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Introduzione al Marketing Sostenibile - Altran

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Quaderni Sod<strong>al</strong>itas<br />

Novembre 2012<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong><br />

Quaderno re<strong>al</strong>izzato nell’ambito della campagna europea


INTRODUZIONE AL<br />

MARKETING SOSTENIBILE<br />

PREMESSA<br />

Il marketing sostenibile<br />

CAPITOLO I<br />

Consumo e Produzione <strong>Sostenibile</strong>, la nuova sfida strategica<br />

CAPITOLO II<br />

Il punto di vista dei consumatori<br />

CAPITOLO III<br />

L’innovazione sostenibile del prodotto/servizio<br />

CAPITOLO IV<br />

La comunicazione della Sostenibilità<br />

PARTE V<br />

Approfondimenti<br />

03<br />

05<br />

11<br />

21<br />

27<br />

37


A fronte delle sfide sempre più pressanti<br />

dello sviluppo sostenibile, i leader riconosciuti<br />

nel marketing di beni di largo<br />

consumo stanno adottando con successo<br />

da <strong>al</strong>cuni anni una serie di approcci pionieristici,<br />

che innovano profondamente<br />

rispetto <strong>al</strong>la disciplina come si era andata<br />

consolidando nel tempo. L’assunzione di<br />

una nuova consapevolezza rispetto <strong>al</strong>le<br />

responsabilità ambient<strong>al</strong>i e soci<strong>al</strong>i delle<br />

imprese si traduce in origin<strong>al</strong>i strategie<br />

di marketing fin<strong>al</strong>izzate <strong>al</strong>la crescita e<br />

ad un distintivo vantaggio competitivo.<br />

Queste inedite iniziative, speci<strong>al</strong>mente<br />

nella creazione dei nuovi prodotti e nella<br />

comunicazione ai consumatori, vengono<br />

ricondotte <strong>al</strong> concetto di marketing sostenibile<br />

e hanno dato vita, soprattutto<br />

in ambito anglosassone, ad un dibattito<br />

lungimirante e di <strong>al</strong>to profilo tra imprese<br />

leader, autorevoli think tank (SustainAbility,<br />

Forum for the Future…), accademia,<br />

associazioni profession<strong>al</strong>i e istituzioni.<br />

Le pagine che seguono si propongono di<br />

fornire un inquadramento concettu<strong>al</strong>e a<br />

questa rivisitazione della cultura e professione<br />

del marketing, ancora <strong>al</strong>lo stato<br />

nascente e in forte evoluzione, oltre<br />

a porre in evidenza le discontinuità più<br />

significative. Cercando di rispondere a<br />

domande come: cosa intendiamo con il<br />

neologismo marketing sostenibile, qu<strong>al</strong>i<br />

sono i cambiamento di paradigma a maggiore<br />

impatto<br />

In senso lato, il marketing sostenibile è<br />

il contributo di questa professione <strong>al</strong>lo<br />

sviluppo sostenibile. La prima definizione<br />

del marketing sostenibile, data da Don<strong>al</strong>d<br />

Fuller nel 1999, riguarda Il processo di<br />

pianificare, implementare e controllare<br />

lo sviluppo, il pricing, la promozione, la<br />

distribuzione dei prodotti in modo da<br />

rispondere a 3 criteri: soddisfazione dei<br />

bisogni dei clienti, raggiungimento degli<br />

obiettivi aziend<strong>al</strong>i, compatibilità con<br />

l’eco-sistema.<br />

Più recentemente, col crescere dell’interesse,<br />

sono state avanzate nuove definizioni.<br />

Secondo l’autorevole Business in the<br />

Community il marketing sostenibile consiste<br />

nell’influenzare il comportamento<br />

dei consumatori in modo da generare<br />

<strong>al</strong> tempo stesso profitti e un positivo<br />

cambiamento soci<strong>al</strong>e, riguardando sia<br />

(what you market) cosa viene offerto<br />

sul mercato, che (the way in which you<br />

market) il modo in cui si opera trasparentemente<br />

sul mercato. Un’<strong>al</strong>tra definizione,<br />

più ancorata <strong>al</strong> concetto origin<strong>al</strong>e<br />

della sostenibilità, parla di approccio<br />

di lungo termine, fondato sul principio<br />

etico dell’equa ripartizione delle risorse<br />

del pianeta tra le popolazioni presenti<br />

e quelle future, che coinvolge tutte le<br />

funzioni aziend<strong>al</strong>i e diventa una scelta<br />

strategica per la gestione del business.<br />

Elemento comune, a queste e <strong>al</strong>tre definizioni<br />

del marketing sostenibile, è<br />

l’ampliamento del perimetro tradizion<strong>al</strong>e<br />

ponendo in primo piano l’impegno nei<br />

confronti della società e dell’ambiente,<br />

la consapevolezza di dover influenzare il<br />

comportamento dei consumatori in senso<br />

più responsabile.<br />

Infatti l’accusa chiave rivolta <strong>al</strong>la professione<br />

del marketing da parte di ONG<br />

come WWF, opinion leader e media era<br />

quella di <strong>al</strong>imentare e favorire stili di<br />

consumo rampanti e non sostenibili.<br />

Ulteriori declinazioni riguardavano l’incoraggiamento<br />

di acquisti inutili, lo sfruttamento<br />

delle risorse natur<strong>al</strong>i, l’impiego<br />

eccessivo di imb<strong>al</strong>laggi, la limitazione<br />

del tempo di vita dei prodotti con l’obsolescenza<br />

pianificata, l’emissione di gas<br />

nocivi ……..<br />

E’ interessante notare come la funzione<br />

marketing, che fino a pochi anni fa per<br />

comune v<strong>al</strong>utazione era restata abbastanza<br />

ai margini rispetto <strong>al</strong> movimento<br />

CSR/Sostenibilità, stia riacquistando in<br />

questo modo un ruolo trainante. In virtù<br />

del potere che le viene riconosciuto<br />

come interfaccia nei confronti dei consumatori,<br />

come portavoce dei loro re<strong>al</strong>i<br />

interessi <strong>al</strong>l’interno dell’impresa, e per<br />

la sperimentata capacità nell’influenzare<br />

i loro comportamenti. Natur<strong>al</strong>mente si<br />

tratta di responsabilità, come verrà spiegato<br />

in seguito, di cui la funzione marketing<br />

non può darsi carico da sola, ma<br />

richiede cambiamenti significativi in tutto<br />

il business model aziend<strong>al</strong>e, un nuovo<br />

modo di condivisione e interazione tra<br />

tutte le componenti dell’impresa.<br />

PREMESSA<br />

Il marketing<br />

sostenibile<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 3


4 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


Il dibattito su Consumo e Produzione <strong>Sostenibile</strong>, che si sta affermando<br />

come uno degli aspetti più significativi del contesto strategico con il<br />

qu<strong>al</strong>e le imprese devono confrontarsi per il loro futuro, ris<strong>al</strong>e <strong>al</strong> 1992<br />

quando questo concetto stesso e le problematiche connesse emergono e acquistano<br />

visibilità nel corso della Conferenza di Rio su Ambiente e Sviluppo.<br />

Una riflessione strategica sul proprio modello di business, sulla sostenibilità<br />

del modo in cui i propri prodotti e servizi soddisfano gli stili di vita dei<br />

clienti, non è più espressione di una libera scelta, una opzione volontaria, ma<br />

una necessità ineludibile per non ignorare i rischi e le opportunità più significativi<br />

perdendo il contatto con il contesto.<br />

Nelle pagine che seguono, più che richiamare per sommi capi i ben noti macrotrend<br />

sottostanti, l’intenzione è di delineare il ruolo su questo nuovo<br />

scenario strategico dei vari attori: istituzioni, produttori, distribuzione,<br />

consumatori/clienti. Mentre, nei capitoli successivi, il focus sarà sui princip<strong>al</strong>i<br />

elementi di discontinuità rispetto ai paradigmi del passato, sulle leve di cambiamento<br />

che si sono dimostrate più efficaci.<br />

CAPITOLO I<br />

CONSUMO E<br />

PRODUZIONE<br />

SOSTENIBILE,<br />

LA NUOVA<br />

SFIDA<br />

STRATEGICA<br />

Il ruolo delle Istituzioni Internazion<strong>al</strong>i.<br />

Sfide glob<strong>al</strong>i richiedono governance glob<strong>al</strong>e<br />

Lo slogan Imparare a vivere nei<br />

limiti di un solo pianeta (One<br />

Planet di UNEP-United Nations Environment<br />

Programme) sintetizza efficacemente<br />

i termini del problema,<br />

mentre secondo WWF entro il 2030<br />

avremmo bisogno di 3 pianeti se non<br />

si interviene sui trend di utilizzo delle<br />

risorse dovuti agli attu<strong>al</strong>i stili di consumo<br />

e produzione. Per affrontare i<br />

macrofenomeni glob<strong>al</strong>i della crescita<br />

e dell’invecchiamento demografico,<br />

della urbanizzazione in megacittà,<br />

della crescente domanda di materie<br />

prime e carne da parte dei paesi in<br />

via di sviluppo, del cambiamento climatico,<br />

della scarsità di acqua, della<br />

perdita di biodiversità, non sono<br />

sufficienti i poteri dei singoli governi<br />

nazion<strong>al</strong>i e si rende necessario l’intervento<br />

delle istituzioni internazion<strong>al</strong>i.<br />

Le Nazioni Unite, pur con le complessità<br />

proprie dei processi multilater<strong>al</strong>i<br />

nel raggiungere il consenso<br />

e conciliare diversi interessi, hanno<br />

preso la guida del movimento, operando<br />

come motore di cambiamento<br />

e centro di elaborazione concettu<strong>al</strong>e,<br />

partendo d<strong>al</strong> neologismo sostenibilità<br />

coniato d<strong>al</strong> rapporto Brundtland.<br />

Sotto la loro regia sono stati lanciati i<br />

seguenti concetti e programmi:<br />

• 1992 Summit di Rio su Ambiente<br />

e Sviluppo, Agenda 21, consumo<br />

& produzione sostenibile,<br />

• 2002 Summit di Johannesburg,<br />

10 year Framework su consumo<br />

& produzione sostenibile,<br />

• 2012 Rio+20 Conferenza sullo<br />

Sviluppo <strong>Sostenibile</strong>, approvazione<br />

del documento The Future<br />

we Want, che include un piano<br />

per rivedere i pattern di consumo<br />

e produzione, oltre <strong>al</strong>la accelerazione<br />

della iniziativa Green<br />

Economy di UNEP, capace di coniugare<br />

sviluppo ed eliminazione<br />

della povertà.<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 5


L’Unione Europea ha ripreso e declinato<br />

questi concetti, in particolare<br />

con<br />

• 2006 Strategia di Sviluppo <strong>Sostenibile</strong>,<br />

invocando un cambio<br />

dei modelli di consumo/produzione,<br />

• 2008 Piano di Azione per Consumi,<br />

Produzione e Politiche Industri<strong>al</strong>i<br />

Sostenibili,<br />

• 2011 Europa 2020, III Comunicazione<br />

sulla CSR, Politica Industri<strong>al</strong>e<br />

Integrata.<br />

Come anticipato nella Agenda for<br />

Action della III Comunicazione sulla<br />

CSR, la Commissione entro il 2012<br />

dovrebbe aggiornare il Piano di<br />

Azione per Consumi e Produzione<br />

<strong>Sostenibile</strong>, non introducendo nuova<br />

legislazione ma puntando sulla<br />

collaborazione con le imprese nel definire<br />

una metodologia armonizzata<br />

basata sul ciclo di vita per c<strong>al</strong>colare<br />

l’environment<strong>al</strong> footprint dei<br />

prodotti (anche a livello settori<strong>al</strong>e) e<br />

sul rilancio del green public procurement.<br />

Inoltre verrà aggiornata la<br />

Direttiva 2005/29 Unfair Businessto-Consumer<br />

Commerci<strong>al</strong> Practices<br />

per il contrasto del greenwashing e<br />

lanciata la Direttiva Unlocking the<br />

Single Market for Green Products.<br />

Caritas in Veritate<br />

“E’ necessario un effettivo cambiamento di ment<strong>al</strong>ità che ci induca<br />

ad adottare nuovi stili di vita, nei qu<strong>al</strong>i la ricerca del vero,<br />

del bello e del buono, e la comunione con gli <strong>al</strong>tri uomini per<br />

una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte<br />

dei consumi, dei risparmi e degli investimenti.”<br />

Il ruolo dei produttori<br />

Michael Porter, HBR, “Strategia e Società, il legame tra vantaggio<br />

competitivo e CSR” Le imprese non sono responsabili<br />

per tutti i problemi del mondo, né avrebbero le risorse per<br />

risolverli. Ma ogni impresa può identificare un insieme specifico<br />

di problemi soci<strong>al</strong>i che può meglio contribuire a risolvere<br />

in base <strong>al</strong>le sue competenze e dai qu<strong>al</strong>i può ricavare il maggior<br />

vantaggio competitivo. Affrontare i problemi soci<strong>al</strong>i attraverso<br />

la creazione di v<strong>al</strong>ore condiviso consentirà di trovare soluzioni<br />

sostenibili, che non dipendono da sussidi privati o pubblici.”<br />

A fronte della crescente pressione<br />

di politiche e regolamentazioni<br />

ambient<strong>al</strong>i, di una accresciuta<br />

sensibilità e di cambiamenti delle<br />

attese da parte di consumatori/<br />

clienti, le imprese produttrici di beni<br />

e servizi non possono prescindere<br />

da una lucida presa di coscienza<br />

del nuovo contesto strategico e del<br />

crescente peso della dimensione<br />

sostenibilità, con l’opzione di<br />

adottare una linea proattiva o di<br />

passività relativa volta a limitare<br />

rischi e danni.<br />

6 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


Nel primo caso, scegliendo la sostenibilità<br />

come posizionamento distintivo,<br />

le imprese lungimiranti possono<br />

trasformare un rischio in opportunità<br />

e ottenere un vantaggio competitivo.<br />

Natur<strong>al</strong>mente non bastano interventi<br />

puramente cosmetici, facilmente<br />

identificabili ed attaccabili come greenwashing,<br />

ma si tratta di ridefinire<br />

in profondità il modello di business,<br />

proponendosi degli ambiziosi traguardi,<br />

non solo increment<strong>al</strong>i, di miglioramento<br />

delle proprie prestazioni<br />

socio-ambient<strong>al</strong>i, e non esitando ad<br />

intervenire per influenzare in senso<br />

più responsabile gli stili di vita dei<br />

propri clienti.<br />

Un autorevole riconoscimento in<br />

questo senso è contenuto nella III<br />

Comunicazione della Commissione<br />

UE sulla CSR quando afferma<br />

che <strong>al</strong>cune imprese leader stanno<br />

svolgendo un ruolo pionieristico<br />

assistendo i consumatori nel fare<br />

scelte più sostenibili.<br />

La via degli impegni unilater<strong>al</strong>i da<br />

parte di imprese e istituzioni finanziarie<br />

è proseguita anche <strong>al</strong>la recente<br />

Conferenza Rio+20 dove sono state<br />

presentate quasi 700 iniziative a sostegno<br />

dello sviluppo sostenibile per<br />

un ammontare complessivo di $513<br />

miliardi.<br />

Un aspetto significativo è il riconoscimento,<br />

da parte di organizzazioni<br />

leader nella sostenibilità come<br />

Unilever, che l’impresa da sola non<br />

possa trovare soluzioni <strong>al</strong>le più pressanti<br />

sfide, ma che debba puntare su<br />

partnership con <strong>al</strong>tri stakeholder,<br />

impegnare e mobilitare una plur<strong>al</strong>ità<br />

di soggetti. Dando vita a iniziative<br />

come l’Open Innovation Space, un<br />

nuovo modello di sviluppo prodotti<br />

basato su una piattaforma online che<br />

offre ad esperti esterni l’opportunità<br />

di contribuire <strong>al</strong>la ricerca di soluzioni<br />

tecniche per i problemi più complessi<br />

(attu<strong>al</strong>mente gli innovation partners<br />

sono circa 500) e il Sustainable Living<br />

Lab, una piattaforma online di<br />

di<strong>al</strong>ogo glob<strong>al</strong>e per co-creare soluzioni.<br />

Un’<strong>al</strong>tra importante opportunità che<br />

si apre <strong>al</strong>le imprese, attraverso l’impegno<br />

nello stakeholder engagement<br />

e l’utilizzo dei soci<strong>al</strong> media, è l’attivazione<br />

di un serrato di<strong>al</strong>ogo col<br />

consumatore per entrare in sintonia<br />

con loro e comprenderne meglio le<br />

attese.<br />

Pirelli punta decisamente su ascolto e confronto con i clienti come fonte prioritaria<br />

per anticiparne le esigenze e soddisfarne le richieste attraverso risposte immediate e<br />

competenti. Una forte presenza su tutti i can<strong>al</strong>i soci<strong>al</strong> media –le piattaforme Facebook,<br />

