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SCIENZA IN PRIMO PIANO - Società Italiana di Fisica

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scienza in primo piano<br />

La Nanofotonica in Silicio<br />

e la Fotonica con il Nanosilicio<br />

Una piattaforma per ampliare il successo della fotonica in silicio<br />

Aleksei Anopchenko 1 , Francisco Javier Aparicio Rebollo 1 , Paolo Bettotti 1 ,<br />

Federica Bianco 1 , Pierluigi Bellutti 2 , Massimo Cazzanelli 1 , Kamil Fedus 1 ,<br />

Elena Froner 1 , Davide Gandolfi 1 , Mher Ghulinyan 2 , Neeraj Kumar 1 , Yoann Jestin 2 ,<br />

Philip Ingenhoven 1 , Silvia Larcheri 1 , Lorenzo Lunelli 2 , Mattia Mancinelli 1 ,<br />

Alessandro Marconi 1 , Enrico Moser 1 , Laura Pasquar<strong>di</strong>ni 2 ,<br />

Cecilia Pederzolli 2 , Cristina Potrich 2 , Nikola Prtljaga 1 , Georg Pucker,<br />

Fernando Ramiro Manzano 1 , Eveline Rigo 1 , Marina Scarpa 1 ,<br />

Fabrizio Sgrignuoli 1 , Andrea Tengattini 1 , Lorenzo Pavesi 1 *<br />

1<br />

Laboratorio Nanoscienze, Dipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, Università <strong>di</strong> Trento, Povo - Trento, Italia<br />

2<br />

Centro Materiali e Microsistemi, Fondazione Bruno Kessler, Povo - Trento, Italia<br />

La fotonica integrata in silicio ha permesso <strong>di</strong> realizzare reti ottiche integrate in pochi<br />

mm 2 con velocità <strong>di</strong> trasmissione dati <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 1Tbps. Per poterne ampliare ulteriormente<br />

lo spettro <strong>di</strong> funzionalità ed applicazioni, a Trento applichiamo il para<strong>di</strong>gma delle<br />

nanotecnologie. Grazie alle nuove proprietà risultanti dal confinamento spaziale <strong>di</strong><br />

portatori <strong>di</strong> carica (Nanosilicio) e <strong>di</strong> fotoni (Nanofotonica), abbiamo <strong>di</strong>mostrato una<br />

serie <strong>di</strong> funzionalità aggiuntive alla fotonica in silicio. Queste hanno permesso <strong>di</strong><br />

realizzare amplificatori ottici, risonatori ottici, <strong>di</strong>o<strong>di</strong> elettroluminescenti, celle solari<br />

a resa elevata, biosensori biocompatibili e biodegradabili, interruttori tutti ottici<br />

superveloci, no<strong>di</strong> <strong>di</strong> reti ultradensi, instradatori interferometrici, ed altro ancora.<br />

1 Introduzione alla fotonica in silicio<br />

Nel 1965 Gordon Moore annunciò la sua famosa legge per la quale il numero <strong>di</strong> transistor per circuito integrato<br />

raddoppia ogni <strong>di</strong>ciotto mesi. Questa legge ha governato lo sviluppo della microelettronica che ha seguito il motto:<br />

“più piccolo, più economico, più veloce”, grazie all’integrazione sempre più spinta. Oggi infatti abbiamo processori che<br />

contengono miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> transistor, ognuno dei quali ha <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> qualche decina <strong>di</strong> nanometri. è interessante notare<br />

che nel 1969 S. T. Miller dei laboratori Bell già realizzava che un simile sviluppo dovesse avvenire anche per la fotonica.<br />

Turttavia, nel corso degli anni il numero <strong>di</strong> componenti fotonici per circuito ottico integrato non è cresciuto come per la<br />

microelettronica. Oggi integriamo nei circuiti fotonici qualche centinaio <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong>versi con l’aggravio <strong>di</strong> alti costi <strong>di</strong><br />

produzione. Qual è la ragione <strong>di</strong> questo La tab. I mostra un confronto tra la microelettronica e la fotonica. Mentre per la<br />

microelettronica la caratteristica chiave è la standar<strong>di</strong>zzazione (un solo <strong>di</strong>spositivo riprodotto milioni <strong>di</strong> volte in un solo<br />

materiale con un solo processo <strong>di</strong> produzione), per la fotonica si ha una <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> materiali, <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi elementari e <strong>di</strong><br />

* e-mail: pavesi@science.unitn.it, url: science.unitn.it/~semicon<br />

vol28 / no1-2 / anno2012 > 5


Microelettronica Fotonica Fotonica in silicio<br />

scienza<br />

in primo<br />

piano<br />

Elemento costitutivo<br />

elementare<br />

Transistor<br />

Laser, fibre ottiche,<br />

foto<strong>di</strong>odo, …<br />

Laser, guide d’onda,<br />

foto<strong>di</strong>odo, …<br />

Materiale base<br />

Silicio<br />

Semiconduttori,<br />

vetri, polimeri<br />

Silicio<br />

Tecnologia <strong>di</strong><br />

produzione<br />

CMOS<br />

Epitassia, filatura,<br />

deposizione, …<br />

CMOS<br />

Tab. I Confronto tra le varie<br />

tecnologie elettroniche:<br />

la microelettronica, la fotonica<br />

e la fotonica in silicio.<br />

Fig. 1 Esempi <strong>di</strong> strutture a<br />

confinamento elettronico o<br />

fotonico. Sinistra: sospensione<br />

colloidale <strong>di</strong> nanocristalli <strong>di</strong><br />

silicio: illuminati da luce blu<br />

i nanocristalli emettono luce<br />

rossa [1]. Destra: micro<strong>di</strong>sco <strong>di</strong><br />

ossido <strong>di</strong> silicio ricco in silicio<br />

sospeso su <strong>di</strong> un pie<strong>di</strong>stallo <strong>di</strong><br />

silicio. Il micro<strong>di</strong>sco si comporta<br />

come un risonatore ottico dove<br />

mo<strong>di</strong> ottici <strong>di</strong> galleria sono<br />

confinati sulla periferia del<br />

<strong>di</strong>sco [4].<br />

processi <strong>di</strong> fabbricazione. Questa è la ragione principale per<br />

cui la microelettronica si è sviluppata con integrazione molto<br />

spinta mentre per la fotonica hanno prevalso <strong>di</strong>spositivi<br />

isolati. Con la fotonica in silicio si vuole applicare il para<strong>di</strong>gma<br />

della microelettronica alla fotonica, ovvero fabbricare i<br />

vari <strong>di</strong>spositivi in un solo materiale – il silicio– utilizzando<br />

lo stesso processo <strong>di</strong> produzione della microlettronica – il<br />

processo CMOS. In questo modo si vuole aumentare la scala<br />

<strong>di</strong> integrazione dei <strong>di</strong>spositivi fotonici per incrementare le<br />

prestazioni del circuito fotonico integrato e raggiungere, al<br />

tempo stesso, l’obiettivo <strong>di</strong> fabbricarli su larga scala a basso<br />

prezzo <strong>di</strong> produzione unitario.<br />

Lo sviluppo della fotonica in silicio è sospinto anche da<br />

altre forti motivazioni: da una parte, Internet e la richiesta <strong>di</strong><br />

portare la banda larga il più vicino possibile all’utente finale;<br />

dall’altra, la necessità <strong>di</strong> ridurre sempre più la <strong>di</strong>ssipazione<br />

termica indotta dalla trasmissione <strong>di</strong> segnali su cavi elettrici<br />

a sempre più alta frequenza e a <strong>di</strong>stanze sempre più elevate.<br />

