10.07.2015 Views

IL NUOVO SAGGIATORE - Società Italiana di Fisica

IL NUOVO SAGGIATORE - Società Italiana di Fisica

IL NUOVO SAGGIATORE - Società Italiana di Fisica

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Bollettino della SocietaÁ <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>Nuova Serie Anno 23Supplemento al N. 5-6, 2007<strong>IL</strong> <strong>NUOVO</strong><strong>SAGGIATORE</strong>BOLLETTINO DELLA SOCIETAÁ ITALIANA DI FISICADirettore ResponsabileGiuseppe-Franco BassaniComitato <strong>di</strong> Redazione:Giuseppe-Franco Bassani, Luisa Cifarelli,Enzo De Sanctis, Vincenzo Grasso,Roberto Habel, Guido Piragino, AngiolinoStellaVice<strong>di</strong>rettoriSergio Focar<strong>di</strong> e Giuseppe GrossoComitato ScientificoG. Benedek, N. Cabibbo, E. De Sanctis, R. Petronzio,P. Picchi e A. VitaleDirettore E<strong>di</strong>toriale:Angela OleandriCopertina a cura <strong>di</strong> Simona OleandriDirezione, Segreteriae Redazione:SocietaÁ <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>Via Saragozza 1240123 BolognaTel. 051331554 / 051581569IN MEMORIA DI GIAMPIETRO PUPPI 1917-2006)Questo fascicolo eÁ stato realizzato in Fotocomposizionedalla Monograf, Bolognae Stampato dalla Tipografia Compositorinel mese <strong>di</strong> Gennaio 2008a cura <strong>di</strong>Silvio Bergia, Paolo Capiluppi,Sergio Focar<strong>di</strong>, Giorgio GiacomelliAutorizzazione del Tribunale <strong>di</strong> Bolognan. 3265 del 3/5/1967C SocietaÁ <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>ProprietaÁ Letteraria RiservataTutti i <strong>di</strong>ritti sono riservati. Nessuna partedella rivista puoÁ essere riprodotta inqualsiasi forma per fotocopia, microfilmo qualsiasi altro proce<strong>di</strong>mento), o rielaboratacon uso <strong>di</strong> sistemi elettronici, o riprodotta,o <strong>di</strong>ffusa, senza autorizzazionescritta dell'e<strong>di</strong>toreUSPI Associato all'UnioneStampa Perio<strong>di</strong>ca <strong>Italiana</strong>SIF, BolognaSegreteria: Anastasia Casoni


INDICE5 INTRODUZIONE ± GIAMPIETRO PUPPI.GIANNI PUPPI. PROFESSORE!<strong>di</strong> Paolo Capiluppi7 CURRICULUM VITAE PROF. GIAMPIETROPUPPI11 PUPPI A PADOVA<strong>di</strong> Milla Baldo Ceolin13 LA DIDATTICA DI PUPPI<strong>di</strong> Attilio Forino16 IN QUEI TEMPI .... RICORDI DI UNA MA-TRICOLA DI MEZZO SECOLO FA<strong>di</strong> Franco Casali17 RICORDI DI UN VECCHIO STUDENTE<strong>di</strong> Ettore Veron<strong>di</strong>ni18 L'ARRIVO DI PUPPI A BOLOGNA<strong>di</strong> Cesare Moroni20 GIANNI PUPPI E LA FISICA DEI RAGGICOSMICI A BOLOGNA<strong>di</strong> Menotti Galli e Stefano Cecchini22 RELAZIONI DI DISPERSIONE PIONE-NUCLEONE E LA «PUPPI-STANGHELLINIDISCREPANCY»<strong>di</strong> Luciano Bertocchi24 GIAMPIETRO PUPPI E LE PRIME RICER-CHEITALIANEINCAMEREABOLLE<strong>di</strong> Silvio Bergia26 I PRIMI ESPERIMENTI DI CAMERA ABOLLE A BOLOGNA<strong>di</strong> Valeria Alles-Borelli27 LA CAMERA A BOLLE NAZIONALE AIDROGENO<strong>di</strong> Sergio Focar<strong>di</strong>29 GIANNI PUPPI E GLI ESPERIMENTI INCAMERE A BOLLE<strong>di</strong> Giorgio Giacomelli32 PUPPI, CLEMENTEL E <strong>IL</strong> CNAF<strong>di</strong> Massimo Masetti34 GIANNI PUPPI E L'IBM 650<strong>di</strong> Ferrante Pierantoni35 PUPPI, QUARENI E LE EMULSIONI NU-CLEARI<strong>di</strong> Giorgio Giacomelli e Laura Len<strong>di</strong>nara36 <strong>IL</strong> CONTRIBUTO DI GIANNI PUPPI ALMIGLIORAMENTO DELL'INSEGNAMENTODELLA FISICA NELLA SCUOLA SECON-DARIA<strong>di</strong> Nella Grimellini39 LA RINASCITA DELLA MICROSCOPIAELETTRONICA A BOLOGNA ED APPLI-CAZIONI ALLA FISICA DELLO STATO SO-LIDO<strong>di</strong> Ugo ValdreÁ43 GIAMPIETRO PUPPI E LA SCUOLA DI FI-SICA ALLA FACOLTAÁ D'INGEGNERIA<strong>di</strong> Antonio Bertin e Antonio Vitale45 GIAMPIETRO PUPPI E L'ASTROFISICAITALIANA<strong>di</strong> Giancarlo Setti49 LA RADIOASTRONOMIA IN ITALIA: UNAIDEA DI GIAMPIETRO PUPPI<strong>di</strong> Roberto Fanti54 GIANNI PUPPI E LA RICERCA SPAZIALE<strong>di</strong> Luciano Guerriero56 UN RICORDO, UNA PROMESSA<strong>di</strong> Michele Caputo3


58 GIANNI PUPPI ED <strong>IL</strong> CENTRO DI MONTE-CUCCOLINO<strong>di</strong> Ferrante Pierantoni e Franco Casali60 GIANNI PUPPI E L'ENERGIA NUCLEARE<strong>di</strong> Ferrante Pierantoni62 GIAMPIETRO PUPPI E LO SV<strong>IL</strong>UPPODELLE SCIENZE AMBIENTALI IN ITALIA:<strong>IL</strong> CONTRIBUTO DI UN «FISICO» ALLAFISICA DELLA TERRA FLUIDA<strong>di</strong> Antonio Speranza e Stefano Tibal<strong>di</strong>65 GIAMPIETRO PUPPI, MAESTRO E SCIEN-ZIATO NATURALISTA<strong>di</strong> Renato Angelo Ricci66 GIAMPIETRO PUPPI E L'ENI<strong>di</strong> Carlo Pellacani68 PUPPI E LA FISICA BIOMEDICA ED AM-BIENTALE<strong>di</strong> Giuseppina Maltoni Giacomelli70 LA RICERCA SCIENTIFICA E GLI ENT<strong>IL</strong>OCALI<strong>di</strong> Antonio La Forgia72 PUPPI E LA CITTAÁ BOLOGNA<strong>di</strong> Giovanni Salizzoni73 IN MEMORIA DEL PROFESSOR GIAM-PIETRO PUPPI<strong>di</strong> Giovanni Salizzoni74 PUPPI E LA SOCIETAÁ ITALIANA DI FISICA<strong>di</strong> Sergio Focar<strong>di</strong>77 NASCE NEL RICORDO DI GIAMPIETROPUPPI UN PREMIO AL TALENTO DEI FI-SICI DI DOMANI<strong>di</strong> Davide Patitucci81 GIAMPIETRO PUPPI, <strong>IL</strong> SUO TRIANGOLOE LA SUA VISIONE DI PROMUOVERENUOVI ORIZZONTI IN FISICA<strong>di</strong> Antonino Zichichi4


GIAMPIETRO PUPPI. GIANNI PUPPI. PROFESSORE!Ogni fisico bolognese, e non bolognese, conosce l'enorme impatto sul progresso scientifico dellafisica <strong>di</strong> Puppi. Molti ne conoscono le opere e le intuizioni, perseguite con incre<strong>di</strong>bile efficacia. Lasua attivitaÁ e lungimiranza hanno permesso alla fisica bolognese <strong>di</strong> crescere ed essere consideratasul territorio locale, sul territorio nazionale e sul territorio mon<strong>di</strong>ale «con successo». Ma ancora <strong>di</strong>piuÁ hanno creato un pensiero scientifico e una scuola <strong>di</strong> luci<strong>di</strong>taÁ scientifica che ha pochi, forsenessuno, uguali.Le iniziative lungimiranti in infiniti campi scientifici, sempre inerenti la conoscenza fisica,sono in parte in parte, perche sembra impossibile comprenderli e descriverli tutti in un semplicelibro) descritti in questo fascicolo, seppur con una pretesa <strong>di</strong> omaggio ad ogni attivitaÁ che «il Professore»ha saputo lanciare e fondare.Gli incre<strong>di</strong>bili contributi forniti da Puppi alle scienze fisiche hanno la particolaritaÁ <strong>di</strong> esseretipici dei «geni scientifici», cioeÁ<strong>di</strong> coloro che comprendono il comportamento della natura, sannorappresentarlo e renderlo comprensibile, prima agli esperti, e poi a tutti. Dote naturale <strong>di</strong> pochi almondo, o capacitaÁ coltivata con incre<strong>di</strong>bile intelligenza, che rende uniche le persone che fanno ilprogresso dell'umanitaÁ.«Rendere comprensibile» la conoscenza, non eÁ facile, come sanno tutti gli scienziati <strong>di</strong> grandeesperienza o agli albori della professione. Tuttavia, prima bisogna «averla» la conoscenza, cioeÁ«avercapito» i processi fisici e comprenderne il significato. Non si puoÁtrasmettere qualcosa che non si eÁcapito e troppi oggi lo fanno). Il professor Puppi aveva capito assai bene la scienza, i suoi processinaturali. Ma aveva capito altrettanto bene i processi umani che ne determinano la <strong>di</strong>ffusione e lapossibilitaÁ <strong>di</strong> sviluppo. Infatti si profuse anche, come se non bastasse) nel cercare con successo ilsupporto della SocietaÁe del «potere illuminato» cosõÁraro nel panorama nazionale <strong>di</strong> allora e <strong>di</strong> ora.Non c'eÁprogresso senza il supporto e consapevole sostegno <strong>di</strong> chi ci circonda.Vorrei, in questa mia introduzione, sottolineare l'aspetto scientifico e lungimirante dello scienziatoPuppi, scienziato che eÁ stato capace <strong>di</strong> dare tanto contributo al progresso della conoscenza.Certo, io sono un fisico delle particelle elementari, campo delle scienze conoscitive dell'Universo chericonosco essere assai particolare e, mi si permetta, essenziale per la conoscenza <strong>di</strong> com'eÁ fatto ilmondo nel quale viviamo senza considerare il progresso, anche talvolta imme<strong>di</strong>ato, che ne eÁ conseguito;si consideri ad esempio la <strong>di</strong>ffusione del Web, o la tecnologia dei circuiti integrati, o latecnica dei superconduttori). Ma so capire che ci sono molti altri campi delle scienze fisiche, e non,che hanno una grande importanza per il progresso dell'UmanitaÁ: credo <strong>di</strong> aver capito questo dalleazioni del Professor Puppi e dal suo insegnamento ed esempio. Gliene saroÁsempre grato.Chiunque abbia avuto il privilegio <strong>di</strong> conoscere Gianni Puppi, ne ricorda anche alcuni aneddotipersonali: come non potrebbe! La sua capacitaÁ<strong>di</strong> trascinare sul piano della conoscenza e della sfidaintellettuale che ne consegue, non ha avuto competitori. Per molti e moltissimi <strong>di</strong> noi.Le <strong>di</strong>scussioni con Lui, le Sue lezioni, i Suoi suggerimenti e il Suo supporto o critica, ahimeÁ)hanno fatto scuola.Allora mi si permetta in questa introduzione, dovuta in un certo senso, essendo Direttore protempore del Dipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> <strong>di</strong> Bologna naturale prosieguo del prestigioso Istituto <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>Augusto Righi <strong>di</strong> Bologna), <strong>di</strong> ricordare una esperienza personale.Era il '68 quando frequentavo il primo anno <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> all'UniversitaÁ. Tempi non facili, con tutte lecontrad<strong>di</strong>zioni e contestazioni che sappiamo, e che ora sono oggetto <strong>di</strong> considerazioni «storiche».Episo<strong>di</strong> talvolta drammatici, ed anche <strong>di</strong> forti contrapposizioni tra schieramenti, incluse le convinzionisul futuro della conoscenza. Tuttavia, in un modo o nell'altro cambi improvvisi d'orari edaule, anche, e non solo, per via delle occupazioni e perenni assemblee) Puppi riusciva a fare lezione:con l'aula piena! E <strong>di</strong> noi studenti d'entrambi gli schieramenti!5


Ogni lezione era una lezione <strong>di</strong> scienza ed entusiasmo scientifico, non c'era traccia nella lezionedei problemi, seppur importanti, che scuotevano l'UniversitaÁ. La scienza fisica era troppo coinvolgenteed importante, per sciupare un'ora <strong>di</strong> lezione de<strong>di</strong>cata alla conoscenza!L'esame <strong>di</strong> «fisica I» che allora sostenni con il Professor Puppi fu qualcosa che ancora ricordo, e checonfesso solo ora, essendo professore or<strong>di</strong>nario. Avevo ottenuto 30 e lode nello scritto preliminareall'orale, e ne ero assai fiero quale studente, specie al primo anno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> ed al suo primo esame nonlo sarebbe). L'orale fu <strong>di</strong>sastroso!Credevo <strong>di</strong> saper tutto, ma poco seppi <strong>di</strong>re con Il «Professore».Puppi comunque <strong>di</strong>mostroÁancora una volta <strong>di</strong> saper giu<strong>di</strong>care le persone al <strong>di</strong> laÁ dell'apparenza:mi <strong>di</strong>ede comunque trenta!Un'ultima nota personale che ricordo con piacere, e che mia moglie mi sovviene qualche volta. IlProfessor Puppi aveva un rispetto per noi studenti <strong>di</strong> fisica che oggi pochi colleghi manifestano.Quando ci incontrava nei corridoi dell'Istituto, non sapendo ovviamente il nostro nome, ma riconoscendoci,ci <strong>di</strong>ceva sempre, lui per primo noi eravamo forse troppo intimi<strong>di</strong>ti): «ciao caro».PAOLO CAP<strong>IL</strong>UPPIDirettore del Dipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna6


Curriculum VitaeProf. Giampietro Puppiaggiornato da lui stesso il 24 gennaio 2001)- Nato a Bologna il 20 novembre 1917.- Residente a Bologna in via Dante, 2/2.- Laureato in <strong>Fisica</strong> a Padova nel 1939.- Incaricato presso le UniversitaÁ <strong>di</strong> Bari, Bologna, Padova, Trieste negli anni dal 1944 al 1950.- Conseguito la libera docenza in <strong>Fisica</strong> Teorica nel 1948.- Vincitore <strong>di</strong> Concorso per la <strong>Fisica</strong> Teorica nel 1950.- Or<strong>di</strong>nario dall'1/12/1953.- Ha ricoperto le seguenti cattedre negli anni dal '50 ad oggi:- <strong>Fisica</strong> Teorica a Napoli 1950-1951);- <strong>Fisica</strong> Teorica a Bologna 1951-1953);- <strong>Fisica</strong> Superiore a Padova 1953-1954);- <strong>Fisica</strong> Superiore a Bologna 1954-1964);- <strong>Fisica</strong> Generale a Bologna 1964-1979);- <strong>Fisica</strong> Sperimentale a Venezia 1979-1982);- <strong>Fisica</strong> Superiore a Bologna 1982-1989).Attualmente Emerito nell'UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna.AccademieSocio delle seguenti:- Pontificia Accademia delle Scienze- Accademia Nazionale dei Lincei- Accademia Nazionale delle Scienze o dei XL)- Accademia Nazionale dell'Agricoltura- Accademia Internazionale <strong>di</strong> Astronautica- Accademia delle Scienze dell'Istituto <strong>di</strong> Bologna- Istituto Veneto <strong>di</strong> Scienze Lettere ed Arti-AteneoVeneto- Accademia Brasiliana delle Scienze7AttivitaÁ ScientificaDopo un periodo iniziale <strong>di</strong> attivitaÁ svolta nel campo della <strong>Fisica</strong> della Materia, ha successivamenteoperato nel campo dei Raggi Cosmici, sia in sede teorica sia in sede sperimentale. I contributipiuÁ interessanti riguardano l'eccesso positivo <strong>di</strong>fferenziale, i processi <strong>di</strong> generazione nell'atmosferae il bilancio energetico.L'attenzione si rivolge poi piuÁ specificatamente alle proprietaÁ delle particelle elementari sia prodottedai raggi cosmici sia prodotte artificialmente. I contributi piuÁ interessanti riguardano: l'interazioneuniversale alla Fermi, la proprietaÁ <strong>di</strong> assorbimento dei mesoni pi, l'interazione elementaremesone pi-nucleone, l'interazione mesone K-nucleone. In seguito la ricerca si concentra piuÁ verso leparticelle strane sia per i processi <strong>di</strong> produzione sia per la definizione dei loro numeri quantici.I risultati piuÁ notevoli riguardano la non conservazione <strong>di</strong> paritaÁ nella <strong>di</strong>sintegrazione delle particellelambda, lo spin delle particelle lambda e sigma e la paritaÁ relativa lambda-sigma.


Inoltre si occupa delle risonanze pioniche contribuendo in particolare allo stu<strong>di</strong>o della risonanzarho assegnandone i numeri quantici.Gli stu<strong>di</strong> piuÁ recenti riguardano infine problemi <strong>di</strong> astrofisica e <strong>di</strong> geofisica.Ha inoltre scritto una ottantina <strong>di</strong> pubblicazioni scientifiche e numerosi altri scritti.Premi ed Onorificenze- Medaglia <strong>di</strong> argento e una <strong>di</strong> bronzo al V. M. in guerra dal 1940 al 1944 in Marina- Premio «A. Feltrinelli» dell'Accademia Nazionale dei Lincei- Medaglia d'oro ai Benemeriti della Scuola della Cultura e dell'Arte- Archiginnasio d'oro della CittaÁ <strong>di</strong> BolognaAttivitaÁ varie Nazionali ed Internazionali8Nel 1953 e 1954 ha <strong>di</strong>retto i primi due Corsi della Scuola Internazionale <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> a Varenna.Nel 1957 eÁ stato «Visiting Professor» presso l'UniversitaÁ del Maryland USA).Dal 1956 al 1959 membro dell'»Advisory Committee» del CERN Ginevra)Dal 1958 al 1962 membro del Consiglio Superiore del Ministero della P.I.Nel 1959-60 membro del gruppo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o NATO per «Increasing Effectiveness of WesternScience».Dal 1960 al 1964 Vice Presidente dell'INFN Istituto Nazionale <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Nucleare).Nel 1960 ha ottenuto un corso sulla <strong>Fisica</strong> delle Alte Energie alla Scuola <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> InternazionaleLatino-Americana a Rio de Janeiro Brasile).Nel 1960 eÁ stato «Visiting Professor» presso la Duke University USA)Nel 1962 e 1963 eÁ stato Direttore delle Ricerche presso il CERN Ginevra)Nel 1963 e 1964 eÁ stato «Visiting Professor» presso la Columbia University <strong>di</strong> New York.Nel 1965 ha tenuto un corso <strong>di</strong> aggiornamento in <strong>Fisica</strong> Moderna organizzato dall'UNESCO,presso l'UniversitaÁ <strong>di</strong> Damasco Siria) per i fisici del Me<strong>di</strong>o Oriente.Dal 1965 al 1978 eÁ stato consulente dell'ENI.Dal 1966 al 1968 eÁ stato Presidente dello «Scientific Policy Committee» del CERN.Dal 1968 al 1970 come Presidente del Comitato Nazionale del CNR per le Scienze Fisiche hapresieduto un Comitato Intercomitati per problemi spaziali allora <strong>di</strong> competenza del CNR.Dal 1969 al 1970 ha presieduto il Comitato Europeo Alti Funzionari, incaricato dalla ConferenzaEuropea dei Ministri responsabili delle AttivitaÁ Spaziali, con incarico <strong>di</strong> valutare l'opportunitaÁ <strong>di</strong> unirein una agenzia le tre Organizzazioni Spaziali Europee ESRO, ELDO e CETS.Dal 1970 al 1972 Presidente dell'ESRO Organizzazione Europea Ricerche Spaziali).Dal 1973 al 1978 eÁ stato membro del Comitato Scientifico e Tecnico dell'Euratom.Dal 1977 al 1979 rappresentante italiano nel Council del CERN.Negli anni '80 eÁ stato Co-Presidente <strong>di</strong> un Comitato misto NASA-ESA cosiddetto degli «Immaginatori»per guardare al futuro delle AttivitaÁ Spaziali.Dal settembre 1993 al 1995 presso l'ASI Agenzia Spaziale <strong>Italiana</strong>) prima come commissario e poicome membro del Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione. In questo periodo eÁ stato anche Capo Delegazione<strong>Italiana</strong> presso l'ESA.Cariche RicoperteNegli anni dal 1973 al 1975 presso l'ASI eÁ stato membro del Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione delComitato Esecutivo e del Sindacato <strong>di</strong> Controllo <strong>di</strong> Monte<strong>di</strong>son SpA e successivamente membro delComitato Scientifico.


Dal 1971 al 1992 Presidente <strong>di</strong> Tecnomare SpA.Dal 1971 al 1980 Presidente Sogesta SpA ENI).Dal 1986 al 1989 Presidente Optimes SpA IRI).Dal 1989 al 1996 Presidente del Consorzio OIKOS per l'abitare <strong>di</strong> Bologna.Dal 1992 Presidente Onorario <strong>di</strong> Tecnomare SpA.Dal 1992 al 1993 Assessore alla Programmazione della MobilitaÁ e Progetti Speciali nel Comune<strong>di</strong> Venezia.AttivitaÁ DiverseDal 1975 al 1980 consigliere <strong>di</strong> Amministrazione <strong>di</strong> Tecneco SpA con sede in Fano ENI).Dal 1978 al 1986 consulente per «Ricerca e Innovazione» <strong>di</strong> Monte<strong>di</strong>son SpA.Membro del Comitato Gran<strong>di</strong> Rischi della Protezione Civile.Membro della Consulta del Mare della Marina Mercantile 1985-1986).Dal 1981 al 1986 membro del Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione <strong>di</strong> Schiapparelli 1824.Dal 1986 al 1988 partecipazione al Comitato Scientifico <strong>di</strong> Dioikema a Bologna.Dal 1987 al 1990 nel Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione della societaÁ Alpha Wasserman Pescara).Dal 1987 al 1989 Relatore Comitato Tecnico-Scientifico <strong>di</strong> Expo a Venezia.Nel 1988 partecipazione nel Comitato Scientifico <strong>di</strong> Tecno-Idro-Meteo <strong>di</strong> Roma.Nel 1989 partecipazione al Comitato Scientifico del Convegno I.M.I. «Ventennale Ricerca App.»Dal 1983 al 1990 per AGIPcome controllo modelli <strong>di</strong> subsidenza.Dal 1990 al 1992 per Consorzio Stu<strong>di</strong> Ricerche del Consorzio Marino <strong>di</strong> Cesenatico.Dal 1996 al 1997 Consulenza per AGIPUnitaÁ AMCO.Dal 15/06/1992 al 07/96 Fondazione Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong> Bologna.Dal 28/07/1997 ad oggi Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione della Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong> Bologna.9


PUPPI A PADOVAM<strong>IL</strong>LA BALDO CEOLINDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Padova e INFN, Sezione <strong>di</strong> PadovaPuppi ha fatto l'UniversitaÁ a Padova dove si eÁlaureato in <strong>Fisica</strong> nel 1939. Ha avuto come professoriGian Carlo Wicke Bruno Rossi, due tra ipiuÁ eminenti fisici dell'epoca. Ha fatto la tesi conWick.Mi raccontava: «Io non ho mai avuto gran<strong>di</strong>capacitaÁ sperimentali, non ho mai saputo usarele mani. La tesi l'ho fatta in fisica teorica conWick, un grosso personaggio per il quale avevouna grande ammirazione e appena laureato hocominciato a lavorare con lui. EÁ successo peroÁche subito scoppioÁ la guerra e io l'ho fatta tutta.Ho avuto un buco <strong>di</strong> 5 anni. Poi ho ricominciatoda capo e ho avuto quattro anni in cui la mia vitaeÁ stata in qualche modo decisa: nel 45 eÁ finita laguerra, nel 46 mi sono sposato, nel 48 eÁ nata miafiglia, nel 50 ero in Cattedra. In quattro annicruciali ho risolto la mia vita, dopo eÁ andatotutto liscio».Finita la guerra, che ha fatto come ufficiale <strong>di</strong>marina, Gianni torna con due medaglie al valoree dopo cinque anni <strong>di</strong> assenza riprende i suoistu<strong>di</strong> a Padova. Si de<strong>di</strong>ca subito allo stu<strong>di</strong>o dellara<strong>di</strong>azione cosmica, che allora era la puntaavanzata della ricerca, e insegna <strong>Fisica</strong> Superiore.La personalitaÁ scientifica <strong>di</strong> Puppi si riveloÁsubito eccezionale, uno stimolo potente per chigli stava vicino. Anche noi, i suoi primi studenti,siamo arrivati all'UniversitaÁ alla fine dellaguerra. La guerra infatti aveva bloccato tutto etutti. E siamo subito <strong>di</strong>ventati tutti fanatici ammiratori<strong>di</strong> Puppi, per la sua capacitaÁ <strong>di</strong> comunicare,ma piuÁ ancora perche la sua enorme <strong>di</strong>sponibilitaÁnei nostri confronti ci aveva promossosuoi amici, generando in noi un legameprofondo per l'amicizia che ci aveva regalato.Allora quando si entrava all'Istituto <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>si poteva, giaÁ da subito, mangiare alla mensa, ec'era l'abitu<strong>di</strong>ne che, subito dopo, si giocasse aping-pong: Puppi giocava con noi. Si creava cosõÁun'atmosfera informale e un grande affiatamento.Con lui si poteva parlare <strong>di</strong> molti <strong>di</strong>versiproblemi, era tollerante e affabile. Era particolarmenteinteressato alla filosofia e alla musica.Quando giocava a ping-pong fischiettava Vival<strong>di</strong>.Diceva spesso che fare il Direttore d'orchestragli sarebbe piaciuto piuÁ <strong>di</strong> tutto. Per noi,anche se eravamo del tutto impreparati a parlare<strong>di</strong> fisica, il fatto <strong>di</strong> poterci intrattenere conlui quasi su un piano <strong>di</strong> paritaÁ eÁ stato molto incoraggiante,un aiuto potente.Puppi eÁ stato per noi un maestro eccezionale!Mi ricordo che mi <strong>di</strong>ceva: «Ho imparato a insegnareda Rossi. Bruno Rossi era un <strong>di</strong>datta favoloso,si preparava in una maniera incre<strong>di</strong>bilele lezioni, non lasciava nulla al caso, ed essendomolto preparato riusciva a parlare in modoestremamente chiaro. Io ho imparato a insegnare,ricordando come lui insegnava». Mi <strong>di</strong>cevacome insegnare gli piacesse, tanto; volevacomunicare, spiegare, far capire. A lezione ciincoraggiava a fargli domande quando non avevamocapito. «Una domanda, <strong>di</strong>ceva, puoÁ essereuno stimolo: si riesce a spiegare con chiarezzasolo quando si eÁ capito in profon<strong>di</strong>taÁ . InsegnareeÁ anche capire». Non apprezzava quei colleghiche ritenevano l'attivitaÁ <strong>di</strong>dattica come un temposottratto alla ricerca e mi <strong>di</strong>ceva: «Io hosempre considerato come attivitaÁ fondamentalel'insegnamento, perche bisogna pensare che cioÁchecontaeÁ preparare il futuro».Un'altra caratteristica straor<strong>di</strong>naria in lui eracome sapeva ascoltare, essere <strong>di</strong>sponibile, <strong>di</strong>mostrartiinteresse ...In quegli anni il desiderio <strong>di</strong> riguadagnare iltempo perduto ci portava spesso nel tardo pomeriggioa riunirci tutti, studenti e professori,per un «seminario» che, come sosteneva Puppi,doveva servire sia a chi lo faceva che a chi loascoltava. Questi seminari erano spesso <strong>di</strong>fficilida seguire e non solo per noi studenti, e io nonpotroÁ mai <strong>di</strong>menticare il forte senso <strong>di</strong> attesache si impadroniva <strong>di</strong> noi quando alla fine dellalezione aspettavamo che Puppi si alzasse e con ilsuo stile ricco <strong>di</strong> bonaria ironia, rivolgendosi alrelatore, cominciasse sorridendo a <strong>di</strong>re: «Credo<strong>di</strong> aver capito, ... Forse tu volevi <strong>di</strong>re ...» e conpoche chiare parole ci spiegava il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong>un'ora.E probabilmente eÁ stata proprio questa suavolontaÁ e capacitaÁ <strong>di</strong> «capire» e <strong>di</strong> comunicare11


12che l'ha portato a formulare in una breve notaun'idea fondamentale che <strong>di</strong>mostra in pieno lesue capacitaÁ <strong>di</strong> capire al<strong>di</strong>laÁ dell'evidenza e cheriveloÁ subito la sua fondamentale importanza. EÁuna <strong>di</strong> quelle idee che guidano il futuro. EÁ un'ideaespressa in modo molto semplice a <strong>di</strong>mostrazione<strong>di</strong> una personalitaÁ fondamentalmentepositiva che nasce da una filosofia positiva. EÁnato cosõÁ quello che <strong>di</strong>venteraÁ famoso come «iltriangolo <strong>di</strong> Puppi»: un triangolo equilatero, asignificare che i processi naturali, anche i piuÁcomplessi si possono ricondurre a rappresentazionisemplici. Quest'idea <strong>di</strong> Puppi, l'universalitaÁdelle interazioni deboli, ha guidatonegli anni gli sviluppi della fisica moderna finoalle conseguenze piuÁ lontane: all'interazioneelettrodebole, a Cabibbo ...Puppi mi ha accennato piuÁ volte che quelloche lo ha portato ad affrontare e risolvere questoproblema era stata la convinzione che unateoria fisica deve certamente essere d'accordocon i dati sperimentali, ma, come piuÁ volte avevasostenuto Dirac, una sua caratteristica deveessere anche la bellezza, ossia la semplicitaÁ .Eche pertanto una teoria elegante come quella <strong>di</strong>Fermi per spiegare il deca<strong>di</strong>mento beta dei nucleinon poteva non spiegare anche la fisica delmesone m. E questo avrebbe richiesto che lacostante <strong>di</strong> interazione del deca<strong>di</strong>mento delmesone m e quella del suo assorbimento fosserole stesse, e fossero uguali a quelle del deca<strong>di</strong>mentob. Le tre costanti dovevano cioeÁ avereciascuna lo stesso valore. Ed eÁ questo appuntoche lui ha <strong>di</strong>mostrato.A questo punto Puppi eÁ internazionalmentenoto e nel 1950 vince la Cattedra <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Teoricaa Napoli. Tuttavia, benche Napoli sia unasede attraente, Gianni eÁ nostalgico <strong>di</strong> Venezia!Con il suo <strong>di</strong>namismo porta con se tre giovaninapoletani e torna a Padova, con grande gioia daparte nostra. EÁ giovane, ha 37 anni, eÁ pieno <strong>di</strong>voglia <strong>di</strong> fare.A Padova Puppi porta avanti gli stu<strong>di</strong> sulleproprietaÁ dei Raggi Cosmici, in particolarepubblica con Dallaporta una importante rassegnasu «The equilibrium of the cosmic raybeamin the atmosphere», e si interessa anche delleproprietaÁ delle particelle strane che si venivanoscoprendo nelle interazioni dei Raggi Cosmici.Mi ricordo la curiositaÁ e l'interesse con il qualeveniva a guardare gli eventi in emulsioni nucleariche si venivano via via trovando e com'eraraffinato ed esauriente nell'aiutarci a interpretarli.Puppi eÁ pieno <strong>di</strong> idee, <strong>di</strong> vitalitaÁ ,<strong>di</strong>voglia<strong>di</strong> aprire nuove strade, nuovi in<strong>di</strong>rizzi.Il principale problema della fisica europea eitaliana nel primo dopoguerra era quello dellaricostruzione. La guerra aveva veramente <strong>di</strong>struttotutto. Bisognava unire le forze e ricostruirel'alto livello che prima aveva caratterizzatola ricerca in Europa, e che in particolarein Italia aveva portato ai risultati <strong>di</strong> Fermi, <strong>di</strong>Rossi, <strong>di</strong> Occhialini ... Si cominciava a programmarecentri <strong>di</strong> ricerca a livello europeocome il CERN <strong>di</strong> Ginevra, e in Italia l'INFN e ilLaboratorio del Sincrotrone <strong>di</strong> Frascati.A questo punto Puppi, con lo scopo <strong>di</strong> formarele nuove generazioni <strong>di</strong> fisici e <strong>di</strong> ricreare nuovecollaborazioni tra i gruppi <strong>di</strong> ricerca in Europa,organizza i primi due corsi della «Scuola Internazionale<strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>» a Varenna, appena istituitadalla SIF, la seconda in Europa dopo l'Ecoled'Ete des Houches.Fu un grande successo! Noi che cominciavamoad avvicinarci alla fisica in quegli anni ricor<strong>di</strong>amola Scuola <strong>di</strong> Varenna come uno deimomenti piuÁ interessanti e costruttivi della nostragiovinezza. Il primo corso nel 1953 «Questionirelative alla rivelazione delle particelleelementari con particolare riguardo alla ra<strong>di</strong>azionecosmica» fu de<strong>di</strong>cato ai raggi cosmici ealle tecniche relative, il secondo corso «Questionirelative alla rivelazione delle particelleelementari, e alle loro interazioni, con particolareriguardo alle particelle artificialmente prodotteed accelerate» fu de<strong>di</strong>cato invece agliesperimenti agli acceleratori.La cura che Puppi de<strong>di</strong>coÁ nell'organizzazionedella Scuola <strong>di</strong>ede risultati <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria importanza:molti aspetti della fisica dei pioni risultaronochiariti, ci furono lezioni eccellenti, siparloÁ dei nuovi acceleratori con ottimismo. Tra irelatori della Scuola oltre a Fermi ci furono