Twitter, Youtube,- mira ad un maggior coinvolgimento del consumatore attivo, creando<br />

una relazione one-to-one, e a cogliere l’occasione di trasformare le esperienze dei<br />

clienti in opportunità di miglioramento continuo.<br />

A gennaio 2012 Pirelli ha inoltre dedicato il proprio Sustainability Day <strong>al</strong> consumatore<br />

fin<strong>al</strong>e. La conferenza internazion<strong>al</strong>e, d<strong>al</strong> titolo “Pirelli Sustainability Day: a safe road to<br />

the future”, ha approfondito le tendenze evolutive in tema di attenzione <strong>al</strong>la s<strong>al</strong>ute e sicurezza<br />

del consumatore, con focus su quella strad<strong>al</strong>e, nonchè l’evoluzione del ruolo del<br />

consumatore <strong>al</strong>l’interno di un sistema economico, che negli ultimi decenni ha segnato<br />

profonde modifiche nei modelli di sviluppo e nelle dinamiche di mercato.<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 7


Il ruolo della distribuzione<br />

Molteplici i ruoli della distribuzione<br />

nell’orientare ed educare i consumatori<br />

verso stili di vita più sostenibili. Sia<br />

indirettamente come intermediari,<br />

che convogliano i messaggi dei produttori,<br />

agendo come filtro o acceleratore.<br />

Il confronto avviene nell’ambito<br />

del Category Management,<br />

sulla costruzione dell’assortimento,<br />

sul merchandising, sulle promozioni<br />

e, soprattutto, sulla ridefinizione del<br />

ruolo assegnato ad ogni categoria<br />

nelle strategia del distributore. Accanto<br />

ai ruoli canonici assumerà un peso<br />

crescente il contributo di ogni categoria<br />

<strong>al</strong>la qu<strong>al</strong>ificazione del distributore<br />

per l’impegno sulla sostenibilità.<br />

Sia direttamente come operatori<br />

economici a tutto campo. Le catene<br />

più lungimiranti hanno posto la<br />

sostenibilità <strong>al</strong> centro della propria<br />

strategia competitiva, prefiggendosi<br />

obiettivi molto ambiziosi di<br />

miglioramento della loro performance<br />

socio-ambient<strong>al</strong>e ed ottenendo sia<br />

importanti vantaggi economici che<br />

significativi riconoscimenti.<br />

W<strong>al</strong>mart, la più grande di tutte, guida la classifica in America nella<br />

Sustainability Survey 2011 presso opinion leader e NGOs, distanziando<br />

anche i più affermati leader industri<strong>al</strong>i. Prodotto e catena di fornitura<br />

sono aree primarie di foc<strong>al</strong>izzazione, dando luogo ad una plur<strong>al</strong>ità di<br />

iniziative. Per aiutare i buyer a v<strong>al</strong>utare i prodotti è stata introdotta<br />

una prima category scorecard del programma Sustainability Index,<br />

collaborando con fornitori, accademici, NGOs per le relative ricerche<br />

e metriche. L’icona Great For You aiuta i consumatori a identificare<br />

rapidamente le opzioni <strong>al</strong>imentari più s<strong>al</strong>utari, mentre nel 2011 è stato<br />

raggiunto l’obiettivo di far risparmiare $1 miliardo <strong>al</strong>le famiglie USA<br />

su un assortimento di frutta e verdura più sano eliminando i relativi<br />

premium price. Da 2 anni l’Ethic<strong>al</strong> Sourcing è supportato d<strong>al</strong>l’innovativo<br />

Supplier Development Program che, andando oltre la compliance,<br />

aiuta i fornitori a migliorare le condizioni lavorative e rispettare<br />

l’ambiente, aumentando il rating degli audits in quasi 300 fabbriche.<br />

La Women’s economic empowerment initiative si traduce in un impegno<br />

di acquistare per $20 miliardi da imprese femminili negli USA e<br />

raddoppiare l’attu<strong>al</strong>e importo glob<strong>al</strong>mente, <strong>al</strong> tempo stesso aiutando<br />

400.000 proprie dipendenti nel mondo con programmi di formazione. I<br />

loc<strong>al</strong>ly grown produce (a kilometro 0) sono quasi raddoppiati nell’ultimo<br />

anno, raggiungendo il 10% degli acquisti negli USA.<br />

Sul fronte ecologico, l’obiettivo di ridurre<br />

la destinazione dei rifiuti <strong>al</strong>le<br />

discariche dell’80%, oltre ad abbattere<br />

l’emissione di CO 2 , ha prodotto<br />

risparmi per $230 milioni grazie a<br />

maggiori ricavi da riciclo e riduzione<br />

delle spese. Per aggredire l’attu<strong>al</strong>e<br />

prima fonte di inquinamento, superiore<br />

anche ai trasporti su gomma, è<br />

stata introdotta una nuova pionie-<br />

8 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


Non sono ancora chiare velocità,<br />

estensione, percorsi che questa<br />

accresciuta sensibilità dei consumatori<br />

verso i temi della sostenibiristica<br />

generazione di refrigerated<br />

display cases per una riduzione<br />

sostanzi<strong>al</strong>e dell’emissione di HFC<br />

e della perdita di GHC. Nel campo<br />

delle energie rinnovabili, W<strong>al</strong>mart<br />

sta progredendo verso l’obiettivo del<br />

100% ed è attu<strong>al</strong>mente negli USA il<br />

secondo onsite green power generator<br />

con 180 progetti operativi o in via<br />

di sviluppo.<br />

Ugu<strong>al</strong>mente ambiziosa la One Planet Living Sustainability Initiative<br />

di B & Q, la catena di home imroementbricolage improvement/bricolage del gru-<br />

gruppo<br />

Kingfisher. Da un lato aiutando le famiglie ad avere delle abitazioni<br />

più verdi e a minor impatto ambient<strong>al</strong>e, fornendo per il 12%<br />

delle proprie vendite una gamma di 3.500 One Planet Home Ecoproducts<br />

accreditati da terze parti e acquistando il 100% del legname<br />

solo da produttori certificati che gestiscono responsabilmente<br />

il patrimonio forest<strong>al</strong>e. D<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro gestendo i propri magazzini con<br />

un Sustainability Action Plan, che si prefigge ambiziosi traguardi<br />

in termini di zero emissioni e rifiuti, trasporti e acqua sostenibili…<br />

Il ruolo dei consumatori/clienti<br />

Il potere ultimo risiede nelle loro<br />

mani, in quanto <strong>al</strong>la fine sono le loro<br />

scelte di acquisto e stile di vita che<br />

possono fare la differenza. Un potere<br />

ulteriormente aumentato recentemente<br />

dai soci<strong>al</strong> media, attraverso i<br />

qu<strong>al</strong>i miliardi di interazioni possono<br />

influenzare con raccomandazioni e<br />

condivisioni di esperienze gli orientamenti<br />

degli amici.<br />

Con le loro scelte i consumatori/<br />

clienti possono premiare o sanzionare<br />

(fino <strong>al</strong> ricorso a campagne di<br />

boicottaggio) l’impegno e la performance<br />

di sostenibilità dei produttori.<br />

Ma non è soltanto con l’atto fin<strong>al</strong>e<br />

di acquisto che i consumatori/clienti<br />

possono influenzare le strategie e gli<br />

investimenti dei produttori, ma anche<br />

diventando più assertivi, esigenti e<br />

voc<strong>al</strong>i. Varie sono le vie attraverso le<br />

qu<strong>al</strong>i esercitare la propria influenza:<br />

• intensificando la richiesta di una<br />

informazione precisa su caratteristiche<br />

e prestazioni di prodotti<br />

e servizi anche attraverso la consultazione<br />

dei siti aziend<strong>al</strong>i,<br />

• ribadendo in ogni occasione l’importanza<br />

di una effettiva garanzia<br />

sui requisiti di s<strong>al</strong>ute, sicurezza,<br />

impatto ambient<strong>al</strong>e dei prodotti,<br />

di processi produttivi poco inquinanti<br />

ed esprimendo la loro preoccupazione<br />

per il cambiamento<br />

climatico,<br />

• assegnando maggior peso a nuove<br />

domande di responsabilità socioambient<strong>al</strong>e,<br />

pur senza rinunciare<br />

<strong>al</strong>le tradizion<strong>al</strong>i richieste di eccellenza<br />

qu<strong>al</strong>itativa, v<strong>al</strong>ue for money<br />

e <strong>al</strong>to livello di servizio,<br />

• dimostrandosi più disponibili a rivedere<br />

le proprie abitudini di consumo/uso<br />

dei prodotti a favore di<br />

forme più sostenibili.<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 9


lità potranno assumere nel futuro,<br />

e vari sono gli scenari che vengono<br />

prefigurati. Inoltre natur<strong>al</strong>mente<br />

quando si parla di consumatori non<br />

si intende una popolazione monolitica,<br />

indifferenziata, bensì <strong>al</strong>tamente<br />

segmentata. Vari esercizi di segmentazione,<br />

anche molto sofisticati, sono<br />

stati portati avanti da autorevoli organismi/think<br />

tank – World Business<br />

Council on Sustainable Development,<br />

Forum for the Future…- e da imprese<br />

leader nel marketing come Marks<br />

& Spencer, Diageo… Importante è che<br />

ogni impresa si sforzi di comprendere<br />

come la propria clientela si posizioni<br />

rispetto <strong>al</strong>le specifiche issues di sostenibilità<br />

che caratterizzano il settore<br />

in cui opera, individuando i segmenti<br />

cui rivolgersi prioritariamente<br />

con le nuove strategie sostenibili,<br />

anche considerando possibili differenziazioni<br />

riguardo a tempistiche,<br />

assortimenti, messaggi.<br />

Il ruolo delle Associazioni Ambient<strong>al</strong>iste<br />

e di Consumatori<br />

Le grandi campagne lanciate nel<br />

tempo d<strong>al</strong>le più autorevoli ONG per<br />

sensibilizzare i cittadini e per confrontarsi<br />

con le imprese su temi<br />

ecologici e a tutela dei diritti umani<br />

e dei consumatori, hanno svolto storicamente<br />

una importante funzione<br />

di crescita della consapevolezza e di<br />

stimolo <strong>al</strong> cambiamento.<br />

Da un atteggiamento inizi<strong>al</strong>mente<br />

più improntato <strong>al</strong> conflitto (fino in<br />

casi estremi a invocare il boicottaggio),<br />

nel tempo sono andate crescendo<br />

anche forme di di<strong>al</strong>ogo costruttivo<br />

multi-stakeholder, sperimentando<br />

interessanti forme di partnership,<br />

come panel di consultazione e iniziative<br />

congiunte per affrontare issues<br />

di comune interesse.<br />

Anche per il futuro la competenza,<br />

l’autorevolezza e l’impegno di questo<br />

stakeholder forniranno un contributo<br />

indispensabile nell’orientamento<br />

e costruzione di stili di vita e di consumi<br />

più sostenibili, in una ottica di<br />

multi-actor collaboration.<br />

10 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


Questo capitolo presenta una sintesi ragionata delle indagini condotte negli<br />

ultimi anni da GfK Eurisko sulla sensibilità ai problemi ambient<strong>al</strong>i, sulle responsabilità<br />

attribuite ai diversi attori pubblici e privati e sugli orientamenti<br />

dei cittadini-consumatori verso comportamenti rispettosi dell’ambiente e verso<br />

l’acquisto di prodotti a basso impatto ambient<strong>al</strong>e.<br />

Una ricognizione sulla cultura attu<strong>al</strong>e dei consumatori in materia di sostenibilità<br />

è opportuna per <strong>al</strong>meno due motivi:<br />

1) perché la v<strong>al</strong>orizzazione della sostenibilità di prodotti e servizi è destinata<br />

ad avere successo solo in presenza di consumatori in grado di<br />

apprezzarla;<br />

2) perché la sostenibilità è un concetto che consente declinazioni molteplici<br />

e dunque una comunicazione sarà tanto più efficace quanto più<br />

sarà coerente con la cultura attu<strong>al</strong>e dei consumatori (i loro v<strong>al</strong>ori, i loro<br />

atteggiamenti, le loro aspettative).<br />

CAPITOLO II<br />

IL PUNTO DI<br />

VISTA DEI<br />

CONSUMATORI<br />

La progressiva crescita della sensibilità<br />

ambient<strong>al</strong>e degli It<strong>al</strong>iani<br />

Secondo l’indagine condotta annu<strong>al</strong>mente<br />

da GfK Eurisko per RISL/Ministero<br />

dell’Ambiente, tra il 2003 e il<br />

2010 l’indice di sensibilità ambient<strong>al</strong>e<br />

è passato d<strong>al</strong> 63% <strong>al</strong> 70%, crescendo<br />

non solo sul piano “estensivo”<br />

- misurato d<strong>al</strong> numero di cittadiniconsumatori<br />

che si dichiarano preoccupati<br />

del problema - ma soprattutto<br />

sul piano “intensivo”, ovvero del<br />

coinvolgimento person<strong>al</strong>e sul tema.<br />

Tutti e quattro gli indicatori utilizzati<br />

per costruire l’indice mostrano un<br />

andamento positivo.<br />

E’ cresciuta di 5 punti (d<strong>al</strong> 47% <strong>al</strong><br />

52%) la percentu<strong>al</strong>e di chi “parla<br />

frequentemente di ambiente” e di 10<br />

punti (d<strong>al</strong> 47% <strong>al</strong> 57%) la percentu<strong>al</strong>e<br />

di chi “frequentemente legge<br />

articoli o guarda servizi su temi ambient<strong>al</strong>i”.<br />

Contemporaneamente sono<br />

cresciuti anche il coinvolgimento e la<br />

responsabilizzazione person<strong>al</strong>e.<br />

La stessa indagine mostra infatti che<br />

– nel periodo 2003-2010 – è cresciuto<br />

di ben 15 punti (d<strong>al</strong> 45% <strong>al</strong> 60%)<br />

l’indicatore che misura la percezione<br />

di “auto-efficacia” ovvero la consapevolezza<br />

del contributo person<strong>al</strong>e<br />

che ciascun cittadino-consumatore<br />

può dare <strong>al</strong>la riduzione dell’inquinamento<br />

ed è cresciuta di 17 punti<br />

– passando d<strong>al</strong> 19% <strong>al</strong> 36% - la<br />

percentu<strong>al</strong>e di chi si dichiara “molto<br />

attento” <strong>al</strong>l’ambiente nei propri comportamenti<br />

quotidiani.<br />

E’ anche importante notare che la<br />

sensibilità ambient<strong>al</strong>e è oggi trasvers<strong>al</strong>e<br />

ai diversi segmenti della popolazione<br />

con significative accentuazioni<br />

solo nella fascia di età matura (tra i<br />

55 e i 65 anni), nei segmenti maggiormente<br />

dotati di risorse economiche<br />

e cultur<strong>al</strong>i e tra le giovani donne<br />

con figli piccoli. Sono soprattutto le<br />

cosiddette “élites” a mostrarsi propense<br />

a comportamenti positivi nei<br />

confronti dell’ambiente.<br />

Questo dato nella prospettiva del<br />

marketing ha un duplice v<strong>al</strong>ore. Innanzitutto<br />

perché si tratta di soggetti<br />

dotati di maggiore capacità di<br />

spesa e dunque particolarmente interessanti<br />

come target di riferimen-<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 11


to per le imprese. In secondo luogo<br />

perché i segmenti elitari sono quelli<br />

maggiormente dotati di capacità di<br />

influenzamento nei confronti del resto<br />

della popolazione e dunque i loro<br />

orientamenti cultur<strong>al</strong>i e di consumo<br />

sono probabilmente destinati a diffondersi<br />

anche presso <strong>al</strong>tri segmenti<br />

del mercato.<br />

Per quanto riguarda le preoccupazioni<br />

per i problemi ambient<strong>al</strong>i, le<br />

indagini condotte negli anni ’70 e<br />

’80 mostravano come essi venissero<br />

sostanzi<strong>al</strong>mente identificati con<br />

l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e<br />

degli spazi pubblici. Oggi la percezione<br />

del problema ambient<strong>al</strong>e da parte<br />

dei cittadini è molto più articolata e<br />

complessa.<br />

L’indagine condotta nel giugno 2012<br />

da GfK Eurisko per conto di WWF It<strong>al</strong>ia<br />

mostra che ai primi due posti si<br />

collocano ancora oggi l’inquinamento<br />

dell’acqua e dell’aria (che preoccupano<br />

“molto” l’82% degli It<strong>al</strong>iani) ma<br />

che vi sono <strong>al</strong>ti 10 problemi ambient<strong>al</strong>i<br />

avvertiti come “molto preoccupanti”<br />

da percentu<strong>al</strong>i molto elevate<br />

di cittadini (oltre il 70%).<br />

Grafico 1<br />

I temi ambient<strong>al</strong>i che<br />

preoccupano di più gli<br />

It<strong>al</strong>iani<br />

12 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


Le responsabilità dei cittadini-consumatori<br />

A differenza di quanto avveniva fino<br />

agli anni ’80, quando il problema<br />

ambient<strong>al</strong>e veniva riconosciuto dai<br />

cittadini ma la responsabilità di trovare<br />

delle soluzioni veniva quasi per<br />

intero assegnata <strong>al</strong> Governo e <strong>al</strong>le<br />

imprese, oggi una percentu<strong>al</strong>e largamente<br />

maggioritaria di It<strong>al</strong>iani riconosce<br />

che spetta anche ai cittadiniconsumatori<br />

il compito di agire.<br />

L’indagine sulla “filiera sostenibile”<br />

condotta nel marzo 2011 da GfK<br />

Eurisko per conto di Fondazione Sod<strong>al</strong>itas<br />

mostra chiaramente che la responsabilità<br />

di garantire uno sviluppo<br />

sostenibile dovrebbe – secondo gli<br />

It<strong>al</strong>iani - essere condivisa tra i diversi<br />

soggetti.<br />

Grafico 2<br />

I soggetti responsabili di<br />

uno sviluppo sostenibile<br />

MOLTISSIMO MOLTO ABBASTANZA POCO PER NIENTE MEDIA<br />

IL GOVERNO 51 35 11 11 4,34<br />

86%<br />

LE AMMINISTRAZIONI<br />

LOCALI<br />

39 82%<br />

43 15 21 4,19<br />

LE IMPRESE 32 76%<br />

44 21 3 1 4,04<br />

I CITTADINI 33 73%<br />

40 23 3 1 4,00<br />

L’attore pubblico rimane quello più<br />

direttamente investito d<strong>al</strong>la responsabilità:<br />

sia il Governo centr<strong>al</strong>e, che<br />

viene indicato come responsabile<br />

d<strong>al</strong>l’86%, che le Amministrazioni<br />

loc<strong>al</strong>i, indicate come responsabili<br />

d<strong>al</strong>l’82%. Ma, con uno scarto limitato,<br />

vengono indicati come responsabili<br />

anche le imprese e i cittadini.<br />

Una larga maggioranza di It<strong>al</strong>iani riconosce<br />

dunque che vi sono comportamenti<br />

che possono concretamente<br />

contribuire ad una riduzione del degrado<br />

ambient<strong>al</strong>e. Questo non significa<br />

che quei comportamenti vengano<br />

già oggi coerentemente messi in<br />

atto, ma indica tuttavia che esiste la<br />

consapevolezza del nesso tra degrado<br />

ambient<strong>al</strong>e e agire quotidiano dei<br />

cittadini e dunque che – <strong>al</strong>meno in<br />

linea di principio – esiste la disponibilità<br />

a modificare i comportamenti a<br />

più elevato impatto ambient<strong>al</strong>e.<br />

Per quanto riguarda i comportamenti<br />

futuri, la stessa indagine segn<strong>al</strong>a una<br />

v<strong>al</strong>utazione ottimistica sull’evoluzio-<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 13


