HD.2_Relazione tecnica generale.pdf - Provincia di Pesaro e Urbino

“La Collina srl” Società Agricola - Acqualagna 

Impianto di produzione energia rinnovabile da biogas 

RELAZIONE TECNICA GENERALE (CUR02510CXRT_06.doc) 

PROGETTO PER L’INSTALLAZIONE E L’ESERCIZIO 

DI UN IMPIANTO PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA RINNOVABILE DA BIOGAS 

DI POTENZIALITÀ INFERIORE A 1 MWe 

INDICE 

1. INFORMAZIONI GENERALI ............................................................................................................................................... 2 

2. PREMESSA .......................................................................................................................................................................... 2 

3. RIFERIMENTI NORMATIVI .................................................................................................................................................. 4 

4. DESCRIZIONE DELL’AZIENDA ........................................................................................................................................... 9 

5. STATO ATTUALE .................................................................................................................................................................. 9 

6. STATO DI PROGETTO ...................................................................................................................................................... 10 

6.1 Capannone ........................................................................................................................................................... 11 

6.2 Fermentatori, tramoggia, locale pompe ......................................................................................................... 14 

6.3 Trincee..................................................................................................................................................................... 20 

6.4 Locale custode e pesa ........................................................................................................................................ 20 

7. IMPIANTI ........................................................................................................................................................................... 20 

7.1 Impianto elettrico ................................................................................................................................................. 20 

7.2 Impianto idrico ...................................................................................................................................................... 21 

7.3 Rete fognante ....................................................................................................................................................... 21 

8. SISTEMAZIONE A VERDE ................................................................................................................................................. 22 

8.1 Le aree verdi .......................................................................................................................................................... 23 

9. SUPERAMENTO ED ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE ................................................................. 24 

Allegati: 

1 – Relazione tecnica aziendale 

2 – Parere ENEL 

3 – Elenco elaborati di progetto 

Pagina 1 di 28 

TECNOSTUDI, studio tecnico associato - via degli Abeti, 300 - 61122 Pesaro (PU) - tel. 0721.404121; mail: tecnostudi@tecnostudionline.it




1. INFORMAZIONI GENERALI 

Informazioni sul titolare: 

Ragione sociale: 

Indirizzo: 

“La Collina srl” Società Agricola 

Via Bellaria, 55 – 61041 Acqualagna (PU) 

P. IVA: 02389250412 

Proprietario: 

Indirizzo residenza: 

Cod. Fiscale: 

Lauretta Iodio 

Via Bellaria, 55 – 61041 Acqualagna (PU) 

DIOLTT64M53A035G 

Informazioni sul tecnico progettista incaricato: 

Ragione sociale: 

Indirizzo: 

TECNOSTUDI 

Via degli Abeti, 300 – 61122 Pesaro (PU) 

P. IVA: 02130690411 

Tel / Fax: 0721 404121 / 0721 404130 

E-mail: 

tecnostudi@tecnostudionline.it 

2. PREMESSA 

La presente relazione illustra il progetto per l’installazione di un impianto per la produzione di energia 

rinnovabile da biogas di potenza elettrica pari a 999 kWe, da realizzarsi nel comune di Acqualagna (PU), 

all’interno di un comparto agricolo sito in località Bellaria, distinto al catasto comunale al Foglio n°42, 

Particelle n°730, 750, 773, 777, 822, 824, 825, 827. 

Il futuro impianto sfrutta una tecnologia che ha lo scopo di produrre biogas tramite la fermentazione naturale 

delle biomasse; tale biogas viene utilizzato per la co-generazione di energia elettrica e termica, che viene 

valorizzata sia nello stabilimento stesso, che ceduta alla rete pubblica. Le materie prime utilizzate per la 

fermentazione sono essenzialmente insilati di mais, sorgo e triticale. 

Con la costruzione e l’utilizzo di un impianto di biogas, si contribuisce notevolmente all’incremento della 

produzione di energia da fonti rinnovabili “pulite” e di conseguenza viene ridotta la produzione di energia da 

combustibili fossili, che è caratterizzata da un’alta emissione di gas serra. La produzione della cosiddetta 

energia “verde” diminuisce considerevolmente le emissioni di CO2, il gas principalmente responsabile 

dell’effetto serra, riducendone la concentrazione nell’atmosfera. 

Sulla spinta del Protocollo di Kyoto, che impone ai Paesi firmatari la riduzione delle emissioni globali di CO2, 

sono state emanate diverse direttive europee volte alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti 

energetiche rinnovabili. In Italia, il D.Lgs. 387/03, così come modificato dalla L. 244/07, ha dichiarato di 






pubblica utilità, indifferibili ed urgenti le opere, comprese quelle connesse e le infrastrutture indispensabili alla 

costruzione ed esercizio, per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili. 

Il progetto in oggetto prevede l’utilizzo di tecnologie innovative per la produzione di biogas, per il suo 

trattamento e per la produzione di energia elettrica e termica. Le tecnologie innovative adottate sono il 

risultato di lunghe ricerche e sviluppo nel settore agricolo-ambientale e sono soggette ad un costante 

miglioramento, consentendo di ottimizzare il recupero di materia prima per la produzione di energia dalla 

frazione organica delle biomasse provenienti dalla produzione agricola. 

L’intervento nel suo complesso consiste nella realizzazione di una serie di opere necessarie all’esercizio 

dell’impianto biologico e alla produzione combinata di energia elettrica e termica: 

- un fermentatore ed un postfermentatore, di forma circolare con copertura a telo, parzialmente interrati, 

all’interno dei quali avviene la digestione delle biomasse e lo sviluppo di biogas; 

- una tramoggia per il caricamento dei cofermenti palabili nei fermentatori; 

- tre trincee in cls per lo stoccaggio dei cofermenti palabili, con copertura a telo; 

- una prevasca chiusa per la raccolta dei cofermenti non palabili; 

- una sala di pompaggio del materiale in fermentazione; 

- un impianto di distribuzione liquidi per i fermentatori; 

- condotte del biogas e impianto di desolforazione dello stesso; 

- un capannone per l’alloggiamento del gruppo di cogenerazione, dell’essiccatore, dei locali tecnici e 

depositi, dell’autorimessa, sala controllo, uffici e servizi igienici; 

- un piccolo edificio destinato a locale controllo pesa e custode. 

L’approvvigionamento della biomassa necessaria al funzionamento dell’impianto sarà garantito dalla Società 

Agricola “La Collina srl”. 

La connessione elettrica dell’impianto avverrà attraverso la rete di distribuzione pubblica di proprietà di Enel 

Distribuzione. 

La soluzione descritta nella presente relazione consiste in un impianto di potenza inferiore a 1 MWe generato 

da un motore a combustione interna alimentato dal biogas prodotto dalla fermentazione anaerobica delle 

biomasse. 

Le considerazioni sulla configurazione impiantistica contenute nel seguito sono basate su dati di progetto che 

sono in linea con lo stato dell’arte per questo tipo di impianti e componenti. 

L’area interessata è classificata in zona E, zona agricola, dal Piano Regolatore Comunale vigente: in tali zone 

è possibile l’ubicazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili programmabili o non 

programmabili (tra cui gli impianti alimentati a biomasse) ai sensi dell’articolo 12, comma 7 del D. Lgs. 29 

dicembre 2003, n. 387 (“Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica 

prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità“). 






