesto meccanico, ma una presa di coscienza della scelta fatta;<br />
e, per finire, appenderlo alla divisa diventa il riconoscimento di<br />
1-2<br />
finalmente<br />
lo spadino<br />
5-8<br />
la strada<br />
per la pan<br />
9-10 15-16 17-18<br />
vola solo<br />
chi osa<br />
farlo<br />
lotta<br />
o fuga<br />
non solo<br />
musica<br />
so e di muoversi in sincrono, ma le vere difficoltà devono anco-<br />
una vita dedita all’impegno, al sacrificio e al senso del dovere.<br />
ra venire; infatti, così come tutti possono averlo, pochi riescono<br />
Sedici anni non sono troppo pochi per iniziare a riempire i gesti<br />
a portarlo veramente. Mi spiego meglio: dato per assodato che<br />
simbolici di sostanza, per cui è bene imparare da subito ad Es-<br />
l’essere umano è un animale simbolico, è scontato essere circon-<br />
sere, non solo a rappresentare.<br />
La Redazione<br />
Numero 2 Novembre / Dicembre<br />
Anno 2012/2013<br />
3-4<br />
c’era una<br />
volta lo<br />
spadino<br />
11-12<br />
dietro<br />
l’angolo<br />
19-20<br />
gioca<br />
douhet<br />
Sede: Viale dell’<strong>Aeronautica</strong>, 14 - 50144 Firenze<br />
Direttore<br />
Vice Direttore<br />
Capo Redattore<br />
In Redazione<br />
Col. Claudio Icardi<br />
Cap. Sergio Paparelli<br />
All. Chiara Boccone<br />
All. Francesco A. Borello<br />
All. Lorenzo Giansante<br />
All. Roberto Giovanzanti<br />
All. Matteo Ingrosso<br />
All. Camilla Matrigali<br />
All. Tiziano Mazza<br />
All. Gabriele Tarascio<br />
Grafica & Impaginazione<br />
All. Giuseppe Iannelli<br />
All. Giorgio Morbis<br />
la versione digitale del giornalino è presente<br />
on-line sul sito dell’<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong><br />
www.aeronautica.difesa.it/douhet<br />
13-14<br />
the election<br />
system in<br />
the u.s.a.<br />
Le idee espresse in questo giornalino sono la libera manifestazione del solo pensiero degli allievi<br />
I<br />
II
finalmente lo spadino<br />
Emozioni, timori e aspettative di una delle cerimonie più importanti del primo anno<br />
"... La cerimonia è stata vissuta con grande emozione<br />
e un'immensa trepidazione ..."<br />
Lo spadino, simbolo di ogni allievo<br />
della Scuola <strong>Militare</strong>, coronamento<br />
di due mesi di duro lavoro,<br />
è finalmente nostro.<br />
Dopo aver fatto una serie di prove,<br />
durante le quali è stato dimostrato<br />
massimo impegno da parte di tutti<br />
e tre i corsi, si è tenuta la cerimonia<br />
tanto attesa; venerdì 23 novembre,<br />
in presenza del Generale di Divisione<br />
Aerea Pietro Valente, il Comandante<br />
della Scuola <strong>Militare</strong> <strong>Aeronautica</strong><br />
Giulio Douhet, Colonnello Claudio<br />
Icardi, ha introdotto l’Assessore all’Educazione,<br />
Dottoressa Maria Rosaria<br />
Di Giorgi, la quale ha tenuto la prolusione<br />
in apertura della cerimonia di<br />
consegna dello spadino.<br />
La cerimonia, svoltasi nell’Aula Magna,<br />
è stata vissuta con grande emozione<br />
e un’immensa trepidazione,<br />
presenti già dalla sera precedente e<br />
che, insieme alla paura di sbagliare,<br />
ci hanno poi condotto verso una notte<br />
insonne ed agitata. Ad animarci è<br />
stato anche il desiderio di fare bella<br />
figura per dimostrare a tutti che anche<br />
noi facciamo parte della scuola,<br />
una brama che era aumentata dopo<br />
l’ incoraggiante discorso pronunciato<br />
dagli Allievi Scelti, che ci hanno esortato<br />
a dare il meglio di noi e a concentrarci<br />
per la riuscita dell’evento.<br />
Ed è proprio grazie a questo ulteriore<br />
supplemento di grinta che siamo<br />
riusciti a tirar fuori definitivamente<br />
gli artigli, a battere passi così forte<br />
da far tremare i vetri delle finestre,<br />
a fare le conversioni correttamente,<br />
ma soprattutto ad afferrare quello<br />
spadino e stringerlo forte fino a far<br />
diventare bianche le nocche, per poi<br />
portarlo in modo deciso al cuore e<br />
sentirsi fieri di appartenere a questa<br />
grande famiglia.<br />
Il Comandante della Scuola, il Colonnello<br />
Icardi, nel suo intervento ha<br />
illustrato le linee guida dell’attività<br />
didattica della Scuola, esortando gli<br />
allievi a vincere la resistenza al cambiamento<br />
e sottolineando l’importanza<br />
dell’istruzione quale strumento<br />
per affrontare con consapevolezza<br />
la realtà e confrontarsi meglio con gli<br />
altri.<br />
“Siate sempre curiosi e assetati di conoscere<br />
e scoprire, la posta in gioco è<br />
troppo alta, si tratta del vostro futuro,<br />
dobbiamo vincere la pigrizia mentale<br />
e la resistenza al cambiamento”<br />
Finalmente, dopo due mesi di sforzi,<br />
di rimproveri e di impegni, abbiamo<br />
raggiunto il nostro primo traguardo<br />
e, quindi, possiamo tirare un sospiro<br />
di sollievo, congratularci l’un l’altro e<br />
goderci un meritato applauso, pronti<br />
per un’altra sfida.<br />
All. Mirko Crecco<br />
1 2<br />
Focus ON
C’era una volta<br />
lo spadino<br />
Storia e tradizioni dell'ambito emblema<br />
"... Rappresenta una delle tappe fondamentali<br />
del percorso di formazione dei giovani cadetti ..."<br />
cenni storici<br />
A seconda della lingua lo si può<br />
chiamare “epee de cour”, “dress<br />
sword”, “degen”, o, più familiarmente,<br />
“spadino”; si tratta di<br />
un’arma bianca sviluppata nel<br />
XVIII secolo come anello di congiunzione<br />
tra la scherma tradizionale<br />
e la scherma sportiva.<br />
«I moderni hanno adottato lo<br />
spadino a discapito delle armi<br />
antiche, cosa che ha portato allo<br />
sviluppo di una nuova forma di difesa,<br />
distintasi con l’appellativo di<br />
Scherma, che figura a pieno titolo<br />
quale parte dell’educazione di una<br />
persona di rango»<br />
(Tremamondo, Angelo (1763), L’Ecole<br />
des Armes, avec l’explication<br />
générale des principales attitudes<br />
et positions concernant l’escrime,<br />
prefazione.)<br />
Infatti a quell’epoca lo spadino era<br />
diventato parte fondamentale del<br />
bagaglio di ogni gentiluomo, che<br />
lo utilizzava per impratichirsi nella<br />
pratica duellistica. In ambito bellico,<br />
invece, a causa dell’introduzione<br />
delle armi da fuoco, le spade<br />
iniziarono a perdere la loro capacità<br />
offensiva per diventare simboli<br />
della posizione dei militari. Di<br />
