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Osservatorio Astronomico di Torino

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I N A F<br />

Istituto Nazionale <strong>di</strong> Astrofisica<br />

OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI TORINO<br />

Via <strong>Osservatorio</strong>, 20 – 10025 Pino Torinese (TO)<br />

AGGIORMANENTO 2007<br />

AL PIANO TRIENNALE 2006-2008<br />

1. INTRODUZIONE<br />

L’attività <strong>di</strong> ricerca che viene effettuata presso l’<strong>Osservatorio</strong> <strong>Astronomico</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> è<br />

multi<strong>di</strong>sciplinare e trova i suoi punti <strong>di</strong> forza nelle linee <strong>di</strong> ricerca relative ad astrofisica del plasma<br />

ed extragalattica, astrometria teorica e sperimentale, fisica dei corpi minori del sistema solare, e<br />

fisica solare. Le linee <strong>di</strong> ricerca relative all’astrofisica dei plasmi, che è finalizzata alla messa a<br />

punto <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ci avanzati per lo stu<strong>di</strong>o della formazione e propagazione dei getti relativistici,<br />

l’astrometria, che affronta dal punto <strong>di</strong> vista sperimentale il problema della formazione della<br />

galassia nel contesto cosmologico, e lo stu<strong>di</strong>o delle proprietà fisiche dei corpi minori hanno<br />

carattere <strong>di</strong> unicità nel panorama dell’INAF. La ricerca <strong>di</strong> fisica solare imperniata sullo stu<strong>di</strong>o della<br />

corona e del vento solare, sulla base <strong>di</strong> dati spaziali provenienti da strumentazione al cui sviluppo<br />

ha attivamente partecipato lo stesso gruppo <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>, sta portando, attraverso l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong><br />

ulteriori obiettivi scientifici da raggiungere, ad importanti sviluppi <strong>di</strong> strumentazione spaziale<br />

altamente innovativa.<br />

I gruppi <strong>di</strong> ricerca astrometrico e planetologico stanno collaborando attivamente<br />

all’implementazione della missione GAIA (ESA) su cui puntano per lo sviluppo a lungo termine<br />

della ricerca nei rispettivi campi, includendo la ricerca <strong>di</strong> pianeti extra-solari. Il gruppo <strong>di</strong> fisica<br />

solare vede nel Solar Orbiter (ESA) l’opportunità per lo sviluppo <strong>di</strong> strumentazione spettrocoronografica<br />

nell’ultravioletto <strong>di</strong> nuova generazione che permetterà <strong>di</strong> progre<strong>di</strong>re<br />

significativamente nella comprensione del vento solare.<br />

Accanto alla ricerca <strong>di</strong> carattere più squisitamente astrofisico, esiste un forte interesse, che si<br />

intende ulteriormente incentivare, per la ricerca tecnologica e lo sviluppo <strong>di</strong> strumentazione per<br />

l’osservazione dallo spazio e da terra nel campo i) dell’interferometria nel visibile e vicino<br />

infrarosso, che ha portato finora alla realizzazione <strong>di</strong> FINITO e PRIMA (VLTI, ESO) e ii) della<br />

coronografia spaziale che ha portato in passato alla realizzazione <strong>di</strong> UVCS-SOHO (ESA) e sta<br />

portando alla realizzazione del coronografo SCORE (NASA) ed al <strong>di</strong>segno del coronografo CIAO<br />

per il Solar Orbiter (ESA). In campo tecnologico evidenziamo anche le attività in corso per lo<br />

sviluppo <strong>di</strong> software altamente innovativo <strong>di</strong> calibrazione e data pipeline per missioni spaziali (e.g.<br />

GAIA, SCORE). A seguito <strong>di</strong> finanziamenti erogati dalla Regione Piemonte a <strong>Torino</strong> è in via <strong>di</strong><br />

sviluppo la facility Optical Payload Systems (OPSys), con caratteristiche <strong>di</strong> unicità a livello<br />

europeo, per collaudo e calibrazione <strong>di</strong> strumentazione ottica spaziale.<br />

Presso l’<strong>Osservatorio</strong> ha sede il coor<strong>di</strong>namento della rete osservativa Whole Earth Blazar Telescope<br />

(WEBT) ed il coor<strong>di</strong>namento nazionale dell’iniziativa internazionale International Heliophysical<br />

Year (2007-2008).<br />

1


I dati che supportano il lavoro scientifico dei gruppi sono raccolti negli archivi e database operanti<br />

presso la struttura, che sono: l’archivio a lungo termine <strong>di</strong> SOHO (SOLAR), autorizzato dall’ESA,<br />

ed il GSCII. SOLAR è già attualmente parte dell’archivio virtuale SOLARNET ed è un nodo dell’<br />

European Grid for Solar Observations. Il GSCII sta <strong>di</strong>ventando parte dell’archivio virtuale <strong>di</strong> dati<br />

astrofisici dell’INAF e sarà utilizzato anche a supporto dell’analisi dei dati <strong>di</strong> GAIA. E’ interesse<br />

dell’<strong>Osservatorio</strong> continuare nello sviluppo <strong>di</strong> tecnologie <strong>di</strong> grid sia computazionali sia orientate<br />

alla creazione <strong>di</strong> archivi virtuali, al fine dell’utilizzo ottimale dei dati osservativi a supporto delle<br />

ricerche in corso.<br />

La ricerca scientifica e tecnologica della struttura è attualmente svolta da 27 astronomi, 17 tecnici<br />

scientifici e 11 ricercatori a tempo determinato. Le risorse umane attualmente a <strong>di</strong>sposizione sono<br />

indubbiamente insufficienti per sfruttare appieno le potenzialità <strong>di</strong> sviluppo della struttura e<br />

l’esperienza unica acquisita in <strong>di</strong>versi settori fondamentali dell’astrofisica. Recentemente infatti si è<br />

verificata una significativa decrescita <strong>di</strong> risorse umane che è purtroppo continuata nell’anno 2006.<br />

Il personale <strong>di</strong> ricerca della struttura partecipa attivamente alla <strong>di</strong>dattica nell’ambito della laurea<br />

magistrale in Astrofisica e Fisica Cosmica dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> tenendo lezioni nei<br />

corsi <strong>di</strong> Astronomia Fondamentale, Planetologia, Fisica Solare, Astrofisica Computazionale e<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Astrofisica. Inoltre presso l’<strong>Osservatorio</strong> vengono seguite tesi <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> laurea<br />

specialistica e dottorato, e stages nell’ambito del corso <strong>di</strong> laurea triennale in Fisica.<br />

Nel campo dell’outreach, alle tra<strong>di</strong>zionali attività rivolte al pubblico, si affianca un’iniziativa <strong>di</strong><br />

grande importanza quale quella del Planetario, il cui sviluppo è finanziato da enti locali, che sarà<br />

completato ed entrerà in funzione nel 2007. Il Planetario rappresenterà un polo <strong>di</strong> attrazione a<br />

livello nazionale e, ci si auspica, anche internazionale. Inoltre l’<strong>Osservatorio</strong> partecipa alle più<br />

significative iniziative <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione scientifica che maturano a livello locale.<br />

2. PRINCIPALI LINEE DI RICERCA<br />

Astrofisica del Plasma ed Extragalattica<br />

Plasmi astrofisici: teoria, simulazioni numeriche ed applicazioni<br />

L'attività <strong>di</strong> ricerca, svolta in stretta collaborazione con l'Università <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>, ha come fine lo<br />

sviluppo <strong>di</strong> algoritmi e co<strong>di</strong>ci numerici per simulazioni <strong>di</strong> plasmi astrofisici, e la loro validazione ed<br />

applicazione allo stu<strong>di</strong>o della <strong>di</strong>namica <strong>di</strong> <strong>di</strong>schi e getti astrofisici. Queste strutture, strettamente<br />

interconnesse, sono alla base <strong>di</strong> molte fenomenologie astrofisiche, che vanno dai nuclei galattici<br />

attivi alle stelle in formazione. I problemi fondamentali riguardano i meccanismi <strong>di</strong> trasporto <strong>di</strong><br />

momento angolare nei <strong>di</strong>schi <strong>di</strong> accrescimento, il processo <strong>di</strong> formazione dei getti a partire dai<br />

<strong>di</strong>schi e la <strong>di</strong>namica della propagazione dei getti. Queste <strong>di</strong>verse problematiche vengono affrontate<br />

principalmente me<strong>di</strong>ante l'utilizzo <strong>di</strong> simulazioni numeriche. A tal fine è necessario lo sviluppo <strong>di</strong><br />

nuovi algoritmi, quali il co<strong>di</strong>ce numerico PLUTO, particolarmente adatto allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> flui<strong>di</strong> in<br />

con<strong>di</strong>zioni astrofisiche. Esso permette la simulazione <strong>di</strong> flui<strong>di</strong> classici e relativistici, con o senza<br />

campo magnetico, anche utilizzando la tecnica della griglia adattiva. Questo co<strong>di</strong>ce realizzato<br />

presso l’<strong>Osservatorio</strong>, in collaborazione con il Dipartimento <strong>di</strong> Fisica Generale dell’Università è<br />

stato recentemente messo a <strong>di</strong>sposizione della comunità internazionale.<br />

Gli obiettivi su cui si sta focalizzando l’attività dell’<strong>Osservatorio</strong> sono lo stu<strong>di</strong>o dell’instabilità<br />

magnetorotazionale e della <strong>di</strong>namica <strong>di</strong> vortici nei <strong>di</strong>schi <strong>di</strong> accrescimento, del processo <strong>di</strong><br />

accelerazione <strong>di</strong> getti da parte dei <strong>di</strong>schi e dell'effetto che la produzione dei getti ha sul <strong>di</strong>sco, della<br />

2


<strong>di</strong>namica dei getti relativistici nei nuclei galattici attivi. Una grossa problematica che si incontra<br />

nella simulazione <strong>di</strong> plasmi astrofisici è rappresentata dai gran<strong>di</strong> intervalli <strong>di</strong> scale spaziali e<br />

temporali coinvolti nei fenomeni e dai valori <strong>di</strong> parametri che non possono essere riprodotti nelle<br />

simulazioni. In parallelo quin<strong>di</strong> si va sviluppando un approccio basato su esperimenti <strong>di</strong> laboratorio<br />

che rappresentano situazioni analoghe a quelle astrofisiche, ma con valori <strong>di</strong> parametri riproducibili<br />

nelle simulazioni. Esiste un formale accordo <strong>di</strong> collaborazione in questo ambito con il Center for<br />

Magnetic Self-Organization (CMSO) formato dai più importanti centri <strong>di</strong> ricerca statunitensi nel<br />

settore.<br />

Nuclei Galattici Attivi: osservazioni e interpretazione teorica<br />

Le attività scientifiche nell'ambito <strong>di</strong> questa linea <strong>di</strong> ricerca sono le seguenti. Osservazioni ra<strong>di</strong>o,<br />

ottiche, IR e X <strong>di</strong> nuclei galattici attivi (in particolare <strong>di</strong> bassa luminosità) e stu<strong>di</strong>o della<br />

fenomenologia dell'accrescimento <strong>di</strong> buchi neri supermassicci e delle caratteristiche delle galassie<br />

ospiti. Sviluppo <strong>di</strong> modelli <strong>di</strong> super-unificazione <strong>di</strong> AGN e investigazione dell'origine della<br />

<strong>di</strong>cotomia ra<strong>di</strong>o-loud/ra<strong>di</strong>o-quiet nell'ambito del processo <strong>di</strong> coevoluzione del sistema galassia -<br />

buco nero. Si effettuano misure <strong>di</strong> massa <strong>di</strong> buchi neri tramite lo stu<strong>di</strong>o della cinematica del gas<br />

nelle regioni nucleari <strong>di</strong> galassie, utilizzando principalmente osservazioni con il telescopio HST ed<br />

con il VLT.<br />

Continueranno le osservazioni multifrequenza <strong>di</strong> blazars per stu<strong>di</strong>are la correlazione tra le<br />

variazioni <strong>di</strong> flusso nelle varie bande, cercare eventuali perio<strong>di</strong>cità e costruire <strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong><br />

energia spettrale (SED), al fine <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere i vari contributi <strong>di</strong> emissione, stu<strong>di</strong>are l'origine della<br />

variabilità ed identificare le regioni emittenti. Dal 1994 è in corso il monitoraggio ottico<br />

(utilizzando il REOSC, telescopio da 1.05 m dell'OATo) <strong>di</strong> un campione <strong>di</strong> oggetti selezionati in<br />

banda gamma, per l'in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> outbursts che <strong>di</strong>ano il trigger ad osservazioni in altre bande.<br />

Parallelamente si sta procedendo alla creazione <strong>di</strong> un database per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> variabilità su lunghi<br />

tempi scala. Questa attività sarà <strong>di</strong> supporto alle osservazioni dei satelliti per l’astronomia gamma<br />

AGILE e GLAST. Nell'ambito del progetto ‘Whole Earth Blazar Telescope" (WEBT), la cui<br />

<strong>di</strong>rezione è affidata dal 2000 ad un astronomo dell'OATo, dal 1997 ad oggi sono state organizzate<br />

19 campagne osservative multifrequenza su oggetti specifici, per lo più durante puntamenti <strong>di</strong><br />

satelliti, raggiungendo in alcuni casi una densità <strong>di</strong> campionamento nelle bande ottica e ra<strong>di</strong>o senza<br />

precedenti.<br />

Strutture galattiche e cosmologiche: teoria, simulazioni numeriche ed applicazioni<br />

L'obiettivo principale della ricerca è analizzare come l'interazione tra la materia oscura, soggetta<br />

alle sole forze gravitazionali, e barionica, composta da gas e stelle, governi la <strong>di</strong>namica e<br />

l'evoluzione delle galassie. Le ricerche in corso concernono lo stu<strong>di</strong>o della stabilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>schi<br />

barionici immersi in aloni cosmologici <strong>di</strong> materia oscura che si formano in modo autoconsistente in<br />

simulazioni N-body del modello Lambda-CDM. La novità <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è lo scenario<br />

cosmologico in cui l'instabilità <strong>di</strong> barra viene osservata. In assenza <strong>di</strong> gas i risultati mostrano che le<br />

barre si originano anche in <strong>di</strong>schi dominati dalla materia oscura. Si intende ora stu<strong>di</strong>are l'impatto del<br />

gas sull' instabilità <strong>di</strong> barra nel contesto cosmologico, <strong>di</strong>fferenziando il ruolo del gas presente nel<br />

<strong>di</strong>sco da quello presente nell'alone e in progressiva caduta. Sarà inoltre stu<strong>di</strong>ata l'evoluzione della<br />

triassialità dell'alone che contiene il <strong>di</strong>sco, nonché quella delle nuove strutture create dalla<br />

formazione stellare accesa nelle simulazioni. L'anisotropia della materia oscura può infatti avere un<br />

ruolo nel favorire la formazione <strong>di</strong> strutture barrate. Inoltre si indagherà come il quadro <strong>di</strong> instabilità<br />

<strong>di</strong> barra possa essere cambiato dalla presenza <strong>di</strong> un buco nero supermassiccio nelle regioni centrali<br />

del <strong>di</strong>sco.<br />

3


Relativamente agli ammassi <strong>di</strong> galassie, uno dei temi più <strong>di</strong>battuti riguarda il ruolo del feedback<br />

energetico <strong>di</strong> supernovae e AGN ad alto redshift. Nel contesto <strong>di</strong> un'ampia collaborazione (gruppi <strong>di</strong><br />