Grafico 3<br />

ne futura dei comportamenti di due<br />

attori decisivi. La maggioranza degli<br />

It<strong>al</strong>iani (53%) si dichiara infatti convinta<br />

che l’attenzione <strong>al</strong>la sostenibilità<br />

da parte dei consumatori è destinata<br />

ad aumentare in futuro, mentre<br />

solo il 2% ritiene che sia destinata a<br />

diminuire. Una percentu<strong>al</strong>e non di<br />

molto inferiore (43%) ritiene che anche<br />

da parte delle imprese ci sarà nei<br />

prossimi anni maggiore attenzione.<br />

All’elevata attribuzione di responsabilità<br />

ai cittadini non si accompagna<br />

tuttavia un giudizio positivo sul loro<br />

comportamento attu<strong>al</strong>e relativamente<br />

<strong>al</strong>l’ambiente, <strong>al</strong> contrario.<br />

D<strong>al</strong>l’indagine condotta da GfK Eurisko<br />

per UPA-Assocomunicazione<br />

(2009) risulta che solo il 26% esprime<br />

una v<strong>al</strong>utazione positiva e questa<br />

percentu<strong>al</strong>e si riduce ulteriormente<br />

(19%) nei segmenti elitari, a riprova<br />

che i soggetti più informati sono anche<br />

quelli più severi nel giudizio, in<br />

quanto più consapevoli di quello che<br />

si potrebbe fare e non si fa.<br />

Qu<strong>al</strong>i sono le ragioni per cui gli It<strong>al</strong>iani<br />

sono poco attenti <strong>al</strong>l’ambiente<br />

nei loro comportamenti, nonostante<br />

riconoscano la gravità e l’urgenza del<br />

problema La stessa indagine indica<br />

che la maggioranza dei cittadini<br />

ritiene di non essere sufficientemente<br />

supportata d<strong>al</strong>le istituzioni<br />

e d<strong>al</strong>le imprese ad adottare comportamenti<br />

sostenibili. Solo il 14%<br />

ritiene infatti che gli It<strong>al</strong>iani siano<br />

molto o abbastanza aiutati a comportarsi<br />

in modo corretto e a questo<br />

scarso supporto – dice la fase qu<strong>al</strong>itativa<br />

della stessa ricerca – concorrono<br />

tre diverse componenti: la mancanza<br />

di strutture (dai cassonetti<br />

per la raccolta differenziata <strong>al</strong>le piste<br />

ciclabili), la scarsa disponibilità di<br />

prodotti “verdi” (ovvero di prodotti<br />

con un basso impatto ambient<strong>al</strong>e)<br />

e la mancanza di informazioni su<br />

qu<strong>al</strong>i siano i comportamenti ecologicamente<br />

corretti e i prodotti migliori<br />

d<strong>al</strong> punto di vista ambient<strong>al</strong>e. Il tema<br />

della mancanza di informazioni<br />

è quello considerato più grave. Secondo<br />

il Climate Change Monitor<br />

(2008) il 76% degli It<strong>al</strong>iani pensa di<br />

“aver bisogno di maggiori informazioni<br />

per poter fare di più nei confronti<br />

del cambiamento climatico”.<br />

Chi deve contribuire <strong>al</strong>la<br />

sensibilità ambient<strong>al</strong>e<br />

Nella tabella che segue vengono riportati i fattori che – secondo gli It<strong>al</strong>iani -<br />

potrebbero efficacemente contribuire ad una maggiore sensibilità ambient<strong>al</strong>e<br />

dei cittadini.<br />

14 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


Ma – pur nella insufficiente disponibilità<br />

di informazioni - qu<strong>al</strong>i sono i<br />

comportamenti che già oggi i consumatori<br />

it<strong>al</strong>iani sono disposti a mettere<br />

in atto per contribuire a ridurre<br />

l’impatto ambient<strong>al</strong>e del proprio stile<br />

di vita<br />

Un’indagine condotta nel 2010 da<br />

GfK Eurisko per Federchimica-Assocasa<br />

ha consentito di rilevare – tramite<br />

una domanda aperta – i quattro<br />

comportamenti che i consumatori<br />

associano spontaneamente ad uno<br />

stile di vita e di consumo “sostenibile”.<br />

E precisamente:<br />

- l’utilizzo di prodotti non inquinanti<br />

- il corretto sm<strong>al</strong>timento dei rifiuti/<br />

la raccolta differenziata<br />

- la riduzione delle emissioni nocive<br />

(auto, risc<strong>al</strong>damento…)<br />

- il risparmio energetico.<br />

Più recentemente – con l’aggravarsi<br />

della crisi economica - si sono progressivamente<br />

diffusi quei comportamenti<br />

di consumo che <strong>al</strong> vantaggio<br />

ambient<strong>al</strong>e uniscono l’opportunità<br />

di un risparmio economico, come<br />

risulta d<strong>al</strong>l’indagine condotta nel<br />

2011 da GfK Eurisko per Fondazione<br />

Sod<strong>al</strong>itas.<br />

Grafico 4<br />

I comportamenti<br />

importanti per garantire<br />

uno sviluppo sostenibile<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 15


E’ importante notare che quelli sopra<br />

elencati sono in maggioranza comportamenti<br />

che rimandano ad un<br />

uso consapevole e responsabile dei<br />

prodotti più che <strong>al</strong>l’acquisto di una<br />

specifica tipologia di prodotto a conferma<br />

che attu<strong>al</strong>mente – in assenza<br />

di una diffusa disponibilità di marche<br />

e di prodotti chiaramente caratterizzati<br />

in senso ecologico – è soprattutto<br />

in una più attenta, corretta e responsabile<br />

gestione dei prodotti che<br />

si traduce la coscienza ambient<strong>al</strong>e<br />

dei consumatori.<br />

Per quanto riguarda la scelta di specifiche<br />

categorie di prodotti, la stessa<br />

indagine GfK Eurisko-Sod<strong>al</strong>itas indica<br />

che vi sono attu<strong>al</strong>mente sei categorie<br />

di prodotto acquistate con maggiore<br />

o minore regolarità dai consumatori<br />

it<strong>al</strong>iani in una prospettiva di sostenibilità.<br />

Nell’ordine: le lampadine a<br />

risparmio energetico, i prodotti <strong>al</strong>imentari<br />

di stagione, i prodotti che<br />

provengono da zone vicine/a chilometro<br />

zero, i capi di abbigliamento<br />

che utilizzano fibre/materi<strong>al</strong>i natur<strong>al</strong>i,<br />

i prodotti con confezioni “leggere”<br />

o riciclabili, i detersivi sfusi/a ricarica.<br />

Nello stesso elenco vi sono anche<br />

due categorie di prodotti che il 35%<br />

dei consumatori dichiara di evitare<br />

“sempre”. Si tratta dei prodotti che<br />

contengono un materi<strong>al</strong>e percepito<br />

come difficile da sm<strong>al</strong>tire (la plastica)<br />

e dei prodotti che contengono<br />

sostanze tossiche/dannose per l’ambiente.<br />

Un discorso a parte merita l’auto.<br />

Non si rinuncia <strong>al</strong>l’auto, ma si riconosce<br />

in misura crescente l’utilità<br />

di limitarne l’utilizzo riducendo in<br />

questo modo le emissioni dannose<br />

per l’ambiente e il consumo di una<br />

fonte energetica in via di progressivo<br />

esaurimento come il petrolio.<br />

La domanda rivolta <strong>al</strong>le imprese<br />

Per quanto riguarda la domanda di<br />

“responsabilità” rivolta <strong>al</strong>le imprese,<br />

le indagini condotte negli ultimi<br />

anni indicano coerentemente che ai<br />

primi posti – secondo i consumatori<br />

– si collocano la qu<strong>al</strong>ità dei prodotti e<br />

la protezione dell’ambiente. L’Internation<strong>al</strong><br />

CSR Monitor (2010) indica<br />

che per i consumatori it<strong>al</strong>iani le responsabilità<br />

indicate come “primarie”<br />

per le imprese sono – stabilmente da<br />

10 anni - “assicurare che i loro prodotti<br />

siano sani e sicuri” (90%), “assicurare<br />

che i loro prodotti e i loro<br />

processi produttivi non danneggino<br />

l’ambiente” (87%) e “assicurare<br />

che tutti i materi<strong>al</strong>i utilizzati siano<br />

prodotti nel rispetto della società e<br />

dell’ambiente” (83%).<br />

L’indagine GfK Eurisko-Assocasa (2010)<br />

offre <strong>al</strong>cune indicazioni supplementari<br />

mostrando che la domanda di<br />

sostenibilità ambient<strong>al</strong>e rivolta <strong>al</strong>le<br />

imprese sta divenendo sempre più<br />

ampia e articolata. Alle imprese vengono<br />

oggi rivolte dai consumatori<br />

sette domande. Le tre princip<strong>al</strong>i riguardano<br />

i prodotti:<br />

- prodotti “sani e sicuri”, ovvero<br />

privi di sostanze nocive per la<br />

s<strong>al</strong>ute (90%)<br />

- prodotti con una confezione<br />

ecologica, ovvero facile da<br />

riciclare e da separare per la<br />

raccolta differenziata (83%)<br />

- prodotti privi di sostanze ad elevato<br />

impatto ambient<strong>al</strong>e (82%).<br />

16 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


Due riguardano il processo di produzione:<br />

- prodotti re<strong>al</strong>izzati con un processo<br />

a ridotto impatto ambient<strong>al</strong>e<br />

(82%)<br />

- prodotti il cui trasporto non<br />

comporta lunghi spostamenti<br />

(inquinanti) (75%)<br />

Tre infine riguardano le informazioni<br />

relative ad una gestione responsabile:<br />

- consigli su come risparmiare<br />

prodotto (62%)<br />

- indicazioni per un uso sicuro e<br />

corretto (60%)<br />

- indicazioni per uno sm<strong>al</strong>timento<br />

corretto (56%).<br />

Alla responsabilità primaria attribuita<br />

<strong>al</strong>l’attenzione <strong>al</strong>l’ambiente da parte<br />

delle imprese, si accompagna un<br />

giudizio tendenzi<strong>al</strong>mente critico sulla<br />

loro attu<strong>al</strong>e performance. L’Internation<strong>al</strong><br />

CSR Monitor (2010) conferma<br />

che per i consumatori it<strong>al</strong>iani<br />

solo il 24% delle imprese “sta oggi<br />

facendo tutto il possibile per essere<br />

soci<strong>al</strong>mente e ambient<strong>al</strong>mente responsabile”.<br />

Sostenibilità e comportamenti di acquisto<br />

La più diffusa sensibilità per il problema<br />

ambient<strong>al</strong>e ha un impatto sul<br />

modello di consumo degli It<strong>al</strong>iani,<br />

su quello effettivamente praticato e<br />

su quello a cui aspirano L’indagine<br />

sui “climi di consumo” che GfK Eurisko<br />

conduce d<strong>al</strong> 2001 con cadenza<br />

trimestr<strong>al</strong>e consente di rispondere<br />

con una certa precisione a questa<br />

domanda. Le ultime edizioni della ricerca<br />

mostrano infatti che nel corso<br />

degli ultimi anni è regolarmente cresciuta<br />

la percentu<strong>al</strong>e di It<strong>al</strong>iani che<br />

ritengono che “<strong>al</strong>l’uscita da questa<br />

crisi il nostro modello di consumo<br />

sarà diverso d<strong>al</strong> passato”.<br />

Grafico 5<br />

Il modo di consumare<br />

«dopo la crisi»<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 17


Un’indagine qu<strong>al</strong>itativa di approfondimento<br />

condotta sui segmenti<br />

giovanili ed elitari ha consentito di<br />

mettere meglio in luce i tre cambiamenti<br />

prefigurati che dovrebbero<br />

delineare il profilo del nuovo modello<br />

di consumo:<br />

- la riduzione dei consumi inutili<br />

e costosi, l’eliminazione del<br />

superfluo, l’orientamento ad<br />

una maggiore sobrietà e parsimonia;<br />

- la gestione più responsabile<br />

degli oggetti (capi di abbigliamento,<br />

arredo, elettrodomestici,<br />

auto…) per farli durare<br />

più a lungo, riparandoli e superando<br />

la cultura dell’usa e<br />

getta;<br />

- l’orientamento verso prodotti<br />

e marche più sostenibili d<strong>al</strong><br />

punto di vista soci<strong>al</strong>e e ambient<strong>al</strong>e.<br />

La crisi sembra dunque agire in due<br />

direzioni. Da una parte i consumi –<br />

nel loro complesso – stanno perdendo<br />

il loro fascino come dimensione<br />

fondativa del benessere person<strong>al</strong>e e<br />

dunque un numero crescente di persone<br />

è <strong>al</strong>la ricerca di nuovi modelli di<br />

qu<strong>al</strong>ità per la propria vita, e attribuisce<br />

un v<strong>al</strong>ore crescente <strong>al</strong>le dimensioni<br />

non materi<strong>al</strong>i (il tempo, le relazioni,<br />

l’etica, la cultura…). D<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra<br />