La legittimità dell’intervento proposto con il progetto è confermata anche dai commi c), f) ed h) dell’art. 3 

della Legge Regionale 8 marzo 1990 n.13 che consente la nuova costruzione di “attrezzature ed infrastrutture 

necessarie allo svolgimento dell’attività agricola, come silos, serbatoi idrici, depositi per attrezzi, macchine, 

fertilizzanti (…omissis…) ”costruzioni da adibire alla lavorazione, conservazione, trasformazione e 

commercializzazione dei prodotti agricoli (…omissis…) ”opere di pubblica utilità che debbono sorgere 

necessariamente in zone agricole”. 

Le nuove costruzioni previste dal progetto rispetteranno le caratteristiche di cui agli artt. 8 e 11 della 

sopracitata Legge Regionale, nonché le norme comuni di cui all’art. 12 della medesima, come dimostrato 

negli elaborati di progetto (vedi tavola grafica H.G.A.4). 

Si precisa inoltre che: 

saranno rispettate tutte le prescrizioni indicate nel Parere della Commissione Edilizia Comunale datato 

16/12/2010, Prot. n. 9742. 

3. RIFERIMENTI NORMATIVI 

3.1 Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 – Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla 

promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno 

dell’elettricità 

Art. 1 - Finalità, comma 1: “… promuovere un maggior contributo delle fonti energetiche rinnovabili …” 

Art. 2 - Definizioni, comma 1: “Ai fini del presente decreto si intende per: 

a) fonti energetiche rinnovabili o fonti rinnovabili: le fonti energetiche rinnovabili non fossili (eolica, 

solare, geotermica, del moto ondoso, maremotrice, idraulica, biomasse, gas di discarica, gas residuati 

dai processi di depurazione e biogas). In particolare, per biomasse si intende: la parte biodegradabile 

dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e 

dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e 

urbani…” 

Art. 12 – Razionalizzazione e semplificazione delle procedure autorizzative, comma 1: 

“Le opere per la realizzazione degli impianti alimentati a fonti rinnovabili, nonché le opere connesse e 

le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all’esercizio degli stessi impianti, autorizzate ai sensi del 

comma 3, sono di pubblica utilità ed indifferibili e urgenti”. 






3.2 Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, così come modificato dal D.Lgs. 29 giugno 2010, n. 128 

Parte quinta – Norme in materia di tutela dell’aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera 

Titolo I – Prevenzione e limitazione delle emissioni in atmosfera di impianti e attività 

Art.267 – Campo di applicazione 

Comma 1: “Il presente titolo, ai fini della prevenzione e della limitazione dell'inquinamento 

atmosferico, si applica agli impianti, inclusi gli impianti termici civili non disciplinati dal titolo II, ed alle 

attività che producono emissioni in atmosfera e stabilisce i valori di emissione, le prescrizioni, i metodi 

di campionamento e di analisi delle emissioni ed i criteri per la valutazione della conformità dei valori 

misurati ai valori limite” 

Comma 4: “Al fine di consentire il raggiungimento degli obiettivi derivanti dal Protocollo di Kyoto e di 

favorire comunque la riduzione delle emissioni in atmosfera di sostanze inquinanti, la normativa di cui 

alla parte quinta del presente decreto intende determinare l'attuazione di tutte le più opportune 

azioni volte a promuovere l'impiego dell'energia elettrica prodotta da impianti di produzione 

alimentati da fonti rinnovabili ai sensi della normativa comunitaria e nazionale vigente e, in 

particolare, della direttiva 2001/77/CE e del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, 

determinandone il dispacciamento prioritario.” 

Art. 268 – Definizioni: 

a) inquinamento atmosferico: ogni modificazione dell'aria atmosferica, dovuta all'introduzione nella 

stessa di una o di più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da ledere o da costituire un 

pericolo per la salute umana o per la qualità dell'ambiente oppure tali da ledere i beni materiali o 

compromettere gli usi legittimi dell'ambiente; 

b) emissione: qualsiasi sostanza solida, liquida o gassosa introdotta nell'atmosfera che possa causare 

inquinamento atmosferico e, per le attività di cui all'articolo 275, qualsiasi scarico di COV 

nell'ambiente; 

c) emissione convogliata: emissione di un effluente gassoso effettuata attraverso uno o più appositi 

punti; 

d) emissione diffusa: emissione diversa da quella ricadente nella lettera c); per le lavorazioni di cui 

all'articolo 275 le emissioni diffuse includono anche i COV contenuti negli scarichi idrici, nei rifiuti e nei 

prodotti, fatte salve le diverse indicazioni contenute nella parte III dell'Allegato III alla parte quinta del 

presente decreto; 

(…omissis…) 

f) emissioni totali: la somma delle emissioni diffuse e delle emissioni convogliate; 

g) effluente gassoso: lo scarico gassoso, contenente emissioni solide, liquide o gassose; la relativa 

portata volumetrica è espressa in metri cubi all'ora riportate in condizioni normali (Nm 3 /ora), previa 

detrazione del tenore di vapore acqueo, se non diversamente stabilito dalla parte quinta del 

presente decreto; 







q) valore limite di emissione: il fattore di emissione, la concentrazione, la percentuale o il flusso di 

massa di sostanze inquinanti nelle emissioni che non devono essere superati. I valori limite di emissione 

espressi come concentrazione, sono stabiliti con riferimento al funzionamento dell'impianto nelle 

condizioni di esercizio più gravose e, salvo diversamente disposto dal presente titolo o 

dall'autorizzazione, si intendono stabiliti come media oraria; 


z) condizioni normali: una temperatura di 273,15 K ed una pressione di 101,3 kPa; 


hh) potenza termica nominale dell'impianto di combustione: prodotto del potere calorifico inferiore 

del combustibile utilizzato e della portata massima di combustibile bruciato al singolo impianto di 

combustione, così come dichiarata dal costruttore, espressa in Watt termici o suoi multipli; 

ii) composto organico: qualsiasi composto contenente almeno l'elemento carbonio e uno o più degli 

elementi seguenti: idrogeno, alogeni, ossigeno, zolfo, fosforo, silicio o azoto, ad eccezione degli ossidi 

di carbonio e dei carbonati e bicarbonati inorganici; 

ll) composto organico volatile (COV): qualsiasi composto organico che abbia a 293,15 K una 

pressione di vapore di 0,01 kPa o superiore, oppure che abbia una volatilità corrispondente in 

condizioni particolari di uso. Ai fini della parte quinta del presente decreto, è considerata come COV 

la frazione di creosoto che alla temperatura di 293,15 K ha una pressione di vapore superiore a 0,01 

kPa; 


Art. 271 – Valori limite di emissione e prescrizioni per gli impianti e le attività 

Comma 3: “La normativa delle regioni e delle province autonome in materia di valori limite e di 

prescrizioni per le emissioni in atmosfera degli impianti e delle attività deve tenere conto, ove esistenti, 

dei piani e programmi di qualità dell'aria previsti dalla vigente normativa. Restano comunque in 

vigore le normative adottate dalle regioni o dalle province autonome in conformità al d.P.R. 24 

maggio 1988, n. 203, ed al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 21 luglio 1989, in cui si 

stabiliscono appositi valori limite di emissione e prescrizioni. Per tutti gli impianti e le attività previsti 

dall'articolo 272, comma 1, la regione o la provincia autonoma, può stabilire, anche con legge o 

provvedimento generale, sulla base delle migliori tecniche disponibili, appositi valori limite di emissione 

e prescrizioni, anche inerenti le condizioni di costruzione o di esercizio e i combustibili utilizzati. Con 

legge o provvedimento generale la regione o la provincia autonoma può inoltre stabilire, ai fini della 

valutazione dell'entità della diluizione delle emissioni, portate caratteristiche di specifiche tipologie di 

impianti.” 