Trieste, Padova, Bologna e Garching-DE) ci si propone <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are questi fenomeni me<strong>di</strong>ante<br />

simulazioni numeriche cosmologiche ad N corpi, in grado <strong>di</strong> integrare la <strong>di</strong>namica gravitazionale e<br />

l'idro<strong>di</strong>namica del mezzo gassoso intracluster, includendo il suo raffreddamento e, tramite modelli<br />

sotto-griglia, la formazione stellare e la crescita dei black holes. La ricerca sarà concentrata<br />

sull'effetto del feedback da AGN sulla popolazione galattica e sulla formazione e le proprietà della<br />

componente stellare <strong>di</strong>ffusa negli ammassi. Si stu<strong>di</strong>eranno dettagliatamente gli effetti <strong>di</strong> vari<br />

modelli <strong>di</strong> feedback da supernovae in casi semplificati, non cosmologici, con l'intento <strong>di</strong> realizzare<br />

una parametrizzazione sottogriglia in grado <strong>di</strong> tenere simultaneamente conto dei <strong>di</strong>versi possibili<br />

effetti energetici. Verrà poi implementata in GADGET-2 un'equazione, derivata dalla teoria cinetica<br />

con approssimazioni <strong>di</strong>verse rispetto alla derivazione <strong>di</strong> Chapman-Enskog, che descrive in maniera<br />

più precisa la <strong>di</strong>namica <strong>di</strong> gas estremamente rarefatti. Utilizzando gli stessi casi semplificati,<br />

verranno stu<strong>di</strong>ate le <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> questa implementazione con quella idro<strong>di</strong>namica standard.<br />

Astrometria teorica e sperimentale<br />

Struttura della Via Lattea e formazione galattica per mezzo <strong>di</strong> surveys all-sky<br />

Cataloghi all-sky che combinino osservazioni astrometriche e spettro-fotometriche per campioni<br />

stellari completi e profon<strong>di</strong> costituiscono uno strumento fondamentale per molti campi <strong>di</strong> ricerca<br />

astronomica. In particolare sono essenziali per l’analisi dettagliata della struttura globale della Via<br />

Lattea, al fine <strong>di</strong> dedurre informazioni sulla formazione ed evoluzione galattica.<br />

L’OATo ha realizzato in collaborazione con lo STScI <strong>di</strong> Baltimora (USA), il Second Guide Star<br />

Catalog (GSC-II), che attualmente è il più grande catalogo stellare contenente posizioni, fotometria<br />

multibanda e classificazione per 1 miliardo <strong>di</strong> oggetti fino alla magnitu<strong>di</strong>ne fotografica B=22.<br />

Mantiene una delle due uniche copie del database <strong>di</strong> produzione del GSC-II, che sarà accessibile<br />

alla comunità astronomica attraverso il Virtual Observatory. I dati del GSC-II sono stati sfruttati per<br />

vari stu<strong>di</strong> sulla formazione della Galassia, quali: (1) la struttura spaziale e cinematica del thick-<strong>di</strong>sk,<br />

(2) la velocità <strong>di</strong> rotazione dell’alone e la ricerca <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>enti verticali, (3) la ricerca <strong>di</strong> sottostrutture<br />

cinematiche (streams), e (4) la stima della densità <strong>di</strong> materia oscura barionica, dovuta a nane<br />

bianche fredde e deboli <strong>di</strong> Pop. II (in collaborazione con gli osservatori <strong>di</strong> Bologna e Padova,<br />

l’Università <strong>di</strong> Kiel e Leiden, e l’Institute of Astronomy <strong>di</strong> Cambridge).<br />

Con la prospettiva a lungo termine del catalogo <strong>di</strong> GAIA, nei prossimi anni ci si concentrerà sulla<br />

Via Lattea come caso rappresentativo degli scenari <strong>di</strong> formazione predetti dai modelli cosmologici<br />

CMD. Queste attività <strong>di</strong> ricerca saranno svolte nel contesto del progetto nazionale INAF “Il<br />

merging gerarchico raccontato dalle stelle: moti, età e composizioni chimiche in strutture e<br />

sottostrutture della Via Lattea”, basato su survey <strong>di</strong> moti propri derivati dal database GSC-II e dati<br />

spettro-fotometrici da SDSS, VST, 2MASS e RAVE.<br />

Astrometria <strong>di</strong> alta precisione<br />

L'<strong>Osservatorio</strong> vanta una tra<strong>di</strong>zione astrometrica che risale agli inizi, ed è l'unica struttura <strong>di</strong> ricerca<br />

italiana che si avvale <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> ricerca de<strong>di</strong>cato all’astrometria <strong>di</strong> alta precisione, con tecniche<br />

sia da terra che dallo spazio. Le applicazioni astrofisiche <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> astrometrici sono molteplici: la<br />

cinematica e <strong>di</strong>namica della Galassia, la realizzazione del sistema <strong>di</strong> riferimento inerziale, la<br />

determinazione <strong>di</strong> parametri fisici stellari, la scoperta <strong>di</strong> pianeti extra-solari, e tests <strong>di</strong> relatività<br />

generale, ne sono alcuni esempi <strong>di</strong> <strong>di</strong>retto interesse dei ricercatori dell’OATo.<br />

L'astrometria da terra può essere competitiva con quella spaziale, ad esempio, per misure <strong>di</strong><br />

parallassi, per la calibrazione <strong>di</strong> parametri stellari fondamentali quali massa e luminosità. Questa è<br />

4


la finalità <strong>di</strong> TOPP (<strong>Torino</strong> Observatory Parallax Program), che con ~200 targets e magnitu<strong>di</strong>ni,<br />

oltre quelle <strong>di</strong> HIPPARCOS, è l'unico programma simile a quelli statunitensi (Allegheny, USNO a<br />

CHARA/CTIO). Anche se gli obiettivi scientifici dell’interferometria riguardano principalmente<br />

l'astrofisica stellare, essa può fornire la misura del segnale astrometrico da una stella dovuto alla<br />

presenza <strong>di</strong> pianeti extra-solari. Per quanto concerne le misure spaziali, l'<strong>Osservatorio</strong> ha contribuito<br />

al successo della missione europea HIPPARCOS, e continua a mantenere la leadership in questo<br />

campo attraverso il suo coinvolgimento in GAIA, la prossima missione ESA <strong>di</strong> astrometria, i cui<br />

obiettivi sono rivoluzionari quanto quelli <strong>di</strong> HIPPARCOS: quest'ultimo ha introdotto l'astrometria<br />

globale al milliarcosecondo, GAIA affronterà la sfida del microarcosecondo. Il lancio <strong>di</strong> GAIA è<br />

previsto per il 2011. L'<strong>Osservatorio</strong> rivestirà un ruolo cruciale nella riduzione dei dati <strong>di</strong> GAIA.<br />

Affronterà il compito della validazione dei dati astrometrici tramite un processo <strong>di</strong> riduzione<br />

in<strong>di</strong>pendente dalla pipeline principale, contribuirà al modello relativistico necessario per il<br />

trattamento delle osservazioni, allo sviluppo <strong>di</strong> nuove procedure <strong>di</strong> calibrazione del payload<br />

astrometrico, e al SW per l'inserimento delle osservazioni nel database ad oggetti. Inoltre gli<br />

obiettivi scientifici principali che ci si propone sono: verifiche della relatività generale e la scoperta<br />

<strong>di</strong> nuovi pianeti extra-solari.<br />

Fisica dei corpi minori del sistema solare<br />

Stu<strong>di</strong>o delle proprietà fisiche dei corpi minori del Sistema Solare<br />

Obiettivo scientifico prioritario è quello <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are i corpi minori del Sistema Solare per ottenere<br />

informazioni essenziali sull'ambiente astrofisico che caratterizzava le fasi primor<strong>di</strong>ali della storia<br />

del nostro sistema planetario, e sulle proprietà dei planetesimi originari che si formarono nel <strong>di</strong>sco<br />

protoplanetario <strong>di</strong> polvere e gas. Avendo piccole <strong>di</strong>mensioni, infatti, essi sono stati sottoposti in<br />

generale ad un'evoluzione geologica molto meno intensa rispetto ai pianeti maggiori. Di<br />

conseguenza, i corpi minori possono fornirci informazioni sulle fasi evolutive primor<strong>di</strong>ali. Un<br />

ulteriore obiettivo, <strong>di</strong> tipo applicativo, è legato al rischio <strong>di</strong> impatto col nostro pianeta, esso consiste<br />

nello stu<strong>di</strong>o delle proprietà fisiche e strutturali dei corpi minori, finalizzato ad elaborare strategie<br />

cre<strong>di</strong>bili <strong>di</strong> mitigazione del rischio <strong>di</strong> impatto.<br />

Gli obiettivi del triennio sono: la determinazione dell'inventario, dell'origine e dell'evoluzione dei<br />

corpi minori, e dei loro parametri fisici fondamentali me<strong>di</strong>ante osservazioni da terra (spettroscopia,<br />

polarimetria, fotometria nel visibile e IR, imaging ad alta risoluzione, VLTI) e dallo spazio (HST,<br />

Spitzer, in futuro DAWN), e me<strong>di</strong>ante lo sviluppo <strong>di</strong> modelli fisici analitici e simulazioni<br />

numeriche. Di particolare rilievo la partecipazione del gruppo <strong>di</strong> Planetologia alla missione GAIA<br />

per quanto riguarda l'analisi delle osservazioni <strong>di</strong> asteroi<strong>di</strong>, con <strong>di</strong>rette responsabilità del gruppo<br />

torinese nella preparazione delle procedure <strong>di</strong> riduzione ed interpretazione dati sia a livello <strong>di</strong><br />

algoritmi che del software relativo. È degno <strong>di</strong> nota anche il coinvolgimento nelle attività <strong>di</strong> due<br />

Working Groups della Commissione 15 dell'IAU al fine <strong>di</strong> trovare una soluzione ad alcuni<br />

problemi specifici che riguardano l'interpretazione dei dati osservativi degli asteroi<strong>di</strong>, in particolare<br />

il problema della scarsa precisione delle magnitu<strong>di</strong>ni assolute, e la calibrazione delle relazioni tra<br />

l'albedo e i parametri osservativi polarimetrici. Si sottolinea l'unicità in Italia <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong><br />

ricerca così onnicomprensivo avente come oggetto i corpi minori del Sistema Solare.<br />

Oltre ad uno stu<strong>di</strong>o del gra<strong>di</strong>ente <strong>di</strong> composizione della componente solida del materiale<br />

protoplanetario me<strong>di</strong>ante osservazioni <strong>di</strong> corpi minori originati a <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>stanze eliocentriche,<br />

continuerà anche l'attività <strong>di</strong> scoperta e stu<strong>di</strong>o dei crateri da impatto sulla superficie della Terra<br />

con l'organizzazione <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>zioni scientifiche <strong>di</strong> ricognizione in loco delle strutture sospette, e<br />

5


la determinazione della frequenza degli eventi fireball (eventi meteorici particolarmente<br />

energetici), con lo sviluppo anche <strong>di</strong> sensori appositamente progettati per questo scopo.<br />

Fisica Solare<br />

Stu<strong>di</strong>o del vento solare e dei processi <strong>di</strong> accelerazione in corona<br />

Gli obiettivi principali della ricerca in fisica solare sono quelli <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare i) i processi fisici alla<br />

base dell’accelerazione del vento coronale, in regime sia <strong>di</strong> bassa che <strong>di</strong> alta velocità, e ii) i processi<br />

che portano al non-equilibrio dei campi magnetici coronali a larga-scala, determinando così<br />

l’espulsione <strong>di</strong> plasma dal Sole in forma <strong>di</strong> coronal mass ejections. Queste ricerche sono state rese<br />

possibili dalla spettroscopia ultravioletta della corona più esterna che ha avuto inizio con il lancio <strong>di</strong><br />

SOHO nel 1995, grazie all’Ultraviolet Coronagraph Spectrometer (UVCS) alla cui realizzazione ha<br />

attivamente partecipato il gruppo <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>. Essendo un campo <strong>di</strong> indagine nuovo molte sono state<br />

le scoperte fondamentali a cui ha contribuito il gruppo <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>, che ha anche contribuito allo<br />

sviluppo <strong>di</strong> nuovi co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>agnostici per l’interpretazione dell’emissione <strong>di</strong> risonanza e dell’effetto<br />

<strong>di</strong> Doppler <strong>di</strong>mming in corona.<br />

Sviluppo <strong>di</strong> strumentazione spaziale coronografica per la misura dell’elio e del campo magnetico<br />

coronale<br />

L’esperienza acquisita dal gruppo <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> in campo strumentale e <strong>di</strong> operazione <strong>di</strong> strumenti<br />

spaziali, unitamente ai risultati delle ricerche in corso effettuate con i dati dell’UVCS, hanno portato<br />

alla formulazione <strong>di</strong> nuovi obiettivi scientifici, cruciali per la comprensione della fisica della corona<br />

solare, quali quello <strong>di</strong> misurare l’abbondanza e la velocità dell’elio in corona e nel vento solare e del<br />

campo magnetico coronale. Le caratteristiche dell’elio in corona sono ancora sconosciute, pur<br />

essendo l’elio la seconda componente, come importanza, della corona e del vento solare. Non<br />

esistono d’altronde misure <strong>di</strong> campo magnetico in corona, che sarà possibile attraverso la tecnica<br />

<strong>di</strong>agnostica dell’effetto Hanle.<br />

Al fine <strong>di</strong> misurare l’abbondanza e la velocità <strong>di</strong> espansione dell’elio della corona solare sono stati<br />

concepiti due nuovi strumenti spaziali: il prototipo SCORE (Soun<strong>di</strong>ng-rocket Coronagraphic<br />

Experiment), in via <strong>di</strong> realizzazione e che verrà lanciato nel 2007 in volo suborbitale nell’ambito del<br />

programma tecnologico della NASA de<strong>di</strong>cato all’iniziativa Living With a Star, ed il coronografo<br />

CIAO (Coronal Imaging Advanced Observations), inserito dall’Agenzia Spaziale Europea nello<br />

stu<strong>di</strong>o tecnico <strong>di</strong> interfaccia con l’Heat Shield della sonda Solar Orbiter, a seguito della propostalettera<br />

<strong>di</strong> intenti inviata all’ESA nel settembre del 2006. Il coor<strong>di</strong>namento dei progetti SCORE e<br />

CIAO è responsabilità del gruppo <strong>di</strong> Fisica Solare dell’<strong>Osservatorio</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>. Per mezzo <strong>di</strong><br />

soluzioni tecnologicamente innovative i coronografi SCORE e CIAO potranno osservare la corona<br />

sia nel visibile che in righe ultraviolette dell’idrogeno, HI 1216 Å, e dell’elio, He II 304 Å,<br />

attraverso un unico canale coronografico, in quanto il cammino ottico della luce visibile ed<br />

ultravioletta è separato solo a livello dei rivelatori. Questa strumentazione è anche concepita per<br />

osservare la corona in modo continuo dal bordo solare verso l’esterno, in modo da poter tracciare le<br />

coronal mass ejections fin dal momento in cui si crea la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> non-equilibrio dei campi<br />

magnetici che presumibilmente ha origine nella bassa corona. Attualmente infatti i coronografi<br />

spaziali, sia nel visibile che in ultravioletto, non sono in grado <strong>di</strong> osservare la corona senza<br />

soluzione <strong>di</strong> continuità spaziale, per cui la fase iniziale dei fenomeni <strong>di</strong> eruzione è <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile<br />

interpretazione. Nella stessa linea <strong>di</strong> sviluppo il gruppo <strong>di</strong> Fisica Solare sta partecipando alla<br />

definizione dei requisiti scientifici e del concetto del coronografo ultravioletto per la misura<br />

dell’emissione della Lyman α dell’idrogeno per la missione cinese KUAFU, espressamente<br />

de<strong>di</strong>cata alla scienza dello Space Weather.<br />

6


Al fine <strong>di</strong> misurare il campo magnetico coronale il gruppo <strong>di</strong> Fisica Solare <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> parteciperà<br />

allo sviluppo del sistema <strong>di</strong> polarimetria UV per il coronografo LYOT del satellite franco-cinese<br />

SMESE (SMall Explorer for Solar Eruptions). La missione SMESE è in fase <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.<br />

I dati che supportano il lavoro scientifico in fisica solare sono raccolti nell’archivio a lungo termine<br />