la crisi stimola la consapevolezza del<br />

senso del limite e dunque una gestione<br />

più responsabile delle risorse, nella<br />

direzione di consumi più attenti e più<br />

sobri. In questa prospettiva i prodotti<br />

– quelli utili, in grado di offrirci<br />

esperienze piacevoli e dotate di senso<br />

– dovranno sempre più rispondere<br />

a criteri di sostenibilità. Oggi questo<br />

criterio è adottato da circa un terzo<br />

dei consumatori. Secondo l’indagine<br />

GfK Eurisko-Fondazione Sod<strong>al</strong>itas<br />

del 2011 è il 34% dei consumatori a<br />

dichiarare di tenere conto “moltissimo<br />

o molto” di criteri etici, soci<strong>al</strong>i e<br />

ambient<strong>al</strong>i <strong>al</strong> momento dell’acquisto<br />

di un prodotto, facendo di questo il<br />

terzo criterio dopo qu<strong>al</strong>ità e prezzo<br />

che restano di gran lunga i due driver<br />

primari di scelta. E una percentu<strong>al</strong>e<br />

an<strong>al</strong>oga (33%) dichiara di non avere<br />

– nel corso dell’ultimo anno - acquistato<br />

un prodotto o una marca<br />

perché poco sostenibile d<strong>al</strong> punto di<br />

vista ambient<strong>al</strong>e.<br />

Grafico 6<br />

I criteri importanti <strong>al</strong><br />

momento dell’acquisto<br />

18 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


Quanti sono/chi sono i consumatori<br />

attenti <strong>al</strong>l’ambiente<br />

In attesa di indagini che consentano<br />

di re<strong>al</strong>izzare un’accurata segmentazione<br />

tipologica dei consumatori<br />

it<strong>al</strong>iani a partire da variabili relative<br />

<strong>al</strong>la sostenibilità dei propri comportamenti<br />

di acquisto e di consumo,<br />

osservando i dati attu<strong>al</strong>mente disponibili<br />

si può ragionevolmente<br />

ipotizzare che i consumatori it<strong>al</strong>iani<br />

possano essere distribuiti in tre<br />

distinte categorie di peso quasi<br />

equiv<strong>al</strong>ente.<br />

Un terzo (30-35%) di consumatori<br />

consapevoli e attivi che uniscono<br />

<strong>al</strong>la consapevolezza del problema<br />

ambient<strong>al</strong>e, un elevato grado di informazione<br />

e la disponibilità ad agire<br />

per contribuire attivamente <strong>al</strong>la soluzione<br />

del problema modificando<br />

il proprio stile di vita e di consumo<br />

nella direzione di una maggiore sostenibilità.<br />

Sono i soggetti con un<br />

più elevato grado di istruzione e di<br />

informazione, di età adulta/matura,<br />

di status socio-profession<strong>al</strong>e più<br />

elevato e residenti in percentu<strong>al</strong>e più<br />

elevata nelle grandi città del Nord.<br />

Una percentu<strong>al</strong>e an<strong>al</strong>oga può essere<br />

stimata quella dei consumatori consapevoli<br />

e passivi che riconoscono<br />

l’esistenza del problema ma poco o<br />

nulla fanno per contribuire person<strong>al</strong>mente<br />

<strong>al</strong>la sua soluzione. Sono soggetti<br />

tendenzi<strong>al</strong>mente più giovani e<br />

di istruzione e status medio.<br />

Vi è poi un 30% di soggetti disinteressati<br />

e inconsapevoli. Sono in<br />

prev<strong>al</strong>enza soggetti anziani, di basso<br />

reddito e bassa istruzione, residenti<br />

in piccoli centri, in prev<strong>al</strong>enza nelle<br />

regioni meridion<strong>al</strong>i.<br />

Drivers per una strategia<br />

di marketing sostenibile<br />

Da questa rapida carrellata sui princip<strong>al</strong>i<br />

fattori di cambiamento, si<br />

possono trarre <strong>al</strong>cuni spunti per l’impostazione<br />

di strategie di marketing<br />

fin<strong>al</strong>izzate <strong>al</strong> posizionamento e <strong>al</strong>la<br />

comunicazione dei prodotti sostenibili.<br />

1. Innanzitutto è importante notare<br />

come i consumatori si trovino<br />

oggi “in mezzo <strong>al</strong> guado”,<br />

ovvero in una fase di passaggio<br />

tra la consapevolezza della serietà<br />

della sfida ambient<strong>al</strong>e e<br />

dell’urgenza di muoversi verso<br />

un nuovo modello di consumo<br />

e la difficoltà di adottare<br />

comportamenti coerenti con il<br />

proprio orientamento “teorico”<br />

<strong>al</strong>la sostenibilità. Alle aziende<br />

in questa fase spetta dunque<br />

un ruolo di stimolo e di traino<br />

<strong>al</strong>l’assunzione di comportamenti<br />

pienamente coerenti con i v<strong>al</strong>ori<br />

e gli atteggiamenti “latenti”<br />

del consumatore.<br />

2. E’ ragionevole prevedere che<br />

in prospettiva la sostenibilità<br />

non sarà percepita come un<br />

v<strong>al</strong>ore opzion<strong>al</strong>e e aggiuntivo,<br />

ma come un aspetto costitutivo<br />

della qu<strong>al</strong>ità di un prodotto.<br />

Dunque una migliore perfor-<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 19


mance socio-ambient<strong>al</strong>e non<br />

dovrà comportare <strong>al</strong>cuna rinuncia<br />

agli <strong>al</strong>tri aspetti che concorrono<br />

a definire l’eccellenza del<br />

prodotto: la qu<strong>al</strong>ità dei materi<strong>al</strong>i,<br />

la cura dei particolari, la<br />

durata, lo stile, il design.<br />

3. La caratterizzazione di un prodotto<br />

in termini di sostenibilità<br />

non dovrà puntare su un solo<br />

aspetto, per quanto importante<br />

e apprezzabile, ma <strong>al</strong>la massima<br />

coerenza tra tutti gli elementi<br />

che concorrono a qu<strong>al</strong>ificare un<br />

prodotto come sostenibile. Questi<br />

sono ovviamente differenti<br />

in relazione <strong>al</strong>le diverse tipologie<br />

di prodotto. Ad esempio in<br />

un’auto: il tipo di <strong>al</strong>imentazione,<br />

il contenimento dei consumi, la<br />

riduzione delle emissioni, la riciclabilità<br />

delle parti, la gestione<br />

dello sm<strong>al</strong>timento <strong>al</strong>la fine del<br />

ciclo di vita.<br />

4. Sotto il profilo delle informazioni<br />

sul prodotto - con consumatori<br />

sempre più consapevoli che<br />

è l’intero ciclo di vita a dover<br />

essere preso in considerazione<br />

per poterne stimare l’effettivo<br />

impatto sull’ambiente - la<br />

pretesa di sostenibilità per essere<br />

credibile richiederà la trasparenza<br />

di dati e di garanzie<br />

sull’intera filiera. Inoltre, a fronte<br />

del crescente orientamento<br />

a una gestione dei prodotti più<br />

attenta e della insistente richiesta<br />

di indicazioni che consentano<br />

ai consumatori di “fare bene<br />

la propria parte”, ogni prodotto<br />

sostenibile dovrà contenere<br />

“istruzioni per l’uso” capaci di<br />

favorire l’adozione di comportamenti<br />

d’uso virtuosi.<br />

5. Sotto il profilo della strategia di<br />

comunicazione (cfr. di seguito<br />

“Comunicare la sostenibilità”),<br />

sappiamo che la desiderabilità<br />

di un prodotto deriva – oltre<br />

che d<strong>al</strong>la qu<strong>al</strong>ità della sua performance<br />

– d<strong>al</strong>l’essere associato<br />

a uno “stile di vita” percepito<br />

come positivo e desiderabile dai<br />

consumatori. Per promuovere<br />

efficacemente i prodotti sostenibili<br />

sarà dunque opportuno<br />

rendere sempre più desiderabile<br />

uno stile di vita ispirato a principi<br />

di sostenibilità, incoraggiando<br />

il passaggio da una “sommatoria”<br />

di comportamenti positivi<br />

slegati tra loro a uno stile di vita<br />

coerentemente responsabile.<br />

6. Le strategie di comunicazione/<br />

persuasione dovranno fondarsi<br />

sul rafforzamento di una visione<br />

positiva del futuro e del<br />

“senso di efficacia person<strong>al</strong>e”,<br />

associando dunque la sostenibilità<br />

non ad una prospettiva<br />

“pauperistica” fatta di rinunce<br />

e di sacrifici, ma ad una vita<br />

di migliore qu<strong>al</strong>ità dove <strong>al</strong> benessere<br />

soggettivo – derivante<br />

d<strong>al</strong>la fruizione del prodotto –<br />

si associa la soddisfazione per<br />

aver contribuito <strong>al</strong> benessere<br />

collettivo e <strong>al</strong>la s<strong>al</strong>vaguardia del<br />

bene comune.<br />

7. A questa rappresentazione positiva<br />

del futuro sostenibile sarà<br />

infine importante associare una<br />

rappresentazione <strong>al</strong>trettanto<br />

positiva del soggetto agente,<br />

sostituendo progressivamente<br />

l’immagine del “consumatore<br />

edonista”, preoccupato solo<br />

della propria gratificazione e del<br />

proprio piacere, con una nuova<br />

identità di “consumatore-cittadino<br />

responsabile”, consapevole<br />

del v<strong>al</strong>ore ambient<strong>al</strong>e e soci<strong>al</strong>e<br />

di ogni atto di consumo e<br />

dunque capace di tenere conto<br />

degli <strong>al</strong>tri e dell’ambiente nelle<br />

proprie scelte di acquisto e nei<br />

propri comportamenti d’uso.<br />

20 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


L’innovazione sostenibile discende<br />

d<strong>al</strong> concetto di consumo sostenibile,<br />

consiste cioè nell’abbandonare un<br />

approccio di marketing foc<strong>al</strong>izzato<br />

prev<strong>al</strong>entemente sulla soddisfazione<br />

del bisogno del consumatore con miglioramenti<br />

increment<strong>al</strong>i delle attu<strong>al</strong>i<br />

mod<strong>al</strong>ità/soluzioni, senza tendere se<br />

necessario ad una modifica degli stili<br />

di consumo. Alla luce dei principi della<br />

creazione di v<strong>al</strong>ore condiviso e di prevenzione/attenuazione<br />

di possibili impatti<br />

soci<strong>al</strong>i ed ambient<strong>al</strong>i negativi (cfr.<br />

III Comunicazione sulla CSR), l’impresa<br />

riconosce che la sua responsabilità non<br />

si limita a quelli generati sotto il proprio<br />

diretto controllo – produzione, trasporto,<br />

fine vita - ma si estende a quelli che<br />

si possono verificare lungo tutto il ciclo<br />

di vita del prodotto/servizio.<br />

La metodologia chiave per re<strong>al</strong>izzare<br />

questa trasformazione del business<br />

model e ridurre sostanzi<strong>al</strong>mente gli<br />

impatti negativi prodotti è il life cycle<br />

assessment, fortemente raccomandato<br />

d<strong>al</strong>le istituzioni internazion<strong>al</strong>i, che<br />

dilata gli orizzonti tradizion<strong>al</strong>i del processo<br />

di creazione dei nuovi prodotti<br />

con l’introduzione di nuovi concetti<br />

come un approccio integrato <strong>al</strong>l’intero<br />

ciclo di vita e <strong>al</strong>la catena di fornitura.<br />

La sostenibilità si misura come un<br />

rapporto in cui <strong>al</strong> Denominatore<br />

stanno tutti gli input utilizzati<br />

nei processi aziend<strong>al</strong>i – e le relative<br />

estern<strong>al</strong>ità - e <strong>al</strong> Numeratore sta il<br />

V<strong>al</strong>ore generato d<strong>al</strong>l’impresa - ivi<br />

inclusi i benefici arrecati ai collaboratori<br />

e <strong>al</strong>la comunità, non solo<br />

in termini economici, ma anche di<br />

sicurezza, benessere, o, in sintesi, di<br />

qu<strong>al</strong>ità della vita sostenibile. A questo<br />

concetto fa riferimento Unilever<br />

quando dichiara l’obiettivo strategico<br />

di raddoppio del fatturato dimezzando<br />

gli impatti ambient<strong>al</strong>i entro il<br />

2050. Così come fa Henkel quando<br />

si propone entro il 2030 di triplicare<br />

la propria efficienza sostenibile (v.<br />

sopra), aumentando di tre volte il<br />

rapporto tra v<strong>al</strong>ore ottenuto e impronta<br />

ecologica.<br />

Alla base dell’estensione di t<strong>al</strong>e an<strong>al</strong>isi<br />

<strong>al</strong> di fuori del perimetro della catena<br />

del v<strong>al</strong>ore in senso stretto, per<br />

abbracciare l’intero ciclo di vita del<br />

prodotto/servizio “d<strong>al</strong>la culla <strong>al</strong>la<br />

CAPITOLO III<br />

L’INNOVAZIONE<br />

SOSTENIBILE<br />

DEL PRODOTTO/<br />

SERVIZIO<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 21


tomba” (o, se il riciclo lo consente,<br />

“d<strong>al</strong>la culla <strong>al</strong>la culla”), c’è la consapevolezza,<br />

irrobustita d<strong>al</strong>le verifiche<br />

empiriche, che gran parte degli<br />

impatti non si verificano tanto nel<br />

ciclo di approvvigionamento – trasformazione<br />

- distribuzione dei prodotti,<br />

quanto nelle successive fasi<br />

di consumo e gestione delle scorie.<br />

Ad esempio Unilever ha condotto<br />

un’an<strong>al</strong>isi dettagliata sul ciclo di<br />

vita di 1600 prodotti in 14 paesi<br />

(pari <strong>al</strong> 70% delle vendite tot<strong>al</strong>i<br />

del gruppo) scoprendo che, se 100 è<br />

l’impatto ambient<strong>al</strong>e tot<strong>al</strong>e del ciclo<br />

di vita di questi prodotti, circa il 26%<br />

si produce nella fase di approvvigionamento<br />

delle materie prime, solo<br />

il 3% nella fase manifatturiera in<br />

senso stretto, il 2% nella logistica e<br />

ben il 68% dell’impatto si produce<br />

nella fase di consumo, a cui si aggiunge<br />

l’1% nella gestione dei rifiuti.<br />

I v<strong>al</strong>ori di impatto variano notevolmente<br />

da prodotto a prodotto,<br />

come conferma uno studio an<strong>al</strong>ogo<br />

svolto da Procter & Gamble (cfr.<br />

box sotto) e confermano la necessità<br />

di procedere an<strong>al</strong>iticamente caso per<br />

caso prima di intraprendere azioni<br />

che implicano investimenti.<br />

Sustainability of products.<br />

What it’s <strong>al</strong>l about<br />

messo a punto da Cefic<br />

Già nel 2002 P&G condusse i LCAs di tutti i suoi princip<strong>al</strong>i prodotti,<br />

per costruire un profilo energetico completo del gruppo, scoprendo che<br />

il maggior consumo di energia (e le emissioni di CO 2 più <strong>al</strong>te) erano<br />

associate col bucato a c<strong>al</strong>do. Di qui la spinta <strong>al</strong>la R&D di puntare su<br />

detersivi innovativi per bucati a freddo e la scelta di promuovere il<br />

lavaggio a freddo tra i consumatori. Oggi t<strong>al</strong>e orientamento è condiviso<br />

dai maggiori produttori di detersivi.<br />

22 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


Sforzi an<strong>al</strong>oghi sono documentati<br />

nei Rapporti di Sostenibilità di Coca<br />

Cola, di Henkel, di Nestlè, di Pirelli e<br />

di molte <strong>al</strong>tre imprese che condividono<br />

l’impegno per la sostenibilità.<br />

La v<strong>al</strong>utazione del ciclo di vita<br />

(Life Cycle Assessment - LCA) è<br />

un metodo oggettivo di v<strong>al</strong>utazione<br />

e quantificazione dei carichi energetici<br />

ed ambient<strong>al</strong>i e degli impatti<br />

potenzi<strong>al</strong>i associati ad un prodotto/<br />

processo/attività lungo l’intero ciclo<br />

di vita, d<strong>al</strong>l’acquisizione delle materie<br />

prime <strong>al</strong> fine vita. I risultati che<br />

fornisce sono utilizzati nel miglioramento<br />

dei processi, nel sostegno<br />

a politiche definite e per garantire<br />

una base adeguata per decisioni informate.<br />

Orientata <strong>al</strong> passato per la<br />

raccolta delle informazioni l’LCA può<br />

supportare con simulazioni accurate<br />

una visione dei possibili impatti futuri<br />

di possibili decisioni sulla modifica<br />

dei processi in atto.<br />

L’esempio visto sopra riguardante<br />

P&G indica chiaramente a cosa serve<br />

sottoporre i propri prodotti a un<br />

processo di LCA: orientare l’innovazione<br />

e identificare le priorità per<br />

l’azione di marketing di t<strong>al</strong>e innovazione.<br />

A conclusione del capitolo viene<br />

proposta una traccia sintetica dei<br />

passi necessari per mettere a punto<br />

un piano d’azione per l’innovazione<br />

sostenibile.<br />

Il Life Cycle Assessment in pratica<br />

Le procedure di gestione dell’LCA fanno<br />

parte dello Standard di gestione ambient<strong>al</strong>e<br />

ISO 14040 e ISO 14044 del<br />

2006.<br />

Secondo questo standard un LCA si<br />

svolge nelle fasi seguenti:<br />

1. Definizione di obiettivi e ambiti:<br />

in questa fase vengono definiti<br />

obiettivi e ambiti della v<strong>al</strong>utazione<br />

in coerenza con l’applicazione che<br />

se ne intende fare; vengono anche<br />

definiti dettagli essenzi<strong>al</strong>i su responsabilità,<br />

ambito, destinatari e<br />

<strong>al</strong>tri vincoli. Nell’esempio di Unilever<br />

riportato di seguito la misurazione<br />

riguarda le emissioni dei 6 gas previsti<br />

d<strong>al</strong> Protocollo di Kioto:<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 23