Art. 272 – Impianti e attività in deroga (articolo così modificato dall'articolo 3, comma 6, d.lgs. n. 128 del 2010) 

Comma 1 (ex comma 14, lettera “e”, dell’art. n°269 del suddetto D. Lgs. n°152): “Non sono sottoposti 

ad autorizzazione di cui al presente titolo gli stabilimenti in cui sono presenti esclusivamente impianti e 

attività elencati nella parte I dell'Allegato IV alla parte quinta del presente decreto. L'elenco si riferisce 

a impianti e ad attività le cui emissioni sono scarsamente rilevanti agli effetti dell'inquinamento 






atmosferico. Si applicano esclusivamente i valori limite di emissione e le prescrizioni specificamente 

previsti, per tali impianti e attività, dai piani e programmi o dalle normative di cui all'articolo 271, 

commi 3 e 4. Al fine di stabilire le soglie di produzione e di consumo e le potenze termiche nominali 

indicate nella parte I dell'Allegato IV alla parte quinta del presente decreto si deve considerare 

l'insieme degli impianti e delle attività che, nello stabilimento, ricadono in ciascuna categoria 

presente nell'elenco. Gli impianti che utilizzano i combustibili soggetti alle condizioni previste dalla 

parte II, sezioni 4 e 6, dell'Allegato X alla parte quinta del presente decreto, devono in ogni caso 

rispettare almeno i valori limite appositamente previsti per l'uso di tali combustibili nella parte III II, 

dell'Allegato I alla parte quinta del presente decreto. Se in uno stabilimento sono presenti sia impianti 

o attività inclusi nell'elenco della parte I dell'allegato IV alla parte quinta del presente decreto, sia 

impianti o attività non inclusi nell'elenco, l'autorizzazione di cui al presente titolo considera solo quelli 

esclusi…” 


Allegato IV alla parte quinta – Impianti ed attività in deroga (allegato così sostituito dall'articolo 3, comma 28, 

d.lgs. n. 128 del 2010) - Parte I – Impianti ed attività in deroga di cui all’Art. 272 

Comma 1: “Elenco degli impianti e delle attività: 


ff) Impianti di combustione, compresi i gruppi elettrogeni e i gruppi elettrogeni di cogenerazione, 

alimentati a biogas di cui all'allegato X alla parte quinta del presente decreto, di potenza termica 

nominale inferiore o uguale a 3 MW. “ 


Allegato X alla parte quinta, Parte I – Combustibili consentiti – Sezione 1 – Elenco dei combustibili di cui è 

consentito l’utilizzo negli impianti di cui al titolo 1: 

“r) biogas individuato nella parte II, sezione 6, alle condizioni ivi previste;” 


Allegato X alla parte quinta, Parte II – Caratteristiche merceologiche dei combustibili e metodi di misura – 

Sezione 6 – Caratteristiche e condizioni di utilizzo del biogas: 

“Il biogas deve provenire dalla fermentazione anaerobica metano genica di sostanze organiche non 

costituite da rifiuti. In particolare non deve essere prodotto da discariche, fanghi, liquami e altri rifiuti a 

matrice organica. Il biogas derivante dai rifiuti può essere utilizzato con le modalità e alle condizioni 

previste dalla normativa sui rifiuti. Il biogas deve essere costituito prevalentemente da metano e 

biossido di carbonio e con un contenuto massimo di composti solforati, espressi come solfuro di 

idrogeno, non superiore allo 0.1% v/v. L’utilizzo del biogas è consentito nel medesimo comprensorio 

industriale in cui tale biogas è prodotto. 







Allegato I alla parte quinta – Valori di emissione e prescrizioni – Parte II – Valori di emissione 

Parte III – Valori di emissione per specifiche tipologie di impianti: 

“(1) Impianti di combustione con potenza termica nominale inferiore a 50 MW. Il presente paragrafo si 

applica agli impianti di combustione di potenza termica nominale inferiore a 50 MW destinati alla 

produzione di energia … 


1.3. Impianti nei quali sono utilizzati combustibili gassosi. 

I valori di emissione, riportati nella tabella seguente, si riferiscono ad un tenore di ossigeno 

nell'effluente gassoso del 3%. 

Polveri 5 mg/Nm 3 

Il valore limite di emissione per le polveri si considera rispettato se viene utilizzato metano o GPL. 

Ossidi di azoto 350 mg/Nm 3 

Se il combustibile utilizzato è un gas di processo contenente composti dell'azoto non si applica alcun 

valore limite di emissione; le emissioni devono comunque essere ridotte per quanto possibile. 

Ossidi di zolfo 35 mg/Nm 3 

Il valore limite di emissione per gli ossidi di zolfo si considera rispettato se viene utilizzato metano o GPL. 

Agli impianti che utilizzano il biogas di cui all'allegato X si applicano i valori di emissione indicati alle 

lettere a), b) e c). 

a) nel caso si tratti di motori a combustione interna i valori di emissione, riferiti a un tenore volumetrico 

di ossigeno pari al 5% nell'effluente gassoso anidro, sono: 

Potenza termica nominale dell'impianto 

≤3 MW 

carbonio organico totale (COT) 150 mg/Nm 3 

monossido di carbonio (CO) 800 mg/Nm 3 

ossidi di azoto (espressi come NO2) 500 mg/Nm 3 

Composti inorganici del cloro sotto forma di gas o vapori (come HCI) 10 mg/Nm 3 

(2) Impianti di essiccazione. I valori di emissione per gli impianti di essiccazione nei quali i gas combusti 

o le fiamme vengono a contatto diretto con i materiali da essiccare si riferiscono ad un tenore di 

ossigeno nell'effluente gassoso del 17%. 







3.3 Legge 23 luglio 2009, n. 99 

Art.27, comma 20: 

“… L'installazione e l'esercizio di unità di piccola cogenerazione, così come definite dall'articolo 2, 

comma 1, lettera d), del decreto legislativo 8 febbraio 2007, n. 20, sono assoggettati alla disciplina 

della denuncia di inizio attività di cui agli articoli 22 e 23 del testo unico delle disposizioni legislative e 

regolamentari in materia edilizia di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 

380.” 


Decreto Legislativo 8 febbraio 2007, n. 20 – Art. 2, comma 1, lettera d): 

“Unità di piccola cogenerazione: un'unità di cogenerazione con una capacità di generazione 

installata inferiore a 1 MWe”. 


4. DESCRIZIONE DELL’AZIENDA 

“La Collina srl Società Agricola” è composta da due soci: 

- Curati Roberto, nato a Cagli il 17/11/1961 residente in Acqualagna, in Via Bellaria, 55, il quale ha una quota 

pari al 70% del capitale sociale; 

- Iodio Lauretta, nata ad Acqualagna il 13/08/1964 residente in Acqualagna, in Via Bellaria, 55, la quale ha 

una quota pari al 30% del capitale sociale; 

entrambi i soci hanno la qualifica di amministratore. La società nasce il 14/10/2009 ed ha per oggetto sociale 

principale la coltivazione nei settori cerealicolo-foraggero. Il terreno seminativo è di ha 30,74, il resto pari a ha 

3,61 sono boschi, tare ed incolti. L’azienda si estende in Comune di Cagli, Acqualagna ed Urbania; la 

giacitura dell’azienda è di tipo collinare e pianeggiante con una esposizione varia. I terreni sono situati ad 

una quota di circa 200/300 m slm. 

Per una migliore comprensione della consistenza aziendale, si allega la relazione tecnica descrittiva 

dell’azienda. 