conseguenza, a partire dalla metà<br />
del XIX secolo lo spadino divenne<br />
arma d’ordinanza distintiva degli<br />
alti ufficiali di fanteria, che continuarono<br />
a figurare negli schieramenti<br />
dei successivi scontri bellici,<br />
seppur sempre più raramente.<br />
ai giorni nostri<br />
Attualmente lo spadino viene consegnato<br />
agli allievi del 1° anno di<br />
tutte le Accademie e Scuole Militari,<br />
come simbolo delle tradizioni<br />
e dei valori che tali istituti di<br />
formazione intendono trasmettere.<br />
La consegna ha luogo durante<br />
un’importante cerimonia che<br />
rappresenta una delle tappe fondamentali<br />
del percorso di formazione<br />
dei giovani cadetti. Una volta ricevuto, lo<br />
spadino diventa parte integrante dell’alta uniforme<br />
(o divisa storica) e viene portato al di fuori<br />
della giacca, agganciato a pendagli di cuoio.<br />
come è fatto<br />
Lo spadino in uso alla Scuola Douhet ha l’impugnatura<br />
di madreperla ed ornamenti a carattere<br />
aeronautico, ossia: le foglie di quercia, che<br />
simboleggiano la forza e la tenacia necessarie<br />
all’allievo per compiere il suo percorso; l’elica,<br />
che rappresenta la vocazione aeronautica della<br />
Scuola; la stella polare con la sua costellazione,<br />
a simboleggiare la meta e la retta via da seguire<br />
per raggiungerla.<br />
piccole<br />
scaramanzie:<br />
il 4 più 1<br />
Si tramanda che porti sfortuna all’allievo sfoderare<br />
lo spadino prima che lo abbiano fatto altre<br />
quattro persone: il cento, ossia una specie di fratello<br />
maggiore che fa parte del corso più anziano<br />
di un anno; il duecento, anche lui un fratello, ma<br />
più anziano di due anni; la madre e la donna della<br />
propria vita per i ragazzi, ovvero il padre e l’uomo<br />
della propria vita per le ragazze. Sicuramente<br />
nessuno è più superstizioso, però è interessante<br />
notare come ad un simbolo se ne possano legare<br />
molti altri, che nel tempo hanno reso lo spadino<br />
un piccolo forziere di tradizioni.<br />
All. Gianluca Nappo<br />
3 4<br />
Focus ON
La strada per la pan<br />
Com’è nata la passione per il volo?<br />
VIT: Inizialmente non avevo proprio<br />
la passione per il volo, penso che il<br />
mio sia un caso un po’ anomalo…<br />
però provavo una forte passione<br />
per la vita militare e così ho avvertito<br />
una decisa spinta a guardarmi<br />
intorno , ad informarmi sui concorsi:<br />
ha attirato la mia attenzione quello<br />
dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong> come<br />
pilota e tra tutti i concorsi ho scelto<br />
quello perché mi sembrava il più<br />
interessante; poi, quando sono entrato<br />
in Accademia, ho iniziato veramente<br />
ad appassionarmi alla parte<br />
aeronautica ed al volo.<br />
SEMPRONIEL: io non saprei descrivere<br />
bene da come e da che cosa è<br />
nata la mia passione, so che adesso<br />
non saprei immaginarmi in un’attività<br />
lavorativa di tipo diverso. Mi piace<br />
il volo, mi piace volare, mi piace<br />
Pierangelo Semproniel e Stefano Vit, piloti delle<br />
Frecce Tricolori, rispondono alle curiosità di noi allievi<br />
servire il nostro Paese con questa divisa,<br />
con questa Forza Armata e credo<br />
che fare il nostro lavoro per chi<br />
ha passione, volontà e impegno sia<br />
una delle attività che un uomo possa<br />
svolgere vedendosi realizzato.<br />
VIT: c’è da aggiungere che tutti e<br />
due proveniamo da una zona un po’<br />
particolare, molto vicina a Rivolto e<br />
molto spesso vedevamo Frecce Tricolori<br />
passare ed anche gli aeroplani<br />
di Aviano oppure gli AMX, quindi aeroplani<br />
in questa zona ne vedevamo<br />
tanti, li abbiamo sempre ammirati …<br />
quindi quando ho visto il concorso<br />
militare per pilota ho pensato : “pilota,<br />
meglio di così….”<br />
Qual è stato l’iter di volo prima dell’ingresso<br />
nella pattuglia acrobatica?<br />
S: Abbiamo seguito l’iter normale di<br />
formazione per piloti di aeroplano e<br />
per pilota avanzato acrobatico a strumentale<br />
alla scuola di volo di Latina<br />
durante i corsi regolari all’Accademia<br />
<strong>Aeronautica</strong>; poi siamo stati selezionati<br />
per la scuola di volo aviogetti<br />
avanzati di Lecce a cui abbiamo partecipato<br />
tra il 2005 e il 2006, ci siamo<br />
classificati abbastanza bene nella graduatoria<br />
e così, una volta selezionati<br />
per linee aerotattiche, il Ten. Vit è stato<br />
assegnato alla linea AMX ed io alla<br />
linea Tornado; abbiamo effettuato un<br />
corso pre-operativo di combattimento<br />
aeroavanzato a Lecce nello stesso<br />
anno, per poi essere assegnati a queste<br />
linee in cui, il Ten. Vit a Istrana ed<br />
io a Ghedi, abbiamo effettuato la nostra<br />
attività di volo e raggiunte le qualifiche<br />
necessarie; una volta capitalizzata<br />
una grossa esperienza di volo,<br />
siamo stati chiamati per la selezione<br />
nella pattuglia , siamo stati presi ed<br />
eccoci qua.<br />
"... Ogni anno si cerca di mischiare un po' le carte<br />
per dare a tutti l'opportunità di provare le varie posizioni ..."<br />
V: la selezione è volontaria, per entrare nella Pattuglia<br />
Acrobatica Nazionale devi avere requisiti precisi:<br />
aver volato per circa 750 ore su velivolo caccia,<br />
aver raggiunto un certo grado d’anzianità, almeno<br />
12 anni in <strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong>.<br />
Al reparto non è finita: il Cap. Semproniel ha effettuato<br />
il corso OCU (Operational Convertion Unit) a<br />
Ghedi per raggiungere la qualifica di pilota combat<br />
ready; io invece il corso OCU, che sarebbe la conversione<br />
operativa sulla macchina sulla quale sei<br />
destinato, l’ho fatta ad Amendola, Foggia. Una volta<br />
che si diventa pilota combat ready al reparto di<br />
volo di destinazione, non è comunque finita perché<br />
si devono prendere tutte le qualifiche e sono molte<br />
prima di raggiungere la qualifica di Capo Formazione,<br />
Package Commander, Package Leader, e le varie<br />
qualifiche in vari settori, ad esempio “bombardieri”<br />
comprende anche “ ricognizione”.<br />
Come viene formata e come viene scelta la nuova<br />
formazione della pattuglia acrobatica, all’inizio<br />
dell’anno?<br />
V: la formazione delle frecce tricolori cambia ogni<br />
