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Endoscopia potenziata (FICE NBI). Come migliorare la ... - Sied

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<strong>Endoscopia</strong> <strong>potenziata</strong><br />

(<strong>FICE</strong> <strong>NBI</strong>). <strong>Come</strong> <strong>migliorare</strong><br />

<strong>la</strong> diagnosi del tumore<br />

nello stomaco e duodeno<br />

L’endoscopia gioca un ruolo<br />

importante nel<strong>la</strong> diagnosi precoce<br />

delle neop<strong>la</strong>sie gastrointestinali.<br />

Utilizzando <strong>la</strong> convenzionale<br />

endoscopia a luce bianca ed i coloranti<br />

risulta difficile diagnosticare<br />

con precisione le lesioni premaligne<br />

o quelle neop<strong>la</strong>stiche in fase early.<br />

L’impiego dell’<strong>NBI</strong> e del <strong>FICE</strong> migliora<br />

drammaticamente l’identificazione<br />

di queste lesioni, soprattutto in caso<br />

di contemporaneo utilizzo del<strong>la</strong><br />

magnificazione; questo consente<br />

all’operatore una accurata diagnosi<br />

(biopsie “target”) con miglioramento<br />

del<strong>la</strong> qualità di vita e del<strong>la</strong> sopravvivenza<br />

del paziente.<br />

Endoscopy p<strong>la</strong>ys an important role<br />

in the early detection of gastrointestinal tract<br />

neop<strong>la</strong>sm. Using conventional white light or<br />

dye-based image enhanced endoscopy, it<br />

is difficult to assess pre-malignant and early<br />

neop<strong>la</strong>stic lesions. However, narrow band<br />

imaging (<strong>NBI</strong>) and flexible spectral imaging<br />

color enhancement (<strong>FICE</strong>) dramatically<br />

improve the detection of these lesions,<br />

particu<strong>la</strong>rly in combination with magnifying<br />

endoscopy. This allows the endoscopist<br />

to accomplish accurate diagnosis (better<br />

targeting of biopsy) and improves quality of<br />

life and patient survival.<br />

Parole chiave: endoscopia, diagnosi<br />

precoce, narrow band imaging, flexible<br />

spectral imaging color enhancement, lesioni<br />

gastroduodenali preneop<strong>la</strong>stiche<br />

Key words: endoscopy, early detection,<br />

narrow band imaging, flexible spectral<br />

imaging color enhancement, pre-malignant<br />

gastroduodenal lesions<br />

Alessandro Casadei<br />

Adriana Simone<br />

Elena Cavargini<br />

Emiliano De Vergori<br />

Enrico Ricci<br />

UO Gastroenterologia<br />

ed <strong>Endoscopia</strong> Digestiva<br />

Ospedale G.B. Morgagni<br />

AUSL di Forlì<br />

131F<br />

Giorn Ital End Dig 2011;34:131-135<br />

Introduzione<br />

L’endoscopia rappresenta il gold standard per <strong>la</strong> diagnosi<br />

ed il trattamento dei tumori gastrici e duodenali<br />

in fase early, grazie soprattutto allo sviluppo, nell’ultimo<br />

ventennio, di numerosi presidi tecnologici che hanno<br />

consentito un miglioramento significativo del<strong>la</strong> efficacia<br />

di questa metodica (1). Una strumentazione sempre<br />

più evoluta appare necessaria, tra l’altro, anche in<br />

considerazione del fatto che le alterazioni iniziali del<strong>la</strong><br />

disp<strong>la</strong>sia possono essere non univoche e di non facile<br />

diagnosi essendo rappresentate da polipi, ulcere,<br />

cicatrici, erosioni, iperemia, pallore, spot emorragici,<br />

alterazioni del disegno vasco<strong>la</strong>re, minime rilevatezze<br />

o depressioni, granu<strong>la</strong>zioni o nodu<strong>la</strong>rità, convergenze<br />

plicali (1). La cromoscopia virtuale (Narrow Band<br />

Imaging, <strong>NBI</strong>, e Flexible Spectral Imaging Color Enhancement,<br />