Già oggi nei supercomputer c’è la necessità <strong>di</strong> gestire sia<br />

lo scambio <strong>di</strong> dati tra le centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> nuclei che<br />

compongono i multiprocessori (velocità aggregate dell’or<strong>di</strong>ne<br />

<strong>di</strong> 1Tbps 1 ) sia lo scambio <strong>di</strong> informazioni tra quest’ultimi e<br />

gli altri componenti (memorie, periferiche, etc. con velocità<br />

<strong>di</strong> I/O oltre i 40 Gbps). Queste velocità richiedono l’uso <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>spositivi fotonici per le interconnessioni all’interno dei<br />

circuiti elettronici integrati (chip), tra chip e chip su <strong>di</strong> una<br />

stessa scheda, tra schede <strong>di</strong>verse e dai computer/server verso<br />

l’esterno.<br />

I grossi volumi che saranno richiesti dalla produzione <strong>di</strong><br />

queste interconnessioni ottiche hanno suscitato l’interesse<br />

delle gran<strong>di</strong> aziende manufattiere <strong>di</strong> semiconduttori che<br />

hanno investito in programmi <strong>di</strong> ricerca nel campo della<br />

fotonica in silicio. Dopo un decennio nel quale si sono<br />

sviluppati tutti i componenti base (guide d’onde, modulatori,<br />

laser ibri<strong>di</strong>, rivelatori, etc.), la fotonica in silicio si sta<br />

trasformando sempre più in una tecnologia ad integrazione<br />

molto spinta con prodotti oramai commerciali (si pensi al<br />

cavo ottico Blazer prodotto dalla Luxtera, Inc). Chiaramente<br />

il prossimo passo sarà l’integrazione <strong>di</strong> componenti<br />

1 Tbps = terabit per secondo, Gbps = gigabit per secondo.<br />

6 < il nuovo saggiatore


L. Pavesi et al.: La Nanofotonica in Silicio e la Fotonica con il Nanosilicio<br />

Fig. 2 In alto: schema del<br />

processo <strong>di</strong> produzione<br />

<strong>di</strong> silicio nanocristallino in<br />

matrice <strong>di</strong>elettrica. Me<strong>di</strong>ante<br />

un processo <strong>di</strong> deposizione,<br />

si forma dell’ossido <strong>di</strong><br />

silicio sottostechiometrico.<br />

Il silicio in eccesso viene<br />

fatto clusterizzare me<strong>di</strong>ante<br />

processi termici che causano<br />

la separazione tra le due fasi<br />

stabili del silicio e dell’ossido<br />

<strong>di</strong> silicio. In basso: passi del<br />

processo per la produzione <strong>di</strong><br />

sospensioni colloidali <strong>di</strong> silicio<br />

nanocristallino. Una fetta <strong>di</strong><br />

silicio (a) viene parzialmente<br />

<strong>di</strong>ssolta in una cella<br />

elettrochimica (b) producendo<br />

del silicio poroso (c). Il silicio<br />

poroso viene rimosso dalla fetta<br />

<strong>di</strong> silicio me<strong>di</strong>ante sonicazione<br />

(d) liberando nanocristalli<br />

<strong>di</strong> silicio in sospensione nel<br />

solvente utilizzato (e) [1].<br />

microelettronici e componenti fotonici sullo stesso<br />

circuito integrato realizzando quin<strong>di</strong> la convergenza delle<br />

comunicazioni ottiche e della computazione elettronica in<br />

uno stesso <strong>di</strong>spositivo a larga scala <strong>di</strong> integrazione fotonica/<br />

elettronica.<br />

2 Nanosilicio<br />

Rispetto a questa tecnologia in rapido sviluppo, noi<br />

cerchiamo <strong>di</strong> abilitare nuove funzionalità nel silicio attraverso<br />

l’applicazione delle nanotecnologie. Le tipiche <strong>di</strong>mensioni<br />

dei nostri sistemi <strong>di</strong>pendono dalla lunghezza d’onda delle<br />

particelle coinvolte: la lunghezza d’onda <strong>di</strong> De Broglie per gli<br />

elettroni (ovvero dell’or<strong>di</strong>ne dei nanometri per il silicio) e la<br />

lunghezza d’onda della luce per i fotoni (ovvero dell’or<strong>di</strong>ne<br />

dei micrometri per ra<strong>di</strong>azione infrarossa). Quando si riescono<br />

a costruire materiali o <strong>di</strong>spositivi con queste <strong>di</strong>mensioni<br />

nanometriche si cominciamo a vedere nuovi ed interessanti<br />

fenomeni che possono abilitare nuovi <strong>di</strong>spositivi. A Trento<br />

abbiamo sviluppato la tecnologia per utilizzare questi effetti.<br />

Nella fig. 1, possiamo vedere alcuni esempi <strong>di</strong> nostri<br />

nanosistemi per elettroni e per fotoni.<br />

Ridurre il silicio a <strong>di</strong>mensioni nanometriche significa<br />

realizzare dei nanocristalli <strong>di</strong> silicio nei quali i portatori <strong>di</strong><br />

carica subiscono effetti <strong>di</strong> confinamento quantistico. In<br />

fig. 1 si vede un esempio <strong>di</strong> una sospensione colloidale <strong>di</strong><br />

nanocristalli <strong>di</strong> silicio illuminata con luce blu: al contrario<br />

del silicio cristallino, questa sospensione emette<br />

luminescenza nel rosso in modo efficiente e a temperatura<br />

ambiente. Queste sono due <strong>di</strong>rette conseguenze del<br />

confinamento quantistico degli elettroni in punti quantici<br />

<strong>di</strong> silicio: da una parte si ha una <strong>di</strong>pendenza dell’energia<br />

della banda proibita dalle <strong>di</strong>mensioni della nanostruttura,<br />

come avviene per una particella in una buca <strong>di</strong> potenziale;<br />

dall’altra si ha un aumento della probabilità <strong>di</strong> transizione<br />

ra<strong>di</strong>ativa in seguito all’allargamento nello spazio dei<br />

momenti delle funzioni d’onda degli elettroni e delle<br />

lacune che aumenta la sovrapposizione tra le stesse.<br />

Il processo <strong>di</strong> produzione dei nanocristalli <strong>di</strong> silicio si<br />