5. STATO ATTUALE 

L’Azienda Agricola “La Collina” intende realizzare un impianto di energia rinnovabile da biogas, in Comune di 

Acqualagna, località Bellaria, su terreno distinto al Catasto terreni al Foglio n°42, Particelle n°730, 750, 773, 777, 

822, 824, 825, 827, della superficie di ha 2,98. Per una completa localizzazione dell’impianto si vedano le 

tavole HG.A.3.1 (“Inquadramento su carta tecnica regionale, Sezione n°279160 (Farneta)”) e HG.A.3.2 

(“Inquadramento su ortofoto”). 

La sopracitata ditta è titolare di un diritto di superficie del terreno a seguito di un Contratto preliminare di 

compravendita stipulato tra le parti, Immobiliare Fossato srl da una parte, attualmente proprietaria dei terreni, 






e “La Collina srl” dall’altra, parte promittente l’acquisto. Tale Contratto è stato sottoscritto il 13/10/2010 ed è 

riportato in allegato. 

Secondo il P.R.G. del Comune di Acqualagna, la proprietà ricade in Zona Agricola. Dal punto di vista del 

Piano Paesistico ambientale Regionale, del Piano di Assetto Idrogeologico e del Piano Territoriale di 

Coordinamento Provinciale l’area non è soggetta a nessun vincolo. 

L’area confina su due lati con strade vicinali non asfaltate adiacenti ad aree agricole, sul lato sud con una 

lottizzazione di espansione industriale denominata “Comparto D3.8”, ancora in fase iniziale, sul lato rimanente 

con terreno di altra proprietà, oltre il quale si estende la zona industriale esistente del Comune di Acqualagna, 

località Bellaria. 

L'andamento altimetrico risulta digradante in due direzioni, est e sud, con vegetazione spontanea e con 

piccoli fossi di regimazione delle acque di campagna. Al fine di indagare con precisione lo stato dei luoghi il 

progetto è corredato da un rilievo plano-altimetrico completo di isoipse (tavola grafica HG.A.2). L'accessibilità 

dell'area è ora permessa sia mediante una strada vicinale in breccia, sia mediante una servitù di passaggio 

che attraversa il “Comparto D3.8”. Sul lato est del lotto, negli elaborati di progetto è indicata una strada 

vicinale, attualmente non presente ma in fase di realizzazione, che dovrebbe partire dalla “Strada comunale 

Frontino”, collegata alla S.P. n°257 Apecchiese. Pertanto la progettazione ha tenuto conto della integrabilità 

con il piano di lottizzazione del comparto D3.8, prevedendo l’accessibilità attraverso la viabilità prevista in 

detto piano. 

Per una visione fotografica dello stato attuale del terreno si rimanda alla tavola grafica denominata B.G.A.1 

“Documentazione fotografica e inquadramento su mappa catastale”. 

6. STATO DI PROGETTO 

Il progetto prevede di realizzare: 

- un fermentatore ed un postfermentatore, di forma circolare con copertura a telo, parzialmente interrati, 

all’interno dei quali avviene la digestione delle biomasse e lo sviluppo di biogas; 

- una tramoggia per il caricamento dei cofermenti palabili nei fermentatori; 

- tre trincee in cls per lo stoccaggio dei cofermenti palabili, con copertura a telo; 

- una prevasca chiusa per la raccolta dei cofermenti non palabili; 

- una sala di pompaggio del materiale in fermentazione; 

- un impianto di distribuzione liquidi per i fermentatori; 

- condotte del biogas e impianto di desolforazione dello stesso; 

- un capannone per l’alloggiamento del gruppo di cogenerazione, dell’essiccatore, dei locali tecnici e 

depositi, dell’autorimessa, sala controllo, uffici e servizi igienici; 

- un piccolo edificio destinato a locale controllo pesa e custode; 

- una cabina ENEL per l’allaccio alla rete elettrica. 






Un piazzale di manovra e collegamento, con superficie asfaltata, consentirà il movimento dei mezzi tra i vari 

elementi della struttura. Il piazzale sarà raggiungibile da una rampa d’accesso con pendenza massima del 

6,9% posta sul confine est della proprietà. Il piazzale sarà tutto a quota +252,00 m slm, pari a -13,00 m rispetto 

al caposaldo indicato nell’elaborato grafico HG.A.4 (“Planimetria Generale”) e corrispondente al palo ENEL. 

Le opere previste per la realizzazione del nuovo impianto di produzione di energia rinnovabile da biogas sono 

(per una migliore comprensione vedi gli elaborati del progetto architettonico): 

- allestimento del cantiere: l’ingresso avverrà attraverso l’accesso al cantiere della nuova lottizzazione 

industriale denominata “Comparto D3.8” della Immobiliare Fossato srl, collegata alla Statale n.257 

Apecchiese. La stessa viabilità verrà utilizzata, una volta terminati i lavori, come ingresso all’impianto (tali 

aspetti sono chiariti nel contratto preliminare di compravendita registrato presso l’Agenzia delle Entrate 

Ufficio Territoriale di Urbino il 14.10.2010 al n°2147 Serie 3 tra la Società Agricola “La Collina” srl e 

l’Immobiliare Fossato srl); 

- sistemazione del terreno: questa fase prevede la realizzazione degli scavi necessari per la realizzazione 

delle componenti tecniche d’impianto e dei cavidotti. Le vasche di fermentazione e il locale-pompe 

intermedio insisteranno sul piano esistente a quota +247,50 m slm, mentre verrà creato in seguito un 

piano a quota +252,00 m slm su cui insisteranno le tre trincee, il capannone, il locale custode e le opere 

collegate. Quest’area sarà asfaltata per permettere una portanza adatta al passaggio degli 

autoarticolati e recintata. Il terreno rimosso da monte verrà accatastato e riutilizzato all’interno del 

cantiere per ricoprire le pareti delle vasche circolari e del locale-pompe, che così risulteranno fuori terra 

di 1,8 metri, più l’altezza del telo di copertura. L’eventuale esubero di terreno verrà condotto a discarica 

autorizzata. Saranno create scarpate in terreno naturale inerbite, con pendenza massima del 40%. 

- costruzione del capannone, dell’impianto, delle trincee e della cabina, che comprende le seguenti 

attività 

- esecuzione basamenti; 

- esecuzione opere civili necessarie; 

- installazione impianto e montaggi elettro-strumentali; 

- collaudo e opere a completamento; 

- avviamento impianto. 

L'area carrabile sarà interessata da un manto superficiale in asfalto drenante. Le restanti aree sono tutte 

ricoperte a verde ad eccezione dei marciapiedi di camminamento, che circondano gli edifici, i quali hanno 

manto di finitura costituito da blocchetti di betonella in cemento. 

Le opere edili previste in progetto consistono in alcuni manufatti e n°2 edifici fortemente differenziati per le 

funzioni che sono chiamati ad ospitare. Di seguito viene riportata un’illustrazione per ciascuno di essi. 

6.1 Capannone 

Il progetto prevede un capannone in calcestruzzo prefabbricato avente dimensioni in pianta di 49,7x20 m, ed 

altezza all’imposta pari a 8,9 m, all’interno del quale verranno alloggiati i macchinari necessari alla produzione 






e trasformazione dell’energia elettrica. Parte della struttura verrà adibita a rimessa, magazzino, locale 

essiccazione, area stoccaggio materiale essiccato. Inoltre nel manufatto troveranno collocazione la sala 

controllo dell’impianto, due uffici, i servizi igienici. La maglia strutturale è costituita da pilastri in cemento 

armato, di sezione rettangolare 55 x 55 cm, e travi in cemento armato con sezione ad H di 105 cm di altezza. I 

pilastri sono prefabbricati con, internamente, tubo in p.v.c. per lo scarico delle acque piovane. Essi sono posti 

sul perimetro esterno e sull’asse longitudinale della struttura. Le travi sono collocate sui due lati lunghi 

dell’edificio e sull’asse longitudinale dello stesso. 