anno, infatti è previsto l’alternarsi dei piloti: ogni<br />
anno viene fatta una selezione, in media entrano<br />
un paio di piloti e proprio per questo c’è qualcuno<br />
5 6<br />
che esce dalla formazione. Non tutte le posizioni<br />
della formazione sono uguali, anzi sono molto diverse,<br />
e per stare in certe posizioni bisogna essere<br />
molto esperti quindi ci sono certe posizioni come<br />
la numero 1 , il leader della formazione, il 6 che<br />
è il leader della seconda sezione e il 10 , solista<br />
ovviamente occupate dai piloti con più esperienza<br />
delle frecce tricolori. Gli ultimi arrivati in genere<br />
finiscono nelle posizioni posteriori della formazione,<br />
quindi 7, 8 o 9. Ogni anno si cerca di “mischiare<br />
un po’ le carte” per dare a tutti l’opportunità<br />
di provare le varie posizioni, quindi ogni anno c’è<br />
qualche cambiamento, qualcuno si sposta, qualcuno<br />
rimane dov’è, anche perché non è possibile<br />
sconvolgere tutto perchè altrimenti si sconvolge<br />
l’equilibrio precedente. Diciamo che l’unica grossa<br />
distinzione tra i piloti è che ci sono dei piloti destri<br />
ed altri sinistri, ovvero chi sta meglio in ala destra<br />
e chi sta meglio in ala sinistra, e se non lo decidi<br />
tu sono i piloti più esperti che ti seguono durante<br />
l’addestramento e che ti dicono: “ok, tu sarai destro,<br />
tu sarai sinistro...” a seconda di come ti vedono;<br />
una volta che vieni destinato ad una parte<br />
della formazione lì rimani, ci sono delle eccezioni,<br />
ma in genere è così.<br />
INTERVISTE
"... Tutti i piloti e le macchine sono soggetti a controlli,<br />
il livello di conoscenza professionale è elevatissimo ..."<br />
Qual è l’atmosfera che si vive nella<br />
Pattuglia Acrobatica Nazionale,<br />
come si svolge la giornata?<br />
S: la giornata media è molto simile<br />
a una giornata in qualsiasi reparto<br />
caccia: ci si presenta la mattina, si<br />
hanno 10-15 minuti per sistemare le<br />
proprie cose, subito dopo viene effettuato<br />
un briefing in cui tutti i piloti<br />
si aggiornano sulla situazione meteo<br />
sia della Base che degli aeroporti<br />
alternati che di tutta la zona raggiungibile<br />
col nostro aeroplano; iniziamo<br />
con l’attività di pianificazione della<br />
missione di volo, segue l’attività di<br />
volo vera e propria e infine i vari<br />
de-briefing a fine missione, e così è<br />
un susseguirsi fino al termine della<br />
giornata. Ovviamente nella stagione<br />
invernale ci sono addestramenti mirati<br />
alla coppia, a velivoli in formazione<br />
da tre, da quattro o da cinque,<br />
inoltre non andando tutti in volo ci si<br />
può dedicare alla propria attività di<br />
lavoro in ufficio. V: cominci alle otto,<br />
finisci alle 16.30, in media si fanno<br />
due voli al giorno.<br />
Qual è stata l’esperienza di volo più<br />
bella ?<br />
V: non ce n’è una sola, ogni pilota<br />
ne ha più di una, le situazioni possono<br />
essere diverse: per come la stiamo<br />
vivendo adesso, l’ultimo volo<br />
che abbiamo fatto in addestramento<br />
alla Pattuglia è forse uno dei più<br />
emozionanti, a livello di formazione<br />
stretta e acrobazia, poi se vai a vedere...<br />
in volo si fanno tante cose,<br />
ricordati che l’aeroplano è un mezzo<br />
per fare un lavoro, quindi soprattutto<br />
al Reparto Operativo, dove<br />
eravamo prima, con l’aeroplano ci<br />
lavoravi. Personalmente la missione<br />
che ricordo di più e che mi ha emozionato<br />
maggiormente è stata l’Operazione<br />
in Libia.<br />
S: però ci sono molte attività ai reparti<br />
che vengono effettuate: con<br />
la mia linea ho fatto molte attività,<br />
dalle operazioni in Libia all’Afghanistan,<br />
abbiamo fatto l’esercitazione<br />
NATO “Red Flag”, alla quale partecipano<br />
15-16 nazioni, pacchetti da<br />
100-120 aerei, in Alaska, quindi la<br />
7 8<br />
trasvolata atlantica, lo scalo alle<br />
Azzorre, il Pacifico, oppure esercitazioni<br />
in tutta Europa, trasvolate nel<br />
Mediterraneo, ma anche negli Emirati<br />
Arabi, in Egitto, in Israele.<br />
V: ne abbiamo fatte talmente tante!<br />
S: sono emozioni forti, è bellissimo.<br />
L’<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong> ti permette<br />
di girare il mondo, di acquisire bagagli<br />
tecnico-professionali all’avanguardia,<br />
secondo me pochissime organizzazioni<br />
al mondo permettono<br />
di vivere esperienze del genere.<br />
V: ogni pilota ha un suo ruolo che<br />
ricorda magari con più affetto o<br />
quello più avventuroso, quello dove<br />
ha raggiunto l’obiettivo in maniera<br />
precisa, ma è talmente vario, il volo,<br />
che ce ne sono parecchi.<br />
Come si riesce a compiere tutto in<br />
sicurezza, quali precauzioni vengono<br />
prese e come lavora il team a terra?<br />
S: tutte le attività di volo dell’AM<br />
sono supervisionate dalla Sicurezza<br />
Volo, intendo dire: negli ultimi anni<br />
sono stati fatti enormi passi in avanti<br />
grazie alla Sicurezza Volo, cioè l’utilizzo<br />
di check list, la conoscenza delle emergenze<br />
a memoria, i controlli standardizzati per tutti;<br />
significa che tutti i piloti possono intercambiarsi<br />
con tutti gli aeroplani perché gli aeroplani hanno<br />
uno stesso standard, i piloti sono addestrati con<br />
lo stesso standard, conoscono gli stessi controlli<br />
e a questo si arriva preparandosi, impegnandosi<br />
e conoscendo procedure tattiche e l’aeroplano. I<br />
tecnici a terra lavorano tutti in base a direttive e<br />
in base anche a standard scritti che alla fine portano<br />
ad ottenere una macchina sicura non dico<br />
al 100%, ma quasi, perchè viene fatto uno studio<br />
tecnico di base dal quale, ad esempio, viene<br />
prevista la rottura di un pezzo medio statisticamente<br />
dopo 100 ore di volo; faccio un esempio,<br />
a 80 ore la macchina si ferma, viene smontato il<br />
pezzo, viene revisionato e rimontato, quindi si<br />
è sempre al di sotto dei margini di sicurezza. Il<br />
pilota invece che va ad operare con quella macchina,<br />
conosce la macchina a memoria, conosce<br />
i limiti prestazionali della macchina a memoria e<br />
non va mai oltre i limiti imposti dalla macchina.<br />
Qualora dovesse andare fuori da quei limiti, ma<br />
non tali da provocare danni irreversibili alla macchina,<br />
