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Sanità animale - IZS della Lombardia e dell'Emilia Romagna

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Box 2 - Svantaggi del test γ IFN nei confronti <strong>della</strong> prova intradermica<br />

• Specificità apparentemente più bassa. Ciò può essere parzialmente compensato utilizzando<br />

al posto <strong>della</strong> tubercolina bovina determinati antigeni del micobatterio come la<br />

proteina ESAT 6 (early secretory antigenic target) e la proteina filtrata da coltura 10<br />

(CFP). Entrambe le proteine sono codificate da geni presenti nei genomi di M. bovis e<br />

M. tuberculosis e assenti da M. bovis BCG e quasi tutti i micobatteri ambientali;<br />

• una piccola proporzione di bovini infetti che reagiscono al test intradermico non sono<br />

individuati dal test γ IFN;<br />

• è più probabile che vitelli non infetti diano reazioni non specifiche al test. Questo è dovuto<br />

probabilmente alla produzione innata di γ IFN da parte delle cellule natural killer<br />

nel sangue periferico, quando stimolate in vitro con certi antigeni del MTB complex;<br />

• alcune difficoltà logistiche associate alla necessità di trasportare i campioni di sangue<br />

in un ambiente stabile (circa 10-26°C) e di incubarli con l’antigene entro poche ore<br />

dalla raccolta. Ritardi nel processo dei campioni può ridurre significativamente la sensibilità<br />

del test;<br />

• alto costo <strong>della</strong> componente del laboratorio, sebbene si eviti il ritorno in allevamento<br />

e via sia l’automazione e l’economia di scala;<br />

• necessità di un’accurata identificazione degli animali al campionamento, poiché i positivi<br />

non sono marcati nella reazione al test.<br />

lulo-mediata dell’ospite nei confronti dell’infezione<br />

con M. bovis.<br />

Dopo 1-4 settimane dall’infezione, le cellule T nel<br />

sangue periferico del bovino rilasciano quantità misurabili<br />

di γ IFN, quando stimolate dalla tubercolina<br />

bovina o antigeni simili. Nel caso in cui l’infezione<br />

sia causata da M. avium o micobatteri ambientali, la<br />

produzione di γ IFN sarà più copiosa da parte delle<br />

cellule T incubate con la tubercolina aviare. L’infezione<br />

con M. bovis è determinata, quando la tubercolina<br />

bovina stimola una produzione di γ IFN maggiore<br />

<strong>della</strong> tubercolina aviare o dell’antigene di controllo<br />

negativo. La quantità di γ IFN prodotto è misurato<br />

con lo sviluppo di colore all’ELISA test ed è espresso<br />

in unità di densità ottica (DO).<br />

Accuratezza diagnostica, vantaggi e svantaggi del γ<br />

IFN<br />

La performance diagnostica del γ IFN convenzionale<br />

è stata valutata in diversi studi svolti in Australia,<br />

Brasile, Etiopia, Gran Bretagna, Repubblica d’Irlanda,<br />

Italia, Nuova Zelanda, Irlanda del Nord, Spagna<br />

e USA. In questi trias la Se del γ IFN variava tra il<br />

73% e il 100%, con un valore mediano di 87,6%. Il<br />

valore mediano <strong>della</strong> Sp era del 96,6%, con un range<br />

di 85,0-99,6% (tabella 5). Come atteso, i risultati<br />

furono influenzati anche dalle caratteristiche <strong>della</strong><br />

popolazione bovina sottoposta al test, dai differenti<br />

valori di cut-off adottati per classificare gli animali<br />

come positivi, dal lotto e dalla fonte di tubercolina<br />

PPD usata come antigene e dal gold standard usato<br />

per determinare il vero stato d’infezione degli animali<br />

in studio.<br />

Generalmente, si considera che il γ IFN abbia una<br />

sensibilità sovrapponibile alla prova intradermica<br />

(tabella 4). Alcuni autori sostengono che il test del<br />

γ IFN sveli un numero sostanziale di bovini infetti<br />

che sfuggono al test tubercolinico, poiché riesce ad<br />

identificare gli animali ad uno stadio precoce d’infezione.<br />

Perciò, i due test rilevano due sottopopolazioni<br />

di animali tubercolotici leggermente differenti.<br />

I bovini positivi al γ IFN e negativi all’IDT che non<br />

sono immediatamente macellati hanno una maggior<br />

probabilità di reagire a test intradermici susseguenti<br />

rispetto ad animali negativi ad entrambi i test. Recenti<br />

studi in Gran Bretagna hanno dimostrato che<br />

l’intervallo tra l’infezione e il tempo necessario per<br />

giungere ad una risposta positiva al γ IFN (periodo<br />

d’insensibilità) è del tutto indipendente dalla dose infettiva<br />

di M. bovis.<br />

Il γ IFN e l’IDT hanno una bassa probabilità di individuare<br />

bovini infetti anergici (risposta immune cellullo-mediata<br />

depressa).<br />

I vantaggi pratici del test γ IFN paragonati all’IDT<br />

sono riassunti nel box 1.<br />

Nella tabella 3 sono elencati alcuni fattori che deprimono<br />

la risposta cellulo-mediata e che diminuiscono<br />

la sensibilità dell’IDT e del test γ IFN.<br />

Nel box 2 sono evidenziati gli svantaggi del test γ<br />

IFN rispetto all’IDT.<br />

Infl uenza del test intradermico sulla risposta del γ<br />

IFN<br />

Dati preliminari di un lavoro del 1992 hanno suggerito<br />

che risposte al γ IFN in bovini infetti erano<br />

Sanità <strong>animale</strong> 12 ’OSSERVATORIO<br />

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