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MODESTINO Riccardo. Esperienza Ferrara: la ... - Biblioteca Medica

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Re<strong>la</strong>zione del Dott.<strong>Riccardo</strong> <strong>MODESTINO</strong> da tenere al Convegno di Reggio Emilia del 25 ottobre<br />

2007 avente per titolo “ <strong>Esperienza</strong> <strong>Ferrara</strong>: <strong>la</strong> gestione del personale sanitario con idoneità limitata<br />

e ruolo del<strong>la</strong> formazione nel promuovere il comportamento in sicurezza degli operatori sanitari”.<br />

“ Dobbiamo costruire un sistema che renda facile fare le cose giuste e difficile quelle<br />

sbagliate”<br />

R. Mitchell, Australian Joint Commission ,2007<br />

Nel corso degli ultimi anni in tutte le organizzazioni sanitarie si è assistito ad un incremento del<br />

numero dei <strong>la</strong>voratori che per motivi di salute vengono certificati dal Medico del Lavoro<br />

Competente “ non idonei al<strong>la</strong> mansione specifica o idonei con limitazioni e/o prescrizioni”.<br />

La notevole entità numerica delle idoneità con prescrizione al<strong>la</strong> movimentazione manuale dei<br />

carichi (MMC) e/o dei pazienti (MMPz) rappresenta un dato rilevante anche nel<strong>la</strong> nostra azienda<br />

sanitaria, come si evince dai dati epidemiologici descritti nelle seguenti slide ( alcune slide in fase<br />

finale di e<strong>la</strong>borazione.<br />

Le motivazioni che sottendono al percorso che porta al<strong>la</strong> certificazione di prescrizione sono varie<br />

e collegabili in maniera integrata a fattori organizzativi ( corre<strong>la</strong>ti ai pazienti), strutturali ( corre<strong>la</strong>ti<br />

al <strong>la</strong>voratore stesso).<br />

La prescrizione al<strong>la</strong> MMC depone spesso per <strong>la</strong> riallocazione del dipendente in altro Servizio/ unità<br />

operativa diversa da quel<strong>la</strong> iniziale; nel<strong>la</strong> maggior parte dei casi ciò comporta lo spostamento del<strong>la</strong><br />

dotazione di personale prezioso, in quanto scarso sul mercato del <strong>la</strong>voro (specialmente per quanto<br />

attiene le figure infermieristiche) in servizi di tipo territoriale o ambu<strong>la</strong>toriale.<br />

La Direzione del Dipartimento Interaziendale di Prevenzione e Protezione assieme a quel<strong>la</strong><br />

Infermieristica e Tecnica ,oltre a quel<strong>la</strong> del Dipartimento di Gestione delle Risorse Umane sono<br />

rego<strong>la</strong>rmente impegnate nel definire le modalità per allocare il personale in funzioni e Servizi<br />

idonei al<strong>la</strong> prescrizione ( considerata l’ attuale e sempre maggiore difficoltà di assumere nuove<br />

risorse da parte delle Aziende Sanitarie).<br />

E’ divenuto pertanto prioritario pensare una vera e propria nuova strategia d’azione e progettare un<br />

modello sistemico di analisi e gestione per <strong>la</strong> sicurezza e <strong>la</strong> prevenzione,un percorso di tipo<br />

organizzativo a valenza aziendale ( considerato che lo spostamento del personale da un punto<br />

all’altro del<strong>la</strong> Azienda è gravato di limiti ed i servizi non di degenza sono un serbatoio di facile<br />

esaurimento).<br />

Sotto il profilo gestionale è opportuno ricordare che nei Servizi non di degenza non si può<br />

ipotizzare un’equipe completamente composta da operatori con prescrizioni e/o limitazioni al<strong>la</strong><br />

funzione, ma è più utile ragionare su posizioni di <strong>la</strong>voro diverse nei vari ambiti.<br />

Un progetto di questo tipo richiede da una parte una programmazione con azioni e tempi che<br />

tengano conto degli impatti economico-organizzativi e dall’altra che si realizzi concretamente per<br />

effetto di un <strong>la</strong>voro integrato di tutti i ruoli ai diversi livelli.<br />