2. Inventario del ciclo di vita: questa fase implica la creazione di un<br />

inventario dei flussi di un sistema di prodotto da e verso la natura,<br />

comprendendo acqua, energia e materie prime, emissioni in aria,<br />

terra e acqua. Per svilupparlo si elabora un modello basato su un<br />

diagramma di flusso che comprende le attività da v<strong>al</strong>utare nella catena<br />

di approvvigionamento e fornisce un quadro chiaro dei limiti<br />

tecnici del sistema. I dati di flusso in e out necessari a costruire<br />

il modello sono raccolti per tutte le attività comprese nel perimetro<br />

del sistema, inclusa la catena di fornitura. Questo aspetto può<br />

portare a difficoltà di reperimento e rendere necessarie delle stime<br />

attraverso fonti secondarie;<br />

3. V<strong>al</strong>utazione dell’impatto del ciclo di vita: è una fase che richiede<br />

un lavoro di:<br />

• selezione accurata delle diverse categorie di impatto, dei relativi<br />

indicatori e modelli caratteristici;<br />

• classificazione dei parametri inventariati in specifiche categorie<br />

di impatto;<br />

• misurazione degli impatti scegliendo metodologie adeguate a<br />

rendere i risultati comparabili e sommabili (p.es. norm<strong>al</strong>izzazione,<br />

aggregazione, ponderazione, …);<br />

4. Interpretazione dei risultati: l’interpretazione di un LCA è una tecnica<br />

sistematica per identificare, quantificare, verificare e v<strong>al</strong>utare<br />

le informazioni risultanti d<strong>al</strong>le fasi 2 (inventario) e/o 3 (v<strong>al</strong>utazione<br />

dell’impatto), elaborandone una sintesi complessiva. L’esito fin<strong>al</strong>e<br />

della fase di interpretazione è un sommario che include l’identificazione<br />

di problemi significativi, la v<strong>al</strong>utazione dello studio quanto<br />

a completezza, sensibilità e consistenza, conclusioni, limitazioni e<br />

raccomandazioni. La qu<strong>al</strong>ità dei dati raccolti, l’accuratezza, la completezza<br />

e la significatività dei risultati che reggono le conclusioni,<br />

soprattutto per quei risultati da cui si possono trarre conclusioni<br />

delicate e ricche di implicazioni, sono l’aspetto princip<strong>al</strong>e di tutta<br />

la v<strong>al</strong>utazione. Ne possono infatti condizionare la comparabilità<br />

interna tra prodotti con risultati di qu<strong>al</strong>ità diversa o con <strong>al</strong>tri studi<br />

esterni, nonché la diffusione pubblica.<br />

Vari sistemi di misurazione del footprint<br />

dei prodotti lungo tutto<br />

il ciclo di vita sono stati sviluppati<br />

recentemente, o sono in corso di<br />

definizione. Per quanto riguarda il<br />

carbon management (CO 2 ), World<br />

Business Council on Sustainable<br />

Development e World Resource Institute<br />

stanno mettendo a punto un<br />

metodo standard di misurazione del<br />

footprint di famiglie di prodotti lungo<br />

il ciclo di vita e l’inglese Carbon<br />

Trust ha sviluppato una metodologia<br />

per v<strong>al</strong>utare nei prodotti di consumo<br />

il loro “embedded carbon”. Inoltre,<br />

come anticipato, l’aggiornamento<br />

del Piano di Azione per Consumi e<br />

Produzione <strong>Sostenibile</strong> della Commissione<br />

Europea intende puntare<br />

sulla collaborazione con le imprese<br />

per definire una metodologia armonizzata<br />

basata sul ciclo di vita per<br />

c<strong>al</strong>colare l’environment<strong>al</strong> footprint<br />

dei prodotti.<br />

24 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


L’OECD propone con il suo Sustainable<br />

Manufacturing Toolkit un Web<br />

port<strong>al</strong> (www.oecd.org/innovation/<br />

green/toolkit) studiato per supportare<br />

chi si voglia cimentare con la v<strong>al</strong>utazione<br />

degli impatti ambient<strong>al</strong>i ad<br />

accedere <strong>al</strong>le tecniche di selezione di<br />

cosa misurare, come misurarlo e che<br />

uso fare delle misure. Una Start-up<br />

Guide piuttosto dettagliata introduce<br />

<strong>al</strong> toolkit, che mette a disposizione<br />

un set di indicatori condivisi internazion<strong>al</strong>mente<br />

utili per v<strong>al</strong>utare la performance<br />

ambient<strong>al</strong>e e individuare<br />

percorsi di miglioramento.<br />

Completo e ricco di esempi sulle<br />

pratiche di LCA è anche il manu<strong>al</strong>e<br />

introduttivo Sustainability of products.<br />

What it’s <strong>al</strong>l about messo a<br />

punto da Cefic, il Consiglio Europeo<br />

delle Industrie Chimiche (vedi www.<br />

cefic.org).<br />

Collaborazione con gli stakeholder<br />

A un LCA rigoroso dovrebbe seguire un coerente piano d’azione, con modifiche<br />

anche sostanzi<strong>al</strong>i <strong>al</strong>l’attu<strong>al</strong>e business model.<br />

Nell’approccio raccomandato da Unilever e Coca Cola agli <strong>al</strong>tri produttori di<br />

beni di consumo su come affrontare il cambiamento climatico (A manager’s<br />

guide: Moving fast to a cleaner climate), condivisione e collaborazione,<br />

innanzitutto con gli stakeholders, vengono indicate come fattori critici di successo<br />

ed esaminati in una sequenza sintetica:<br />

1. ENGAGE (interno): Il punto di partenza è l’esigenza di ottenere il supporto<br />

del vertice aziend<strong>al</strong>e e di tutte le funzioni coinvolte ai cambiamenti proposti<br />

nel modus operandi, evidenziando il loro contributo <strong>al</strong> miglioramento<br />

della performance.<br />

2. FILIERA: La comprensione della v<strong>al</strong>ue chain potrà aiutare a sviluppare sinergie<br />

a monte con i fornitori della filiera e a v<strong>al</strong>le con la distribuzione.<br />

3. PARTNER: Un’<strong>al</strong>tra decisione importante, una volta definiti obiettivi e piani<br />

di azione, è se procedere da soli o in collaborazione (go <strong>al</strong>one or go<br />

together). Forme di condivisione orizzont<strong>al</strong>e, ad esempio partnership su<br />

iniziative specifiche con <strong>al</strong>tri produttori del settore e la distribuzione, possono<br />

essere consigliabili per affrontare insieme con una sc<strong>al</strong>a più adeguata<br />

e più tempestività sfide ambient<strong>al</strong>i troppo grandi per una singola impresa.<br />

Di<strong>al</strong>ogo aperto<br />

Un <strong>al</strong>tro aspetto distintivo dell’innovazione sostenibile, speci<strong>al</strong>mente se confrontata<br />

con quella re<strong>al</strong>izzata prev<strong>al</strong>entemente nel chiuso dei laboratori aziend<strong>al</strong>i,<br />

è il sempre più diffuso ricorso <strong>al</strong> modello dell’open innovation, con un<br />

forte coinvolgimento di <strong>al</strong>tri stakeholder nel co-create solutions mettendo<br />

anche a frutto le nuove opportunità offerte d<strong>al</strong> web.<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 25


Un esempio interessante è l’Open Planet<br />

Ideas Project di Sony, lanciato nel<br />

settembre 2010 con l’obiettivo di coinvolgere<br />

un ampio spettro di soggetti<br />

(addetti, ricercatori, studenti e consumatori<br />

in genere) via web per suggerire<br />

idee su come utilizzare la tecnologia<br />

Sony per affrontare un problema<br />

ambient<strong>al</strong>e. Il successo dell’iniziativa è<br />

testimoniato dai 200.000 partecipanti<br />

di 199 paesi che hanno prodotto 400<br />

concetti, tra i qu<strong>al</strong>i è stato premiato<br />

GREENBOOK, un’applicazione <strong>al</strong> servizio<br />

del volontariato volta a facilitare la<br />

partecipazione di attori del territorio a<br />

iniziative loc<strong>al</strong>i, usando tecnologie di<br />

geo-loc<strong>al</strong>izzazione e gaming.<br />

Altre iniziative di di<strong>al</strong>ogo aperto con<br />

esperti e consumatori sono state lanciate<br />

da Henkel (in It<strong>al</strong>ia la piattaforma<br />

Innovazione <strong>Sostenibile</strong>), e Unilever<br />

(Open Innovation Space e Sustainable<br />

Living Lab).<br />

Anche la Guida <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong><br />

Influencing Consumer Behaviour<br />

di Business in the Community-BitC,<br />

nel capitolo dedicato <strong>al</strong> Perché influenzare<br />

i consumatori a essere più<br />

sostenibili, sottolinea tra i possibili<br />

vantaggi di un approccio coinvolgente<br />

verso i consumatori non solo l’approfondimento<br />

di conoscenza reciproca<br />

tra cittadino/consumatore e impresa<br />

e la crescita in consapevolezza e competenza<br />

dei consumatori, ma anche<br />

l’aumento della capacità di generare<br />

innovazione sostenibile e, attraverso<br />

questa, vantaggio competitivo.<br />

Costruire un piano d’azione dopo aver completato le LCA (Unilever)<br />

1. Rivedere i business plans per contenere gli impatti ambient<strong>al</strong>i<br />

Mappare le iniziative correnti (innovazione, cambiamenti nel mix di prodotti o nei piani di approvvigionamento)<br />

che produrranno aumenti o diminuzioni nelle emissioni, in modo da evidenziare gli sforzi ulteriori<br />

necessari per raggiungere gli obiettivi stabiliti.<br />

2. Adeguare il piano <strong>al</strong>le situazioni specifiche<br />

I detersivi per bucato di Unilever sono commerci<strong>al</strong>izzati in vari mercati di tutto il mondo. Avendo stabilito<br />

che, per questa categoria di prodotti, è l’uso da parte dei consumatori a produrre il più grande impatto, occorre<br />

tener conto di possibili diversità di comportamento dei consumatori nei vari mercati.<br />

3. Tener conto delle tendenze future<br />

I passi della misurazione e della definizione delle priorità danno una fotografia istantanea degli impatti<br />

attu<strong>al</strong>i della catena del v<strong>al</strong>ore aziend<strong>al</strong>e, ma non tengono conto di eventu<strong>al</strong>i cambiamenti futuri. Per es.:<br />

oggi l’impatto ecologico dei detersivi da bucato in India è basso, ma potrebbe crescere considerevolmente<br />

con l’incremento della penetrazione delle lavatrici. Anche variazioni nel prezzo dei certificati .. carbon price,<br />

nei regolamenti governativi e nella disponibilità di materie prime potrebbero avere una profonda influenza<br />

sulle operazioni aziend<strong>al</strong>i, di cui bisognerà cercare di tenere conto nei piani di azione.<br />

4. Sviluppare soluzioni<br />

Foc<strong>al</strong>izzare l’azione nelle aree prioritarie. Le soluzioni mirate potrebbero includere l’innovazione di prodotto<br />

- utilizzando materi<strong>al</strong>i diversi, cambiando fornitori, modificando i processi produttivi, - o il varo di<br />

programmi tesi a cambiare i comportamenti di consumo. Al limite potrebbero includere un cambiamento<br />

nel modello di business.<br />

5. Stabilire un ordine di priorità delle soluzioni in base a:<br />

- impatto potenzi<strong>al</strong>e di ogni soluzione<br />

- livello di sforzo richiesto per l’attuazione<br />

- livello di fattibilità per voi e per i vostri partner<br />

- grado di rilevanza per l’azienda, i suoi consumatori e stakeholder.<br />

6. Accelerare la re<strong>al</strong>izzazione e ampliare la sc<strong>al</strong>a<br />

Esaminare cosa si può fare per re<strong>al</strong>izzare il piano in modo accelerato e su sc<strong>al</strong>a più ampia.<br />

26 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


La prospettiva del produttore.<br />

Comunicare efficacemente la Sostenibilità<br />

Quando un’impresa si impegna nel marketing sostenibile, questo impegno si<br />

deve riflettere nei contenuti, nel tono e nelle mod<strong>al</strong>ità della sua comunicazione.<br />

Nel nuovo scenario strategico delineato nella prima parte, sotto il profilo<br />

della comunicazione le imprese devono tener conto di 3 svolte che hanno<br />

segnato e trasformato profondamente il contesto:<br />

• l’aggiunta del livello corporate <strong>al</strong>la comunicazione sulla sostenibilità,<br />

• la richiesta di un s<strong>al</strong>to di qu<strong>al</strong>ità nella trasparenza verso i consumatori,<br />

con il superamento delle pratiche di greenwashing e un loro più forte<br />

coinvolgimento,<br />

• l’emergere di nuovi can<strong>al</strong>i/mod<strong>al</strong>ità per comunicare efficacemente e credibilmente<br />

la sostenibilità.<br />

CAPITOLO IV<br />

LA<br />

COMUNICAZIONE<br />

DELLA<br />

SOSTENIBILITÀ<br />

La comunicazione corporate della Sostenibilità:<br />

un potente strumento reputazion<strong>al</strong>e<br />

Le credenzi<strong>al</strong>i di sostenibilità si costruiscono<br />

molto più efficacemente<br />

a livello d’insieme, perché la comunicazione<br />

corporate, a differenza di<br />

quella commerci<strong>al</strong>e – che riguarda i<br />

brand dei singoli prodotti ed è rivolta<br />

prev<strong>al</strong>entemente ai clienti dell’azienda<br />

- ha come suoi destinatari tutti<br />

gli stakeholder, sia interni che esterni,<br />

ponendo <strong>al</strong> centro del messaggio<br />

l’identità dell’organizzazione, i suoi<br />

v<strong>al</strong>ori, la sua mission, i suoi progetti<br />

riferiti <strong>al</strong>l’impresa nella sua interezza.<br />

Per questo la comunicazione corporate<br />

o istituzion<strong>al</strong>e ha come obiettivo<br />

di affermare e far conoscere il “posizionamento”<br />

dell’impresa, è capace<br />

di influenzare gli atteggiamenti dei<br />

pubblici di riferimento per creare consenso<br />

sugli obiettivi aziend<strong>al</strong>i, e spesso<br />

diventa addirittura l’occasione per far<br />

prendere <strong>al</strong>l’impresa scelte strategiche<br />

che <strong>al</strong>trimenti non sarebbero state nè<br />

fatte, né comunicate.<br />

La comunicazione istituzion<strong>al</strong>e non<br />

può quindi essere un’attività di breve<br />

periodo o tattica, ma può raggiungere<br />

risultati significativi solo se programmata<br />

per un periodo di tempo lungo<br />

che va <strong>al</strong> di là dell’orizzonte annu<strong>al</strong>e<br />

dei budget pubblicitari. Questo tipo<br />

di comunicazione ha bisogno di un<br />

diverso ‘respiro’ e richiede mod<strong>al</strong>ità e<br />

cadenze di svolgimento sue proprie.<br />

Ide<strong>al</strong>mente un’impresa che volesse<br />

comunicare la sostenibilità come elemento<br />

essenzi<strong>al</strong>e della propria identità,<br />

per ottenere il massimo impatto<br />

possibile dovrebbe poter lavorare su<br />

due livelli par<strong>al</strong>leli. Da una parte una<br />

comunicazione corporate, rivolta sia<br />

ai pubblici interni sia a quelli esterni ,<br />

che faccia da ‘cornice’ ide<strong>al</strong>e. Rafforzata<br />

da messaggi commerci<strong>al</strong>i più<br />

diretti e specifici, che invece mettano<br />

in ris<strong>al</strong>to come i singoli prodotti/<br />

servizi siano l’espressione concreta<br />

dell’impegno sostenibile assunto<br />

d<strong>al</strong>l’azienda.<br />

Tutto questo diventa ancora più<br />

importante nell’era digit<strong>al</strong>e. Oggi i<br />

consumatori e gli <strong>al</strong>tri stakeholder<br />

dell’impresa pretendono una maggiore<br />

trasparenza e vogliono conoscere<br />

più a fondo cosa c’è dietro il<br />

nome del produttore e dei prodotti:<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 27


vogliono essere informati non solo su<br />

cosa viene offerto, ma anche su qu<strong>al</strong>i<br />

sono i principi e le regole che ispirano<br />

l’attività dell’organizzazione (vision,<br />

engagement). Da qui la necessità di<br />

costruire una forte corporate reputation:<br />

non c’è dubbio che se qu<strong>al</strong>cuno<br />

ha fiducia in un’impresa, ne percepisce<br />

più positivamente le proposte<br />

commerci<strong>al</strong>i, acquista più facilmente<br />

i suoi prodotti ed è più disposto a pagare<br />

un premium price, se richiesto.<br />

Inoltre un’impresa può più facilmente<br />

superare un incidente di percorso o da<br />

una notizia negativa, se la sua reputazione<br />

è elevata.<br />

Costruire e mantenere nel tempo la<br />

reputazione dell’impresa è un compito<br />

arduo e complesso che, oltre a iniziative<br />

di PR e di comunicazione, coinvolge<br />

tutte le aree dell’organizzazione. La<br />

reputazione è il risultato di tutto quello<br />

che ogni giorno l’impresa fa e di<br />

come lo fa. E’ il risultato dell’impegno<br />

di sette giorni <strong>al</strong>la settimana, 24 ore <strong>al</strong><br />

giorno. Tutti i dipendenti, e non solo<br />

le funzioni direttamente coinvolte a<br />

livello strategico – dai semplici impiegati<br />

<strong>al</strong>la forza vendite - devono essere<br />

<strong>al</strong> corrente degli obiettivi della campagna,<br />

e comportarsi coerentemente<br />

nei loro contatti con i vari stakeholder<br />

di riferimento.<br />

L’importanza della reputazione aziend<strong>al</strong>e<br />

non può essere misurata in termini<br />

solo economici, perché è il risultato<br />

di tutta una serie di fattori che<br />

non sempre sono espressione o sono<br />

collegati direttamente con la performance<br />

finanziaria, ma questa rappresenta<br />

senza dubbio il più importante<br />

v<strong>al</strong>ore immateri<strong>al</strong>e per l’impresa.<br />

E deve essere difesa ad ogni costo.<br />

Diverse imprese leader glob<strong>al</strong>i hanno<br />

lanciato delle grandi campagne<br />

di corporate reputation: Unilever<br />

Sustainable Living Plan, P&G Proud<br />

Sponsors of Mums, Gener<strong>al</strong> Electric<br />

Ecomagination, Honda The Power of<br />

Dreams, Nike Better World.<br />

Uno dei primi esempi è la campagna The Power of Dreams di Honda,<br />

che posiziona la marca come impresa leader nell’innovazione.<br />

Lanciata agli inizi degli anni 90, ancora oggi costituisce una parte<br />

fondament<strong>al</strong>e dell’identity dell’azienda. E’ possibile visionare il filmato<br />

su dreams.honda.com<br />

Più recentemente P&G ha lanciato prima negli USA e poi in Europa una campagna<br />

istituzion<strong>al</strong>e – Proud Sponsors of Mums - rivolta <strong>al</strong> suo target di elezione: le mamme,<br />

riconoscendo il loro ruolo e ringraziandole per l’impegno con il qu<strong>al</strong>e svolgono la loro<br />

attività <strong>al</strong>l’interno della famiglia, definito “il lavoro più duro del mondo”. E’ una svolta<br />

storica per un’azienda che ha sempre fatto del brand dei singoli prodotti il centro strategico<br />

di tutti gli investimenti in marketing e comunicazione. Anche in It<strong>al</strong>ia, durante<br />

gli spot promozion<strong>al</strong>i andati in onda durante l’ultima edizione del Festiv<strong>al</strong> di Sanremo<br />

e poi in occasione dei Giochi Olimpici di Londra, la P&G ha privilegiato per la prima<br />

volta un approccio corporate rivolto proprio <strong>al</strong>le mamme. Par<strong>al</strong>lelamente da poco fin<strong>al</strong>mente<br />

i consumatori si accorgono che c’è la P&G dietro brand come Gillette, Braun,<br />