<strong>FICE</strong>), metodica elettronica basata sul<strong>la</strong><br />

e<strong>la</strong>borazione delle immagini, consente di ottenere un<br />

sensibile miglioramento del<strong>la</strong> accuratezza diagnostica<br />

delle lesioni superficiali attraverso l’analisi contemporanea<br />

del<strong>la</strong> mucosa e del<strong>la</strong> trama vasco<strong>la</strong>re senza<br />

l’impiego di coloranti ed in real time con conseguente<br />

risparmio di tempo e materiali (1-2).<br />

Iniziative Formative<br />

> Tecniche endoscopiche


132<br />

Alessandro Casadei et al > <strong>Endoscopia</strong> <strong>potenziata</strong> (<strong>FICE</strong> <strong>NBI</strong>)<br />

F<br />

Iniziative Formative<br />

> Tecniche endoscopiche<br />

Diagnosi precoce<br />

delle lesioni neop<strong>la</strong>stiche<br />

del canale alimentare<br />

L’identificazione delle neop<strong>la</strong>sie avanzate gastrointestinali<br />

non presenta partico<strong>la</strong>ri problemi per un operatore<br />

esperto; una analoga facilità di diagnosi risulta essere<br />

assai più problematica in presenza di lesioni allo stadio<br />

iniziale, a maggior ragione in caso di utilizzo di endoscopi<br />

convenzionali a luce bianca, strumenti ormai obsoleti<br />

non al passo con l’evoluzione tecnologica. L’endoscopia<br />

avanzata permette di evidenziare accuratamente <strong>la</strong> superficie<br />

del<strong>la</strong> mucosa ed in partico<strong>la</strong>re il pit-pattern che in<br />

caso di degenerazione neop<strong>la</strong>stica presenta delle modificazioni,<br />

sempre più spiccate all’aumentare del grado di<br />

differenziazione, che vanno da semplici variazioni dimensionali<br />

degli elementi che appaiono più piccoli rispetto a<br />

quelli del<strong>la</strong> mucosa normale, a minime irrego<strong>la</strong>rità, ad una<br />

completa alterazione strutturale con scomparsa del pattern<br />

nelle forme completamente indifferenziate; parimenti<br />

anche l’assetto vasco<strong>la</strong>re risulta notevolmente modificato<br />

con alterazioni che variano da semplici modificazioni del<br />

calibro e del<strong>la</strong> tortuosità dei vasi sino ad arrivare ad una<br />

loro completa destrutturazione (3). Al momento l’associazione<br />

tra endoscopia avanzata e cromoscopia virtuale<br />

rappresenta <strong>la</strong> metodica dotata di maggiore accuratezza<br />

diagnostica nel<strong>la</strong> identificazione delle lesioni neop<strong>la</strong>stiche<br />

precoci superficiali del canale alimentare (3-6). L’<strong>NBI</strong> ed<br />

il <strong>FICE</strong> avvicinano sempre più l’endoscopia al<strong>la</strong> microscopia<br />

consentendo di ottenere una sorta di istologia<br />

“real-time”; <strong>la</strong> “real-time endoscopic diagnosis”, oltre che<br />

garantire una realistica predizione delle caratteristiche microscopiche<br />

tissutali, permette di identificare <strong>la</strong> sede ottimale<br />

ove indirizzare il prelievo bioptico con conseguente<br />

notevole miglioramento diagnostico soprattutto in caso di<br />

lesioni neop<strong>la</strong>stiche iniziali caratterizzate sovente da una<br />

scarsa corre<strong>la</strong>zione tra quadro macroscopico ed istologico<br />

(4-6). Dal confronto tra <strong>la</strong> risoluzione dell’immagine a<br />

luce bianca e quel<strong>la</strong> virtuale, a parità di numero di pixel,<br />

emerge come quest’ultima sia migliore in termini di qualità<br />

di definizione delle irrego<strong>la</strong>rità del profilo mucoso, del<br />

pit pattern e del<strong>la</strong> architettura capil<strong>la</strong>re (4-6).<br />