La copertura è composta da: 

 

solaio costituito da pannelli in calcestruzzo precompresso ad intradosso piano e liscio da fondo 

cassero, modulo cm. 120, con alveoli ottenuti con finitrice ad estrusione armati con trecce e trefoli 

d’acciaio armonico, montato a secco su travi di piano autoportanti: altezza 32 cm. 

getto con cls armato con rete elettrosaldata per realizzazione della soletta collaborante di spessore 5 

cm; 

 

 

lucernai in policarbonato camerale sp. 10 mm; 

copertura con strato di ghiaia. 

I pilastri, le travi principali ed i tegoli, vengono vincolati fra loro a mezzo di opportune metallerie. 

Completano I'opera pannelli di tamponamento con la faccia esterna in graniglia bianco panna punteggiata 

verde e faccia interna tirata a mano, di spessore di 25 cm coibentati con strato di polistirolo di spessore 15 cm e 

infissi in alluminio preverniciato di colore verde. 

La pavimentazione interna sarà realizzata con pavimento industriale, tranne nei servizi igienici, negli uffici e 

nella sala controllo al piano primo dove verranno utilizzate piastrelle in ceramica. L’accesso al piano primo 

avverrà tramite una scala interna ed ascensore, mentre l’accesso al tetto avverrà tramite scala in ferro 

esterna appoggiata al lato sud della struttura. Sul tetto è installata una torcia di altezza pari a 5,6 m, utilizzata 

per la combustione occasionale del surplus di biogas o durante malfunzionamenti dell’impianto di 

cogenerazione. 

Nella tabella seguente è riportata la verifica degli indici di edificabilità previsti all’artt. 8 e11 della Legge 

Regionale 8 marzo 1990 n.13 






Tabella 1: Verifica dei volumi di edificabilità per attrezzature, infrastrutture necessarie all’attività, 

previsti all’art. 8 della Legge Regionale 8 marzo 1990 n.13 

INDICE 

SUPERFICIE 

FONDIARIA 

VOLUMI 

LIMITE 

VOLUMI DI PROGETTO 

VERIFICA 

INDICE DI FABBRICABILITA’ 

Manufatto “D” – locale custode = 

300 mc 

FONDIARIA = 0,03mc/mq 

(ART.8 COMMA d) 

30.000 mc < 900 mc 

Manufatto “E” – cabina ENEL = 15 mc 

-------------------- 

TOTALE 315 mc 

315 < 900 

OK 

Tabella 2: Verifica dei volumi di edificabilità di costruzioni per lavorazioni, trasformazioni e conservazione dei 

prodotti, previsti all’art. 11 della Legge Regionale 8 marzo 1990 n.13 

INDICE 

SUPERFICIE 

FONDIARIA 

VOLUMI 

LIMITE 

VOLUMI DI PROGETTO 

VERIFICA 

Manufatto “B” – vasche 

= 6.760 mc 

Manufatto “B” – tramoggia = 65 mc 

Manufatto “B” – locale pompe = 

260 mc 

INDICE DI FABBRICABILITA’ 

FONDIARIA = 1 mc/mq 

(ART.11 COMMA a) 

30.000 mc < 30.000 mc 

Manufatto “C” – zona servizi = 2.540 mc 

Manufatto “C” – loc. tecnici = 1.815 mc 

Manufatto “C” – ric. automezzi = 2.900 mc 

14.330 < 

30.000 

Manufatto “E” – cabina ENEL = 15 mc 

-------------------- 

TOTALE 

14.330 mc 

OK 






Particolare della finitura esterna del capannone (granigliato bianco panna punti verdi) 

6.2 Fermentatori, tramoggia, locale pompe 

Le reazioni biologiche di produzione del biogas avvengono all’interno del fermentatore e postfermentatore. Si 

tratta di due vasche circolari di identiche dimensioni, con pareti in cemento armato monolitico gettato in 

opera come anche la platea di fondazione e la soletta calpestabile, mentre la copertura a tenuta è 

realizzata in PES, per la raccolta del metano prodotto durante il processo di digestione del materiale 

organico. 






Le caratteristiche del fermentatore sono le seguenti: 

valore 

unità 

Fermentatore 1 

capacità (lorda) totale 3185 m³ 

capacità (lorda) effettiva 2920 m³ 

Profondità (all’interno) 6 m 

Diametro (all’interno) 26 m 

Dotazione 

Agitatore idraulico a immersione 2x22 kW 

Agitatore elettrico a immersione 1x22 pez. 

Quantità 3 pez. 

Copertura 

Membrana in telo 1 pez. 

Nella seguente tabella sono indicate le dimensioni e le dotazioni del postfementatore: 

valore 

unità 

Postfermentatore 1 

Capacità (lorda) totale 3185 m³ 

Capacità (lorda) effettiva 2920 m³ 

Profondità (interna) 6 m 

Diametro (interno) 26 m 

Dotazione 

Agitatore a immersione 22 kW 

Quantità agitatori 2 pez. 

Copertura vasca di stoccaggio 

Membrana in telo 1 pez. 

L’altezza totale delle pareti in cls è di 6 m, di cui fuori terra 1,8 m. Per integrare nel paesaggio l’impianto, la 

parte esterna delle pareti delle vasche viene rivestita con lamiera grecata di colore verde o marrone. 






Particolari delle possibili finiture esterne dei fermentatori 






In adiacenza ai fermentatori è collocata una vasca circolare in cls per la raccolta dei cofermenti non palabili 

(denominata prevasca) con le seguenti caratteristiche: 

valore 

unità 

Prevasca 1 

capacità (lorda) totale 471 m³ 

Profondità (all’interno) 6 m 

Diametro (all’interno) 10 m 

Altezza fuori terra 2,2 m 

Dotazione 

Agitatore idraulico a immersione 22 kW 

Quantità di agitatori 1 pez. 

Copertura 

Soletta in calcestruzzo 1 pez. 

Particolari della prevasca in primo piano 

In prossimità dei fermentatori, verrà installata una tramoggia in acciaio con coperchio ad apertura 

automatica sul lato superiore, munita di nastro trasportatore, per il conferimento del materiale palabile al 

fermentatore. La tramoggia sarà alloggiata a –2,30 m dal piano campagna del piazzale asfaltato, poggiante 

su una soletta di calcestruzzo di spessore 25 cm e protetta da pareti di contenimento del terreno del 

medesimo spessore. 






Le dimensioni della tramoggia sono le seguenti: 

Sistema caricamento solidi valore unità 

Tramoggia 65 m³ 1 

Lunghezza 16,5 m 

Larghezza 2,80 m 

Altezza 3,30 m 

Capacità 65 m³ 

In mezzo alle due vasche circolari è posto il locale pompe, costituito da una struttura prefabbricata in 

cemento armato a due piani con accesso dal piano campagna, di dimensioni 6 m x 4 m x 6 m, completa di 

impianto interno di illuminazione. Il locale risulta fuori terra per 1,8 m. Il piano d’imposta del piano interrato del 

locale è a quota -4,5 m dal piano campagna, l’interpiano è di 2,95 m per il piano interrato e 2,55 m per il 

piano seminterrato. La copertura è piana in calcestruzzo. 