<strong>di</strong>fferenzia a secondo delle loro applicazioni. La fig. 2,<br />

in alto, mostra il tipico processo usato per applicazioni<br />

vol28 / no1-2 / anno2012 > 7


Proprietà dei nanocristalli <strong>di</strong> silicio<br />

Materiale abbondante e non tossico<br />

Fabbricazione compatibile con la tecnologia CMOS<br />

Banda proibita variabile a seconda delle <strong>di</strong>mensioni, ma più larga del silicio<br />

scienza<br />

in primo<br />

piano<br />

Emissione efficiente <strong>di</strong> luce<br />

Guadagno ottico<br />

Effetti ottici non lineari al terz’or<strong>di</strong>ne<br />

Effetti fotovoltaici<br />

Biocompatibilità<br />

Superficie funzionalizzabile usando la chimica del silicio<br />

Tab. II Proprietà principali<br />

dei nanocristalli <strong>di</strong> silicio per<br />

applicazioni in fotonica.<br />

Fig. 3 Elementi fondamentali<br />

per realizzare un laser al<br />

nanosilicio: guadagno ottico e<br />

microrisonatori ottici. Sinistra:<br />

spettro <strong>di</strong> trasmissione <strong>di</strong> un<br />

film <strong>di</strong> nanocristalli <strong>di</strong> silicio<br />

(spesso 250 nm) depositati<br />

su <strong>di</strong> una fetta <strong>di</strong> quarzo.<br />

A seconda della densità<br />

<strong>di</strong> potenza <strong>di</strong> un potente<br />

fascio laser nel blu (355 nm)<br />

la trasmissione aumenta e<br />

<strong>di</strong>venta più grande <strong>di</strong> 1 [3].<br />

Destra: spettro <strong>di</strong> emissione <strong>di</strong><br />

nanocristalli <strong>di</strong> silicio in micro<br />

<strong>di</strong>schi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro 10 µm [4].<br />

I vari picchi molto stretti sono<br />

dovuti all’accoppiamento<br />

dell’emissione dei nanocristalli<br />

con i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> galleria che si<br />

propagano nel micro<strong>di</strong>sco. A<br />

lato sono riportati i profili dei<br />

mo<strong>di</strong> ottici <strong>di</strong> alcuni mo<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

galleria ottenuti da simulazioni.<br />

in ottica integrata. Dopo aver depositato un film <strong>di</strong> ossido<br />

<strong>di</strong> silicio non stechiometrico, ovvero con silicio in eccesso<br />

rispetto alla stechiometria dell’ossido <strong>di</strong> silicio, si scalda il<br />

film ad alta temperatura (circa 1000 °C). Durante questo<br />

trattamento, si ha una parziale separazione <strong>di</strong> fase tra il<br />

silicio e l’ossido <strong>di</strong> silicio che porta alla formazione <strong>di</strong> piccoli<br />

cluster <strong>di</strong> silicio. A seconda della temperatura, della durata del<br />

trattamento e del contenuto <strong>di</strong> silicio in eccesso si possono<br />

formare nanocristalli <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni controllate.<br />

Un’altra tecnica, utile quando si vogliono produrre<br />

nanocristalli in sospensione per applicazioni biologiche, viene<br />

schematizzata in fig. 2, in basso. Essa prevede la <strong>di</strong>ssoluzione<br />

parziale <strong>di</strong> una fetta <strong>di</strong> silicio in una cella elettrolitica<br />

producendo in tal modo del silicio poroso. Quin<strong>di</strong> il silicio<br />

poroso viene rimosso dal substrato me<strong>di</strong>ante un trattamento<br />

<strong>di</strong> sonicazione (in un bagno <strong>di</strong> ultrasuoni). Così si ottiene una<br />

sospensione colloidale <strong>di</strong> nanocristalli <strong>di</strong> silicio in soluzione.<br />

Attraverso trattamenti chimici superficiali, si possono avere<br />

sospensioni in acqua o in altri liqui<strong>di</strong> con nanocristalli dalla<br />

superficie funzionalizzata a piacere.<br />

La tab. II mostra le varie proprietà dei nanocristalli <strong>di</strong> silicio<br />

che possono essere usate per la realizzazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi<br />

innovativi.<br />

Oramai <strong>di</strong>eci anni fa, abbiamo <strong>di</strong>mostrato che nanocristalli<br />

<strong>di</strong> silicio sono in grado <strong>di</strong> amplificare luce (fig. 3, sinistra).<br />

Abbiamo realizzato un semplice esperimento nel quale un<br />

fascio debole <strong>di</strong> luce passa attraverso un film <strong>di</strong> nanocristalli<br />

depositati su <strong>di</strong> una fetta <strong>di</strong> quarzo trasparente. Lo spettro<br />

<strong>di</strong> trasmissione mostra delle oscillazioni dovute alle frange<br />

<strong>di</strong> interferenza della luce, ma rimane sotto il valore <strong>di</strong> uno.<br />

Quando però si illuminano i nanocristalli <strong>di</strong> silicio con un laser<br />

<strong>di</strong> pompa nel blu, quin<strong>di</strong> nella regione dove essi assorbono, si<br />

creano coppie elettrone-lacuna. Si genera così un’inversione<br />

<strong>di</strong> popolazione che permette l’amplificazione del fascio<br />

<strong>di</strong> prova. Più è intenso il fascio <strong>di</strong> pompa, maggiore è<br />

l’inversione <strong>di</strong> popolazione e maggiore è l’amplificazione. Alla<br />

massima intensità si riesce ad amplificare il fascio <strong>di</strong> prova ed<br />

ad aumentare la trasmissione a valori sopra l’unità. Ovvero<br />

abbiamo più luce in uscita <strong>di</strong> quanta ne abbiamo messa in<br />

ingresso.<br />

8 < il nuovo saggiatore


L. Pavesi et al.: La Nanofotonica in Silicio e la Fotonica con il Nanosilicio<br />

Optical power density (µW/cm 2 )<br />

1<br />

0.1<br />

0.01<br />

(2 nm SiO 2<br />

/3 nm SRO)<br />

Graded energy gap<br />

(2 nm SiO 2<br />

/4 nm SRO)<br />

Power efficiency (%)<br />

0.0<br />

10 -3 10 -2 10 -1 1<br />

Current density (mA /cm 2 )<br />

10 -3 10 -2 10 -1 1 10 1<br />

Current density (mA /cm 2 )<br />

0.2<br />

0.1<br />

Fig. 4 Diodo<br />

elettroluminescente<br />

realizzato in tecnologia<br />

CMOS. Lo strato attivo è<br />

costituito da nanocristalli<br />

<strong>di</strong> silicio. In alto a sinistra:<br />

schema del <strong>di</strong>spositivo<br />

con evidenziata la<br />

composizione dello strato<br />

attivo. Esso è formato da<br />

una sequenza controllata<br />

<strong>di</strong> piani <strong>di</strong> nanocristalli<br />

separati da uno strato <strong>di</strong><br />

ossido <strong>di</strong> silicio. In un caso<br />

abbiamo usato nanocristalli<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione uguale,<br />