I tumori gastrici e duodenali:<br />

inquadramento<br />

e ruolo dell’istologia<br />

Le lesioni neop<strong>la</strong>stiche dello stomaco e del duodeno<br />

comprendono sinteticamente i tumori maligni, tra i quali<br />

il più importante è l’adenocarcinoma, ed i tumori benigni<br />

suddivisibili in non neop<strong>la</strong>stici (ad es. iperp<strong>la</strong>stici),<br />

neop<strong>la</strong>stici (ad es. adenomi) e mesenchimali (ad es.<br />

GIST) (7). I polipi iperp<strong>la</strong>stici, quelli fundici e gli adenomi<br />

rappresentano globalmente oltre il 75% delle neop<strong>la</strong>sie<br />

gastriche benigne; nell’ambito delle lesioni duodenali<br />

un ruolo di primo piano spetta agli ampullomi che presentano<br />

un rischio degenerativo partico<strong>la</strong>rmente elevato<br />

compreso tra il 26 ed il 65%.<br />

L’accertamento istologico, gold standard nel<strong>la</strong> tipizzazione<br />

lesionale, appare fortemente condizionato dal<strong>la</strong><br />

sede del prelievo bioptico che talora può risultare non<br />

ottimale dal punto di vista topografico con conseguente<br />

misdiagnosi del<strong>la</strong> lesione. La sensibilità e <strong>la</strong> specificità<br />

del<strong>la</strong> biopsia nel formu<strong>la</strong>re una corretta diagnosi<br />

istologica in caso di lesioni polipoidi maggiori di 5 mm,<br />

utilizzando come gold standard <strong>la</strong> mucosectomia, è<br />

pari all’87.5% e 65.2% (CI 95%) con una concordanza<br />

tra biopsie e mucosectomia del 76.7% (8); il disagreement<br />

tra biopsia e mucosectomia aumenta al crescere<br />

delle dimensioni del polipo con percentuali del 21.4%<br />

e del 39.2% in caso di lesioni rispettivamente maggiori<br />

di 5 ed 8 mm (9). L’impiego di metodiche che, attraverso<br />

un miglioramento del<strong>la</strong> accuratezza diagnostica,<br />

consentono anche di indirizzare i prelievi bioptici verso<br />

le aree maggiormente sospette appare conseguentemente<br />

estremamente utile (10).<br />

<strong>NBI</strong>, <strong>FICE</strong> e tumori<br />

gastroduodenali<br />

Le più moderne tecniche diagnostiche, anche se con<br />

un ruolo ancora non completamente standardizzato<br />

e con aspetti tecnologici indubbiamente in fase di<br />

perfezionamento, si stanno sempre più evolvendo<br />

verso un ambito di significativo supporto dell'istologia<br />

o, addirittura, di ipotizzabile futura “sostituzione”<br />

del<strong>la</strong> valutazione anatomopatologica, con possibilità<br />

di identificare con esattezza l’istotipo delle lesioni e di<br />

tipizzare eventuali aree di degenerazione carcinomatosa;<br />

l’indirizzo attuale è quello di riuscire a creare un<br />

solido connubio tra le moderne tecniche endoscopiche<br />

e <strong>la</strong> ben consolidata istologia con l’intento di ottimizzare<br />

gli aspetti diagnostici e terapeutici (4-6). Tra<br />

queste tecniche <strong>la</strong> cromoscopia virtuale può giocare<br />

un ruolo importante nell’inquadramento “microscopico”<br />

delle lesioni gastroduodenali; <strong>la</strong> maggior parte<br />

delle pubblicazioni riguarda l’utilizzo dell’<strong>NBI</strong>, fondamentalmente<br />

in associazione al<strong>la</strong> magnificazione, nello<br />

studio dell’EGC ed al momento non esistono studi<br />

di confronto tra <strong>NBI</strong> e <strong>FICE</strong> (1-2).<br />

I 10 set predefiniti del <strong>FICE</strong>, ognuno dei quali costituito<br />