Blackett, Heisenberg, Rossi, Occhialini, Powell,Glaser, Alfve n, Amal<strong>di</strong>, Bernar<strong>di</strong>ni, Conversi,Adams ... e tanti altri. L'esito fu entusiasmante. ICorsi <strong>di</strong> Varenna condotti da Puppi furono pertutti noi un fondamentale punto <strong>di</strong> partenza!Nel 1954 Gianni si trasferisce alla Cattedra <strong>di</strong><strong>Fisica</strong> Teorica all'Istituto <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> «A. Righi» <strong>di</strong>Bologna, e ne <strong>di</strong>venta subito Direttore.Principali Pubblicazioni <strong>di</strong> G. Puppi1) E. CLEMENTEL, G.PUPPI, Nuovo Cimento, 5 1948) 505.2) E. CLEMENTEL, G.PUPPI, Nuovo Cimento, 5 1948) 529.3) G. PUPPI, Nuovo Cimento, 5 1948) 587.4) G. PUPPI, Nuovo Cimento, 6 1949) 194.5) P. BASSI, E.CLEMENTEL, I.F<strong>IL</strong>OSOFO, G.PUPPI, Nuovo Cimento,6 1949) 484.6) E. CLEMENTEL, G.PUPPI, Nuovo Cimento, 6 1949) 494.7) N. DALLAPORTA, M.MERLIN, G.PUPPI, Nuovo Cimento, 71950) 99.8) L. BAGALA Á ,M.MERLIN, G.PUPPI, Nuovo Cimento, 7 1950)525.9) G. PUPPI, Nuovo Cimento, 7 1950) 703.10) E. CLEMENTEL eG.PUPPI, Nuovo Cimento, 8 1951) 936.11) G. PUPPI,V.DE SABBATA,E.MONTANARO, Nuovo Cimento, 91952) 726.12) G. PUPPI, N.DALLAPORTA, Progress in Cosmic RayPhysics,vol. I North Holland, Amsterdam) 1952, p. 315, cap. 6.13) E. CLEMENTEL, G.PUPPI, Nuovo Cimento, 10 1953) 197.14) V. DE SABBATA, E.MANARESI, G.PUPPI, Nuovo Cimento, 101953) 1704.15) A. MINGUZZI,G.PUPPI,A.RANZI, Nuovo Cimento, 10 1953)1753.16) A. MINGUZZI,G.PUPPI,A.RANZI, Nuovo Cimento, 11 1954)697LA DIDATTICA DI PUPPIATT<strong>IL</strong>IO FORINODipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna e INFN, Sezione <strong>di</strong> BolognaChiunque abbia avuto occasione <strong>di</strong> ascoltareuna lezione o una conferenza <strong>di</strong> Puppi conservail ricordo <strong>di</strong> un evento entusiasmante ed unico.Dotato <strong>di</strong> un eccezionale carisma, egli sviluppavaogni argomento con tale chiarezza edaccattivante arguzia che lo studente ne rimanevaaffascinato: la trama delle ipotesi rilevanti edelle necessarie conseguenze <strong>di</strong>ventava cosõÁleggera da illudere talvolta chi ascoltava d'avercompreso a fondo la complessitaÁ della lezione.Lo stu<strong>di</strong>o personale e faticoso risultava poi necessarioper imparare la fisica, ma, anche a <strong>di</strong>stanza<strong>di</strong> anni, lo studente scopriva che le basiessenziali per la comprensione <strong>di</strong> ogni argomentoerano contenute nell'insegnamento ricevuto,ed erano, quasi per incanto, ben ra<strong>di</strong>catenella sua mente.Un'altra caratteristica del suo insegnamentoera la scelta, sempre felice, fra <strong>di</strong>verse alternative,della linea espositiva da seguire per risultarepiuÁ efficace e chiaro. Qualche volta, insegnando,mi sono trovato <strong>di</strong> fronte alla ricercadel miglior modo per introdurre un argomento osviluppare un ragionamento. Ho dovuto riconoscere,non cessando mai <strong>di</strong> stupirmi, che lasua scelta della linea da seguire era, senzadubbio, la migliore.Scrivere della <strong>di</strong>dattica <strong>di</strong> Puppi ricorrendosolamente ai ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> un suo allievo <strong>di</strong> cinquant'annifa puoÁ non essere molto interessanteper il lettore; preferisco allora trarrequalche spunto ed in<strong>di</strong>cazione da quanto eglistesso ha testimoniato in alcuni scritti, pochipurtroppo.Innanzi tutto, chi fu il suo maestro, uno dei piuÁimportanti perlomeno? Nel commosso interventotenuto nella Giornata Lincea in ricordo <strong>di</strong>Bruno Rossi, il 21 aprile 1994, all'Accademia deiLincei, Puppi ha scritto:«Ho imparato da lui nel modo piuÁ essenzialecosa eÁ la fisica stu<strong>di</strong>ata a livello universitario,ma ho soprattutto imparato, ed eÁ sotto questoprofilo che lo ho sempre considerato un miomaestro, come si fa ad insegnare, e se ho avutoqualche successo presso gli studenti nella mialunga vita <strong>di</strong> insegnante, lo debbo al suo esempioche ho sempre cercato <strong>di</strong> imitare.»L'interesse <strong>di</strong> Puppi per la <strong>di</strong>dattica non si eÁ limitatoa quella universitaria; convinto che la formazioneculturale dei giovani, quella scientifica in13


Puppi circondato da un gruppo <strong>di</strong> allievi nel giar<strong>di</strong>no dell'Istituto, nell'aprile 1958 foto <strong>di</strong> Alessandra Cavallini).14particolare, deve cominciare nell'insegnamentome<strong>di</strong>o, se ne occupoÁ attivamente. Fin dal 1954denuncioÁ in una Circolare, stilata insieme a Dallaportae Rostagni e pubblicata nel Bollettinodell'Unione Matematica <strong>Italiana</strong>, l'abbassamentodel livello della preparazione in fisica degli studentiliceali. Fra le cause possibili, i tre docentiin<strong>di</strong>carono l'infausto abbinamento degli insegnamenti<strong>di</strong> matematica e fisica nello stesso docente,in genere laureato in matematica pura. E'interessante osservare che nella Circolare si affermache a livello scolastico me<strong>di</strong>o la stessapersona non puoÁ insegnare bene la matematica ela fisica, non per un preconcetto corporativismo,ma per l'antitetico atteggiamento mentale delmatematico, teso all'astrazione e alla generalizzazione,e del fisico, tendente invece alla rappresentazioneconcreta. Il rime<strong>di</strong>o proposto, laseparazione delle cattedre, <strong>di</strong>scendeva logicamentedall'analisi, e magari fosse stato accoltoallora!L'impegno <strong>di</strong> Puppi per la <strong>di</strong>dattica, anchepre-universitaria, ebbe un meritato riconoscimentoistituzionale: dal 1958 al 1964 fu infattinominato membro del Consiglio Superiore delMinistero della Pubblica Istruzione.Il suo insegnamento universitario fu moltointenso e vario, nonostante gli impegni legatiall'eccezionale e fruttuosa attivitaÁ <strong>di</strong> ricerca eorganizzativa. Alla fine degli anni cinquanta,sosteneva l'onere anche <strong>di</strong> tre corsi: come titolaredella Cattedra, svolgeva il corso <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>Superiore, ma svolgeva anche il corso fondamentale<strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Generale al primo anno, ed uncorso monografico all'ultimo anno, allora sichiamava complementare. Teneva molto asvolgere il corso al primo anno, amava infattientrare subito in contatto con gli allievi fisici eformarli alla rigorosa metodologia scientificacon un insegnamento vivo, moderno ed appassionante.I corsi avanzati si caratterizzavanoinvece per essere un'esposizione, quasi in <strong>di</strong>retta,delle ricerche e delle scoperte che inquegli anni mutavano continuamente la visionefisica dell'universo. Ogni lezione <strong>di</strong>ventava unvero e proprio seminario e gli studenti avevanol'esaltante e gratificante impressione <strong>di</strong> partecipareall'epica impresa intellettuale in cuiconcetti fondamentali quali la conservazionedella paritaÁ e, piuÁ tar<strong>di</strong>, l'inversione temporale,erano posti in <strong>di</strong>scussione e falsificati da <strong>di</strong>retteesperienze. A volte il suo gruppo <strong>di</strong> ricerca eracoinvolto in queste ricerche: noi studenti sentivamouna particolare passione nelle sue parolee la nostra ammirazione per questa figura <strong>di</strong>giovane e moderno scienziato <strong>di</strong>ventava smisurata.Lo stretto legame fra i suoi interessi scientificied il suo insegnamento eÁ ben illustrato dall'evoluzionenegli argomenti da trattare, adesempio, nel corso <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Superiore. A metaÁdegli anni '60 il programma del corso elenca:


«Principi conservativi in fisica e simmetrie.OmogeneitaÁ e isotropia dello spazio-tempo.Simmetrie per riflessione spaziale ed inversionetemporale. ..... Discussione <strong>di</strong> esperienze significativea riprova delle simmetrie e loro violazioni.Vari argomenti <strong>di</strong> fisica delle alte energie.Astrofisica delle alte energie.»Venti anni dopo, la sua attivitaÁ <strong>di</strong> ricerca si eÁrivolta a temi <strong>di</strong> Geofisica e <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> dei SistemiComplessi. Il programma del corso <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Superiore,a metaÁ degli anni Ottanta, contiene unvario elenco <strong>di</strong> argomenti: «Introduzione allo stu<strong>di</strong>odei sistemi complessi. Ecologia matematicacome <strong>di</strong>namica delle popolazioni. Sistemi <strong>di</strong>namicichimici, elettrici, magnetici. Fluido<strong>di</strong>namica.Meteorologia ed Oceanografia. Climatologia.» Eratroppo eclettica la mente <strong>di</strong> Puppi per rimanereancorata all'universo dei costituenti elementaridella materia e alle loro leggi fondamentali. Sentivala sfida posta dalla fisica dei sistemi complessi,cosõÁ <strong>di</strong>versi dai sistemi elementari, dai sistemipreparabili il cui comportamento puoÁ esserericondotto a quello dei loro costituenti; i sistemicomplessi sono altra cosa, hanno comportamentinon derivabili da quelli dei costituenti, esigonometo<strong>di</strong> <strong>di</strong> analisi del tutto <strong>di</strong>versi. Affrontavaquesti temi con il consueto entusiasmo e con la suainesauribile curiositaÁ per il nuovo, e la sua <strong>di</strong>dattica,puntualmente, rifletteva, nella scelta degliargomenti, questo nuovo interesse.Quale metodo <strong>di</strong> insegnamento gli era congeniale?Lo illustra lui stesso, quasi per caso e informa negativa, all'inizio <strong>di</strong> una conferenza su«Il Principio <strong>di</strong> inerzia» <strong>di</strong> cui mi fece leggere laversione scritta nel marzo del 1991. Scriveva:«Per iniziare il <strong>di</strong>scorso ho scelto un metodoche non mi eÁ consueto e che consiste nell'enunciareil principio nella sua forma piuÁ completae nel commentarlo metodo catechistico).»In effetti nel suo insegnamento non c'era alcuncheÂche richiamasse l'idea <strong>di</strong> una esposizionecatechistica: egli amava invece arrivare alla generalizzazioneinsita in un principio, costruendo,per cosõÁ <strong>di</strong>re, la fisica passo dopo passo, partendodai fatti naturali ed elaborando criticamente illoro significato e le loro connessioni.Puppi teneva in gran conto l'attivitaÁ <strong>di</strong>datticache sentiva come una necessaria e piacevole15Una lezione <strong>di</strong> puppi nel corso <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Superiore.


integrazione dell' attivitaÁ <strong>di</strong> ricerca scientifica.Per lui era inscin<strong>di</strong>bile il binomio: elaborare etrasmettere la cultura, i due pilastri fondamentalidella professione universitaria.Una testimonianza <strong>di</strong> quanto egli ritenesseimportante la <strong>di</strong>dattica e ne cogliesse anche larilevanza sociale ci eÁ data dal suo contributo,intitolato «Considerazioni sulla fisica italiana»,al 47ë Congresso Nazionale della SocietaÁ <strong>Italiana</strong><strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, tenutosi a Como nel 1961, i cui attifurono pubblicati sul Supplemento del NuovoCimento në 2 del 1962.Quasi al termine, Puppi scriveva:«Dobbiamo de<strong>di</strong>care il meglio <strong>di</strong> noi stessiall'allevamento dei giovani che ora si affidanoalle nostre cure; eÁ venuto il momento <strong>di</strong> comprendereche questo eÁ il nostro principale problema.... Col crescere del numero degli allievi lasperanza matematica che un buon insegnamentofrutti a lunga scadenza piuÁ <strong>di</strong> una ricercain<strong>di</strong>viduale comincia ad essere notevole.Noi ci conosciamo, conosciamo le nostre possibilitaÁe i nostri limiti, ma non vi sono limitiragionevoli che possiamo fissare al ren<strong>di</strong>mentodella nostra capacitaÁ <strong>di</strong> educatori. Una buonalezione puoÁ essere molto piuÁ profonda <strong>di</strong> unamodesta ricerca e puoÁ dare a noi la piacevolesensazione <strong>di</strong> aver fatto qualcosa <strong>di</strong> veramenteutile per gli altri e per noi stessi.»Il miglior omaggio che oggi possiamo fare allamemoria <strong>di</strong> un grande scienziato e docente eÁme<strong>di</strong>tare queste sue parole, pronunciate, eÁ vero,piuÁ <strong>di</strong> cinquant'anni fa, ma drammaticamenteancora attuali; con la nostra attivitaÁ quoti<strong>di</strong>ana<strong>di</strong> docenti, possiamo <strong>di</strong>mostrare <strong>di</strong> averle intesee fatte nostre.IN QUEI TEMPI .... RICORDI DI UNA MATRICOLA DI MEZZO SECOLO FAFRANCO CASALIDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna e INFN, Sezione <strong>di</strong> Bologna16PiuÁ <strong>di</strong> cinquanta anni fa frequentavo l'Istituto<strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> come matricola. Tra gli eccellentiprofessori che ebbi la fortuna <strong>di</strong> incontrare, ungrato ricordo va al Professor Puppi. Gran<strong>di</strong>ssimo<strong>di</strong>datta sicuramente il migliore che abbiaavuto) era molto amato dagli studenti per la suasimpatia oltre che per la chiarezza. Portavasempre dei papillon <strong>di</strong> seta multicolore su can<strong>di</strong>decamicie. In questo era copiato da molti <strong>di</strong>noi. In quei tempi insegnava <strong>Fisica</strong> Generale 1agli studenti della FacoltaÁ <strong>di</strong> Scienze e d'Ingegneria,riuniti in un unico corso. Anche se innumero inferiore a quello attuale, pur tuttaviaeravamo sufficienti a riempire l'Aula Magnadell'Istituto <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>.Una volta, dopo una delle prime lezioni eravamoin prossimitaÁ del Natale), rivoltosi aglistudenti chiese:«Qualcuno ha domande da fare?».Silenzio. Poi, tra lo stupore generale, si alzoÁun nostro amico Ð bello spirito ma non un genioÐchechiese:«Quando ci daÁ le vacanze?»Altro silenzio <strong>di</strong> gelo. E Puppi, senza scomporsi,sfoderando uno dei suoi leggendari sorrisi:«Le vacanze sono come i baci. Non si chiedono:si prendono».Applauso oceanico.Non si poteva non essere affascinati da un«maestro» del genere. Io lo fui sempre. Andavo atutti i suoi seminari. In uno <strong>di</strong> essi Puppi spiegoÁil rallentamento dei neutroni in un mezzo compostoda uranio e grafite, compreso il fenomenodella cattura <strong>di</strong> queste particelle da parte dell'uranio-238.Ricordo, come fosse ieri, la suadescrizione <strong>di</strong> questo complicato fenomeno <strong>di</strong>fisica nucleare, fatta con immagini quasi dacartoni animati. I neutroni, urtando i nuclei <strong>di</strong>grafite, perdevano energia fino ad arrivare«nella zona dei draghi» la zona delle risonanzenucleari) da dove <strong>di</strong>fficilmente potevano uscirea meno che ...... .Se si riusciva a salvare i neutroni dai draghic'era la speranza <strong>di</strong> avere una reazione a catenae <strong>di</strong> produrre energia in quantitaÁ pressoche illimitata.


Avevo deciso. Il mio futuro era quello <strong>di</strong> salvarei neutroni dai draghi cioeÁ <strong>di</strong> progettarereattori nucleari adatti a sostituire le fontienergetiche <strong>di</strong> tipo convenzionale, come il carbonee il petrolio.Due anni dopo seppi che il Professor Ferrettistava formando un gruppo <strong>di</strong> giovani per realizzareun reattore nucleare <strong>di</strong> tipo sperimentale.Andai da lui e gli chiesi se potevo far parteanch'io <strong>di</strong> quel gruppo. Ferretti mi guardoÁ sorpreso:vi<strong>di</strong> un sorriso un po' sarcastico sul suovolto. Prese un libro americano sui reattori nucleari,appena uscito, cercoÁ alcuni problemi, riportatiin fondo ai primi capitoli, e mi <strong>di</strong>sse:«Se eÁ in grado <strong>di</strong> risolvere questi problemi miha sempre dato del «Lei»), come tesi Le daroÁ laprogettazione neutronica del reattore che inten<strong>di</strong>amocostruire».Dopo un paio <strong>di</strong> mesi ritornai con le soluzioni.Un anno dopo mi laureai con Ferretti e Pierantonicon una tesi sulla progettazione neutronicadel reattore RB1 Reattore Bologna 1)che si sarebbe costruito nel realizzando CentroNucleare <strong>di</strong> Montecuccolino.Molti dei neutroni erano stati salvati dallefauci dei draghi. Il reattore RB-1 comincioÁ afunzionare il 14 <strong>di</strong> agosto del 1962.RICORDI DI UN VECCHIO STUDENTEETTORE VERONDINIDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna e INFN, Sezione <strong>di</strong> BolognaNon eÁ facile parlare <strong>di</strong> una persona comeGianni Puppi la cui presenza mi ha accompagnatoin tutta la mia vita <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong>insegnamento dandomi, sempre e comunque,consigli, in<strong>di</strong>cazioni e affettuosi rimproveri. MilimiteroÁ quin<strong>di</strong> a qualche breve ricordo, nellaconsapevolezza che, comunque, l'assenza <strong>di</strong> untale maestro e amico non potraÁ che pesare alungo nei cuori <strong>di</strong> tutti coloro che ebbero il privilegio<strong>di</strong> essergli vicino.Lo conobbi, da studente, nel novembre del1958 quando seguivo il corso <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Sperimentalebiennale) <strong>di</strong> cui era titolare. PiuÁ tar<strong>di</strong>mi avrebbe spiegato che aveva esitato moltoprima <strong>di</strong> decidersi a tenere quel corso, poiche ,pensava, occorresse avere maturato una grandeesperienza per affrontare studenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>versaformazione, con <strong>di</strong>verse motivazioni, generalmentepoco preparati in fisica, studenti a cuiera necessario inculcare i principi metodologicie i concetti <strong>di</strong> base della <strong>di</strong>sciplina. Molto piuÁsemplice, <strong>di</strong>ceva, era lavorare con studenti delterzo o quarto anno che ormai avevano acquisitouna base culturale omogenea. Per questo, concludeva,ho voluto aspettare <strong>di</strong> avere una certaetaÁ per affrontare gli studenti piuÁ giovani.Queste poche parole fanno capire l'importanzache Puppi attribuiva all'insegnamento:non un'attivitaÁ secondaria, ma la destinazionenaturale, la ricaduta ovvia, dell'attivitaÁ <strong>di</strong> ricerca.In questo amava ricordare come EnricoFermi preparasse minuziosamente le sue lezioni,annotando una serie <strong>di</strong> appunti, molti deiquali furono anche pubblicati.Nonostante le numerose sollecitazioni ricevute,Gianni Puppi non scrisse mai un manuale <strong>di</strong><strong>Fisica</strong>: sentiva il rischio, probabilmente, <strong>di</strong> unacristallizzazione nella presentazione degli argomenti.Il suo modo <strong>di</strong> far lezione era piuttosto un<strong>di</strong>alogo con gli studenti, cosicche i percorsi perarrivare ai risultati erano <strong>di</strong> volta in volta <strong>di</strong>versi;si assumeva il compito <strong>di</strong> «guidare» piuÁ chequello <strong>di</strong> presentare veritaÁ co<strong>di</strong>ficate; preferivadare gli strumenti per capire cosicche ciascunopotesse utilizzarli secondo le proprie necessitaÁ .Questo modo <strong>di</strong> essere «maestro» non potevaessere fissato in una pagina.Dopo la laurea, continuai con il mio relatorePietro Bassi) a progettare un esperimento permisurare la «scattering length» neutrone-neutrone:ricordo che spesso, <strong>di</strong> fronte a qualcheproblema o a qualche incertezza, Bassi <strong>di</strong>ceva17


18«sentiamo da Puppi». Andavamo nel suo stu<strong>di</strong>oe gli illustravamo brevemente il problema. Scopriiallora la straor<strong>di</strong>naria capacitaÁ <strong>di</strong> GianniPuppi <strong>di</strong> riformulare i problemi in modo che lasoluzione o la via per la soluzione) seguissepressoche naturalmente.Le apparenti semplificazioni che introducevanei suoi ragionamenti nascevano dalla sua capacitaÁ<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare rapidamente gli elementi o iparametri) critici della questione e <strong>di</strong> ri<strong>di</strong>segnareil quadro evidenziando il ruolo da essi giocato.Questa era la stessa lezione che impartivacontinuamente ai suoi studenti: mai perdere <strong>di</strong>vista gli elementi chiave, mai affrontare dettaglisenza avere prima capito lo schema essenziale.E questa era la ragione per cui nelle sue lezioniraramente comparivano dei calcoli, comedel resto nei suoi lavori scientifici.«Ve<strong>di</strong> Ð mi <strong>di</strong>sse una volta Ð qualcuno credeche maneggiando la matematica si possa ottenerequalche buon risultato. In realtaÁ la matematicaproduce sempre, in forma <strong>di</strong>versa, quellocheleeÁ stato messo dentro. EÁ molto piuÁ utilecercare <strong>di</strong> capire bene che cosa stai mettendoglidentro. Se ci riesci, il resto non aggiunge nulla».Una volta che fummo entrambi membri <strong>di</strong> unacommissione <strong>di</strong> dottorato, si preoccupoÁ molto,nella preparazione delle prove, <strong>di</strong> consentire aciascun can<strong>di</strong>dato <strong>di</strong> esprimere la propria preparazione,quale che fosse il campo <strong>di</strong> ricerca incui lavorava. «La fisica eÁ tutto» amava ripetere,e in effetti, nella sua vita, <strong>di</strong>ede avvio alle attivitaÁpiuÁ <strong>di</strong>sparate, dalla ra<strong>di</strong>oastronomia alla fisicadello stato solido, dai sistemi complessi alla fisicadei reattori nucleari pochi ricordano ilruolo determinante da lui avuto nella costruzionedel Laboratorio <strong>di</strong> Ingegneria Nucleare <strong>di</strong>Monte Cuccolino), dalla geofisica alla climatologia,al calcolo automatico.A noi, un po' piuÁ giovani, che abbiamo de<strong>di</strong>catola nostra vita a settori molto piuÁ ristretti, lasua versatilitaÁ sembrava un po' <strong>di</strong>spersiva. Essaera in realtaÁ l'espressione <strong>di</strong> una curiositaÁscientifica onnivora: una volta in<strong>di</strong>viduato ilcuore <strong>di</strong> un problema, Gianni affidava ad altri <strong>di</strong>cui aveva stima il compito <strong>di</strong> svilupparlo ed,eventualmente, <strong>di</strong> lavorare alle strutture persviluppare la ricerca. CosõÁ fuconEnzoBoschiper la geofisica, con Giancarlo Setti per l'astrofisica,con Marcello Ceccarelli per la ra<strong>di</strong>oastronomia,con Nino Zichichi per la fisica subnuclearee con tanti altri, cui, comunque maifece mancare il suo prezioso appassionato consiglio.La sua presenza continua dunque nei suoi allievie nelle attivitaÁ che ancor oggi si svolgonograzie alla sua visione anticipatrice e scevra <strong>di</strong>pregiu<strong>di</strong>zi.L'ARRIVO DI PUPPI A BOLOGNACESARE MORONIDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna e INFN, Sezione <strong>di</strong> BolognaLa presenza <strong>di</strong> Puppi nell'Istituto <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> <strong>di</strong>Bologna risale al 1951. A quel tempo frequentavoil 2ë anno del Corso <strong>di</strong> Laurea in <strong>Fisica</strong>.L'Istituto aveva allora <strong>di</strong>mensioni moltomodeste. Il corpo docente non superava le <strong>di</strong>eciunitaÁ e doveva far fronte a un notevole carico<strong>di</strong>dattico essendo, all'epoca, i corsi <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>Generale frequentati da una platea eterogenea<strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong> studenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse facoltaÁ ecorsi<strong>di</strong> laurea, dei quali quelli <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> erano unapercentuale insignificante. Ricordo infatti che,nel 1950, eravamo sei matricole a frequentare lelezioni. Non abbiamo mai incontrato studentidel secondo anno. Forse non ne esistevano. Icontenuti dei corsi del primo biennio risultavano,percioÁ , piuÁ propedeutici ai percorsi <strong>di</strong>stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> altri corsi <strong>di</strong> laurea che non al nostro.L'attivitaÁ <strong>di</strong> ricerca, anche quella sperimentale,era limitata a qualche iniziativa in<strong>di</strong>viduale o <strong>di</strong>pochi.


L'anno in cui ebbi il primo incontro con Puppifu il 1953. Seguivo le sue lezioni <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Superiore.Fin dall'inizio ebbi la sensazione <strong>di</strong> avere<strong>di</strong> fronte il portatore <strong>di</strong> un para<strong>di</strong>gma nuovo rispettoa quelli su cui si erano basati, fino a quelmomento, sia il carattere delle lezioni che i lorocontenuti. Egli si esprimeva inoltre in uno stileespositivo affascinante che non mi era mai capitato<strong>di</strong> incontrare prima. La mia impressioneera del resto largamente con<strong>di</strong>visa.In altri contributi <strong>di</strong> questa raccolta sono statidescritti, meglio <strong>di</strong> quanto non possa fare io, ivari aspetti in cui tale qualitaÁ si eÁ andata articolandonel tempo. Voglio solo aggiungere che ilsuo insegnamento ha avuto l'effetto <strong>di</strong> allargareil nostro orizzonte culturale al punto <strong>di</strong> trasformarelo stu<strong>di</strong>o, da fatica necessaria al conseguimento<strong>di</strong> un titolo, a sorgente <strong>di</strong> entusiasmoper la conoscenza in quanto tale.Ho cercato <strong>di</strong> sintetizzare come la personalitaÁ<strong>di</strong> Puppi era percepita dagli studenti del miotempo. Nel 1954 Puppi <strong>di</strong>venne <strong>di</strong>rettore dell'Istituto<strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> e la sua azione per lo sviluppodella ricerca nell'Istituto mise subito in luce lesue qualitaÁ , oltre che <strong>di</strong> ricercatore, anche <strong>di</strong><strong>di</strong>rigente. Di queste sue qualitaÁ io sono stato fracoloro che hanno potuto beneficiare, prima peraverlo avuto come relatore <strong>di</strong> tesi, poi comeguida e sostegno nell'attivitaÁ <strong>di</strong> ricerca.La tesi che ho <strong>di</strong>scusso con Puppi nel 1955,riguardava la misura dello spettro <strong>di</strong>fferenzialedei mesoni m della ra<strong>di</strong>azione cosmica. L'interesseper i raggi cosmici era molto alto nell'imme<strong>di</strong>atodopoguerra, in particolare in Italia,sia per l'attivitaÁ svolta in questo campo da BrunoRossi, maestro <strong>di</strong> Puppi, a Padova e al MIT, siaper il celebre esperimento <strong>di</strong> Conversi, Pancini ePiccioni i quali, me<strong>di</strong>ante misure sulla componentemesonica della ra<strong>di</strong>azione cosmica, <strong>di</strong>mostrarono,da un lato, che il mesone m non era,come si era creduto per un certo tempo, laparticella <strong>di</strong> Yukawa, e dall'altro, che i raggicosmici potevano essere un valido ed economico)mezzo <strong>di</strong> indagine sulle proprietaÁ delleparticelle elementari.Per queste ragioni Puppi mi convinse ad accettareuna borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o presso l'Istituto <strong>di</strong><strong>Fisica</strong> <strong>di</strong> Padova dove egli aveva lavorato e doveera operante una stazione <strong>di</strong> registrazione continuadell'intensitaÁ dei raggi cosmici.Intanto a Bologna Puppi aveva avviato unitamentea Protogene Veronesi, docente dell'Istitutoe consigliere comunale, intensi rapporticolSindacoelaGiuntaalfine<strong>di</strong>sensibilizzarequest'ultima sull'interesse della CittaÁ e del Paeseallo sviluppo della ricerca nucleare fondamentalee delle sue applicazioni pacifiche. L'iniziativaebbe esito positivo. Nel febbraio del1956 il consiglio comunale <strong>di</strong> Bologna, dopoaver ascoltato una relazione sull'argomentonella quale Puppi <strong>di</strong>ede il meglio <strong>di</strong> se ,<strong>di</strong>scusseuna proposta della Giunta che prevedeva un finanziamento<strong>di</strong> 500 milioni <strong>di</strong> lire in <strong>di</strong>eci anni afavore dell'Istituto <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>. Nella <strong>di</strong>scussioneche seguõÁ, un consigliere ricordoÁ al Sindaco chel'entitaÁ dello stanziamento avrebbe potuto ritardarela realizzazione dell'aeroporto <strong>di</strong> Bologna.La risposta del Sindaco fu che l'aeroportopoteva aspettare. Il Consiglio Comunale votoÁ laproposta all'unanimitaÁ .Per l'Istituto <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> ebbe inizio quell'esaltanteperiodo <strong>di</strong> nascita e sviluppo delle attivitaÁche hanno caratterizzato la sua storia successiva.Fu in questa circostanza che, chiamato daPuppi, rientrai a Bologna nell'autunno del 1956per realizzare il telescopio <strong>di</strong> contatori per raggicosmici col quale l'Istituto <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> bologneseavrebbe partecipato all'Anno Geofisico Internazionaleche sarebbe iniziato nel 1957. Unadescrizione del telescopio si puoÁ leggere nelcontributo <strong>di</strong> Galli e Cecchini.Restai a far parte del gruppo Raggi Cosmicifino a tutto il 1958. Mi de<strong>di</strong>cai poi ad attivitaÁ <strong>di</strong>ricerca nel campo della <strong>Fisica</strong> Nucleare conqualche sortita nel campo delle particelle elementari.Ma questi sono episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> caratterepersonale.Credo, invece, che sia interessante conoscerequali ripercussioni ebbe in campo nazionale lascelta politica del Comune <strong>di</strong> Bologna. La notiziaebbe notevole rilevanza sulla stampa deltempo e in <strong>di</strong>versi e<strong>di</strong>toriali venne sottolineato ilfatto singolare che l'iniziativa <strong>di</strong> un comune sisostituisse a quella dello stato in un settore <strong>di</strong>sua <strong>di</strong>retta competenza. Il governo centralevenne quin<strong>di</strong> aspramente criticato per la sualatitanza.L'opera <strong>di</strong> Puppi fu importante quin<strong>di</strong> nonsolo per l'Istituto bolognese, ma servõÁ anche amuovere le acque a favore della ricerca a livellonazionale. Ebbe inizio infatti, a partire da quell'anno,una fase <strong>di</strong> maggiore attenzione dellostato per la ricerca, che portoÁ al consistentesviluppo <strong>di</strong> enti quali, per citarne alcuni, l'INFN,il CNRN poi <strong>di</strong>venuto CNEN e quin<strong>di</strong> ENEA e ilCNR, che fino a quel momento avevano operatoin con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> grave <strong>di</strong>fficoltaÁ .19


GIANNI PUPPI E LA FISICA DEI RAGGI COSMICI A BOLOGNAMENOTTI GALLIDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> BolognaSTEFANO CECCHINIIASF/INAF e INFN, Bologna20Negli anni '40-'50 del secolo scorso la fisicadei raggi cosmici ha rappresentato la ricerca <strong>di</strong>punta delle scienze naturali, ed eÁ in questocampo che Gianni Puppi svolge la sua attivitaÁ siain campo teorico che sperimentale. I suoi contributiriguardano l'eccesso positivo della ra<strong>di</strong>azionecosmica, i processi <strong>di</strong> generazione inatmosfera ed il bilancio energetico.A questo ultimo argomento Gianni Puppi riservatre lavori che trovano notevole interessenella comunitaÁ dei raggi cosmici 1 ). In essi egliaffina <strong>di</strong> volta in volta, sulla base <strong>di</strong> nuovi datisperimentali, i calcoli del bilancio tra potenzaall'ingresso dell'atmosferaterrestreeilflusso<strong>di</strong>energia <strong>di</strong>ssipato dalle varie componenti secondarienell' atmosfera. Il concetto <strong>di</strong> base eÁsemplice: data la notevole coerenza <strong>di</strong>rezionaletra ra<strong>di</strong>azione primaria e ra<strong>di</strong>azione secondaria,il bilancio energetico permette, se si conosceanche l'energia trasportata dalla primaria, <strong>di</strong>controllare se effettivamente si abbia una descrizionesod<strong>di</strong>sfacente <strong>di</strong> tutta la fenomenologia.Tra i vari punti che egli cerca <strong>di</strong> raffinare vieÁ quello che riguarda la trattazione delle per<strong>di</strong>te<strong>di</strong> energia per <strong>di</strong>sintegrazioni nucleari, soprattuttoalle basse energie. Su questo aspettolavora anche con Menotti Galli al quale assegna,per la Laurea in <strong>Fisica</strong> dell'anno accademico1951-52 a Bologna, una tesi dal titolo «Diffusionedei neutroni nell'atmosfera».Di questa attivitaÁ sono stati conservati daGalli due quaderni manoscritti in cui GianniPuppi elaborava i calcoli del bilancio energeticodelle varie componenti e ne stu<strong>di</strong>ava l'andamentoin funzione della latitu<strong>di</strong>ne terrestre ve<strong>di</strong>fig. 1).Naturalmente il problema eÁ quello <strong>di</strong> condurreosservazioni ed esperimenti che possano contribuiread una maggiore comprensione dellefenomenologia dei raggi cosmici in atmosfera,tenendo presente i requisiti <strong>di</strong> accuratezza necessari.Dopo la tesi, nel 1953, Galli viene inviato perun anno all'UniversitaÁ del Maryland, presso l'a-Fig. 1. ± Dal quaderno <strong>di</strong> Puppi, con i calcoli del bilancio energetico dei raggi cosmici.