<strong>di</strong> SOHO (SOLAR), autorizzato dall’ESA, che contiene le osservazioni <strong>di</strong> tutti i 12 strumenti <strong>di</strong><br />

SOHO accessibili on-line, e viene continuamente aggiornato. SOLAR è già attualmente parte<br />

dell’archivio virtuale SOLARNET ed è un nodo dell’European Grid for Solar Observations.<br />

Tecnologia e Strumentazione: Interferometria<br />

L’attività <strong>di</strong> sviluppo strumentale ed utilizzo astrofisico delle tecniche interferometriche, rese<br />

accessibili dall’ottica adattiva applicata ai gran<strong>di</strong> telescopi, ha condotto l’<strong>Osservatorio</strong><br />

all’eccellenza internazionale, soprattutto per il VLTI ESO, che offre all’Europa un’opportunità <strong>di</strong><br />

leadership mon<strong>di</strong>ale per interferometria nel vicino IR. In prospettiva, ci aspettiamo <strong>di</strong> migliorare<br />

ulteriormente la collaborazione nazionale ed internazionale nel settore, e <strong>di</strong> contribuire alla<br />

strumentazione e alle osservazioni del Large Binocular Telescope (LBT), che fornirà un accesso<br />

privilegiato alla comunità italiana. L’<strong>Osservatorio</strong> ha partecipato (Work Package 1.2, Cophasing<br />

and Fringe Tracking) al progetto JRA4 – 6th Framework Program – EU. Inoltre, ha contribuito sia<br />

al primo (FINITO) che al secondo (PRIMA FSU) sensore <strong>di</strong> frangia per la stabilizzazione delle<br />

osservazioni VLTI, ricavando sia esperienza che tempo osservativo garantito. Sono state effettuate<br />

le prime osservazioni interferometriche <strong>di</strong> asteroi<strong>di</strong>.<br />

Il progetto biennale <strong>di</strong> ricerca INAF 2005 “Interferometria infrarossa: ottimizzazione <strong>di</strong> osservazioni<br />

astrofisiche”, comprendente gli Osservatori <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>, Arcetri, Roma e Catania, ed il<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Astronomia dell’Università <strong>di</strong> Padova, con obiettivi sia tecnologici che astrofisici, è<br />

stato approvato. Il team sta partecipando alle cordate internazionali in risposta ai ban<strong>di</strong> ESO per gli<br />

stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> fase A degli strumenti <strong>di</strong> seconda generazione per VLTI, per combinazione da quattro a sei<br />

telescopi. I principali risultati attesi sono: i) l’identificazione <strong>di</strong> concetti strumentali ed osservativi<br />

avanzati <strong>di</strong> interesse per VLTI e LBT; ii) la crescita ulteriore del gruppo nazionale, per i futuri<br />

sviluppi scientifici e tecnologici internazionali (VLTI, LBT, GENIE, DARWIN/TPF).<br />

Tecnologia e Strumentazione: Coronografia Spaziale<br />

Obbiettivo principale è quello della realizzazione del coronografo SCORE nell’ambito del<br />

programma HERSCHEL della NASA. Il programma HERSCHEL è in collaborazione con il Naval<br />

Research Laboratory, US. SCORE è lo strumento <strong>di</strong> HERSCHEL <strong>di</strong> responsabilità italiana e verrà<br />

lanciato nel 2007 in volo suborbitale. Il coor<strong>di</strong>namento dell’esperimento, che è condotto in<br />

collaborazione con le Università <strong>di</strong> Firenze, Padova e Pavia, è presso l’<strong>Osservatorio</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>.<br />

L’obiettivo <strong>di</strong> SCORE, oltre a quello scientifico <strong>di</strong> osservare per la prima volta l'emissione spettrale<br />

EUV (30.4 nm) dell'elio in corona per determinarne l’abbondanza, è quello <strong>di</strong> convalidare un<br />

<strong>di</strong>segno altamente innovativo <strong>di</strong> telescopio che usa specchi multibanda per operare dall'estremo UV<br />

al visibile con le medesime ottiche. Il coronografo verrà collaudato nella facility OPSys, sviluppata<br />

appositamente, che comprende un tank a vuoto per la caratterizzazione della luce <strong>di</strong>ffusa<br />

strumentale. Lo sviluppo, calibrazione e test del coronografo <strong>di</strong> SCORE sono finalizzati ad<br />

accumulare esperienza per la progettazione e, sperabilmente, la realizzazione del coronografo CIAO<br />

che sarà proposto per la missione Solar Orbiter, che costituisce l’obiettivo strumentale principale a<br />

7


lungo termine, e possibilmente, sempre nella stessa linea, del coronografo della missione cinese<br />

KUAFU.<br />

Sempre in campo coronografico è in atto la partecipazione alla missione tecnologica dell’ESA<br />

ASPIICS, che prevede un coronografo formato da due satelliti in formazione <strong>di</strong> volo. La<br />

partecipazione italiana consisterà nello sviluppo del sotto-sistema per l’analisi spettroscopica della<br />

riga coronale del Fe XIV attraverso un Fabry-Perot a scansione, che rappresenta una interessante<br />

sfida dal punto <strong>di</strong> vista tecnologico.<br />

Obiettivi tecnologici <strong>di</strong> supporto alla coronografia spaziale sono inoltre gli sviluppi <strong>di</strong>: i) elettroottiche<br />

a cristalli liqui<strong>di</strong> per polarimetria e spettroscopia visibile, e ii) reticoli a passo variabile con<br />

multilayer per spettrometria a immagini nell'UV. Nella banda del visibile, elettro-ottiche a cristalli<br />

liqui<strong>di</strong> permettono <strong>di</strong> modulare segnali polarimetrici senza utilizzare meccaniche <strong>di</strong> rotazione dei<br />

polarizzatori. Nella banda dell'UV, lo sviluppo <strong>di</strong> reticoli a passo variabile, altamente stigmatici sia<br />

spettralmente che spazialmente, elimimano la necessità negli spettrometri <strong>di</strong> meccanismi <strong>di</strong><br />

rotazione del reticolo. L’assenza <strong>di</strong> meccanismi rende <strong>di</strong> gran lunga più affidabile la strumentazione<br />

spaziale, soprattutto se innovativa.<br />

Facility <strong>di</strong> Calibrazione <strong>di</strong> Strumenti Spaziali<br />

L’<strong>Osservatorio</strong> <strong>Astronomico</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> è impegnato in un progetto triennale iniziato nel 2006 per lo<br />

sviluppo <strong>di</strong> un impianto d’avanguar<strong>di</strong>a per la calibrazione <strong>di</strong> strumentazione ottica spaziale (Optical<br />

Payload Systems – OPSys). La facility OPSys verrà inizialmente sviluppata ed usata per le<br />

calibrazioni del telescopio spaziale SCORE. Tuttavia, la facility sarà <strong>di</strong>segnata in modo tale da poter<br />

essere utilizzata in maniera flessibile per la calibrazione <strong>di</strong> strumentazioni ottiche spaziali.<br />

Oltre alle linee <strong>di</strong> ricerca principali sopra in<strong>di</strong>cate esiste un filone <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> ricerca che si<br />

focalizza sullo stu<strong>di</strong>o dell’evoluzione chimica della galassia.<br />

3. ATTIVITA’ DI RICERCA SVOLTA NEL 2006<br />

Astrofisica del Plasma ed Extragalattica<br />

Plasmi astrofisici: teoria, simulazioni numeriche ed applicazioni<br />

Dinamica dei <strong>di</strong>schi <strong>di</strong> accrescimento e dei getti Per quanto riguarda i <strong>di</strong>schi <strong>di</strong> accrescimento si<br />

sono stu<strong>di</strong>ati i processi <strong>di</strong> trasporto o <strong>di</strong> estrazione <strong>di</strong> momento angolare sia attraverso lo sviluppo <strong>di</strong><br />

instabilità, come quella magnetorotazionale (MRI), sia attraverso la formazione <strong>di</strong> outflows. Inoltre<br />

si è analizzata in dettaglio la <strong>di</strong>namica <strong>di</strong> vortici in <strong>di</strong>schi <strong>di</strong> accrescimento. Per quanto riguarda i<br />

getti, si è stu<strong>di</strong>ato il processo <strong>di</strong> formazione e <strong>di</strong> collimazione, svolgendo un programma <strong>di</strong><br />

simulazioni numeriche che utilizza la tecnica della griglia adattiva (Adaptive Mesh Refinment).<br />

L'uso <strong>di</strong> questa tecnica è dettato dalla necessità <strong>di</strong> mantenere una buona risoluzione sul getto e sul<br />

<strong>di</strong>sco che si stanno evolvendo <strong>di</strong>namicamente, considerando nel contempo un vasto dominio <strong>di</strong><br />

integrazione. Le simulazioni svolte possono raggiungere una risoluzione più alta <strong>di</strong> quelle<br />

pubblicate in letteratura. L'utilizzo <strong>di</strong> una risoluzione adeguata è un elemento fondamentale al fine<br />

<strong>di</strong> ottenere risultati corretti. Infatti, la formazione <strong>di</strong> un flusso stazionario richiede la presenza <strong>di</strong><br />

effetti <strong>di</strong>ssipativi. Gli effetti resistivi possono essere legati alla risoluzione numerica e si è messo in<br />

rilievo come soluzioni a bassa risoluzione, come quelle finora presentate in letteratura, possedendo<br />

8


un'alta <strong>di</strong>ffusione numerica, presentino le caratteristiche delle soluzioni ad alta resistività e non<br />

possano catturare tutta la gamma dei possibili comportamenti del getto. Si è inoltre messo in rilievo<br />

come soluzioni a più bassa resistività presentino una <strong>di</strong>namica più instabile, mentre soluzioni a più<br />

alta resistività permettano <strong>di</strong> raggiungere configurazioni quasi stazionarie. Il rapporto tra flusso <strong>di</strong><br />

massa in accrescimento e flusso <strong>di</strong> massa espulso nel getto viene perciò a <strong>di</strong>pendere in maniera<br />

sensibile dal parametro <strong>di</strong> resistività<br />

Dinamica dei vortici Per quanto riguarda la <strong>di</strong>namica dei vortici, si è mostrato che gli effetti non<br />

lineari possono portare ad una stabilizzazione dei vortici, altrimenti <strong>di</strong>strutti dal forte shear del<br />

flusso kepleriano, mantenendoli in maniera quasi permanente. Risulta che le proprietà del vortice<br />

stabile e permanente <strong>di</strong>pendono unicamente dalle proprietà locali del <strong>di</strong>sco e non dalla<br />

configurazione iniziale. E' importante stu<strong>di</strong>are le <strong>di</strong>mensioni dei vortici stabili, in quanto, se sono<br />

più piccole dell'altezza scala del <strong>di</strong>sco, gli effetti tri<strong>di</strong>mensionali <strong>di</strong>ventano importanti e possono<br />

<strong>di</strong>struggere il vortice. Si è mostrato che le <strong>di</strong>mensioni del vortice relative all'altezza scala del <strong>di</strong>sco<br />

aumentano con il <strong>di</strong>minuire della velocità del suono. Si è inoltre <strong>di</strong>mostrato come la generazione <strong>di</strong><br />

onde <strong>di</strong> densità produca shocks stazionari collegati al vortice che possono contrastare la<br />

<strong>di</strong>ssipazione del vortice generando vorticità. La formazione degli shocks può essere osservata solo<br />

con simulazioni ad altissima risoluzione, quali quelle svolte dal gruppo <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>.<br />

Dischi <strong>di</strong> accrescimento Si è anche iniziato uno stu<strong>di</strong>o dell'instabilità magnetorotazionale (MRI).<br />

Simulazioni numeriche bi<strong>di</strong>mensionali hanno evidenziato, durante l'evoluzione dell'instabilità,<br />

l'esistenza <strong>di</strong> quattro stati fondamenteli in cui il trasporto <strong>di</strong> momento angolare può essere altamente<br />

efficiente oppure praticamente assente. L'evoluzione dell'instabilità consiste quin<strong>di</strong> in cambiamenti<br />

<strong>di</strong>namici tra questi quattro stati fondamentali. Quin<strong>di</strong> durante l'evoluzione si osserva una forte<br />

variabilità dell'efficienza del trasporto determinata dalle transizioni tra questi stati. Questo può<br />

essere importante per l'interpretazione delle simulazioni tri<strong>di</strong>mensionali che mostrano analogamente<br />

un andamento molto variabile dell'efficienza del trasporto <strong>di</strong> momento angolare, con picchi che si<br />

alternano a fasi <strong>di</strong> basso trasporto.<br />

Si è inoltre lavorato allo sviluppo del co<strong>di</strong>ce PLUTO, in particolare sull’introduzione <strong>di</strong> effetti<br />

<strong>di</strong>ssipativi e ra<strong>di</strong>ativi. Per quanto riguarda quest’ultimo punto si è sviluppato un sofisticato modello<br />

ra<strong>di</strong>ativo in cui viene seguita l'evoluzione temporale <strong>di</strong> 23 specie. Questo modello verrà impiegato<br />

nello stu<strong>di</strong>o della struttura <strong>di</strong> shocks bi<strong>di</strong>mensionali in getti stellari. Si è inoltre messa a punto una<br />

tecnica per la determinazione del passo temporale, in presenza <strong>di</strong> per<strong>di</strong>te ra<strong>di</strong>ative e con griglia<br />

adattiva, che permette un notevole guadagno nel tempo <strong>di</strong> calcolo.<br />

Nuclei Galattici Attivi: osservazioni e interpretazione teorica<br />

Nel 2006 si è conclusa l'analisi dei risultati della campagna multifrequenza (dalle frequenze ra<strong>di</strong>o ai<br />

raggi X) organizzata dal Whole Earth Blazar Telescope (WEBT) sul blazar AO 0235+164, che si è<br />

avvalsa <strong>di</strong> tre puntamenti del satellite XMM-Newton. In tutto il periodo considerato (2003-2005) la<br />

sorgente è rimasta debole a tutte le lunghezze d'onda, e questo ha permesso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare nella sua<br />

<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> energia spettrale un bump nella regione ultravioletto/raggi X soffici, la cui origine<br />

potrebbe anche essere termica, in analogia con l'emissione da <strong>di</strong>sco termico <strong>di</strong> altri AGN. Questa<br />

interpretazione sarebbe avallata dalla possibile rivelazione della riga del Fe Kα in un paio <strong>di</strong> spettri<br />

X. Sono stati inoltre stu<strong>di</strong>ati spettri ottici <strong>di</strong> questa sorgente ottenuti ai telescopi VLT e TNG,<br />

<strong>di</strong>scutendo l'origine della ra<strong>di</strong>azione che stimola l'emissione <strong>di</strong> righe larghe e la possibilità che le<br />

variazioni <strong>di</strong> flusso siano dovute a microlensing.<br />

Nel 2006 è proseguita la campagna osservativa multifrequenza WEBT sul blazar 3C 454.3, che ha<br />

ottenuto tempo osservativo XMM-Newton. I primi 2 puntamenti sono stati effettuati nel luglio e<br />

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<strong>di</strong>cembre 2006. Sono stati riportati in letteratura i dati ottenuti durante lo straor<strong>di</strong>nario outburst<br />

ottico della primavera-estate 2005. L'analisi <strong>di</strong> correlazione tra i flussi ottico e ra<strong>di</strong>o ha permesso <strong>di</strong><br />

formulare un'interpretazione geometrica delle variazione <strong>di</strong> flusso osservate negli ultimi anni.<br />

Si è ottenuto tempo osservativo nel prossimo ciclo <strong>di</strong> osservazioni XMM-Newton per tre <strong>di</strong>versi<br />

programmi, <strong>di</strong> cui uno presentato in veste <strong>di</strong> PI.<br />

