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Ritroviamo gli antichi frutti bergamaschi “Il frutteto paesaggistico e ...

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<strong>Ritroviamo</strong> <strong>gli</strong><br />

<strong>antichi</strong> <strong>frutti</strong><br />

<strong>bergamaschi</strong> “Il<br />

<strong>frutteto</strong> <strong>paesaggistico</strong><br />

e didattico della<br />

Comunità Montana<br />

Valle Seriana”<br />

1<br />

Progetto Preliminare – Relazione Tecnica<br />

FRUTTETO PAESAGGISTICO E DIDATTICO


PREMESSA<br />

Si richiama particolare attenzione sul concetto di base, che ci ha spinto in<br />

questa direzione, dal punto in cui è iniziato il percorso denominato “UNA GIORNATA IN<br />

VALLE SERIANA”.<br />

“La sfida che si pone nelle tematiche del programma che si propone è di<br />

dare un nuovo senso attuale a quella ricchezza sconfinata che è la cultura contadina<br />

custode inconsapevole del paesaggio che sino a pochi anni or sono, con <strong>gli</strong> stupendi<br />

frutteti, in particolare della Valle Luio di Albino, ornava molti punti della valle, . Da piu’<br />

parti ormai si riconosce quanto sia indispensabile ricollegarsi a quella cultura ed a quei<br />

valori per garantire un futuro all’ambiente ed alle nostre comunità e sappiamo quanto le<br />

culture piu’ antiche siano oggi attuali per dare un senso ad un’evoluzione tecnologica<br />

che rischia di essere una macchina senza guidatore.”<br />

Castagne, uva e vino; prodotti che hanno dato sostentamento alimentare<br />

insostituibile alle generazioni del passato, sempre piu’ riscoperti e ricercati oggi, non<br />

tanto e non solo per l’alimentazione, ma per quella ricerca affannosa di ambiente, relax,<br />

contatto della natura di cui la popolazione moderna ha sempre piu’ bisogno.<br />

Ora il progetto “<strong>frutteto</strong> <strong>paesaggistico</strong> e didattico”!<br />

La Valle Seriana, dunque non è solo industria, non è solo la “citta’ lineare”<br />

ed ora una delle aree ove la crisi del tessile colpisce duro.<br />

La Comunità Montana, intende “seminare” nei giovani l’impegno nel<br />

conservare e coltivare que<strong>gli</strong> spazi residuali di territorio agrario sempre piu’ importanti<br />

sotto il profilo idrogeologico,<strong>paesaggistico</strong> e climatico.<br />

Per arrivare ad uno stimolo ulteriore per il tempo libero e per la salute,<br />

problematica di non poco conto delle nuove generazioni, sempre piu’ assediate da<br />

modelli di vita comodi, sedentari, tecnologici e, per questo, sempre piu’ affette da obesità<br />

e disturbi alimentari (anticamera di gravi malattie per l’età adulta), causate dalla scarsa<br />

attenzione ad una buona educazione alimentare, ricca di frutta e verdura per almeno 5<br />

porzioni al giorno, come raccomandato dalla totalità dei nutrizionisti.<br />

E per favorire lo sviluppo della biodiversità e recuperare il valore della<br />

varietà di profumi e sapori “quel patrimonio botanico che fu selezionato nel corso dei<br />

secoli passati, ad opera dei nostri nonni, grazie alle buone qualità organolettiche ed alla<br />

resistenza alle malattie”.<br />

Questa eredità botanica rischia di scomparire completamente in quanto<br />

uscita dalla commercializzazione poiché soppiantata da un numero ridotto di varietà<br />

moderne molto produttive, esteticamente belle, con <strong>frutti</strong> simmetrici, di pezzatura più<br />

grande e con un gusto “medio” che soddisfa un alto numero di palati.<br />

La passione per la frutta antica, che fa nel contempo paesaggio, fa parte<br />

quindi di un certo stile di vita ed è dunque, un mezzo per ritornare ad impossessarci<br />

delle tradizioni che orbitano intorno al modo di alimentarci, consumare e conservare i<br />

vecchi <strong>frutti</strong>; in senso più lato le tradizioni di Cultura Materiale Bergamasca.<br />