mico Fred Singer, un pioniere dell'era spaziale,il primo a proporre un satellite scientifico ÐMOUSE Ð per lo stu<strong>di</strong>o dell'alta atmosfera e deiraggi cosmici. Infatti Gianni Puppi era moltointeressato alla possibilitaÁ <strong>di</strong> ottenere informazionisui raggi cosmici primari per migliorare leconoscenze sulle reazioni nucleari da questiprodotte.Nel frattempo aveva preso corpo l'AnnoGeofisico Internazionale IGY Ð InternationalGeophysical Year) il cui scopo era ottenereinformazioni sui fenomeni dell'alta atmosfera edei raggi cosmici durante il perodo del massimo<strong>di</strong> attivitaÁ solare 1957-58. Queste attivitaÁdovevano svolgersi durante il periodo <strong>di</strong> 18mesi dal 1 luglio 1957 al 31 <strong>di</strong>cembre 1958.Questo dette grande impulso allo sviluppodella ricerca sui raggi cosmici a Bologna. Puppispinge Galli ad utilizzare dei tubi Geiger-MullerGM) <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, sviluppati dalgruppo <strong>di</strong> Padova, per misure continue <strong>di</strong> intensitaÁdei raggi cosmici al suolo.Contalitubifucostruitountelescopiocubico.Il contatore era costituito da 3 piatti <strong>di</strong>tubi GM della lunghezza <strong>di</strong> 1 m e <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong>5 cm ciascuno. Ogni piatto era composto <strong>di</strong> 20tubi ed il piatto centrale era posto a 20 cm <strong>di</strong><strong>di</strong>stanza da quello superiore. I 3 piani eranomessi in coincidenza con un circuito alla Rossicon <strong>di</strong>o<strong>di</strong> <strong>di</strong> germanio. L'acquisizione dei datiera fatta me<strong>di</strong>ante fotografia <strong>di</strong> 3 numeratorinumerici che raccoglievano gli impulsi dellecoincidenze ogni 15 min. L'intero apparecchioera situato nei sotterranei dell'Istituto «A. Righi»<strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> dell'UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna. Essorisultava schermato lungo la verticale da circa1,8 m <strong>di</strong> acqua equivalente w.e.) <strong>di</strong> materialemurario e esternamente da circa 4 m.w.e. dellostesso materiale. Con questo apparato si poteronostu<strong>di</strong>are le variazioni temporali dell'intensitaÁconnesse a manifestazioni dell'attivitaÁsolare. Fu da subito chiaro, peroÁ ,chetalerivelatoreera poco adatto allo stu<strong>di</strong>o delle variazionirapide dell'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> minuti) dell'intensitaÁ.Fu pertanto avviato lo sviluppo <strong>di</strong> nuovicontatori. Il primo, messo in funzione nelmarzo 1958, fu un contatore a scintillatore liquido<strong>di</strong> 0,80 m 2 <strong>di</strong> superficie sensibile. Il contatoreera costituito da un recipiente cilindrico<strong>di</strong> 15 cm d'altezza e 0,80 m 2 <strong>di</strong> sezione, imbullonatocon una volta semisferica provenientedal residuato <strong>di</strong> una mina). Le pareti interneerano rivestite da uno strato <strong>di</strong> smalto biancoFig. 2. ± Il primo scintilatore plastico prodotto nell'Istituto<strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> <strong>di</strong> Bologna A. Righi nel 1959 dalGruppo Raggi Cosmici.opacizzato. Un foro circolare del <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong>12 cm nella parte piuÁ alta della semisfera erachiuso dal fotocatodo <strong>di</strong> un fotomoltiplicatore6099B EMI. Nella scodella cilindrica si trovavauno strato <strong>di</strong> 10 cm <strong>di</strong> scintillatore liquido compostodatoluolo:p-terfenile:POPOP:1.4-bis-2-5-fenilossiazolil))-benzolo1 kg5 g75 mgPer costruire contatori sicuri, <strong>di</strong> facile costruzionee <strong>di</strong> lunga durata, ci si orientoÁ allacostruzione ed uso <strong>di</strong> scintillatori plastici fig.2). Infatti l'uso del toluolo, che eÁ abbastanzaeconomico, eÁ sconsigliabile perche facilmenteinfiammabile, velenoso e <strong>di</strong>fficile da mantenereallo stato puro per il suo alto potere solvente.Si pensoÁ quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> introdurre l'uso dello stirolopolimerizzato seguendo l'esperienza del grupporaggi cosmici del MIT, <strong>di</strong> cui si conoscevanole caratteristiche anche tramite P. Bassi cheera stato negli USA e con G. Clarkaveva iniziatoil programma sullo stu<strong>di</strong>o dei gran<strong>di</strong>sciami atmosferici.Allo scopo si costruõÁ presso l'Istituto un impiantoper la costruzione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> quantitaÁ <strong>di</strong>21


scintillatore plastico al polistirolo la cui composizioneerastirolo:p-terfenile:POPOP:1 kg1 0 g0,3 gDa questo impianto furono prodotti i moduliper il rivelatore per muoni posto sul tetto dell'Istitutoche rimase in funzione fino alla metaÁdegli anni '80. L'impianto fu poi sfruttato dall'INFNper costruire gli scintillatori plastici utilizzatiin vari esperimenti al CERN e a Frascati.Gianni Puppi si eÁ occupato anche <strong>di</strong> aspettiastrofisici dei raggi cosmici 2 ).Negli anni 1994-1999 il Gruppo Raggi Cosmici<strong>di</strong> Bologna conduceva ricerche ed osservazionisulla componente «mollissima» dei raggi cosmicia <strong>di</strong>verse latitu<strong>di</strong>ni ed altezze me<strong>di</strong>anterivelatori a scintillazione con cristalli <strong>di</strong> NaI. Inquel periodo accadeva che si incontrasse Puppiin Dipartimento. Come sua abitu<strong>di</strong>ne Gianni siinformava sulle ricerche in atto e sui risultati.Una volta, ci rivolse l'incitamento a rifare e ricontrollarei suoi risultati sul bilancio energetico,anche me<strong>di</strong>ante l'ausilio dei nuovi meto<strong>di</strong> estrumenti <strong>di</strong> calcolo elettronico e delle nuoveconoscenze sulle particelle elementari: non eracontento <strong>di</strong> avere lasciato dei calcoli che nontornavano completamente.Da allora le attivitaÁ <strong>di</strong> ricerca sui raggi cosmicisono continuate utilizzando rivelatori via via piuÁcomplessi, sia in superficie che in alta quota,nello spazio e sottoterra.Bibliografia1) G. PUPPI eN.DALLAPORTA, Progress in Cosmic RayPhysiscs,vol. I North Holland, Amsterdam) 1951, cap. VI.G. PUPPI, Suppl. Nuovo Cimento 10 1953) 115.G. PUPPI, Progress in Cosmic Rayand Particle Physiscs,vol. III North Holland, Amsterdam) 1951, cap. VI.2) G. PUPPI,G.SETTI eL.WOLTJER, Nuovo Cimento, 45 1966)252.RELAZIONIDIDISPERSIONEPIONE-NUCLEONEE LA «PUPPI-STANGHELLINI DISCREPANCY»22LUCIANO BERTOCCHIDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Teorica, UniversitaÁ <strong>di</strong> Trieste e INFN, Sezione <strong>di</strong> TriesteNell'anno accademico 1955/56 piuÁ <strong>di</strong> 50 annifa!) stavo frequentando a Bologna il quarto annodel Corso <strong>di</strong> Laurea in <strong>Fisica</strong>.Tre erano stati i docenti che avevano caratterizzatomaggiormente il mio corso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>:Protogene Veronesi nel corso <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> 1 allaprima lezione si era presentato in aula con il camicebianco ed una canna <strong>di</strong> bambuÁ ; appoggiata lacanna nell'angolo dell'aula, aveva esor<strong>di</strong>to cosõÁ:«questo eÁ un sistema <strong>di</strong> assi cartesiani, e questo eÁun vettore». Magistrale!); Giuseppe Cocconi, chestava tenendo a noi studenti del quarto anno uncorso allora modernissimo <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Nucleare peroltre trent'anni ho tenuto a Trieste un corso <strong>di</strong><strong>Fisica</strong> Nucleare modellato su quello <strong>di</strong> Cocconi,anche se ovviamente aggiornato e modernizzato).E, appunto, Giampiero Puppi, che al terzo annoaveva tenuto un corso <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Superiore, checopriva l'elettro<strong>di</strong>namica classica, la relativitaÁ equella che in seguito sarebbe <strong>di</strong>ventata l'astrofisica,nel suo stile inimitabile: enunciare uncerto numero <strong>di</strong> evidenze sperimentali, dedurnedegli andamenti fenomenologici, e da questi trarrela legge fondamentale.Puppi, arrivato a Bologna nell'anno accademico1954/55, era per tutti il «Professore» questo nostroatteggiamento era criticato da JackSteinberger,che entrando in istituto salutava il portierecon un cerimonioso «Buongiorno, Brovesore»);ma era anche la sola persona a Bologna che fosseal corrente degli sviluppi del momento nella fisicadelle particelle; quando ritornava dalla Conferenza<strong>di</strong> Rochester, raccontava a tutto l'Istitutoquali erano stati gli argomenti piuÁ salienti ricordoancora la frase «gli ultimi risultati sulla catenascattering length, atomi mesici, fotoproduzione»,anche se io ovviamente non ero in grado <strong>di</strong> apprezzarele novitaÁ).Volevo fare una tesi in <strong>Fisica</strong> Teorica; Ferrettinon si era ancora trasferito a Bologna, e quin<strong>di</strong> la


scelta ovvia era <strong>di</strong> andare a parlare con il Professore,in questo anche spinto fortemente daAntonio Stanghellini, che si era laureato poco piuÁ<strong>di</strong> un anno prima, e che con Puppi collaborava. SePuppi mi avesse accettato, sarei stato il primolaureando <strong>di</strong> Puppi a Bologna! Un onore, ma ancheun onere!In quel momento la convinzione generale erache se si fosse capita a fondo la risonanza 3/2-3/2pione-nucleone si sarebbe fatto un passo decisivonella comprensione della <strong>Fisica</strong> delle Particelleal momento, era l'unica risonanza conosciuta...).La teoria piuÁ <strong>di</strong>modaeralateoria<strong>di</strong>Chew e Low della sorgente fissa, una teoria approssimatache aveva ovviamente delle limitazioni.Puppi, dopo aver guardato il mio libretto, mi<strong>di</strong>sse che i fisici iniziavano a occuparsi <strong>di</strong> relazioniesatte, le «Relazioni <strong>di</strong> Dispersione», basate solosul principio <strong>di</strong> causalitaÁ, relazioni che collegavanola parte reale e la parte immaginaria delleampiezze <strong>di</strong> scattering. Le uniche in<strong>di</strong>cazioni chemi <strong>di</strong>ede, furono la bibliografia del lavoro <strong>di</strong> Kramersdel 1932!), e <strong>di</strong> un preprint <strong>di</strong> Toll.Al lavoro! Stu<strong>di</strong>are in tedesco) la formulazione<strong>di</strong> Lehmann Symanzike Zimmermanndella teoria dei campi, cercare articoli e testi <strong>di</strong>cicli <strong>di</strong> lezioni tenute in giro per il mondo sullerelazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione fra le quali degli appuntiscritti da Salam; come nel suo stile, esattele prime formule, esatte le ultime, piene <strong>di</strong> erroriquelle interme<strong>di</strong>e).Intanto Puppi e Stanghellini mettevano i numerinelle relazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione pione-nucleonescritte formalmente nel lavoro dettoGMO, Goldberger, Miyazawa, Oehme); gli ingre<strong>di</strong>entierano la parte reale dell'ampiezza <strong>di</strong>scattering in avanti ricavata dall'interferenzacon lo scattering coulombiano), l'integrale sullasezione d'urto totale legata alla parte immaginariadal teorema ottico) e la costante d'accoppiamento«rinormalizzata» pione-nucleone dovutaal polo del nucleone).L'integrale sulla sezione d'urto era quello checreava maggiori problemi; non esistevano i calcolatorielettronici, solo le macchine da tavolo«elettromeccaniche» Monroe e Friden), e gliintegrali venivano calcolati «a mano» usando ilmetodo <strong>di</strong> Simpson della «Signora Simpson»,come <strong>di</strong>ceva umoristicamente Puppi, in onoredella moglie dell'ex re <strong>di</strong> Gran Bretagna).Io, oltre a stu<strong>di</strong>are la teoria, davo una manoad Antonio nei calcoli numerici. Lo scopo eraquello <strong>di</strong> ricavare il valore della costante <strong>di</strong> accoppiamentodalle due relazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersionein<strong>di</strong>pendenti o per le <strong>di</strong>ffusioni del pione positivoe <strong>di</strong> quello negativo, o equivalentemente perle ampiezze simmetrica e antisimmetrica nellospin isotopico). Se tutto funzionava, i due valoriper la costante <strong>di</strong> accoppiamento avrebberodovuto coincidere entro gli errori.Ma dai calcoli emergeva un risultato strabiliante:i valori delle costanti <strong>di</strong> accoppiamentoricavati dalle due relazioni in<strong>di</strong>pendenti erano<strong>di</strong>versi! In altre parole, se invece si fissava ununico valore per la costante <strong>di</strong> accoppiamento,la parte reale misurata non coincideva con ilvalore ricavato dall'integrale sulle sezioni d'urto,ben al <strong>di</strong>fuori delle pur gran<strong>di</strong> barre <strong>di</strong> errore!Questo risultato, pubblicato solo nel 1957dopo innumerevoli controlli Nuovo Cimento 5,1305 1957), intanto era apparso nel dattiloscrittodella mia tesi <strong>di</strong> laurea, sostenuta il 28novembre del 1956) mise in subbuglio la comunitaÁdei fisici.Nasceva il termine «Puppi-Stanghellini Discrepancy».Era forse dovuta ad una violazione dello spinisotopico? sia i pioni che il protone hanno caricaelettrica...). No; un calcolo fatto a Cataniada Ago<strong>di</strong> e Cini mostrava che l'effetto non erasufficiente a spiegare la <strong>di</strong>screpanza. Ma alloraera forse violata la causalitaÁ ?La <strong>di</strong>screpanza <strong>di</strong> Puppi e Stanghellini sembroÁscrollare i fondamenti della teoria delle particelleelementari; per parecchi anni la «<strong>di</strong>screpanza<strong>di</strong> Puppi e Stanghellini» rimase unmistero irrisolto.Solo molti anni dopo, misure piuÁ precise della<strong>di</strong>pendenza dall'energia della sezione d'urto totaledei pioni negativi sul protone ad energiesotto la risonanza 3-3 permisero <strong>di</strong> verificare consufficiente precisione le relazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersionefino ad energie <strong>di</strong> qualche centinaio <strong>di</strong> MeV;l'errore era stato <strong>di</strong> chi nella misura delle sezionid'urto totali aveva preso elettroni per pioni...23


icevuto in seguito il premio Nobel: DonaldGlaser nel 1960 per la camera a bolle, JackSteinberger e Melvin Schwarz nel 1988 per aversviluppato un metodo per produrre fasci <strong>di</strong>neutrini d'alta energia che avrebbero reso possibilela scoperta del neutrino muonico, MartinPerl nel 1995 per la scoperta del tau.L'indagine sulla non conservazione della paritaÁnei deca<strong>di</strong>menti degli iperoni era indubbiamentelacosapiuÁinteressante che si potessecompiere su quel film. C'era, naturalmente,qualcos'altro a cui guardare: per cominciare, lacosa piuÁ ovvia: l'analisi della <strong>di</strong>ffusione elasticap ‡ p all'energia del fascio; e, poiche questagarantiva un'energia sufficiente nel centro <strong>di</strong>massa, della produzione singola <strong>di</strong> pioni. Questistu<strong>di</strong> furono condotti inizialmente da un gruppomisto Bologna-Trieste, con la collaborazione,nella sede bolognese, <strong>di</strong> Leo Lavatelli, dell'UniversitaÁdell'Illinois a Urbana, in seguito daun ristretto gruppo, tutto bolognese, guidato daWaloschek. Avendo partecipato a queste ricerche,prima come laureando, poi come borsistaINFN, ricordo che Puppi non partecipoÁ in questafase al lavoro <strong>di</strong> routine, ma che esercitoÁ unruolo costante <strong>di</strong> stimolo e <strong>di</strong> controllo.Nel marzo 2003 si tenne a Bologna, pressol'Accademia delle Scienze, il meeting «30Years of Bubble Chamber Physics». I trent'anni,beninteso, erano quelli successivi all'invenzione<strong>di</strong> Glaser. Dell'ampio Comitato Scientificofacevano parte due dei firmatari dell'articoloche ho appena ricordato, Italo Mannelli e JackSteinberger. In quella occasione furono rievocati,in particolare, quegli anni. Nell'occasionePedro Waloscheke Valeria Alles-Borelli riferironosulle attivitaÁ del gruppo <strong>di</strong> Bologna. Glistessi, con Giorgio Giacomelli, fornirono dettaglisu <strong>di</strong> un altro aspetto interessante <strong>di</strong> queltipo <strong>di</strong> ricerca, riguardante il periodo del suoavvio: il suo carattere artigianale. WaloschekricordoÁ che la ricostruzione stereografica deglieventi, basata su tre visioni, era fatta a mano,usando righe e curvilinei, su carta da <strong>di</strong>segno sucui era proiettata l'immagine. I proiettori eranoun prodotto collaterale delle attivitaÁ <strong>di</strong> PietroBassi e del suo gruppo, che avevano costruitouna piccola camera a bolle e preparato un'attrezzaturaper analizzare le immagini. MarcelloCeccarelli avrebbe poi inventato, sempre a Bologna,il <strong>di</strong>gitalizzatore <strong>di</strong>gitizer) che sarebbe<strong>di</strong>ventato noto come il «mangiaspago», o alternativamentecome il «trastullometro». I calcolisi facevano con regoli, sfere <strong>di</strong> Wulff e calcolatricielettromeccaniche da tavolo. Valeria Alles-BorellisottolineoÁ che questi meto<strong>di</strong> e strumenti,cosõÁ primitivi se confrontati con quellisofisticati e rapi<strong>di</strong> che li avrebbero sostituiti,risultavano peroÁ sufficientemente precisi, epermettevano <strong>di</strong> ottenere buoni risultati in25


eve tempo. Si passoÁ peraltro ben presto, comericordoÁ ancora Waloschek, alle schede perforatee al calcolatore IBM 650 del Centro <strong>di</strong>Calcolo della FacoltaÁ d'Ingegneria. GiacomellisottolineoÁ , a sua volta, il ruolo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namentoche fu assunto a Bologna dal CentroNazionale Analisi Fotogrammi CNAF) dell'INFN.Una fase «eroica» della fisica delle particelle?Forse no, ma certo una fase che merita <strong>di</strong> esserericordata.Bibliografia1) F. EISLER,R.PLANO,A.PRODELL,N.SAMIOS,M.SCHWARTZ,J.STEINBERGER, P.BASSI, V.BORELLI, G.PUPPI, H.TANAKA, P.WALOSCHEK, V.ZOBOLI, M.CONVERSI, P.FRANZINI, I.MAN-NELLI, R.SANTANGELO eV.S<strong>IL</strong>VESTRINI, «Demonstration ofparity nonconservation in hyperon decay», Phys. Rev.108 1957) 1353.IPRIMIESPERIMENTIDICAMERAABOLLEABOLOGNARedatto da VALERIA ALLES-BORELLI 1931-2004) nel 2003UniversitaÁ e INFN, Bologna26La Camera a Bolle eÁ stato un rivelatore affascinanteche ha permesso <strong>di</strong> visualizzare leparticelle cariche, <strong>di</strong> seguire il loro percorso, <strong>di</strong>vederle interagire o decadere. Anche l'emissione<strong>di</strong> particelle neutre instabili poteva essererivelata tramite i prodotti carichi <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento,cosõÁ come i gamma potevano essere vistitramite la loro materializzazione. Tutto questoosservando una sola fotografia che rappresentavail ricordo visivo <strong>di</strong> cioÁ che era successo,nel volume sensibile della camera, durantel'espansione.La CB poteva essere paragonata alla camera<strong>di</strong> Wilson, con il vantaggio peroÁ <strong>di</strong> avere comerivelatore, al posto <strong>di</strong> un vapore, un liquido, piuÁdenso del vapore, che poteva essere idrogeno.Dopo la messa a punto <strong>di</strong> un piccolo prototipo<strong>di</strong> CB da parte dell'inventore e premio Nobel D.A. Glaser UniversitaÁ <strong>di</strong> Michigan), in vari laboratori,anche italiani, inizioÁ la costruzione <strong>di</strong>camere a bolle operative e <strong>di</strong> mezzi per l'analisidelle fotografie.All'UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna venne costruito unapparecchio per proiettare le fotografie <strong>di</strong> CB,adatto alla ricerca delle interazioni ed alla loroanalisi. Nel 1956 arrivarono a Bologna le primebobine <strong>di</strong> fotografie da esaminare. Era una tecnicanuova, anche se altre tecniche visive l'avevanopreceduta. Le fotografie analizzate all'UniversitaÁ<strong>di</strong> Bologna provenivano dalla esposizione<strong>di</strong> una Camera a Bolle a propano 12 in.<strong>di</strong>am. 8 in. profon<strong>di</strong>taÁ )adunfascio<strong>di</strong>pioninegativi con energie <strong>di</strong> 910, 960 e 1200 MeV.Lo scopo principale dell'esperimento era la<strong>di</strong>mostrazione sperimentale della non conservazionedella paritaÁ nel deca<strong>di</strong>mento degliiperoni, predetta teoricamente da T. D. Lee e C.N. Yang e <strong>di</strong>mostrata in tempo breve dalla collaborazionefra i seguenti laboratori:± Laboratorio <strong>di</strong> Brookhaven, Columbia UniversityJ. Steinberger): p ± <strong>di</strong> 960 MeV;±UniversitaÁ <strong>di</strong>MichiganD.A.Glaser);± UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna G. Puppi): p ± <strong>di</strong>910 MeV;± UniversitaÁ <strong>di</strong> Pisa M. Conversi): p ± <strong>di</strong>1200 MeV.Il gruppo <strong>di</strong> Bologna, molto affiatato ed entusiasta,elaboroÁ , in collaborazione con il gruppo <strong>di</strong>Pisa, un metodo <strong>di</strong> misura grafico che permise <strong>di</strong>ottenere risultati sod<strong>di</strong>sfacenti in breve tempo.Bisogna rilevare che, a quei tempi, per l'elaborazionedei dati, ci si poteva valere solo <strong>di</strong> carta, <strong>di</strong>matita, <strong>di</strong> archi <strong>di</strong> circonferenza e <strong>di</strong> calcolatricimeccaniche lente e ... rumorosissime. Questometodo, invero tecnicamente primitivo se confrontatocon i meto<strong>di</strong> successivi sofisticati e veloci,si riveloÁ tuttavia sufficientemente preciso perle esigenze <strong>di</strong> allora. Esso permise <strong>di</strong> ottenerebuoni risultati in breve tempo.Oltre alla <strong>di</strong>mostrazione della non conservazionedella paritaÁ nel deca<strong>di</strong>mento degli iperoni,vennero misurate sezioni d'urto, spin e vite me<strong>di</strong>e.


Solo in un secondo tempo l'UniversitaÁ <strong>di</strong> Bolognafu dotata <strong>di</strong> un computer IBM 650, allora«ultimo grido della moda». Dopo il suo onorevoleservizio, esso venne sostituito da un altrocon maggiore capacitaÁ <strong>di</strong> calcolo e poi via via daaltri sempre piuÁ potenti.I primitivi fogli <strong>di</strong> carta, che illustravano gli eventi,vennero anch'essi sostituiti da montagne <strong>di</strong> schedeperforate e da enormi pacchi <strong>di</strong> fogli stampati.Il punto debole della CB che, alla fine, fu lacausa del suo declino, eÁ stata la <strong>di</strong>fficoltaÁ <strong>di</strong> otteneresolo le fotografie delle interazioni che sidesideravano stu<strong>di</strong>are assenza <strong>di</strong> trigger).Questo fatto, unito ai problemi connessi al raggiungimento<strong>di</strong> energie sempre piuÁ elevate edalla ricerca <strong>di</strong> interazioni sempre piuÁ rare, creoÁil problema dell'enorme numero <strong>di</strong> fotografie daesaminare, anche se in modo automatico, tantoda dover escludere a priori la CB negli esperimenti<strong>di</strong> altissima energia e alta statistica.LA CAMERA A BOLLE NAZIONALE A IDROGENOSERGIO FOCARDIDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna e INFN, Sezione <strong>di</strong> BolognaNell'estate del 1956 il Consiglio <strong>di</strong>rettivodell'INFN approvoÁ una collaborazione fra cinquesezioni per la costruzione <strong>di</strong> una camera abolle a idrogeno liquido. L'accordo era checiascuna delle cinque sezioni Bologna, Padova,Pisa, Roma e Trieste) avrebbe partecipatocon un ricercatore fisico o ingegnere) e Puppi,che era allora il <strong>di</strong>rettore della sezione <strong>di</strong>Bologna, mise a <strong>di</strong>sposizione la sua sede per larealizzazione dell'impresa. A quell'epoca nonc'erano in funzione in Europa camere a bolle aidrogeno liquido: un gruppo del CERN a Ginevraera impegnato a costruire uno strumentodel genere con un <strong>di</strong>ametro dell'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>30 cm.La camera a bolle era stata inventata qualcheanno prima da Glaser che nel 1952 aveva realizzatoil primo prototipo funzionante con etere<strong>di</strong>etilico e ne aveva costruiti successivamentealtri impiegando come liquido il propano; giaÁ nel1953 Hildebrand e Nagle mostrarono la possibilitaÁ<strong>di</strong> utilizzare l'idrogeno liquido.La camera a bolle, potendo produrre piuÁeventi per la maggiore densitaÁ dei liqui<strong>di</strong> rispettoa quella dei gas, era destinata a sostituirele camere a nebbia, fino ad allora impiegatecome rivelatori <strong>di</strong> particelle cariche. L'impiegodell'idrogeno aveva inoltre il vantaggio che leinterazioni prodotte da particelle cariche avvenivanosu protoni anziche su nuclei complessi.L'apparente svantaggio, rispetto alla camera anebbia, <strong>di</strong> non poter comandare il processo <strong>di</strong>espansione per mezzo <strong>di</strong> contatori era compensatodal fatto che la camera a bolle sarebbe statadestinata a funzionare con fasci <strong>di</strong> particelleprodotte da macchine acceleratrici <strong>di</strong> cui si potevaconoscere con grande precisione l'istante<strong>di</strong> transito attraverso lo strumento.Nel settembre 1954 era stato costituito a Ginevrail CERN nei cui programmi rientrava larealizzazione <strong>di</strong> acceleratori, il primo dei quali, ilsincrociclotrone da 600 MeV, avrebbe iniziato afunzionare nel 1958.La decisione <strong>di</strong> costruire una camera a bolle aidrogeno liquido appare ancor oggi quanto maitempestiva tenuto conto anche del ritardo dell'Europarispetto agli Stati Uniti e della rapi<strong>di</strong>taÁcon cui la fisica progre<strong>di</strong>va oltre Oceano.La Camera a Bolle, Nazionale come fu denominata)ve<strong>di</strong> fig. 1) avrebbe dovuto permettereai gruppi interessati <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong>fotogrammi da analizzare, relativi a interazioni<strong>di</strong> particelle in idrogeno.Il gruppo <strong>di</strong>retto da Pietro Bassi, che aveva giaÁcostruito a Padova, la sede da cui proveniva,camere a bolle a propano, inizialmente fu costituitoda Cano, Focar<strong>di</strong>, Michelini e Saporettile cui se<strong>di</strong> originali erano Trieste, Pisa, Roma eBologna. Successivamente nel corso della realizzazionedel programma Cano e Michelini,avendo assunto altri impegni, vennero sostituitirispettivamente da Bertolini e Gialanella.27


Fig. 1. ± Camera a Bolle Nazionale a idrogeno liquido.Costruita a Bologna dal 1956 al 1958 da una collaborazionetra le sezioni INFN <strong>di</strong> Bologna, Padova,Pisa, Roma e Trieste.Puppi che aveva certamente ottenuto il preventivoparere favorevole <strong>di</strong> Bassi ad assumerela responsabilitaÁ dell'impresa fu essenziale perla riuscita dell'operazione: sostenne, anche finanziariamenente,grazie ad un contributo annuo<strong>di</strong> 50 milioni <strong>di</strong> lire per <strong>di</strong>eci anni del Comune<strong>di</strong> Bologna, garantitogli dal sindaco Dozza,l'ammodernamento dell'officina meccanica.Trovandosi nella favorevole circostanza <strong>di</strong> essere<strong>di</strong>rettore sia dell'Istituto <strong>di</strong> fisica sia dellasezione INFN non perse mai l'occasione <strong>di</strong> sostenerel'impresa e fu essenziale per la soluzionedei problemi logistici che si presentarono.Durantelafase<strong>di</strong>progettoe<strong>di</strong>realizzazionedello strumento, passarono alcuni mesi a Bolognasia JackSteinberger che Martin Block, i cui contributifurono importanti anche perche permiserol'instaurarsi <strong>di</strong> fruttuose collaborazioni cui contribuironoaltri ricercatori dell'istituto, dandoavvio a una importante attivitaÁ <strong>di</strong> ricerca nel settoredella fisica delle particelle elementari.La camera a bolle fu costruita a Bologna, dove,per mancanza <strong>di</strong> attrezzature criogeniche,non si poterono eseguire le prove <strong>di</strong> funzionamentoa 27 K che vennero fatte in un laboratoriodel CERN.Lo strumento fu impiegato su un fascio <strong>di</strong>protoni del Sincrociclotrone per stu<strong>di</strong>are laproduzione <strong>di</strong> mesoni carichi a 420 e a 600 MeV ela cattura <strong>di</strong> muoni negativi in idrogeno fig. 2).28Fig. 2. ± Camera a Bolle Nazionale in una sala sperimentale del Sincrociclotrone, SC, a 600 MeV del CERN.