Sul<strong>la</strong> base di queste premesse ( analisi dei dati epidemiologici degli eventi infortunistici occorsi<br />

nell’ultimo quinquennio corre<strong>la</strong>ti al<strong>la</strong> MMC e del personale con prescrizione o non idoneo (<br />

disaggregati per qualifica) il Dipartimento interaziendale di Prevenzione e Protezione ha condotto<br />

uno studio dal novembre dello scorso anno ( concepito in diversi fasi di sviluppo) intorno agli<br />

aspetti ergonomici del <strong>la</strong>voro svolto in partico<strong>la</strong>re dalle OSS esposte al rischio di sovraccarico<br />

biomeccanico per <strong>la</strong> <strong>la</strong> MMPz.<br />

Segue una illustrazione dello studio ed una discussione dei primi risultati proiezione di alcune slide.<br />

Sul<strong>la</strong> base di questi primi risultati si è deciso quindi di passare ad una seconda fase di studio e di<br />

applicazione degli insegnamenti tratti dal primo studio con lo scopo primario di stimo<strong>la</strong>re i<br />

<strong>la</strong>voratori nell’ambiente sanitario ad assumere omogenei comportamenti in sicurezza e di integrare<br />

nel<strong>la</strong> “ cultura di gruppo” i principi e gli aspetti applicativi dell’ergonomia nel<strong>la</strong> MMPz.( proiezione<br />

di alcune slide riassuntive)


Infatti i termini “ cultura del<strong>la</strong> sicurezza” e cultura di gruppo” rappresentano – come ben si saconcetti<br />

fondamentali, dai quali non è possibile prescindere qualora si intenda perseguire<br />

effettivamente l’obiettivo el<strong>la</strong> sicurezza e del risk management. Questi termini rivestono infatti<br />

anche connotazioni socio-pedagogiche. : l’agire in sicurezza dipende da un habitus mentale e non<br />

solo da un sapere cognitivo; pertanto poiché l’ambiente di <strong>la</strong>voro è costituito da una comunità di<br />

professionisti, da gruppi ( spesso eterogenei) di <strong>la</strong>voratori, è fondamentale partire dalle dinamiche<br />

in esse connaturate per applicarvi le risorse offerte dalle metodologie comunicative ed educative.<br />

Come è noto l’ambiente di <strong>la</strong>voro è un ambiente sociale e come tale governato da re<strong>la</strong>zioni che si<br />

concretizzano quando più individui riescono ad orientarsi reciprocamente, coi loro comportamenti<br />

di attori. Sociali intenzionali, così da instaurare un nesso di continuità orientato al<strong>la</strong> conformità.<br />

La conformità nasce dal<strong>la</strong> condivisione e dal consolidamento delle re<strong>la</strong>zioni sociali.<br />

La formazione è quindi <strong>la</strong> base per <strong>la</strong> condivisione e <strong>la</strong> creazione di comportamenti uniformi in<br />

tema di sicurezza.<br />

All’interno del gruppo di <strong>la</strong>voro si può riconoscere come l’agire in sicurezza sia quantomeno lungi<br />

da un agire prettamente razionale, in quanto esso è profondamente influenzato dal carico di <strong>la</strong>voro,<br />

dal<strong>la</strong> percezione soggettiva del carico di <strong>la</strong>voro, da fattori organizzativi, strutturali, economici e<br />

culturali(socio-psico-antropologici).<br />

Il gruppo che non opera in sicurezza genera una cultura del<strong>la</strong> non-sicurezza (si stima che il costo<br />

medio annuale del<strong>la</strong> “ non sicurezza” è pari a 600-700 Euro per ciascun <strong>la</strong>voratore dell’U.E.) e<br />

richiama alle proprie regole tutti coloro che vi si inseriscono, creando una diseducazione<br />

autoalimentatesi nel principio del conformismo di gruppo.<br />

L’educazione al<strong>la</strong> sicurezza è quindi un’opera costante, pratica ed attiva, che deve produrre una<br />

continua stimo<strong>la</strong>zione del gruppo al confronto, al<strong>la</strong> discussione, al<strong>la</strong> condivisione, al<strong>la</strong> condivisione<br />

dei principi e al<strong>la</strong> ricerca in azione.<br />

In tal modo il gruppo – inteso come setting ambientale – permette ai suoi membri di sperimentare<br />