da 3 canali RGB con specifiche lunghezze d’onda,<br />

possono essere modificati dall’operatore, creando infinite<br />

combinazioni, con l’intento di ricostruire l’imma-


gine virtuale più accurata; anche se ulteriori conferme<br />

appaiono necessarie recenti studi hanno evidenziato<br />

le lunghezze d’onda ottimali per varie lesioni gastroduodenali<br />

(1,5,11-13) (tabel<strong>la</strong> 1).<br />

tab. 1: lesioni gastroduodenali e set <strong>FICE</strong> consigliato<br />

Lesione<br />

Set <strong>FICE</strong><br />

Mucosa gastroduodenale (I scelta) 4<br />

Mucosa gastroduodenale<br />

(II scelta)<br />

7 o 0<br />

EGC (I scelta) 2<br />

F<br />

Iniziative Formative<br />

> Tecniche endoscopiche<br />

l’associazione e del 42.9 e 61% per l’endoscopia<br />

convenzionale (P < .0001); conseguentemente l’impiego<br />

dell’<strong>NBI</strong> + magnificazione può da un <strong>la</strong>to evitare<br />

l’effettuazione di prelievi bioptici su aree che con l’endoscopia<br />

convenzionale potrebbero apparire dubbie<br />

per l’operatore, con riduzione dei costi, e dall’altro<br />

consentire biopsie mirate con diagnosi più accurata e<br />

fig. 1: visione endoscopica con <strong>FICE</strong> set 2<br />

(Red 550 nm, Green 500 nm, Blue 470 nm)<br />

e magnificazione (60 X) di lesione<br />

gastrica tipo IIa-IIc<br />

EGC (II scelta) R 530 nm, G 455 nm, B nm 455<br />

Adenoma 4<br />

Carcinoide<br />

R 460 nm, G 520 nm, B 580 nm<br />

Nello studio dell’Early Gastric Cancer (EGC) il set <strong>FICE</strong><br />

2, che sembra consentire i migliori risultati, presenta<br />

una accuratezza diagnostica pari al 96% per quanto<br />

riguarda le lesioni depresse di diametro compreso<br />

tra 10 e 22.5 mm (11); l’associazione con <strong>la</strong> magnificazione<br />

innalza <strong>la</strong> suddetta percentuale al 100% e<br />

permette di rilevare maggiori alterazioni del pattern<br />

microvasco<strong>la</strong>re negli EGC di tipo IIa con infiltrazione<br />

sottomucosa (11-12). L’impiego nell’EGC di una combinazione<br />

di lunghezze d’onda non compresa tra le 10<br />

codificate, costituita da R 530 nm, G 455 nm, B 455<br />

nm, comporta, rispetto al<strong>la</strong> luce bianca, un aumento<br />

del<strong>la</strong> accuratezza diagnostica nel 46% dei casi (forme<br />

differenziate 48.7%, indifferenziate 36.4%); ne consegue<br />

come il <strong>FICE</strong> consenta più facilmente <strong>la</strong> diagnosi<br />

degli EGC rispetto al semplice utilizzo del<strong>la</strong> endoscopia<br />

convenzionale (1).<br />

A livello gastrico non esiste una c<strong>la</strong>ssificazione equivalente<br />

al<strong>la</strong> Kudo’s Pit Pattern C<strong>la</strong>ssification del colon<br />

ed al<strong>la</strong> IPCL Pattern C<strong>la</strong>ssification dell’esofago (12). In<br />

ogni caso negli EGC l’associazione <strong>NBI</strong> e magnificazione<br />

ha consentito di descrivere e standardizzare modificazioni<br />

del<strong>la</strong> struttura microvasco<strong>la</strong>re (V) e di superficie (S)<br />

secondo quel<strong>la</strong> che è stata identificata come VS c<strong>la</strong>ssification;<br />

in partico<strong>la</strong>re per <strong>la</strong> diagnosi di EGC sono stati<br />

codificati tre criteri di minima (triade) rappresentati dal<strong>la</strong><br />

scomparsa del<strong>la</strong> struttura mucosale, dal<strong>la</strong> di<strong>la</strong>tazione<br />

microvasco<strong>la</strong>re e dal<strong>la</strong> eterogeneità microvasco<strong>la</strong>re (14).<br />