all’atterraggio viene scritto su un libretto,<br />
viene ricontrollato l’aereo, viene fatto un briefing<br />
per tutti i piloti nel quale viene detto “ho fatto<br />
questo errore”, “ho superato questo limite”. Tutti<br />
i piloti e le macchine sono soggetti a controlli e<br />
il livello di conoscenza professionale è elevatissimo;<br />
questo porta ad operare in volo e a terra in<br />
modo sicuro. Ovviamente la Sicurezza Volo afferma<br />
che non esista il volo sicuro al 100%, poichè<br />
c’è sempre margine di rischio. Ma essere professionisti<br />
significa studiare, conoscere, operare in<br />
sicurezza, riducendo il margine di rischio a quello<br />
che noi conosciamo, la macchina e le procedure.<br />
V: anche i programmi d’addestramento sono progressivi,<br />
si va a difficoltà crescente perché, proprio<br />
per limitare il rischio, quindi un po’ alla volta<br />
un allievo che comincia la Scuola di Volo viene<br />
portato a fare cose sempre più difficili, ma con<br />
margini di sicurezza imposti, che nessuno valica.<br />
La cosa più importante è essere professionali in<br />
quello che si fa, non si può andare in volo senza<br />
aver studiato perfettamente quello che deve<br />
fare, faccio un esempio banale: quando si vedono<br />
gli autisti guidare, quello che rispetta più il codice<br />
della strada chi è? È probabilmente l’autista<br />
dell’autobus di linea perché è un professionista,<br />
lo fa per lavoro e deve farlo seriamente perché<br />
è sempre sulla strada e se non lo facesse sarebbe<br />
un folle perché passa otto ore al giorno sulla<br />
strada. Ed è così anche per noi. Noi mettiamo la<br />
nostra vita lì sopra e rischiamo la vita anche delle<br />
persone là sotto, quindi quando sali sull’aeroplano<br />
sai che ti porti dietro anche queste responsabilità;<br />
prima di salire sull’aeroplano studi, vedi<br />
quali sono le procedure, quali i limiti da rispettare<br />
e poi vai in volo. E non è solo per i piloti.<br />
La parte di manutenzione, gestione del traffico<br />
aereo, nell’attuale situazione dell’<strong>Aeronautica</strong><br />
siamo in migliaia, ma i piloti sono pochi, perchè?<br />
Anche per provvedere al rispetto della sicurezza<br />
e questo è essenziale.<br />
Come ci si prepara ad una manifestazione?<br />
S: Noi non abbiamo ancora effettuato manifestazioni<br />
perché siamo in addestramento, ma in<br />
genere anche lì c’è uno studio di base profondo<br />
e millimetrico, nel quale si analizza l’aeroporto di<br />
destinazione, l’aeroporto nel quale viene effettuata<br />
la manifestazione, i margini di sicurezza che vengono<br />
imposti in questa Base, la posizione del pubblico,<br />
un eventuale Base alternata verso la quale ci<br />
possiamo dirigere nel caso in cui l’aeroporto dove<br />
stiamo facendo la manifestazione dovesse avere<br />
problemi. In qualsiasi caso noi dobbiamo avere la<br />
disponibilità di un aeroporto alternativo nel quale<br />
andare e per questo c’è una sala navigazione alla<br />
Pattuglia Acrobatica nella quale un team di lavoro<br />
per ogni manifestazione si organizza e pianifica<br />
questo tipo di attività di volo che è solo una<br />
piccola parte, perché dietro c’è l’aspetto logistico,<br />
come trasportare i fumi, come trasportare i pezzi<br />
di ricambio, il personale tecnico, una serie di cose<br />
alle quali provvedere, quindi fare le richieste per i<br />
canali previsti alla 46’ Brigata Aerea di Pisa che ci<br />
garantisce i trasporti con velivoli C-130; vi è una<br />
preparazione alle spalle che impegna tutto il Gruppo,<br />
occorre, quindi, avere tutte le informazioni con<br />
molto anticipo.<br />
V: Mesi, per fare una manifestazione, una di quelle<br />
a cui si assiste d’estate, in giro per l’Italia.<br />
S: una manifestazione bella da vedere, in sicurezza.<br />
All. Matteo Ingrosso<br />
INTERVISTE
VOLA SOLO CHI OSA FARLO<br />
10 velivoli, 10 piloti, una nazione, una bandiera e un unico sentimento!<br />
Le vediamo solo per pochi secondi quando compiono<br />
uno dei loro tanti passaggi. Solo pochi attimi,<br />
ma sufficienti a farci provare intense e impareggiabili<br />
emozioni, sia guardando in televisione sul divano<br />
di casa, sia cercando di seguirle con lo sguardo ad una<br />
manifestazione. Sfrecciano nel cielo tagliandolo con<br />
le loro scie colorate per poi svanire in lontananza. Riescono<br />
a portare il sorriso sul volto dei bambini, che palesano<br />
con grida di gioia la loro emozione, e l’orgoglio<br />
nel cuore degli italiani.<br />
Sono le NOSTRE Frecce Tricolori.<br />
La NOSTRA Pattuglia Acrobatica Nazionale.<br />
UN PO’ DI STORIA<br />
Quelle che noi oggi chiamiamo Frecce Tricolori non<br />
sono che il frutto della scelta della forza armata di avere<br />
un unico gruppo di addestramento acrobatico. Infatti,<br />
prima della loro fondazione avvenuta il 1° marzo<br />
1961 nell’aeroporto di Rivolto (UD), non esisteva una<br />
pattuglia permanente, o meglio veniva assegnato l’incarico<br />
di istituirne una a rotazione tra le varie Aerobrigate.<br />
La nascita della prima scuola di volo acrobatico avviene<br />
nel 1930 a Campoformido, su decisione del Col.<br />
Rino Corso Fougier, intuita la necessità dell’acrobazia<br />
non solo per entusiasmare, ma anche per sopravvivere<br />
in uno scontro aereo. Dal secondo dopoguerra diversi<br />
stormi si iniziarono ad alternare nella costituzione<br />
di una pattuglia acrobatica, andando di pari passo<br />
con l’aggiornamento dei velivoli. Con la fondazione del<br />
313° Gruppo di Addestramento Acrobatico inizia una<br />
nuova era per i piloti italiani. Si comincia, infatti, ad ottenere<br />
un certo successo<br />
sia in Italia che all’estero,<br />
acquistando sempre<br />
maggior rilievo fra i migliori<br />
gruppi acrobatici<br />
mondiali, grazie all’uso<br />
dei caccia leggeri italiani<br />
per l’attività addestrativa.<br />
Nel 1982, infine, si sostituisce<br />
l’ormai obsoleto<br />
G.91 PAN, con il velivolo<br />
tutt’oggi in uso, l’MB-339<br />
PAN.<br />
DI RECENTE<br />
Il 25 ottobre 2012 è avvenuto il cambio del Capo formazione<br />
dal Col. Marco Lant al Magg. Jan Slangen.<br />
Inoltre il 4 novembre scorso si è concluso, con il sorvolo<br />
sull’Altare della Patria in ricorrenza della Festa delle<br />
Forze Armate, il calendario di manifestazioni 2012<br />