Particolari di installazione della tramoggia 






6.3 Trincee 

Le tre trincee sono costituite da una platea in calcestruzzo delle dimensioni di 80x20 m, con ai lati pareti 

sempre in cemento armato di altezza 4 m. Lo scopo è fungere da superficie di stoccaggio delle biomasse. La 

capienza utile complessiva secondo calcolo risulta di 19.200 m³, 6400 mc per ogni trincea. L’accesso 

all’interno della trincea con gli automezzi avviene esclusivamente dal lato est. Le pareti esposte a nord e a 

ovest sono pareti controterra in quanto trattengono la scarpata naturale alle loro spalle. 

6.4 Locale custode e pesa 

Il progetto prevede una struttura in calcestruzzo avente dimensioni in pianta di 10x10 m, ed altezza all’imposta 

pari a 4,2 m, all’interno del quale ci sarà un ufficio per il controllo della pesa degli automezzi, una sala video e 

i servizi igienici. La maglia strutturale è costituita da pilastri in cemento armato, di sezione rettangolare 

50x50 cm, con tamponature in mattoni tipo Poroton. La copertura è composta da travi di legno, tavolato 

in abete, fibra di vetro dello spessore di 12 cm e tegole in terracotta. 

7. IMPIANTI 

7.1 Impianto elettrico 

Scopo dell’intervento è la realizzazione dell’impianto elettrico e degli impianti elettrici speciali al servizio 

dell’impianto per la produzione di energia rinnovabile da biogas, nel rispetto delle normative vigenti. 






L’impianto elettrico deve consentire la distribuzione dell’energia elettrica all’interno della struttura, al fine di 

alimentare le utenze previste in termini di illuminazione, di forza motrice, di segnalazione e di controllo. 

L’intervento di realizzazione dell’impianto elettrico prevede quanto segue: 

 

 

realizzazione della cabina di consegna e della cabina di trasformazione MT/BT; 

realizzazione del quadro elettrico generale e dei quadri elettrici di zona in grado di ospitare tutte le 

apparecchiature di protezione, misura e comando relative all’impianto elettrico; 

 

posa in opera delle linee di distribuzione, delle linee terminali e delle relative canalizzazioni e scatole di 

derivazione; 

 

 

 

 

 

 

 

 

realizzazione dell'impianto di illuminazione ordinaria; 

realizzazione dell'impianto di illuminazione di emergenza; 

realizzazione dell'impianto di distribuzione forza motrice; 

realizzazione dell'impianto di illuminazione esterna; 

realizzazione dell'impianto di rivelazione incendio; 

realizzazione dell’impianto trasmissione dati/fonia; 

realizzazione dell'impianto elettrico al servizio degli impianti tecnologici; 

realizzazione dell’impianto di dispersione di terra e di captazione delle scariche atmosferiche. 

Il punto di consegna/prelievo di energia elettrica da parte dell’ente erogatore è previsto all’interno del locale 

denominato manufatto E, ubicato lungo il perimetro esterno del lotto. 

Il locale manufatto E è costituito dal locale ricezione ENEL, dal locale misure e dal locale utente, all’interno dei 

quali sono ubicate le apparecchiature di protezione (DG+SPG), manovra e misura dell’energia elettrica 

prodotta. 

In allegato alla presente relazione è riportato il progetto di collegamento alla rete di distribuzione concordato 

con Enel Distribuzione. 

7.2 Impianto idrico 

L’impianto idrico ha origine dal punto di consegna dell’azienda distributrice, con contatore volumetrico per la 

misura dei quantitativi prelevati, alloggiato all’interno di apposito manufatto di protezione, ubicato lungo il 

perimetro esterno del lotto. L’impianto, poi si sviluppa con tubazioni interrate fino a servire le utenze ubicate 

nei diversi manufatti previsti nel progetto. Parallelamente alla rete idrica, si sviluppa una rete ad uso 

antincendio, che alimenta gli idranti previsti a protezione dell’opera. Una rete duale ha origine dalla vasca di 

raccolta delle acque meteoriche dalle coperture edilizie, per alimentare le utenze compatibili (annaffiatura, 

cassette di scarico, lavaggio mezzi) 

7.3 Rete fognante 

Le reti fognanti delle acque nere e bianche relative agli insediamenti previsti dal progetto sono separate. 

Quella relativa alle acque nere risulta realizzata con tubazioni in PEAD per la parte realizzata all’interno del 

capannone e con tubi in PVC serie pesante per la parte realizzata all’esterno del capannone. Al piede di 






ogni colonna del diametro di 110 mm è previsto un sifone ispezionabile. La pendenza dei condotti sarà dell’1% 

fino alla fossa Imhoff e con pendenza dello 0,5 % a valle della fossa stessa fino al sistema di subirrigazione. 

Nell’area dell’impianto non saranno presenti acque di processo particolari da smaltire in quanto tutto il 

circuito acque di processo è un circuito chiuso. Il consumo di acqua per usi non igienici-sanitari sarà legato 

essenzialmente ad utilizzi saltuari dovuti ad attività quali il lavaggio della pavimentazione dell’impianto. 

La presenza di superfici pavimentate e/o coperte rende necessario un sistema fognario specifico per la 

raccolta e l’idoneo trattamento delle acque di pioggia (bianche). Tale sistema, dimensionato per l’evento di 

massima intensità ipotizzabile, è composto da caditoie di raccolta, tubazioni interrate e, al fine di non alterare 

gli equilibri del sistema idrico delle acque di superficie, è prevista una vasca di prima pioggia in grado di 

trattenere i primi 5 mm di afflusso meteorico ed un disoleatore statico per trattenere possibili agenti inquinanti 

di origine oleosa originati dagli automezzi di movimentazione dei materiali. 

Le acque bianche raccolte dalla copertura del capannone, tramite colonne discendenti realizzate in PEAD 

del diametro di 110 mm, dotate di sifone ispezionabile al piede colonna, sono recapitate ad un apposito 

serbatoio di raccolta per il riutilizzo tramite rete duale. A serbatoio pieno un by-pass convoglierà le acque in 

eccesso verso la vasca di prima pioggia al pari delle acque raccolte dai piazzali. Il serbatoio ha una capacità 

di circa 30 m 3 che consente di superare i periodi di secca senza ricorrere all’uso di acqua di acquedotto. 

Il punto di conferimento delle acque di pioggia in uscita dal sistema di depurazione è previsto nella tubazione 

di progetto che prosegue poi in un fossato a cielo aperto denominato Fosso Ca’ Paltone, sfociante nel fiume 

Candigliano. 

8. SISTEMAZIONE A VERDE 

La sistemazione a verde, dell'area in oggetto è stata realizzata inserendo soluzioni progettuali capaci di 

soddisfare il raggiungimento dell'obiettivo fondamentale, volto all'individuazione di una serie di soluzioni 

capaci di attenuare I'impatto ambientale prodotto dalla realizzazione dell’impianto in progetto. 

Fondamentalmente le linee di progettazione sono state le seguenti: 

- inserimento di vegetazione arborea ed arbustiva, nella fascia perimetrale e in aiuole 

centrali, con funzione di schermo visivo e di barriera filtrante; 

- inserimento di specie autoctone o naturalizzate e resistenti all'inquinamento ed inoltre 

capaci di svolgere rapidamente la funzione di coprisuolo. Questa caratteristica risulta 

importante ai fini della futura gestione delle superfici a verde perché consentirà di 

ridurre al minimo le operazioni di manutenzione. 