Recuperando questo importante patrimonio, vorremmo arrivare a riproporre<br />

il vecchio modello del GIARDINO-ORTO e ORTO-GIARDINO tipico delle case semplici,<br />

un piccolo eden privato dove si coltivi, si goda e si mangi. Un GIARDINO-ORTO che<br />

soddisfi <strong>gli</strong> occhi, il naso, il palato, la dispensa e il nostro desiderio di riposo; uno spazio<br />

2<br />

Progetto Preliminare – Relazione Tecnica<br />

FRUTTETO PAESAGGISTICO E DIDATTICO


privatissimo racchiuso da muri o da altre siepi, pienamente utilizzato e non mero<br />

contorno verde da contemplare o peggio solo da esibire.<br />

Ma pure vuole essere uno stimolo forte alle Amministrazioni comunali<br />

affinché ripensino le alberature delle strade, dei parchi pubblici e del verde pubblico in<br />

generale, con queste stupende varietà di frutta antica e quanto mai moderna.<br />

La collocazione del “<strong>frutteto</strong> <strong>paesaggistico</strong> didattico” non poteva che trovare<br />

ambientazione nei pressi della nuova pista ciclopedonale, in corso di realizzazione da<br />

parte della Comunità Montana Valle Seriana, in quel di Colzate.<br />

In una area che la Comunità Montana possiede da tempo:<br />

- mappale 374, 326,756/b,756/c per complessivi Ha 00.1980,<br />

attualmente coltivata a prato stabile ci sarà la possibilità di effettuare una rigenerante<br />

sosta, durante una passeggiata a piedi od in bici, per godere di ombra, la possibilità<br />

di un pic-nic all’ombra di un <strong>frutteto</strong> didattico che nell’Autunno ospiterà le<br />

scolaresche interessate ad apprendere come salvaguardare ed impiantare queste<br />

vecchie e straordinarie varietà di melo, pero e specie diverse, come conservare con<br />

metodi naturali la frutta durante l’Inverno e come consumarla e/o trasformarla in<br />

nutrienti e sani prodotti derivati (conserve, marmellate, preparati).<br />

Al vero e proprio <strong>frutteto</strong>, per ovvi motivi di prevenzione atti vandalici e furti<br />

sarà consentito solo un accesso guidato, mentre la sosta dei ciclisti e pedoni sarà<br />

consentita nelle ore diurne utilizzando elementi di arredo legno adatti all’area in parola.<br />

Questo ulteriore progetto intende ulteriormente innescare un processo<br />

molto più vasto che comprenda il recupero di altre componenti della nostra Cultura<br />

Materiale; in particolare le tradizioni orticole, culinarie e quanto altro si possa riprendere<br />

dal nostro passato al fine di riqualificare il territorio per far si che l’ambiente riacquisti dei<br />

segni che lo caratterizzino e lo distinguano da altri luoghi.<br />

LA CONSERVAZIONE E LA VALORIZZAZIONE DELLE VARIETA' TRADIZIONALI DI<br />

FRUTTA: PERCORSO PER LA REALIZZAZIONE DI UN FRUTTETO<br />

PAESAGGISTICO DIDATTICO<br />

L'erosione genetica nelle specie domesticate<br />

(Con il contributo di “Pomona” che dal 1993 si occupa di questi aspetti)<br />

L'attenzione alla salvaguardia della diversità biologica - l'insieme di tutte le specie di<br />

piante e animali che popolano il pianeta, con il loro materiale genetico e <strong>gli</strong> ecosistemi di<br />

cui fanno parte - è al centro del più attuale dibattito ecologico. È noto come la ricchezza<br />

del patrimonio genetico globale delle specie viventi - la diversità genetica - dipenda in<br />

primo luogo dalla sua variabilità, vale a dire dalle variazioni di geni e genotipi tra le<br />

specie e all'interno di esse. La conservazione integrale di tali risorse ha un'importanza<br />

primaria per la sopravvivenza dell'intero ecosistema.<br />

Le risorse genetiche, se conservate in modo corretto, sono integralmente rinnovabili,<br />