Or<strong>al</strong>-B, Dash, Pantene, Olay, Pringles, Tampax, Ariel, Duracell, ecc. in uno sforzo di sfruttare<br />

i v<strong>al</strong>ori corporate dell’azienda anche per prodotti non tradizion<strong>al</strong>mente ad essa<br />

collegati. Il materi<strong>al</strong>e della campagna è visionabile su pgproudsponsorofmums.co.uk<br />

28 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


Unilever Sustainable Living Plan (obiettivi: raddoppiare il fatturato<br />

e dimezzare l’impatto ambient<strong>al</strong>e). In It<strong>al</strong>ia per il momento<br />

Unilever presenta il corporate brand come sigla fin<strong>al</strong>e di tutte le<br />

comunicazioni, non solo per i marchi storici (Dove, Algida, Svelto,<br />

C<strong>al</strong>vè, Coccolino, Mentadent, Lipton, Tè Ati, ecc..), ma anche per<br />

quelli che tradizion<strong>al</strong>mente non facevano parte del proprio portafoglio<br />

prodotti. Confronta: unilever.it<br />

GE Ecomagination. Nel 2005 il CEO Jeff Immelt ha lanciato questa<br />

iniziativa che, enfatizzando l’impegno a investire nell’innovazione<br />

di prodotti & servizi con minor impatto ecologico, costituisce<br />

un prioritario veicolo strategico di crescita e di posizionamento<br />

come leader glob<strong>al</strong>e nelle tecnologie pulite. Ambiziosi gli obiettivi<br />

enunciati: raddoppio degli investimenti e del fatturato nelle linee di<br />

prodotto ecosostenibili, riduzione entro il 2012 delle emissioni GHG<br />

dell’1% sotto il livello 2004 m<strong>al</strong>grado la crescita.<br />

La campagna - accompagnata da piccole modifiche a logo/livery di<br />

GE e d<strong>al</strong>l’introduzione del marchio ecomagination riservato <strong>al</strong> portafoglio<br />

di 140 prodotti (d<strong>al</strong>le turbine agli elettrodomestici) con misurabili<br />

vantaggi di performance ambient<strong>al</strong>e - non può essere fraintesa<br />

come un intervento prev<strong>al</strong>entemente cosmetico di immagine,<br />

in quanto ha rappresentato una svolta profonda nel modo in cui<br />

vengono gestite le operazioni del gruppo: puntando sullo sviluppo<br />

di una famiglia differenziata di tecniche di environment<strong>al</strong> life-cycle<br />

mamagement per meglio foc<strong>al</strong>izzare gli investimenti, aprendosi a<br />

open innovation di<strong>al</strong>ogue e partenerships (es. Ch<strong>al</strong>lenge collaborando<br />

con venture capit<strong>al</strong>ists e investendo $130 milioni in 22 start-up<br />

innovative), coinvolgendo il person<strong>al</strong>e, certificando LEED 10 insediamenti<br />

chiave, aumentando gli investimenti in energie rinnovabili<br />

fino <strong>al</strong> 30% del portafoglio di GE Energy Financi<strong>al</strong> Services….<br />

L’ecomagination Report 2011 rendiconta gli importanti progressi<br />

re<strong>al</strong>izzati: riduzione norm<strong>al</strong>izzata del 19% rispetto <strong>al</strong> 2004 nell’uso<br />

di energia, del 32% nell’intensità energetica (energia/fatturato), del<br />

29% nell’emissione di gas GHG, del 35% nei consumi di acqua di<br />

f<strong>al</strong>da, aumento del 29% del fatturato di questa linea prodotti a $21<br />

miliardi con il più <strong>al</strong>to tasso di crescita del gruppo. Inoltre, secondo<br />

Interbrand, ecomagination ha contribuito sostanzi<strong>al</strong>mente <strong>al</strong>l’aumento<br />

del 17% nella brand equity di GE rispetto <strong>al</strong> 2005.<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 29


La costruzione di una solida reputazione<br />

di impresa sostenibile, un<br />

v<strong>al</strong>ore immateri<strong>al</strong>e di particolare<br />

importanza, si ottiene solo con una<br />

comunicazione che rispetti <strong>al</strong>cune<br />

regole fondament<strong>al</strong>i. Soprattutto<br />

oggi che, a differenza del passato,<br />

errori, mezze verità o incidenti di<br />

percorso non passano più inosservati<br />

sotto l’occhio attento – e critico – dei<br />

tanti consumatori che oggi formano<br />

le loro opinioni di acquisto sul web e<br />

possono avere un impatto dirompente<br />

sul business aziend<strong>al</strong>e.<br />

Coerenza<br />

Comunicare la sostenibilità per<br />

un’impresa responsabile non è un’operazione<br />

tattica, promozion<strong>al</strong>e o di<br />

breve durata, ma un progetto importante<br />

e multitasking, di lungo<br />

periodo, che deve essere coerente<br />

con la strategia aziend<strong>al</strong>e e coinvolgere<br />

tutte le funzioni dentro e fuori<br />

dell’impresa.<br />

Onestà<br />

La comunicazione sostenibile deve<br />

essere veritiera, accurata e documentabile.<br />

Deve essere rilevante per le<br />

caratteristiche del prodotto/servizio<br />

offerto e non ingenerare confusione<br />

nella mente del consumatore per<br />

quanto riguarda l’impatto ambient<strong>al</strong>e.<br />

Deve essere chiara e puntu<strong>al</strong>e sui<br />

benefici ambient<strong>al</strong>i promessi evitando<br />

il rischio di overpromise.<br />

Misurabilità<br />

Oggigiorno qu<strong>al</strong>siasi tipo di attività<br />

aziend<strong>al</strong>e deve essere misurabile, ma<br />

questo v<strong>al</strong>e in modo ancora maggiore<br />

per la comunicazione della sostenibilità.<br />

La comunicazione sostenibile<br />

infatti si propone non solo di ‘vendere’<br />

un prodotto o un servizio, ma<br />

di ottenere un impatto positivo per<br />

la sostenibilità del pianeta. E questo<br />

aspetto, per essere comunicato, non<br />

può che essere misurato. E per misurarlo<br />

bisogna stabilire dei criteri e<br />

degli obiettivi.<br />

Trasparenza verso i consumatori<br />

e rifiuto del greenwashing<br />

La mancanza di informazioni affidabili<br />

(cfr grafico 3 pag. 14 Chi deve<br />

contribuire <strong>al</strong>la sostenibilità ambient<strong>al</strong>e)<br />

per effettuare scelte consapevoli<br />

di acquisto è una delle lamentele<br />

più ricorrenti dei consumatori.<br />

Comunque non si tratta solo di un<br />

problema di completezza, ma anche<br />

di come le informazioni sui prodotti<br />

e servizi vengono presentate, spesso<br />

facendo supporre benefici maggiori<br />

di quelli che effettivamente siano in<br />

grado di mantenere.<br />

La diffusa tentazione di dare una superfici<strong>al</strong>e<br />

mano di verde - greenwashing<br />

– <strong>al</strong>l’offerta aziend<strong>al</strong>e costituisce<br />

una seria distorsione e da tempo<br />

ha provocato vibrate proteste e decise<br />

reazioni da parte delle istituzioni e<br />

delle associazioni di consumatori. Il<br />

problema è così serio che occorre andare<br />

oltre i codici di autodisciplina e i<br />

loro limiti. Green <strong>Marketing</strong> Guidelines<br />

sono state emesse negli USA da<br />

Feder<strong>al</strong> Trade Commission-FTC e in<br />

Inghilterra da DEFRA (claim veritiero,<br />

accurato, dimostrabile, pertinente,<br />

chiaro, esplicito nei simboli, espresso<br />

in linguaggio semplice e <strong>al</strong>lineato<br />

con le definizioni dello standard ISO<br />

14021).<br />

Nella III Comunicazione della Commissione<br />

Europea sulla CSR viene<br />

evidenziato come l’esagerazione<br />

delle proprie credenzi<strong>al</strong>i di sostenibilità<br />

rappresenti, insieme a comportamenti<br />

irresponsabili da parte<br />

di <strong>al</strong>cune aziende, una tra le princi-<br />

30 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


p<strong>al</strong>i ragioni di mancanza di fiducia<br />

nelle imprese da parte dei cittadini.<br />

E, di conseguenza, nella Agenda for<br />

Action 2011-2014 è previsto entro<br />

quest’anno l’aggiornamento della<br />

Direttiva Unfair Business-to-<br />

Consumer Commerci<strong>al</strong> Practices<br />

con misure specifiche volte a contrastare<br />

un marketing fuorviante<br />

relativo agli impatti ambient<strong>al</strong>i dei<br />

prodotti. L’esperienza e l’attenzione<br />

che il web dedica sempre di più a<br />

comportamenti poco corretti come il<br />

greenwashing, possono trasformare<br />

questi tentativi m<strong>al</strong>destri in un vero<br />

e proprio boomerang per la reputazione<br />

aziend<strong>al</strong>e, con un grave rischio<br />

economico per l’azienda.<br />

Nuovi can<strong>al</strong>i per comunicare la Sostenibilità<br />

Le sfide della corporate communication<br />

hanno trovato un potente<br />

supporto nelle nuove potenzi<strong>al</strong>ità<br />

offerte d<strong>al</strong> web, avendo a disposizione<br />

degli inediti ma potenti strumenti<br />

di comunicazione.<br />

Questo grafico, d<strong>al</strong> Nielsen Glob<strong>al</strong> Online<br />

Consumer Survey condotto su più<br />

di 25.000 utenti di Internet in 50 Paesi,<br />

presenta una nuova gerarchia del livello<br />

di fiducia nelle varie forme di advertising.<br />

Una conferma non sorprendente<br />

è il fatto che il 90% dei consumatori<br />

intervistati da Nielsen dichiarino di<br />

fidarsi delle raccomandazioni di persone<br />

conosciute. Ma subito a ridosso troviamo<br />

con il 70% fonti espressione del<br />

web, come le opinioni di consumatori<br />

posted on line e i Brand websites dedicati<br />

in modo crescente <strong>al</strong>la sostenibilità.<br />

Seguono poi i media tradizion<strong>al</strong>i,<br />

stampa, TV, ecc…..<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 31


In un mondo sempre più glob<strong>al</strong>izzato,<br />

le imprese non possono ignorare<br />

strumenti così efficaci di comunicazione<br />

come i soci<strong>al</strong> media, un potente<br />

motore di crescita. Non solo<br />

perché raggiungono un numero stupefacente<br />

di possibili consumatori: le<br />

cifre più recenti parlano di 1 miliardo<br />

di utenti per Facebook (su 7 miliardi<br />

di abitanti del pianeta inclusi i bambini<br />

in fasce e gli anziani) e 500 milioni<br />

per Twitter, anche se sono solo<br />

numeri provvisori, perchè crescono<br />

con una rapidità esponenzi<strong>al</strong>e a cui<br />

è impossibile stare dietro. Ma anche<br />

perché Facebook è la più potente<br />

piattaforma per il soci<strong>al</strong> marketing,<br />

dove le raccomandazioni per gli acquisti<br />

hanno la capacità persuasiva<br />

del consiglio di un amico o di un conoscente<br />

con il qu<strong>al</strong>e si condividono<br />

un forte clima di rispetto e fiducia.<br />

Proprio il tipo di raccomandazione<br />

che può condizionare le scelte di acquisto<br />

molto di più che gli spot della<br />

pubblicità tradizion<strong>al</strong>e.<br />

Un’ulteriore applicazione <strong>al</strong>lo stato<br />

nascente dei soci<strong>al</strong> network sites<br />

è il soci<strong>al</strong> commerce (s-commerce),<br />

l’acquisto di beni e servizi attraverso<br />

questo can<strong>al</strong>e. Un recente studio dei<br />

consulenti Booz & Co proietta una<br />

forte crescita, indicando che nel 2015<br />

saranno venduti negli USA prodotti<br />

per 30 miliardi di dollari, 6 volte i 5<br />

miliardi del 2010.<br />

Pionieri del marketing come Procter<br />

& Gamble stanno sperimentando<br />

proattivamente queste potenzi<strong>al</strong>ità,<br />

collegando esplicitamente le campagne<br />

pubblicitarie a Facebook e<br />

aprendo un virtu<strong>al</strong> shop per il soci<strong>al</strong><br />

commerce. La crescente foc<strong>al</strong>izzazione<br />

su digitizing and soci<strong>al</strong>izing<br />

brands è messa in evidenza da una<br />

ricerca 2011 di Booz & Co re<strong>al</strong>izzata<br />

presso 117 imprese leader con interviste<br />

ai responsabili marketing e<br />

media: il 95% pianifica di investire<br />

di più nei soci<strong>al</strong> media, il 78% ritiene<br />

che essi aumentino l’efficacia del loro<br />

marketing, il 60% li considera la loro<br />

priorità numero 1, infine per il 40%<br />

il rafforzamento dei soci<strong>al</strong> media è<br />

sull’agenda del CEO.<br />

L’etichettatura dei prodotti come strumento<br />

per comunicare la Sostenibilità<br />

Per i consumatori fonte primaria sulla<br />

sostenibilità soci<strong>al</strong>e e ambient<strong>al</strong>e dei<br />

prodotti sono le informazioni contenute<br />

sulle etichette, relativamente a<br />

composizione, origine e tracciabilità<br />

della catena di fornitura, mod<strong>al</strong>ità<br />

d’uso e performance ambient<strong>al</strong>e dei<br />

prodotti.<br />

La materia è delicata e complessa, la<br />

grande quantità di simboli e la loro<br />

proliferazione non sempre aiutano<br />

i consumatori ad orientarsi correttamente.<br />

Secondo Ecolabel Index<br />

queste etichettature (o trust-mark,<br />

certificazioni verificate da terze parti),<br />

apparse 30 anni fa in Germania,<br />

sono ora diventate un universo<br />

complesso di 377 eco-labels in 25<br />

settori industri<strong>al</strong>i e 214 paesi. Grande<br />

la varietà di ambiti territori<strong>al</strong>i coperti<br />

(Unione Europea o Stati membri,<br />

come per la Germania “Blue Angel”<br />

e l’It<strong>al</strong>ia il “100% energia verde” o<br />

“AIAB bio-ecologico” …..). Diversa<br />

anche la natura dello standard, per<br />

iniziativa governativa (EU Ecolabel<br />

per 28 categorie di prodotti, EU Energy<br />

Efficiency, negli USA LEED per gli<br />

32 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


edifici…), di settore industri<strong>al</strong>e (“AISE<br />

sustainable clearing” per i detergenti,<br />

“ECMA TR/70” per i computer, “Apparel<br />

Index” per l’abbigliamento…), di<br />

movimenti ambient<strong>al</strong>isti o di difesa<br />

diritti umani (Rainforest Alliance<br />

Certificate, Fairtrade……).<br />

La missione di una eco-label è comunicare<br />

sul punto di vendita una<br />

storia credibile su quanto accade nel<br />

resto della catena di fornitura. Le<br />

funzioni svolte sono 3: fornire a consumatori<br />

e stakeholder una garanzia<br />

credibile di sostenibilità, influenzare<br />

attraverso standard volontari il miglioramento<br />

della performance soci<strong>al</strong>e<br />

e ambient<strong>al</strong>e lungo la catena di<br />

fornitura, orientare le decisioni di acquisto<br />

e i cambiamenti di comportamento<br />

comunicando ai consumatori<br />

la performance di sostenibilità.<br />

Le eco-label hanno generato diverse<br />

conseguenze positive: aumentando<br />

consapevolezza e attese dei consumatori,<br />

fornendo credibili piattaforme<br />

di comunicazione, creando<br />

comuni linguaggi e schemi di riferimento<br />

per la sostenibilità, stimolando<br />

opportunità di collaborazione, ma<br />

soprattutto migliorando gli impatti<br />

ambient<strong>al</strong>i e soci<strong>al</strong>i. Ad esempio, nel<br />

caso dei beni durevoli e semi durevoli<br />

come gli elettrodomestici, l’etichetta<br />

di efficienza energetica – prevista<br />

d<strong>al</strong>la legge –, indicando in modo<br />

chiaro il consumo degli apparecchi, è<br />

stata uno dei più importanti fattori<br />

nell’ orientare le scelte dei consumatori<br />

verso prodotti di classe A, A+, e<br />

A++ e contribuire in t<strong>al</strong> modo <strong>al</strong> risparmio<br />