Nel frattempo era stata completata la cameracostruita da un gruppo del CERN che aveva <strong>di</strong>mensionimaggiori <strong>di</strong> quella italiana e il CERNaveva messo in cantiere una camera a bolle assaipiuÁ grande 80 cm <strong>di</strong> lunghezza) che <strong>di</strong>vennelo strumento che fornõÁ i fotogrammi da analizzareai gruppi <strong>di</strong> ricerca europei, compresiquelli italiani.La Camera a Bolle Nazionale fu poi trasferitaall'elettrosincrotrone <strong>di</strong> Frascati dove con opportunemo<strong>di</strong>fiche venne utilizzata per misure <strong>di</strong>fotoproduzione <strong>di</strong> pioni.GIANNI PUPPI E GLI ESPERIMENTI IN CAMERE A BOLLEGIORGIO GIACOMELLIDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna e INFN, Sezione <strong>di</strong> BolognaSubito dopo l'invenzione della camera abolle, Gianni Puppi si rese conto della suaimportanza nell'ambito della fisica delle particelleelementari. Con grande abilitaÁ Gianniriusci a portare a Bologna un notevole numero<strong>di</strong> fotogrammi che provenivano da una nuovacamera a bolle da 12 pollici riempita <strong>di</strong> propano,costruita da gruppi americani delle universitaÁ<strong>di</strong> Columbia e Michigan e dei LaboratoriNazionali <strong>di</strong> Brookhaven, ed esposta a un fascio<strong>di</strong> pioni negativi <strong>di</strong> 910 MeV provenienti daun nuovo acceleratore <strong>di</strong> particelle, il Cosmotroneda 3,3 GeV <strong>di</strong> Brookhaven. Le primeanalisi dei fotogrammi furono fatte con mezzisemplici, improvvisati, che <strong>di</strong>vennero progressivamentepiuÁ complicati e piuÁ specializzative<strong>di</strong> relazioni <strong>di</strong> Alles-Borelli e <strong>di</strong> Bergia).Come descritto da Silvio Bergia, le fotofurono analizzate da una collaborazione fradue universitaÁ italiane, due universitaÁ ed unlaboratorio americani e portarono a risultati <strong>di</strong>fisica molto interessanti. A questa prima collaborazioneparteciparono personalitaÁ importanti,come JackSteinberger e Melvin Schwartzdella Columbia University e del Laboratorio <strong>di</strong>Brookhaven, Gianni Puppi e Pietro Bassi <strong>di</strong>Bologna, Marcello Conversi <strong>di</strong> Pisa, DonaldGlaser, l'inventore della camera a bolle, e MartinPerl dell'UniversitaÁ del Michigan.La seconda collaborazione, organizzata daGianni Puppi e Martin Block, della Duke University,utilizzava fotogrammi provenienti dallacamera a bolle <strong>di</strong> 20 cm, riempita <strong>di</strong> elio liquido,della Duke University, immersa in un campomagnetico<strong>di</strong>14kGedespostaaunfascio<strong>di</strong>K ±``a riposo''. I risultati piuÁ interessanti riguardaronola determinazione della paritaÁ relativa K-Lambda e lo stu<strong>di</strong>o degli iperframmenti; ci fuanche una misura dello spettro degli elettroniemessi nei deca<strong>di</strong>menti m ! e n e n m , che permise<strong>di</strong> ottenere il parametro r. SeguõÁ la cameraa bolle a elio da 50 cm con campo magnetico <strong>di</strong>28 kG della Northwestern University. A questiesperimenti collaborarono anche Luigi Monari,Nella Grimellini, Attilio Forino, Adriana Minguzzi-Ranzie altri ancora.Oltre a seguire l'analisi dei fotogrammi,Gianni si interessoÁ alla costruzione della Cameraa Bolle Nazionale <strong>Italiana</strong> a idrogeno liquido,progettata e costruita da un gruppo <strong>di</strong>ricercatori provenienti da cinque Sezioni INFN.Ricor<strong>di</strong>amo il contributo importante <strong>di</strong> SergioFocar<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pisa e poi Bologna), Aldo Michelini<strong>di</strong> Roma e Bologna poi CERN) e Franco Saporettidell'ENEA poi UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna).La camera a bolle fu poi esposta a fasci degliacceleratori del CERN ve<strong>di</strong> relazione <strong>di</strong> Focar<strong>di</strong>).Per effettuare i nuovi esperimenti in camere abolle fu necessario potenziare le Sezioni INFN,coor<strong>di</strong>nare e migliorare le relazioni con gli Istituti<strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, potenziare i laboratori <strong>di</strong> misura etutti i mezzi <strong>di</strong> calcolo.La prima fase dell'era delle camere a bolle fudominata da molte e relativamente piccole camerea bolle americane. Queste prime camerea bolle produssero un numero limitato <strong>di</strong> fotogrammida analizzare. Ma, progressivamente,29


30le camere <strong>di</strong>vennero piuÁ gran<strong>di</strong> raggiungendole <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> circa 40 metri cubi); il numero<strong>di</strong> fotogrammi prodotti <strong>di</strong>venne rapidamentemolto elevato. In circa trenta anni furono costruiteun centinaio <strong>di</strong> camere a bolle cheprodussero circa 100 milioni <strong>di</strong> fotografie stereoscopiche.Il CERN <strong>di</strong> Ginevra arrivoÁ in ritardo,ma rapidamente riuscõÁ a costruire camerea bolle molto gran<strong>di</strong> e produsse un grannumero <strong>di</strong> fotogrammi, che alimentarono laricerca in moltissime universitaÁ e molti laboratorieuropei 1-3 ).La tecnica delle camere a bolle <strong>di</strong>ede un forteimpulso alla ricerca fondamentale a Bologna ein Italia. Furono inoltre realizzate le prime collaborazioniscientifiche fra <strong>di</strong>versi gruppi italiani,europei e americani. Con l'avvento dellecamere a bolle cambioÁ rapidamente la sociologiadella ricerca: le camere a bolle erano costruitein laboratori lontani, esposte a fasciprovenienti da gran<strong>di</strong> acceleratori in gran<strong>di</strong> laboratorie venivano analizzate nelle se<strong>di</strong> <strong>di</strong>provenienza dei gruppi della collaborazione.Gianni Puppi organizzoÁ altre collaborazioni,fra cui una che utilizzava la camera a bolle <strong>di</strong>50 cm <strong>di</strong> Saclay esposta all'acceleratore Saturne<strong>di</strong> Saclay a fasci <strong>di</strong> pioni carichi. Gianni PuppidominoÁ la scena scientifica insieme a A. Berthelot<strong>di</strong> Saclay. Occorre ricordare anche AngelaQuareni-Vignudelli, Attilio Forino, LauraLen<strong>di</strong>nara, Adriana Minguzzi-Ranzi e altri. Vennero,poi, fotogrammi ottenuti con la camera abolle da due metri del CERN riempita con idrogenoliquido ed esposta sia a mesoni p che afasci «separati» <strong>di</strong> mesoni K ± , poi fotogrammipresi con esposizioni a fasci separati <strong>di</strong> mesoniK + in varie camere a bolle riempite con idrogenoe con deuterio. Infine si giunse alla grande cameraa bolle europea, BEBC, <strong>di</strong> 40 m 3 al CERNriempita con idrogeno, deuterio, con liqui<strong>di</strong> pesantied esposta a fasci <strong>di</strong> neutrini ed antineutrini<strong>di</strong> alta energia. Fra i giovani che cominciavanole loro ricerche vanno ricordatiAntonio Maria Rossi, Gianni Mandrioli, AnnaritaMargiotta, Maurizio Spurio, Laura Patrizii oraCoor<strong>di</strong>natrice del Gruppo 2 della Sezione INFN<strong>di</strong> Bologna) e altri.Alcune note personali: sono stato anch'iostudente <strong>di</strong> Gianni ed ho seguito il suo meravigliosocorso <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Superiore. Gianni seguivai suoi giovani allievi e li spingeva versonuove iniziative earecarsi in laboratori stranieri.Mi aiutoÁ a scegliere un'universitaÁ americanadove conseguire il PhD che allora nonesisteva in Italia) e seguõÁ con regolaritaÁ imieiprogressi. Quando tornai in Italia Gianni Puppied Antonio Stanghellini vollero imme<strong>di</strong>atamentevedere e <strong>di</strong>scutere i risultati ottenuti inquesto caso con rivelatori elettronici). Puppicontinuava a seguire i suoi giovani anche dopoaver iniziato altre attivitaÁ <strong>di</strong> ricerca: un pomeriggiosi rese conto che un collega ed io stavamoanalizzando un risultato interessante:Gianni restoÁ con noi tutto il pomeriggio perincitarci e per assicurarsi che si portasse atermine il lavoro.Un deca<strong>di</strong>mento K ‡ ! p p ‡ p ‡ osservato in una camera a bolle.


Le camere a bolle erano strumenti molto atten<strong>di</strong>bilie sono state riempite con liqui<strong>di</strong> <strong>di</strong>versiidrogeno, deuterio, propano, elio, liqui<strong>di</strong> pesanti,come la miscela <strong>di</strong> idrogeno/neon, ecc); sicomportavano come rivelatori omogenei conpiena accettanza su tutto l'angolo solido 4p, efurono utilizzate con fasci <strong>di</strong>versi sempre piuÁenergetici.EÁ da notare il progressivo miglioramento deimezzi <strong>di</strong> analisi utilizzati per stu<strong>di</strong>are i fotogrammidelle camere a bolle: i primi mezzi <strong>di</strong>analisi erano ru<strong>di</strong>mentali, ma rapidamente seguironomacchine automatiche come il «trastullometro»<strong>di</strong> Marcello Ceccarelli, i «mangiaspago»<strong>di</strong> Sergio Focar<strong>di</strong>, Gianni Mandrioli eAngela Quareni-Vignudelli, e molte altre. I datiforniti da queste macchine venivano trasferiti suschede <strong>di</strong> carta perforate.Inoltre per analizzare il gran numero <strong>di</strong> fotogrammioccorreva un notevole numero <strong>di</strong> «osservatorianalisti», <strong>di</strong> solito giovani signore.EÁ anche importante notare l'evoluzione deimezzi <strong>di</strong> calcolo: nelle prime fasi il calcolatorepiuÁ potente era il regolo calcolatore, seguitopoi da calcolatrici elettromeccaniche. Seguironoi primi calcolatori elettronici, rimpiazzatida elaboratori <strong>di</strong> sempre maggior capacitaÁ evelocitaÁ : Gianni Puppi fu un pioniere iniziandocon l'IBM 650, poi con un calcolatore piuÁ potente,un IBM 704, posto in un centro <strong>di</strong> calcoloeÁ da notare che per molti anni la scelta deicalcolatori da acquistare fu basata sulle necessitaÁ<strong>di</strong> calcolo per elaborare gli «eventi» incamere a bolle). Gianni Puppi contribui allascelta degli elaboratori e infine all'organizzazionedel Centro Nazionale Analisi FotogrammiCNAF) dell'INFN, situato presso ilCentro <strong>di</strong> Calcolo dell'ENEA in via Mazzini aBologna. Il CNAF inizioÁ a coor<strong>di</strong>nare le attivitaÁ<strong>di</strong> misura e <strong>di</strong> calcolo dei fotogrammi <strong>di</strong> camerea bolle: nella sede INFN <strong>di</strong> Bologna venivanoselezionati i fotogrammi con gli eventiinteressanti, che venivano poi pre-misurati conmacchine semi-automatiche come i «mangiaspago».I risultati venivano immagazzinati sunastri magnetici e inviati al CNAF. Il CNAFaveva messo a punto un HPD, una grandemacchina automatica capace <strong>di</strong> fornire misureprecise guidate dalle pre-misure effettuate intanti laboratori <strong>di</strong>versi ve<strong>di</strong> relazione <strong>di</strong> M.Masetti). Le pubblicazioni ottenute dai bolognesiutilizzando fotogrammi <strong>di</strong> camere a bollesono elencate nei procee<strong>di</strong>ngs del convegno«30 anni <strong>di</strong> camere a bolle», organizzato inonore <strong>di</strong> Gianni Puppi 2 ).Infine eÁ opportuno ricordare che la comunicazionedella scienza eÁ progressivamente <strong>di</strong>venutoun argomento sempre piuÁ importante: lefoto <strong>di</strong> camere a bolle possono dare un'imme<strong>di</strong>atae semplice visualizzazione <strong>di</strong> singoli«eventi» <strong>di</strong> fisica subnucleare; cioÁ permetteva <strong>di</strong>far rilevare come molti aspetti della fisica fondamentalesubmicroscopica fossero basati surelativamente semplici e facilmente comprensibilifatti sperimentali. Un insieme <strong>di</strong> eventi incamere a bolle, opportunamente selezionati, eraanche utile per iniziare un corso <strong>di</strong> fisica delleparticelle elementari.Bibliografia1) Bubbles 40, Nucl. Phys. BProc. Suppl.) 96 1994) 1.2) G. GIACOMELLI, Introduction to the workshop 30 Years ofBubble Chamber Physics, physics/0604152.3) http://www.bo.infn.it/~spurio/bubble.htmGli esperimenti effettuati dai bolognesi con camere a bolle e larelativa lista <strong>di</strong> pubblicazioni sono in:«Bologna experiments and publication list»www.bo.infn.it/antares/bolle_proc/procee<strong>di</strong>ngs.htm31


PUPPI, CLEMENTEL E <strong>IL</strong> CNAFMASSIMO MASETTIDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna e INFN, Sezione <strong>di</strong> Bologna32All'inizio degli anni 60, la ricerca in fisica dellealte energie HEP) aveva cominciato a rivolgersiall'utilizzo <strong>di</strong> camere a bolle per la rivelazionedelle traiettorie delle particelle, traiettorie chevenivano memorizzate su film. L'analisi fisicadegli eventi, cosõÁ memorizzati, richiedeva primalo scanning manuale dei fotogrammi per in<strong>di</strong>viduarequelli interessanti e quin<strong>di</strong> la misurasemiautomatica delle traiettorie delle relativeparticelle; le misure venivano memorizzate suschede in cartoncino. In un secondo tempoquesti dati erano elaborati da una catena <strong>di</strong>programmi funzionanti su potenti elaboratori. Sisentiva quin<strong>di</strong> la necessitaÁ <strong>di</strong> una migliore automazionedelle misure e <strong>di</strong> una piuÁ alta precisione<strong>di</strong> misura.Nell'ambito <strong>di</strong> queste esperienze con camerea bolle condotte al CERN <strong>di</strong> Ginevra si formoÁuna ampia collaborazione internazionale checomprendeva centri <strong>di</strong> ricerca CERN, DESY,Saclay, Brookhaven, Berkeley) e universitaÁMonaco, Oslo, Vienna. Londra,...). Questa collaborazioneaveva come scopo comune la realizzazione<strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> analisi: HardwareHW) e Software SW) per la misura automaticadei fotogrammi con precisione dell'or<strong>di</strong>nedel micron. Per quanto riguardaval'HW fu fatto un progetto comune per le partimeccaniche; per quanto riguardava il SW, aBologna fu deciso <strong>di</strong> utilizzare il calcolatoreIBM 7094 che avrebbe funzionato in temporeale con l'apparecchiatura <strong>di</strong> misura. Nell'ambito<strong>di</strong> questa collaborazione il sistema fubattezzato: HPD-IBM 7094 o FSD ± IBM 7094FSD: Flying Spot Digitizer) ve<strong>di</strong> fig. 1). Ognigruppo sviluppoÁ poi una propria elettronica <strong>di</strong>collegamento al calcolatore.Gianni Puppi decise <strong>di</strong> entrare in questa collaborazioneinternazionale con una serie <strong>di</strong> iniziativein parte finanziate dal Consorzio interprovincialeuniversitario ogni anno Puppi riferivaal Consorzio l'andamento dei lavori). IlProfessor Ezio Clementel, <strong>di</strong>rettore del centro<strong>di</strong> calcolo del CNEN <strong>di</strong> Bologna, e il ProfessorPuppi proposero ed ottennero l'installazione <strong>di</strong>un calcolatore IBM 7094 presso il centro <strong>di</strong> cal-Fig. 1. ± Il Flying Spot Digitizer FSD) del CNAF.colo CNEN a Bologna, con 8 ore giornalierede<strong>di</strong>cate all'analisi dei fotogrammi <strong>di</strong> camere abolle. Fu questa una collaborazione assai proficua,resa possibile dalla presenza <strong>di</strong> Puppi eClementel.L'iniziativa <strong>di</strong> Gianni Puppi si concretizzoÁ poinella costituzione <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> lavoro INFNche in seguito sarebbe <strong>di</strong>ventato un'unitaÁ operativaINFN, denominata CNAF Centro NazionaleAnalisi Fotogrammi), a cui ebbero accessogruppi <strong>di</strong> ricerca delle <strong>di</strong>verse se<strong>di</strong> INFN. CosõÁ ilCNAF <strong>di</strong>venne un centro <strong>di</strong> analisi dei dati per igruppi INFN che svolgevano attivitaÁ <strong>di</strong> ricercacon camere a bolle.Desidero ricordare che nella fase inizialehanno contribuito principalmente: per l'hardware,U.Zanotti,G.SinieP.Bacilieri,perilsoftware E. Vaccari, M. L. Luvisetto e P. Matteuzzi,A. Maggiolo Schettini e A. Ghiselli per ilsoftware off-line, ed altri. La Dott.sa M. L. LuvisettoeÁ poi <strong>di</strong>ventata responsabile della gestionedella rete informatica; altri sono <strong>di</strong>ventatiprofessori universitari.Ve<strong>di</strong>amo ora alcuni dei principali «gra<strong>di</strong>ni»dell'attivitaÁ svolta:± 1962, un primo gruppo <strong>di</strong> persone si trasferisceal CERN per un anno ed inizia in


Fig. 2. ± Inaugurazione del CNAF. Erano presenti il Ministro L. Gui, i primi Presidenti dell'INFN oltre ai ProfessoriE. Clementel e M. Ceccarelli.collaborazione la progettazione del sistemaFSD±IBM 7094. Il Professor Puppi partecipoÁper-sonalmente alla selezione del personale dainviare al CERN, e supervisionoÁ la collaborazionecon il personale della DD <strong>di</strong>vision delCERN.± 1964, entrata in funzione, al CNAF, del calcolatoreIBM 7094 e della catena <strong>di</strong> programmiThresh e Grind per l'analisi dei dati <strong>di</strong> camera abolle misurati presso le Sezioni INFN. Fra i primigruppi che utilizzarono la catena dei programmivi furono anche quelli che collaboravanocon il Professor Puppi.± 1966, entrata in funzione del sistema IBM ±7094: gruppi delle Sezioni INFN <strong>di</strong> Bologna,Padova e Trieste iniziano a portare i loro film daanalizzare.± 1967, inaugurazione del CNAF con la presenzadel Ministro della Pubblica Istruzione L.Guiemembridel<strong>di</strong>rettivoINFNve<strong>di</strong>fig.2).Ve<strong>di</strong> anche la fotografia della apparecchiaturaFSD realizzata al CNAF, fig. 1.± 1968, entrata in funzione del sistema FSD±IBM 360/44 per sod<strong>di</strong>sfare l'aumento delle richieste<strong>di</strong> analisi <strong>di</strong> film provenienti dai gruppidelle sezioni INFN.± 1980, il CNAF partecipa all'organizzazionedel congresso «Computing in High EnergyandNuclear Physics» tenuto presso il Dipartimento<strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> dell'UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna, e vengonopresentati i risultati ottenuti.± 1984 il CNAF inizia una nuova attivitaÁ comecentro della rete trasmissione dati INFN.L'iniziativa <strong>di</strong> Gianni Puppi eÁ stata fondamentaleper l'analisi <strong>di</strong> precisione dei fotogrammi<strong>di</strong> camere a bolle, analisi che richiedevacomplesse apparecchiature automatiche funzionantiin tempo reale con calcolatori e un sofisticatosoftware off-line per l'analisi fisica degliesperimenti.In seguito le competenze sviluppate nelcampo del software, sia on-line che off-line,hanno permesso al CNAF denominato oraCentro Nazionale per la Ricerca e lo Sviluppodelle Tecnologie Informatiche e Telematiche)<strong>di</strong> contribuire agli esperimenti INFN per il futuroCollisionatore LHC esperimenti ATLAS,CMS, ALICE e LHCb), e costituendo per questoun centro <strong>di</strong> calcolo, chiamato CNAF-T1, inseritoall'interno <strong>di</strong> una Computing Grid internazionale.33


GIANNI PUPPI E L'IBM 650FERRANTE PIERANTONIUniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna, ENEA, AIPA34Ho conosciuto Gianni Puppi, una delle personepiuÁ straor<strong>di</strong>narie che abbia mai incontrato,nel 1958, appena laureato in ingegneria industriale:allora non esisteva ancora l'ingegneriaelettronica. Anche se mi ero da sempre interessatoai calcolatori elettronici la mia esperienzaera minima e limitata ad un coinvolgimentocol primo IBM 650 istallato in Italia allaBanca d'Italia. In quegli anni nelle banche ilpersonale veniva assunto come «ragioniere» edeventualmente veniva fatto laureare in seguito. Idottori in economia e commercio venivano visticon sospetto e gli ingegneri venivano considerativeri e propri alieni. Il massimo che potevanofare era parlare con uno studente <strong>di</strong> ingegneriache conoscevano bene.Mi ero laureato nel febbraio del 1958 con lalingua fuori dai denti, dopo avere avuto tresuccessivi attacchi dell'influenza asiatica cheimperversava quell'anno. Ercole De Castro, l'amicooltre che il professore che mi aveva dato latesi <strong>di</strong> laurea, mi consiglioÁ <strong>di</strong> rimandare all'annosuccessivo la partenza per gli Usa per andare alavorare all'IBM e <strong>di</strong> riprendermi completamenteprima <strong>di</strong> affrontare un mondo estremamentecompetitivo come quello americano.La vicenda dell'IBM 650 eÁ traleimprese<strong>di</strong>Gianni Puppi una delle piuÁ illuminanti delle sueeccezionali capacitaÁ . Tutti pensavano allora <strong>di</strong>costruire in casa i nuovi elaboratori elettronicied erano spaventati dagli elevatissimi costiprevisti ed ancor piuÁ dalle <strong>di</strong>fficoltaÁ della loromanutenzione. Puppi, che giaÁ allora era sopranominatoil doge per la sua abilitaÁ nel gestiresituazioni complesse, aveva bisogno <strong>di</strong><strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un elaboratore elettronico, sia per icalcoli relativi agli esperimenti con la camera abolle, che Pietro Bassi stava realizzando, siaper i calcoli <strong>di</strong> traiettorie degli astrofisici. Susuggerimento <strong>di</strong> Puppi feci un controllo conUgo A. Sagramoso, a quel tempo <strong>di</strong>rettore dellafiliale IBM <strong>di</strong> Bologna, e venni a sapere che nonsolo il costo <strong>di</strong> un IBM 650, del quale l'IBMgarantiva la manutenzione, era molto piuÁ ragionevole<strong>di</strong> quanto ipotizzato, ma che c'eraanche un sostanziale sconto «Educational». Inpratica lo si poteva comprare con poco piuÁ <strong>di</strong>100 milioni <strong>di</strong> lire.EÁ a questo punto che Gianni Puppi mise inluce le sue eccezionali capacitaÁ , inizialmenteimpegnando per acquistare l'IBM 650 due dellerate annuali, <strong>di</strong> 50 milioni ciascuna, del contributoche il Comune <strong>di</strong> Bologna Ð sindacoGiuseppe Dozza Ð aveva destinato a promuoverele ricerche nel campo della fisica, mentre aRoma riusciva ad ottenere, dall'allora Ministrodella Pubblica Istruzione Aldo Moro, uno stanziamento<strong>di</strong> oltre 100 milioni a favore della FacoltaÁ<strong>di</strong> Ingegneria per l'acquisto dell'IBM 650,liberando in tal modo le somme del contributodel Comune <strong>di</strong> Bologna.La vicenda dell'IBM 650 fu probabilmente unepiso<strong>di</strong>o eccezionale. Incontrando venti annidopo Aldo Moro, ad una riunione dell'Arel, rimasistupito dal fatto che si ricordasse <strong>di</strong>questa vicenda, senza alcun aggancio da partemia, a <strong>di</strong>mostrazione del fatto che non si devemai sottovalutare l'eccezionale capacitaÁ <strong>di</strong> organizzarela memorizzazione dei vari avvenimentiche possedevano i politici della primarepubblica.Il risultato fu che la FacoltaÁ <strong>di</strong> Ingegneria <strong>di</strong>Bologna ebbe un centro <strong>di</strong> calcolo elettronicoed il primo turno <strong>di</strong> utilizzo, la Scuola <strong>di</strong> Specializzazionein Ingegneria Nucleare ed ilCNRN ebbero il secondo turno, e l'Istituto <strong>di</strong><strong>Fisica</strong> e quello <strong>di</strong> Astronomia il terzo. Alla finetutti furono contenti mentre Gianni Puppiaveva ottenuto la <strong>di</strong>sponibilitaÁ <strong>di</strong> un calcolatoreelettronico <strong>di</strong> cui aveva necessitaÁ senzaalcun aggravio per il bilancio dell'Istituto <strong>di</strong><strong>Fisica</strong>.A livello strategico l'arrivo dell'IBM 650 fu unseme fecondo. L'evoluzione degli anni successiviportoÁ infatti nel 1960 alla creazione delCentro <strong>di</strong> Calcolo del CNEN, dotato del primogrande calcolatore scientifico in Italia, un IBM-704, installato nel 1961. Nel 1964 venne acquistatoun calcolatore della seconda generazione,un IBM-7094, corredato <strong>di</strong> due IBM-1401.Nel 1966 venne collegato un calcolatore IBM-7040 <strong>di</strong>rettamente al 7094, creando un sistema


accoppiato 7094/7040 che affidava al 7094 solole attivitaÁ <strong>di</strong> calcolo, e lasciava al 7040 ilcompito <strong>di</strong> regolare l'ingresso e l'uscita dei datinecessari per il calcolo e per organizzare lasuccessione dei lavori secondo prioritaÁ assegnate.Nella seconda metaÁ degli anni sessantacomincioÁ a funzionare in Italia un primo embrione<strong>di</strong> rete <strong>di</strong> calcolo, in collegamento viaponte ra<strong>di</strong>o tra Bologna ed il Centro della CasacciaRoma), me<strong>di</strong>ante il quale i ricercatori<strong>di</strong> quel Centro potevano utilizzare i calcolatoria Bologna con le stesse modalitaÁ e con glistessi «tempi <strong>di</strong> ritorno» dei ricercatori a Bologna.PUPPI, QUARENI E LE EMULSIONI NUCLEARIGIORGIO GIACOMELLI eLAURA LENDINARADipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna e INFN, Sezione <strong>di</strong> BolognaNegli anni 1940-1970 le emulsioni nuclearierano una tecnica <strong>di</strong> avanguar<strong>di</strong>a che produssenuovi importanti risultati e scoperte nel campodella fisica delle particelle elementari. Bastipensare al notevole numero <strong>di</strong> nuove particellescoperte nella ra<strong>di</strong>azione cosmica utilizzandola tecnica delle emulsioni nucleari.Gianni Puppi venendo a Bologna da PadovaportoÁ questa tecnologia che era nuova perBologna. Vi portoÁ anche Marcello Ceccarelli eGianni Quareni, che formarono un forte gruppo<strong>di</strong> ricerca, che includeva anche Pedro Waloshek,Angela Quareni-Vignudelli, Laura Len<strong>di</strong>nara,Adriana Minguzzi-Ranzi e altri. Il gruppoera dotato <strong>di</strong> molti nuovi microscopi e <strong>di</strong>una folta schiera <strong>di</strong> osservatori analisti.Il gruppo <strong>di</strong> Bologna era allora un gruppocollegato con la Sezione INFN <strong>di</strong> Padova.L'investimento in microscopi, sviluppo chimico,e personale addetto fu forse il primo grandeinvestimento dell'INFN a Bologna. GianniPuppi segui questa tecnologia, l'aiutoÁ a svilupparsie a consolidarsi, poi passoÁ ad altricampi <strong>di</strong> ricerca, senza peroÁ mai <strong>di</strong>menticarla.Le emulsioni nucleari <strong>di</strong>fferiscono rispettoalle normali emulsioni fotografiche per l'elevatospessore circa 0,6 mm) e per l'altaconcentrazione <strong>di</strong> argento. Le emulsioni nuclearisono lo strumento fisico con la migliorerisoluzione spaziale, meglio <strong>di</strong> 1 mm; esse permettonoquin<strong>di</strong> <strong>di</strong> ricercare per esempio particellea vita me<strong>di</strong>a molto breve, misurando la<strong>di</strong>stanza fra punto <strong>di</strong> produzione e punto <strong>di</strong>deca<strong>di</strong>mento.Nelle emulsioni nucleari esposte ai raggicosmici si doveva fare una lunga ricerca pertrovare pochi eventi interessanti. Ma successivamentele emulsioni furono esposte a fasci <strong>di</strong>particelle cariche provenienti dai gran<strong>di</strong> acceleratori.Le prime emulsioni utilizzate a Bolognaerano state esposte a un fascio separato <strong>di</strong>mesoni K + da 700 MeV/c al Bevatrone <strong>di</strong> Berkeley.Le emulsioni venivano analizzate conmicroscopi ottici con un forte ingran<strong>di</strong>mento:nella prima fase, la fase <strong>di</strong> scan, si cercavano«eventi» interazioni e deca<strong>di</strong>menti); un eventointeressante veniva poi misurato con grandeprecisione, il che richiedeva un tempo piuttostolungo. Entro certi limiti le emulsioni sicomportavano come un rivelatore isotropo conun'altissima risoluzione spaziale. La nuovatecnica delle emulsioni nucleari <strong>di</strong>ede un forteimpulso alla ricerca fondamentale a Bologna.In particolare, nelle prime esperienze furonotrovati esempi <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>menti ra<strong>di</strong>ativi 1,2 ).Verso la fine degli anni '60 la tecnica delleemulsioni nucleari fu lentamente abbandonatain favore della tecnica delle camere a bolle. Vi eÁperoÁ stata una rinascita delle emulsioni nucleariquando negli ultimi anni del secolo scorso furonosviluppati e costruiti proiettori automaticiper emulsioni nucleari, dotati <strong>di</strong> grande precisionee <strong>di</strong> elevata velocitaÁ : un esempio <strong>di</strong> taliproiettori sono quelli fabbricati a Bologna sotto35


la guida <strong>di</strong> Gianni Mandrioli, e utilizzati per l'esperimentoOPERA sul fascio <strong>di</strong> neutrini dalCERN al Gran Sasso 3 ). Con questi proiettori eÁora possibile analizzare, in modo completamenteautomatico e con grande precisione, emulsioninucleari <strong>di</strong> 44 mm <strong>di</strong> spessore, osservando circa15 piani <strong>di</strong>versi in verticale, alla velocitaÁ <strong>di</strong> circa20 cm 2 <strong>di</strong> emulsione all'ora. Recentemente eÁstato verificato che si poteva passare dalla precisione<strong>di</strong> circa 1 cm dei tracciatori elettronicidell'esperimento alla precisione molto miglioredel micron delle emulsioni nucleari.EÁ infine da sottolineare che alcuni eventi inemulsioni nucleari sono stati ampiamente utilizzatiper <strong>di</strong>vulgazione scientifica e per scopi<strong>di</strong>dattici.Bibliografia1) W. PUSCHEL et al., «Evidence for the ra<strong>di</strong>ative decay modeK ‡ ! p ‡ p ‡ p g», Phys. Lett., 2 1962) 96.2) G. GIACOMELLI et al., Nuovo Cimento, 34 1964) 1134.3) L. ARRABITO et al., Nucl. Instrum. Methods A, 568 2006)578.<strong>IL</strong> CONTRIBUTO DI GIANNI PUPPI AL MIGLIORAMENTODELL'INSEGNAMENTO DELLA FISICA NELLA SCUOLA SECONDARIANELLA GRIMELLINIDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna36Attilio Forino, a conclusione del suo contributoa questa pubblicazione, riporta una frasefinale del Professor Puppi contenuta nella relazione«Considerazioni sulla fisica italiana»,da Lui svolta al 47ë Congresso Nazionale dellaSocietaÁ <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, tenutosi a Como nel1961 1 .Ero presente a quel Congresso della SIF e,ascoltando la relazione del Professor Puppi,sono stata profondamente colpita dalle Sue parole.Ascoltare le parole del Professore erasempre stato per me, come per molti altri, ungrande piacere, sia per l'emozione intellettualeche esse suscitavano sia per gli spunti <strong>di</strong> riflessioneche suggerivano, ma in questo caso hoavvertito che c'era qualcosa <strong>di</strong> piuÁ : un'occasioneper riflettere anche sul mio futuro 2 .Erail1961equell'annoeÁ stato per me unanno importante. Allora ero una giovane laureatain fisica che aveva iniziato da poco a lavorarenel gruppo <strong>di</strong> ricerca, <strong>di</strong>retto dal ProfessorPuppi, sullo stu<strong>di</strong>o delle interazioni <strong>di</strong>mesoni K ± con nuclei <strong>di</strong> He con camera a bollenell'ambito <strong>di</strong> una collaborazione internazionalecon il gruppo <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong>retto da MartinBlock, allora alla Duke University North Carolina).Nell'A.A. 1961-62 era pure partita la riformadell'or<strong>di</strong>namento <strong>di</strong>dattico dei corsi <strong>di</strong> laureain <strong>Fisica</strong> e in Matematica, con l'abolizione del1 «Dobbiamo de<strong>di</strong>care il meglio <strong>di</strong> noi stessi all'allevamentodei giovani che ora si affidano alle nostre cure; eÁvenuto il momento <strong>di</strong> comprendere che questo eÁ il nostroprincipale problema. ... Col crescere del numero degli allievila speranza matematica che un buon insegnamento frutti alunga scadenza piuÁ<strong>di</strong> una ricerca in<strong>di</strong>viduale comincia adessere notevole. Noi ci conosciamo, conosciamo le nostrepossibilitaÁ e i nostri limiti, ma non vi sono limiti ragionevoliche possiamo fissare al ren<strong>di</strong>mento della nostra capacitaÁ<strong>di</strong>educatori. Una buona lezione puoÁessere molto piuÁprofonda <strong>di</strong> una modesta ricerca e puoÁ dare a noi la piacevolesensazione <strong>di</strong> avere fatto qualcosa <strong>di</strong> veramente utileper gli altri e per noi stessi.»2 Ho avuto la fortuna, al mio terzo anno <strong>di</strong> corso <strong>di</strong> laurea1953-54), <strong>di</strong> seguire le lezioni del corso <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Superioretenute dal Professor Puppi e <strong>di</strong> sostenere con Luil'esame finale. Fu un'esperienza in<strong>di</strong>menticabile, che tuttoraricordo in modo molto preciso. In particolare ricordol'esame:unaserrataevivace<strong>di</strong>scussionesuargomenti<strong>di</strong>RelativitaÁ , caratterizzata da un crescendo <strong>di</strong> domande e risposteche si concluse con un sorriso finale del Professoreil famoso sorriso «a salvadanaio») e lo stupore da partemia del fatto che non mi ero resa assolutamente conto cheera trascorsa piuÁ <strong>di</strong> un'ora. Nel gennaio 1956 ottenni unaborsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.