ma la scomparsa di alcune specie di piante e animali comporta la perdita di una parte<br />

del patrimonio genetico insostituibile. La costante azione di rapina che l'uomo sta<br />

attuando nei confronti della natura ha prodotto un grave processo di erosione genetica<br />

ne<strong>gli</strong> habitat più vari, come è stato messo più volte in luce dalle batta<strong>gli</strong>e ambientaliste<br />

de<strong>gli</strong> ultimi anni.<br />

Il fenomeno descritto investe in modo marcato anche la produzione di piante coltivate<br />

e animali allevati, con una perdita di diversità biologica in questo settore senza<br />

3<br />

Progetto Preliminare – Relazione Tecnica<br />

FRUTTETO PAESAGGISTICO E DIDATTICO


precedenti: dall'inizio del 1900, secondo la Fao, è andato perduto circa il 75 per cento<br />

della diversità genetica tra le piante coltivate, e il 50 per cento delle razze allevate.<br />

La causa principale dell'elevata uniformità genotipica e del sostanziale restringimento<br />

della base genetica delle specie domesticate dall'uomo, vegetali e animali, risiede nella<br />

linea di tendenza attuale nel campo della produzione dei beni primari, nel quale<br />

predominano modelli di agricoltura e di allevamento intensivi. Il danno ecologico così<br />

prodotto implica anche la perdita irreversibile di geni di resistenza alle malattie, oggi di<br />

fondamentale importanza, per la fragilità intrinseca de<strong>gli</strong> ibridi ottenuti attraverso lunghe<br />

selezioni finalizzate a rese sempre più elevate.<br />

In tempi in cui è auspicabile una crescente adozione di sistemi di coltivazione<br />

ecocompatibili, nei quali si abbia una sostanziale riduzione dell'impatto ambientale<br />

causato in particolare dall'uso eccessivo di prodotti chimici per la difesa da agenti<br />

patogeni e la concimazione, l'introduzione dei geni della resistenza e della rusticità nelle<br />

varietà coltivate diventa essenziale. Va inoltre sottolineato come un gravissimo problema<br />

planetario, quello della fame dei paesi sottosviluppati -sia legato alla perdita di<br />

biodiversità nelle piante agricole tradizionali (soprattutto cereali) e ne<strong>gli</strong> animali allevati.<br />

L' eccessivo consumo delle risorse da parte dei paesi ricchi; la corsa al massimo<br />

profitto delle multinazionali agricole che hanno introdotto nei paesi poveri moderne e<br />

uniformi varietà di piante e razze in sostituzione del vasto numero di quelle tradizionali;<br />

l'adozione di estese monocolture destinate ai mercati occidentali con distruzioni di<br />

habitat ecologicamente fragili e funzionali alle necessità delle popolazioni residenti<br />

hanno creato situazioni di una gravità eccezionale in tutte le aree in via di sviluppo, a cui<br />

peraltro il mondo occidentale non dedica eccessiva attenzione.<br />

La scomparsa di cultivar agricole non è tuttavia fenomeno da ascrivere unicamente ai<br />

tempi che corrono. Già a partire dal 1700 questa tendenza si è manifestata,<br />

accentuandosi sempre piu’.<br />

Da allora la situazione si è notevolmente aggravata perche, con l' avvento della<br />

<strong>frutti</strong>coltura industriale, le cultivar delle specie arboree <strong>frutti</strong>fere sono state<br />

progressivamente selezionate in base a criteri noti: facilità di applicazione delle tecniche<br />

di coltivazione meccanizzata, produzione su larga scala, resistenza alla manipolazione,<br />

compatibilità con i sistemi e i tempi di conservazione e stoccaggio, preminenza attribuita<br />

a criteri estetici e dimensionali del frutto.<br />

Inoltre, il ricorso crescente ad acquisizioni di nuove cultivar da altri paesi - iniziata<br />

durante <strong>gli</strong> anni Cinquanta di questo secolo, in base alla valutazione delle loro oggettive<br />

potenzialità produttive e commerciali - ha preso rapidamente il sopravvento sulle varietà<br />

locali delle diverse aree italiane, la cui produzione, nel corso dei successivi decenni, ha<br />

iniziato inesorabilmente a diminuire. Ne<strong>gli</strong> anni cinquanta il territorio della Comunità<br />