Ra<strong>di</strong>o Galassie Si sono analizzate osservazioni <strong>di</strong> Chandra <strong>di</strong> due campioni <strong>di</strong> galassie early-type. Il<br />

primo è formato da ra<strong>di</strong>o galassie FRI classiche <strong>di</strong> bassa luminosità dal catalogo 3C, il secondo<br />

include oggetti che raggiungono livelli <strong>di</strong> luminosità ra<strong>di</strong>o così bassi come 10E36 erg/s, ma con<br />

proprietà della galassia ospite simili. Dati <strong>di</strong> HST e Chandra sono stati usati per isolare la loro<br />

emissione nucleare ottica ed X. Si è <strong>di</strong>mostrato che esistono forti correlazioni tra le luminosità<br />

nucleari nelle bande ra<strong>di</strong>o, ottica e X, che si estendono su 6 or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> grandezza per entrambi i<br />

campioni. Questo supporta l'interpretazione <strong>di</strong> una comune origine non termica dell'emissione<br />

nucleare a banda larga in questi AGN ra<strong>di</strong>o-loud.<br />

Strutture galattiche e cosmologiche: teoria, simulazioni numeriche ed applicazioni<br />

Sono state analizzate le simulazioni numeriche eseguite all'interno <strong>di</strong> un progetto approvato dal<br />

CINECA nel 2005, descriventi l'impatto della presenza del gas in <strong>di</strong>schi immersi in una cosmologia<br />

Lambda-CDM. Le simulazioni sono state eseguite con il co<strong>di</strong>ce Nbody-SPH Gadget-2 e l'analisi<br />

ha mostrato che in <strong>di</strong>schi autogravitanti esiste una soglia critica per la frazione <strong>di</strong> gas collegata<br />

all'inibizione della instabilità <strong>di</strong> barra.<br />

Sono state analizzate simulazioni SPH <strong>di</strong> collisioni tra galassie e conseguente generazione <strong>di</strong><br />

galassie ad anello. E' stato evidenziato il ruolo della triassialità dell'alone <strong>di</strong> dark matter e della<br />

viscosità del gas nella formazione <strong>di</strong> queste strutture peculiari.<br />

Grazie all'approvazione <strong>di</strong> un nuovo progetto da parte del CINECA, sono state inoltre eseguite<br />

nuove simulazioni <strong>di</strong> galassie a <strong>di</strong>sco in cosmologia allo scopo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are l'impatto della<br />

formazione stellare sull'instabilità <strong>di</strong> barra. L'analisi <strong>di</strong> queste simulazioni è attualmente in corso.<br />

Alla fine del 2006 il CINECA ha infine approvato il nuovo progetto: ‘Simulations of <strong>di</strong>sk galaxies<br />

in a cosmological framework: the impact of the central black hole’. Questo progetto prevede nuove<br />

simulazioni numeriche per lo stu<strong>di</strong>o delle galassie barrate, che saranno effettuate nel 2007.<br />

Astrometria teorica e sperimentale<br />

Struttura della Via Lattea e formazione galattica per mezzo <strong>di</strong> surveys all-sky<br />

E’ stato completato e pubblicato il primo catalogo <strong>di</strong> Nane Bianche <strong>di</strong> alone per la stima del<br />

contributo <strong>di</strong> questi oggetti alla quantità <strong>di</strong> massa ‘oscura’ nella Galassia nelle vicinanze del Sole.<br />

Grazie al contributo dell’INAF finalizzato ad includere il GSC2 nel VOBS Italiano, l’OATo<br />

possiede attualmente una copia <strong>di</strong> gran parte delle scansioni originali (non compresse) dell’archivio<br />

immagini utilizzato per la realizzazione del Data Base (l’operazione iniziata nel 2006 verrà<br />

completata nei primi mesi del 2007). Inoltre è stato possibile effettuare un’attività <strong>di</strong> QA che ha<br />

permesso <strong>di</strong> scoprire l’esistenza <strong>di</strong> un piccolo errore sistematico (dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 1/10 <strong>di</strong> pixel),<br />

ininfluente per le operazioni dell’HST (uso primario del catalogo GSC2), ma la cui eliminazione (la<br />

causa è stata in<strong>di</strong>viduata) permetterà <strong>di</strong> migliorare sensibilmente l’accuratezza dei moti propri del<br />

GSC2 che verranno rilasciati nel 2007.<br />

Astrometria <strong>di</strong> alta precisione<br />

Missione Gaia<br />

1) Si è partecipato alla preparazione della proposta europea DPAC in risposta alla call dell’ESA<br />

10


per la formazione del consorzio per la riduzione dei dati della missione Gaia. Le responsabilità<br />

includevano: quella <strong>di</strong> co-e<strong>di</strong>tor, e della stesura delle sezioni: modello relativistico, modello<br />

strumentale, rilevazione e misura <strong>di</strong> asteroi<strong>di</strong>, astrometric verification, pianeti extrasolari. Inoltre, l’<br />

OATo, in quanto sede del PI della partecipazione Italiana, ha coor<strong>di</strong>nato tutta l’attività per<br />

l’elaborazione dei contributi Italiani.<br />

2) Si è tenuto il kick-off dell’attività delle varie Development Units <strong>di</strong> cui gli astronomi dell’OATo<br />

sono responsabili e si è partecipato ai <strong>di</strong>versi meetings <strong>di</strong> inizio attività nelle varie se<strong>di</strong> Europee<br />

coinvolte (Barcellona, Parigi, ESTEC, CNES, ESAC-Vilspa, Atene, ecc.).<br />

3) E’ stato realizzato l’esperimento ‘’One million stars’’ con macchina SGI (architettura Shared<br />

Memory) che ha permesso <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare in un caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni realistiche l’applicabilità del<br />

nostro modello PPN-RAMOD alla ricostruzione della sfera Gaia.<br />

4) E’ stato completato il modello relativistico Padova-<strong>Torino</strong> (RAMOD) per la ricostruzione della<br />

sfera celeste <strong>di</strong> Gaia. Sono continuate le ricerche per la misura sempre più realistica delle<br />

potenzialità <strong>di</strong> GAREX, l’esperimento <strong>di</strong>fferenziale con le osservazioni Gaia per la misura <strong>di</strong>retta<br />

del contributo del momento <strong>di</strong> quadrupolo <strong>di</strong> Giove alla deflessione della luce.<br />

Fisica dei corpi minori del sistema solare<br />

Stu<strong>di</strong>o delle proprietà fisiche dei corpi minori del Sistema Solare<br />

Osservazioni polarimetriche <strong>di</strong> asteroi<strong>di</strong> della fascia principale e <strong>di</strong> tipo near-Earth Da tempo il<br />

gruppo torinese ha accesso garantito all’utilizzo del fotopolarimetro per osservazioni simultanee in<br />

5 colori (UBVRI) costruito dall'<strong>Osservatorio</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> e installato al telescopio da 2.15 metri<br />

dell'<strong>Osservatorio</strong> <strong>di</strong> El Leoncito (San Juan, Argentina). Questo strumento ha permesso al gruppo<br />

torinese <strong>di</strong> stimolare la rinascita della polarimetria quale tecnica <strong>di</strong> indagine per ricavare parametri<br />

fisici fondamentali, quali albedo e <strong>di</strong>mensioni complessive, degli oggetti. L'indagine si è<br />

concentrata sulla rideterminazione, in maniera in<strong>di</strong>pendente e più precisa, delle albedo <strong>di</strong> asteroi<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni inferiori a 50 km, ricavate in precedenza sulla base <strong>di</strong> osservazioni IR dal satellite<br />

IRAS, al fine <strong>di</strong> verificare se la <strong>di</strong>versa <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> albedo IRAS per oggetti maggiori e minori<br />

<strong>di</strong> 50 km, è reale (se confermata avrebbe implicazioni importanti per la comprensione<br />

dell'inventario, della storia termica e collisionale e delle proprietà fisiche della popolazione<br />

complessiva). La ricerca, focalizzata sulla <strong>di</strong>stribuzione degli oggetti, poco osservati, <strong>di</strong> albedo<br />

bassa, ha portato alla scoperta dell'esistenza <strong>di</strong> un asteroide, 234 Barbara, che esibisce proprietà<br />

polarimetriche quasi uniche, aprendo così ora nuovi scenari <strong>di</strong> ricerca, dato che questo oggetto<br />

appartiene ad un tipo tassonomico raro (Ld). Si è inoltre contribuito ad evidenziare l'esistenza <strong>di</strong><br />

proprietà polarimetriche inusuali anche per gli asteroi<strong>di</strong> primitivi, appartenenti alla classe F. Le<br />

osservazioni hanno poi consentito <strong>di</strong> escludere, almeno per oggetti <strong>di</strong> albedo me<strong>di</strong>a e bassa,<br />

l'esistenza in opposizione quasi perfetta dal Sole <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> incremento <strong>di</strong> polarizzazione (che,<br />

proposti da altri autori, avrebbero implicazioni rilevanti per la comprensione dei fenomeni <strong>di</strong><br />

scattering della luce solare sulle superfici solide degli asteroi<strong>di</strong>).<br />

Riguardo agli oggetti near-Earth, infine, si sono effettuate le uniche osservazioni polarimetriche<br />

esistenti per l'asteroide 25143 Itokawa, obiettivo della missione spaziale giapponese Hayabusa, e se<br />

ne è dedotto con largo anticipo sul rendez-vous il valore dell'albedo superficiale.<br />

Più <strong>di</strong> recente, me<strong>di</strong>ante tempo <strong>di</strong> osservazione al telescopio VLT dell'ESO, si sono ottenute le<br />

prime stime atten<strong>di</strong>bili dell'albedo, e delle <strong>di</strong>mensioni, dell'asteroide 99942 Apophis, che è un<br />

oggetto estremamente interessante data la probabilità non nulla <strong>di</strong> un impatto con la Terra a partire<br />

dall'anno 2036. I risultati in<strong>di</strong>cano che le <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> Apophis sembrano essere leggermente<br />

inferiori rispetto a quanto inizialmente ritenuto, ma non in misura tale da rendere significativamente<br />

inferiore la pericolosità potenziale <strong>di</strong> questo oggetto.<br />

11


Durante l'ultima assemblea generale dell'Unione Astronomica Internazionale, nell'estate del 2006, il<br />

problema della calibrazione dei parametri polarimetrici è stato sollevato in sede <strong>di</strong> Commissione 15,<br />

e si è deciso <strong>di</strong> costituire dei gruppi <strong>di</strong> lavoro per stu<strong>di</strong>are questo problema e quello correlato della<br />

scarsa accuratezza con cui si conoscono le magnitu<strong>di</strong>ni assolute degli asteroi<strong>di</strong> <strong>di</strong> più recente<br />

scoperta. L’interesse al problema è stato in gran parte stimolato e determinato dall'intervento <strong>di</strong><br />

membri del gruppo torinese, a cui appartiene il nuovo vicepresidente della Commissione 15.<br />

Stu<strong>di</strong>o delle proprietà superficiali degli oggetti near-Earth me<strong>di</strong>ante osservazioni ra<strong>di</strong>ometriche<br />

nell'Infrarosso termico Nel campo della ra<strong>di</strong>ometria termica, si sono analizzati i dati ra<strong>di</strong>ometrici<br />

ottenuti in una serie <strong>di</strong> campagne <strong>di</strong> osservazione me<strong>di</strong>ante i telescopi dell'ESO ed il telescopio<br />

Keck da 10 m nelle isole Hawaii, al fine <strong>di</strong> ricavare una stima dell'inerzia termica superficiale degli<br />

asteroi<strong>di</strong> near-Earth. Questo parametro determina l'efficienza dell’effetto Yarkovsky, un processo<br />

<strong>di</strong> emissione termica che induce una deriva sistematica del semiasse maggiore orbitale, e che è<br />

ritenuto fondamentale per comprendere l'evoluzione orbitale degli oggetti near-Earth e i<br />

meccanismi <strong>di</strong> trasferimento dalla fascia principale. I risultati della ricerca sono stati presentati in<br />

via preliminare al congresso della Divisione per le Scienza planetarie della Società Astronomica<br />

Americana, e più recentemente sono stati sottomessi per la pubblicazione sulla rivista Icarus. In<br />

particolare, si è trovato che l'effetto Yarkovsky dovrebbe essere alquanto meno efficiente <strong>di</strong> quanto<br />

ritenuto in precedenza da <strong>di</strong>versi autori.<br />

Sviluppo <strong>di</strong> un concetto <strong>di</strong> osservatorio spaziale de<strong>di</strong>cato alla caratterizzazione fisica degli oggetti<br />

near-Earth a alla scoperta <strong>di</strong> oggetti con orbita interna rispetto a quella della Terra.<br />

Va menzionato lo stu<strong>di</strong>o per un osservatorio spaziale <strong>di</strong> oggetti near-Earth per la caratterizzazione<br />

fisica e la scoperta <strong>di</strong> oggetti interni all'orbita della Terra. Questo progetto ha mostrato come un<br />

telescopio spaziale in grado <strong>di</strong> osservare sia nel visibile che nel vicino IR termico (intorno a 10<br />

micron) sarebbe un complemento ideale per i telescopi terrestri <strong>di</strong> prossima generazione che<br />

saranno de<strong>di</strong>cati a surveys sistematiche del cielo alla ricerca <strong>di</strong> oggetti potenzialmente pericolosi per<br />

la Terra.<br />

Fisica Solare<br />

Vento solare Nell’ambito della ricerca de<strong>di</strong>cata allo stu<strong>di</strong>o della corona e del vento solare al minimo<br />

<strong>di</strong> attività, sono state approfon<strong>di</strong>te le indagini sulle sorgenti ed i processi <strong>di</strong> accelerazione del vento<br />

solare lento, nelle regioni coronali a bassa latitu<strong>di</strong>ne, e veloce, in corrispondenza dei buchi coronali<br />

polari, attraverso l'analisi <strong>di</strong> dati ottenuti con lo strumento UVCS <strong>di</strong> SOHO.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o del vento lento tiene conto per la prima volta della topologia magnetica coronale,<br />

estrapolata in base ad un modello magnetoidro<strong>di</strong>namico (MHD) tri<strong>di</strong>mensionale utilizzato sia per<br />

definire lo streamer boundary, sia per ricavare il flusso <strong>di</strong> massa lungo i tubi <strong>di</strong> flusso che collegano<br />

le regioni coronali e l'eliosfera. I risultati dell'analisi hanno permesso <strong>di</strong> confermare<br />

l’identificazione delle sorgenti del vento solare lento che risultano essere localizzate all’esterno<br />

degli streamers, nella regione con linee <strong>di</strong> campo magnetico aperte, e <strong>di</strong> definire l’abbondanza<br />

dell’ossigeno del vento lento in corona.<br />

Si è proseguito lo stu<strong>di</strong>o delle proprietà <strong>di</strong>namiche del vento solare veloce nelle regioni coronali<br />

polari determinando la sua velocità fino a 5 raggi solari, dove assume proprietà già molto vicine a<br />

quelle asintotiche. Si è inoltre determinato il grado <strong>di</strong> anisotropia della <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> velocità<br />

degli ioni OVI coronali che è l’in<strong>di</strong>ce più <strong>di</strong>retto delle proprietà del meccanismo <strong>di</strong> deposizione<br />

dell’energia che accelera il vento solare.<br />

12


Rotazione coronale Al fine <strong>di</strong> analizzare la lunga serie temporale <strong>di</strong> dati <strong>di</strong>sponibili nelle righe<br />

spettrali dell'ossigeno cinque volte inozzato (O5+) e dell'idrogeno neutro (H0), è stato sviluppato un<br />

co<strong>di</strong>ce che permette <strong>di</strong> ricostruire le mappe <strong>di</strong> Carrington dei parametri fisici della corona solare<br />

derivati dalle osservazioni <strong>di</strong> UVCS. Tali mappe hanno permesso <strong>di</strong> compiere uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

confronto, al minimo solare, tra la linea neutra ottenuta tramite estrapolazione potenziale dei campi<br />

magnetici fotosferici osservati dal Wilcox Solar Observatory e quella dedotta dalle mappe sinottiche<br />

coronali ottenute dai dati UVCS utilizzando la riga dell'Idrogeno neutro.<br />

La lunga serie temporale <strong>di</strong> dati è stata utilizzata per stu<strong>di</strong>are la rotazione della corona solare estesa<br />

in funzione della latitu<strong>di</strong>ne e della <strong>di</strong>stanza eliocentrica, nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> minimo del ciclo <strong>di</strong><br />

attività solare. I principali risultati <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o evidenziano che la corona solare, da 1.5 a 2.0<br />

raggi solari, tende a ruotare in modo più rigido e rapido rispetto alla fotosfera e presenta una leggera<br />

asimmetria tra la velocità <strong>di</strong> rotazione nell'emisfero nord rispetto a quello sud.<br />