nell’altro nanocristalli <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensione crescente dal centro<br />

agli elettro<strong>di</strong>. In alto a destra:<br />

foto <strong>di</strong> una fetta <strong>di</strong> silicio sulla<br />

quale sono stati realizzati i <strong>di</strong>o<strong>di</strong><br />

elettroluminescenti. La punta<br />

serve ad iniettare la corrente<br />

nel <strong>di</strong>odo, mentre la fibra ottica<br />

a raccogliere la luce emessa.<br />

In basso: caratteristica densità<br />

<strong>di</strong> potenza ottica emessa dal<br />

<strong>di</strong>odo in funzione della densità<br />

<strong>di</strong> corrente. Le tre curve fanno<br />

riferimento a tre <strong>di</strong>spositivi<br />

<strong>di</strong>versi. Nell’inserto è riportata<br />

l’efficienza <strong>di</strong> potenza del<br />

<strong>di</strong>odo (rapporto tra la potenza<br />

ottica emessa verso la potenza<br />

elettrica usata) in funzione della<br />

densità <strong>di</strong> corrente per tre <strong>di</strong>o<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fferenti [5].<br />

Avere un materiale attivo che amplifica la luce è il<br />

primo elemento per costruire un laser compatibile con la<br />

microelettronica, ma da solo non è sufficiente. Altri due<br />

elementi sono necessari: una cavità ottica in grado <strong>di</strong> retroazionare<br />

l’emissione stimolata e, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> portare il sistema<br />

in auto-oscillazione, e un sistema efficiente <strong>di</strong> pompaggio<br />

elettrico. Il primo aspetto si può risolvere realizzando<br />

risonatori a <strong>di</strong>sco, dove la riflessione totale interna alla<br />

periferia del risonatore, genera risonanze ottiche. Queste si<br />

hanno quando il cammino ottico lungo la circonferenza del<br />

<strong>di</strong>sco è pari ad un multiplo intero della lunghezza d’onda<br />

della luce nel <strong>di</strong>elettrico <strong>di</strong> cui è costituito il <strong>di</strong>sco. Si formano<br />

mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> galleria che propagano nel piano del <strong>di</strong>sco e che<br />

sono caratterizzati da risonanze molto strette nello spettro<br />

<strong>di</strong> luminescenza dei nanocristalli <strong>di</strong> silicio inseriti nel <strong>di</strong>sco<br />

(fig. 3). Inoltre, la variazione della densità dei mo<strong>di</strong> ottici nel<br />

micro<strong>di</strong>sco, grazie alla regola aurea <strong>di</strong> Fermi, influenza la<br />

probabilità <strong>di</strong> ricombinazione spontanea dei nanocristalli <strong>di</strong><br />

silicio (effetto Purcell). Abbiamo misurato una <strong>di</strong>minuzione<br />

del 70% della velocità <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento dell’emissione<br />

spontanea <strong>di</strong> nanocristalli accoppiati con mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> galleria!<br />

Il terzo ingre<strong>di</strong>ente per la costruzione <strong>di</strong> un laser è la<br />

realizzazione <strong>di</strong> un pompaggio elettrico efficace in grado<br />

<strong>di</strong> eccitare i nanocristalli. Il problema in questo caso è il<br />

passaggio <strong>di</strong> una corrente elettrica attraverso il <strong>di</strong>elettrico,<br />

ovvero un isolante, dove sono stati formati i nanocristalli.<br />

L’unica possibilità è quella <strong>di</strong> sfruttare fenomeni <strong>di</strong> tunnel<br />

quantistico. Questi però devono avvenire <strong>di</strong>rettamente<br />

attraverso i nanocristalli, cioè le tensioni <strong>di</strong> polarizzazione<br />

in gioco devono essere basse in modo tale da eccitare<br />

efficacemente i nanocristalli e, al contempo, non danneggiare<br />

il materiale attivo della struttura. In un film spesso <strong>di</strong><br />

nanocristalli, la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni dei nanocristalli<br />

e <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanze tra <strong>di</strong> essi impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> entrare in un regime<br />

<strong>di</strong> tunnel <strong>di</strong>retto. Abbiamo, quin<strong>di</strong>, realizzato dei <strong>di</strong>o<strong>di</strong><br />

elettroluminescenti (LED) con uno strato attivo costituito<br />

da una sequenza <strong>di</strong> nanocristalli <strong>di</strong> silicio separati da strati<br />

controllati <strong>di</strong> ossido <strong>di</strong> silicio <strong>di</strong> spessore nanometrico (fig. 4).<br />

Inoltre, per migliorare ulteriormente l’efficienza <strong>di</strong> questi<br />

<strong>di</strong>spositivi, abbiamo <strong>di</strong>minuito gradualmente le <strong>di</strong>mensioni<br />

vol28 / no1-2 / anno2012 > 9


scienza<br />

in primo<br />

piano<br />

Fig. 5 Mo<strong>di</strong>fica dello<br />

spettro solare dovuto a<br />

nanocristalli <strong>di</strong> silicio. In<br />

alto a sinistra: spettro <strong>di</strong><br />

emissione (curva blu) e<br />

<strong>di</strong> assorbimento (curva<br />

rossa) <strong>di</strong> nanocristalli <strong>di</strong><br />

silicio <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione tipica<br />

3 nm. In alto a destra:<br />

principio <strong>di</strong> funzionamento.<br />

La ra<strong>di</strong>azione solare <strong>di</strong><br />

lunghezza d’onda lunga<br />

(per esempio, verde o rossa)<br />

passa attraverso lo strato <strong>di</strong><br />

nanocristalli senza subire<br />

variazioni. La ra<strong>di</strong>azione solare<br />

<strong>di</strong> lunghezza d’onda corta (per<br />

esempio blu) viene assorbita<br />

dallo strato <strong>di</strong> nanocristalli<br />

che emettono a loro volta<br />

ra<strong>di</strong>azione rossa che può essere<br />

assorbita dal sottostante strato<br />

<strong>di</strong> silicio. In basso: simulazione<br />

della variazione dello spettro<br />

solare visto dalla cella <strong>di</strong> silicio<br />

in presenza (curva blu) e in<br />

assenza (curva verde) dello<br />

strato <strong>di</strong> nanocristalli. La curva<br />

rossa tiene puramente conto<br />

delle proprietà <strong>di</strong>elettriche dei<br />

nanocristalli e non delle loro<br />

proprietà emissive [6].<br />

dei nanocristalli in modo da avere nanocristalli gran<strong>di</strong> vicino<br />

agli elettro<strong>di</strong> <strong>di</strong> iniezione e nanocristalli piccoli nella regione<br />