energetico.<br />

Ma le lamentele dei consumatori,<br />

evidenziate d<strong>al</strong>le ricerche, relativamente<br />

<strong>al</strong>la carenza di “informazioni<br />

per poter fare di più nei confronti del<br />

cambiamento climatico”, a volte si<br />

appuntano specificamente sulla confusione<br />

ingenerata da una pletora<br />

di etichette (ad esempio nel settore<br />

<strong>al</strong>imentare: fairtrade, etico, biologico….).<br />

Attu<strong>al</strong>mente è in corso un processo<br />

di ripensamento e riv<strong>al</strong>utazione strategica<br />

<strong>al</strong>l’interno di questo universo,<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 33


ivedendo aree di criticità come: la<br />

mancanza di monitoraggio degli<br />

impatti da parte della maggioranza<br />

degli eco-label, utilizzo di tipo e<br />

quantità di dati re<strong>al</strong>mente adatti ai<br />

diversi settori, adeguatezza degli<br />

standard sottostanti, insufficiente<br />

confrontabilità e significatività delle<br />

informazioni, fiducia effettiva generata<br />

da <strong>al</strong>cune.<br />

Alla luce di queste considerazioni<br />

emerge da un lato l’esigenza di procedere<br />

con molta cautela nella decisione<br />

di qu<strong>al</strong>i etichette non obbligatorie<br />

adottare. D<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra l’importanza<br />

di sfruttare <strong>al</strong> pieno le loro potenzi<strong>al</strong>ità<br />

nell’applicazione pratica, non limitandosi<br />

a rispettare semplicemente<br />

le diciture di legge, ma utilizzando<br />

l’etichetta come un veicolo molto<br />

potente di comunicazione dell’impegno<br />

di sostenibilità dell’impresa per<br />

portare avanti <strong>al</strong> meglio la propria<br />

scelta sostenibile.<br />

Un caso emblematico è quello di Barilla che non si limita a dire<br />

come usare i propri prodotti ma esprime in modo molto chiaro<br />

come fare la raccolta differenziata delle varie componenti riciclabili<br />

del packaging (carta,vetro, plastica), e, per le parti non riciclabili,<br />

indica che ‘per il momento’ quella parte deve essere conferita nella<br />

raccolta indifferenziata.<br />

Possibili forme <strong>al</strong>ternative di comunicazione<br />

sul punto di vendita sono<br />

le tecnologie di telefonia mobile e<br />

tagging, che pongono nelle mani dei<br />

consumatori informazioni di sostenibilità<br />

sotto forma di iPhone e text<br />

messaging (Fairtrade Foundation sta<br />

testando delle connessioni dirette tra<br />

produttori e consumatori via SMS e<br />

video). Sempre nell’ICT, IBM sta portando<br />

sul mercato delle soluzioni<br />

software che visu<strong>al</strong>izzano le catene<br />

di fornitura e aumentano la tracciabilità<br />

in caso di crisi di sicurezza<br />

<strong>al</strong>imentare.<br />

34 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


La prospettiva dei consumatori<br />

Simmetricamente, a fronte dell’esigenza<br />

dei produttori di comunicare la<br />

sostenibilità per influenzare a proprio<br />

favore la propensione e le preferenze<br />

dei clienti, si pone quella dei consumatori<br />

di acquisire informazioni<br />

affidabili sulla performance ambient<strong>al</strong>e<br />

e soci<strong>al</strong>e dei prodotti/servizi, in<br />

modo da poter compiere scelte di<br />

acquisto consapevoli e responsabili. I<br />

quesiti chiave sono <strong>al</strong>lora: a che fonte<br />

degna di fiducia rivolgersi A qu<strong>al</strong>i<br />

criteri affidarsi per v<strong>al</strong>utare i claims<br />

dei produttori e non cadere vittima<br />

del greenwashing Come c<strong>al</strong>colare<br />

il trade-off effettivo tra vari stili<br />

di consumo In termini di fiducia si<br />

posizionano bene i test comparativi<br />

e gli studi speci<strong>al</strong>izzati condotti da<br />

autorevoli istituti/esperti terzi (es JD<br />

Power per le automobili …) e diffusi<br />

da media speci<strong>al</strong>izzati e istanze di<br />

rappresentanza. E, natur<strong>al</strong>mente <strong>al</strong><br />

vertice, la raccomandazione di una<br />

persona fidata, che ha avuto un’esperienza<br />

diretta di utilizzo.<br />

Ma è in questo ambito che si è aperta<br />

una nuova prospettiva rivoluzionaria,<br />

dilatando a dismisura la potenza della<br />

raccomandazione, prima frammentata<br />

e limitata ad un numero ristretto<br />

di consumatori da meccanismi di<br />

comunicazione prev<strong>al</strong>entemente dapersona-<br />

a- persona. Gli strumenti<br />

del soci<strong>al</strong> networking (come Twitter)<br />

consentono ora ai consumatori che<br />

hanno provato il prodotto/servizio<br />

di postare sul web i loro commenti,<br />

innescando processi estesi di peerreview.<br />

I soci<strong>al</strong> network rappresentano<br />

oggi una nuova piazza virtu<strong>al</strong>e<br />

dove si scambiano opinioni e suggerimenti,<br />

che sono capaci di coinvolgere<br />

grandissimi numeri di individui e di<br />

influenzare – in positivo o in negativo-<br />

milioni di decisioni di acquisto.<br />

Un’<strong>al</strong>tra importante conseguenza<br />

della rivoluzione generata d<strong>al</strong> web<br />

è la trasformazione dei modelli di<br />

flusso di informazioni, da uno eminentemente<br />

mono-direzion<strong>al</strong>e, d<strong>al</strong><br />

produttore <strong>al</strong> consumatore, ad uno<br />

sostanzi<strong>al</strong>mente bi-direzion<strong>al</strong>e. Questo<br />

empowerment di fatto dei consumatori<br />

ha fatto crescere in par<strong>al</strong>lelo<br />

anche il loro livello di aspirazione.<br />

Potendo far sentire e v<strong>al</strong>ere la propria<br />

voce, con l’incoraggiamento dei produttori<br />

stessi, essi sono pienamente<br />

legittimati a diventare parte attiva<br />

nel dibattito sulla evoluzione verso<br />

consumi sostenibili.<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 35


36 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


APPROFONDIMENTI<br />

CASE HISTORY


Seguono le soluzioni di marketing sostenibile<br />

presentate da <strong>al</strong>cune delle imprese aderenti a<br />

Fondazione Sod<strong>al</strong>itas che hanno contribuito a<br />

re<strong>al</strong>izzare questa pubblicazione.<br />

ABB - Life Cycle Assessment<br />

www.abb.it<br />

settore: Energia e automazione<br />

ABB è una delle prime aziende <strong>al</strong> mondo ad aver adottato in modo<br />

strutturato un approccio di Life Cycle Assessment integrando la sostenibilità<br />

ambient<strong>al</strong>e nello sviluppo di ogni gamma di prodotto.<br />

L’azienda è stata anche tra le prime <strong>al</strong> mondo ad informare in modo<br />

sistematico, tramite l’Environment<strong>al</strong> Product Declaration (EPD), i propri<br />

clienti in modo chiaro, trasparente e scientificamente basato sulle prestazioni<br />

ambient<strong>al</strong>i dei prodotti offerti. Disponendo di informazioni sull’impatto<br />

ambient<strong>al</strong>e lungo tutto il ciclo di vita (d<strong>al</strong>la produzione delle materie prime <strong>al</strong><br />

riciclo), ogni cliente può così v<strong>al</strong>utare appieno il vantaggio di una soluzione<br />

tecnologica nei confronti di un’<strong>al</strong>tra nello sviluppo dei propri sistemi/<br />

soluzioni, minimizzando l’impatto anche nella fase di esercizio, spesso la più<br />

rilevante per i prodotti che consumano energia. Oggi l’azienda comunica<br />

la propria sostenibilità ambient<strong>al</strong>e in particolare attraverso iniziative come<br />

l’Energy Efficiency Award, la pubblicazione del recente rapporto “Smart<br />

Cities in It<strong>al</strong>ia: un’opportunità nello spirito del Rinascimento per una nuova<br />

qu<strong>al</strong>ità della vita” e la re<strong>al</strong>izzazione del Forum Mobility Management Milano<br />

Metropoli (Forum 4M) tra i Mobility Manager dell’area milanese, fin<strong>al</strong>izzato a<br />

scambiare esperienze e idee per la mobilità sostenibile.<br />

ALTRAN ITALIA – Marchio it<strong>al</strong>iano di qu<strong>al</strong>ità<br />

ambient<strong>al</strong>e per il Distretto del Mobile Livenza<br />

www.<strong>al</strong>tran.it<br />

settore: Consulenza<br />

Il Distretto del Mobile Livenza, con il supporto tecnico di <strong>Altran</strong> It<strong>al</strong>ia, ha<br />

ottenuto il riconoscimento del “marchio it<strong>al</strong>iano di qu<strong>al</strong>ità ambient<strong>al</strong>e” per il<br />

Settore Legno-Arredo, nell’ambito di un progetto speriment<strong>al</strong>e del Ministero<br />

dell’Ambiente e del Ministero dello Sviluppo Economico per sviluppare un<br />

modello di consumo e produzione sostenibile. L’impostazione del disciplinare<br />

redatto da <strong>Altran</strong> It<strong>al</strong>ia è replicabile anche in <strong>al</strong>tri settori – che caratterizzano<br />

il tessuto produttivo it<strong>al</strong>iano – per i qu<strong>al</strong>i sarà necessario re<strong>al</strong>izzare studi<br />

di LCA specifici per la tipologia di settore e prodotto interessato. In questo<br />

modo sarà possibile attuare una politica diffusa di produzione e consumo<br />

sostenibile e <strong>al</strong> tempo stesso di v<strong>al</strong>orizzazione dei prodotti interessati nonché<br />

di promozione dell’immagine delle aziende coinvolte (e dei rispettivi cluster o<br />

filiere di appartenenza).<br />

38 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


CASE HISTORY<br />

ARTONI - Artoni Moving Green<br />

www.artoni.com<br />

settore: Trasporti<br />

Il programma “Artoni Moving Green” consente l’ottimizzazione dei trasporti<br />

e il consolidamento delle merce, nonché il monitoraggio della carbon<br />

footprint secondo gli standard internazion<strong>al</strong>i, con l’obiettivo di ridurre<br />

l’impatto ambient<strong>al</strong>e derivante d<strong>al</strong>le emissioni dirette e indirette di Artoni.<br />

Il programma è integrato d<strong>al</strong>l’obiettivo di incrementare l’eco-sostenibilità<br />

di nove fili<strong>al</strong>i dell’azienda che, divenute energeticamente autosufficienti,<br />

producono energia rinnovabile pari <strong>al</strong> 75% del fabbisogno.<br />

BANCA POPOLARE DI MILANO<br />

Fondo Nasko per mamme in difficoltà<br />

www.bpm.it<br />

settore: Bancario<br />

In linea con la propria mission di “banca di riferimento sul territorio per lo<br />

sviluppo di famiglie e imprese” Banca Popolare di Milano è vicina ai clienti<br />

a basso reddito o in situazione di disagio soci<strong>al</strong>e con un’offerta mirata e<br />

l’adesione a progetti promossi d<strong>al</strong>le istituzioni.<br />

D<strong>al</strong> 2010 BPM collabora con Regione Lombardia per la gestione del<br />

Fondo Nasko. Il Fondo, con una dotazione inizi<strong>al</strong>e di 5 milioni di euro,<br />

oggi arrivata ad oltre 14, permette <strong>al</strong>le mamme in difficoltà residenti in<br />

Lombardia di ricevere un aiuto economico (250 euro <strong>al</strong> mese per 18 mesi),<br />

per affrontare e portare a termine la propria gravidanza. La distribuzione dei<br />

contributi avviene tramite la carta prepagata Je@ns, messa a disposizione<br />

gratuitamente da Banca Popolare di Milano. In due anni, hanno beneficiato<br />

del Fondo Nasko oltre 2.300 mamme.<br />

Per la sua v<strong>al</strong>enza soci<strong>al</strong>e a favore della comunità l’iniziativa ha ricevuto<br />

prestigiosi riconoscimenti a livello nazion<strong>al</strong>e, tra i qu<strong>al</strong>i il “Premio Nazion<strong>al</strong>e<br />

per l’Innovazione” consegnato d<strong>al</strong> Presidente della Repubblica It<strong>al</strong>iana.<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 39


BUREAU VERITAS ITALIA<br />

www.bureauveritas.it<br />

settore: Certificazione<br />

Bureau Veritas It<strong>al</strong>ia presenta 1 caso di marketing<br />

sostenibile re<strong>al</strong>izzato da un’azienda propria cliente.<br />

ACQUA MINERALE<br />

SAN BENEDETTO SPA<br />

www.sanbenedetto.it<br />

Nell’ambito di un accordo volontario sottoscritto nel 2009 con il Ministero<br />

dell’Ambiente e rinnovato nel dicembre 2011, Acqua Miner<strong>al</strong>e San Benedetto<br />

S.p.A. ha operato con efficacia per garantire un’acqua miner<strong>al</strong>e “ad emissioni<br />

di carbonio compensate”. Sono state stimate le emissioni di CO 2 per l’intero<br />

ciclo di vita del prodotto di tutti i formati. Quindi, è stato scelto come primo<br />

formato a emissioni compensate l’acqua miner<strong>al</strong>e natur<strong>al</strong>e da 1 litro Pet Easy<br />

che è stata la capostipite della Linea Eco-Green dell’Acqua Miner<strong>al</strong>e Natur<strong>al</strong>e<br />

San Benedetto in PET. Ad Easy, infatti, si sono aggiunti <strong>al</strong>tri tre formati ad<br />

emissione compensata: si tratta dell’acqua miner<strong>al</strong>e natur<strong>al</strong>e da 0,5 / 1,5 /<br />

2,0 l.. In questo modo San Benedetto ha re<strong>al</strong>izzato un’ intera linea di formati<br />

di acqua miner<strong>al</strong>e natur<strong>al</strong>e a ridotto impatto ambient<strong>al</strong>e in grado di coprire<br />

tutte le occasioni di consumo. L’obiettivo è stato creare un sistema di<br />

gestione della carbon footprint, per ridurla <strong>al</strong> minimo in relazione ai princip<strong>al</strong>i<br />

consumi di risorse che determinano emissioni di gas ad effetto serra,<br />

riducendo <strong>al</strong> contempo i costi di gestione. La verifica della quantificazione<br />

delle emissioni di CO 2 è stata eseguita da Bureau Veritas It<strong>al</strong>ia S.p.A.<br />

conformemente ai requisiti fissati d<strong>al</strong>la norma ISO 14064-3.<br />

CERTIQUALITY<br />

Ridurre l’impatto ambient<strong>al</strong>e<br />

www.certiqu<strong>al</strong>ity.it<br />

settore: Certificazione<br />

In linea con l’Agenda Europea 2020, che contiene estesi riferimenti <strong>al</strong> Ciclo<br />

di Vita dei Prodotti (LCA) e <strong>al</strong>la loro Impronta Ecologica (Carboon Footprint),<br />

Certiqu<strong>al</strong>ity è impegnata a rafforzare in particolare l’orientamento verso le<br />

certificazioni ambient<strong>al</strong>i di prodotto, nell’ottica di indirizzare le scelte dei<br />

consumatori verso acquisti responsabili. Al nostro interno, un impegno<br />

prioritario è ottimizzare la logistica, essere cioè sicuri di impiegare le persone<br />

giuste <strong>al</strong> posto giusto. Per un’azienda come la nostra, che muove oltre 400<br />

ispettori tutto l’anno su tutto il territorio nazion<strong>al</strong>e, una logistica ottim<strong>al</strong>e<br />

significa costi minori per il cliente e impatti minori sull’ambiente, contribuendo<br />

in più a creare lavoro loc<strong>al</strong>mente sul territorio. Concorre a rendere più<br />

efficiente la logistica anche il nuovo Customer Service, che grazie a un sistema<br />

di “ascolto” continuo del cliente permette di avere riscontri più frequenti sulla<br />

qu<strong>al</strong>ità dei nostri servizi e sul soddisfacimento delle aspettative.<br />