delle Frecce. La cerimonia è culminata con il passaggio<br />
dei velivoli che hanno lasciato nel cielo romano la<br />
tradizionale scia tricolore, mentre il Presidente della<br />
Repubblica deponeva una corona d’alloro alla tomba<br />
del Milite Ignoto.<br />
cinquant’anni<br />
di tricolore<br />
(1960-2010)<br />
Sabato 11 e domenica 12 settembre 2010 si è svolta la<br />
manifestazione per il 50° anniversario dalla fondazione<br />
delle Frecce Tricolori, al quale hanno partecipato<br />
pattuglie, aerei e piloti da gran parte del mondo, per<br />
prendere parte anche al 10° raduno Piloti Pattuglie<br />
Acrobatiche. La manifestazione, durata due giorni, è<br />
stata preceduta da una preparazione tecnica e logistica<br />
notevole, dal rifornimento al servizio di ristoro,<br />
dalla sistemazione delle pattuglie estere, quindi vitto<br />
e alloggio per piloti e posteggio per gli aerei, al programma<br />
di volo e all’accoglienza di centinaia di migliaia<br />
di persone. All’evento hanno partecipato: Team<br />
Iskry (Polonia), Royal Jordanians Falcons (Giordania),<br />
Krila Oluje (Croazia), Patrulla Aguila (Spagna), Patrouille<br />
de France (Francia), Ptrouille Suisse (Svizzera), Red<br />
Arrows (UK), Black Eagles (Corea), Silver Falcons (Sud<br />
Africa), Al Fursan (Emirati Arabi Uniti).<br />
All. Matteo Ingrosso<br />
"... Riescono a portare il sorriso sul volto dei bambini, che si girano esclamando<br />
"Mamma, papà...guarda!" , e l'orgoglio nel cuore degli italiani ..."<br />
9 10<br />
DAL MONDO
dietro l’angolo<br />
Curiosità, fatti di cronaca e avvenimenti di attualità<br />
provenienti da tutto il mondo<br />
IN SICILIA UNA FRONTIERA<br />
DELLA RICERCA SUI NEUTRINI<br />
"... Il corpo faccia quello che vuole.<br />
Io non sono il corpo: io sono la mente ...."<br />
“Una piccola signora dalla volontà<br />
indomita e dal piglio principesco”<br />
I maggiori esperti italiani ed europei<br />
per lo studio dell’astrofisica<br />
del neutrino sono riuniti in questi<br />
giorni a Catania, presso i Laboratori<br />
Nazionali del Sud (LNS) dell’Istituto<br />
Nazionale di Fisica Nucleare.<br />
La Sicilia è sempre più vicina a<br />
diventare uno dei luoghi più importanti<br />
della ricerca nella fisica<br />
astroparticellare, principalmente<br />
attraverso la costruzione del<br />
telescopio Europeo per neutrini<br />
“KM3NeT”. Un’impresa di alta tecnologia<br />
che vedrà la collocazione<br />
sul fondale marino, a 3.500 metri<br />
di profondità, di torri alte centinaia<br />
di metri per lo studio dei neutrini<br />
provenienti dal centro della<br />
Galassia. I LNS rappresentano il<br />
laboratorio di riferimento per la<br />
costruzione del nodo italiano, con<br />
due infrastrutture sottomarine a<br />
largo di Capo Passero e di Catania.<br />
In quest’ultima località è già attivo<br />
un osservatorio muti-disciplinare,<br />
realizzato in collaborazione con<br />
l’INGV, che ha anche importanti<br />
applicazioni nel campo della geofisica,<br />
della vulcanologia e della biologia<br />
marina. Il meeting di Catania,<br />
denominato ORCA, ha lanciato la<br />
possibilità’ di usare KM3Net per<br />
misurare la gerarchia di massa dei<br />
neutrini.<br />
L’eccellenza della ricerca siciliana<br />
in fisica trova così un nuovo impulso<br />
da questo progetto internazionale<br />
che vede la partecipazione di<br />
40 istituzioni di 10 paesi.<br />
All. Gabriele Tarascio<br />
Sono Stati celebrati lo scorso 2 gennaio i funerali<br />
di Rita Levi-Montalcini a Torino dove<br />
era nata il 22 aprile 1909.<br />
Laureata in medicina e chirurgia, negli anni cinquanta<br />
le sue ricerche la portarono a scoprire e<br />
identificare il fattore di accrescimento della fibra<br />
nervosa, NGF, scoperta che le ha permesso di<br />
essere insignita nel 1986 del premio Nobel per<br />
la medicina. Ha ricevuto inoltre molti altri riconoscimenti<br />
fra i quali dodici lauree honoris causa,<br />
quattro onorificenze italiane e due straniere.<br />
Socia nazionale dell’Accademia dei Lincei per<br />
la classe delle scienze fisiche, socia fondatrice<br />
della Fondazione Idis-Città della Scienza e prima<br />
donna ammessa alla Pontificia Accademia delle<br />
Scienze, Rita Levi-Montalcini è stata nominata<br />
senatrice a vita dal presidente della Repubblica<br />
Carlo Azeglio Ciampi il 1° agosto del 2001.<br />
Migliaia di persone hanno partecipato ai funerali,<br />
accogliendo con un lungo applauso l’arrivo<br />
del feretro. La salma, in una semplice bara in rovere<br />
chiaro coperta da un cuscino di rose rosse<br />
con ai piedi, un mazzo di crochi violetti inviati<br />
dal Sinodo di Firenze è stata trasferita da Roma<br />
al cimitero monumentale di Torino per essere<br />
11 12<br />
cremata. Le ceneri, racchiuse in un'urna, sono<br />
state collocate nella tomba di famiglia. Alla cerimonia<br />
hanno partecipato anche i ministri Francesco<br />
Profumo ed Elsa Fornero, il governatore<br />
del Piemonte Roberto Cota, e Pietro Marcenaro,<br />
presidente della Commissione senatoriale per i<br />
diritti umani di cui la senatrice a vita scomparsa<br />
faceva parte.<br />
Mi piacerebbe ricordare Rita Levi-Montalcini<br />
con una frase scritta in merito all’educazione ricevuta<br />
in famiglia tratta dalla sua opera Elogio<br />
dell’imperfezione poiché credo possa costituire<br />
un modello per ognuno di noi: “La mancanza di<br />
complessi, una notevole tenacia nel perseguire<br />
la strada che ritenevo giusta e la noncuranza<br />
per le difficoltà che avrei incontrato nella realizzazione<br />
dei miei progetti, lati del carattere che<br />
ritengo di aver ereditato da mio padre, mi hanno<br />
enormemente aiutato a far fronte agli anni<br />
difficili della vita. A mio padre come a mia madre<br />
debbo la disposizione a considerare con simpatia<br />
il prossimo, la mancanza di animosità e una<br />
naturale tendenza a interpretare fatti e persone<br />
dal lato più favorevole.” (Cit. Primo Levi)<br />
All. Gabriele Tarascio<br />
DAL MONDO
The election sYstem in the u.s.a.<br />
Let's learn how it works<br />
This year Americans elected a new president. In these elections President Obama ran againist the<br />
Republican candidate Mitt Romney. It was very important for Obama win this elections, so that he<br />