<strong>di</strong> ricombinazione ottica. Così possiamo ottimizzare, da<br />

un lato, l’iniezione elettrica grazie alla larga conducibilità<br />

elettrica dei nanocristalli gran<strong>di</strong> e, dall’altro, l’emissione ottica<br />

grazie all’elevata probabilità <strong>di</strong> ricombinazione ra<strong>di</strong>ativa dei<br />

nanocristalli piccoli. L’efficienza totale, ovvero il rapporto<br />

della potenza ottica emessa dal LED rispetto alla potenza<br />

elettrica utilizzata per farlo funzionare, è stata aumentata<br />

significativamente rispetto a strutture spesse o a strati<br />

perio<strong>di</strong>ci. Il massimo valore mostrato in fig. 4 è <strong>di</strong> circa 2<br />

fotoni emessi per ogni mille elettroni iniettati. Pur essendo<br />

il valore migliore trovato in LED al silicio, esso è però ancora<br />

troppo basso. Ci aspetta lavoro ulteriore per ottimizzare<br />

i <strong>di</strong>o<strong>di</strong> prima <strong>di</strong> riuscire ad invertire completamente i<br />

nanocristalli e realizzare un laser al silicio.<br />

Un altro campo <strong>di</strong> applicazione dei nanocristalli è<br />

nell’aumento della resa <strong>di</strong> celle fotovoltaiche al silicio. In<br />

questo caso si utilizza la loro proprietà <strong>di</strong> assorbire nel blu<br />

e <strong>di</strong> emettere nel rosso (fig. 5). Infatti, un grosso problema<br />

delle attuali celle solari è che la conversione della luce solare<br />

nel blu avviene in modo poco efficiente: le coppie elettrone<br />

lacuna fotogenerate tendono a ricombinarsi velocemente<br />

non contribuendo alla fotocorrente. Una possibile soluzione<br />

è quella <strong>di</strong> usare uno strato <strong>di</strong> nanocristalli <strong>di</strong> silicio sopra una<br />

cella fotovoltaica per convertire la luce solare dal blu al rosso.<br />

Simulazioni al calcolatore <strong>di</strong>mostrano che si può ottenere un<br />

miglioramento <strong>di</strong> circa l’1% nell’efficienza <strong>di</strong> conversione in<br />

celle al silicio cristallino (fig. 5, basso). Questo miglioramento<br />

si ottiene ottimizzando contemporaneamente le proprietà<br />

ottiche (curva rossa in figura) e l’emissione dei nanocristalli.<br />

Così si mo<strong>di</strong>fica lo spettro solare incidente sulla cella<br />

fotovoltaica (curva blu in figura). Abbiamo perciò realizzato<br />

una cella solare con uno strato <strong>di</strong> nanocristalli <strong>di</strong> silicio <strong>di</strong><br />

spessore 500 nm e verificato un aumento relativo del 14%<br />

dell’efficienza quantica interna, nella regione del blu.<br />

I nanocristalli possono anche essere utilizzati in microscopia<br />

ottica come cromofori per marcare corpi specifici all’interno<br />

<strong>di</strong> cellule. Siccome i nanocristalli in silicio si possono<br />

realizzare in sospensioni colloidali in soluzione acquosa,<br />

abbiamo verificato la loro applicabilità come cromofori nella<br />

visualizzazione <strong>di</strong> materiale biologico. Rispetto alle sonde <strong>di</strong><br />

10 < il nuovo saggiatore


L. Pavesi et al.: La Nanofotonica in Silicio e la Fotonica con il Nanosilicio<br />

Fig. 6 Nanocristalli come<br />

cromofori per microscopia<br />

biologica. In alto: spettro <strong>di</strong><br />

emissione a giorni <strong>di</strong>versi <strong>di</strong><br />

una sospensione colloidale <strong>di</strong><br />

nanocristalli <strong>di</strong> silicio in acqua<br />

[1]. In basso a sinistra: immagine<br />

al microscopio a fluorescenza<br />

<strong>di</strong> cellule SKOV-3 incubate per<br />

30 minuti con una soluzione<br />

acquosa <strong>di</strong> nanocristalli <strong>di</strong> silicio<br />

idrosililati con acido undecileico.<br />

In basso a destra: immagine<br />

al microscopio a fluorescenza<br />

<strong>di</strong> cellule SKOV-3 incubate per<br />

30 minuti con una soluzione<br />

acquosa <strong>di</strong> nanocristalli <strong>di</strong><br />

silicio idrosililati con acido<br />

undecilenico e ricoperti<br />

con acido desossicolico[7].<br />

L’immagine a sinistra ha un<br />

lato <strong>di</strong> 500 µm, mentre quella<br />

a destra <strong>di</strong> 100 µm.<br />

fluorescenza organiche, i nanocristalli <strong>di</strong> silicio hanno migliori<br />

proprietà: non mostrano fenomeni <strong>di</strong> degrado dell’emissione<br />

sotto irraggiamento, hanno tempi <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento della<br />

luminescenza dell’or<strong>di</strong>ne dei microsecon<strong>di</strong>, hanno larghe<br />

bande <strong>di</strong> assorbimento, hanno una superficie che può<br />

essere mo<strong>di</strong>ficata chimicamente senza degradarne le<br />

proprietà ottiche e sono biodegradabili (fig. 6). Quest’ultimo<br />

aspetto avviene grazie ad una progressiva decomposizione<br />

del nanocristallo <strong>di</strong> silicio in seguito all’ossidazione, che<br />

trasforma il nanocristallo <strong>di</strong> silicio in acido ortosilicico<br />

facilmente escreto dal corpo umano. Manifestazione <strong>di</strong> ciò è<br />

la progressiva <strong>di</strong>minuzione con il tempo (giorni) dell’intensità<br />

<strong>di</strong> emissione e lo spostamento verso le lunghezze d’onda più<br />

corte dello spettro <strong>di</strong> emissione (fig. 6, alto). La captazione<br />

da parte delle cellule avviene probabilmente attraverso un<br />

processo <strong>di</strong> endocitosi cellulare. Abbiamo potuto <strong>di</strong>mostrare<br />

che l’ingresso è facilitato da un tensioattivo <strong>di</strong> origine<br />

naturale, l’acido desossicolico, che riveste la superficie<br />

dei nanocristalli stabilizzandone anche l’emissione <strong>di</strong><br />

luminescenza. In questo caso i nanocristalli entrano nelle<br />

cellule senza danneggiarle (fig. 6).<br />

3 Nanofotonica<br />

Nuove funzionalità si ottengono anche quando si<br />

confinano fotoni in risonatori ottici. Un primo esempio che<br />

<strong>di</strong>scuteremo è la <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> interruttori tutti ottici<br />

superveloci. Questi <strong>di</strong>spositivi sono basati su effetti ottici<br />

non lineari per i quali l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rifrazione n <strong>di</strong> un materiale<br />