Analoghe alterazioni del<strong>la</strong> mucosa e del microcircolo<br />

sono ben evidenti anche con l’impiego del <strong>FICE</strong> come<br />

risulta dalle figure 1 e 2.<br />

L’utilizzo del<strong>la</strong> suddetta triade evidenzia <strong>la</strong> maggiore<br />

accuratezza dell’<strong>NBI</strong> + magnificazione rispetto al<strong>la</strong><br />

semplice luce bianca nel<strong>la</strong> diagnosi dell’EGC con valori<br />

di sensibilità e specificità del 92.9 e 94.7% per<br />

L’immagine documenta <strong>la</strong> destrutturazione del pit<br />

pattern ghiando<strong>la</strong>re presente nel<strong>la</strong> porzione depressa<br />

mentre sui bordi <strong>la</strong> struttura ghiando<strong>la</strong>re è ancora<br />

ben riconoscibile.<br />

fig. 2: l’area con pattern ghiando<strong>la</strong>re<br />

destrutturato visibile nel<strong>la</strong> fig. 1 viene valutata<br />

con <strong>FICE</strong> set 2 e magnificazione<br />

a maggiore ingrandimento (100 X)<br />

Permette di evidenziare il pattern vasco<strong>la</strong>re con di<strong>la</strong>tazione<br />

e disordine architetturale. In questa immagine è<br />

ben visibile <strong>la</strong> “triade”costituita da 3 criteri suggestivi di<br />

cancro gastrico:<br />

1) scomparsa del pit pattern del<strong>la</strong> superficie mucosa;<br />

2) di<strong>la</strong>tazione micro vasco<strong>la</strong>re;<br />

3) eterogeneità vasco<strong>la</strong>re.<br />

L’istologia documenta un adenocarcinoma scarsamente<br />

differenziato.<br />

Giorn Ital End Dig 2011;34:131-135<br />

133


F<br />

Iniziative Formative<br />

> Tecniche endoscopiche<br />

134<br />

Alessandro Casadei et al > <strong>Endoscopia</strong> <strong>potenziata</strong> (<strong>FICE</strong> <strong>NBI</strong>)<br />

precoce e miglioramento del<strong>la</strong> sopravvivenza (6).<br />

Al fine di confrontare l’<strong>NBI</strong> + magnificazione con l’istologia<br />

nel<strong>la</strong> determinazione del grado di differenziazione<br />

dell’EGC è stata recentemente proposta una c<strong>la</strong>ssificazione<br />

delle immagini valutate endoscopicamente<br />

sul<strong>la</strong> base delle alterazioni del pattern microvasco<strong>la</strong>re<br />

e del<strong>la</strong> struttura ghiando<strong>la</strong>re superficiale: fine-network<br />

pattern, corkscrew pattern, intralobu<strong>la</strong>r loop pattern<br />

1 ed intralobu<strong>la</strong>r loop pattern 2. Gli EGC differenziati<br />

presentano un fine-network pattern ed un intralobu<strong>la</strong>r<br />

loop pattern 1 nel 15.7% e nel 58.8% mentre quelli<br />

indifferenziati un intralobu<strong>la</strong>r loop pattern 2 ed un<br />

corkscrew pattern nel 100% dei casi (rispettivamente<br />

41.2% e 58.8%); ne consegue come, pur con <strong>la</strong><br />

necessità di ulteriori studi prospettici di conferma, <strong>la</strong><br />

suddetta c<strong>la</strong>ssificazione endoscopica può essere utile<br />

nel predire il sottotipo istologico del<strong>la</strong> maggior parte<br />

degli EGC suggerendo tra l’altro <strong>la</strong> possibilità di un<br />

eventuale trattamento endoscopico (15). L’associazione<br />

<strong>NBI</strong> + magnificazione consente dunque di ottenere<br />

immagini endoscopiche che riflettono aspetti istologici<br />

ben codificati e potrebbe pertanto rappresentare in futuro<br />

un possibile esclusivo metodo di “biopsia ottica”<br />

senza necessità di ulteriori prelievi tissutali (16).<br />

Analogamente a quanto accade per gli EGC anche per i<br />

polipi gastroduodenali l’associazione tra cromoscopia virtuale<br />

e magnificazione consente un significativo miglioramento<br />

del<strong>la</strong> accuratezza diagnostica con maggiore probabilità<br />

di identificazione dell’istotipo: un pattern mucoso<br />

rego<strong>la</strong>re suggerisce una diagnosi di polipo iperp<strong>la</strong>stico<br />