could gain again Americans trust. Now for President Obama it’s time to bring America out of this social<br />
and economical crysis that is weakening the U.S.A. and Europe. Behind elections there’s an electoral<br />
system, sometimes unknown to people.<br />
The parties<br />
Every four years Americans elect a new president.<br />
The voters can choose between the two main parties:<br />
the Democrats and the Republicans. The Democratic<br />
party, since the 1930s, has always promoted<br />
a social liberal and progressive platform. The Republican<br />
party (or “Grand Old Party) was founded<br />
by anti-slavery activists in 1854 and it dominated<br />
the United States scenery for most period between<br />
1860 and 1932. their party platform reflects American<br />
conservatism in the U.S. political spectrum.<br />
The campaign<br />
To become a party’s presidential nominee, the<br />
candidate has to win the primary election, held in<br />
the first half of the election year in each state of<br />
the United States. Usually, it’s clear who will win<br />
the primary election altought in the past elections<br />
choosing a nominee has been a difficult process.<br />
Once the nominees have been selected, in the<br />
second half of the year, the candidates start to<br />
campaign all over the countries travelling by plane,<br />
car, bus or train. They cross the counties giving<br />
speeches. These speeches, called “stump”<br />
speeches because in the 19th century candidates<br />
would stand on tree stump to deliver speeches,<br />
are held in order to better understand the<br />
candidate’s point of view that usually reflects<br />
the general beliefs and policies a party holds.<br />
During the campaign every party makes attack<br />
ads against the other one, these attack ads are<br />
commercials that distort the truth or something<br />
that the other candidate has said or done in<br />
order to give a bad image of the rival party.<br />
The voters<br />
Many people believe that campaigns have become<br />
too negative and this opinion reflects<br />
the voters turnout. This year less than 60%<br />
turnout for national elections. Lots of people<br />
don’t register to vote and somebody doesn’t<br />
even show up during the elections.<br />
America is divided in this two opinions:<br />
• one side is the people that feel that voting is<br />
the main responsibility of any citizen;<br />
• the other side doesn’t vote because they<br />
have no intent.<br />
13 14<br />
The Electoral<br />
College<br />
The United States maintains a voting system based<br />
on the Electoral College, a process that consists<br />
of the selection of the voters, the meeting<br />
of the electors where they vote for the President<br />
and for the Vice President. Each State is assigned<br />
electoral votes based on the number of senators,<br />
each state has got 2, and representatives, whose<br />
number is based on the state’s population and<br />
it is never less than 1. If a candidate wins in one<br />
state, he wins all the electoral votes of that state.<br />
Even though Obama won the elections, the<br />
difference between the party’s votes was less<br />
than 300.000 and the electoral votes were 303<br />
for the Democrats and 206 for the Republicans.<br />
All. Roberto Giovanzanti<br />
DAL MONDO
lotta o fuga<br />
Cosa accade al nostro organismo quando abbiamo paura?<br />
"... il cervello dimentica tutte le risposte razionali lasciandoci solo<br />
tre opzioni: la paralisi, la fuga incontrollata o la lotta ..."<br />
A seguito della mia decisione di<br />
frequentare il corso da istruttore<br />
di Krav Maga, potendomi concedere<br />
il lusso di scrivere un articolo<br />
durante i weekend, voglio<br />
parlarvi di uno degli argomenti<br />
che sto studiando e che ritengo<br />
uno dei più interessanti: il sistema<br />
di lotta o fuga, ossia come il<br />
nostro organismo reagisca durante<br />
le situazioni di pericolo. Vuoto<br />
allo stomaco, brividi, sudorazione<br />
in aumento, formicolio alle mani,<br />
battito cardiaco in accelerazione...<br />
è un insieme di sensazione<br />
che tutti, almeno una volta nella<br />
vita, abbiamo provato. Sono gli<br />
effetti dell’azione di un ormone<br />
chiamato “epinefrina”, ma che<br />
tutti conosciamo meglio col nome<br />
di “adrenalina”. Ma cosa è questa<br />
“epinefrina” esattamente? E soprattutto<br />
come, perché e quando<br />
viene rilasciata? E quali sono i<br />
s u o i e f fe t t i s u l n o s t r o o r g a n i s m o ?<br />
E’ un ormone dagli effetti davvero<br />
particolari poiché è legato alla<br />
sopravvivenza di ogni singolo animale<br />
e strettamente connesso al<br />
sistema “fight or flight” o “lotta o<br />
fuga” e viene rilasciato in situazioni<br />
in cui l’organismo ritiene di essere<br />
a contatto con una minaccia<br />
per la propria incolumità. Come<br />
mai allora questi effetti li riscontriamo<br />
non solo in situazioni di<br />
effettivo pericolo, come un’aggressione,<br />
ma anche durante situazioni<br />
apparentemente comuni<br />
e normali come un’interrogazione,<br />
un colloquio di lavoro, un rapporto<br />
dal capitano? Semplicemente<br />
perché il nostro cervello le registra<br />
come situazioni sgradevoli e<br />
stressanti da cui vuole stare alla<br />
larga, mettendole al pari di un’aggressione;<br />
per cui ordina, mediante<br />
appositi neurotrasmettitori,<br />
alle ghiandole surrenali di rilas<br />
c i a r e n e l l ’o r g a n i s m o l ’a d r e n a l i n a .<br />
L’adrenalina ha effetti diversi a seconda<br />
delle zone del corpo in cui<br />
agisce: va a stimolare principalmente<br />
il sistema nervoso simpatico.<br />
Più in particolare fa in modo<br />
che questa parte di sistema nervoso<br />
acceleri il battito cardiaco, dilati<br />
i vasi sanguigni più grossi, come<br />
l’aorta, e le arterie che portano<br />
sangue verso i grossi muscoli in<br />
modo da avere una maggiore ossigenazione<br />
dei tessuti e un miglior<br />
rendimento; dilata poi i bronchi<br />
cosicché la ventilazione polmonare<br />
aumenti e con essa aumenti anche<br />
la saturazione di ossigeno nel<br />
sangue; inibisce inoltre le funzioni<br />
intestinali, che sottraggono una<br />
percuntuale di sangue piuttosto<br />
cospicua alle altre funzioni; dilata<br />
persino le pupille in modo che più<br />
luce colpisca la retina e l’immagine<br />