Co<strong>di</strong>ci per simulazione delle con<strong>di</strong>zioni coronali L'attività <strong>di</strong> ricerca è consistita nello stu<strong>di</strong>o<br />

dell'emissione coronale attesa nella riga dell'elio una volta ionizzato (He+). A questo scopo è stato<br />

sviluppato un co<strong>di</strong>ce per il calcolo dell'emissività coronale delle varie righe spettrali<br />

nell'ultravioletto tenendo conto delle componenti ra<strong>di</strong>ative e collisionali in funzione del modello<br />

coronale assunto. Il co<strong>di</strong>ce permette <strong>di</strong> calcolare anche le intensità attese approssimando il modello<br />

con una geometria sferica, mentre in futuro sarà sviluppato per consentire geometrie <strong>di</strong> maggiore<br />

complessità. Questo lavoro ha permesso <strong>di</strong> calcolare nelle righe spettrali dell'HI e dell'HeII i<br />

conteggi previsti per lo strumento Coronal Imaging Advanced Observations (CIAO) proposto<br />

all'ESA per la missione Solar Orbiter. Inoltre la possibilità <strong>di</strong> variare i parametri fisici coronali<br />

secondo il modello considerato ha permesso <strong>di</strong> mostrare come l'uso <strong>di</strong> immagini simultanee <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>verse righe spettrali nell'ultravioletto e nella luce bianca sia particolarmente promettente per la<br />

comprensione <strong>di</strong> problematiche tuttora aperte nella comprensione della struttura e della <strong>di</strong>namica<br />

della corona solare.<br />

Coronal mass ejections Lo stu<strong>di</strong>o delle Coronal Mass Ejections (CME) è un'altra linea <strong>di</strong> ricerca<br />

perseguita nell'ambito del gruppo <strong>di</strong> Fisica Solare. Le CMEs sono fenomeni che hanno origine<br />

dall’esplosione <strong>di</strong> strutture magneticamente confinate con conseguente espulsione <strong>di</strong> plasma, a<br />

velocità anche <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse migliaia <strong>di</strong> km/sec. Nel 2006, è stata avviata una collaborazione nel<br />

quadro del progetto UV Observations of CMEs: Catalog and Analysis della NASA sotto la<br />

responsabilità del Dr. John Raymond dello Smithsonian Astrophysical Observatory. Il progetto si<br />

propone <strong>di</strong> catalogare gli eventi transienti osservati dallo spettrometro UVCS dall'inizio della sua<br />

operatività (1996) e <strong>di</strong> analizzare in modo statistico le caratteristiche fisiche degli eventi. Nel primo<br />

anno <strong>di</strong> attività, il gruppo ha contribuito alla definizione della struttura del catalogo, allo sviluppo <strong>di</strong><br />

un co<strong>di</strong>ce per identificare gli eventi nei dati <strong>di</strong>sponibili e allo stu<strong>di</strong>o dei parametri osservativi utili<br />

per classificare gli eventi a seconda delle caratteristiche fisiche. Il catalogo, che nella versione finale<br />

conterrà molte centinaia <strong>di</strong> eventi, in versione preliminare sarà accessibile on-line alla comunità<br />

scientifica nel 2007.<br />

In linea con precedenti lavori del gruppo, sono stati utilizzati dati <strong>di</strong> UVCS/SOHO, integrati con<br />

osservazioni spettrali nella banda ra<strong>di</strong>o, per proseguire lo stu<strong>di</strong>o sulla relazione tra la <strong>di</strong>namica delle<br />

CMEs veloci e le onde d’urto coronali, rilevate tramite l’emissione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azione metrica <strong>di</strong> tipo II.<br />

In particolare, sono stati approfon<strong>di</strong>ti gli effetti dovuti all’accelerazione delle CMEs vicino alla<br />

superficie del Sole integrando le osservazioni <strong>di</strong> LASCO/SOHO con osservazioni ausiliarie <strong>di</strong><br />

strumenti che osservano la corona ad altezze inferiori ai due raggi solari. In un altro stu<strong>di</strong>o<br />

concernente la relazione tra CME e shock coronali, si è mostrato invece come il meccanismo che<br />

provoca l’emissione ra<strong>di</strong>o <strong>di</strong> tipo II, e dunque la sua frequenza iniziale, <strong>di</strong>penda in modo critico sia<br />

dalla velocità <strong>di</strong> Alfvén locale che dal tasso <strong>di</strong> riconnessione magnetica.<br />

13


Asse magnetico solare Sempre nell’ottica dell’integrazione <strong>di</strong> dati ra<strong>di</strong>o con osservazioni ausiliarie<br />

ottenute con gli strumenti a bordo della sonda SOHO è stato infine possibile, attraverso l’analisi e la<br />

modellazione <strong>di</strong> osservazioni ra<strong>di</strong>o-polarimetriche effettuate con l’ausilio del ra<strong>di</strong>o interferometro<br />

Very Large Array (VLA) del National Ra<strong>di</strong>o Astronomy Observatory (NRAO), ottenere<br />

informazioni sul campo magnetico globale del Sole (e sulle sue componenti multipolari) durante<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> minimo solare, ricavando in particolare un’accurata ed unica stima in corona<br />

dell’inclinazione dell’asse magnetico rispetto all’asse <strong>di</strong> rotazione solare.<br />

Comete E’ proseguito inoltre lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> comete osservate da UVCS ed in particolare della cometa<br />

C/2002 S2. Relativamente a quest'ultima sono stati presentati i primi risultati della simulazione<br />

numerica, ottenuta con il metodo <strong>di</strong> MonteCarlo, dell'emissione dell'Idrogeno neutro nel passaggio<br />

della cometa nel campo <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> UVCS, evidenziando come il confronto con le osservazioni porti<br />

a ipotizzare la presenza <strong>di</strong> più frammenti non osservabili con gli strumenti a bordo <strong>di</strong> SOHO quali<br />

UVCS e LASCO.<br />

Data Analysis Software Nel corso del 2006 è stata rilasciata una nuova versione del co<strong>di</strong>ce per<br />

l’analisi e la visualizzazione dei dati dello strumento UVCS, Data Analysis Software (DAS) V. 40,<br />

a cui ha contribuito in modo significativo il gruppo <strong>di</strong> fisica solare dell’<strong>Osservatorio</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> con<br />

programmi opportunamente sviluppati per la nuova calibrazione dei dati che tiene conto della<br />

variazione con il tempo delle caratteristiche strumentali, nuove procedure sono state incluse per<br />

migliorare l’interfaccia del co<strong>di</strong>ce e la visualizzazione dei dati. Inoltre è stata introdotta la<br />

possibilità <strong>di</strong> calibrare e visualizzare i dati del canale in luce visibile <strong>di</strong> UVCS. Nella recente<br />

versione del DAS inoltre è stato incluso il catalogo dei dati <strong>di</strong> UVCS dal 1996 al 2006 che consente<br />

<strong>di</strong> identificare i files contenenti le osservazioni che sod<strong>di</strong>sfano determinati parametri strumentali<br />

(quali puntamento, regione spettrale, posizione meccanismi, ecc.)<br />

Archivi Per quanto riguarda l’attività svolta per la gestione e mantenimento dell'Archivio <strong>di</strong> Dati <strong>di</strong><br />

SOHO, SOLAR, nell'anno 2006 è stato acquistato, configurato ed installato un nuovo file server da<br />

1 TB ed è stato successivamente rimesso in linea l'archivio. Durante l'anno si è infine proceduto alla<br />

normale attività <strong>di</strong> aggiornamento e download dei dati. Il catalogo dell'archivio è stato aggiornato<br />

con la copia <strong>di</strong>stribuita dal Goddard Space Flight Center (NASA) nell’agosto 2006.<br />

Tecnologia e Strumentazione: Interferometria<br />

Si è svolta l’attività programmata nell’ambito del programma Euro Interferometry Initiative (EII)<br />

<strong>di</strong> OPTICON finanziato nell’ambito <strong>di</strong> FP6 dell’EU. E’ attualmente in corso la formulazione <strong>di</strong> una<br />

proposta fase A per l’ESO (da presentare per l’estate 2007).<br />

Fringe tracking per VSI, V(LTI) S(pectro) I(mager) (multifascio) E’ in corso lo sviluppo del<br />

<strong>di</strong>segno ottico per lo spettrografo da integrare in VSI (con l’<strong>Osservatorio</strong> <strong>di</strong> Roma).<br />

Sviluppo combinazione multifascio Si tratta <strong>di</strong> un’attività in collaborazione con la Technion<br />

University <strong>di</strong> Haifa, sempre nell’ambito <strong>di</strong> EII, che comporta la verifica sperimentale in luce bianca<br />

fino alla combinazione <strong>di</strong> 7 fasci.<br />

Ottica adattiva Si stanno stu<strong>di</strong>ando gli effetti della turbolenza atmosferica residua in telescopi che<br />

adottano ottica adattiva (in collaborazione con il Dr. Daigne, Observatoire de Bordeaux nell’ambito<br />

14


<strong>di</strong> EII)<br />

PRIMA Sono state consegnate le due unità, FSU A e B, per PRIMA, all’ESO ed è stato fornito in<br />

necessario supporto <strong>di</strong> integrazione e test delle due unità all’Alenia Space.<br />

VLTI Sono state formulate proposte per la strumentazione <strong>di</strong> VLTI, due delle quali sono state<br />

approvate.<br />

Science with a High Angular Resolution Perspective (SHARP) E’ stata rivista ed inviata all’INAF<br />

una proposta aggiornata per la creazione <strong>di</strong> una rete nazionale per le attività astrofisiche basate<br />

sull’interferometria denominata SHARP.<br />

PRIN Si è lavorato allo svolgimento del progetto PRIN INAF 2005 (PI Gai). Si è concluso il<br />

progetto PRIN INAF 2003, con l’invio della relazione finale tecnica, scientifica ed amministrativa<br />

richiesta.<br />

Tecnologia SW E’ stato sviluppato ed implementato<br />

1) un nuovo algoritmo ad alta efficienza per il calcolo degli integrali <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffrazione (Direct Fourier<br />

Transform ),<br />

2) il co<strong>di</strong>ce per la modellizzazione efficiente <strong>di</strong> PSF <strong>di</strong> sistemi ottici complessi<br />

3) un set <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ci per la <strong>di</strong>agnostica con reti neurali dell’effetto <strong>di</strong> cromaticità in sistemi ottici allreflective.<br />

Tecnologia e Strumentazione: Coronografia Spaziale<br />

SCORE: Coronografo a immagini nell'UV & visibile per razzo sonda NASA Nell'ambito del<br />

progetto SCORE, sono state svolte attività <strong>di</strong> ricerca relativamente a: i) il polarimetro a cristalli<br />

liqui<strong>di</strong> per la misura della densità elettronica coronale, ii) i rivestimenti ottici multistrato per l'EUV,<br />

operanti anche nell'UV e visibile, iii) il sistema <strong>di</strong> copertura e baffles per il coronografo SCORE.<br />

Polarimetro elettro-ottico. Il coronografo include un cammino ottico per banda del visibile per<br />

formare un'immagine polarizzata della corona K. La modulazione della polarizzazione per la<br />

derivazione della densità elettronica coronale è effettuata variando elettro-otticamente la<br />

birifrangenza <strong>di</strong> una lamina <strong>di</strong> ritardo a cristalli liqui<strong>di</strong>, che fa parte del polarimetro per<br />

l'osservazione della corona K, sviluppato nel 2006 presso il Laboratorio OATo <strong>di</strong> coronografiapolarimetria.<br />

Il prototipo ingegneristico del polarimetro è stato caratterizzato e calibrato in<br />

laboratorio e attraverso campagne osservative presso l'<strong>Osservatorio</strong> della Val d'Aosta, a Saint<br />

Barthélemy, tramite osservazioni della Luna (che ha una brillanza comparabile a quella della<br />

corona). Durante l'eclisse del 29 marzo 2006, è stata organizzata una spe<strong>di</strong>zione osservativa nel<br />

Sahara presso Waw an Namous, Libia. La polarizzazione della corona K è stata misurata durante<br />

l'eclisse con il polarimetro accoppiato ad un telescopio specificatamente <strong>di</strong>segnato e sviluppato<br />

presso il laboratorio OATo per la campagna osservativa.<br />

I test <strong>di</strong> laboratorio e le campagne osservative lunare e d'eclisse hanno <strong>di</strong>mosrato che il<br />

funzionamento del polarimetro è stato nominale permettendo la misura della polarizzazione della<br />

corona K. Sulla base dei risultati ottenuti e dei dati raccolti verrà prodotta la versione <strong>di</strong> volo per il<br />

coronografo del progetto SCORE.<br />

Rivestimenti ottici multistrato multibanda. Le ottiche del coronografo SCORE sono rivestite con<br />

multilayer ottimizzati per l'estremo ultravioletto (EUV), nella banda dei 30 nm, e tuttavia devono<br />

anche essere capaci <strong>di</strong> operare nella banda dell'UV (120 nm) e del visibile (500 nm). Il progetto <strong>di</strong><br />

15


multilayer multibanda EUV-UV-VIS è stato portato avanti nel 2006 presso l'OATo, in<br />

collaborazione con l' Università <strong>di</strong> Padova. Campioni <strong>di</strong> multilayer SiC/Mg con varie combinazioni<br />

<strong>di</strong> rivestimenti superficiali sono state fatte produrre dalla <strong>di</strong>tta "Reflective X-ray Optics" (RXO),<br />

USA (le nanostrutture SiC/Mg sono state ottimizzate a 30 nm, mentre i rivestimenti superficiali a<br />

120 nm e 500 nm). Nel 2006, misure <strong>di</strong> riflettività nell'EUV-UV-VIS sono state effettuate presso la<br />

National Synchrotron Light Source (NSLS) <strong>di</strong> Brookhaven, NY (USA), e nell'UV-VIS presso<br />

l'Università <strong>di</strong> Padova.<br />

Al fine <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare che i rivestimenti multibanda non degradano la rugosità del substrato ottico, è<br />

stato avviato, in collaborazione con la Galileo Avionica, un programma sperimentale <strong>di</strong> misure<br />

della luce visibile <strong>di</strong>ffusa dai rivestimenti superficiali dei multilayer depositati su substrati <strong>di</strong><br />

campioni ottici. Le misure <strong>di</strong> riflettività hanno <strong>di</strong>mostrato la possibilità <strong>di</strong> ottenere alte riflettività<br />

nell'EUV (40%) grazie alle nanostrutture SiC/Mg, e al tempo stesso una notevole riflettività anche<br />

nell'UV (20%) e nel visibile (50%). Le misure preliminari, presso Galileo Avionica, della luce<br />

visibile <strong>di</strong>ffusa da superfici <strong>di</strong> campioni <strong>di</strong> test rivestiti con multilayer multibanda in<strong>di</strong>cano che la<br />

rugosità del substrato ottico non viene alterata significativamente dal processo <strong>di</strong> deposizione.<br />

Ulteriori misure sui rivestimenti <strong>di</strong> volo continueranno nel 2007.<br />