La vegetazione, subisce gli effetti dell'inquinamento aereo, ma è anche il principale strumento attraverso il 

quale, con I'intercettazione, la restituzione al terreno e la rielaborazione biologica, gli inquinanti vengono 

reinseriti nei sistemi naturali. Le chiome dense e compatte, I'enorme superficie di scambio delle foglie, 

I'umidità, le pelurie delle superfici vegetali sono tutti caratteri che rendono gli alberi ottimi filtri sia per le 

sostanze gassose sia per quelle pulviscolari. Tenendo conto dei limiti di resistenza delle piante è quindi possibile 

utilizzare la loro azione filtrante circondando le fonti inquinanti di barriere verdi appositamente sviluppate. 






Inoltre, la vegetazione agisce aumentando la turbolenza locale dell'aria e la dispersione degli inquinanti, 

mascherando il loro odore con i propri essudati profumati ed infine diluendoli con la produzione di ossigeno. 

Queste considerazioni hanno influito nella definizione dell'elenco delle specie utilizzabili nella realizzazione 

della sistemazione a verde dell'area dell’impianto. L'elenco è stato selezionato dai cataloghi delle specie 

tipiche del territorio (autoctone e naturalizzate) ed integrate dall'inserimento di specie esotiche dotate di 

ottime caratteristiche di resistenza all'inquinamento. 

Nella scelta di alberi, arbusti, tappezzanti, ecc., sono stati valutati anche altri fattori e in particolare: 

- rapidità di crescita della vegetazione (al fine di raggiungere nel più breve tempo 

possibile gli obiettivi di funzionalità prefissati); 

- capacita di trattenuta degli inquinanti; 

- forma e dimensione (I'inserimento di specie a potenzialità di crescita differenziata 

fornisce i migliori risultati); 

- rusticità delle specie; 

- conformazione e sviluppo dell'apparato radicale; 

- limitate esigenze di manutenzione. 

8.1 Le aree verdi 

L'intera superficie comprende diverse aree verdi di dimensioni variabili nelle quali è stato adottato il criterio 

comune di inserimento di alberi ad alto fusto e ramificati dalla base e di arbusti da fiore e sempreverdi aventi 

spiccate caratteristiche coprisuolo. 

In particolare gli alberi ad alto fusto sono stati inseriti dove è richiesta la presenza di una chioma capace di 

svolgere le sue funzioni di protezione e di ombreggiamento evitando eventuali impedimenti allo svolgimento 

delle operazioni che caratterizzeranno I'utilizzo dell'intera superficie. Gli alberi ramificati dalla base sono stati 

inseriti nelle aiuole di maggiori dimensioni al fine di aumentare I'effetto di schermo, ma anche limitare 

I'inserimento di specie arbustive coprisuolo. 

La scelta di quest'ultime è stata effettuata adottando i criteri riportati (specie autoctone o naturalizzate e 

resistenti all'inquinamento). 






Elenco essenze arboree ed arbustive consigliate 

I seguenti cataloghi devono intendersi come selezione indicativa e non esaustiva delle possibili essenze da 

utilizzare per il verde. 

Populus Alba (Pioppo bianco) 

Populus nigra var. Italica 

(Pioppo cipressino) 

Acer campestre (Acero campestre) 

Ulmus minor (Olmo) 

Acer platanoides 

Acer platanoides var. fastigiata 

Carpinus betulus var. pyramidalis 

Fraxinus excelsior 

Fraxinus excelsior var. fastigiata 

Prunus cerasifera 

Crataegus monogyna (Biancospino) 

Sambucus nigra (Sambuco) 

Corilus avellana (Nocciolo) 

Prunus spinosa (prugnolo) 

Rosa sempervirens (Rosa selvatica) 

Juniperus communis (Ginepro) 

Hibiscus syriacus 

Laurus nobilis 

Ligustrum ssp. 

Lonicera nitida 

Rosa ssp. 

Robinia pseudoacacia 

9. SUPERAMENTO ED ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE 

Il progetto delle opere in oggetto, rispetta le prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, 

l’adattabilità e la visitabilità definite dal regolamento di attuazione della Legge 9 gennaio 1989 n.13 come 

evidenziato negli elaborati di progetto. 

L’azienda non è soggetta al collocamento obbligatorio, in ogni caso ad esclusione di alcune parti di impianto 

che per loro costituzione sono raggiungibili solo a mezzo di scale, tutti gli spazi sono accessibili. In particolare, 

tutte le aree esterne dell’azienda sono su di un unico livello, senza ostacoli che possano impedire lo 

spostamento di persone con ridotta o limitata capacità motoria. L’unico fabbricato suddiviso su più livelli, è 

dotato di ascensore per consentire un facile accesso ai locali posti al piano primo. I locali, i disimpegni ed i 

servizi igienici sono dimensionati in ottemperanza al sopracitato regolamento di attuazione della Legge 9 

Gennaio 1989 n.13. 






A L L E G A T I 

1 – RELAZIONE TECNICA AZIENDALE 

2 – PARERE ENEL 

3 – ELENCO ELABORATI DI PROGETTO 






A L L E G A T O 

1 – RELAZIONE TECNICA AZIENDALE 







2 – PARERE ENEL 







3 – ELENCO ELABORATI DI PROGETTO 





ELENCO ELABORATI 

REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA 

RINNOVABILE DA BIOGAS DA 999 KWE 

ELENCO ELABORATI COMPRENSIVO DELLA 1 a INTEGRAZIONE 

A) Documentazione generale 

A1 

A2 

Modulo per la richiesta del titolo unico 

Attestazione di appartenenza alla categoria degli imprenditori agricoli professionali 

rilasciata al titolare del permesso di costruire 

A3 

A4 

A5 

Dichiarazione di intervento non soggetto né all’applicazione del D.Lgs n° 387/2003 né a VIA 

Certificato di assetto territoriale 

Copia del compromesso con il proprietario in sostituzione della dichiarazione attestante la 

titolarità del permesso di costruire 

A6 

Dichiarazione sull’assenza di sostanze contenenti amianto 

B) Permesso di costruire 

Modulistica 

BM.1 

BM.2 

Modulo per la richiesta del permesso di costruire 

Scheda impianti 

Elaborati descrittivi 

BD.1 

Relazione tecnica generale 

BD.2.1 Relazione sul contenimento dei consumi energetici manufatto C (capannone) 

BD.2.2 Relazione sul contenimento dei consumi energetici manufatto D (locale custode) 

BD.3 

BD.4 

BD.5 

BD.6 

BD.7 

Relazione geologica generale 

Relazione specialistica impianti meccanici 

Relazione specialistica impianti elettrici 

Relazione sull’inquinamento luminoso 

Relazione sulla verifica di protezione delle scariche atmosferiche 

BD.8.1 Certificato acustico di progetto manufatto C (capannone) 

BD.8.2 Certificato acustico di progetto manufatto D (locale custode) 

BD.9 

Valutazione previsionale di impatto acustico 






Elaborati grafici – progetto architettonico 

scala 

BG.A.1 Documentazione fotografica e inquadramento su mappa catastale ( 1: 2000) 

BG.A.2 Rilievo plano-altimetrico ( 1: 1000 ) 

BG.A.3.1 Inquadramento su carta tecnica regionale ( 1: 10000 ) 

BG.A.3.2 Inquadramento su ortofoto ( 1: 10000 ) 

BG.A.4 

Planimetria generale 

Pianta, Sezione A-A, Sezione B-B e particolari costruttivi ( 1: 500 ) 

BG.A.5 

Manufatto A: trincee 

Pianta, Sezioni e particolari costruttivi ( 1: 100 ) 