dimensioni di interdipendenza operativa e migliorare <strong>la</strong> qualità <strong>la</strong>vorativa degli operatori,<br />

rafforzando il senso di empowerment dei partecipanti e promuovendo lo sviluppo di modalità<br />

re<strong>la</strong>zionali di complessità crescente ( passaggio dal<strong>la</strong> “ cultura di coppia” al<strong>la</strong> “ cultura di<br />

gruppo”).<br />

Il passaggio da un livello all’altro ( dal<strong>la</strong> situazione di coppia al piccolo gruppo-micro- al grande<br />

gruppo collettivo dell’organizzazione –macro -) avviene secondo alcuni AA( Spaltro et Altri,1999),<br />

per salti, cioè per cambio di cultura, e comporta l’aumento del<strong>la</strong> complessità del comportamento dei<br />

<strong>la</strong>voratori ma anche <strong>la</strong> crescita del loro benessere psico-fisico.<br />

Il gruppo di operatori diventa così uno strumento moltiplicatore delle capacità orientandole verso<br />

una direzione innovativa ( oltre che conformista),permettendo al contempo al singolo membro di<br />

esercitare una notevole influenza (empowerment) sul gruppo di appartenenza e aumentando il senso<br />

di competenza di entrambi.<br />

Secondo il Comitato Consultivo per <strong>la</strong> Sicurezza sul Lavoro del<strong>la</strong> Gran Bretagna “ <strong>la</strong> cultura del<strong>la</strong><br />

sicurezza è il prodotto di valori,attitudini,competenze, modi di comportamento, individuali e di<br />

gruppo, che determinano l’impegno, lo stile ed il progresso nei programmi per <strong>la</strong> salute e <strong>la</strong><br />

sicurezza sul <strong>la</strong>voro” (ACSB,1999).<br />

La cultura del<strong>la</strong> sicurezza dipende cioè dalle re<strong>la</strong>zioni tra <strong>la</strong> percezione e l’attitudine dei traguardi<br />

per <strong>la</strong> sicurezza, il comportamento quotidiano rispetto agli obiettivi e traguardi a <strong>la</strong> presenza di un<br />

sistema organizzativo per supportare tale comportamento.<br />

Sul<strong>la</strong> base delle esperienze condotte crediamo che sia possibile pensare un modello strategico di<br />

cultura del<strong>la</strong> sicurezza in termini di modello del<strong>la</strong> “ sicurezza reciproca”, nel quale si ritrova <strong>la</strong><br />

presenza mutua ed interattiva di fattori tecnico-organizzativi di contesto, di fattori psico-cognitivi e<br />

comportamentali dei <strong>la</strong>voratori.<br />

In tal senso <strong>la</strong> nostra posizione si riassume nel<strong>la</strong> definizione di cultura del<strong>la</strong> sicurezza reciproca<br />

quale prodotto di interazioni triadiche tra il personale, il <strong>la</strong>voro e l’organizzazione, che sono<br />

rivolte purtuttavia al perseguimento di scopi diversi ( come si evince dal<strong>la</strong> slide seguente):


MODELLO DELLA CULTURA DELLA SICUREZZA RECIPROCA<br />

INDIVIDUO<br />

Clima di sicurezza<br />

Verifica di percettibilità<br />

Fattori<br />

psicologici<br />

interni<br />

ORGANIZZAZIONE<br />

Gestione del<strong>la</strong> sicurezza:<br />

verifica degli obiettivi<br />

Contesto<br />

Fattori<br />

esterni<br />

percettibili<br />

LAVORO<br />

Comportamento sicuro:<br />

programmi comportamentali per <strong>la</strong> sicurezza<br />

L’osservanza delle procedure di sicurezza in ambito ergonomico corre<strong>la</strong>tivamente al rischio re<strong>la</strong>tivo<br />

al<strong>la</strong> MMPz deve nascere innanzitutto dal<strong>la</strong> percezione dell’importanza dell’agire professionale non<br />

solo verso il paziente, ma anche verso se stessi ed i propri colleghi e a tal fine non si può<br />

prescindere dal contributo proattivo degli operatori, proveniente dal<strong>la</strong> rilevazione dei rischi e dal<strong>la</strong><br />

ricerca del miglior confort psicofisico nello svolgersi dell’attività <strong>la</strong>vorativa.<br />