Sistema <strong>di</strong> copertura e baffles per il telescopio dell'UVCI <strong>di</strong> SCORE. Il concetto preliminare del<br />

sistema <strong>di</strong> copertura e dei baffles per il coronografo SCORE sviluppato in OATo, nel 2006, è stato<br />

usato come base per l'attivazione <strong>di</strong> un contratto con la C. Gavazzi Space per la realizzazione del<br />

sistema stesso. L'attività <strong>di</strong> definizione del <strong>di</strong>segno finale e la sua realizzazione continuerà nel 2007,<br />

in collaborazione con l'Università <strong>di</strong> Firenze.<br />

CIAO (Coronal Imaging Advanced Observations) coronografo per il Solar Orbiter Nel settembre<br />

2006 è stata presentata all’ESA la lettera <strong>di</strong> intenti <strong>di</strong> partecipare al carico scientifico della missione<br />

Solar Orbiter con la realizzazione del coronografo multibanda CIAO. E’ attualmente in corso lo<br />

stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> interfaccia tra il coronografo CIAO e lo scudo termico della sonda spaziale Solar Orbiter.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o tecnico ESA relativo allo scudo termico e l’interfaccia con il carico strumentale è<br />

propedeutico all’Announcement of Opportunity per la partecipazione alla missione che avrà luogo<br />

nel 2008. L’<strong>Osservatorio</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> è sede del coor<strong>di</strong>namento del progetto CIAO.<br />

Tecnologia e Strumentazione: Relatività sperimentale<br />

Si è risposto al bando Regione Piemonte per programmi <strong>di</strong> ricerca con la proposta per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

un concetto <strong>di</strong> payload da lanciare in orbita come piccola missione, denominata GAME (Gamma<br />

Astrometric Measurement Experiment) per la misura <strong>di</strong>retta del parametro (‘gamma’ nella teoria<br />

PPN) <strong>di</strong> deflessione relativistica della luce al meglio <strong>di</strong> una parte su un milione.<br />

Tecnologia e Strumentazione: Facility <strong>di</strong> Calibrazione <strong>di</strong> Strumenti Spaziali<br />

L’<strong>Osservatorio</strong> <strong>Astronomico</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> è impegnato in un progetto triennale iniziato nel 2006 per lo<br />

sviluppo <strong>di</strong> un impianto d’avanguar<strong>di</strong>a per la calibrazione <strong>di</strong> strumentazione ottica spaziale (Optical<br />

Payload Systems – OPSys). E’ iniziata la fase <strong>di</strong> progettazione dell’impianto che sarà installato<br />

presso Altec <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> e consisterà in un serbatoio in termo-vuoto con banco ottico per i) ospitare al<br />

suo interno strumentazione ottica spaziale e ii) simulare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> termo-vuoto dello spazio.<br />

La facility OPSys verrà inizialmente sviluppata ed usata per le calibrazioni del telescopio spaziale<br />

16


SCORE. Tuttavia, la facility sarà <strong>di</strong>segnata in modo tale da poter essere utilizzata in maniera<br />

flessibile per la calibrazione <strong>di</strong> strumentazioni ottiche spaziali.<br />

L’impianto è ospitato presso un laboratorio AIV (Assembly Integration and Verification) dell’<br />

Altec. La camera a termo-vuoto è progettata per contenere apparecchiature capaci <strong>di</strong> simulare: i) il<br />

contrasto luminoso tra <strong>di</strong>sco e corona solare, e ii) la loro piccola separazione angolare. Il banco<br />

ottico della camera a vuoto avrà un lunghezza <strong>di</strong> 4 m e un <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 1.5 m, così da poter<br />

accomodare il coronografo SCORE, lungo 3 metri. Una sezione lunga 9 m con <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 0.5 m<br />

collegherà la sorgente luminosa con la sezione ‘strumentale’.<br />

Tecnologia e Strumentazione: Camera Bianca<br />

Presso il Laboratorio d’Astrofisica dell’OATo, è stata installata nel 2006 una Camera Bianca Classe<br />

ISO 7 per esperimenti su strumentazione ottica spaziale. La camera consiste <strong>di</strong> una struttura con<br />

telaio in alluminio e pareti in PVC <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni esterne: 2.40 m x 3.7 m x 2.44 m e con un<br />

vestibolo d’entrata <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni 1.2 m x 0.9 m x 2.44 m. Nella camera, due filtri “High Efficiency<br />

Particulate Air” (HEPA) mantengono un flusso d’aria laminare verticale al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> un banco<br />

ottico Camera Bianca classe ISO 7. Un banco a flusso laminare orizzontale è <strong>di</strong>sponibile nella<br />

camera per il maneggiamento e lo stoccaggio <strong>di</strong> componenti ottiche che richiedono elevati livelli <strong>di</strong><br />

pulizia ambientale (ISO 6). Il collaudo preliminare della camera bianca ha verificato la possibilità <strong>di</strong><br />

ottenere livelli <strong>di</strong> controllo della contaminazione particellare compatibili con le specifiche della<br />

classe desiderata (ovvero, meno <strong>di</strong> 3E5 particelle <strong>di</strong> 0.5 micron <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro per metro cubo). Il<br />

collaudo sul controllo della contaminazione molecolare verrà effettuato nel febbraio 2007.<br />

4. ATTIVITA’ DI ALTA FORMAZIONE E INTERAZIONE CON L’UNIVERSITA’<br />

Il personale <strong>di</strong> ricerca dell’OA-TO partecipa attivamente alla <strong>di</strong>dattica nell’ambito del corso <strong>di</strong><br />

Laurea Magistrale in Astrofisica e Fisica Cosmica, da quando esso è stato istituito. Si tengono<br />

lezioni nei corsi <strong>di</strong> Astronomia Fondamentale, Planetologia, Fisica Solare, Astrofisica<br />

Computazionale e Laboratorio <strong>di</strong> Astrofisica. Inoltre presso l’<strong>Osservatorio</strong> vengono seguite tesi <strong>di</strong><br />

ricerca <strong>di</strong> laurea specialistica, <strong>di</strong> dottorato e tirocini per conseguire la Laurea Triennale.<br />

Seguono le tabelle per ciò che concerne le attività dell’<strong>Osservatorio</strong> relative a corsi universitari,<br />

supporto ad attività <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> laurean<strong>di</strong>, tirocinanti, tesi <strong>di</strong> laurea, dottoran<strong>di</strong>, partecipazione a<br />

commissioni <strong>di</strong> dottorato in università straniere, stagisti in corsi/concorsi, seminari. Sono inoltre<br />

elencati i congressi organizzati dall’<strong>Osservatorio</strong>, le convenzioni con enti <strong>di</strong> ricerca o accademici,<br />

accese nel 2006 ed il personale universitario afferente all’INAF OATo.<br />

ALTA FORMAZIONE 2006 n.<br />

Corsi universitari 5<br />

Laurean<strong>di</strong> 3<br />

Tirocinanti 5<br />

Tesi <strong>di</strong> Laurea 5<br />

17


Dottoran<strong>di</strong> 5<br />

Stagisti corsi/concorsi 6<br />

Commissari esame dottorato 1<br />

Seminari 10<br />

Congressi 2<br />

Afferenti Universitari 7<br />

Nuove convenzioni stipulate 3<br />

Corsi universitari tenuti da personale INAF presso il corso <strong>di</strong> Laurea Magistrale in<br />

Astrofisica e Fisica Cosmica dell'Università <strong>di</strong> <strong>Torino</strong><br />

Corso (Obbligatorio/a Scelta, # cre<strong>di</strong>ti) Docente A. A.<br />

Astrofisica computazionale (S, 6) G. Bodo 2005-2006<br />

Astronomia fondamentale (S, 6) R. Pannunzio, M. G. Lattanzi 2005-2006<br />

Fisica solare (Seminari) (S, 6) E. Antonucci 2005-2006<br />

Laboratorio <strong>di</strong> astrofisica (O, 8) M. Gai, L. Corcione, G. Massone 2005-2006<br />

Planetologia (S, 6) A. Cellino, A. Dell'Oro 2005-2006<br />

Riepilogo: 5 corsi su 24 totali (32 cre<strong>di</strong>ti su 142); 1 Obbligatorio su 7 (8 cr. su 49); 4 a<br />

Scelta su 17 (24 cr. su 93)<br />

Laurean<strong>di</strong> seguiti da personale OATo<br />

Laureando<br />

Umberto Schirosi<br />

Giacomo Ambrosino<br />

Federico Cossu<br />

Tutor OATo<br />

R. L. Smart<br />

C. M. Raiteri<br />

A. Spagna<br />

Ente <strong>di</strong><br />

provenienza<br />

Università <strong>di</strong><br />

<strong>Torino</strong><br />

Università <strong>di</strong><br />

<strong>Torino</strong><br />

Università <strong>di</strong><br />

<strong>Torino</strong><br />

Tipo <strong>di</strong> laurea<br />

Vecchio<br />

or<strong>di</strong>namento<br />

Laurea<br />

magistrale<br />

Laurea<br />

magistrale<br />

Argomento<br />

Parallassi astrometriche<br />

Oggetti BL Lacertae<br />

emittenti raggi gamma <strong>di</strong><br />

alta energia<br />

Ammassi stellari aperti<br />

Tirocini<br />

Tirocinante Tutore OATo Ente <strong>di</strong> provenienza Data inizio Data termine<br />

Francesca Schiavon S. Fineschi<br />

Università <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> –<br />

Scienze MFN<br />

26/04/2006 15/07/2006<br />

Shaji Vattakunnel S. Giordano<br />

Università <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> –<br />

Scienze MFN<br />

26/04/2006 30/06/2006<br />

Pierfrancesco Serra S. Mancuso<br />

Università <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> –<br />

Scienze MFN<br />

26/04/2006 14/07/2006<br />

Valentina Ponzo P. Rossi<br />

Università <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> –<br />

Lettere e Filosofia<br />

09/01/2006 01/04/2006<br />

Selena Agnella P. Rossi Università <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> – 09/01/2006 01/04/2006<br />

18


Lettere e Filosofia<br />

Tesi <strong>di</strong> laurea svolte presso l'OATo e <strong>di</strong>scusse nel 2006<br />

Laureato<br />

Ranieri Bal<strong>di</strong><br />

Francesca<br />

Schiavon<br />

Shaji<br />

Vattakunnel<br />

Pierfrancesco<br />

Serra<br />

Serena Sirio<br />

Tutor OATo<br />

A. Capetti<br />

S. Fineschi<br />

S. Giordano<br />

S. Mancuso<br />

M. Gai<br />

Ente <strong>di</strong><br />

provenienza<br />

Università <strong>di</strong><br />

<strong>Torino</strong><br />

Università <strong>di</strong><br />

<strong>Torino</strong><br />

Università <strong>di</strong><br />

<strong>Torino</strong><br />

Università <strong>di</strong><br />

<strong>Torino</strong><br />

Università <strong>di</strong><br />

<strong>Torino</strong><br />

Tipo <strong>di</strong><br />

laurea<br />

Laurea<br />

magistrale<br />

Laurea<br />

triennale<br />

Laurea<br />

triennale<br />

Laurea<br />

triennale<br />

Laurea<br />

triennale<br />

Argomento<br />

Spettroscopia e <strong>di</strong>agrammi<br />

<strong>di</strong>agnostici <strong>di</strong> nuclei galattici<br />

attivi<br />

Polarimetria della Corona<br />

Solare: Calibrazione<br />

Strumentale e Analisi Immagini<br />

dell'Eclisse del 29 Marzo 2006<br />

Rotazione della corona solare<br />

dalle osservazioni <strong>di</strong> UVCS<br />

Dinamica <strong>di</strong> un'espulsione <strong>di</strong><br />

massa nella corona solare<br />

Reti neurali in astrometria<br />

Dottoran<strong>di</strong> presso l'OATo<br />

Dottorando<br />

Daniele<br />

Telloni<br />

Martina<br />

Giovalli<br />

Barbara<br />

Balmaverde<br />

Sara<br />

Buttiglione<br />

Donata Bonino<br />

Tutor OATo<br />

E. Antonucci<br />

G. Murante<br />

A. Capetti<br />

Ente <strong>di</strong><br />

provenienza<br />

Università <strong>di</strong><br />

<strong>Torino</strong><br />

Università <strong>di</strong><br />

<strong>Torino</strong><br />

Università <strong>di</strong><br />

<strong>Torino</strong><br />

A. Capetti SISSA<br />

M. Gai<br />

Università <strong>di</strong><br />

<strong>Torino</strong><br />

Argomento<br />

Processi <strong>di</strong> deposizione <strong>di</strong> energia<br />

nel vento solare<br />

Implementazione e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> vari<br />

meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> feedback in energia da<br />

esplosioni <strong>di</strong> supernovae in<br />

simulazioni numeriche cosmologiche<br />

The host galaxy/AGN connection in<br />

nearby early type galaxies. A new<br />

view of the origin of the ra<strong>di</strong>oquiet/ra<strong>di</strong>o-loud<br />

<strong>di</strong>chotomy<br />

The origin of the emission line<br />

regions in ra<strong>di</strong>o-loud AGN<br />

Modelli interferometrici e analisi<br />

delle prestazioni in termini <strong>di</strong><br />

sensibilità a fonti <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo.<br />

Ciclo<br />

XXI<br />

XXI<br />

XIX<br />

XXI<br />

XX<br />

Commissioni tesi <strong>di</strong> dottorato<br />

Personale<br />

OATo<br />

Ruolo Univerità Studente Titolo della tesi Data<br />

R. Drimmel Examinateur Université de Douglas Étude de l'extinction 17/12/2006<br />

19


Besançon Marshall interstellaire à trois<br />

<strong>di</strong>mensions: contraintes<br />

sur la structure de la Voie<br />

Lactée<br />

Corsi/Concorsi<br />

Stagista Tutore OATo<br />

Ente <strong>di</strong><br />

provenienza<br />

Data inizio Data termine<br />

Federico Bosia M. Gai, G. Massone Università <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> 16/11/2006 23/11/2006<br />

Antonio Gliozzi<br />

M. Gai, A.<br />

Volpicelli<br />

Università <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> 16/11/2006 23/11/2006<br />

Fabio Lonegro M. Gai, G. Massone Università <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> 29/11/2006 07/12/2006<br />

Franca De<br />

Giovanni<br />

R. Morbidelli Università <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> 29/11/2006 07/12/2006<br />

Marco Cisternino M. Gai, G. Massone Università <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> 29/11/2006 07/12/2006<br />

Chiara Andrà<br />

R. Morbidelli, P.<br />

Rossi<br />

Università <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> 29/11/2006 07/12/2006<br />

Seminari svolti presso l'OATo<br />

Relatore Istituto <strong>di</strong> provenienza Titolo Data<br />

Detection of fossil structures<br />

Dr. Paola Re Fiorentin<br />

Max Planck Institut fur in the Galactic halo by means<br />

Astronomie, Heidelberg of spectro-photometric and<br />

gen 5, 2006<br />

proper motion surveys.<br />

Prof. Hakki Ogelman Università del Wisconsin The End of Oil<br />

gen 30,<br />

2006<br />

Dr. Antonietti Nicol<br />

Prof. Don Q. Lamb<br />

Dr. Marco Pignatari<br />

Dr. Vincenzo Zappalà<br />

Prof. Erez Ribak<br />

Prof. Massimo<br />

Capaccioli<br />

Politecnico <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>,<br />

Ingegneria delle<br />

Telecomunicazioni<br />

Università <strong>di</strong> Chicago<br />

Universita' <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>,<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Fisica<br />

Generale<br />

INAF - <strong>Osservatorio</strong><br />

<strong>Astronomico</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong><br />