Montana Valle Seriana (molto simile a quello della foto allegata) era ricoperto da<br />

coltivazioni di frutta e gelsi (per l’allevamento del baco da seta); oggi e completamente<br />

ricoperto da fabbricati di ogni genere e strade.<br />

Tutto cio ha contribuito massicciamente non solo al depauperamento di un grande<br />

patrimonio genetico accumulato attraverso il tempo, ma anche all'impoverimento del<br />

complesso rapporto tra civiltà e domesticazione delle entità vegetali e animali che riveste<br />

un'importante valenza culturale.<br />

L'aspetto culturale della biodiversità<br />

Le specie domesticate hanno avuto una lunga storia di contiguità con la nostra specie, e<br />

la loro conservazione significa anche conservazione delle testimonianze di vita e di<br />

lavoro che si sono espresse nel corso delle successive trasformazioni dei sistemi di<br />

coltivazione e di allevamento.<br />

4<br />

Progetto Preliminare – Relazione Tecnica<br />

FRUTTETO PAESAGGISTICO E DIDATTICO


Recuperare e conservare antiche varietà di frutta e ortaggi coltivati nonche’ razze di<br />

animali domestici allevate significa dunque valorizzare il patrimonio antropologico<br />

relativo a tutti <strong>gli</strong> aspetti della cultura materiale legati alle forme di coltivazione della terra<br />

e dunque al "disegno" del paesaggio nonche al cibo, alla sua produzione, alla sua<br />

trasformazione e alla sua fruizione.<br />

È infatti evidente che l'erosione genetica ha creato una restrizione quantitativa,<br />

dietetica, gustativa e culturale di ciò che si consuma sulle nostre tavole. Questo<br />

fenomeno ha comportato anche una riduzione della qualità sensoriale e spesso anche<br />

nutrizionale dei prodotti. In ricordo di <strong>antichi</strong> sapori, dell'immagine di vecchie varietà di<br />

frutta, è tuttavia ancora inciso nella memoria di chi ha vissuto la trasformazione da<br />

un'Italia agricola e contadina al paese a prevalente economia industriale di oggi. n<br />

recupero di sapori ormai scomparsi per il dilagare, nella grande distribuzione, di prodotti<br />

selezionati per i requisiti estetici e l'idoneità alla coltivazione industriale contiene dunque<br />

un grande valore emozionale, utilizzabile per una efficace opera di sensibilizzazione<br />

sulla necessità della salvaguardia di patrimoni locali vegetali, genetici e culturali in senso<br />

lato.<br />

Diventa dunque possibile attivare un approccio al multiforme problema della<br />

salvaguardia della biodiversità estremamente coinvolgente e concreto, che parte dal<br />

vissuto personale del consumatore per indurlo a recepire un problema di dimensioni<br />

planetarie, sul quale si gioca gran parte del futuro stesso dell'umanità e delle altre specie<br />

viventi. Un modo nuovo per cambiare stili di vita passivi alle scelte del mercato, e<br />

stimolare una più matura coscienza ambientalista senza la quale non è possibile<br />

affrontare su larga scala, con buone probabilità di riuscita, problematiche come lo<br />

sviluppo ecocompatibile e la salute ambientale del pianeta.<br />

La possibilità di commercializzazione della "frutta antica"<br />

Nelle manifestazioni ed esposizioni che trattano , in diverse parti d’Italia, di recuperi di<br />

vecchie varietà di frutta e sapori, con vere e proprie degustazioni gastronomiche, il<br />

visitatore non si limita a soddisfare un interesse estetico e culturale, ma manifesta<br />

espressamente il desiderio di assaggiare i <strong>frutti</strong> tradizionali e comprare le relative<br />

cultivar. I <strong>frutti</strong> <strong>antichi</strong>, di tutte le varietà, e non solo del genere malus appaiono infatti<br />