corso <strong>di</strong> laurea in Matematica e <strong>Fisica</strong> e l'introduzionedegli in<strong>di</strong>rizzi generale, applicativo,<strong>di</strong>dattico) sia nel corso <strong>di</strong> laurea in <strong>Fisica</strong>sia nel corso <strong>di</strong> laurea in Matematica. A questariforma Puppi aveva collaborato in primapersona, come membro dell'apposita Commissioneministeriale, convinto della necessitaÁ <strong>di</strong>de<strong>di</strong>care maggiore attenzione alla formazionedegli insegnanti <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> e convinto della opportunitaÁ<strong>di</strong> separare l'insegnamento della<strong>Fisica</strong> da quello della Matematica 3 .Il contributo <strong>di</strong> Puppi al miglioramento dell'insegnamentodella <strong>Fisica</strong> non si limitoÁ peroÁsolo ad iniziative sul piano istituzionale: nel1960 infatti, sulla base <strong>di</strong> una proposta dellaProf.ssa Maria Ferretti, decise, come Direttoredell'allora Istituto <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> dell'UniversitaÁ <strong>di</strong>Bologna, <strong>di</strong> istituire il Seminario Didattico dell'Istitutoallo scopo <strong>di</strong> sensibilizzare insegnantied opinione pubblica su questioni <strong>di</strong> fondodell'educazione scolastica, in particolare quellascientifica; offrire agli insegnanti delle scuolesecondarie superiori occasioni d'incontro perconferenze, seminari, lezioni e <strong>di</strong>scussioni,spazi, materiali e attivitaÁ innovative. Si formoÁcosõÁ un primo nucleo <strong>di</strong> insegnanti-ricercatorimolto motivati e particolarmente interessati alrinnovamento dell'insegnamento della fisica. Lelezioni e i seminari del Professor Puppi erano ipiuÁ seguiti ed apprezzati, non solo dagli insegnantima anche da noi giovani laureati noncheÂda alcuni docenti dell'Istituto. A quelle lezioniseguivano immancabilmente ampie <strong>di</strong>scussioniche raramente si esaurivano nei tempi previsti:giovani laureati e docenti interessati ai temitrattati nelle lezioni continuavano a <strong>di</strong>scuternedurante le pause dell'attivitaÁ <strong>di</strong> ricerca checiascuno <strong>di</strong> noi svolgeva; in questo modo ilgruppo <strong>di</strong> lavoro aumentoÁ in numero e si arricchõÁ<strong>di</strong> nuove idee e proposte. Anche in questaoccasione, come in moltissime altre, Puppi riveloÁil suo notevole carisma e la sua capacitaÁ <strong>di</strong>guardare e vedere lontano. Dopo pochissimimesi, gli interessi del Gruppo <strong>di</strong> lavoro del SeminarioDidattico si arricchirono del contributo<strong>di</strong> idee e iniziative <strong>di</strong> alcuni insegnanti della3 Nell'A.A. 1961-62 mi eÁ stato affidato l'incarico dell'insegnamento<strong>di</strong> Preparazione <strong>di</strong> Esperienze Didattiche 1,corso fondamentale dell'In<strong>di</strong>rizzo Didattico del corso <strong>di</strong>Laurea in <strong>Fisica</strong>, con la motivazione che il docente dovevaaverelecompetenzeeleabilitaÁ <strong>di</strong> un fisico sperimentale edessere, possibilmente, una donna con apprezzabili capacitaÁ<strong>di</strong> comunicazione sic!). Ho tenuto questo insegnamentofino al giorno del mio pensionamento.scuola secondaria inferiore, prima fra tutti, laProf.ssa Luisa Fabbrichesi Ceccarelli. Dopo unintero anno de<strong>di</strong>cato allo stu<strong>di</strong>o della riformadella scuola secondaria inferiore, in particolareall'introduzione dell'insegnamento delle «OsservazioniScientifiche», il gruppo <strong>di</strong> lavoroguidato da Luisa Ceccarelli organizzoÁ ,nel<strong>di</strong>cembre1961, il cosiddetto C.A.O.S. Corso AggiornamentoOsservazioni Scientifiche) al qualepartecipoÁ un numero straor<strong>di</strong>nariamente alto <strong>di</strong>insegnanti. L'interesse suscitato negli insegnantie la convinzione che l'educazione allascienza era un processo che doveva partire dalontano portoÁ Puppi alla consapevolezza cheera necessario reperire finanziamenti per lapubblicazione dei cosõÁ denominati «Quaderni-Guida <strong>di</strong> Osservazioni Scientifiche», mostrando,anche in questa occasione, le sue bennote capacitaÁ manageriali. Sotto l'in<strong>di</strong>menticabile<strong>di</strong>rezione del Professor Marcello Ceccarelli,eÁ stato quin<strong>di</strong> possibile pubblicare, con cadenzapressoche mensile, 20 numeri <strong>di</strong> Quaderni-Guidae inviarli gratuitamente a piuÁ <strong>di</strong>7000 insegnanti e scuole, sparsi su tutto il territorionazionale.In parallelo alle attivitaÁ svolte dal gruppo«osservazioni scientifiche», il gruppo <strong>di</strong> lavorosull'insegnamento della fisica nella scuolasecondaria superiore del Seminario Didatticoera impegnato nello stu<strong>di</strong>o del materiale prodottodal Physical Science Study CommitteePSSC) e nella progettazione e realizzazionedei corsi <strong>di</strong> formazione degli insegnanti delleclassi pilota in fisica nelle scuole dell'or<strong>di</strong>neClassico e dell'or<strong>di</strong>ne Tecnico e nella conduzione<strong>di</strong> un esperimento nazionale per un insegnamentomoderno della fisica nella scuolasecondaria superiore. Infatti, nel 1960 l'OCSEin<strong>di</strong>sse varie conferenze orientative, a livellointernazionale, sull'azione da intraprendereper il miglioramento dell'insegnamento dellescienze nelle scuole secondarie. In particolare,per l'insegnamento della fisica, nella riunionetenutasi a Parigi presso il Palazzo dell'Unesconel luglio 1960, fu redatto un documentofondamentale «A New Approach toPhysics Teaching». Le raccomandazioni e leconclusioni emerse da quello stu<strong>di</strong>o e dall'analisicomparativa delle <strong>di</strong>verse situazionidell'insegnamento della fisica nei vari Paesi,sono state <strong>di</strong>ramate ai servizi tecnici e ai Ministeridei Paesi membri dell'OCSE, con l'invitoa tenerle presenti durante il lavoro <strong>di</strong> aggiornamentodei programmi d'insegnamento37


38delle materie scientifiche in tutti i tipi <strong>di</strong>scuole secondarie. In Italia, i programmi perl'insegnamento della fisica nelle scuole dell'or<strong>di</strong>neclassico, all'epoca in cui quel documentoeÁ stato elaborato, erano legati ad unin<strong>di</strong>rizzo prevalentemente nozionistico, <strong>di</strong>scarso valore formativo, senza la possibilitaÁ <strong>di</strong>far compiere esperimenti <strong>di</strong>rettamente agliallievi stessi; molti argomenti erano <strong>di</strong> scarsaattualitaÁ e interesse per gli allievi e tuttal'impostazione risentiva <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzi pedagogico-<strong>di</strong>datticiormai superati. La necessitaÁ <strong>di</strong>offrire ai giovani, nella <strong>di</strong>fficile etaÁ dell'adolescenza,un insegnamento adeguato alleloro esigenze cognitive e <strong>di</strong> crescita culturale,spinse il Ministro della Pubblica Istruzioneallora in carica a superare le <strong>di</strong>fficoltaÁ <strong>di</strong> porrein atto anche in Italia Ð per la prima volta Ðun esperimento nazionale per un insegnamentomoderno della fisica nella scuolasecondaria superiore, istituendo quelli chesono stati chiamati i «corsi pilota per l'insegnamentodella fisica» 1961-1966). Per larealizzazione dell'esperimento, la DirezioneClassica del Ministero della Pubblica IstruzionenominoÁ un'apposita Commissione Nazionaledella quale Puppi era il Presidente. Ilprimo compito della Commissione, non appenacostituita <strong>di</strong>cembre 1961), eÁ stata la sceltadel materiale <strong>di</strong>dattico testi e attrezzaturesperimentali) <strong>di</strong> riferimento per l'attuazionedei nuovi corsi. A questo scopo, dopo lo stu<strong>di</strong>o<strong>di</strong> un certo numero <strong>di</strong> possibilitaÁ ,laCommissioneeÁ giunta alla conclusione unanime <strong>di</strong> riconoscereattuabile il suggerimento espressodal competente ufficio dell'OCSE il Bureaudu Personnel Scientifique et Technique) <strong>di</strong>utilizzare, almeno in una prima fase, tutto oparte del materiale elaborato dal PhysicalScience StudyCommittee, come era statopresentato prima a Napoli, nel 1960, al CongressoInternazionale della SIF dal ProfessorBruno Rossi, poi in un apposito seminario <strong>di</strong>lavoro tenutosi a Cambridge nel luglio 1961.Tale conclusione era conforme al rapporto deldelegato italiano a Cambridge e ai risultatidello stu<strong>di</strong>o sistematico condotto dal gruppodel Seminario Didattico dell'Istituto <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>dell'UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna. EÁ opportuno ricordareche a questo stu<strong>di</strong>o hanno contribuito,non solo gli insegnanti <strong>di</strong> scuola secondariasuperiore che frequentavano le attivitaÁdel Seminario Didattico, ma anche, e inmodo sistematico, alcuni docenti dell'Istituto<strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, fra i quali mi fa piacere ricordarePietro Bassi, Ezio Clementel, Vincenzo DeSabbata, Bruno Ferretti, Enzo Fuschini, ProtogeneVeronesi, Alberto Tomasini. Ancorauna volta Puppi mostrava le sue capacitaÁ <strong>di</strong>«abile seduttore»!L'istituzione delle classi pilota nelle scuoledell'Or<strong>di</strong>ne Classico eÁ stata seguita, dopo unanno, dall'istituzione delle classi pilota nellescuole dell'Or<strong>di</strong>ne Tecnico organizzate ecoor<strong>di</strong>nate da un'altra Commissione Nazionale,quest'ultima presieduta dal ProfessorEzio Clementel.Successivamente all'istituzione delle classipilota, il Ministero della Pubblica Istruzione,ufficio AIM Aggiornamento Insegnanti e Meto<strong>di</strong>),avvalendosi della consulenza delle dueCommissioni Nazionali, ha concentrato notevolisforzi organizzativi e finanziari nella istituzione<strong>di</strong> vere e proprie Scuole estive nazionali, delladurata <strong>di</strong> quattro settimane, per la formazione <strong>di</strong>insegnanti per un insegnamento moderno dellafisica, anche sulla base dei risultati ottenutinell'esperimento delle classi pilota 1967-1975).In seguito alla soppressione dell'Ufficio AIM,ametaÁ degli anni '70, questa attivitaÁ che avevafavorito il nascere e il consolidarsi <strong>di</strong> collaborazioniimportanti fra i ricercatori <strong>di</strong> Istituti/Dipartimenti <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> <strong>di</strong> un numero non trascurabile<strong>di</strong> UniversitaÁ fra le quali Bari, Bologna,Modena, Napoli, Palermo, Pisa, Roma, Torino)eÁ stata seguita da altre attivitaÁ , prevalentemente<strong>di</strong> ricerca, promosse e finanziate siadal GNDF Gruppo Nazionale <strong>di</strong> Didattica della<strong>Fisica</strong>) del CNR, sia dal Ministero dell'UniversitaÁe della Ricerca Scientifica 4 .Dai giorni del 47ë Congresso Nazionale dellaSIF, sono passati tanti anni e successe tantecose, ma il fascino, l'entusiasmo, la sfida dell'avventuraintellettuale che le parole <strong>di</strong> Puppihanno trasmesso a molti <strong>di</strong> noi hanno ancorara<strong>di</strong>ci profonde e robuste. Anche chi, come me,ha scelto <strong>di</strong> impegnarsi in un settore <strong>di</strong> ricercache ha incontrato tante <strong>di</strong>fficoltaÁ ,primaperlasua nascita poi per la sua sopravvivenza, nonrimpiange le scelte fatte e si considera, nonostantetutto, fortunata e serena ed eÁ grata al suoMaestro.4 Alla fine degli anni '60, presso gli Istituti <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> <strong>di</strong>molte universitaÁ nacquero e si svilupparono gruppi <strong>di</strong> ricercain Didattica della <strong>Fisica</strong> che, dopo alcuni anni, <strong>di</strong>ederovita ad un Gruppo Nazionale <strong>di</strong> Ricerca del CNR1981-1990).


LA RINASCITA DELLA MICROSCOPIA ELETTRONICA A BOLOGNAED APPLICAZIONI ALLA FISICA DELLO STATO SOLIDOUGO VALDREÁDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> BolognaConsorzio Nazionale Interuniversitario in Scienza dei MaterialiQuesta raccolta <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> sulla MicroscopiaElettronica ME) e sulla <strong>Fisica</strong> dello Stato SolidoSS) puoÁ fornire in<strong>di</strong>cazioni sulle qualitaÁimpren<strong>di</strong>toriali, su alcuni tratti del carattere esulla personalitaÁ <strong>di</strong> Giampietro Puppi. Il periodocoperto va dal 1947 fino al 1969, quandoPuppi lascioÁ la <strong>di</strong>rezione dell'allora Istitutooggi Dipartimento) <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> dell'UniversitaÁ <strong>di</strong>Bologna.Nel 1947, con la chiamata del professorGiorgio Valle a ricoprire la cattedra <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>Sperimentale, lasciata vacante da Gilberto Bernar<strong>di</strong>ni,ebbe inizio un'azione che portoÁ allacostituzione del CEME Consorzio Emiliano peril Microscopio Elettronico) il cui scopo era ilreperimento <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> per l'acquisto <strong>di</strong> un microscopioelettronico e la costituzione <strong>di</strong> un laboratorio<strong>di</strong> Microscopia Elettronica presso l'Istituto<strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>. Nel giro <strong>di</strong> due anni entroÁ infunzione il CSFM IV, uno strumento a lentielettrostatiche con tensione <strong>di</strong> accelerazione <strong>di</strong>60 kV e potere risolutivo <strong>di</strong> 15 nm 1 )cheerastato acquistato, costando molto meno <strong>di</strong> altristrumenti presenti sul mercato ed essendo <strong>di</strong>sponibilein tempi brevi. In effetti lo strumentonon risultoÁ essere neÁ troppo affidabile neÁ competitivo.Inizialmente si interessarono alla microscopiaelettronica soprattutto me<strong>di</strong>ci e biologi: le osservazioniriguardavano materiale particolatocome cellule, batteri, fumi) e superfici me<strong>di</strong>antela tecnica delle repliche. L'ampio interesse<strong>di</strong> colleghi <strong>di</strong> altre <strong>di</strong>scipline fu la causadeterminante della trasformazione del CEMEnel LUMEB Laboratorio Universitario per ilMicroscopio Elettronico Bolognese), un'operazione<strong>di</strong> prestigio stante la sua funzione <strong>di</strong> servizioper la collettivitaÁ scientifica ed industrialeprevista dal suo Statuto. LUMEB, prima e unicainiziativa del genere all'epoca in ambiente universitario,fu il precursore <strong>di</strong> quelli che oggisono i Centri Gran<strong>di</strong> Strumenti.Nel <strong>di</strong>cembre 1951 prendeva servizio a BolognaGiampietro Puppi, come professorestraor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Teorica 2 ). Con lamorte <strong>di</strong> Valle, da tempo ammalato, avvenutanel 1953, la <strong>di</strong>rezione dell'IFUB passoÁ al professorPuppi che la mantenne fino al 1969.L'arrivo <strong>di</strong> Puppi dette nuovo impulso alla ricerchenel campo dei Raggi Cosmici e della<strong>Fisica</strong> Nucleare, attivitaÁ che si erano quasiestinte con la partenza <strong>di</strong> Bernar<strong>di</strong>ni e <strong>di</strong> alcunisuoi assistenti, per dar spazio ai campi <strong>di</strong> ricerca<strong>di</strong> Valle scarica elettrica nei gas e magnetismo).Puppi volle conservare l'ere<strong>di</strong>taÁ lasciatagli daValle e si preoccupoÁ <strong>di</strong> risolvere il problema delfunzionamento del LUMEB. Puppi procedette inmodo semplice, concreto ed efficace: nominoÁun responsabile, si impegnoÁ per ottimizzare lostrumento, nel reperire fon<strong>di</strong> per il suo funzionamento,nell'ampliare le competenze del laboratorio.Mantenere attivo un servizio, gratuitoper terzi, senza un proprio programma <strong>di</strong> ricerca,a parte il rispetto per l'opera <strong>di</strong> Valle,aveva forse altre motivazioni: <strong>di</strong>mostrare aicolleghi <strong>di</strong> altre <strong>di</strong>scipline la <strong>di</strong>sponibilitaÁ deifisici, conferendo a questi ultimi benemerenze eulteriore prestigio.Fin dal 1949 lo scrivente era studente lavoratorepresso la <strong>di</strong>tta SASIB <strong>di</strong> Bologna. Nel1953, giunto quasi alla fine degli stu<strong>di</strong>, chiesi aPuppi un argomento per una tesi sperimentale:mi propose lo stu<strong>di</strong>o della <strong>di</strong>pendenza dallozenith dei gran<strong>di</strong> sciami dei raggi cosmici, unaricerca giaÁ in corso a Bologna da parte <strong>di</strong> DomenicoBrini e Otello Rimon<strong>di</strong>. Mi proposeinoltre una piccola retribuzione per un lavorotecnico a tempo parziale presso l'IFUB: nonebbi esitazioni a licenziarmi dalla SASIB.Quando stavo per laurearmi, Puppi mi propose<strong>di</strong> occuparmi della revisione del microscopioelettronico, ottenendo nel contempo dal Ministerodella Pubblica Istruzione il finanziamentonecessario per il funzionamento dello strumento.Puppi ritenne utile offrire ai colleghi <strong>di</strong> biologiae <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina un servizio <strong>di</strong> ultrami-39


40crotomia una tecnica <strong>di</strong> fondamentale importanzaper lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> materiale biologico checonsente il taglio <strong>di</strong> fettine <strong>di</strong> spessore inferioreai 10 nm). Alla scelta dello strumento, chevenne poi or<strong>di</strong>nato, collaborarono colleghi interessatidegli istituti <strong>di</strong> Botanica, AnatomiaUmana e Anatomia Comparata: si decise insiemeper il modello svedese <strong>di</strong> Sjoestrandcostruito dalla LKB, che entroÁ in funzione ametaÁ 1956. Dovemmo poi insegnare agli ospiticome fare i preparati in modo che potesseroessere tagliati, per evitare <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare caproespiatorio delle altrui inesperienze: la stima e ilbuon senso <strong>di</strong> Puppi, assieme all'appoggio <strong>di</strong>Stefano Petralia con cui collaboravo alla costruzione<strong>di</strong> un acceleratore <strong>di</strong> ioni, non venneromai meno.Un importante evento per l'intero Istituto <strong>di</strong><strong>Fisica</strong> si verificoÁ nel 1956 quando il ConsiglioComunale <strong>di</strong> Bologna approvoÁ un contributo <strong>di</strong>50 milioni <strong>di</strong> lire annue per la costituzione <strong>di</strong>un centro <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> nucleari presso l'Istituto.L'iniziativa era stata preparata da una sapienteopera <strong>di</strong> convincimento che si deve, credo inmaniera determinante, al professor ProtogeneVeronesi. Nel 1956 Bologna fu promossa dasottosezione dell'Istituto Nazionale <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>Nucleare INFN) a sezione. Verso la fine dell'anno,l'INFN promosse a Bologna la realizzazione<strong>di</strong> un acceleratore <strong>di</strong> ioni da 500 kVper lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> reazioni nucleari, in particolarequelle indotte da neutroni fig 1). Accolsi conpiacere l'invito che mi venne fatto <strong>di</strong> contribuireal progetto e ricordo con piacere l'attivitaÁsperimentale svolta a fianco del responsabileStefano Petralia, uomo generoso edonesto con grande competenza e capacitaÁ <strong>di</strong>Fig. 1. ± Veduta d'assieme dell'acceleratore elettrostaticoda 500 kV costruito a Bologna.lavoro ed estesa conoscenza della letteraturascientifica.I primi lavori <strong>di</strong> ricerca originali svolti nell'ambitodel LUMEB furono nel campo dellapreparazione delle lame in vetro per il tagliodei preparati all'ultramicrotomo e la realizzazione,col consenso <strong>di</strong> Puppi, <strong>di</strong> un microscopioelettronico a punta emittente a effetto<strong>di</strong> campo.Per alcuni anni Puppi abitoÁ a Bologna mentrei suoi familiari risiedevano a Venezia. CapitavacosõÁ <strong>di</strong> trascorrere le ore serali passeggiandocon lui e Angelo Minguzzi per la cittaÁ e <strong>di</strong>scutendo<strong>di</strong> fisica. Quando i familiari si trasferironoa Bologna nell'appartamento annessoall'Istituto <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, riservato al <strong>di</strong>rettore, potemmoapprezzare, in occasione <strong>di</strong> feste, ancheda ballo, organizzate nella loro abitazione unatteggiamento non formale dell'intera famigliaPuppi verso i giovani dell'Istituto. Puppi eraparco nel mangiare: in una occasione in cuiassistetti ad una sua cena, perche ebbe bisogno<strong>di</strong> parlarmi prima <strong>di</strong> partire per Roma, vi<strong>di</strong> chese la cavoÁ con un uovo alla coque!All'inizio del 1957 venne assegnato al LUMEBun tecnico <strong>di</strong> laboratorio: ebbi la fortuna che sitrattasse <strong>di</strong> Antonio Grilli, un uomo preziosoper talento, cultura, efficienza e <strong>di</strong>sponibilitaÁche ha svolto un opera insostituibile nell'attivitaÁ<strong>di</strong> microscopia elettronica. Si comincioÁ aqueltempo a <strong>di</strong>scutere sulla opportunitaÁ <strong>di</strong> dotare ilLUMEB <strong>di</strong> un nuovo microscopio e della opportunitaÁche anche i fisici utilizzassero questeattrezzature.I miei contatti con Puppi andarono in seguito<strong>di</strong>radandosi, dato che mi concedeva completaautonomia dopo aver tracciato le linee generali.Nel giro <strong>di</strong> un paio <strong>di</strong> anni, Puppi coerentementecon le idee che andava maturando, manifestatenella magnifica relazione generalesulla politica della ricerca in Italia tenuta nel1961 al congresso della SIF <strong>di</strong> Como 3 ), decise<strong>di</strong> costituire nell'Istituto un gruppo <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>della Materia. La strumentazione giaÁ esistenteavrebbe potuto costituire un importante supportotecnico per le attivitaÁ del gruppo chevenne articolato in due sezioni, una <strong>di</strong> MicroscopiaElettronica e l'altra <strong>di</strong> Stato Solido. Laprima sarebbe stata costituita dal Laboratorio<strong>di</strong> Microscopia Elettronica, potenziato con unnuovo strumento e con personale. La secondasezione si sarebbe enucleata attorno a PrimoGon<strong>di</strong>, ritornato all'UniversitaÁ dopo un'esperienzanel mondo dell'Industria.


La scelta del nuovo microscopio elettronico,finanziato <strong>di</strong>rettamente dal MPI grazie all'interessamento<strong>di</strong> Puppi, cadde sul nuovomodello Emilskop I della <strong>di</strong>tta Siemens & Halske,uno strumento dotato <strong>di</strong> due lenti condensatriciche permettevano <strong>di</strong> agire in modo in<strong>di</strong>pendentesull'intensitaÁ del fascio e sulle <strong>di</strong>mensionidell'area illuminata, in modo da poteroperare con ingran<strong>di</strong>menti elevati e basso caricotermico. Lo strumento che aveva una risoluzione<strong>di</strong> 0,6±0,7 nm permetteva anche, graziealla tensione <strong>di</strong> 100 kV <strong>di</strong> osservare per trasparenzacampioni metallici <strong>di</strong> alcune centinaia<strong>di</strong> nm <strong>di</strong> spessore. Lo strumento, estremamenteaffidabile e competitivo, contribuõÁ in seguito afar nascere collaborazioni con universitaÁ eimpresestraniere dotate dello stesso microscopio,in particolare inglesi, nord americane e tedesche.L'accoppiata Elmiskop-Ultramicrotromo attrassenumerosi utenti, in particolare me<strong>di</strong>ci ebiologi, dall'Emilia-Romagna, dal Veneto e dallaPuglia, incoraggiati e materialmente aiutati daPuppi e soprattutto dal fatto che le prestazionidel Laboratorio <strong>di</strong> Microscopia Elettronica Lab.ME), in cui si era trasformato il LUMEB, eranogratuite.Puppi, ritenendo opportuno che i responsabilidelle due sezioni <strong>di</strong> Microscopia Elettronica e <strong>di</strong>Stato Solido si aggiornarsero sui livelli a cuioperava la comunitaÁ scientifica internazionale,ci invitoÁ a concorrere a due borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o annualidella NATO che ci permettessero <strong>di</strong> trascorrereperio<strong>di</strong> <strong>di</strong> attivitaÁ <strong>di</strong> ricerca pressoUniversitaÁ o Laboratori all'estero. Per quanto miconcerne ebbi cosõÁ l'opportunitaÁ <strong>di</strong> entrare incontatto col futuro premio Nobel per la fisica1977) Nevill Francis Mott, allora <strong>di</strong>rettore delCaven<strong>di</strong>sh Laboratory, che mi presentoÁ al dott.Peter B. Hirsch con cui potemmo stabilire fecon<strong>di</strong>rapporti <strong>di</strong> collaborazione. Il Laboratorio<strong>di</strong> ME ne trasse indubbi vantaggi per le scelte <strong>di</strong>in<strong>di</strong>rizzo e del campo <strong>di</strong> lavoro che eÁ consistitonello sviluppo <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi e nuove metodologied'indagine elettromicroscopiche, noncheÂnelle loro applicazioni a problemi <strong>di</strong> strutturadella materia 4 ) fig. 2). Altre importanti conseguenzefurono la pubblicazione <strong>di</strong> numerosilibri da parte <strong>di</strong> case e<strong>di</strong>trici internazionali, ilconseguimento <strong>di</strong> brevetti internazionali inGran Bretagna, Germania, USA e Giappone, oltreche in Italia, l'instaurarsi <strong>di</strong> stabili rapporticon <strong>di</strong>tte costruttrici <strong>di</strong> microscopi elettronici eloro accessori.Fig. 2. ± Il microscopio elettronico Emilskop I attrezzatoper esperienze alle temperature dell'elio liquidoIl moltiplicarsi dei campi <strong>di</strong> ricerca entro l'IFUBportoÁ a una competizione fra i vari settori, inparticolare per assicurarsi il personale che erainsufficiente. La microscopia elettronica soffrõÁ<strong>di</strong> questa situazione.Un doveroso riconoscimento per l'attivitaÁsvolta nell'ambito del Laboratorio <strong>di</strong> MicroscopiaElettronica per il prezioso supportotecnico va, oltre al giaÁ citato Antonio Grilli,anche a Raffaele Berti per la sua <strong>di</strong>sponibilitaÁ ,ad Andrea ValdreÁ , Attilio Ponti Bartolucci, LiberoMorini, Primo Ricciotti e alla segretariaIrene Salerno.E non possiamo <strong>di</strong>menticare i numerosi ricercatori<strong>di</strong> Stato Solido che seppero mettere afrutto le <strong>di</strong>sponibilitaÁ loro offerte, in particolarePrimo Gon<strong>di</strong>, Ennio Bonetti, Anna Cavallini,Maria Prudenziati, Gianfranco Missiroli, CarloPatuelli, Ruggero Tognato, Enrico Evangelista,Flavio Zignani, Roberto Montanari, AntoniettaGatti e altri ancora. Pier Giorgio Merli, RobertoGalloni e Giulio Pozzi operarono nel Laboratorio<strong>di</strong> ME, i primi due sono entrati a far parte delLAMEL, il Laboratorio <strong>di</strong> Materiali per l'Elettronicafondato a Bologna dal Comitato per laChimica del CNR nel 1968, dove hanno ricopertoposizioni <strong>di</strong> prestigio.Fra i vari utilizzatori esterni del Laboratorio <strong>di</strong>ME va citato Ottavio Vittori Antisari, oltre ai41


Giampietro Puppi con un gruppo <strong>di</strong> allievi e neolaureati nel 1953 <strong>di</strong> fronte alla scala d'ingresso <strong>di</strong> via Irnerio 46.Dietro a Puppi il compianto Antonio Stanghellini.42numerosi colleghi me<strong>di</strong>ci, fra i quali in particolareUmberto Muscatello.Puppi eÁ stato un grande ed illuminato managerche ha contribuito a far decollare nuoveiniziative in molti campi della ricerca fisica, invirtuÁ della sua abilitaÁ e anche della fortunatacircostanza <strong>di</strong> essere nello stesso tempo <strong>di</strong>rettoredell'istituto e della sezione INFN. Efficaceoratore e docente, chiaro e deciso nellescelte, conciso nel <strong>di</strong>alogo: a Lui, la fisica e nonsolo quella bolognese deve moltissimo!Bibliografia1) U. VALDREÁ ,«BrevestoriadellaSIME:SocietaÁ <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong>Microscopia Elettronica ora SISM)» in: 1956-2006.Cinquanta anni <strong>di</strong> microscopia in Italia tra storia,progresso ed innovazione. SocietaÁ <strong>Italiana</strong> Scienze Microscopiche)2006, pp. 1-17.2) Annuario UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna, Anni Accademici 1950-1951 ± 1951-1952, pp. 69, 70.3) G. PUPPI, «Considerazioni sulla fisica italiana», Suppl.Nuovo Cimento 25, Serie X, No 2 1962) 71-76.4) U. VALDRE Á , «Contributo allo sviluppo della microscopiaelettronica», INFM/FM-68/2 1968).U. VALDRE Á , «Electron microscope stage design and applications»,J. Microscopy, 117, Pt. 1 1979) 55-75.


GIAMPIETRO PUPPI E LA SCUOLA DI FISICAALLA FACOLTA Á D'INGEGNERIAANTONIO BERTINDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna e INFN, Sezione <strong>di</strong> BolognaANTONIO VITALEDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna e INFN, Sezione <strong>di</strong> BolognaFondazione Giuseppe Occhialini, Fossombrone PU)Il 1960 rappresentoÁ una data importante perl'or<strong>di</strong>ne degli stu<strong>di</strong> delle FacoltaÁ d'Ingegneriaitaliane. I piani <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o dell'epoca erano infatticaratterizzati da un biennio propedeutico, de<strong>di</strong>catoprevalentemente allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> materie <strong>di</strong>base, e generalmente svolto presso le FacoltaÁ <strong>di</strong>Scienze Fisiche Matematiche e Naturali, e da unsuccessivo Triennio chiamato anche <strong>di</strong> applicazione)durante il quale veniva impartitauna formazione ingegneristica con contenuti siaa largo spettro sia specialistici. Col rior<strong>di</strong>nodegli stu<strong>di</strong> stabilito nel 1960, il biennio propedeutico,gli insegnamenti corrispondenti e i lorotitolari <strong>di</strong>vennero invece parte integrante delleFacoltaÁ .Le FacoltaÁ d'Ingegneria, <strong>di</strong> fronte a una popolazionestudentesca giaÁ in crescita e all'opportunitaÁ<strong>di</strong> articolare l'offerta formativa innuovi corsi <strong>di</strong> laurea s'era in pieno boom economico)sentirono allora l'esigenza dell'assegnazione,anche alle materie del biennio, <strong>di</strong>cattedre, che allora non esistevano, per gli insegnamentidelle materie <strong>di</strong> base. GiampietroPuppi, scienziato <strong>di</strong> fama internazionale e leaderin<strong>di</strong>scusso della <strong>Fisica</strong> bolognese, giaÁ nel 1960aveva rivolto una precisa istanza in materia allaFacoltaÁ d'Ingegneria del nostro Ateneo.Era tra l'altro imminente la liberalizzazionein<strong>di</strong>scriminata degli accessi alle facoltaÁ universitarieper tutti i <strong>di</strong>plomati da istituti d'istruzionesuperiore: nel bene e nel male, l'eventoavrebbe ra<strong>di</strong>calmente trasformato l'UniversitaÁitaliana da scuola <strong>di</strong> eÂlite a scuola <strong>di</strong>massa, mo<strong>di</strong>ficandone seriamente l'assetto e lapianta organica. Per quanto riguarda le FacoltaÁd'Ingegneria, questo avrebbe significato, dato ilprestigio della laurea corrispondente, un aumentonotevole delle immatricolazioni, e unacrescente necessitaÁ <strong>di</strong> personale docente.Nel 1962 la FacoltaÁ d'Ingegneria <strong>di</strong> Bolognacontava solamente 16 professori <strong>di</strong> ruolo; solo inquell'anno venne comunque ritenuto opportunoaderire alla richiesta <strong>di</strong> Puppi, e la Cattedra per la<strong>Fisica</strong> venne assegnata abbastanza rapidamente.Giampietro Puppi si rendeva sicuramenteconto del fatto che, pur con le <strong>di</strong>scontinuitaÁ elelentezze delle decisioni legislative nei confrontidell'istruzione <strong>di</strong> ogni or<strong>di</strong>ne e grado, il Paeseavrebbe dovuto moltiplicare l'organico universitario,assegnando posti <strong>di</strong> ruolo laÁ dove lapopolazione studentesca maggiormente lo richiedeva.Era dunque importante che la primacattedra<strong>di</strong><strong>Fisica</strong>pressolaFacoltaÁ d'Ingegneria<strong>di</strong> Bologna fosse ricoperta da un Collega <strong>di</strong>particolari qualitaÁ , e Puppi sapeva a chi chiedere<strong>di</strong> assumerne il compito.Quest'uomo, primo professore delle materiedel biennio a entrare nell'organico della FacoltaÁd'Ingegneria dell'UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna, eraPietro Bassi, che vi fu chiamato all'unanimitaÁnel <strong>di</strong>cembre 1962. Il corrispondente verbaledella seduta del Consiglio <strong>di</strong> FacoltaÁ recitava tral'altro: Il Preside illustra la figura, del resto bennota ai Colleghi, del prof. Bassi. Egli, ad unalunga pratica d'insegnamento nell'ambito sperimentale,ambito che specificamente interessala FacoltaÁ d'Ingegneria, unisce un'attivitaÁscientifica <strong>di</strong> primo or<strong>di</strong>ne che ha avuto ed haampio riconoscimento in sede internazionale.Tale attivitaÁ ha posto in evidenza peculiariqualitaÁ <strong>di</strong> raffinato tecnico della sperimentazione,quali ad esempio risultano dalle apparecchiatureda lui costruite e messe a punto alCentro Europeo <strong>di</strong> Ginevra. In tempi successivie recenti il Prof. Bassi si eÁaltresõÁoccupato<strong>di</strong> ricerche inerenti alla utilizzazione dellaenergia nucleare. Per i risultati scientificiconseguiti e la capacitaÁ tecnica <strong>di</strong>mostrata ilProf. Bassi eÁoggi da considerarsi come uno deipiuÁ eminenti fisici sperimentali italiani.Nonostante la sinteticitaÁ e lo stile ministeriale,queste righe rendono perfettamente conto delle43