Department of Physics,<br />

Technion - Israel Institute<br />

of Technology<br />

INAF - centro VST a<br />

Napoli - <strong>Osservatorio</strong><br />

La Relatività e la Meccanica<br />

Quantistica per le<br />

Comunicazioni Spaziali e lo<br />

Stu<strong>di</strong>o del Sole.<br />

Discovery of a new<br />

mechanism for type Ia<br />

supernovae<br />

Xe e Kr nei granuli presolari<br />

mainstream SiC: confronto<br />

con i modelli <strong>di</strong> stelle AGB<br />

Bye bye Pluto, welcome<br />

134340!<br />

Searching for temporal<br />

coherence in astrophysics<br />

The VLT Survey Telescope: a<br />

wide-field scientific<br />

mag 4, 2006<br />

giu 13, 2006<br />

lug 6, 2006<br />

set 28, 2006<br />

ott 5, 2006<br />

ott 27, 2006<br />

20


Ing. Alberto Riva<br />

Dott. Roberto<br />

Mignani<br />

<strong>Astronomico</strong> <strong>di</strong><br />

Capo<strong>di</strong>monte – Università<br />

<strong>di</strong> Napoli Federico II<br />

gOlem, INAF OaBr-<br />

Merate<br />

Mullard Space Science<br />

Laboratory (MSSL) –<br />

University College<br />

London<br />

opportunity<br />

IRAIT-AMICA, Infrared<br />

astronomy in Antarctica<br />

Astrometry, proper motions<br />

and photometry of planetary<br />

nebulae with the GSC-II.<br />

<strong>di</strong>c 6, 2006<br />

<strong>di</strong>c 22, 2006<br />

Congressi organizzati dall'OATo<br />

Organizzatore Titolo Località Data<br />

OATo – Gruppo Near-Earth Objects Hazard:<br />

Belgirate (VB) 26-28 aprile 2006<br />

Planetologia Knowledge and Action<br />

OATo 50° Assemblea SAIt <strong>Torino</strong> 29 maggio-1 giugno 2006<br />

Personale universitario associato all'INAF<br />

con incarico gratuito <strong>di</strong> ricerca presso l'OATo<br />

Nome Cognome Università Dipartimento<br />

Antonaldo Diaferio <strong>Torino</strong> Fisica Generale<br />

Maria Adele Dodero <strong>Torino</strong> Fisica Generale<br />

Attilio Ferrari <strong>Torino</strong> Fisica Generale<br />

Piero Galeotti <strong>Torino</strong> Fisica Generale<br />

Daniela Marocchi <strong>Torino</strong> Fisica Generale<br />

Silvano Massaglia <strong>Torino</strong> Fisica Generale<br />

Lorenzo Zaninetti <strong>Torino</strong> Fisica Generale<br />

Convenzioni dell'OATo con altri enti <strong>di</strong> ricerca stipulate nel 2006<br />

Ente<br />

Fondazione Clément<br />

Fillietroz/<strong>Osservatorio</strong><br />

<strong>Astronomico</strong> della<br />

Regione Autonoma Valle<br />

d'Aosta<br />

Università <strong>di</strong> <strong>Torino</strong><br />

Referente<br />

interno<br />

M. G. Lattanzi<br />

Tipologia Data inizio Data termine<br />

Accordo <strong>di</strong> collaborazione<br />

scientifica, <strong>di</strong>dattica e<br />

<strong>di</strong>vulgativa<br />

Attivazione e<br />

finanziamento <strong>di</strong> un posto<br />

aggiunto per la scuola <strong>di</strong><br />

dottorato <strong>di</strong> ricerca in<br />

Scienza e Alta Tecnologia<br />

XXII ciclo<br />

15/11/2006 14/11/2009<br />

28/06/2006 27/06/2009<br />

21


Università <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> –<br />

Facoltà <strong>di</strong> Scienze MFN<br />

Svolgimento <strong>di</strong> tirocini <strong>di</strong><br />

formazione ed<br />

orientamento per studenti<br />

e/o laureati dei corsi <strong>di</strong><br />

laurea della facoltà <strong>di</strong><br />

Scienze MFN <strong>di</strong> <strong>Torino</strong><br />

04/04/2006 04/03/2009<br />

5. ATTIVITA’ DI OUTREACH E MUSEALI<br />

Nel corso del 2007 aprirà al pubblico il Planetario e la struttura museale ad esso annessa. La<br />

realizzazione <strong>di</strong> quest’opera è il frutto <strong>di</strong> una intensa e duratura collaborazione fra enti pubblici<br />

(INAF/OATo, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>, Regione Piemonte, Comune <strong>di</strong> Pino Torinese) e<br />

privati (Compagnia <strong>di</strong> San Paolo e Fondazione CRT). E’ previsto che l’OATo darà in affidamento<br />

la gestione del Planetario e del museo all’Associazione ‘Apriticielo’, costituitasi nel 2006, <strong>di</strong> cui fa<br />

parte l’INAF. Nel 2006, oltre a continuare la costruzione dell’e<strong>di</strong>ficio del Planetario, è stato<br />

installato il sistema <strong>di</strong> proiezione e sono state allestite la sala principale del planetario e parte della<br />

zona museale. Oltre ad ultimare l’e<strong>di</strong>ficio principale del Planetario, l’<strong>Osservatorio</strong> sarà impegnato<br />

nel 2007 nella realizzazione <strong>di</strong> aule <strong>di</strong>dattiche, che sorgeranno a fianco del Planetario, finanziate<br />

dalla Regione Piemonte.<br />

In occasione della settimana scientifica 2006, è stato realizzato un DVD per illustrare la storia<br />

dell’astronomia torinese dal suo inizio, fatto datare al 1759, fino ai nostri giorni e far conoscere le<br />

attività scientifiche che vengono svolte attualmente presso l’<strong>Osservatorio</strong>. Il DVD è stato fatto<br />

ampiamente circolare. Nel 2006 l’<strong>Osservatorio</strong> si è inoltre impegnato in una serie <strong>di</strong> iniziative <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>vulgazione che vanno dalla promozione della can<strong>di</strong>datura <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> per ospitare l’Euro Science<br />

Open Forum del 2010, a quella per la Notte dei Ricercatori 2007. La proposta per l’EuroScience<br />

Open Forum è stata promossa dalla Compagnia <strong>di</strong> San Paolo, Agorà Scienza e Centro Scienza <strong>di</strong><br />

<strong>Torino</strong>. L’<strong>Osservatorio</strong> è incluso tra i Partner Scientifici che offrono il loro supporto alla<br />

can<strong>di</strong>datura, mentre ‘Apriticielo’ è incluso tra i Partner Outreach. L’<strong>Osservatorio</strong> e ‘Apriticielo’<br />

inoltre hanno attivamente partecipando all’inizio dei lavori per preparare la can<strong>di</strong>datura piemontese<br />

per il progetto europeo ‘Notte dei Ricercatori 2007’.<br />

Riveste particolare importanza l’impegno che verrà profuso dall’<strong>Osservatorio</strong> nell’ideazione ed<br />

organizzazione <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> eventi da tenersi nel prossimo triennio che culminerà nella<br />

celebrazione del 250 o anniversario della fondazione dell’<strong>Osservatorio</strong> nel 2009, in concomitanza<br />

con l’anno dell’Astronomia. Il 2006 ha segnato l’inizio <strong>di</strong> questa iniziativa, con una serie <strong>di</strong> contatti<br />

con la Regione Piemonte e personalità locali.<br />

In occasione della proposta formulata, e finanziata dal MUR, dal titolo ‘Restauro della<br />

strumentazione antica (dalla fine del 1700 al 1950) dell’<strong>Osservatorio</strong> <strong>Astronomico</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>’, nel<br />

2006 è stata rior<strong>di</strong>nata e catalogata la collezione <strong>di</strong> strumenti antichi dell’<strong>Osservatorio</strong>. La relativa<br />

documentazione fotografica è stata resa <strong>di</strong>sponibile in forma elettronica. Il rinnovato interesse per la<br />

strumentazione antica dell’<strong>Osservatorio</strong> ha portato alla partecipazione a due mostre nella seconda<br />

metà del 2006: la mostra “Angelo Mosso e la fisiologia del corpo: la montagna e la ricerca” e la<br />

mostra “Un giar<strong>di</strong>no per Josephine”, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali al<br />

castello <strong>di</strong> Racconigi (Cuneo) per il Natale 2006.<br />

22


6. PERSONALE IN SERVIZIO AL 31 DICEMBRE 2006<br />

Il personale in servizio al 31 Dicembre 2006 si compone <strong>di</strong><br />

1) n. 27 unità <strong>di</strong> Personale <strong>di</strong> Ricerca<br />

2) n. 40 unità <strong>di</strong> Personale Tecnico ed Amministrativo<br />

3) n. 11 unità <strong>di</strong> Personale non <strong>di</strong>pendente (assegnisti, borsisti, borse <strong>di</strong> dottorato INAF)<br />

Per un totale <strong>di</strong> 78 unità.<br />

7. RECENSIONE DEL PERSONALE A TEMPO DETERMINATO NELL’ULTIMO<br />

QUINQUENNIO<br />

La recensione del personale che ha goduto <strong>di</strong> posizioni a tempo determinato presso l’<strong>Osservatorio</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Torino</strong> ha portato a contare<br />

1) N. 30 unità con contratto <strong>di</strong> collaborazione coor<strong>di</strong>nata e continuativa e/o assegno <strong>di</strong><br />

ricerca per attività <strong>di</strong> collaborazione ai programmi scientifici e tecnologici<br />

2) N. 7 unità con borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o relativa a progetti <strong>di</strong> ricerca<br />

3) N. 9 unità con contratto occasionale relativo a progetti <strong>di</strong> ricerca<br />

4) N. 3 unità con contratto <strong>di</strong> collaborazione coor<strong>di</strong>nata e continuativa per attività <strong>di</strong><br />

servizio<br />

5) N. 2 unità con contratto occasionale per attività <strong>di</strong> servizio.<br />

Contratti <strong>di</strong> collaborazione coor<strong>di</strong>nata e continuativa e assegni <strong>di</strong> ricerca<br />

per attività <strong>di</strong> collaborazione ai programmi scientifici e tecnologici<br />

Nominativo Selezione/Affidam. Periodo Tipo contratto<br />

Progetto<br />

ABBO Lucia Selezione pubblica 24.05.2000 30.06.2007 Ass.ric./CoCoCo<br />

UVCS<br />

AGOSTINI Valentina Affidamento <strong>di</strong>retto 02.02.2002 30.11.2003 CoCoCo<br />

EGSO<br />

ALVINO Roberto Affidamento <strong>di</strong>retto 20.12.2002 31.05.2005 CoCoCo<br />

EGSO<br />

ANSALONE Domenico Affidamento <strong>di</strong>retto 02.11.2004 19.06.2005 CoCoCo<br />

UVCS<br />

BALMAVERDE Barbara Selezione pubblica 01.12.2007 31.12.2007 Assegno <strong>di</strong> ricerca<br />

Getti extrag.<br />

BARRERA Gabriele Affidamento <strong>di</strong>retto 13.05.2004 31.08.2006 CoCoCo<br />

EGSO<br />

23


BATTIGELLI Caterina Affidamento <strong>di</strong>retto 01.12.2004 30.11.2005 CoCoCo<br />

Spettr.UV<br />

BONINO Donata Selezione pubblica 01.06.2001 30.11.2007 CoCoCo/Ass.ric.<br />

VLTI<br />

BUSONERO Deborah Selezione pubblica 05.09.2003 28.02.2007 CoCoCo/Ass.ric.<br />

GAIA<br />

CAPOBIANCO Gerardo Selezione pubblica 02.11.2005 31.10.2007 Assegno <strong>di</strong> ricerca<br />

Polarimetria<br />

CRAPANZANO Stefania Affidamento <strong>di</strong>retto 24.01.2004 23.04.2004 CoCoCo<br />

Blazars<br />

CROSTA Mariateresa Selezione pubblica 16.03.2005 28.02.2007 Assegno <strong>di</strong> ricerca<br />

GAIA<br />

DALMAZZO Antonello Selezione pubblica 19.02.2002 18.08.2002 CoCoCo<br />

Fotometria<br />

DE MARINO Ivan Affidamento <strong>di</strong>retto 20.12.2002 31.05.2005 CoCoCo<br />

EGSO<br />

EPULANDI Laura Affidamento <strong>di</strong>retto 02.04.2004 30.12.2004 CoCoCo<br />

Coronografo<br />

FRASSETTO Fabio Selezione pubblica 01.01.2006 30.06.2006 Assegno <strong>di</strong> ricerca<br />

UVCS<br />

LUCCHETTA Emiliano Affidamento <strong>di</strong>retto 01.07.2004 30.04.2005 CoCoCo<br />

EGSO<br />

MARCHILI Nicola Selezione pubblica 16.01.2003 15.01.2004 Assegno <strong>di</strong> ricerca<br />

NGA<br />

MARCHISIO Vittorio Affidamento <strong>di</strong>retto 04.06.2001 03.12.2002 CoCoCo<br />

CED<br />

MIGNONE Andrea Selezione pubblica 01.06.2004 31.10.2005 Assegno <strong>di</strong> ricerca<br />

Dischi accr.<br />

NELSON Thomas Selezione pubblica 01.02.2006 31.12.2006 Assegno <strong>di</strong> ricerca<br />

Novae<br />

RAGNI Maurizio Affidamento <strong>di</strong>retto 01.10.2002 31.03.2003 CoCoCo<br />

Tecnol. IR<br />

24


RAOUAFI Nour Ed<strong>di</strong>ne Affidamento <strong>di</strong>retto 28.05.2001 27.05.2002 CoCoCo<br />

UVCS<br />

REARDON Kevin Patrick Affidamento <strong>di</strong>retto 03.11.2003 30.04.2005 CoCoCo<br />

EGSO<br />

RIGHINI Simona Affidamento <strong>di</strong>retto 01.10.2002 30.11.2003 CoCoCo<br />

Tecn.Radar<br />

SABA Laura Selezione pubblica 03.09.2001 31.12.2005 CoCoCo<br />

Tecn.Radar<br />

SANTIN Andrej Affidamento <strong>di</strong>retto 03.11.2003 30.04.2005 CoCoCo<br />

EGSO<br />

SOZZETTI Alessandro Selezione pubblica 02.11.2005 28.02.2007 Assegno <strong>di</strong> ricerca<br />

Astr./Spettr.<br />

TELLONI Daniele Affidamento <strong>di</strong>retto 02.11.2004 19.06.2005 CoCoCo<br />

UVCS<br />

VECCHIATO Alberto Selezione pubblica 02.05.2003 28.02.2007 Assegno <strong>di</strong> ricerca<br />

GAIA<br />

Borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o relative a programmi scientifici<br />

Nominativo Selezione/Affidam. Periodo Tipo contratto<br />

Progetto<br />

ZHENGHONG Tang Selezione pubblica 01.10.2002 31.03.2003 Borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

Astrometria<br />

SUMAILI Akilimali Jean Selezione pubblica 16.09.2002 15.09.2004 Borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

UVCS<br />

CRAPANZANO Stefania Selezione pubblica 23.01.2002 23.05.2003 Borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

Osservazioni<br />

BERNARDI Gabriella Selezione pubblica 01.10.2003 31.03.2007 Borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

Oss./Archivio<br />

VECCHIATO Alberto Selezione pubblica 01.10.2004 31.12.2005 Borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

GAIA<br />

BACH Uwe Selezione U.E. 01.09.2004 31.08.2006 Borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

Blazars<br />

25


FURHMANN Lars Selezione U.E. 01.09.2004 31.08.2006 Borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

Blazars<br />

Contratti <strong>di</strong> collaborazione occasionale relativi a programmi scientifici<br />

Nominativo Selezione/Affidam. Periodo Tipo contratto<br />

Progetto<br />

ABBO Lucia Affidamento <strong>di</strong>retto 17.10.2005 30.11.2005 Incaric. occasionale<br />

Sole/Plasma<br />

BALSAMO Michele Affidamento <strong>di</strong>retto 11.04.2005 13.05.2005 Incaric. occasionale<br />

Sole/Magn.<br />

BERNARDI Gabriella Affidamento <strong>di</strong>retto 22.05.2006 15.07.2006 Incaric. occasionale<br />