<strong>di</strong>pende non linearmente dal campo elettrico e, quin<strong>di</strong>,<br />

n = n 0 + n 2 × I, dove n 0 è l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rifrazione lineare mentre<br />

n 2 è il termine non lineare, I è l’intensità della luce. Questo<br />

effetto è detto effetto Kerr ottico e <strong>di</strong>pende dalla non linearità<br />

al terz’or<strong>di</strong>ne del materiale. In passato, abbiamo <strong>di</strong>mostrato<br />

che i nanocristalli <strong>di</strong> silicio hanno una non linearità or<strong>di</strong>ni<br />

<strong>di</strong> grandezza superiore a quella della silice (<strong>di</strong> cui sono fatte<br />

le fibre ottiche) e un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza superiore a quella<br />

del silicio. Se ora inseriamo il materiale non lineare in un<br />

interferometro, possiamo mo<strong>di</strong>ficare la fase del segnale ottico<br />

propagante me<strong>di</strong>ante un impulso <strong>di</strong> luce e, quin<strong>di</strong>, controllare<br />

la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> interferenza costruttiva o <strong>di</strong>struttiva<br />

nell’interferometro. Ovvero possiamo, con una modulazione<br />

dell’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rifrazione, indurre una modulazione <strong>di</strong> intensità;<br />

possiamo cioè fare un interruttore ottico.<br />

vol28 / no1-2 / anno2012 > 11


scienza<br />

in primo<br />

piano<br />

Fig. 7 Interruttore tutt’ottico.<br />

Sinistra: immagine al microscopio<br />

a scansione della guida d’onda<br />

e del risonatore ad anello. La<br />

guida d’onda <strong>di</strong> silicio ha sezione<br />

200 × 500 nm 2 e contiene al suo<br />

interno uno strato spesso 50 nm<br />

<strong>di</strong> nanocristalli <strong>di</strong> silicio. Destra:<br />

spettro <strong>di</strong> trasmissione della<br />

guida in funzione della potenza<br />

del laser <strong>di</strong> pompa in con<strong>di</strong>zioni<br />

statiche [8].<br />

Fig. 8 Concetto e misura<br />

<strong>di</strong> trasmissione indotta<br />

dall’accoppiamento <strong>di</strong> risonatori<br />

(CRIT). In alto a sinistra: schema <strong>di</strong><br />

uno SCISSOR a singolo anello (a) e<br />

a N anelli (b). La freccia nera in<strong>di</strong>ca<br />

la porta attraverso (Through) e la<br />

freccia rossa la porta estrazione<br />

(Drop) [9]. In alto a destra:<br />

spettro <strong>di</strong> trasmissione della<br />

porta Through per lo SCISSOR a<br />

singolo anello e per uno a 7 anelli<br />

dove una coppia <strong>di</strong> anelli è stata<br />

avvicinata in modo da accoppiare<br />

otticamente i due anelli. La<br />

freccia nera mostra la lunghezza<br />

d’onda per la quale il segnale<br />

viene estratto mentre quella<br />

rossa la lunghezza d’onda per la<br />

quale il segnale è trasmesso [9].<br />

In basso: misura sperimentale <strong>di</strong><br />

uno SCISSOR a 8 anelli con raggio<br />

<strong>di</strong> 6.75 µm dove risonatori ad<br />

anello a<strong>di</strong>acenti sono accoppiati.<br />

La curva superiore rappresenta<br />

lo spettro della luce <strong>di</strong>ffusa verso<br />

l’alto dallo SCISSOR. Le due curve<br />

inferiori riportano il segnale<br />

trasmesso dalla porta Drop (linea<br />

sottile) e dalla porta Through<br />

(linea spessa). I picchi stretti sono<br />

evidenze sperimentali dell’effetto<br />

CRIT [10].<br />

12 < il nuovo saggiatore


L. Pavesi et al.: La Nanofotonica in Silicio e la Fotonica con il Nanosilicio<br />

Nel nostro caso (fig. 7), l’interruttore ottico si basa su un<br />

sistema accoppiato tra una guida d’onda che instrada un<br />

segnale ottico, chiamata bus ottico, ed un risonatore ad<br />

anello. La frequenza <strong>di</strong> risonanza del risonatore ad anello è<br />

determinata dalla con<strong>di</strong>zione m × λ ris = 2π × R × n eff , dove<br />

λ ris è la lunghezza d’onda <strong>di</strong> risonanza, R il raggio dell’anello,<br />

m l’or<strong>di</strong>ne della risonanza e n eff l’in<strong>di</strong>ce efficace del modo<br />

ottico risonante nel risonatore ad anello. λ ris <strong>di</strong>pende quin<strong>di</strong><br />

dall’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rifrazione del materiale <strong>di</strong> cui è fatto il risonatore<br />

ad anello attraverso n eff .<br />

Quando misuriamo lo spettro <strong>di</strong> trasmissione della guida,<br />

ve<strong>di</strong>amo in corrispondenza delle risonanze del risonatore<br />

ad anello, una <strong>di</strong>minuzione della trasmissione. A queste<br />

lunghezze d’onda il segnale si accoppia nel risonatore ad<br />

anello. Ora, se assieme al segnale, accoppiamo in guida anche<br />

un fascio energetico <strong>di</strong> pompa <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa lunghezza d’onda,<br />

possiamo mo<strong>di</strong>ficare n eff attraverso la non linearità ottica<br />

del materiale <strong>di</strong> cui è fatto il risonatore ad anello, e quin<strong>di</strong><br />

modularne la trasmissione. In con<strong>di</strong>zioni statiche, all’aumento<br />

della potenza del fascio <strong>di</strong> pompa, le risonanze del risonatore<br />

ad anello si muovono verso le lunghe lunghezze d’onda in<br />

seguito ad un aumento dell’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rifrazione (fig. 7). Di<br />

conseguenza, se fissiamo la lunghezza d’onda del segnale<br />

uguale a λ ris , possiamo variare la trasmissione del segnale<br />

da un valore basso ad uno alto controllando la potenza<br />

del fascio <strong>di</strong> pompa. Possiamo cioè accendere o spegnere<br />

un segnale ottico attraverso il controllo <strong>di</strong> un altro segnale<br />

ottico, ovvero abbiamo realizzato un interruttore tutto<br />

ottico. Aspetto interessante del <strong>di</strong>spositivo è la velocità <strong>di</strong><br />

commutazione. Nell’esperimento realizzato, questa è <strong>di</strong> pochi<br />

ps, limitata dalla durata degli impulsi laser usati come fascio<br />

<strong>di</strong> pompa. In questo modo abbiamo realizzato un interruttore<br />

compatto (<strong>di</strong>ametro dell’anello <strong>di</strong> 20 µm), veloce (frequenza<br />