40 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


CASE HISTORY<br />

DNV Business Assurance<br />

www.dnvba.it<br />

settore: Certificazione, Assessment e Training<br />

DNV Business Assurance presenta 2 casi di marketing<br />

sostenibile re<strong>al</strong>izzati da aziende proprie clienti.<br />

Grazie <strong>al</strong> progetto “Visa Sante” tutti i prodotti di Bonduelle, sia esistenti<br />

che in sviluppo, hanno un “passaporto nutrizion<strong>al</strong>e”.<br />

Solo i prodotti con le migliori caratteristiche nutrizion<strong>al</strong>i definite d<strong>al</strong><br />

protocollo (es. poco s<strong>al</strong>e, no grassi saturi, % di zucchero basse etc)<br />

ottengono il passaporto e possono essere lanciati.<br />

Nel 2010, inoltre, Bonduelle It<strong>al</strong>ia ha lanciato per la sua linea di punta<br />

di ins<strong>al</strong>ate miste Agita&Gusta una nuova confezione eco-friendly, le cui<br />

migliori prestazioni ambient<strong>al</strong>i in termini di CO 2 sono state v<strong>al</strong>idate da<br />

DNV Business Assurance in accordo <strong>al</strong>lo standard PAS 2050.<br />

Flo ha ridotto gli impilamenti di buona parte dei bicchieri per distributori<br />

automatici; riprogettando lo stampo, grazie <strong>al</strong>l’impilamento ridotto si<br />

possono stoccare e trasportare 72.000 bicchieri nello stesso spazio di 54.000<br />

bicchieri a impilamento norm<strong>al</strong>e, cioè circa il 33% di prodotto in più, che<br />

corrisponde a 1 trasporto su gomma ogni 3 eliminato.<br />

Nel 2012 Flo, sulla base dello studio della Carbon Footprint condotto da DNV<br />

Business Assurance, ha poi presentato il nuovo bicchiere Hybrid, che immette<br />

nell’ambiente il 25% di CO 2 in meno per ogni camion di bicchieri trasportato.<br />

BONDUELLE<br />

www.bonduelle.it<br />

settore: Alimentare<br />

FLO<br />

www.flo.eu<br />

settore: Azienda<br />

it<strong>al</strong>iana che produce e<br />

commerci<strong>al</strong>izza articoli<br />

monouso nei can<strong>al</strong>i<br />

Vending, GDO e HO.RE.CA<br />

FILCA COOPERATIVE<br />

Biocasa Filca<br />

www.filca.it<br />

settore: Costruzioni<br />

Il Progetto BIOCASA ha avuto inizio nel 2004; tra gli obiettivi, la<br />

riduzione dei consumi da fonti non rinnovabili e, di conseguenza,<br />

dei costi di gestione dell’abitazione, ottenendo <strong>al</strong>tresì il beneficio di<br />

abbattere le emissioni di CO 2 in atmosfera, cioè un modo concreto per<br />

contrastare i danni del surrisc<strong>al</strong>damento del Pianeta.<br />

Il Progetto BIOCASA 2012 si è evoluto recependo <strong>al</strong>cuni livelli<br />

prestazion<strong>al</strong>i del Sistema LEED e stabilendo che i nuovi interventi<br />

saranno re<strong>al</strong>izzati esclusivamente in classe A oppure A+, v<strong>al</strong>e a dire<br />

l’eccellenza dell’efficienza energetica.<br />

Il Progetto BIOCASA 2012 è sviluppato in 4 fasi: v<strong>al</strong>utazione della<br />

sostenibilità del luogo; riduzione dei consumi termo, elettrico, idrico;<br />

benessere psicofisico; scelta privilegiata di materi<strong>al</strong>i sostenibili.<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 41


GAM EDIT<br />

Eco Offset - modello di stampa sostenibile<br />

www.gamedit.it<br />

settore: Pmi, tipografia<br />

Gam Edit ha sviluppato un nuovo modello industri<strong>al</strong>e di stampa<br />

sostenibile - ECO OFFSET® – che, sottoposto a v<strong>al</strong>idazione da parte di<br />

ente terzo indipendente, è in grado di re<strong>al</strong>izzare stampati a basso impatto<br />

ambient<strong>al</strong>e mantenendo un rapporto qu<strong>al</strong>ità/prezzo in<strong>al</strong>terato rispetto<br />

a uno stampato tradizion<strong>al</strong>e. Gam Edit fonda sull’offerta ECO OFFSET la<br />

differenziazione rispetto ai competitors per il fatto di avere un prodotto<br />

a basso impatto ambient<strong>al</strong>e, costo competitivo, <strong>al</strong>to standard di qu<strong>al</strong>ità e<br />

v<strong>al</strong>idazione del processo da parte di un ente certificatore indipendente.<br />

HENKEL<br />

Gener<strong>al</strong> Eco<br />

www.henkel.it<br />

settore: Detersivi<br />

Già nel 2010 le materie prime rinnovabili costituivano circa il 70% dei<br />

principi attivi lavanti (tensioattivi) dei detersivi per bucato e prodotti<br />

per l’igiene della casa: una percentu<strong>al</strong>e nettamente superiore <strong>al</strong>la media<br />

dell’intero settore industri<strong>al</strong>e della detergenza. Sul fronte dell’imb<strong>al</strong>laggio,<br />

entro il 2012 le dimensioni delle confezioni dei detersivi liquidi saranno<br />

standardizzate, consentendo nei soli mercati dell’Europa Occident<strong>al</strong>e il<br />

risparmio di oltre 2.000 tonnellate di plastica <strong>al</strong>l’anno. Un esempio di<br />

prodotto sostenibile è l’Eco bottiglia del detersivo Gener<strong>al</strong> che, rispetto <strong>al</strong><br />

prodotto tradizion<strong>al</strong>e, consente il risparmio del 55% di plastica, del 34% di<br />

acqua e del 60% di camion necessari per il trasporto, con una conseguente<br />

riduzione delle emissioni di CO 2 del 50%.<br />

HOLCIM<br />

Fornitura a 360 gradi del cantiere Porta Nuova a Milano<br />

www.holcim.it<br />

settore: Materi<strong>al</strong>i da costruzione<br />

L’azienda ha sviluppato prodotti e servizi innovativi, customizzati e sostenibili,<br />

cercando di coniugare la soddisfazione dei bisogni del mercato con la<br />

redditività e con la minimizzazione degli impatti ambient<strong>al</strong>i (minor consumo di<br />

energia non rinnovabile, minor consumo di materie prime<br />

non rinnovabili, ricorso, v<strong>al</strong>orizzazione, rigenerazione di risorse loc<strong>al</strong>i,<br />

minor ricorso <strong>al</strong> trasporto / riorganizzazione logistica). L’azienda ha così<br />

contribuito <strong>al</strong>l’ottenimento dei crediti LEED per il cantiere per le voci<br />

”contenuto riciclato dei materi<strong>al</strong>i e “provenienza region<strong>al</strong>e dei materi<strong>al</strong>i estratti,<br />

lavorati e prodotti”. Nel cantiere Porta Nuova Holcim (It<strong>al</strong>ia) ha promosso<br />

l’introduzione delle Asserzioni Ambient<strong>al</strong>i Autodichiarate conv<strong>al</strong>idate da ICMQ<br />

in conformità <strong>al</strong>la norma internazion<strong>al</strong>e UNI EN ISO 14021:2002.<br />

42 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


CASE HISTORY<br />

LEXMARK<br />

Lexmark GoGreener<br />

www.lexmark.it<br />

settore: Informatica<br />

Grazie <strong>al</strong> programma “Lexmark GoGreener”, Lexmark aiuta le proprie aziende<br />

clienti a migliorare l’impatto ambient<strong>al</strong>e generato dai comportamenti di<br />

stampa. “Lexmark GoGreener” coinvolge tutti i dipendenti dell’azienda<br />

cliente, presentando loro gli obiettivi da raggiungere in termini di<br />

sostenibilità ambient<strong>al</strong>e, formandoli a corretti comportamenti di stampa<br />

anche con la distribuzione di Green Tools, re<strong>al</strong>izzati da Lexmark.<br />

Mondadori – Carbon Disclosure Project 2012<br />

www.mondadori.it<br />

settore: Editoria<br />

Mondadori, <strong>al</strong>la sua prima partecipazione e con un punteggio di 84 su 100,<br />

si è classificata tra gli high disclosure scores del CDP (Carbon Disclosure<br />

Project) It<strong>al</strong>y 2012. L’evento (organizzato da CDP e London Stock Exchange<br />

Group) di presentazione dei risultati relativi <strong>al</strong> reporting delle emissioni di<br />

CO2 in It<strong>al</strong>ia si è svolto il 14 novembre 2012 presso Borsa It<strong>al</strong>iana. Nel 2012<br />

sono state invitate a partecipare le prime 100 società per capit<strong>al</strong>izzazione:<br />

hanno aderito 46 società rappresentative del 60% della capit<strong>al</strong>izzazione<br />

complessiva in It<strong>al</strong>ia.<br />

SIMPLY SMA<br />

Supermercati eco-attenti<br />

www.simplymarket.it<br />

settore: Grande distribuzione<br />

SIMPLY SMA investe in supermercati eco-attenti che ottimizzino le risorse,<br />

riducendo <strong>al</strong> minimo l’impatto sull’ecosistema ed emissioni di CO 2 , e<br />

consumando meno energia.<br />

Tutti i 275 punti vendita hanno banchi surgelati coperti; 27 punti vendita<br />

hanno banchi per s<strong>al</strong>umi e formaggi illuminati solo con illuminazione a<br />

cascata; 216 punti vendita sono dotati di tendine notte sui banchi refrigerati<br />

di gastronomia, carne e pesce. Nella re<strong>al</strong>izzazione dei nuovi supermercati<br />

vengono poi ricercate soluzioni re<strong>al</strong>izzate quanto più possibile con materi<strong>al</strong>i<br />

riciclati. Nel 2011 sono state differenziate oltre 12.370 tonnellate di rifiuti,<br />

e sono state riciclate 600.000 bottiglie di plastica per la re<strong>al</strong>izzazione dei<br />

separatori spesa <strong>al</strong>le casse, di oltre 35.600 separatori prodotto di differenti<br />

dimensioni e di 338.240 evidenziatori promozion<strong>al</strong>i. Il riutilizzo di questi<br />

materi<strong>al</strong>i ha permesso un risparmio di CO 2 di oltre 142.500 kg.<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 43


GRUPPO SOFIDEL<br />

Rotoloni Regina<br />

www.sofidel.it<br />

settore: Carta<br />

Gli elementi fondament<strong>al</strong>i che fanno di Rotoloni Regina un prodotto<br />

sostenibile sono: approvvigionamento responsabile di cellulosa (nel<br />

2011, il 99,3% dell’approvvigionamento di materia prima è avvenuto<br />

da fonti certificate o controllate secondo i princip<strong>al</strong>i schemi di<br />

certificazione); risparmio e v<strong>al</strong>orizzazione dell’acqua (consumo medio<br />

specifico pari a circa 5 litri di acqua per kg di carta, significativamente<br />

inferiore <strong>al</strong> benchmark di settore che prevede per il tissue consumi<br />

fino a 25 l/ kg); abbattimento CO 2 (grazie <strong>al</strong>la natura “maxi” insita nel<br />

prodotto, in un anno per trasportare le 30.000 tonnellate di Rotoloni<br />

Regina circolano sulle strade circa 2.500 camion in meno, rispetto a<br />

quelli necessari per il trasporto di un quantitativo equiv<strong>al</strong>ente di rotoli<br />

di dimensioni “standard”). Il cliente/consumatore viene informato della<br />

sostenibilità di Rotoloni Regina attraverso la comunicazione specifica<br />

sul pack della partnership col WWF e di <strong>al</strong>cuni “eco-consigli” a favore<br />

del clima, e mediante raccolte punti che hanno come obiettivo quello di<br />

fidelizzare i consumatori mettendo in p<strong>al</strong>io premi “green”, in linea con<br />

la equity del prodotto.<br />

SOLVAY<br />

Vinyloop White Paper<br />

Comunicazione ambient<strong>al</strong>e per il mercato<br />

www.vinyloop.com<br />

settore: Riciclaggio PVC<br />

L’uso di materi<strong>al</strong>i riciclati fa risparmiare risorse preziose (energia e materie<br />

prime), evita l’incenerimento, e rappresenta un elemento importante per<br />

le scelte sostenibili dei consumatori. Il PVC-R VinyLoop® - una tecnologia,<br />

brevettata da Solvay, di riciclo meccanico post-consumo, che separa il<br />

compound di PVC da <strong>al</strong>tri materi<strong>al</strong>i - può contribuire a ridurre l’impronta<br />

ambient<strong>al</strong>e dei manufatti. Come confermato d<strong>al</strong>lo studio sull’Impronta<br />

Ambient<strong>al</strong>e, l’uso del PVC-R VinyLoop®, rispetto <strong>al</strong> compound di PVC<br />

vergine prodotto in modo tradizion<strong>al</strong>e, riduce del 46% la Domanda di<br />

Energia Primaria, del 39% il Potenzi<strong>al</strong>e di Risc<strong>al</strong>damento Glob<strong>al</strong>e e del 72%<br />

il Consumo di Acqua. Per foc<strong>al</strong>izzare l’attenzione sul tema dello sviluppo<br />

sostenibile è stato promosso un concorso presso le Scuole Medie Superiori<br />

di Ferrara e provincia, dove l’impianto Vinyloop è ubicato, per coinvolgere<br />

gli studenti su proposte di progetti fin<strong>al</strong>izzati <strong>al</strong> rispetto ambient<strong>al</strong>e ed <strong>al</strong><br />

risparmio energetico.<br />

44 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong>


CASE HISTORY<br />

GRUPPO TELECOM ITALIA<br />

Navigare Sicuri<br />

www.telecomit<strong>al</strong>ia.it<br />

settore: Telecomunicazioni<br />

Il Gruppo Telecom It<strong>al</strong>ia adotta numerose iniziative per consentire ai minori<br />

una navigazione sicura in internet, minimizzando i possibili rischi e proteggendoli<br />

dai contenuti che possono lederne lo sviluppo psico-fisico:<br />

- il port<strong>al</strong>e “Navigare Sicuri”, che promuove e diffonde una cultura dell’uso<br />

consapevole e responsabile di internet e dei media digit<strong>al</strong>i tra i bambini, i<br />

ragazzi e i loro educatori;<br />

- il booklet “Nati con la Rete”, dedicato agli adulti-genitori per illustrare le<br />

regole fondament<strong>al</strong>i per l’utilizzo sicuro di internet, diffondere i pericoli<br />

che si nascondono nella rete, fornire gli strumenti per trasmettere ai figli<br />

le regole comportament<strong>al</strong>i e guidarli nella scelta dei contenuti da consultare;<br />

- il “Magic Desktop”, un software che permette ai bambini di imparare a<br />

usare il computer in modo semplice e divertente e ai genitori di selezionare<br />

i siti a cui i piccoli hanno accesso e impostare la posta elettronica<br />

per scambiare mail solo con persone conosciute.<br />

UBIBANCA<br />

Demateri<strong>al</strong>izzazione delle rendicontazioni bancarie<br />

www.ubibanca.it<br />

settore: Bancario<br />

La demateri<strong>al</strong>izzazione delle rendicontazioni bancarie contribuisce non solo<br />

a ridurre gli impatti ambient<strong>al</strong>i diretti di UBI Banca (significativo risparmio<br />

di carta, energia e materi<strong>al</strong>i di consumo per la stampa e la spedizione dei<br />

documenti), ma anche a sensibilizzare la clientela <strong>al</strong> rispetto e <strong>al</strong>la tutela<br />

dell’ambiente nei propri comportamenti quotidiani.<br />

Nel 2011, nell’ambito della Banca Multican<strong>al</strong>e, è stato attivato il concorso<br />

a premi “Attiva Le mie contabili e vinci!” per promuovere la digit<strong>al</strong>izzazione<br />

della documentazione e delle comunicazioni <strong>al</strong>la clientela, facendo leva<br />

proprio sull’aspetto ambient<strong>al</strong>e dell’iniziativa, che è un criterio di scelta<br />

importante dei servizi on line, insieme <strong>al</strong> minor costo e <strong>al</strong>la comodità di non<br />

doversi recare fisicamente presso <strong>al</strong>lo sportello per operazioni dispositive<br />

e informative. L’iniziativa ha avuto pieno successo, con un incremento del<br />

103% (anno su anno a fine 2011) del numero di clienti che hanno scelto di<br />

ricevere la corrispondenza on line e un aumento dell’ 82% del numero di<br />

conti correnti e depositi interessati.<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 45


46 - <strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong><br />

note


note<br />

<strong>Introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>Marketing</strong> <strong>Sostenibile</strong> - 47


Hanno contribuito a re<strong>al</strong>izzare il Quaderno<br />

A cura di:<br />

Ruggero Bodo, Ugo Castellano, Massimo Ceriotti, Alberto Giacomotti,<br />

Carlo Pescetti (Fondazione Sod<strong>al</strong>itas), Paolo Anselmi (GfK Eurisko)<br />

FONDAZIONE SODALITAS<br />

Via Pantano 2 - 20122 Milano<br />

TEL. 02-86460236<br />

www.sod<strong>al</strong>itas.it<br />

sod<strong>al</strong>itas@sod<strong>al</strong>itas.it

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