mentre in caso di pattern irrego<strong>la</strong>re o destrutturato appare<br />

più verosimile l’ipotesi di una lesione neop<strong>la</strong>stica (7).<br />

Il sistema <strong>FICE</strong> può essere utilizzato per identificare<br />

e tipizzare i polipi gastroduodenali e per valutare una<br />

loro eventuale completa rimozione endoscopica consentendo<br />

una migliore analisi del pit pattern e del<strong>la</strong><br />

giunzione tra <strong>la</strong> mucosa normale e quel<strong>la</strong> patologica.<br />

Un confronto fra i vari preset ha evidenziato come il<br />

numero 4 costituisca il miglior canale di indagine nel<br />

39.7% (P < 0.001) e come rientri tra i tre più efficaci<br />

nel 77% dei casi; <strong>la</strong> qualità dell’immagine ottenuta con<br />

il preset 4 risulta essere superiore a quel<strong>la</strong> con luce<br />

bianca nel 94,1% delle indagini (P < .0001) (5).<br />

In caso di lesioni IIa tipizzate biopticamente come adenomi,<br />

l’associazione <strong>NBI</strong> e magnificazione consente di<br />

evidenziare eventuali EGC misconosciuti presentando<br />

i polipi esclusivamente iniziali alterazioni del pattern<br />

vasco<strong>la</strong>re (97%) mentre gli early sono caratterizzati<br />

da severe alterazioni del microcircolo (15%) e da un<br />

fine network pattern (45%) (17); analoghi aspetti<br />

endoscopici sono osservabili nel caso degli adenomi<br />

depressi che presentano un rischio di ca intramucoso<br />

significativamente maggiore rispetto a quelli rilevati<br />

(25% vs 4.5%) (16). Il confronto tra <strong>NBI</strong> + magnificazione<br />

e luce bianca + magnificazione nel<strong>la</strong> diagnosi<br />

di lesioni gastriche depresse minori di 10 mm ha evidenziato<br />

una maggiore accuratezza del<strong>la</strong> cromoscopia<br />

virtuale (79% vs 44%; P = .0001) attribuibile al<strong>la</strong><br />

migliore visualizzazione del<strong>la</strong> superficie mucosa e del<strong>la</strong><br />

architettura microvasco<strong>la</strong>re, con valori di sensibilità e<br />

specificità pari al 70% vs 33% (P = .0005) ed all’89%<br />

vs 67% (P = ns) (18).<br />

Una recentissima indagine ha preso in esame l’utilizzo<br />

del <strong>FICE</strong> nel<strong>la</strong> differenziazione tra carcinoidi e polipi<br />

gastrici benigni. Utilizzando un preciso spettro di luce<br />

(R 460 nm, G 520 nm, B 580 nm), i carcinoidi, essendo<br />

molto vasco<strong>la</strong>rizzati, hanno evidenziato una intensa<br />

colorazione blue mentre gli altri polipi non sono risultati<br />

cromaticamente diversi dal<strong>la</strong> mucosa circostante. Il test<br />

ha dimostrato una sensibilità del 100% ed una specificità<br />

dell’88% e dunque il <strong>FICE</strong> potrebbe essere impiegato<br />

come test di screening dei polipi gastrici indicando<br />

quali tra questi devono essere asportati e sottoposti ad<br />

esame istologico e quali invece possono essere <strong>la</strong>sciati<br />

in situ evitando interventi non appropriati (13).<br />

Nel caso degli ampullomi il prelievo bioptico è assai utile<br />

per evidenziare <strong>la</strong> presenza di tessuto adenomatoso<br />

ma nel sospetto di degenerazione carcinomatosa <strong>la</strong><br />

probabilità di falsi negativi risulta essere partico<strong>la</strong>rmente<br />

elevata con percentuali variabili tra il 25 ed il 60%<br />

(19). L’<strong>NBI</strong> associato al<strong>la</strong> magnificazione possiede le<br />