<strong>di</strong> commutazione > 50 GHz), e a basso consumo (per<br />

commutare un bit abbiamo bisogno <strong>di</strong> ~1 pW) che, infine, è<br />

anche compatibile con la tecnologia in silicio.<br />

Un altro esempio <strong>di</strong> applicazione della nanofotonica<br />

riguarda la possibilità <strong>di</strong> realizzare catene <strong>di</strong> risonatori<br />

ad anello accoppiati tra <strong>di</strong> loro da guide d’onda laterali –<br />

strutture dette SCISSOR (side-coupled integrated spaced<br />

sequence of optical resonators), fig. 8 – per realizzare<br />

instradatori ottici a canali ultradensi. Utilizzando SCISSOR<br />

si hanno a <strong>di</strong>sposizione due tipi <strong>di</strong> risonanze: quelle dovute<br />

ai singoli risonatori (λ ris ) e quelle dovute alla sequenza <strong>di</strong><br />

risonatori (λ Bragg ). Quest’ultime sono dovute alla perio<strong>di</strong>cità<br />

dei risonatori che, se spaziati <strong>di</strong> una <strong>di</strong>stanza tale per cui si ha<br />

interferenza costruttiva della poca luce che si accoppia nella<br />

guida laterale, generano un’alta riflessione alla Bragg, infatti<br />

m Bragg × λ Bragg = 2 × pn eff × d, dove d è la <strong>di</strong>stanza tra risonatori<br />

a<strong>di</strong>acenti.<br />

Ora se un segnale ottico <strong>di</strong> lunghezza d’onda λ ≠ λ ris ≠ λ Bragg<br />

viene instradato nello SCISSOR attraverso la guida <strong>di</strong> ingresso,<br />

esso passa attraverso lo SCISSOR senza attenuazione (la<br />

porta d’uscita viene chiamata porta attraverso o Through).<br />

Invece se λ = λ ris o λ = λ Bragg il segnale ottico viene instradato<br />

sull’altra guida ed estratto dal canale, per questa ragione<br />

l’altra guida viene chiamata porta <strong>di</strong> estrazione o Drop.<br />

Per queste lunghezze d’onda non abbiamo segnale ottico<br />

che arriva nella porta Through. In questo modo, a seconda<br />

della lunghezza d’onda, possiamo istradare un segnale<br />

ottico o nella porta Through o nella porta Drop (fig. 8). Una<br />

situazione particolarmente interessante si ha quando la<br />

lunghezza d’onda del segnale in ingresso sod<strong>di</strong>sfa entrambe<br />

le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> risonanza e, quin<strong>di</strong>, λ ~ λ ris ~ λ Bragg . In<br />

questo caso, il segnale viene accoppiato nella guida Drop<br />

dato che sod<strong>di</strong>sfa la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> risonanza dell’anello,<br />

ma, propagandosi nella guida Drop, viene riaccoppiato<br />

nella guida Through dato che sod<strong>di</strong>sfa una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

risonanza alla Bragg. Il segnale si accoppia, perciò, con una<br />

cavità formata da due risonatori a<strong>di</strong>acenti. Si ha, quin<strong>di</strong>,<br />

una con<strong>di</strong>zione dove il segnale invece <strong>di</strong> essere trasmesso<br />

dalla porta Drop viene re-instradato sulla porta Through. Si<br />

<strong>di</strong>ce che in questo caso si ha una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> trasparenza<br />

indotta dall’accoppiamento risonante dei risonatori – effetto<br />

detto CRIT (coupled resonator induced transparency). Aspetto<br />

interessante del CRIT è che la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> trasparenza<br />

è determinata dalla con<strong>di</strong>zione che la <strong>di</strong>stanza tra due<br />

risonatori sod<strong>di</strong>sfi una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> interferenza costruttiva<br />

del segnale. Grazie a ciò, le tipiche risonanze CRIT che si<br />

osservano sono molto più strette <strong>di</strong> quelle dovute ai singoli<br />

risonatori (fig. 8, in alto a destra). Ora grazie al controllo delle<br />

<strong>di</strong>mensioni dei risonatori e delle loro <strong>di</strong>stanze, è possibile<br />

ingegnerizzare l’effetto CRIT per ottenere instradatori <strong>di</strong><br />

segnali ottici con larghezze <strong>di</strong> banda estremamente piccole<br />

( 13


scienza<br />

in primo<br />

piano<br />

Fig. 9 Instradatori<br />

interferometrici. In alto:<br />

schema del <strong>di</strong>spositivo:<br />

sono in<strong>di</strong>cate le varie<br />

porte <strong>di</strong> entrata (In 1 e In 2 )<br />

e le due <strong>di</strong>rezioni <strong>di</strong> uscita<br />

(porte Through, Th 1 e Th 2 ,<br />

e porta Drop, D). Il cuore<br />

dell’instradatore è realizzato<br />

da due SCISSOR accoppiati<br />

realizzati con risonatori a<br />

sta<strong>di</strong>o. In basso: spettro <strong>di</strong><br />

trasmissione della porta<br />

estrazione (Drop) e delle due<br />

porte attraverso (Through)<br />

in funzione dello sfasamento<br />

relativo dei due segnali <strong>di</strong><br />

ingresso (∆φ) [11].<br />

accoppiamento possiamo riconfigurare la rete ottica con<br />

velocità <strong>di</strong> riconfigurazione fino alle decine <strong>di</strong> GHz.<br />

Un’altra applicazione degli SCISSOR è nel campo<br />

dell’instradamento inteferometrico. In questi instradatori il<br />

protocollo <strong>di</strong> instradamento non è solo realizzato attraverso<br />

la lunghezza d’onda del segnale, ma anche dalla fase del<br />

segnale stesso. Per ottenere un tipo robusto <strong>di</strong> instradatore<br />

interferometrico che agisca su bande <strong>di</strong> lunghezze d’onda,<br />

abbiamo realizzato un instradatore a partire da due SCISSOR<br />

accoppiati (fig. 9). Il principio <strong>di</strong> funzionamento è semplice.<br />

Il segnale all’ingresso del <strong>di</strong>spositivo viene <strong>di</strong>viso in due<br />

parti lungo due guide d’onda <strong>di</strong>verse (ingressi In 1 e In 2 in<br />

figura). La fase relativa ∆φ dei due segnali viene controllata<br />

per determinare la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> uscita. Quando la lunghezza<br />

d’onda del segnale in ingresso sod<strong>di</strong>sfa la con<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> risonanza <strong>di</strong> Bragg degli SCISSOR, si ha che entrambi<br />

gli SCISSOR trasferiscono il segnale sulla guida d’onda<br />

centrale. Se i due segnali sono tra <strong>di</strong> loro in fase, allora si ha<br />

interferenza costruttiva e il segnale viene trasmesso sulla<br />

porta Drop. Se i due segnali sono tra <strong>di</strong> loro in opposizione <strong>di</strong><br />

fase, si ha interferenza <strong>di</strong>struttiva e il segnale viene trasmesso<br />

sulle porte Through (fig. 9). Abbiamo controllato la <strong>di</strong>rezione<br />