Come attività complementare al<strong>la</strong> formazione continua – volta a fornire maggiori conoscenze e<br />

quindi una maggiore consapevolezza sui temi del<strong>la</strong> sicurezza- <strong>la</strong> discussione sul campo degli<br />

elementi da condividere col gruppo fa sì che essi divengano parte integrante dell’ “ agire sociale”.<br />

Appare evidente come <strong>la</strong> complessità di tale intervento vuoi sotto il profilo gestionale-organizzatvo<br />

che squisitamente formativo deve essere sostenuto da quello che sempre si dimostra essere un<br />

importante settore strategico, vale a dire quello del<strong>la</strong> comunicazione del rischio e per converso<br />

quello del<strong>la</strong> salute e del<strong>la</strong> sicurezza ivi compreso quello del cosiddetto marketing sociale( ed in<br />

modo partico<strong>la</strong>re di quello operativo).. E’ noto come quest’ultimo ( Koitler P.,2002; Maibach<br />

E.W.,2007,Roberto N.,2006) rappresenti una considerevole opportunità per favorire comportamenti<br />

salutari in sicurezza presso i <strong>la</strong>voratori e di fatto divenendo parte rilevante nel<strong>la</strong> promozione del<strong>la</strong><br />

salute in tale ambito ( così come evidenziato dal<strong>la</strong> seguente slide ricavata dal sito del Centro di<br />

Promozione del<strong>la</strong> Salute Canadese,2004).


GLI AMBITI di INTERVENTO per <strong>la</strong> PROMOZIONE del<strong>la</strong> SALUTE NEI LUOGHI di LAVORO<br />

SALUTE E SICUREZZA degli<br />

AMBIENTI di LAVORO<br />

(D. Lgs.626/94)<br />

MIGLIORAMENTO<br />

del<strong>la</strong><br />

ORGANIZZAZIONE<br />

AZIENDALE<br />

ADOZIONE di<br />

SANI STILI di<br />

VITA da PARTE<br />

dei LAVORATORI<br />

PROMOZIONE DELLA SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO<br />

Fonte : The Health Communication Unit, at the Centre for Health Promotion – University of<br />

Toronto, An introduction to Comprehensive Workp<strong>la</strong>ce Health Promotion, 2004 (modificato)<br />

Per concludere, parafrasando le parole di Italo Calvino sul c<strong>la</strong>ssico da lui più amato,l’”Or<strong>la</strong>ndo<br />

Furioso”, il libro-memoria che impegnò tutta <strong>la</strong> vita di Ludovico Ariosto ( che idealmente unisce le<br />

nostre due città) “ <strong>la</strong> trasformazione ed il salto culturale sono <strong>la</strong> sua cifra segreta ed il suo<br />

ritmo”,possiamo affermare che questo” universo possibile” di intenti e volontà comuni sta<br />

diventando,nel<strong>la</strong> settimana europea per <strong>la</strong> sicurezza e <strong>la</strong> salute sul <strong>la</strong>voro ,che oggi celebriamo con<br />

questo bel convegno, motivo di riflessione feconda per noi tutti nell’opera promozionale e<br />

preventiva di tutti i giorni ed al contempo di profondo cambiamento nei paradigmi culturali vuoi<br />

del<strong>la</strong> sicurezza <strong>la</strong>vorativa che dell’intera organizzazione aziendale sanitaria,condensando il<br />

significato autentico del<strong>la</strong> modernità e dell’ attualità dell’impianto concettuale sistemico del<strong>la</strong><br />

626/94, ad oltre 10 anni dal<strong>la</strong> sua nascita.<br />

Vorrei infine ringraziare i componenti del<strong>la</strong> Commissione creata un anno fa dal Dott. Marco<br />

Nardini, senza i quali non sarebbe stato possibile condurre un simile studio, oltre all’infermiera che<br />

ha curato l’e<strong>la</strong>borazione statistica dei dati presentati.( Slide con i nomi su sfondo del<strong>la</strong> Mura di<br />

<strong>Ferrara</strong>). Grazie a tutti.

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