potenzialità per predire gli aspetti istologici delle lesioni<br />

ampol<strong>la</strong>ri consentendo di suddividere il pattern in tipo<br />

I (oval-shaped villi), tipo II (pinecone/leaf-shaped villi) e<br />

tipo III (irregu<strong>la</strong>r/nonstructured); anche i vasi sono stati<br />

utilizzati come indice di anormalità nel caso in cui<br />

dovessero risultare tortuosi, di<strong>la</strong>tati e network-like. In<br />

uno studio condotto su un numero piuttosto esiguo di<br />

pazienti è stato evidenziato come tutti i pattern tipo I<br />

presentino istologicamente esclusivamente aspetti flogistici<br />

o iperp<strong>la</strong>stici e come tutti gli adenomi e gli adenocarcinomi<br />

siano caratterizzati da un pattern tipo II o<br />

III; le anomalie vasco<strong>la</strong>ri appaiono so<strong>la</strong>mente in caso di<br />

adenocarcinomi e mai in presenza di adenomi (19).<br />

Conclusioni<br />

L’indagine istobioptica costituisce il gold standard nel<strong>la</strong><br />

caratterizzazione delle lesioni neop<strong>la</strong>stiche gastroduodenali.<br />

L’endoscopia presenta come più importante ed innovativo<br />

“goal” il poter raggiungere una “valutazione anatomo<br />

patologica endoscopica” vale a dire una valutazione<br />

endoscopica sovrapponibile per accuratezza diagnostica<br />

a quel<strong>la</strong> istologica senza necessità di dover effettuare<br />

prelievi bioptici ed indagini in vitro; questo richiede<br />

tecniche endoscopiche che consentono <strong>la</strong> realizzazione


di immagini in grado di evidenziare aspetti istopatologici<br />

quali le anomalie strutturali tissutali e le atipie cellu<strong>la</strong>ri<br />

(10,16,20). La cromoscopia virtuale, soprattutto in associazione<br />

con <strong>la</strong> magnificazione, è stata impiegata per<br />

valutare le lesioni mucose del tratto gastroenterico; <strong>la</strong><br />

metodica, pur nell’attesa di ulteriori sviluppi e conferme<br />

da trial prospettici randomizzati, costituisce una tecnica<br />

molto promettente per <strong>migliorare</strong> significativamente<br />

l’accuratezza diagnostica delle neop<strong>la</strong>sie gastroduodenali<br />

e <strong>la</strong> sua associazione con l’istologia, attraverso <strong>la</strong><br />

possibilità di prelievi bioptici mirati, consente di ottenere<br />

una precisa caratterizzazione e tipizzazione delle lesioni<br />

stesse, premessa imprescindibile per successive strategie<br />

terapeutiche (10,16,20). Criteri endoscopici <strong>NBI</strong><br />

e <strong>FICE</strong>, caratterizzati da alterazioni del<strong>la</strong> struttura mucosa<br />

e del microcircolo, sono stati proposti come elemento<br />

determinante per <strong>la</strong> diagnosi endoscopica delle<br />

lesioni preneop<strong>la</strong>stiche e neop<strong>la</strong>stiche dello stomaco<br />

e del duodeno ma al momento questi aspetti non trovano<br />

ancora unanime consenso e conseguentemente,<br />

attualmente, <strong>la</strong> cromoscopia virtuale appare in grado<br />

di integrare, ma non di sostituire, l’accertamento istologico<br />

che mantiene a tutt’oggi il suo ruolo di indagine<br />

principe per <strong>la</strong> diagnosi di disp<strong>la</strong>sia (10,16,20).<br />

Corrispondenza<br />

Alessandro Casadei<br />

U.O. Gastroenterologia ed <strong>Endoscopia</strong> Digestiva<br />

Ospedale G.B. Morgagni AUSL Forlì<br />

Via Carlo For<strong>la</strong>nini, 34 - 47100 Forlì<br />

Tel. + 39 0543 735036-735037<br />

Fax + 39 0543 735018<br />

e-mail: gastroen@ausl.fo.it<br />

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