<strong>di</strong> uscita attraverso la lunghezza d’onda e la fase, ovvero il<br />

<strong>di</strong>spositivo è un instradatore interferometrico. Interessante<br />

notare come il numero <strong>di</strong> risonatori che compongono gli<br />

SCISSOR serva a me<strong>di</strong>are su imprecisioni <strong>di</strong> fabbricazione<br />

e renda quin<strong>di</strong> gli SCISSOR accoppiati dei no<strong>di</strong> robusti per<br />

realizzare instradatori o interruttori ottici per trattare bande <strong>di</strong><br />

segnali <strong>di</strong> lunghezze d’onda <strong>di</strong>fferenti.<br />

4 Conclusioni<br />

In questo articolo abbiamo brevemente passato in<br />

rassegna le conseguenze dell’applicare il para<strong>di</strong>gma delle<br />

nanotecnologie alla fotonica in silicio. In questo modo siamo<br />

stati capaci <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare delle funzionalità aggiuntive ad una<br />

tecnologia oramai matura. Sia con silicio nanostrutturato che<br />

con circuiti fotonici <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni nanometriche è possibile<br />

ingegnerizzare un materiale ben conosciuto come il silicio per<br />

indurre nuovi fenomeni che aprono la strada ad applicazioni<br />

innovative.<br />

14 < il nuovo saggiatore


L. Pavesi et al.: La Nanofotonica in Silicio e la Fotonica con il Nanosilicio<br />

Ringraziamenti<br />

Questo articolo è basato sul lavoro degli ultimi anni sulla<br />

fotonica al silicio svolto dal laboratorio Nanoscienze e dal<br />

centro Materiali e Microsistemi. è stato reso possibile anche<br />

grazie allo sforzo dei nostri passati collaboratori e studenti<br />

che qua ringraziamo senza poterli citare tutti. Inoltre esso<br />

è sostenuto da finanziamenti della Provincia Autonoma<br />

<strong>di</strong> Trento (progetto NAOMI), delle fondazioni CARIPLO<br />

(progetti “Stu<strong>di</strong>o della non linearità <strong>di</strong> guide ottiche in<br />

silicio perio<strong>di</strong>camente stressato per nuove sorgenti laser nel<br />

me<strong>di</strong>o infrarosso” ) e CARITRO (progetto “Colorectal cancer<br />

associated macrophages as potential prognostic biomarker<br />

and therapeutic target”), e dalla commissione europea<br />

(progetti HELIOS, LIMA, POSITIVE, WADIMOS, APCOPPTOR ).<br />

Bibliografia<br />

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e F. Priolo “Light amplification in silicon nanocrystals by pump and<br />

probe transmission measurements”, J. Appl. Phys., 96 (2004) 5747.<br />

[4] M. Ghulinyan, D. Navarro-Urrios, A. Pitanti, A. Lui, G. Pucker e<br />

L. Pavesi “Whispering-gallery modes and light emission from a<br />

Si-nanocrystal-based single micro<strong>di</strong>sk resonator”, Optics Express, 16<br />

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[10] M. Mancinelli, R. Guider, M. Masi, P. Bettotti, M. Rao Vanacharla,<br />

J. M. Fedeli e L. Pavesi “Optical characterization of a SCISSOR<br />

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[11] M. Masi, M. Mancinelli, A. Battarelli, R. Guider, M. Rao Vanarcharla,<br />

P. Bettotti, J. M. Fedeli, L. Pavesi “A silicon photonic interferometric<br />

router device based on SCISSOR concept”, IEEE J. Light. Tech., 29<br />

(2011) 2747.<br />

Letture consigliate<br />

I lavori del Laboratorio <strong>di</strong> Nanoscienze si trovano alla pagina web del<br />

laboratorio (http://www.science.unitn.it/~semicon). Inoltre<br />

si consigliano le seguenti letture:<br />

• “Silicon based microphotonics: from basics to applications“, Procee<strong>di</strong>ngs<br />

of the International School of Physics “E. Fermi”: Course CXLI, a cura <strong>di</strong><br />

O. Bisi, S. U. Campisano, L. Pavesi e F. Priolo (IOS press, Amsterdam)<br />

1999.<br />

• “Silicon Photonics”, a cura <strong>di</strong> L. Pavesi and D. Lockwood, in Topics in<br />

Applied Physics, vol. 94 (Springer-Verlag, Berlin) 2004.<br />

• “Optical interconnects: the silicon approach”, a cura <strong>di</strong> L. Pavesi e<br />

G. Guillot, in Springer series in Optical Sciences, vol. 119 (Springer<br />

Verlag, Berlin) 2006.<br />

• “Silicon Nanocrystals; Fundamentals, Synthesis and Applications” a cura<br />

<strong>di</strong> L. Pavesi e R. Turan (Wiley-VCH Verlag GmbH, Berlin) 2010.<br />

• “Silicon Photonics II: Components and Integration”, a cura <strong>di</strong><br />

D. Lockwood e L. Pavesi, Springer Series: Topics in Applied Physics,<br />

vol. 119 (Springer Verlag, Berlin) 2011.<br />

Lorenzo Pavesi<br />

Lorenzo Pavesi è professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> fisica sperimentale e <strong>di</strong>rige il<br />

laboratorio Nanoscienze all’Università <strong>di</strong> Trento. Ha ricevuto un dottorato<br />

<strong>di</strong> ricerca dal Politecnico Federale <strong>di</strong> Losanna. Venuto a Trento nel 1990<br />

ha lavorato sulla fotonica in silicio, prima occupandosi <strong>di</strong> silicio poroso<br />

e poi <strong>di</strong> silicio nanocristallino. Negli ultimi anni, ha cercato <strong>di</strong> ampliare lo<br />

spettro <strong>di</strong> applicazione della fotonica al silicio nel campo delle reti ottiche<br />

su chip, delle energie rinnovabili e delle applicazioni alla sensoristica<br />

ambientale e me<strong>di</strong>cale. Ha pubblicato più <strong>di</strong> 300 lavori, ha e<strong>di</strong>tato più <strong>di</strong><br />

10 libri, ha un fattore H <strong>di</strong> 43, ed è <strong>di</strong>stinguished speaker della società <strong>di</strong><br />

fotonica dell’IEEE e dello SPIE.<br />

vol28 / no1-2 / anno2012 > 15

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