Archiv.Lastre<br />

CAPOBIANCO Gerardo Affidamento <strong>di</strong>retto 15.11.2004 15.07.2005 Incarichi occasionali<br />

UVCI/SCORE<br />

CARBOGNANI Albino Affidamento <strong>di</strong>retto 15.06.2004 14.07.2004 Incaric. occasionale<br />

SW-Asteroi<strong>di</strong><br />

PITTAVINO Pier Paolo Affidamento <strong>di</strong>retto 01.10.2004 30.11.2004 Incarico occasionale<br />

UVCS<br />

SUMAILI Akilimali Jean Affidamento <strong>di</strong>retto 22.02.2002 20.11.2004 Incaric. occasionali<br />

UVCS<br />

TUBIANA Cecilia Affidamento <strong>di</strong>retto 25.11.2004 15.12.2004 Incarico occasionale<br />

Calibr.Coron.<br />

TEVZADZE Alexander Affidamento <strong>di</strong>retto 14.10.2005 20.12.2005 Incarico occasionale<br />

Simulaz.Num.<br />

Contratti <strong>di</strong> collaborazione coor<strong>di</strong>nata e continuativa per attività <strong>di</strong> servizio<br />

Nominativo Selezione/Affidam. Periodo Tipo contratto<br />

Progetto<br />

GARELLA Blan<strong>di</strong>na Affidamento <strong>di</strong>retto 04.06.2001 31.10.2006 CoCoCo<br />

Planetario<br />

LORENZETTI Guido Affidamento <strong>di</strong>retto 11.07.2005 31.10.2006 CoCoCo<br />

Vigilanza<br />

26


ROSSI Raul Affidamento <strong>di</strong>retto 07.05.2002 31.07.2006 CoCoCo<br />

Vigilanza<br />

Contratti <strong>di</strong> collaborazione occasionale per attività <strong>di</strong> servizio<br />

Nominativo Selezione/Affidam. Periodo Tipo contratto<br />

Progetto<br />

ROSSI Raul Affidamento <strong>di</strong>retto 12.01.2002 25.03.2002 Incaric. occasionale<br />

Vigilanza<br />

MARTINOTTI Affidamento <strong>di</strong>retto 19.12.2003 28.02.2004 Incaric. occasionale<br />

M. Chiara Arch.Ammin.<br />

8. INCREMENTI DI PERSONALE RICHIESTI NEL TRIENNIO<br />

Il personale dell’<strong>Osservatorio</strong> è costantemente <strong>di</strong>minuito nell’ultimo quinquennio in quanto non<br />

sono state riassegnate le posizioni liberate dai vincitori <strong>di</strong> concorsi o da personale trasferito,<br />

congedato e pensionato. Il processo <strong>di</strong> decrescita è continuato nel 2006 con il trasferimento <strong>di</strong> un<br />

ricercatore ed il congedo <strong>di</strong> un tecnico dell’area scientifica. Come risultato <strong>di</strong> tutto ciò si è<br />

determinata una continua e significativa decrescita soprattutto del personale <strong>di</strong> ricerca, in netta<br />

controtendenza con quanto avvenuto in altre strutture.<br />

Per quantificare la decrescita <strong>di</strong> personale dell’<strong>Osservatorio</strong> nell’ultimo quinquennio, la struttura<br />

ha perso per trasferimenti, conge<strong>di</strong> e quiescenza o vincite <strong>di</strong> concorsi: 12 posizioni (4 posti <strong>di</strong><br />

astronomo associato, 5 posti da ricercatore più 3 posizioni <strong>di</strong> tecnico scientifico).<br />

Attualmente la struttura si trova quin<strong>di</strong> in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> particolare sofferenza principalmente per i<br />

seguenti motivi.<br />

1) Prima <strong>di</strong> tutto, nonostante le linee <strong>di</strong> ricerca che caratterizzano l’<strong>Osservatorio</strong> abbiano<br />

portato a risultati scientifici <strong>di</strong> indubbia rilevanza a livello internazionale ed abbiano nella<br />

maggior parte dei casi caratteristiche <strong>di</strong> unicità nel panorama dell’INAF, esse non vengono<br />

supportate da gruppi scientifici/tecnici numericamente adeguati. Quin<strong>di</strong> le potenzialità<br />

dell’<strong>Osservatorio</strong> non possono essere sviluppate appieno, come ci si attenderebbe, a meno<br />

che non si riavvii un sensibile processo <strong>di</strong> crescita.<br />

2) Secondo, esiste una sostanziosa fascia dei ricercatori “anziani” che non ha avuto possibilità<br />

concrete <strong>di</strong> progre<strong>di</strong>re in carriera ed esiste una ristretta fascia <strong>di</strong> associati (4) ed <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nari<br />

(3), e per questi ultimi è previsto il collocamento in quiescenza nel prossimo triennio.<br />

Quin<strong>di</strong> oltre al problema della carenza del personale soprattutto scientifico, si pone anche il<br />

problema dei quadri <strong>di</strong>rettivi della ricerca che verranno drasticamente ri<strong>di</strong>mensionati nei<br />

prossimi anni. Inoltre esiste una fascia <strong>di</strong> tecnici scientifici <strong>di</strong> grande capacità e<br />

preparazione che al momento non ha possibilità <strong>di</strong> ambire ad un ruolo tecnologico e/o<br />

scientifico.<br />

3) Esiste inoltre un’ampia fascia <strong>di</strong> ricercatori precari (le cui assunzioni a tempo determinato<br />

<strong>di</strong>pendono dalle <strong>di</strong>sponibilità dei finanziamenti) che attualmente non vede sbocchi adeguati<br />

27


e non ha alcuna sicurezza <strong>di</strong> poter continuare la carriera scientifica, data l’impossibilità<br />

perdurante <strong>di</strong> reclutamento dei giovani che vengono preparati per la carriera <strong>di</strong> astronomo.<br />

La gravità del quadro è ben illustrata dalla sezione che elenca il personale a tempo<br />

determinato che ha collaborato alla ricerca dell’<strong>Osservatorio</strong> nell’ultimo quinquennio, e<br />

che si aggira sulla quarantina <strong>di</strong> giovani ricercatori.<br />

Le esigenze dell’<strong>Osservatorio</strong> al fine <strong>di</strong> svolgere in modo adeguato le attività <strong>di</strong> ricerca richiedono<br />

quin<strong>di</strong> un incremento significativo <strong>di</strong> personale consistente nelle seguenti posizioni:<br />

4 <strong>di</strong>rigenti <strong>di</strong> ricerca<br />

8 primi ricercatori<br />

11 ricercatori<br />

3 collaboratori tecnici (CTER 4 livello).<br />

Prevedendo importanti sviluppi nel campo della strumentazione e delle tecnologie <strong>di</strong> grid sia<br />

computazionali sia <strong>di</strong> archiviazione virtuale, e segnalando una perdurante carenza <strong>di</strong> personale per il<br />

Servizio Informatico, si rendono inoltre necessarie le seguenti posizioni:<br />

1 <strong>di</strong>rigente tecnologo<br />

2 primo tecnologo<br />

5 tecnologi<br />

2 collaboratori tecnici (CTER 4 livello)<br />

2 collaboratori tecnici (CTER 6 livello).<br />

E’ inoltre assente un supporto <strong>di</strong> segreteria alla <strong>di</strong>rezione, con compiti anche <strong>di</strong> segreteria<br />

scientifica, per cui si richiede:<br />

1 collaboratore tecnico (CTER 4 livello).<br />

La priorità nell’anno 2007 va alle seguenti posizioni:<br />

• 1 primo tecnologo<br />

• 2 tecnologi<br />

• 1 <strong>di</strong>rigente <strong>di</strong> ricerca<br />

• 1 primo ricercatore<br />

• 4 ricercatori<br />

• 2 collaboratori tecnici.<br />

Anche se le effettive esigenze <strong>di</strong> risorse umane appena delineate possono risultare in contrasto con<br />

le reali possibilità <strong>di</strong> crescita del personale INAF nel suo complesso, che rendono improbabile la<br />

loro sod<strong>di</strong>sfazione, si sottolinea che comunque l’<strong>Osservatorio</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> richiede un’attenzione<br />

particolare alla propria peculiare situazione <strong>di</strong> decrescita costante verificatasi negli ultimi anni, in<br />

netto contrasto con l’aumento costante degli interessi scientifici e del successo dei progetti elaborati<br />

in <strong>Osservatorio</strong> e con le tendenze <strong>di</strong> crescita delle altre strutture.<br />

9. FINANZIAMENTI RICEVUTI NEL 2006 E PREVISTI NEL TRIENNIO<br />

Nella prima tabella sono riportati i finanziamenti per la ricerca accertati nell’anno 2006. Nella<br />

seconda tabella è riportata la sud<strong>di</strong>visione della quota per il 2006 del finanziamento per la Ricerca<br />

<strong>di</strong> Base della struttura.<br />

Progetto<br />

Finanziamento<br />

(€)<br />

Fonte<br />

Area Ricerca<br />

28


PRIN INAF<br />

La galassia 11.500,00 PRIN INAF 2005 Astrometria<br />

Interferometria IR 22.000,00 PRIN INAF 2005 Tecnologia- Interferometria<br />

Unveiling nuclear activity and<br />

galaxy formation<br />

37.000,00 PRIN INAF 2006 Astrofisica extra-galattica<br />

INAF<br />

Virtual Observatory 13.000,00 INAF Astrometria - Archivi<br />

Biblioteche ed Archivi 15.500,00 INAF (TAS) <strong>Osservatorio</strong><br />

CE<br />

Maria Curie - ELSA 80.742,64 CE (Lunds Univ.) Astrometria<br />

ARENA 4.000,00 CE Supporto progetti esterni<br />

OPTICON 10.782,16 CE (Cambridge Univ.) Tecnologia- Interferometria<br />

ASI<br />

IMPACT 25.000,00 Fondazione CRT Planetologia<br />

Extragalactic jets 24.000,00 ASI Astrofisica extra-galattica<br />

SMART 1 5.000,00 ASI Planetologia<br />

ENTI LOCALI<br />

Archivio Fotografico 5.000,00 Regione Piemonte Astrometria<br />

INDUSTRIA<br />

CRATERS Workshop 1.500,00 Alcatel Alenia Planetologia<br />

Consulenza NEO from Space 3.000,00 Alcatel Alenia Planetologia<br />

ALTRO<br />

Congresso SAIt 9.390,00 Quote registrazione <strong>Osservatorio</strong><br />

Totale 267.414,80<br />

Finanziamento Ricerca <strong>di</strong> Base INAF<br />

Progetti scientifici<br />

AGN, processi non lineari in plasmi,<br />

galassie a <strong>di</strong>sco in cosmologia<br />

Polarimetria <strong>di</strong> asteroi<strong>di</strong> e impact crater<br />

survey<br />

GAIA-GSCII e restituzione<br />

finanziamento 2005<br />

Finanziamento<br />

(€)<br />

Area Ricerca<br />

10.952,85 Astrofisica Extra-galattica<br />

7.266,37 Planetologia<br />

32.537,47 Astrometria (Planetologia)<br />

29


SCORE<br />

Missioni, partecipazioni a congressi,<br />

computer postazioni scientifiche, varie<br />

Strutture Osservative<br />

REOSC-WEBT<br />

Telescopi Morais, Marcon<br />

Servizi Scientifici<br />

Laboratorio Ottica 5.840,00<br />

Servizi Informatici – Archivi 25.952,99<br />

Biblioteca 4.035,69<br />

Divulgazione Patrimonio storico<br />

Attività <strong>di</strong>vulgative (DVD Storia Oss.) 2.705,50<br />

Lastre antiche 2.604,00<br />

Totale 140.000,00<br />

23.242,60 Solare/Tecnologia-coronografia<br />

11.413,63 Direzione (a beneficio <strong>di</strong> vari<br />

progetti)<br />

5.777,00 Astrofisica extra-galattica<br />

7.854,37 Divulgazione-<strong>di</strong>dattica<br />

10. PUBBLICAZIONI 2006<br />

Le pubblicazioni relative all’anno 2006 cui hanno contribuito ricercatori dell’OA-TO sono riassunte<br />

come numero e titoli nelle sottostanti Tabelle.<br />

Tipo<br />

Numero<br />

Riviste con referee: pubblicati 64<br />

“ in stampa 8<br />

“ sottomessi 17<br />

Relazioni su invito 6<br />

Comunicazioni a congressi 85<br />

Rapporti tecnici 15<br />

Altre pubblicazioni 3<br />

Pubblicazioni <strong>di</strong>dattiche <strong>di</strong>vulgative 15<br />

TOTALE 213<br />

11. PUNTI DI FORZA ED ELEMENTI DI CRITICITA’<br />

La struttura, tenendo conto della storia e delle prospettive <strong>di</strong> sviluppo dell’<strong>Osservatorio</strong>, ha<br />

focalizzato le sue attività su ben definite e solide linee <strong>di</strong> ricerca in modo da ottimizzare le risorse<br />

umane e quin<strong>di</strong> i risultati scientifici.<br />

Sono stati in<strong>di</strong>viduati due gran<strong>di</strong> progetti per il futuro che sono la partecipazione alla missione<br />

GAIA, a cui sono interessati i ricercatori <strong>di</strong> astrometria, fisica dei corpi minori del sistema solare e<br />

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tecnologia, e la partecipazione alla missione Solar Orbiter, a cui sono interessati i ricercatori <strong>di</strong><br />

fisica solare e tecnologia. Entrambe le missioni, se continueranno la loro implementazione,<br />

vedranno una partecipazione assolutamente rilevante dell’OATo.<br />

La linea <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> tecnologia interferometrcia potrà avere sbocchi rilevanti nella definizione ed<br />

implementazione, per es., degli strumenti <strong>di</strong> seconda generazione <strong>di</strong> VLTI.<br />

E’ in attività il nuovo sistema Beowulf de<strong>di</strong>cato alle simulazioni numeriche <strong>di</strong> plasmi astrofisici.<br />

E’ in corso l’automatizzazione del REOSC, il telescopio che fa parte della rete internazionale<br />

WEBT, coor<strong>di</strong>nata dall’<strong>Osservatorio</strong>, a supporto degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> AGN e <strong>di</strong> missioni spaziali.<br />

E’ in corso la realizzazione della grande facility OPSys per la calibrazione <strong>di</strong> strumenti ottici<br />

spaziali.<br />

L’elemento maggiore <strong>di</strong> criticità continua a risiedere nella significativa carenza <strong>di</strong> risorse umane,<br />

necessarie per uno sviluppo adeguato delle linee <strong>di</strong> ricerca portanti, e nella carenza <strong>di</strong> spazi per<br />

uffici e laboratori.<br />

I punti <strong>di</strong> debolezza del patrimonio <strong>di</strong> risorse umane dell’<strong>Osservatorio</strong> risiedono in particolare<br />

nell’esiguità delle fasce degli astronomi or<strong>di</strong>nari ed associati, nell’invecchiamento della fascia dei<br />

ricercatori, nell’inadeguatezza degli sbocchi professionali per una buona parte del personale tecnico<br />

scientifico, nella impossibilità <strong>di</strong> acquisire forze nuove assorbendo giovani ricercatori, la cui ricerca<br />

<strong>di</strong>pende oggi dalla <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> cui non si può assicurare la continuità. Si sottolinea a<br />

questo proposito che nell’ ultimo quinquennio una quarantina <strong>di</strong> giovani, preparati dal personale<br />

dell’<strong>Osservatorio</strong> alla ricerca astrofisica e che hanno collaborato alle ricerche in corso, non hanno<br />

avuto finora alcuna prospettiva <strong>di</strong> carriera scientifica.<br />

La carenza <strong>di</strong> spazi per la ricerca ha obbligato l’<strong>Osservatorio</strong> a realizzare la facility OPSys presso<br />

l’Altec.<br />

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