risulti più nitida; inoltre la sensibilità<br />
agli stimoli viene anch’essa<br />
inibita provocando un notevole<br />
aumento della soglia del dolore;<br />
l’unione dell’accresciuta vascolarizzazione<br />
con la saturazione di ossigeno<br />
in sensibile ascesa provoca<br />
un incremento della forza muscolare<br />
decisamente fuori dal comune,<br />
in particolare della cosiddetta<br />
forza “esplosiva”, ossia quella che<br />
ha origine dalle fibre muscolari<br />
bianche, capaci di generare una<br />
forza considerevole in un lasso di<br />
tempo molto ridotto. Certamente<br />
se la si analizza esclusivamente<br />
in questo senso può sembrare<br />
un ormone miracoloso, ma c’è un<br />
lato “oscuro” dell’adrenalina, che<br />
salta fuori proprio nelle situazioni<br />
peggiori: quando il rilascio è<br />
eccessivo, come in situazioni<br />
di vita o di morte, vedi per<br />
esempio un aggressione armata<br />
si hanno degli effetti<br />
spaventosi sull’organismo.<br />
Sotto l’effetto travolgente<br />
dell’adrenalina il battito<br />
cardiaco accelera eccessivamente,<br />
fino a quasi duecento<br />
battiti al minuto. Se il rilascio<br />
di adrenalina è davvero troppo<br />
elevato il cuore va in fibrillazione<br />
prima e in arresto<br />
poi; il cervello regredisce allo<br />
stato rettiliano, uno stato in<br />
cui l’encefalo disattiva tutte<br />
le funzioni non essenziali,<br />
tra cui il controllo di tutti<br />
gli sfinteri; la memoria viene<br />
anch’essa inibita, a tal punto<br />
che non ricordiamo nemmeno<br />
il nostro nome o come<br />
si parli: tipico, infatti, delle<br />
persone sotto shock è la difficoltà<br />
ad esprimersi. La dilatazione<br />
delle pupille, inoltre,<br />
unita al progressivo disinteresse<br />
del cervello verso tutto<br />
ciò che non è strettamente<br />
necessario alla sopravvivenza,<br />
porta alla “visione a tunnel”,<br />
uno stato in cui si perde<br />
totalmente la visione periferica<br />
e il cervello si focalizza<br />
esclusivamente su 90° visivi<br />
anziché i naturali 220°, cosa<br />
estremamente svantaggiosa:<br />
immaginate di trovarvi ad<br />
affrontare più avversari che<br />
vi circondano; inoltre, come<br />
accennato in precedenza, l’adrenalina,<br />
purtroppo, se da<br />
un lato dilata i vasi sanguigni<br />
principali, dall’altro restringe<br />
i meno importanti, come<br />
15 16<br />
quelli delle dita, conseguendone<br />
una perdita della mobilità<br />
fine, essenziale se si<br />
deve applicare, per esempio,<br />
in un combattimento, una<br />
leva articolare o una presa<br />
o, più semplicemente, se<br />
si devono infilare le chiavi<br />
n e l l a t o p p a d e l l a s e r ra t u ra ;<br />
Come se tutto ciò non bastasse<br />
il cervello “dimentica”<br />
tutte le risposte razionali che<br />
si avrebbero di fronte a un<br />
problema lasciandoci solo<br />
tre opzioni: la paralisi, la<br />
fuga incontrollata o la lotta.<br />
Sulla paralisi non c’è molto<br />
da dire, semplicemente lo<br />
strato più interno del cervello,<br />
dove risiede la parte<br />
rettiliana, ossia quella più<br />
antica, posseduta da TUTTI<br />
gli animali, reputa che evidentemente<br />
non avete altra<br />
opzione che non sia morire<br />
e vi “semplifica” il tutto paralizzandovi<br />
e rendendovi la<br />
morte indolore. La seconda<br />
opzione è la fuga incontrollata,<br />
un disperato tentativo di<br />
non soccombere alla minaccia<br />
andando il più lontano<br />
possibile! Per il cervello non<br />
consiste in altro che nel mettere<br />
in moto le gambe e dare<br />
loro libera scelta sulla direzione.<br />
Tale tipo di fuga è stremamente<br />
pericoloso, perché<br />
si tende a correre senza una<br />
meta e senza la preoccupazione<br />
di ciò che ci circonda,<br />
rischiando per cui la morte<br />
in altri modi, per esempio attraversando<br />
una strada trafficata,<br />
accecati dal terrore,<br />
rendendoci, inoltre, un pericolo<br />
non solo per noi stessi,<br />
ma anche, e soprattutto, per<br />
gli altri. “Last chance, but<br />
not least”, rimane quella di<br />
affrontare un combattimento.<br />
Grazie infatti agli effetti,<br />
quelli positivi, dell’adrenalina<br />
i muscoli sono più potenti<br />
e veloci, i riflessi migliorano,<br />
il dolore è quasi del tutto impercettibile,<br />
il tempo sembra<br />
scorrere più lentamente e,<br />
allo stesso modo, l’avversario<br />
sembra muoversi a rallenty...<br />
Sfortunatamente è<br />
l’opzione che il nostro cervello<br />
non sceglie quasi mai.<br />
Perché? Semplicemente perché<br />
il cervello, quando prende<br />
il sopravvento la parte<br />
rettiliana, risponde con azioni<br />
del tipo MFU (per chi non<br />
si intende di computer vuol<br />
dire “Most Frequently Used”,<br />
o “usato più spesso”) e chi<br />
non si è mai allenato, o non<br />
lo ha mai fatto in modo serio<br />
e prolungato nel tempo, non<br />
può aver reso la terza opzione<br />
la più usata e quindi la<br />
più probabile. Ciò è dovuto<br />
alla progressiva civilizzazione<br />
della nostra cultura che ci<br />
ha privato, ringraziando Dio,<br />
quasi del tutto del bisogno<br />
di combattere per la nostra<br />
sopravvivenza. Dalla necessità<br />
di recuperare questa capacità<br />
sono nati vari stili di<br />
combattimento, come il Krav<br />
Maga, specificatamente studiati<br />
per riabilitare il singolo<br />
individuo a far fronte a questo<br />
genere di situazioni.<br />
All. Federico Lagrasta<br />
ESPERIENZE
non solo musica<br />
Con gli occhi del naif attraverso arte, letteratura e musica...<br />
Il termine francese Naif viene coniato in riferimento ad un'arte estetica ed espressiva in cui le opere, spesso<br />
non sorrette da una vera e propria formazione professionale o scolastica, sono rappresentate attraverso una<br />
semplificazione della realtà come se percepita dagli occhi di un bambino. La produzione Naïf è espressione di<br />
una creatività che non si colloca all'interno di correnti artistiche o di pensiero. In pittura, madre e promotrice di<br />
questa tendenza, si nota come i pittori dipingano per se stessi, manifestando con fantasia e senza compromessi<br />
una visione realistica e poetica di ciò che ci circonda. L'esecuzione è elementare e semplice e racconta in modo<br />
fiabesco scene di vita quotidiana, con un ricco accostamento di colori.<br />