44qualitaÁ professionali portanti <strong>di</strong> Pietro Bassi:capacitaÁ <strong>di</strong>dattiche, formazione sperimentalecon competenze anche tecnologiche, inserimentonel tessuto culturale internazionale, versatilitaÁd'interessi, notorietaÁ e rilievo nella fisicanazionale. Il verbale non puoÁ riferire, invece, lequalitaÁ personali tramite le quali Bassi avrebbetrovato la propria intesa con i colleghi della facoltaÁ, che annoveravano personalitaÁ altrettanto<strong>di</strong> spicco sia sul piano professionale, sia sulpiano umano, come Giuseppe Evangelisti, PieroPozzati, Giulio Supino, Ercole De Castro.Queste qualitaÁ , che sicuramente Puppi avevaapprezzato e valutato, erano in<strong>di</strong>spensabili percheÂl'incontro tra un addetto alla scienza pura euna nutrita e robusta comunitaÁ <strong>di</strong> professionistiformati alla cultura della realizzazione potesseattuarsi, finendo per inserire nella facoltaÁ unasignificativa rappresentanza <strong>di</strong> fisici. Non devecredersi che Bassi fosse un fine <strong>di</strong>plomatico neÂl'incarnazione del combattente: apparentementetimido fino a sembrare talvolta impacciato,teneva un atteggiamento <strong>di</strong>screto e riservatocon chiunque. Questo aspetto apparentementein<strong>di</strong>feso giocava in realtaÁ a suovantaggio quando, in vista <strong>di</strong> un determinatoobbiettivo, utilizzava le sue armi <strong>di</strong>alettichefondamentali: intelligenza, acume e una dosenon sempre percepibile <strong>di</strong> senso dell'umorismo.Nei rapporti coi colleghi <strong>di</strong> facoltaÁ era aiutatoanche da una certa conoscenza della mentalitaÁprofessionale dell'ingegnere che gli derivavadall'ambiente familiare. Gli allievi che lascioÁdopo i ventidue anni nei quali rimase in facoltaÁebbero la sensazione palpabile della considerazioneche il collega proposto da GiampietroPuppi vi si era guadagnato.Amico fraterno e suo grande ammiratore,Pietro Bassi con<strong>di</strong>videva l'interesse che Puppi,esperto <strong>di</strong> gestione della ricerca in campo industriale,da sempre aveva manifestato neiconfronti del mondo della tecnologia e dell'industriabasti ricordare che Venezia gli devel'apertura dell'Istituto delle Gran<strong>di</strong> Masse delCNR, nato per lo stu<strong>di</strong>o dei problemi della laguna,e la fondazione <strong>di</strong> Tecnomare, societaÁd'ingegneria operante a livello internazionaleprincipalmente per lo sviluppo <strong>di</strong> campi <strong>di</strong>idrocarburi offshore e onshore).Particolarmente interessanti, sotto questoprofilo, le considerazioni sul rapporto trascienza e industria che Giampietro Puppi ci affidoÁin un'intervista 1 ) pubblicata sul NuovoSaggiatore in occasione del Centenario dellaSIF: Si eÁsempre cercato Ð ci <strong>di</strong>sse allora Ð unponte tra queste due realtaÁ, una specie d'introvabilepassaggio a Nord-Ovest che le colleghi:in realtaÁ, esse sono sempre state connesse,anche se non ce ne accorgiamo. Le industrie chepiuÁ vanno avanti sono quelle che riconosconoche le ra<strong>di</strong>ci del progresso si affondano nellascienza, e quelle che falliscono sono quelle che,non avendo sufficiente base, sono incapaci <strong>di</strong>capire i tempi <strong>di</strong> quello che si chiama innovazione.Assertore convinto dell'importanza dellapreparazione <strong>di</strong> base nella formazione degliallievi ingegneri, ammoniva comunque: Se lascienza tende principalmente all'estensionedelle conoscenze, essa deve poterlo fare liberamente,non solo dalle esigenze dell'industria,ma da qualsiasi altro vincolo. Se essainvece vuole, sotto opportune con<strong>di</strong>zioni, avvicinarsial profilo applicativo, allora Ð pernon avere insuccessi Ð eÁ l'industria che devesegnare gli obbiettivi e i tempi.Interessante e in un certo senso bipartisananche l'in<strong>di</strong>cazione sull'insegnamento che ci<strong>di</strong>ede in un precedente incontro 2 ): I fisici chevengono preparati dalle UniversitaÁ italianepossono reggere la competizione con qualsiasiscuola del mondo: i nostri studenti, quando siimpegnano in campo internazionale, fannosempre un'ottima figura. EÁpossibile che questosia dovuto al fatto che il tipo <strong>di</strong> cultura cheviene loro proposta eÁpoco tecnicistica. Rispettoalle UniversitaÁ anglosassoni, da noi s'insistemaggiormente su una buona preparazione <strong>di</strong>base e concettuale, piuttosto che su quello chegli anglosassoni chiamano il problem-solving.Vi eÁ peroÁ un rischio latente, in questo tipo <strong>di</strong>scelta, che eÁ quello <strong>di</strong> accentuare il gusto filosofico,<strong>di</strong> fare, insomma, tanti filosofi dellascienza anziche dei fisici. Io vedo nel fatto <strong>di</strong>innestare un grosso interesse per i fenomeninaturali un correttivo rispetto a questo tipo <strong>di</strong>impostazione. Se volete, questa eÁ la mia filosofiaeducativa.Nelle convinzioni cosõÁ manifestate era evidente,accanto all'importanza che Puppi attribuivaal modello educativo, la fiducia che eglistesso nutriva nel rinnovarlo e ripensarlo conimpegno continuo, come in realtaÁ richiede l'insegnamentoin ogni FacoltaÁ sensibile alle tematicheinnovative e in particolare in quella <strong>di</strong> Ingegneria.Era anche evidente la potenzialitaÁ delsuo metodo <strong>di</strong> affrontare il problema come esigenza<strong>di</strong> scelta, con mentalitaÁ unitaria e origi-


nale, maturata nella ricerca sulle leggi dellanatura ma esportabile per esplorare ogni tipo <strong>di</strong>tematica, speculativa o organizzativa.Concretezza d'insegnamento, dunque, non finea se stessa ma temperata dalla base culturale,era la raccomandazione che Puppi in<strong>di</strong>rizzava anoi, giaÁ professori della FacoltaÁ d'Ingegneria, eche a suo tempo doveva aver <strong>di</strong>scusso e maturatocon Pietro Bassi se questo stesso, come riconoscevanel 1984 il Preside della FacoltaÁ LeonardoMarchetti 3 ), aveva saputo modellare una<strong>di</strong>dattica, nelle materie fisiche <strong>di</strong> base, opportunamentefinalizzata alle specifiche richiesteculturali del nostro settore professionale.Coerentemente con le aspettative emerse dalverbale <strong>di</strong> chiamata, l'attivitaÁ <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> ricerche<strong>di</strong> Pietro Bassi sempre d'intesa conGiampietro Puppi, eccome!) nell'ambito dellafacoltaÁ percorse due strade importanti.Quella applicativa consistette nella partecipazionealla costituzione e all'avvio del Laboratoriod'Ingegneria Nucleare <strong>di</strong> Montecuccolinoauspicato giaÁ dal 1959 da Bruno Ferretti eGiampietro Puppi, e inaugurato nel 1963) e dellaScuola <strong>di</strong> Specializzazione in Ingegneria e TecnicheNucleari, della quale fu a lungo il Direttore.La strada della scienza pura fu invece percorsa,nei maggiori laboratori <strong>di</strong> ricerche nazionalie internazionali, dai giovani laureatisi in<strong>Fisica</strong> sotto la guida <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> Pietro Bassistesso, che a loro volta attrassero verso l'avventuradella ricerca fondamentale ulteriori allievidello stesso ceppo.Un'ultimo elemento dello stile al quale siaGiampietro Puppi sia Pietro Bassi ispiravano illoro ruolo <strong>di</strong> professori d'UniversitaÁ risiede nelgrande rispetto che ambedue tributavano alla<strong>di</strong>dattica. Puppi ci <strong>di</strong>sse un giorno che non facevalezione che non fosse stata preparata <strong>di</strong>fresco. Tenendo presente il tono brillante equasi fantasioso del suo modo <strong>di</strong> trattare gli argomentiin aula, la cosa ci sorprese, e glielo <strong>di</strong>cemmo.EÁ il ricordo affettuoso che si puoÁ avereper un genitore quello del suo sguardo chinato,mentre si passava una mano nei capelli e <strong>di</strong>ceva,con un mezzo sorriso, qualcosa del tipo: teneteveloper detto, eÁmeglio per voi.Meno ironico in materia, ma ugualmente severonell'ammonimento al rispetto per gli studenti,che amava sinceramente, Pietro Bassi ci<strong>di</strong>ede le sue ultime prescrizioni in materia tenendolezione, ancorche sofferente, fino agliultimi giorni della sua esistenza.Bibliografia1) A. BERTIN eA.VITALE, ``Incontro con Giampietro Puppi'',Il Nuovo Saggiatore 14, No. 3-5 1998) 178.2) A. BERTIN eA.VITALE, La luce pesante. Carlo Rubbia,cronaca <strong>di</strong> un Nobel Poligrafici E<strong>di</strong>toriale, Bologna)1984.3) L. MARCHETTI, «L'opera nella FacoltaÁ <strong>di</strong> Ingegneria dell'UniversitaÁ<strong>di</strong> Bologna», in L'itinerario scientifico el'insegnamento <strong>di</strong> Pietro Bassi, Fisico, a cura <strong>di</strong> A.Bertin, E. Veron<strong>di</strong>ni e A. Vitale UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna)1985.45GIAMPIETRO PUPPI E L'ASTROFISICA ITALIANAGIANCARLO SETTIDipartimento <strong>di</strong> Astronomia, UniversitaÁ <strong>di</strong> BolognaGiampietro Puppi, oltre ad aver acquisito famainternazionale per le Sue ricerche nel campodelle particelle elementari, ha svolto unruolo imprescin<strong>di</strong>bile nella promozione <strong>di</strong> altricampi <strong>di</strong> ricerca a livello nazionale e internazionale.Fra questi va certamente menzionatol'impulso dato allo sviluppo della ricerca astrofisica.In Italia eÁ forse stato il primo fra i gran<strong>di</strong>«padri» della fisica ad accorgersi dell'importanzacrescente delle ricerche astrofisiche insettori non propriamente tra<strong>di</strong>zionali della ricercaastronomica me<strong>di</strong>ante lo sviluppo <strong>di</strong>nuove e innovative tecniche per l'osservazionedel cosmo. Questo interesse per l'astrofisica e lacosmologia gli derivava, oltre che dalla Sua in-


46nataevivacecuriositaÁ intellettuale, dalla <strong>di</strong>mestichezzacon la fisica dei raggi cosmici e dalproblema irrisolto della loro origine. Era affascinatodal modello semplice <strong>di</strong> Fermi <strong>di</strong> accelerazionedei raggi cosmici in urti ripetuti con lenubi magnetizzate e in moto turbolento del gasinterstellare, e quin<strong>di</strong> i raggi cosmici come fenomenosu scala galattica e forse extra-galattica.Era solito ripetere, scherzando, che Ferminon poteva essersi sbagliato poiche «aveva unfilo <strong>di</strong>retto con l'Altissimo». E in un certo sensoaveva colto nel segno visto che il meccanismo <strong>di</strong>Fermi, pur nelle sue varie forme e mo<strong>di</strong>ficheconseguenti all'enorme ampliamento delle conoscenzeastronomiche, eÁ comunque rimastoalla base della nostra comprensione dei fenomeni<strong>di</strong> accelerazione delle particelle carichepresenti in vari contesti astrofisici, siano essioggetti stellari, galattici o extra-galattici.Il caso ha voluto che nel lontano 1965 incontrassi<strong>di</strong> nuovo Puppi al Dipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>della Columbia University <strong>di</strong> New York, doveera stato invitato come visiting professor edove tenne un corso mirabile <strong>di</strong> lezioni sui raggicosmici e sulla loro accelerazione. Ricordo fra ipresenti T. D. Lee e L. Woltjer, allora Direttoredel Dipartimento <strong>di</strong> Astronomia della Columbia,e ricordo anche un modello, che Egli avevaideato e sviluppato ad hoc per quelle lezioni,consistente nell'accelerazione dei raggi cosmicigalattici in urti successivi con inviluppi stellariin espansione, il che avrebbe consentito l'applicazionedel meccanismo <strong>di</strong> Fermi <strong>di</strong> I a specieurti sempre favorevoli) realizzando il massimod'efficienza nell'accelerazione. In collaborazionecon Woltjer producemmo anche un lavoro,pubblicato sul «Il Nuovo Cimento», nel quale siipotizzava un'accelerazione sistematica allaFermi) dei raggi cosmici a causa della caduta sul<strong>di</strong>sco galattico <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> nubi <strong>di</strong> gas da pocoscoperte.Con queste premesse non fa meraviglia chePuppi fosse rimasto impressionato dalle potenzialitaÁdella ricerca ra<strong>di</strong>oastronomica chenegli anni '50 stava rivoluzionando la nostraconcezione dell'universo. L'emissione ra<strong>di</strong>onon-termica della Galassia, dovuta all'emissione<strong>di</strong> sincrotrone <strong>di</strong> elettroni ultra-relativistici acceleratinei campi magnetici galattici, era <strong>di</strong>rettamentecollegabile alla componente elettronicaprimaria dei raggi cosmici e forniva unmezzo d'indagine, insperato fino a pochi anniprima, per lo stu<strong>di</strong>o della <strong>di</strong>stribuzione dei raggicosmici nella Galassia. Per la stessa ragione, lascoperta della emissione <strong>di</strong> sincrotrone ra<strong>di</strong>o daalcuni resti <strong>di</strong> supernove, fra cui notoriamentela Nebulosa del Granchio, in<strong>di</strong>viduava nei collassigravitazionali che accompagnano le fasiterminali dell'evoluzione <strong>di</strong> stelle massicce lepossibili sorgenti primarie dei raggi cosmici e illoro ruolo nel bilancio energetico globale deiraggi cosmici galattici, che per primo Puppiaveva affrontato. E poi la scoperta delle ra<strong>di</strong>ogalassie la cui emissione <strong>di</strong> sincrotrone alle ra<strong>di</strong>oonde denunciava la presenza <strong>di</strong> enormiquantitaÁ <strong>di</strong> elettroni ultra-relativistici, e quin<strong>di</strong>l'ubiquitaÁ dei raggi cosmici testimoni <strong>di</strong> fenomenialtamente energetici presenti nell'universo.Inoltre, se si considera che la grandepotenza emessa dalle ra<strong>di</strong>o galassie era tale darenderle ben «visibili» sullo sfondo del cieloalle ra<strong>di</strong>o frequenze anche se poste a gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>stanze,mentre le corrispondenti immagini otticheapparivano estremamente deboli o ad<strong>di</strong>ritturaevanescenti, ecco che si veniva ad aprireuna grande opportunitaÁ per il loro utilizzo nell'indaginecosmologica in un momento, fra l'altro,in cui si assisteva ad un acceso <strong>di</strong>battito cheopponeva la teoria dello «stato stazionario» aquella del Big Bang.In questo clima internazionale <strong>di</strong> grande interesseculturale e scientifico Puppi decise <strong>di</strong>lanciare l'Italia nell'avventura ra<strong>di</strong>oastronomica.Del resto l'astronomia ufficiale dell'epoca,essenzialmente presente negli Osservatoriastronomici e negli istituti universitari ad essicollegati, non sembrava essersi accorta delleprospettive rivoluzionarie rappresentate dall'apertura<strong>di</strong> questa nuova finestra sul cosmo. Lasola encomiabile eccezione era rappresentatada Guglielmo Righini, <strong>di</strong>rettore dell'OsservatorioAstrofisico <strong>di</strong> Arcetri, fortemente interessatoallo sviluppo della ra<strong>di</strong>oastronomia solareun piccolo ra<strong>di</strong>otelescopio, ma il Sole eÁaccecante anche alle onde ra<strong>di</strong>o, era giaÁ in funzionenelle imme<strong>di</strong>ate a<strong>di</strong>acenze della sededell'osservatorio). CosõÁ Puppi, alla fine deglianni '50, ha ideato e promosso presso il Ministerodella Pubblica Istruzione l'avvio <strong>di</strong> ungrande progetto per la ricerca ra<strong>di</strong>oastronomicache si eÁ concretizzato nel giro <strong>di</strong> un quinquenniocon la costruzione del Ra<strong>di</strong>otelescopio «Crocedel Nord» dell'UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna, inauguratonel 1964 con felice intuito Puppi aveva affidatola definizione e realizzazione del progetto aMarcello Ceccarelli, giovane e brillante fisicosperimentale da poco tempo trasferitosi all'UniversitaÁ<strong>di</strong> Bologna). Lo sviluppo della ra-


<strong>di</strong>oastronomia bolognese ha poi svolto un ruoloimportante nel processo <strong>di</strong> modernizzazionedella ricerca astrofisica italiana.Il contributo <strong>di</strong> Puppi alla propulsione dell'astrofisicaitaliana non si eÁ limitato alla sola ra<strong>di</strong>oastronomia.Negli anni '50, con il progre<strong>di</strong>redelle attivitaÁ spaziali, si profilavano nuove eimportanti opportunitaÁ per lo stu<strong>di</strong>o delle ra<strong>di</strong>azioninon penetranti l'atmosfera. CosõÁ Puppipromosse a Bologna la costituzione <strong>di</strong> un gruppo<strong>di</strong> ricerca BORISPA) per lo stu<strong>di</strong>o dei raggiX e gamma <strong>di</strong> origine celeste e dei raggi cosmicisotto la guida <strong>di</strong> Domenico Brini.Analoghe iniziative sorsero presso altre se<strong>di</strong>:a Milano il gruppo <strong>di</strong> Giuseppe Occhialini con gliesperimenti per la rivelazione della componenteelettronica primaria dei raggi cosmici e l'osservazionedei raggi gamma, che qualche tempodopo vide il gruppo come leader nella missioneEuropea COS-B de<strong>di</strong>cata all'astronomia deiraggi gamma; nel 1960 a Roma, per iniziativa <strong>di</strong>Edoardo Amal<strong>di</strong>, si attivoÁ un gruppo per lo stu<strong>di</strong>odei raggi cosmici da palloni e per le ricerchesull'interazione magnetosfera-vento solare inconnessione con l'avvio dell'organizzazionespaziale europea ESRO; 1963-64); nel '59 CarloCastagnoli a Torino fondoÁ il Centro per la <strong>Fisica</strong>Cosmica FISCOT) e sviluppoÁ i laboratori sottoil Monte Bianco e il Monte dei Cappuccini equello della Testa Grigia sul Plateau Rosa per glistu<strong>di</strong> sui raggi cosmici. Queste attivitaÁ venneropoi coor<strong>di</strong>nate e almeno in parte finanziatenell'ambito del Gruppo Nazionale <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Cosmicadel CNR 1963). Inoltre, l'astrofisico LivioGratton, richiamato in Italia per iniziativa <strong>di</strong>Puppi e poi trasferitosi a Roma), nel 1962 fondoÁil Centro <strong>di</strong> Astrofisica del CNR a Frascati all'internodel quale attivoÁ anche linee <strong>di</strong> ricerca<strong>di</strong> planetologia e astronomia dei raggi X.Ma il 1962 segna anche un data importante:Giacconi, Gursky, Paolini e Rossi scoprono laprima sorgente <strong>di</strong> raggi X extra-solare, Sco X1,una stella <strong>di</strong> luminositaÁ in raggi X mille voltesuperiore a quella del Sole, e il fondo cosmico <strong>di</strong>raggi X <strong>di</strong> origine sconosciuta. Si apre cosõÁ definitivamenteuna nuova finestra per l'osservazionedel cosmo, la cui importanza per l'astrofisicae la cosmologia troveraÁ ampia confermanei decenni successivi.Per poter inserirsi in questi campi nuovi e altamentecompetitivi dell'astrofisica era necessarioassicurare una stabilitaÁ istituzionale,strutturale e finanziaria ai vari gruppi <strong>di</strong> ricerca.Alla fine degli anni '60 il Comitato <strong>di</strong> Consulenzaper le Scienze Fisiche del CNR, presieduto daPuppi, propose la costituzione <strong>di</strong> sei Laboratoriin seguito Istituti) nei quali si strutturano icentri <strong>di</strong> ricerca sopra menzionati, e precisamente:- 1968, Istituto <strong>di</strong> tecnologie e stu<strong>di</strong>o delle ra<strong>di</strong>azioniextraterrestri ITeSRE - Bologna)- 1968, Istituto <strong>di</strong> Cosmo-geofisica Torino)- 1968, Istituto <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> dello Spazio InterplanetarioIFSI - Frascati)- 1969, Istituto <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Cosmica e TecnologieRelative IFTCR - Milano)- 1970, Istituto <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oastronomia IRA - Bologna)- 1970, Istituto <strong>di</strong> Astrofisica Spaziale IAS -Frascati).L'Istituto <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Cosmica e Applicazioni all'InformaticaIFCAI) <strong>di</strong> Palermo fu istituito solonel 1981 incorporando la sezione <strong>di</strong>staccatadell'IFCTR e l'UnitaÁ <strong>di</strong> Ricerca del CNR inastrofisica delle alte energie sotto la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong>Livio Scarsi.)Questo intervento strutturale eÁ stato fondamentaleper lo sviluppo delle nuove <strong>di</strong>sciplineastrofisiche nel nostro Paese. Fra l'altro questoha portato vari anni dopo alla realizzazione delprimo satellite scientifico italiano, per il qualeancora una volta il contributo <strong>di</strong> Puppi eÁ risultatod'importanza primaria. Questa vicenda eÁrelativamente poco conosciuta e vale la pena <strong>di</strong>essere ricordata sia per l'importanza scientificasia perche per la prima volta l'industria spazialeitaliana si eÁ cimentata nella costruzione e gestione<strong>di</strong> un satellite scientifico <strong>di</strong> una certacomplessitaÁ .Negli anni '70 la ricerca astronomica spazialein Europa si era venuta consolidando nell'ambitodel «programma obbligatorio» dellaEuropean Space Agency ESA), la nuova agenziacreata tramite la fusione delle organizzazionieuropee operanti nello spazio, fra cui laEuropean Space Research OrganizationESRO). Tuttavia, il programma obbligatoriodell'ESA non aveva una <strong>di</strong>mensione finanziariasufficiente a coprire le pressanti domande <strong>di</strong>ricerca, ragion per cui alcuni Stati membri inparticolare il Regno Unito, l'Olanda e la Germania)avevano sviluppato e/o stavano sviluppandomissioni spaziali anche in collaborazioniinternazionali con la NASA e l'istitutospaziale giapponese ISAS. A fronte <strong>di</strong> questoquadro internazionale in rapido movimento apparivaimportante e urgente prendere un'ini-47


48ziativa tale da permettere un salto qualitativoalla comunitaÁ spaziale italiana, frattanto cresciutaper competenza e consistenza numerica.Un satellite scientifico pareva la risposta adeguatanon solo in termini <strong>di</strong> politica scientifica,ma anche per la promozione dell'industria nazionaledel settore spaziale. A quell'epoca laricerca spaziale faceva capo al Piano SpazialeNazionale PSN) gestito dal CNR. Il problemada affrontare non era solo quello <strong>di</strong> reperire lerisorse finanziarie necessarie, ma era anchequello <strong>di</strong> ottenere il consenso delle forze politiche,poco propense, e alcune ad<strong>di</strong>rittura contrarie,all'attivazione <strong>di</strong> una missione spaziale <strong>di</strong>ricerca <strong>di</strong> base al <strong>di</strong> fuori del programma obbligatoriodell'ESA.Ebbi l'occasione d'illustrare l'iniziativa aPuppi, allora consulente scientifico del Ministrodel Tesoro il Sen. Beniamino Andreatta, recentementedeceduto dopo una drammatica etoccante vicenda), durante un viaggio in treno <strong>di</strong>rientro a Bologna Ð a quel tempo presiedevo ilComitato per le Scienze Fisiche del CNR e«pendolavo» spesso sulla tratta fra Bologna eRoma, cosicche le occasioni d'incontro conPuppi erano frequenti. La scienza e la promozioneindustriale, un binomio che stimolaval'interesse <strong>di</strong> Puppi. Il Suo prestigio e l'autorevolezzaerano tali che poco tempo dopo, correval'anno 1981, l'On. Giancarlo Tesini, allora Ministroper il Coor<strong>di</strong>namento delle iniziative per laricerca scientifica e tecnologica, convocoÁ unariunione ristretta alla quale erano presentiPuppi, in rappresentanza del Ministro del Tesoro,Luciano Guerriero, Direttore del PSN, Giuseppe«Bepi» Colombo e Francesco Carassa,entrambi figure <strong>di</strong> prestigio della ricerca spaziale,e forse qualcun altro <strong>di</strong> cui ora mi sfugge ilricordo. La riunione si concluse con la decisione<strong>di</strong> procedere alla realizzazione <strong>di</strong> una missionespaziale de<strong>di</strong>cata all'astronomia. Subito dopo ilPSN attivoÁ un bando per le proposte e, al terminedella procedura, fu selezionata la propostadel Satellite per l'Astronomia X SAX), che vedevacoinvolti i quattro Istituti spaziali del CNRe una importante collaborazione con l'Entespaziale olandese.Non eÁ il caso in questa sede <strong>di</strong> ripercorrere lastoria <strong>di</strong> SAX, che si eÁ venuta continuamenteintersecando con le complesse vicissitu<strong>di</strong>nidello «spazio» italiano, ma ancora una volta e a<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> molti anni l'intervento <strong>di</strong> Puppi doveva<strong>di</strong>mostrarsi determinante per il prosieguo<strong>di</strong> questa missione. Infatti, la realizzazione <strong>di</strong>SAX aveva acquistato nuovo impulso con lacreazione nel 1988 dell'Agenzia Spaziale <strong>Italiana</strong>ASI), la cui Presidenza era stata affidata a LucianoGuerriero, senonche nel1993l'Agenziafuinvestita da una crisi istituzionale tale per cui ilGoverno in carica decise <strong>di</strong> commissariare l'ASIaffidandone l'incarico a Puppi. La crisi dell'ASI,frequente oggetto <strong>di</strong> articoli su vari quoti<strong>di</strong>ani,coinvolgeva pesantemente anche la missioneSAX, in ritardo e con costi molto aumentati rispettoalla programmazione iniziale, e quin<strong>di</strong>presa <strong>di</strong> mira come esempio <strong>di</strong> un managementinadeguato dell'Agenzia. Puppi nell'ottobre del'93 attivoÁ una ricognizione dettagliata dellostato del progetto: nel corso <strong>di</strong> tre giorni <strong>di</strong> intensolavoro presso la sede dell'ASI furono intervistatetutte le unitaÁ operative, scientifiche eindustriali, coinvolte nel progetto e venne stesoun rapporto dettagliato per il Commissario incui si evidenziava la non esistenza <strong>di</strong> alcunaragione <strong>di</strong> fondo, sia scientifica che strumentalee operativa, tale da consigliare uno stop allamissione giaÁ in fase avanzata <strong>di</strong> realizzazione.Quasi contemporaneamente una commissionedell'European Science Foundation, istituita surichiesta dell'allora Ministro in carica UmbertoColombo, si espresse unanimemente a favoredelprogetto. Malepolemicheelecritichenonerano destinate ad acquietarsi e proseguironocon vigore nei mesi successivi. Il 12/01/94 l'autorevole«Il Sole-24 Ore» de<strong>di</strong>cava un'interapagina all'ASI e apriva con un articolo dal titolosignificativo «In orbita va solo la polemica». Inessa anche un intervento <strong>di</strong> un fisico dell'UniversitaÁ<strong>di</strong> Roma «La Sapienza» che criticavaaspramente precedenti <strong>di</strong>chiarazioni delMinistro Colombo, richiamandolo alle sue responsabilitaÁ<strong>di</strong> vigilanza sull'ASI, e l'operato delCommissario Puppi anche con riferimenti personali),e a proposito <strong>di</strong> SAX recitava «Inoltre ilministro sottace l'ampio <strong>di</strong>sinteresse della ComunitaÁscientifica per questo programma .......Affermare infine che il programma SAX, propostonel 1981, non abbia sofferto del ritardo accumulato,contrasta con il parere <strong>di</strong> alcuni autorevoliprotagonisti mon<strong>di</strong>ali dell'astronomia araggi X». Ergo, una missione non significativascientificamente, e quin<strong>di</strong> uno sperpero dellerisorse <strong>di</strong>sponibili. Nella stessa pagina una rispostapuntuale del Ministro. Fu in questa atmosferaammorbata da polemiche e veleni chePuppi e il Ministro si assunsero la responsabilitaÁe il merito <strong>di</strong> procedere nella realizzazione dellamissione che venne lanciata due anni dopo 26


aprile 1996) e il cui straor<strong>di</strong>nario successoscientifico, con il nome <strong>di</strong> BeppoSAX in ricordo<strong>di</strong> Giuseppe «Beppo» Occhialini, eÁ a tutti noto.Il ruolo <strong>di</strong> Puppi nello sviluppo della ricercaspaziale internazionale richiederebbe un approfon<strong>di</strong>mentoulteriore. In questa sede mi limiteroÁa ricordare che il Suo coinvolgimentonella promozione delle attivitaÁ spaziali si eÁ <strong>di</strong>panatonell'arco <strong>di</strong> due decenni nel corso deiquali ha ricoperto ruoli <strong>di</strong> primissimo piano.Fra questi: l'incarico prestigioso <strong>di</strong> Presidentedella European Space Research OrganizationESRO) per il triennio 1970-72; la presidenza1969-70) del Comitato Europeo Alti Funzionariche, su incarico della Conferenza Europeadei Ministri delle AttivitaÁ Spaziali, doveva valutarel'opportunitaÁ <strong>di</strong> unire in un'unica agenziale organizzazioni spaziali europee, in particolarel'ESRO summenzionata e l'ELDO EuropeanLaunch Development Organization),dando l'avvio al <strong>di</strong>scorso che ha poi portatoalla costituzione nel 1975 della EuropeanSpace Agency ESA); la Co-Presidenza neglianni '80 <strong>di</strong> un Comitato NASA-ESA per tracciareil possibile futuro delle attivitaÁ spaziali e,infine, <strong>di</strong> nuovo sulla scena internazionale comeCapo della Delegazione <strong>Italiana</strong> pressol'ESA 1993-95).In un mondo della ricerca che via via si stavasempre piuÁ specializzando Puppi emergeva perla Sua visione globale della <strong>Fisica</strong>. L'intuito fisicostraor<strong>di</strong>nario e la capacitaÁ <strong>di</strong> sintesi Gliconsentivano <strong>di</strong> giungere imme<strong>di</strong>atamente acogliere il punto essenziale del problema, anchesu argomenti molto <strong>di</strong>stanti dai Suoi campi <strong>di</strong>competenza specifica, e <strong>di</strong> valutarne l'importanza.Aveva subito percepito che le nuove tecnologieche si stavano sviluppando negli annisuccessivi al II conflitto mon<strong>di</strong>ale avrebberoaperto orizzonti inesplorati per la fisica del cosmo.Ma era anche convinto dello stretto legamefra ricerca scientifica e sviluppo tecnologico eindustriale, e che pertanto le iniziative da intraprenderedovevano essere <strong>di</strong> alto contenutoper avere impatti significativi non solo scientifici.Il piccolo cabotaggio non lo interessava. IlSuo contributo allo sviluppo dell'astrofisicaitaliana, e non solo, si segnala appunto per unaserie <strong>di</strong> azioni fondamentali e fondanti i cui effettisi sono propagati fino al presente, e <strong>di</strong> cioÁdobbiamo essere riconoscenti e debitori alla figuradell'eminente fisico e Maestro.LA RADIOASTRONOMIA IN ITALIA: UNA IDEA DI GIAMPIETRO PUPPI49ROBERTO FANTIINAF ± Istituto <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oastronomia, Bologna«Perche Рmi <strong>di</strong>ce un giorno G. Puppi) sullescale dell'Istituto Ð non costruisci un ra<strong>di</strong>otelescopio?»Con queste parole Marcello Ceccarelliricorda in «Viaggio Provvisorio», con ilsuo solito stile scherzoso, l'inizio <strong>di</strong> questa avventura.La data va collocata presumibilmentenella prima metaÁ del 1959. EÁ probabile che ilprimo approccio <strong>di</strong> Puppi con Ceccarelli siaavvenuto proprio cosõÁ. EÁ peroÁ altrettanto probabileche Puppi riflettesse da tempo sull'idea.Come G. Setti ha ricordato nel suo contributo, laRa<strong>di</strong>ostronomia eÁ stata una delle tante iniziative<strong>di</strong> Puppi per promuovere nuovi settori <strong>di</strong> ricercache potessero affermarsi a livello internazionale.Quando si vuole intraprendere un progettonuovo eÁ fondamentale saper scegliere le personeadatte a condurlo in porto, e questo non eÁsempre facile. Puppi scelse la persona giusta,Marcello Ceccarelli.La Ra<strong>di</strong>oastronomia era, a quell'epoca, unsettore relativamente nuovo dell'astronomia,ma giaÁ consolidato a livello internazionale.Aveva dato un nuovo potente impulso a tuttal'astronomia aprendo nuovi orizzonti si pensi,ad esempio, alla possibilitaÁ <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are l'idrogenoatomico interstellare me<strong>di</strong>ante la rigache esso emette alla lunghezza d'onda <strong>di</strong> 21 cm)ed era entrata con forza nel vivace <strong>di</strong>battito