BG.A.6.1 

Manufatto B: vasche tramoggia e locale pompe 

Pianta e Sezione A-A ( 1: 100 ) 

BG.A.6.2 


Prospetti, Sezioni B-B, C-C e D-D ( 1: 100 ) 

BG.A.7.1 

Manufatto C: capannone 

Piante piano terra, primo e copertura ( 1: 100 ) 

BG.A.7.2 


Prospetti e Sezioni ( 1: 100 ) 

BG.A.8 

Manufatto D: locale custode e pesa 

Pianta, Prospetti, Sezione A-A ( 1: 50 ) 

BG.A.9 

Manufatto E: cabina ENEL 


Elaborati grafici – impianti meccanici 

scala 

BG.M.1 

Rete idrica – rete antincendio – rete gas 

Impianti di processo ( 1: 200 ) 

BG.M.2 Manufatto C: impianto di climatizzazione ed impianto idrico-sanitario ( 1: 50 ) 

BG.M.3 Manufatto D: impianto di climatizzazione ed impianto idrico-sanitario ( 1: 50 ) 

Elaborati grafici – impianti elettrici e speciali 

scala 

BG.E.1 Schemi planimetrici di distribuzione sistemazione esterna ( 1: 200 ) 

BG.E.2 Schemi planimetrici di distribuzione manufatto C e manufatto D ( 1: 100 ) 

BG.E.3 Schema unifilare quadri elettrici ( - ) 






C) Progetto di prevenzione incendi 

Modulistica 

CM.1 

CM.2 

Mod. PIN1 – 2004 (Richiesta del parere di conformità antincendio) 

Bollettino postale 


CD.1 

Relazione tecnica 

Elaborati grafici 

scala 

CG.1.1 Parere di conformità’ – Attività n° 63 D.M. 16.02.1982 

Inquadramento su carta tecnica Regionale (Sezione n° 279160 – Farneta) 

Inquadramento su ortofoto (1:10000) 



Pianta, sezione A-A, sezione B-B e particolari costruttivi (1:500) 


Manufatto B 

Vasche, tramoggia e locale pompe 

Pianta e sezione A-A (1:100) 


Manufatto B 

Vasche, tramoggia e locale pompe 

Prospetti, sezione B-B e sezione C-C (1:100) 



Piante piano terra, primo e copertura (1:100) 



Prospetti e sezioni (1:100) 






D) Parere igienico-sanitario 

Modulistica 

DM.1 

Richiesta del parere igienico-sanitario 


DD.1 

Relazione per la richiesta del parere igienico-sanitario 


scala 

DG.1 

Inquadramento su ortofoto con indicazione dei ricettori e 

delle strade di accesso (1:10000) 

DG.2 


Pianta, Sezione A-A e Sezione B-B ( 1: 500 ) 

DG.3 Documentazione fotografica e inquadramento su mappa catastale ( 1: 2000) 

E) Parere scarico acque reflue domestiche NON recapitanti in pubblica fognatura 

Modulistica 

EM.1 

Richiesta parere ARPAM per scarico acque reflue 


ED.1.1 

ED.1.2 

ED.1.3 

Relazione idrogeologia subirrigazione, manufatto C (capannone) 

Relazione idrogeologia subirrigazione, manufatto D (locale custode) 

Relazione sulla modalità di scarico delle acque reflue domestiche 


scala 

EG.1 Documentazione fotografica e inquadramento su mappa catastale ( 1: 2000) 

EG.2 


Pianta, Sezione A-A e Sezione B-B ( 1: 500 ) 

EG.3 

Pianta dello schema fognario delle acque reflue 

Manufatto C: capannone e Manufatto D: locale custode ( 1:100 ) 






F) Comunicazione scarico acque bianche piazzale NON recapitanti in pubblica fognatura 

Modulistica 

FM.1 

Comunicazione all’ARPAM per scarico acque bianche 


FD.1 

Relazione sulla modalità di scarico delle acque bianche su corso d’acqua superficiale 


scala 

FG.1 Planimetria generale ( 1: 250 ) 

FG.2 Particolari costruttivi ( - ) 

G) Parere sulle emissioni in atmosfera 

Modulistica 

GM.1 

Richiesta parere per emissioni in atmosfera 


GD.1 

Relazione sulla modalità di scarico dei fumi del cogeneratore in atmosfera 

H) Verifica di assoggettabilità a V.I.A. 

Modulistica 

HM.1 

Richiesta avvio procedimento di Verifica di assoggettibilità a V.I.A. 

HM.2 Dichiarazione valore dell’opera e dell’intervento (mod. 2) 

HM.3 Elenco Comuni Interessati (mod. 3) 

HM.4 Elenco elaborati presentati (mod. 4) 

HM.5 Autocertificazione di unicità della documentazione inoltrata agli Enti (mod. 5) 

HM.6 Modello per la pubblicazione sul BUR (mod. 6) 

HM.7.1 Trasmissione elaborati di progetto e avviso di deposito al Comune di Acqualagna (mod. 7) 

HM.7.2 Trasmissione elaborati di progetto e avviso di deposito al Comune di Cagli (mod. 7) 

HM.8 

Trasmissione elaborati di progetto e avviso di deposito alla Provincia di Pesaro e Urbino 

HM.9.1 Trasmissione documentazione all‘ A.R.P.A.M. (mod. 8) 






HM.9.2 Trasmissione documentazione al Corpo Forestale dello Stato (mod. 8) 

HM.10 

Certificato di assetto territoriale 

HM.11 Ricevuta del versamento effettuato tramite bonifico bancario con causale: “Cap. 7835 - 

Acconto spese istruttorie procedura Verifica/VIA, art. 5 L.R. n. 7 del 14/04/2004 e ss.mm 


HD.1 

HD.2 

HD.3 

HD.4 

HD.5 

HD.6 

HD.7 

HD.8 

Studio preliminare ambientale 

Relazione tecnica generale 

Relazione geologica generale 

Relazione tecnica ai fini della prevenzione incendi 

Relazione previsionale di impatto acustico 

Relazione tecnica sull’inquinamento luminoso 

Computo metrico estimativo 

Analisi della fattibilità economica 

Elaborati grafici – progetto architettonico 

scala 

HG.A.1 Documentazione fotografica e inquadramento su mappa catastale ( 1: 2000) 

HG.A.2 Rilievo plano-altimetrico ( 1: 1000 ) 

HG.A.3.1 Inquadramento su carta tecnica regionale ( 1: 10000 ) 

HG.A.3.2 Inquadramento su ortofoto ( 1: 10000 ) 

HG.A.4 


Pianta, Sezione A-A, Sezione B-B e particolari costruttivi ( 1: 500 ) 

HG.A.5 

Manufatto A: trincee 

Pianta, Sezioni e particolari costruttivi ( 1: 100 ) 

HG.A.6.1 


Pianta e Sezione A-A ( 1: 100 ) 

HG.A.6.2 


Prospetti, Sezioni B-B, C-C e D-D ( 1: 100 ) 

HG.A.7.1 


Piante piano terra, primo e copertura ( 1: 100 ) 

HG.A.7.2 


Prospetti e Sezioni ( 1: 100 ) 

HG.A.8 

Manufatto D: locale custode e pesa 







HG.A.9 

Manufatto E: cabina ENEL 


Elaborati grafici – impianti meccanici ed elettrici 

scala 

HG.M.1 

Schema funzionale e di principio 

Impianti di processo ( 1: 200 )

HD.2_Relazione tecnica generale.pdf - Provincia di Pesaro e Urbino

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