"nuovi " e molto diversi da quelle che Tonino Guerra ha definito le "pornomele", attraenti<br />

e "avvelenate", dove spesso il sapore non corrisponde alle aspettative.<br />

Ciò porta ad una possibile rivisitazione dei presupposti di mercato che avevano<br />

accantonato, e in seguito marginalizzato, le varietà tradizionali nella competizione con le<br />

cultivar più produttive introdotte a partire dall'immediato dopoguerra.<br />

Certi canoni ricercati come assoluti dal mi<strong>gli</strong>oramento genetico quali la simmetria o l'<br />

elevata pezzatura del frutto dovrebbero forse essere ripensati in favore di sapori<br />

interessanti e promesse di altri contenuti. Nel fondo della cultura nazionale in questo<br />

settore è forse rinvenibile, perchè più radicata, la ricerca dell'armonia nell'asimmetria che<br />

non l'uniformità, pur attraente ma monotona, della ripetizione.<br />

Se solo si valutasse attentamente la possibilità di usare con intelligenza e in<br />

profondità la strategia di attrazione che la natura stessa utilizza per la conservazione e la<br />

riproduzione dei suoi organismi attraverso tutto lo sfoggio sensoriale e formale di cui è<br />

capace, forse non dovrebbe risultare così arduo cambiare abitudini del consumatore che<br />

si pensano difficili da sradicare, ma che in realtà denunciano semplicemente<br />

comportamenti ripetitivi e superficiali.<br />

Si tratterebbe, naturalmente, di un mercato potenziale di nicchia, che tuttavia<br />

5<br />

Progetto Preliminare – Relazione Tecnica<br />

FRUTTETO PAESAGGISTICO E DIDATTICO


potrebbe rivelare gradite sorprese anche ne<strong>gli</strong> spazi di vendita della grande<br />

distribuzione. Stiamo infatti parlando di un alimento, la frutta, la cui assunzione è legata<br />

non solo a necessità nutrizionali salutistiche, ma anche al piacere dei sensi. Si tratta<br />

dunque di un alimento privilegiato, le cui motivazioni d' acquisto potrebbero differenziarsi<br />

dalla ricerca dell ' economicità e dalla standardizzazione legate ad altre tipologie di<br />

prodotti. Le future linee di tendenza del marketing alimentare sono orientate verso due<br />

specifiche direzioni: un grande segmento tenderà a consumare un prodotto di qualità<br />

medio bassa, altamente standardizzato nel sapore e ben identificabile nella confezione,<br />

mentre un segmento più esigente e più contenuto ricercherà un prodotto di alta qualità e<br />

dotato di un cospicuo valore aggiunto.<br />

Questo sarà costituito principalmente dall'informazione non solo relativa al prodotto,<br />

ma allargata alla sua storia, alle caratteristiche ambientali, antropologiche e artistiche del<br />

suo luogo di origine. In questa prospettiva, i "<strong>frutti</strong> dimenticati" si prestano felicemente ad<br />

essere commercializzati con un corredo di indicazioni organolettiche e nutrizionali<br />

arricchite da un' ampia informazione sul loro uso tradizionale (ad esempio, con ricette<br />

"tipiche" ) , nonche’ sul contesto storico e relativo alla cultura materiale in cui sono<br />

inseriti. D' altro canto è nostra convinzione che la commercializzazione sia il mi<strong>gli</strong>or<br />

alleato per garantire la conservazione. Si dovrebbe trattare di una commercializzazione<br />

non solo relativa ai <strong>frutti</strong>, ma estesa anche a un altro mercato tutt'altro che trascurabile:<br />

quello delle piante per amatori.<br />

Proporre varietà rustiche, di facile coltivazione, eliminate dal mercato perchè non<br />

adatte alla coltivazione industriale, può risultare gradito al crescente numero di<br />

appassionati che si dedicano alla cura del proprio giardino. In questo caso alcune<br />

caratteristiche negative quali la scalarità nella maturazione, la produzione contenuta, la<br />

pezzatura non uniforme o inferiore a<strong>gli</strong> standard correnti, se compensate da un sapore e<br />

da requisiti estetici particolarmente interessanti, possono risultare elementi che giocano<br />

addirittura a favore del ritorno alla coltivazione amatoriale di numerose varietà. Anche il<br />

crescente interesse mostrato da<strong>gli</strong> architetti dei giardini nei confronti di piante di elevato<br />

valore estetico o di curiosità botaniche, quali il Prunus Progressiflora, documentato dal<br />