50cosmologico dell'epoca fra i sostenitori della«Teoria dello Stato Stazionario» e quelli del «BigBang». Le ra<strong>di</strong>osogenti extragalattiche, cosõÁpotenti da potersi rilevare a <strong>di</strong>stanze enormementesuperiori a quelle raggiungibili con imaggiori telescopi ottici dell'epoca, erano vistecome le «sonde» ideali per risolvere il <strong>di</strong>battitoin maniera definitiva. I risultati fino ad alloraottenuti erano peroÁ ancora contrad<strong>di</strong>ttori e ilfuturo ra<strong>di</strong>otelescopio italiano avrebbe dato uncontributo importante al <strong>di</strong>battito. Puppi ebbel'idea, sponsorizzoÁ il progetto, ne reperõÁ i finanziamentinecessari e ne seguõÁ con costanteinteresse lo sviluppo.Le operazioni partirono in maniera moltospe<strong>di</strong>ta. All'inizio del 1960, con un annunciosui giornali, fu arruolato Gianfranco Sinigaglia,ingegnere alla Marelli. LascioÁ un lavoro certoper uno molto piuÁ interessante, ma anche piuÁincerto! Furono presi rapidamente contatti conra<strong>di</strong>oastronomi inglesi e australiani, fra i qualiricordo Ryle, Hogbom, Mills e Christiansen,con i quali si stabilirono rapporti non solo <strong>di</strong>stima e collaborazione, ma anche <strong>di</strong> vera amicizia.Nel giugno dello stesso anno fu realizzatoil prototipo del ramo E-W della «Crocedel Nord». Un cilindro parabolico <strong>di</strong> 7 100 m.,operante a 327 MHz. Parteciparono ai lavori,assieme a Ceccarelli e Sinigaglia, i giovaniGiancarlo Setti neo-laureato) e AlessandroBraccesi ancora studente). Una storica ememorabile foto, in cui compaiono, oltre aisuddetti, Puppi, Righini <strong>di</strong>rettore dell'Osservatorio<strong>di</strong> Arcetri) e Mannino <strong>di</strong>rettore dell'Osservatorio<strong>di</strong> Bologna), immortala la conclusione<strong>di</strong> questa prima fase. Il gruppo <strong>di</strong> lavorosi estese acquisendo altre persone <strong>di</strong>grande qualitaÁ : gli ingegneri Gelato appenareduce dal servizio militare) e Rosatelli inprestito dal CNEN), Dan Harris neo-Ph. D. daCaltech) e Louise Volders neo-Ph. D. da Leiden),un nutrito numero <strong>di</strong> tecnici molto bravisenza voler fare torto a nessuno ricordoBombonati e Tomassetti) e successivamenteun certo numero <strong>di</strong> giovani pivelli neo-laureatiin fisica.Il progetto fu presentato alla fine <strong>di</strong> maggio1961 alla Scuola <strong>di</strong> Varenna e pubblicato nelluglio dello stesso anno su «Il Nuovo Cimento»a nome Braccesi e Ceccarelli) assieme al progettodel sistema <strong>di</strong> ricezione autori Gelato,Rosatelli, Sinigaglia). Nel <strong>di</strong>cembre fu presentatoanche al «O.C.E.D. Symposium onLarge Antennae for Ra<strong>di</strong>oastronomy» aParigi.All'inizio del '62 una prima centina fu montatapresso le officine SAE <strong>di</strong> Lecco. PiuÁ o meno allastessa epoca fu completato il progetto dell'illuminatore.Nell'agosto del '63 furono erette lecentine e in settembre tutta la ferraglia era inpie<strong>di</strong>. Il grande cilindro parabolico che costituivail ramo E-W della «Croce del Nord» siergeva maestoso, con la sua estensione <strong>di</strong>60035 m. Durante la primavera del '64 unasquadra del Genio Militare fu impiegata per laposa dei cavi sotterranei. Inoltre furono montatestrutture del ramo N-S per una estensione <strong>di</strong>300 m. Carla Giovannini successivamente inFanti) aveva intanto cominciato a svilupparealcuni algoritmi per l'analisi dei futuri dati, facendoanche tesoro della competenza <strong>di</strong> Louise.EsiarrivoÁ al finale della prima fase: il 7 ottobre1964 Sinigaglia e collaboratori completarono ilcollegamento del ramo E-W con il ricevitore edurante la notte facemmo le prime osservazioni.Tutto andava secondo le migliori previsioni. Sivedevano tante ra<strong>di</strong>osorgenti, per lo piuÁ nonnote. Scrive Marcello in «Diario Provvisorio»:«... avevo visto il pennino finalmente muoversisulla carta del registratore. Muoversi bene,muoversi benissimo. Raccontava il passaggio <strong>di</strong>universi lontani e raccontava anche la fine <strong>di</strong>tante fatiche e timori. Mi allontanai dal gruppodei miei collaboratori tutti in festa e mi sedettinell'angolo solitario <strong>di</strong> una stanza, senza parlare,senza pensare».Il 24 ottobre 1964 ci fu l'inaugurazione, presentiil Ministro Gui, il Rettore Felice Battaglia,lo stato maggiore <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> e il vescovo ausiliario<strong>di</strong> Bologna, Mons. Bettazzi. L'inaugurazione fuun grande successo, eccezion fatta per un violentoacquazzone che ridusse il terreno ad unmare <strong>di</strong> fango, impantanando il 50 % delle autodei partecipanti, inclusa quella del Ministro.Acquisito questo primo successo, l'operazione«Croce del Nord» non era ancora finita. Soloil ramo E-W era funzionante e bisognava farnesubito il miglior uso astronomico possibile.Persone <strong>di</strong> esperienza astronomica consolidataerano D. Harris e L. Volders. Purtroppo il primoera partito per Arecibo all'inizio del '64 e LouisetornoÁ in Olanda poco dopo. Anche GiancarloSetti era negli USA. Ma c'erano Marcello edAlessandro a guidare i tanti pivellini appenaarrivati. Si trattava <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare dei programmivali<strong>di</strong> e venderli alla comunitaÁ scientifica internazionale.Bisognava poi completare il ramo Nord-Sud,<strong>di</strong> cui solo 300 m erano costruiti, e fare la cor-


elazione dei due rami. Non mancava molto, maci vollero altri tre anni. Il problema principaleeralamancanza<strong>di</strong>unastrutturaperlaRa<strong>di</strong>oastronomia.Eravamo un gruppo dell'Istituto <strong>di</strong><strong>Fisica</strong>, costituito da tecnici universitari con integrazionestipen<strong>di</strong>ale all'INFN sui fon<strong>di</strong> ministerialidel progetto fin che ce n'erano), qualcheprofessore incaricato, un tecnico laureato eborsisti in vari sta<strong>di</strong> <strong>di</strong> prorogatio. C'era la«volontaÁ <strong>di</strong>chiarata» del Ministro della PubblicaIstruzione <strong>di</strong> istituire il «Laboratorio Nazionale<strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oastronomia» LNRA), ma ... Malgradotutto cioÁ , c'era un enorme entusiasmo e grandevolontaÁ <strong>di</strong> lavorare, senza conoscere orari, sabatio domeniche e altre feste comandate, Natalie Capodanni inclusi. Si registrava il segnale sucarta facendo, a mano con la matita, la me<strong>di</strong>a <strong>di</strong>tre tracciati in<strong>di</strong>pendenti e misurando posizioneeintensitaÁ delle sorgenti con il doppio decimetro.Il lavoro era tanto e non si riusciva a tenereil ritmo con cui si ottenevano i dati dallo strumento.Marcello cercoÁ <strong>di</strong> aumentare la forzalavoro con un accordo con le Carceri <strong>di</strong> Bologna.Due detenuti, acculturati, entrarono nellamacchina <strong>di</strong> produzione. I risultati tuttavia furonomolto limitati.Nel <strong>di</strong>cembre 1964 fu effettuata una primasurvey, chiamata B1, la lettera B sta per Bologna,il numero 1 per «prima survey») <strong>di</strong> circa2000 gra<strong>di</strong> quadrati, che portoÁ ad un catalogo <strong>di</strong>circa 600 ra<strong>di</strong>osorgenti, con densitaÁ <strong>di</strong> flussofino ad 1 Jy *), la maggior parte delle quali nonnote. Marcello alla fine dell'anno andoÁ al TexasSymposium portandosi un fascicoletto con unaraccolta <strong>di</strong> alcune fra le prime registrazioni, chemostroÁ in giro suscitando un notevole interesse.Le capacitaÁ <strong>di</strong> calcolo erano inesistenti. PuppicercoÁ <strong>di</strong> convincere il CdA dell'UniversitaÁ arilevareil calcolatore IBM del CNEN, che venivasostituito e sarebbe stato dato gratis. Il CdA rifiutoÁ. In effetti quel calcolatore sarebbe statocostoso per la manutenzione e in poco tempoobsoleto. La decisione era quin<strong>di</strong> stata giusta,ma non era stata giusta la motivazione che ilCdA aveva addotto. Puppi ci ottenne poi il permesso<strong>di</strong> accedere, solo <strong>di</strong> notte, all'IBM 1620della FacoltaÁ <strong>di</strong> Ingegneria e cosõÁ Carla poteÂsviluppare il software per l' analisi dei dati della«Croce». Sotto la supervisione <strong>di</strong> Tonino Ficarra,si cominciarono ad utilizzare i «mangiaspaghi»dell'INFN, <strong>di</strong> notte, per <strong>di</strong>gitalizzare,*) Il Jansky abbreviato Jy) eÁ l'unitaÁ <strong>di</strong> misura del flussora<strong>di</strong>o; 1 Jy ˆ 10 26 Wm 2 Hz 1 .con mano d'opera studentesca, i tracciati cartaceicon successiva elaborazione all'IBM 1620.Il funzionamento dello strumento era purtroppomolto limitato dalla presenza <strong>di</strong> forti interferenzeda ponti ra<strong>di</strong>o militari. MarcellocontattoÁ le alte gerarchie con scarsi risultati,salendo progressivamente <strong>di</strong> livello, finche ,persa la pazienza, invioÁ una lettera ad Andreotti,allora Ministro della Difesa, in cui scriveva che«l'alto grado <strong>di</strong> inefficienza delle Forze Armategli faceva dubitare della possibilitaÁ che, in caso<strong>di</strong> attacco nemico dall'est, fossero in grado <strong>di</strong>resistere per quei 40 minuti che erano necessariperche la <strong>di</strong>visione corazzata americana <strong>di</strong>stanza ad Aviano potesse intervenire e bloccaregli invasori». La lettera non fu molto apprezzatadagli alti gra<strong>di</strong> delle forze armate. In qualchemodo, tuttavia, pian piano si giunse ad un modusviven<strong>di</strong> <strong>di</strong>namico, che comunque rimaseassai penoso per il nostro lavoro.Nell'estatedel'65duranteunascuolaestivaaVarenna, nella quale erano presenti i Burbidge,Fowler, Sandage, e Thorne, fu possibile far circolareun po' dei nostri primi risultati. GeoffreyBurbidge, cui fu mostrato il preprint del catalogoB1, rimase impressionato dal numero <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>osorgentinon precedentemente catalogate che viapparivano. Willie Fowler, futuro premio Nobelperla<strong>Fisica</strong>,chieseripetutamentesei«600»<strong>di</strong>estensione dell'E-W erano pie<strong>di</strong> o cosa altro.Nel novembre del '65 si tenne a Bologna ilCongresso annuale della SIF. Marcello fu invitatoa fare una relazione sulla «Croce del Nord»,nell'Aula Magna <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, piena <strong>di</strong> gente. Ilsuccesso fra i fisici fu notevole. La SIF assegnoÁun premio <strong>di</strong> 500 mila lire alla «Croce del Nord»,che fu consegnato nella sala dello STABATMATER a Carla, delegata da Marcello a rappresentaretutto il gruppo. Il premio fu <strong>di</strong>viso inparti uguali fra tutti i membri, tecnici e laureati,del gruppo, ventiquattro persone, esclusi i professorior<strong>di</strong>nari Marcello e Mannino).Subito dopo, a seguito <strong>di</strong> uno scambio <strong>di</strong> letterecon Ryle, anch'egli futuro Nobel per la <strong>Fisica</strong>,inviammo a «Il Nuovo Cimento» un articolocon i conteggi delle nostre ra<strong>di</strong>osorgenti e unadettagliata analisi degli effetti strumentali edelle correzioni applicate. I nostri risultati eranoin accordo con quelli del gruppo <strong>di</strong> Ryle e in<strong>di</strong>saccordo con le previsioni della teoria delloStato Stazionario. In quella occasione Carla eMarcello fecero il primo Montecarlo della nostrastoria, all'IBM 1620, utilizzando una lista <strong>di</strong> numeria caso presa da un libro <strong>di</strong> Marcello, ri-51


52normalizzati per <strong>di</strong>ventare le coor<strong>di</strong>nate dellera<strong>di</strong>osorgenti del Fantacielo. Questa fu la secondapubblicazione scientifica ottenuta conl'E-W.Oltre a cioÁ , ci capitoÁ un grosso colpo <strong>di</strong> fortuna.Dopo l'estate uscõÁ sull'«AstrophysicalJournal» laprimalistadellequasar selezionateotticamente da Sandage. Ci lanciammo su <strong>di</strong>essa e facemmo rapidamente osservazioni conl'E-W, senza trovare emissione ra<strong>di</strong>o significativada nessuno dei 15 oggetti osservati ad unlivello <strong>di</strong> circa due or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> grandezza inferioreai limiti che citava Sandage. Inviammo una letteraall'«Astrophysical Journal», che la pubblicoÁvelocemente. Questo lavoro ebbe un notevolesuccesso e rimase per molto tempoquanto <strong>di</strong> meglio si sapeva sull'emissione ra<strong>di</strong>odelle quasar.Pur con questi importanti successi, l'E-W dasolo aveva delle prestazioni limitate. Le posizionira<strong>di</strong>o con il solo ramo E-W non eranosufficientemente accurate per fare identificazioniottiche, se non con oggetti molto brillantiin ottico. Inoltre a livello <strong>di</strong> 1 Jy la confusioneera giaÁ forte. Questa situazione era stata descrittada Marcello in una lettera spe<strong>di</strong>ta adAlessandro durante il Congresso dell'URSI nelsettembre 1966: «Sono stato invitato a pranzo daRyle.. ..Bisogna riuscire a varcare la barriera <strong>di</strong>potenziale tra l'essere stimati e l'essere richiesti.Qui tutti sono molto cor<strong>di</strong>ali con me e ho la nettasensazione che non ci considerino affatto deisottosviluppati. PeroÁ nessuno ha ancora bisognodei nostri dati. Finche non avremo unamerce <strong>di</strong> scambio che sia veramente unica nelsuo genere molto <strong>di</strong>fficilmente riusciremo asfondare». Il passo importante era la messa infunzione del ramo N-S, che richiese altri tre annidalla inaugurazione dell'E-W. In questi tre annisi era avuto un certo avvicendamento nello stafftecnologico. Rosatelli era rientrato al CNEN eGelato era andato ad ESTEC Olanda). Era subentratoGiuliano Colla e c'era stato un determinantecrescendo del coinvolgimento <strong>di</strong> GavrilGrueff e poi <strong>di</strong> Tonino Ficarra. Il ritardo nell'operazioneNord-Sud era dovuto a vari fattori:ritardo nei finanziamenti sul fronte M.P.I., da unlato, <strong>di</strong>fficoltaÁ con il CdA dell'UniversitaÁ ,dall'altro.Come Puppi ha piuÁ volte ricordato, l'UniversitaÁ<strong>di</strong> Bologna non recepõÁ mai la potenzialitaÁinnovativa del progetto e lo consideroÁsostanzialmente uno sgradevole <strong>di</strong>sturbo.La messa in fase del ramo N-S era giaÁ statarisolta con un semplice ed ingegnoso sistemaalla fine del '65. Tomassetti era <strong>di</strong>ventato il«mago dell'alta frequenza». Giuliano Collaaveva ere<strong>di</strong>tato il progetto <strong>di</strong> registrazione delsegnale su nastro magnetico, iniziato da Gelato,e aveva realizzato il prototipo <strong>di</strong> correlatoreper la «Croce». Nell'estate del '66, era previstala stesura dei cavi della N-S ma, per vari problemicon il CdA dell'UniversitaÁ , le cose andavanoa rilento. Ricordo molto bene che poiCeccarelli ci raccontoÁ dell'intervento durissimo<strong>di</strong> Puppi, che minaccioÁ <strong>di</strong> chiedere al Ministerodella Pubblica Istruzione il trasferimentoall'UniversitaÁ <strong>di</strong> Padova del progetto«Croce del Nord». Questo aiutoÁ non pocosul fronte bolognese.Restava peroÁ il fronte ministeriale, ossial'ultimo lotto <strong>di</strong> finanziamento per il completamentodella «Croce» e la istituzione del «LaboratorioNazionale <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oastronomia». AncoraMarcello, in «Viaggio Provvisorio», scrive:«.... ero riuscito ad avere un appuntamento aRoma con il Ministro ed avevo intenzione <strong>di</strong><strong>di</strong>rgli che cosõÁ, senza sol<strong>di</strong> e posti, il suo e nostrotanto decantato «Laboratorio Nazionale <strong>di</strong>Ra<strong>di</strong>oastronomia» aveva un presente moltogrigio e prospettive ancora piuÁ scure. ...Stavoltail Ministro non si limitoÁ ad «auspicare». Decise.Prese un foglietto Lei ha mille ragioni caroprofessore!), vi scrisse cifre e tempi e telefonoÁad un Direttore Generale che arrivoÁ subito dopotutto ossequioso e che si impossessoÁ del fogliettoe delle <strong>di</strong>rettive corrispondenti. Dopo <strong>di</strong>cioÁ passarono settimane e mesi ma non successeassolutamente nulla ...» Quando poiMarcello seppe che il progetto <strong>di</strong> istituzione del«Laboratorio Nazionale <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oastronomia»era stato definitivamente respinto, commentoÁ«...quel tesoro del Tesoro ha bocciato il progetto...».In ogni caso, l'anno successivo si riuscõÁ aconcludere i lavori, rinunciando purtroppo acompletare il ramo N-S, che avrebbe dovutoavere una estensione <strong>di</strong> 1200 m, invece dei 300 mesistenti. Con gli ultimi sol<strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibili furonocompletati e montati gli illuminatori e fu costruitoil sistema <strong>di</strong> sfasatori per il puntamentoelettrico del fascio. La notte della vigilia <strong>di</strong> Natale1967 Alessandro e Gavril Grueff poteronovedere le prime sorgenti con la «Croce» completa.Una settimana dopo Alessandro, in attesa<strong>di</strong> passare il controllo all'aeroporto <strong>di</strong> Los Angeles,dove Carla ed io eravamo andati a prenderlo,ci sventoloÁ da lontano una registrazionedella «Croce».


Vista aerea del ra<strong>di</strong>otelescopio Croce del Nord e delra<strong>di</strong>otelescopio parabolico a Me<strong>di</strong>cina.Una prima survey pilota <strong>di</strong> 328 ra<strong>di</strong>osorgentia 0,2 Jy, praticamente senza confusione e conbuone posizioni fu pubblicata nel luglio '68. Nel1970 venne pubblicata, su «Astronomy andAstrophysics», la B2.1 che conteneva piuÁ <strong>di</strong>Inaugurazione del ra<strong>di</strong>otelescopio pilota prototipo)avvenuta a Me<strong>di</strong>cina nel 1960. Nell'or<strong>di</strong>ne da sinistra:Giancarlo Setti, Gianfranco Sinigaglia, Guglielmo Righini,Giampietro Puppi, Giuseppe Mannino, MarcelloCeccarelli e Alessandro Braccesi seduto).3000 ra<strong>di</strong>osorgenti con densitaÁ <strong>di</strong> flusso fino a0.2 Jy almeno un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza piuÁ deboli<strong>di</strong> quelle presenti nei cataloghi precedenti).Con le survey successive B2.2, B2.3 eB2.4 vennero catalogate circa 10000 ra<strong>di</strong>osorgenti.L'impatto nel mondo scientifico fuenorme. Come esempio, ricordo che il catalogoB2.1 eÁ statofinoallafinedeglianni'70fraleprime <strong>di</strong>eci pubblicazioni italiane piuÁ citate alivello internazionale. A quel punto avevamo lamerce <strong>di</strong> scambio <strong>di</strong> cui Marcello aveva in<strong>di</strong>catola necessitaÁ . Fu questa la merce che aprõÁal gruppo <strong>di</strong> Bologna le porte <strong>di</strong> Westerbork, lostrumento olandese che, all'inizio degli anni'70, rivoluzionoÁ la ra<strong>di</strong>oastronomia.Restava come cosa irrisolta il dare alla ra<strong>di</strong>oastronomiabolognese un assetto istituzionale.Fallita l'operazione «LNRA» del M.P.I., ilCNR, grazie anche al ruolo fondamentale giocatoda Puppi, si assunse il carico della ra<strong>di</strong>oastronomiaitaliana istituendo il Laboratorio<strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oastronomia, <strong>di</strong>ventato poi Istituto.Si ebbero in tal modo garanzie <strong>di</strong> finanziamentoregolare per ricerca e strumentazione,posizioni stabili per ricercatori e tecnici epossibilitaÁ <strong>di</strong> sviluppi successivi. Fu cosõÁ che sipoterono fare anche altri interventi importantisulla «Croce del Nord». Il ramo N-S fu esteso a600 m <strong>di</strong> lunghezza, raddoppiando il potererisolutore totale. Con esso fu effettuata unanuova survey chiamata B3) <strong>di</strong> oltre 13000sorgenti, ad una densitaÁ <strong>di</strong> flusso due volteinferiore rispetto alle precedenti B2. Anchequesta survey ha avuto un impatto notevole alivello internazionale. Successivamente fupossibile attuare il progetto «VLBI» italiano,con le parabole <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Noto, che con laloro entrata in funzione fecero fare un grossosalto <strong>di</strong> qualitaÁ alla rete interferometrica europea.Ora eÁ la volta <strong>di</strong> SRT Sar<strong>di</strong>nia Ra<strong>di</strong>oTelescope) in avanzata fase <strong>di</strong> realizzazione: unparaboloide <strong>di</strong> 64 m <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro, multi-purposeed operante fino a lunghezze d'onda millimetriche.E ci sono prospettive affascinanti alungo termine, come per esempio, la partecipazioneal grande progetto internazionale SKASquare Kilometre Array) in avanzata fase <strong>di</strong>progettazione.Tutto cioÁ da una idea nata nel lontano 1959 efatta crescere e <strong>di</strong>ventata realtaÁ con il lavorosuccessivo <strong>di</strong> tanta gente.53


GIANNI PUPPI E LA RICERCA SPAZIALELUCIANO GUERRIEROProfessore emerito, Dipartimento interateneo <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, Politecnico <strong>di</strong> Bari54Questo contributo riassume alcuni miei ricor<strong>di</strong>personali connessi con la figura <strong>di</strong> GiampietroPuppi e con il ruolo che lui ebbe nellosviluppo delle attivitaÁ spaziali in Europa ed inItalia. Ebbi la fortuna <strong>di</strong> conoscere Gianni comegiaÁ allora si faceva chiamare, nel suo ultimoanno <strong>di</strong> insegnamento a Padova, quando giaÁaveva vinto la cattedra a Napoli.Nel 1952 ero studente dell'ultimo anno per lalaurea in <strong>Fisica</strong> e Puppi teneva il corso <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>Superiore, con un programma de<strong>di</strong>cato ai fondamentidella <strong>Fisica</strong> dei Nuclei. Ricordo il piacere<strong>di</strong> assistere alle sue lezioni, per il senso fisicoche sapeva dare ad ogni cosa che spiegava,al <strong>di</strong> laÁ ed al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> ogni formalismo. Questaera una sua capacitaÁ universalmente riconosciutaed apprezzata nell'ambiente dei fisici padovani.Puppi era un elemento trainante per laricerca teorica e sperimentale. La sua intuizionesull'universalitaÁ dell'interazione debole, con ilcosõÁ detto «triangolo <strong>di</strong> Puppi», l'aveva fatto apprezzareanche al <strong>di</strong> fuori dei confini nazionali.Erano gli anni in cui la <strong>Fisica</strong> fondamentale sifaceva stu<strong>di</strong>ando le interazioni dei raggi cosmicicon tecniche <strong>di</strong> contatori, camere a nebbia edemulsioni e si cominciavano a capire natura eruoli dei vari «mesoni». Puppi era fisico teoricoma guidava molti sperimentatori <strong>di</strong> Padova. Anniprima avevo incontrato casualmente Pietro Bassied Italo Filosofo nel laboratorio Raggi Cosmicisulla Marmolada mentre erano impegnati nell'esperimentoideato da Puppi per la misura dell'eccessopositivo nella ra<strong>di</strong>azione cosmica. Ricordoquesto incontro perche determinoÁ la miascelta <strong>di</strong> lasciare Ingegneria per passare a <strong>Fisica</strong>.Successivamente i miei incontri con Puppinon furono frequenti. Sapevo che lui, a Bologna,stava guidando varie iniziative, sia nel campodella <strong>Fisica</strong> delle Particelle che in quello dell'Astrofisicae delle Scienze della Terra. In alcunedelle occasioni in cui ebbi modo <strong>di</strong> incontrarloa Padova, ricorsi ancora a lui per cercare<strong>di</strong> capire meglio alcune delle problematicheapparentemente paradossali della MeccanicaQuantistica e della RelativitaÁ . E sempre uscivoda queste conversazioni con il piacere <strong>di</strong> averecapito <strong>di</strong> piuÁ e con profonda ammirazione per lasua capacitaÁ <strong>di</strong> penetrare la realtaÁ .Nel 1980, la mia attivitaÁ incrocioÁ <strong>di</strong> nuovoquella <strong>di</strong> Puppi. Le strane vicende della vita miportarono ad assumere responsabilitaÁ per leattivitaÁ spaziali nazionali e, con la nascita dell'Agenzia,anche per la partecipazione italianaalle attivitaÁ europee. Scoprii allora che Puppiera considerato universalmente uno dei padrifondatori dell'organizzazione spaziale italiana e<strong>di</strong> quella europea.GiaÁ nel 1959 Puppi era stato chiamato a farparte della Commissione Ricerche Spaziali istituitaallora dal CNR per iniziativa <strong>di</strong> EdoardoAmal<strong>di</strong> per coor<strong>di</strong>nare le iniziative scientificheitaliane in campo spaziale. Nella fibrillazioneseguita al lancio del primo Sputniknel 1957 ealla scoperta delle fasce <strong>di</strong> Van Allen da partedel primo satellite USA, Amal<strong>di</strong> si era fattopropugnatore <strong>di</strong> una iniziativa intesa a mantenerel'Europa al passo con questa nuova realtaÁ .Aveva trovato alleanze negli scienziati <strong>di</strong> altripaesi europei, in particolare in Auger in Franciae in Massey nel Regno Unito. Nasceva cosõÁ nel1962 l'European Space Research OrganisationESRO) come ente de<strong>di</strong>cato alla pura ricerca,sul modello del CERN, senza alcuna connessionecon i militari che pur avevano interesseper lo Spazio, e senza alcuna finalizzazione applicativa<strong>di</strong> valenza commerciale.La Commissione Ricerche Spaziali del CNR <strong>di</strong>cui Puppi faceva parte curoÁ le <strong>di</strong>fficili trattative alivello europeo per la stesura della convenzionedell'ESRO e <strong>di</strong> quelle che portarono alla costituzionedell'ELDO per i lanciatori. Diventataoperativa nel 1964, nel 1968 l'ESRO aveva giaÁmesso in orbita 3 satelliti e 22 esperimenti, che<strong>di</strong>mostravano la vali<strong>di</strong>taÁ dell'organizzazione.Aveva inoltre realizzato <strong>di</strong>versi Centri specializzatitra cui l'ESRIN in Italia.Ma non tardarono ad apparire serie <strong>di</strong>fficoltaÁcome conseguenza dell'impostazione eccessivamenteidealistica per l'ESRO. L'aver esclusola partecipazione dei militari toglieva all'attivitaÁspaziale europea la principale fonte <strong>di</strong> finanziamentodei programmi americani e sovietici. Nel


contempo era cresciuto l'interesse dei vari paesimembri per curare in proprio i programmi applicativiper le Telecomunicazioni, la Meteorologiae le Osservazioni della Terra, con potenzialiricadute commerciali per le loro industrie.Questi fatti portarono, nella seconda metaÁdegli anni '60, ad una crisi politico-finanziaria ecostrinsero l'ESRO a cancellare le due maggiorimissioni scientifiche allora programmate.Ed eÁ a questo proposito che emerge il ruolo <strong>di</strong>Gianni Puppi nella costruzione definitiva dell'organizzazionespaziale europea. Egli era <strong>di</strong>ventatopresidente del Council dell'ESRO. La ricostruzionestorica <strong>di</strong> quegli anni mostra come la suatipica chiarezza nella impostazione dei problemi,la sua capacitaÁ <strong>di</strong> me<strong>di</strong>are tra desideri e realtaÁ equella <strong>di</strong> convincere gli interlocutori con argomentirazionali siano state alla base del superamentodella crisi e abbiano consentito la creazionedell'Agenzia Spaziale Europea ESA) nellaquale sono confluite ESRO ed ELDO. Nell'ESAconvivono ancora oggi il programma scientificoed i programmi applicativi e dei lanciatori.EÁ del <strong>di</strong>cembre 1971 il primo accordo, ricordatoin ESA come «the first package deal» <strong>di</strong>Puppi. Tutti riconoscono che eÁ stato portato inporto dalla sua abilitaÁ , attraverso anni <strong>di</strong> laboriosetrattative con tutti i paesi membri e con laminaccia costante della Francia e <strong>di</strong> altri paesi<strong>di</strong> ritirarsi dall'ESRO se non fosse stata datasufficiente attenzione ai programmi applicativi.L'accordo vede sõÁ il ri<strong>di</strong>mensionamento delprogramma scientifico che rimane peroÁ obbligatorio.Contestualmente vi eÁ l'introduzionedei programmi applicativi, cui i principali paesimembri si impegnano ad aderire.Nel 1973 Puppi raggiunge anche l'accordo sulsecondo package deal che risolve il conflitto <strong>di</strong>interessi tra i <strong>di</strong>versi partner e delinea il ruolo deipaesi europei in relazione alla collaborazionecon la NASA. GiaÁ nel 1969, dopo lo sbarco sullaLuna, l'amministratore della NASA T. O. Paineaveva invitato l'Europa a collaborare con gli USAnel programma post-Apollo. Germania ed Italiaappoggiarono questa collaborazione con il progettoSpacelab, il Regno Unito puntoÁ sulle telecomunicazioni,mentre la Francia appoggioÁprogetti <strong>di</strong> autonomia europea nel campo deltrasporto spaziale. Questo secondo package dealcontiene le premesse della nuova convenzioneper le attivitaÁ spaziali. Grazie all'abilitaÁ negoziale<strong>di</strong> Puppi ed alla sua perseveranza, la conferenzaministeriale del 1975 formalizzoÁ la nascita dell'AgenziaSpaziale Europea ESA).Negli stessi anni, l'Italia manteneva attivitaÁ nazionaliin parte correlate con la partecipazione aiprogrammi europei. L. Broglio era impegnatonella collaborazione con la NASA e metteva inorbita alcuni piccoli satelliti scientifici dalla baseequatoriale <strong>di</strong> Malin<strong>di</strong>, mentre l'industria nazionalerealizzava SIRIO per sperimentare tecniche<strong>di</strong> telecomunicazione alle alte frequenze, secondoun progetto <strong>di</strong> F. Carassa. I gruppi scientificioperavano nei progetti spaziali europei. Nelcomplesso l'Italia non riusciva a ritagliarsi in Europaun ruolo commensurato al suo contributofinanziario. I ritorni dalle commesse ottenutedall'ESA non erano sod<strong>di</strong>sfacenti ne dal punto <strong>di</strong>vista economico ne da quello delle tecnologie.Nella seconda metaÁ degli anni '70, il contributo<strong>di</strong> Puppi risultoÁ essenziale anche per ladefinizione <strong>di</strong> un programma spaziale nazionaleorganico, bilanciato e poliennale. Nel suo ruolo<strong>di</strong> consulente scientifico dell'allora ministroAndreatta contribuõÁ adefinireilprimo«PianoSpaziale Nazionale», approvato dal CIPE nel1979. Si trattava <strong>di</strong> un piano quinquennale, daaggiornare ogni due anni, nel quale trovaronosostegno i settori scientifici ed industriali italianida promuovere a livello europeo.Nel corso degli otto anni in cui il «Piano» fugestito dal CNR e nei primi cinque anni dell'AgenziaSpaziale <strong>Italiana</strong> che ere<strong>di</strong>toÁ icompitidel CNR per lo Spazio oltre che la gestione dellapartecipazione in ESA, ebbi frequenti consigli daGianni Puppi sulle scelte nazionali ed europee <strong>di</strong>cui gli sono particolarmente grato. Lui, forte dell'esperienzaeuropea, incoraggioÁ sempre un sanoequilibrio tra i programmi che rispondevano agliinteressi scientifici e quelli <strong>di</strong> interesse industrialeed applicativo, come pure sostenne l'opportunitaÁ<strong>di</strong> una forte alleanza con la NASA qualestrumento per una rapida emancipazione italiananei confronti degli arroganti partner europei.Nell'autunno del 1993, alla fine del mio mandatoin ASI, Puppi fu nominato commissariodell'Agenzia ed io ebbi modo <strong>di</strong> accompagnarload alcuni meeting del Council dell'ESA ove erasubentrato come capo della delegazione italiana.Sono stato cosõÁ testimone del gran<strong>di</strong>ssimoprestigio ed affetto <strong>di</strong> cui godeva presso tutte ledelegazioni e presso lo staff dell'Agenzia Europea.Tutti vedevano ancora in lui uno dei padri<strong>di</strong> quella istituzione che, assieme al CERN, eÁforse la piuÁ prestigiosa in Europa e che riesceancora oggi a portare al successo progetti spazialial massimo livello delle tecnologie e degliobiettivi scientifici ed applicativi.55