Il Naif è originario dei paesi dell’est europeo, principalmente di Russia, Ungheria e Croazia. In Italia purtroppo ci<br />
sono pochi musei che mostrino, almeno in parte, alcune opere di questo genere; ai campani, però, consigliamo<br />
di visitare il Museo Civico di Lauro, in provincia di Avellino.<br />
Il piccolo principe<br />
E’ facile collegarsi, per affinità di temi, all’opera<br />
dell’ aviatore francese e scrittore Antoine de Saint-<br />
Exupéry il quale, attraverso la curiosità a volte irriverente<br />
del suo protagonista, il piccolo principe,<br />
affronta con essenzialità temi importanti che sono<br />
universalmente comprensibili, poiché vengono posti<br />
sotto forma di domande semplici come quelle dei<br />
bambini.<br />
“I grandi amano le cifre. Quando voi gli parlate di un<br />
nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali.<br />
Non si domandano mai: "Qual è il tono della sua<br />
voce? Quali sono i suoi giochi preferiti? Fa collezione<br />
di farfalle?" Ma vi domandano: "Che età ha? Quanti<br />
fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?"<br />
Allora soltanto credono di conoscerlo.”<br />
Un pilota (che altri non è che l’autore stesso) è costretto<br />
ad un atterraggio di fortuna in pieno deserto<br />
del Sahara. Mentre cerca di riparare l’aereo, arriva<br />
un bambino (il Piccolo Principe) che gli chiede di disegnare<br />
una pecora. Il bambino, raccontando la sua<br />
storia, parla degli altri pianeti visitati e degli strani<br />
personaggi che in questi luoghi ha incontrato: un<br />
re, un vanitoso, un ubriacone, un lampionaio (il cui<br />
compito appunto è di accendere i lampioni), un geografo<br />
… Sulla Terra, ha già parlato con una volpe<br />
la quale gli ha insegnato che per conoscere si deve<br />
«addomesticare». Per ritrovare la sua rosa, il Piccolo<br />
Principe torna sull’asteroide, ma prima di partire<br />
viene morso da un serpente velenoso. Il suo mondo<br />
è troppo lontano, per questo deve abbandonare la<br />
«corteccia». Il pilota, che è finalmente riuscito a riparare<br />
l’aereo, parte anche lui lasciando dietro di sé<br />
il deserto, non prima di aver espresso il desiderio di<br />
imbattersi nuovamente nel Piccolo Principe e chiedendo<br />
ai lettori di avvisarlo qualora lo incontrino.<br />
"... Una canzone irresistibile per l'orecchiabilità della sua musica<br />
e per le semplici, didascaliche immagini del testo ..."<br />
Yellow Submarine<br />
In the town where I was born<br />
Lived a man who sailed to sea<br />
And he told us of his life<br />
In the land of submarines<br />
So we sailed up to the sun<br />
Till we found the sea of green<br />
And we lived beneath the waves<br />
In our yellow submarine<br />
We all live in a yellow submarine<br />
Yellow submarine, yellow submarine<br />
We all live in a yellow submarine<br />
Yellow submarine, yellow submarine<br />
And our friends are all on board<br />
Many more of them live next door<br />
And the band begins to play<br />
We all live in a yellow submarine<br />
Yellow submarine, yellow submarine<br />
We all live in a yellow submarine<br />
Yellow submarine, yellow submarine<br />
As we live a life of ease<br />
Everyone of us has all we need<br />
Sky of blue and sea of green<br />
In our yellow submarine<br />
We all live in a yellow submarine<br />
Yellow submarine, yellow submarine<br />
Anche nel caso della celebre canzone del<br />
gruppo inglese The Beatles ricorre il tema del<br />
Naif. È curioso che proprio Revolver, il primo<br />
album della maturità per i Beatles , ospiti la<br />
loro canzone più fanciullesca ed infantile. E,<br />
al tempo stesso, una delle più celebri di tutti<br />
i tempi.<br />
Scritta da Paul una sera, prima di andare a letto,<br />
per diventare il "pezzo di Ringo" , Yellow<br />
Submarine è una canzone irresistibile per l’<br />
orecchiabilità della sua musica e per le semplici,<br />
didascaliche immagini del testo. Mentre<br />
la paternità della musica e l'idea iniziale<br />
del testo (una storia per bambini, che avesse<br />
a che fare con un marinaio) sono indubbiamente<br />
di McCartney, la versione finale del<br />
testo e l'esecuzione raccolsero contributi da<br />
tutte le persone coinvolte.<br />
17 18<br />
The Beatles<br />
I Beatles sono un complesso inglese di musica<br />
leggera costituito da Paul Mc Cartney<br />
(Liverpool 1942), George Harrison (Liverpool<br />
1943, Los Angeles 2001), John Lennon (Liverpool<br />
1940, New York 1980) e Ringo Starr<br />
(nome d’arte di Richard Starkey, nato a Liverpool<br />
nel 1940).<br />
Il gruppo nasce nel 1957 nell’ambiente scolastico<br />
giovanile di Liverpool con il nome di<br />
Quarrymen. Il successo, poco dopo gli esordi,<br />
è enorme. In poco tempo si espande la<br />
cosiddetta “beatlemania”, un vero e proprio<br />
virus collettivo che colpisce milioni di giovani,<br />
per questo l’ascesa del complesso continuò<br />
inarrestabile: nel 1963 erano già in testa<br />
alle classifiche americane. La grandezza<br />
di questa band sta nella capacità dei propri<br />
componenti di interpretare vari stili musicali<br />
rielaborandoli in base alla loro sensibilità. Il<br />
grande eclettismo di questo complesso deriva<br />
dalla bravura e dalla sensibilità dei suoi<br />
componenti, caratteristiche che portarono,<br />
però, ad una crisi irreversibile e alla rottura<br />
del gruppo, la cui fine fu sancita definitivamente<br />
nell’Aprile del 1970 con l’uscita del<br />
primo album da solista di Paul Mc Cartney.<br />
All. Lucrezia Pitoni<br />
All. Camilla Matrigali<br />
SVAGO
gioca douhet<br />
Per concludere, dieci minuti di pausa con un passatempo a tema Douhet<br />
e la vignetta del mese<br />
O L O P C E L A<br />
E L S S C O E Z<br />
"... Dicembre 2012 e le profezie<br />
dei Maya. Francamente non ho<br />
paura che il mondo finisca, ho<br />
paura invece che continui,<br />
soprattutto in questa maniera.<br />
Cambiamolo ..."<br />
O M U N A<br />
L M N<br />
A P A C E G N E<br />
N A Z I O N E I<br />
A I N C A L Z P<br />
I A I C C U P A<br />
D T U O M I O S<br />
Oltre a cercare il nome e il cognome del tenente nella foto...<br />
Com<br />
Polo<br />
Loculo<br />
Pucci<br />
Nazione<br />
Sapienza<br />
Pace<br />
Tuom<br />
Pegaso<br />
All. Lorenzo Giansante<br />
19 20<br />
SVAGO