Gallesio nella celebre Pomona Italiana e recentemente ritrovato, il Prunus tomentosa, il<br />

cotogno, il giuggiolo e l'azzeruolo, fanno ben sperare in un loro prossimo ritorno nei<br />

giardini.<br />

Ma è recentissima la notizia di uno studio del Ministero dell'Agricoltura<br />

statunitense, ripreso dalle Associazioni dei dentisti di quel paese e dell'Inghilterra,<br />

che denunciano come queste mele facciano malissimo ai denti, a causa<br />

dell'eccessivo livello di zuccheri e di acidi in loro presenti e dovuti proprio a<br />

queste manipolazioni genetiche. In pratica sono buone ma fanno male: siamo<br />

finalmente riusciti a destituire di fondamento quello che fino ad oggi è sempre<br />

stata la certezza che "una mela al giorno leva il medico di torno".<br />

Nelle antiche varietà, in gran parte per opera di una lenta selezione naturale e, in parte<br />

minore, per il lavoro de<strong>gli</strong> agricoltori, i mi<strong>gli</strong>oramenti si sono accompagnati di pari passo<br />

all'evoluzione dell'uomo, in una sorta di equilibrio naturale; al contrario, le brusche<br />

accelerazioni artificiali creano scompensi che, di norma, superano i benefici!<br />

Tornando alle antiche varietà, che se coltivate con i metodi tradizionali possono essere<br />

anche mi<strong>gli</strong>ori e certamente più genuine di quelle moderne, annoveriamo fra le più<br />

interessanti varietà da tavola, in ordine di bontà decrescente: il PIATLIN, il BELFIORE DI<br />

RONZONE, la BELLA DI BOSKOOP, il POMELLONE, la RENETTA ANANAS, la<br />

RENETTA CANADA, la CALVILLA BIANCA D'INVERNO, la PARMEIN DORATA, il<br />

LIMONCINO, la CARLONA, la MELA-BANANA DELLA VALLE DEL LAVANT, la<br />

RUGGINE REALE, il BLACK BEN DAVIS, la ROSMARINA BIANCA.<br />

6<br />

Progetto Preliminare – Relazione Tecnica<br />

FRUTTETO PAESAGGISTICO E DIDATTICO


Tutte queste sono comunque varietà straordinarie e si fanno preferire a seconda del<br />

gusto personale che può dare preferenza al sapore (dolce o acidulo o dolce-acidulo), e<br />

alla consistenza della polpa (croccante, soda o tenera); inoltre sono quasi tutte immuni,<br />

o molto resistenti, alle avversità e quindi idonee alla coltivazione spontanea. E per le<br />

Pere il “Frutteto <strong>paesaggistico</strong> didattico” ospiterà, tra le altre, sicuramente la conclamata<br />

“Erda longa” o “Verde lunga” uno straordinario frutto in grado di maturare lentamente in<br />

“fruttaia” a partire dai giorni di Natale, per durare sino a Primavera inoltrata.<br />

Sarà fatto tutto il possibile perchè i trattamenti di mantenimento prevedano soltanto la<br />

potatura, pochi o nulli trattamenti e nessun adacquamento (salvo il primo anno<br />

d’impianto). Il terreno di Colzate, trattandosi di fondovalle in fregio al Fiume Serio non<br />

dovrebbe provocare stress idrici alle piante durante prolungate siccità estive.<br />

Così coltivate, le mele, ed anche le pere, su portinnesti adeguati (franco, MM111, EM<br />

26), si conservano perfettamente in cantina e nei locali freschi; le loro caratteristiche<br />

organolettiche resteranno inalterate per molti mesi.<br />

La realizzazione pratica.<br />

Avvalendoci il piu’ possibile di uno o piu’ operatori agricoli qualificate verrà effettuato<br />

l’impianto delle piante, reperite attraverso la collaborazione con la Fondazione Minoprio<br />

(Dott.sa Zottola Anna) e la Comunità Montana dell’Alto Garda Bresciano o di vivaisti (in<br />

corso di individuazione) sicuramente detentori delle vecchie varietà individuate dal<br />

firmatario della presente relazione.Nel limite del possibile anche l’arredo ospitante i<br />

visitatori sarà effettuato in economia.<br />

La realizzazione dei cartelli, come già avvenuto nel passato, per altre iniziative<br />

promozionali sarà affidata ad uno studio grafico specializzato.<br />

L’accostamento didattico.<br />

La visita (ovviamente autunnale perchè i <strong>frutti</strong> saranno tutti a maturazione autunnale) da<br />

parte delle scolaresche, accompagnate dall’esperto che cura il progetto, sarà supportata<br />

da cartelli (ben inseriti nel contesto) che spiegheranno in sintesi quanto fatto per<br />

7<br />

Progetto Preliminare – Relazione Tecnica<br />

FRUTTETO PAESAGGISTICO E DIDATTICO


l’impianto e per il mantenimento dell’area, la quale, sotto <strong>gli</strong> alberi, verrà mantenuta a<br />

verde e regolarmente sfalciata e letamata come fatto sino ad oggi.<br />

Una piccola struttura denominata “fruttaia” ospiterà la frutta raccolta e sarà dotata di un<br />

modesto impianto di ventilazione ed eventuale riscaldamento, nel caso le temperature<br />

scendano di parecchi gradi sotto le zero all’esterno.<br />

A richiesta delle scuole visitatrici ci saranno a disposizione due fornelli sotto ampia<br />

tettoia ospitante al massimo 30-40 visitatori, per trasformare direttamente sul posto un<br />

po’ di frutta in conserve ecc.<br />

Ad ulteriore richiesta delle scuole visitatrici e delle Amministrazioni comunali, verrà<br />

allestito piccolo vivaio ove saranno riprodotte piantine già innestate con vecchie varietà,<br />

da mettere a disposizione delle fami<strong>gli</strong>e e dei comuni interessati.<br />

Verrà stabilita una idonea quota di costo per singola piantina per far fronte alle spese<br />

colturali, di reperimento dei franchi (selvatici), dell’attività di innesto ecc.<br />

Preventivo di spesa<br />

Di massima sono previste spese per Euro 100.000 così ripartite:<br />

Grafica e cartellonistica 10.000<br />

Collaborazioni esterne (Fondazione Minoprio ecc.) 2.500<br />

Impianto specie (scavo,stallatico, messa a dimora, tutori,trasporto) 10.000<br />

Acquisto specie (fornitura) ed eventuali interventi di innesto 10.000<br />

Protezione antigrandine (solo su filari innestati su portainnesti in rapida entrata in produzione) 7.500<br />

Panche,tettoia,fornelli,minuterie per scolaresche 20.000<br />

Realizzazione fruttaia 15.000<br />

Attacco gas,luce,acqua 5.000<br />

Recinzione antiintrusione area <strong>frutteto</strong> 6.000<br />

Arredo per area sosta ciclisti e pedoni 7.000<br />

Chiusura esterna 2.000<br />

Varie 3.000<br />

Imprevisti 2.000<br />

SOMMANO 100.000<br />

8<br />

Progetto Preliminare – Relazione Tecnica<br />

FRUTTETO PAESAGGISTICO E DIDATTICO


- Allegati:<br />

- Foto della varietà di mela (Ruggine), la mela “della “Svizzera” della Valle<br />

Seriana, la Valle di Albino” che predominerà nel <strong>frutteto</strong> didattico;<br />

- Estratto mappa ed aerofotogrammetrico dell’area di impianto del <strong>frutteto</strong><br />

didattico.<br />

Albino Maggio 2006<br />

P.a. Giancarlo Moioli<br />

9<br />

Progetto Preliminare – Relazione Tecnica<br />

FRUTTETO PAESAGGISTICO E DIDATTICO

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