UN RICORDO, UNA PROMESSAMICHELE CAPUTODipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Roma «La Sapienza»56Nei primissimi anni '60 lavoravo all'Instituteof Geophysics and Planetary Physics dell'UCLA.Avevo tagliato quasi tutti i collegamenti scientificicon il mio paese, tranne che con Marussi,<strong>di</strong>rettore dell'Istituto <strong>di</strong> Geodesia a Trieste ePuppi, <strong>di</strong>rettore dell'Istituto <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> a Bologna.Ogni anno tornavo un mese in Italia ed incontravoi due leader. Sia Puppi che Marussi mi <strong>di</strong>cevanoche in Italia la Geofisica della terra solidaera pressoche latitante: occorrevano geofisici.Nel 1967 Gianni Puppi mi invitoÁ a Bologna.Gianni, che fu uno dei primi in Italia a porsi iproblemi dell'ambiente, mi <strong>di</strong>sse: «ci piacerebbeche ti occupassi dell'ambiente». Promisi: «d'accordo».I contatti con lui erano strettissimi e, <strong>di</strong>fatto, avrei dovuto occuparmi <strong>di</strong> tante cose:dell'Istituto <strong>di</strong> Geodesia prima e poi <strong>di</strong> quello <strong>di</strong><strong>Fisica</strong> a Bologna, del Laboratorio Gran<strong>di</strong> Massea Venezia, del Comitato <strong>Fisica</strong> del CNR a Roma e<strong>di</strong> tenere un paio <strong>di</strong> corsi <strong>di</strong>dattici.Non avevo avuto alcuna incombenza gestionaleo amministrativa negli USA, tranne cheper le mie ricerche e l'insegnamento. Ora, avevol'impressione che assieme agli altri impegni,l'ambiente, fosse troppo per me. Poi, imparaiche tutti i miei amici avevano troppo da fare enon mi lamentai. Anzi sono grato a Gianni perquella opportunitaÁ . Ancora ricordo la mia promessa.In particolare in questo tempo in cui siparla molto dei problemi dell'ambiente ma, temo,non si faccia abbastanza. Nel 1973, tuttavia,in Italia, si fece un importante lavoro, purtroppoquasi <strong>di</strong>menticato, che eÁ opportuno ricordare.Questo mio contributo potrebbe sembrare unpo' anacronistico, dato che androÁ in<strong>di</strong>etro neltempo <strong>di</strong> circa 35 anni. Ma, ad un esame piuÁapprofon<strong>di</strong>to, appariraÁ rilevante per gli interventia sostegno della <strong>di</strong>fesa e della valorizzazionedel nostro patrimonio ambientale, inquanto uno sguardo al passato suggerisce sempreelementi strategici per gli interventi futuri.Facciamo un paragone: ve<strong>di</strong>amo come si facon i patrimoni importanti. Nello stu<strong>di</strong>o dell'affidabilitaÁdelle banche occorrono certi in<strong>di</strong>catoriche le caratterizzano, ad esempio, il numero<strong>di</strong> conti correnti, l'ammontare dei depositinei conti correnti, l'ammontare dei cre<strong>di</strong>ti a rischioe, molto importante, il valore del patrimoniototale della banca. Passando all'economiadel paese, esistono equazioni chedovrebbero regolarne l'equilibrio economico.Queste equazioni contengono variabili come lealiquote fiscali, il tasso <strong>di</strong> interesse fissato dallabanca centrale, i consumi, varie reattivitaÁ e,quella che sembra la piuÁ importante, il prodottointerno lordo.Tuttavia nelle equazioni che regolano l'economiaed il bilancio del paese ne manca una chefigura fra gli in<strong>di</strong>catori delle banche e che riguarderebbeil valore dei beni posseduti dal sistemaeconomico e che, per completezza, dovrebbecomprendere il valore dell'ambiente.Perche l'ambiente ha un valore che puoÁ crescereo decrescere secondo la cura che ne abbiamo,ed eÁ una risorsa <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to imme<strong>di</strong>ato.Strategicamente la cura dell'ambiente costituisceuna componente importante, essenziale, perl'avvenire del nostro modo <strong>di</strong> vivere 1 ). La protezione<strong>di</strong> questo patrimonio dalle calamitaÁ naturali,ma anche la sua <strong>di</strong>fesa dagli attacchisconsiderati da parte dell'uomo, costituisconouna parte rilevante del lavoro che dobbiamofare per la sua valorizzazione in termini <strong>di</strong> salutepubblica e <strong>di</strong> fonte <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to. Suggerirei <strong>di</strong>quantificare questo valore e monitorarne losviluppo. EÁ un'utopia? Ve<strong>di</strong>amo subito che nonlo eÁ .L'inizio per questa quantificazione eÁ l'opera:«Prima relazione sulla Situazione Ambientalenel Paese» del 1973 2 ) chiamata anche «Ambiente73» preparato a cura della Tecneco, sottogli auspici del Consiglio dei Ministri ed il coor<strong>di</strong>namentodel Ministro per la ricerca Scientificae Tecnologica.L'opera eÁ in 3 grossi volumi, per un totale <strong>di</strong>piuÁ <strong>di</strong> 1300 pagine, con molte tabelle esplicativee riassuntive. Contiene caratteristiche <strong>di</strong> stato efattori <strong>di</strong> alterazione dei principali sistemi ambientaliitaliani: aree ad uso estensivo, acqueinterne, fasce costiere, agricoltura intensiva,aree metropolitane, patrimonio dei beni culturalied ambienti <strong>di</strong> lavoro. Seguono attivitaÁ ed


Da destra verso sinistra: G. Puppi, M. Ceccarelli e M. Caputo.interventi per la <strong>di</strong>fesa dell'Ambiente in Italianegli anni 1971-72 con cenni su quanto eÁ statofatto in 8 dei paesi piuÁ industrializzati, nonche leattivitaÁ ed iniziative delle Organizzazioni Internazionali.Tenendo conto dello sviluppo tecnologico, eÁchiaro che il rapporto «Ambiente '73» puoÁ esseremigliorato. Manca un capitolo sull'educazionecivica, che implica il rispetto dell'ambiente,tanto necessaria non solo in Italia. Tuttaviaal <strong>di</strong> laÁ degli inevitabili limiti e lacune«Ambiente 73» eÁ una pietra miliare per chi intendaaffrontare i problemi dell'ambiente inmodo sistematico e strategico sia politico chefinanziario.Da allora, molti provve<strong>di</strong>menti sono statipresi, come ad es. l'istituzione del Ministerodell'Ambiente, dell'ENEA Ente per le NuoveTecnologie e l'Ambiente), l'APAT Agenzia perla Protezione dell'Ambiente e per i Servizi Tecnici),le Agenzia Regionali per la Protezionedell'Ambiente, la formazione dei Gruppi <strong>di</strong> lavorodel CNR.Prima e dopo la pubblicazione <strong>di</strong> «Ambiente73», trascorsi parecchi anni all'estero, e moltiavvenimenti italiani <strong>di</strong> quei perio<strong>di</strong> possono essermisfuggiti. So che sono usciti cataloghi <strong>di</strong>maremoti delle coste italiane, che eÁ stato pubblicatopiuÁ volte lo stu<strong>di</strong>o della pericolositaÁ sismicain Italia, che eÁ stata fatta la carta dellearee con vocazione a forti terremoti col patternrecognition, cheeÁ stato stu<strong>di</strong>ato il livello anticodel Mar Tirreno, che sono state stimate le accelerazionidel suolo causate dei terremoti, chesono stati stu<strong>di</strong>ati frattali nei terremoti, che eÁstata messa sotto controllo la subsidenza <strong>di</strong>Venezia, che sono state fatte previsioni <strong>di</strong> terremotia lungo termine e sono in corso quelle ame<strong>di</strong>o termine. Tuttavia il rapporto «Ambiente73» sullo stato dell'ambiente in Italia non eÁ statoripetuto.Tra un anno, saranno trascorsi 35 anni daquella fotografia dell'ambiente italiano. Lo <strong>di</strong>coa coloro che si occupano della conservazione evalorizzazione dell'ambiente perche se ne tengaconto, per ricordare che c'eÁ giaÁ una pietra miliare,una fotografia, anche se sfumata, dellostato dell'ambiente in Italia.Per sapere come, da allora, si siano comportatigli italiani, nonche le amministrazioni pub-57


liche, e i governi, e per sapere quali misureprioritarie si debbano intraprendere ora per latutela e la valorizzazione dall'ambiente, eÁ necessarioripetere l'operazione fatta con il rapporto«Ambiente 73». Procedendo senza unnuovo rapporto e senza il confronto col precedenteho l'impressione che, rischiamo <strong>di</strong> navigarea vista senza rendercene conto.Purtroppo, cosõÁ eÁ stato per troppo tempo nellapolitica nazionale <strong>di</strong> buona parte del secoloscorso e non poteva essere <strong>di</strong>versamente. Permotivi strutturali del sistema e della cultura <strong>di</strong>allora e, forse, anche per altri motivi, i governisono durati in me<strong>di</strong>a circa un anno rendendopoco remunerativa qualsiasi iniziativa strategicache riguar<strong>di</strong> il paese, l'ambiente ed il suo futuro.Manca un intervento strategico per la salvaguar<strong>di</strong>adell'ambiente: si aggiorni urgentementeil rapporto «Ambiente 73».Bibliografia1) CAPUTO M., «May we forecast the scenario of our life inthe next 10-15 years?», Economia Politica, 23, No. 32006) 321-330.2) «Prima relazione sulla Situazione Ambientale nel Paese»,a cura della Tecneco, sotto gli auspici del Consiglio deiMinistri ed il coor<strong>di</strong>namento del Ministro per la ricercaScientifica e Tecnologica, 1973.GIANNI PUPPI ED <strong>IL</strong> CENTRO DI MONTECUCCOLINOFERRANTE PIERANTONIUniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna, ENEA, AIPAFRANCO CASALIDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna e INFN, Sezione <strong>di</strong> Bologna58Un altro esempio delle straor<strong>di</strong>narie capacitaÁcatalizzatrici <strong>di</strong> Gianni Puppi fu la creazione nel1957 della Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in IngegneriaNucleare e la successiva istituzione, nell'annoaccademico 1959-60, dell'in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong>laurea in Ingegneria Nucleare nell'ambito <strong>di</strong>un'azione concorde con Paolo Dore, Presidedella FacoltaÁ <strong>di</strong> Ingegneria e con Bruno Ferrettidell' Istituto <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, per dare a Bologna unmoderno Centro inter<strong>di</strong>sciplinare <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> oveingegneri, fisici e chimici potessero essere formatiper la progettazione e la conduzione <strong>di</strong>impianti nucleari.Legata per statuto alla FacoltaÁ <strong>di</strong> Ingegneria efinanziata dal CNRN/CNEN, essa fu fin dal suoinizio <strong>di</strong>retta da Bruno Ferretti e <strong>di</strong>ede origine algruppo <strong>di</strong> specialisti, che avrebbero costituito labase <strong>di</strong> partenza del Centro <strong>di</strong> Calcolo delCNEN, all'avanguar<strong>di</strong>a in Italia negli anni sessantae settanta nel settore dei calcoli <strong>di</strong> fisicanucleare e neutronica.In questo quadro furono creati a Bologna, inlocalitaÁ Montecuccolino, a 5 km dal centro dellacittaÁ , i Laboratori <strong>di</strong> Ingegneria Nucleare, cheavrebbero ospitato tre reattori nucleari sperimentali.Il reattore RB1 Reattore Bologna 1), ilprimo ad entrare in funzione nel 1962, era unreattore a potenza zero costruito per la determinazione,col metodo della reattivitaÁ nulla,del fattore <strong>di</strong> moltiplicazione infinito della cellarappresentativa del nocciolo <strong>di</strong> reattori nuclearitermici moderati a grafite.L'importanza della realizzazione <strong>di</strong> questoreattore risiede nel fatto che si trattoÁ <strong>di</strong> unesperimento, pensato da Amal<strong>di</strong>, Ferretti ePuppi, per vedere se era possibile costruire inItalia, venti anni dopo il reattore CP1, realizzatoa Chicago da Enrico Fermi nel 1942, qualcosa <strong>di</strong>analogo, con personale senza alcuna formazionenucleare specifica. L'unica <strong>di</strong>fferenza consistevanel fatto che si sapeva che si poteva fare eche era stato giaÁ fatto, mentre nel 1942 EnricoFermi non aveva nessuna certezza su quello cheavrebbe potuto succedere.L'RB1 fu quin<strong>di</strong> progettato e costruito da ungruppetto <strong>di</strong> neolaureati in ingegneria e in fisicaÐ affiancato da alcuni laurean<strong>di</strong> Ð che nonavevano alcuna esperienza, nemmeno in<strong>di</strong>retta


<strong>di</strong> energia nucleare, adottando la tecnica delbuttarli a mare per vedere se riuscivano a nuotare.La progettazione fu fatta sulla base <strong>di</strong> documentiamericani, da poco resi pubblici, utilizzandoil primo «grande» calcolatore elettronicoinstallato a Bologna. Si trattava <strong>di</strong> unIBM-650 2 k<strong>di</strong> memoria!). Il reattore RB1 funzionavaa bassa potenza, 10 watt termici, e nonaveva quin<strong>di</strong> grossi problemi <strong>di</strong> accumulo deiprodotti <strong>di</strong> fissione. Esso <strong>di</strong>sponeva <strong>di</strong> una cavitaÁcentrale in cui erano posti successivamente«reticoli» cioeÁ parti significative <strong>di</strong> reattorinucleari) <strong>di</strong> cui si conoscevano le proprietaÁ fisichee «reticoli» in esame. Dalle misure <strong>di</strong> variazione<strong>di</strong> reattivitaÁ si poteva risalire alla determinazionedei parametri nucleari dei reticoliin esame.Il reattore era costituito da una struttura cilindricaa tre zone concentriche, alte circa 3 m.La zona esterna era occupata da un riflettore <strong>di</strong>grafite, quella interme<strong>di</strong>a, dalla struttura moltiplicantemoderata a grafite, in cui potevano essereinseriti 86 elementi <strong>di</strong> biossido <strong>di</strong> uranioarricchito al 20% <strong>di</strong> 235 U per complessivi 10 kg <strong>di</strong>235 U. La zona sperimentale centrale, aveva un<strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> circa 1 m ed era occupata da alcunecelle del reticolo in esame, circondate da unazona, <strong>di</strong> composizione variabile, con la funzione<strong>di</strong> adattare lo spettro energetico e la <strong>di</strong>stribuzionespaziale dei flussi.Tutta la struttura era posta dentro un contenitoreformato da una struttura metallica e dauna in calcestruzzo armato, con funzioni anche<strong>di</strong> schermo biologico, in cui poteva essere fattoil vuoto per un controllo finissimo della reattivitaÁ.Il sistema <strong>di</strong> controllo era molto <strong>di</strong>versificatoed era costituito da: 3 barre <strong>di</strong> controllo veloci aban<strong>di</strong>era <strong>di</strong> cadmio, 3 barre a liquido entro cuipoteva essere iniettata, in un tempo molto breve,una soluzione <strong>di</strong> nitrato <strong>di</strong> cadmio, 3 barrelente a cremagliera, per lo spegnimento delreattore durante le operazioni <strong>di</strong> carico e scaricodel combustibile. Inoltre 20 elementi <strong>di</strong>combustibile, in caso <strong>di</strong> aumento eccessivodella temperatura nel nocciolo, potevano scaricareper gravitaÁ , a seguito della fusione <strong>di</strong> unsottile strato <strong>di</strong> paraffina, i pellet <strong>di</strong> uranio arricchito,in un catino compartimentato con <strong>di</strong>visori<strong>di</strong> cadmio brevetto CNEN). La collocazionedei laboratori sul crinale delle colline asud <strong>di</strong> Bologna garantiva inoltre automaticamentel'impossibilitaÁ <strong>di</strong> allagamenti.RB1 fu in seguito convertito per esperienze sureattori ad acqua pesante nell'ambito <strong>di</strong> unacollaborazione con l'Euratom <strong>di</strong> Ispra ProgettoORGEL). Furono fatte misure anche su elementi<strong>di</strong> combustibile contenenti piccoli quantitativi<strong>di</strong> plutonio.Poco tempo dopo l'entrata in funzione delreattore RB1, l'Agip Nucleare realizzoÁ il reattoresperimentale RB2, sul modello del reattoreamericano TRIGA, per training <strong>di</strong> studenti delCorso <strong>di</strong> Ingegneria Nucleare. Dopo qualcheanno tale reattore fu notevolmente mo<strong>di</strong>ficatoper potervi stu<strong>di</strong>are Ð come per l'RB1 Ð caratteristichefisiche <strong>di</strong> reattori nucleari <strong>di</strong> tipoavanzato. In una prima fase furono stu<strong>di</strong>ate lecaratteristiche <strong>di</strong> reattori a «gas-grafite» ad altatemperatura con combustibile a microsfere,brevetto Agip Nucleare) e successivamentezone moltiplicanti tipiche <strong>di</strong> reattori veloci.Questa attivitaÁ sperimentale era strettamenteconnessa con l'accordo tra Italia e Francia perlo sviluppo dei reattori veloci.Nel 1971 i laboratori <strong>di</strong> Montecuccolino furonocompletati con l'RB3, un reattore sperimentalea potenza zero moderato ad acquapesante e riflesso con grafite, ceduto dal CEACommisariat aÁ l'Energie Atomique <strong>di</strong> Saclay)a un prezzo simbolico. L'RB3 aveva lestesse <strong>di</strong>mensioni del costruendo reattore CI-RENE e costituõÁ un ottimo banco <strong>di</strong> prova come«mock-up» ingegneristico <strong>di</strong> detto reattore.Fu, infatti, utilizzato per stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>namica e perottimizzare il sistema <strong>di</strong> controllo del «fratellomaggiore».Verso la metaÁ degli anni '70 con i tre reattoriimpegnati in «filiere» d'avanguar<strong>di</strong>a, il Laboratorio<strong>di</strong> Montecuccolino si poneva come uno deimigliori centri <strong>di</strong> ricerca nella fisica applicata aireattori nucleari. Molte furono le pubblicazioni,nelle migliori riviste internazionali <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> eIngegneria dei Reattori, relative alle attivitaÁteoriche e sperimentali portate avanti in dettoCentro. Le attivitaÁ erano proposte e coor<strong>di</strong>nateda un Comitato Scientifico composto da tremembri rappresentanti rispettivamente <strong>di</strong> UniversitaÁ, CNEN e Agip Nucleare). Per moltotempo l'UniversitaÁ fu rappresentata dal ProfessorPuppi sostituito, successivamente, dalProfessor Pietro Bassi.59


GIANNI PUPPI E L'ENERGIA NUCLEAREFERRANTE PIERANTONIUniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna, ENEA, AIPA60Enrico Mattei, deciso sostenitore della necessitaÁ<strong>di</strong> un concreto programma nucleare italiano,incontroÁ Gianni Puppi, alla fine degli annicinquanta, durante la cerimonia nella quale l'UniversitaÁdegli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bologna, nel 1958, gliconferiva la Laurea ad Honorem in ingegneriachimica. Mattei suggerõÁ a Raffaele Girotti <strong>di</strong>prendere Puppi come top scientific advisor,coinvolgendolo in breve tempo in tutte le attivitaÁscientifiche dell'ENI. Mattei infatti non soloaprõÁ la strada allo sfruttamento in Italia degliidrocarburi e del gas naturale, ma era ancheconvinto che in Italia solo lo sviluppo dell'energianucleare per la produzione <strong>di</strong> energiaelettrica avrebbe potuto dare un concreto contributoa ridurre la nostra <strong>di</strong>pendenza dall'estero.Nel 1957 aveva creato l'Agip Nucleare edavviata la costruzione della centrale elettronucleare<strong>di</strong> Latina, che al momento <strong>di</strong> entrare inservizio avrebbe avuto in Europa il reattorenucleare <strong>di</strong> maggior potenza, ponendo l'Italia alterzo posto nella produzione <strong>di</strong> energia nucleare,dopo la Gran Bretagna e gli USA. Inoltrein quegli anni a Milano nel settore dell'energianucleare era giaÁ da tempo attivo il centro <strong>di</strong> ricercaCISE finanziato dalle principali industrieprivate italiane.Alla fine degli anni cinquanta il nostro paeseaveva quin<strong>di</strong> uno dei maggiori programmi nuclearinel mondo, in linea con le previsioni deivari organismi internazionali che in<strong>di</strong>cavanoproprio nell'Italia e nel Giappone, gli unici paesiindustrializzati senza risorse nazionali <strong>di</strong> combustibilifossili, i primi che avrebbero imboccatola strada <strong>di</strong> una massiccia nuclearizzazione. Unepiso<strong>di</strong>o, cancellato dalla memoria collettiva, eÁquello dell'annuncio fatto dal Ministro della DifesaGiulio Andreotti nel <strong>di</strong>scutere il bilancio1958, della costruzione in Italia <strong>di</strong> un sottomarinonucleare che avrebbe avuto «il nome <strong>di</strong>Marconi». EÁ da sottolineare la concordanza <strong>di</strong>intenti su questa politica, all'interno dellaCommissione Direttiva del CNRN, tra quattrogran<strong>di</strong> della scienza italiani, Edoardo Amal<strong>di</strong>,Bruno Ferretti, Vincenzo Caglioti ed ArnaldoMaria Angelini e le straor<strong>di</strong>narie capacitaÁ <strong>di</strong>promozione e «marketing» del suo segretariogenerale Felice Ippolito.Con queste con<strong>di</strong>zioni al contorno GianniPuppi, spesso senza apparire sul palco, mise inopera le sue eccezionali doti avvalendosi anchedegli ottimi rapporti a livello personale con iricercatori <strong>di</strong> origine italiana, come Emilio Segre,che erano stati coinvolti nel programmanucleare statunitense, promuovendo una serie<strong>di</strong> iniziative che avrebbero portato, tra l'altro,alla nascita dei Centri del CNEN <strong>di</strong> Bologna edel Brasimone ed alla creazione del centro <strong>di</strong>Me<strong>di</strong>cina BO) dell'Agip Nucleare.Questa fase <strong>di</strong> forte impegno nel nucleare fubruscamente interrotta con la morte <strong>di</strong> EnricoMattei ottobre 1962) e dal successivo caso Ippolito.Nell'agosto del 1963 in<strong>di</strong>screzioni giornalisticheavevano sollevato dubbi sulla correttezza<strong>di</strong> Ippolito nell'amministrazione delCNEN. Nei mesi seguenti venne avviata una indagineministeriale e nel marzo 1964 Ippolitovenne arrestato. Ne seguõÁ un processo che culminoÁcon la sua condanna a 11 anni <strong>di</strong> carcereper alcuni reati marginali. Successivamentegraziato dal Presidente Saragat, Ippolito <strong>di</strong>vennein seguito senatore del PCI.L' arrivo <strong>di</strong> Giulio Andreotti al Ministero dell'Industria nel 1965 coincise con una fase <strong>di</strong> rilanciodel nucleare in Italia. Nel <strong>di</strong>cembre del1966 l'Enel annuncioÁ un programma <strong>di</strong> costruzioniche prevedeva 12 000 MW <strong>di</strong> centralinucleari per il 1980. Il programma reattori velociebbe un forte sviluppo e vennero lanciatialtri programmi, tra cui quello promosso per losviluppo <strong>di</strong> una nave a propulsione nucleare,evoluzione del sottomarino nucleare annunciatodallo stesso Andreotti nel 1958. Di particolarerilievo fu il programma sul riciclo delplutonio nei reattori provati, iniziato nel 1966,portato avanti in stretta collaborazione traCNEN ed Enel con il concorso <strong>di</strong> Euratom, perlo sviluppo <strong>di</strong> combustibile nucleare ceramicoa base <strong>di</strong> plutonio, al fine <strong>di</strong> trovare un utilizzoal plutonio prodotto ogni anno negli impiantielettronucleari in funzione in Italia. Nel 1968,presso il Centro della Casaccia del CNEN,


venne realizzato dalla Sorin Fiat-Monte<strong>di</strong>son)un impianto pilota della capacitaÁ produttiva <strong>di</strong>30 kg al giorno <strong>di</strong> materiale plutonifero.In quegli anni riscosse particolare interesse ilprogramma arricchimento uranio, con l'obiettivo<strong>di</strong> sviluppare l'industria italiana al fine dellasua partecipazione alla realizzazione <strong>di</strong> impianti<strong>di</strong> arricchimento nell'ambito <strong>di</strong> iniziative comunitarieo internazionali. Nel <strong>di</strong>cembre 1967 fupromossa la costituzione del Comitato Italianoper l'Arricchimento dell'Uranio, cui partecipavanorappresentanti del Ministero dell' Industria,della Confindustria, del FIEN, dell'ENI,dell'IRI, della Snia-Viscosa, della Fiat e dellaMonte<strong>di</strong>son, oltre a quelli del CNEN e dell'ENEL.Determinante fu il ruolo <strong>di</strong> Gianni Puppi neglistu<strong>di</strong> iniziali del reattore PEC al Brasimone. Nel1967 erano stati proposti ai principali gruppiindustriali nazionali dei contratti <strong>di</strong> valutazionedel costo del reattore PEC. Tali contratti siconclusero con l'offerta per la realizzazionedell`impianto da parte della SNAM Progetti adun prezzo chiuso che prevedeva una «implicita»sostanziale partecipazione dell'ENI ai costi <strong>di</strong>costruzione. Nel 1968 il CNEN si impegnava conla SNAM Progetti per la progettazione e la realizzazionedel PEC.Nel 1967, nell'ambito <strong>di</strong> una generale ristrutturazionedel Ministero del Bilancio chesoppresse il CIR Comitato Interministerialeper la Ricostruzione), era stato creato il CIPEComitato Interministeriale per la ProgrammazioneEconomica). Tra i suoi primi atti ilCIPE decise <strong>di</strong> concentrare a Genova le attivitaÁnucleari, ed emanoÁ una serie <strong>di</strong> delibere sull'attribuzionedei compiti nel settore nucleareai due gran<strong>di</strong> gruppi pubblici ENI ed IRI cheportoÁ all'emergere del ruolo centrale dell'Ansaldoed all'espulsione della SNAM Progettidal settore nucleare. La realizzazione del reattorePEC fu quin<strong>di</strong> dapprima affidata dal CNENsecondo la <strong>di</strong>rettiva del CIPE, non piuÁ allaSNAM Progetti ma ad un consorzio industrialecostituito tra la SNAM Progetti e la NIRA, lasocietaÁ della Finmeccanica incaricata dellaprogettazione e costruzione delle centrali nucleari,ed in seguito all'Ansaldo MeccanicoNucleare con la scomparsa della SNAM Progetti.Nel <strong>di</strong>cembre 1968 Andreotti aveva lasciato ilMinistero dell'Industria e, mentre il Parlamentoritornava a <strong>di</strong>scutere della legge <strong>di</strong> riforma delCNEN, <strong>di</strong>ventava sempre piuÁ scottante il problemadell'instabilitaÁ della guida della politicaenergetica nazionale. Il «problema del Ministrodell'Industria», che non esisteva alla fine deglianni cinquanta quando Emilio Colombo era rimastoin Via Veneto per 50 mesi, con il passaredegli anni era <strong>di</strong>ventato caldo: tra il 1960 ed il1972 al Ministero dell'Industria si erano succedutinove ministri, alcuni dei quali rimasti incarica sei mesi.Carlo Donat Cattin, <strong>di</strong>ventato ministro dell'Industria,elaboroÁ come risposta alla crisi delmercato petrolifero seguita alla guerra delKippur del 1973, un piano energetico centratosulla costruzione <strong>di</strong> venti centrali nucleari comeunica misura possibile per ridurre la <strong>di</strong>pendenzadel sistema energetico italiano dal petrolio e peralleviare lo squilibrio provocato nella bilanciacommerciale italiana dal rincaro <strong>di</strong> tutte le fontienergetiche importate. La prima formulazione <strong>di</strong>questo piano fu elaborata tra il Natale 1974 e ilcapodanno 1975 da un gruppo coor<strong>di</strong>nato daNino Andreatta, mentre si sviluppava in modosempre piuÁ consistente l'opposizione al nucleareÐ anche a seguito dell' esplosione dellaprima bomba atomica in<strong>di</strong>ana, avvenuta nel1974 tra la «sorpresa» generale, che aveva <strong>di</strong>mostratol'inadeguatezza dei criteri <strong>di</strong> controllodella proliferazione nucleare adottati fino a quelmomento e <strong>di</strong>ventava particolarmente dura lalotta per la definizione del PUN progetto unificatonucleare) basato su un reattore PWRWestinghouse-Fiat) e non piuÁ BWR GeneralElectric-Ansaldo) come le due unitaÁ in costruzionea Montalto <strong>di</strong> Castro.Il piano energetico delle venti centrali delministro Donat Cattin ebbe una nascita travagliata,mentre l'industria italiana, per fare fronteagli or<strong>di</strong>ni che stavano per arrivare, si organizzavaanche attraverso la nascita <strong>di</strong> un secondopolo privato. Il piano fu approvato dalCIPE nel 1975, un anno dopo la sua formulazione,e il testo della delibera venne reso notonel febbraio 1976. Il piano, che tanta faticaaveva richiesto per la sua elaborazione edapprovazione, non ebbe peroÁ seguito, come delresto i successivi, ed il nucleare, definito in queigiorni dalla stampa italiana come la «torta nucleare»,<strong>di</strong>vento la spada che feriva a mortel'industria nucleare italiana costretta ad aspettarein mezzo al guado la partenza <strong>di</strong> un vastoprogramma <strong>di</strong> costruzioni che non sarebbe maiarrivato.61


GIAMPIETRO PUPPI E LO SV<strong>IL</strong>UPPO DELLE SCIENZE AMBIENTALIIN ITALIA: <strong>IL</strong> CONTRIBUTO DI UN «FISICO» ALLA FISICADELLA TERRA FLUIDAANTONIO SPERANZADipartimento Matematica ed Informatica, UniversitaÁ <strong>di</strong> Camerino e CINFAISTEFANO TIBALDIDipartimento <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna e ARPA-ER, Servizio IdroMeteo62Lo sviluppo iniziale della <strong>Fisica</strong> della TerraFluida in Italia eÁ una «avventura» che ha coinvoltol'intera esistenza, non solo professionale,<strong>di</strong> molte persone, tra cui chi scrive, nell'arcotemporale <strong>di</strong> circa una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> anni: tra iprimi anni settanta e la metaÁ degli ottanta. Ilruolo svolto da Giampietro Puppi in tale sviluppoeÁ assolutamente determinante. Ma, ovviamente,anche con<strong>di</strong>zioni particolari <strong>di</strong> contestohanno avuto il loro peso. Come testimoniattoridello sviluppo in questione abbiamo cercato<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare e descrivere gli elementiessenziali sia del contributo <strong>di</strong> Gianni Puppi chedegli elementi con<strong>di</strong>zionanti. Ed abbiamo cercato<strong>di</strong> proporre questa breve analisi comeGianni stesso avrebbe fatto: con veritaÁ ,senzaenfatizzazioni, in maniera sintetica e, dove possibile,«<strong>di</strong>vertente» come egli avrebbe, certamente,raccomandato.Gli ambienti ufficiali della Scienza italianaerano, nel dopoguerra, piuttosto inclini al culto,quasi religioso, della «fondamentalitaÁ » delleconoscenze da ricercare ed acquisire. Un ricorrenteassunto era a quei tempi la necessitaÁ <strong>di</strong>esplorare «il microcosmo, il macrocosmo e l'originedella vita». Le nozioni <strong>di</strong> Ambiente 1 eTerritorio 2 ambedue tipicamente a <strong>di</strong>mensioned'uomo e non <strong>di</strong> micro o macrocosmo) come leabbiamo adesso non esistevano ancora o, perlomeno,non erano nozioni <strong>di</strong> pubblico dominio;tantomeno erano «<strong>di</strong> casa» in ambito accademico.Alcuni aspetti particolari erano «ospitati»dall'Ingegneria Ð ad esempio la Fluido<strong>di</strong>namicadei flui<strong>di</strong> non ruotanti e non stratificati Ð oppuredalla Geologia Ð ad esempio l'IdrogeologiaÐ o dalla Matematica 3 oppure, all'internodella <strong>Fisica</strong>, erano presenti in altri Settori come,ad esempio, la teoria del transfer ra<strong>di</strong>ativo ÐcosõÁ importante nell'interpretazione dell'effettoserra che determina la temperatura del sistemaclimatico Ð in Astrofisica. Ma il nucleo centrale,la <strong>di</strong>namica dei flui<strong>di</strong> geofisici, era virtualmenteignorato in Italia.Tuttavia, l'incalzare della questione energia,le emergenti problematiche dell'inquinamento,in generale le questioni legate al «modello <strong>di</strong>sviluppo» 4 rendevano in<strong>di</strong>spensabile la messa afuoco <strong>di</strong> tutta una serie <strong>di</strong> processi pertinentiall'Atmosfera e all'Idrosfera; processi che nonerano considerati dalla <strong>Fisica</strong> ufficiale del tempoe forse non lo sono nemmeno da quella <strong>di</strong>oggi) come <strong>Fisica</strong> «fondamentale». Si noti che altempo tutto il <strong>di</strong>scorso sulla ComplessitaÁ dovevaancora «decollare» ed era convinzione piuttosto<strong>di</strong>ffusa che una volta descritti gli elementi elementari«costituenti» della <strong>di</strong>namica in questionetutto potesse essere ridotto a banaleproblematica computazionale «brute force». Eraabbastanza corrente negli ambienti della <strong>Fisica</strong>,ad esempio, la nozione che una volta capitol'atomo d'idrogeno tutta la Chimica fosse inqualche modo «una complicazione del modellobase». Appare chiaro, quin<strong>di</strong>, come applicazioni,per quanto complicate, della <strong>Fisica</strong> nonquantistica ai flui<strong>di</strong> geofisici potessero appariresostanzialmente «un'esercitazione».In tale situazione era abbastanza preve<strong>di</strong>bileche le <strong>di</strong>scipline in questione potessero essere1 La nozione <strong>di</strong> Ambiente nasce in Italia con GiorgioRuffolo: «rendere l'Ambiente una variabile economica delSistema».2 La nozione <strong>di</strong> Territorio ha in Italia una storia assaicomplessache passa soprattutto attraversolaLegge Difesa delSuolo 183 del 1989) la cui gestazione eÁ durata quasi vent'anni!3 Il Professor Dario Graffi era una delle poche personecon cui si potesse parlare <strong>di</strong> Fluido<strong>di</strong>namica matematicanegli anni settanta!4 Si ricor<strong>di</strong> il famoso report del Club <strong>di</strong> Roma degli annisettanta che, attraverso il suo titolo, introdusse la denominazionestessa.


proposte-imposte Ð «sdoganate», per usare unverbo della recente politica italiana Ð soltantoda qualcuno che avesse piena titolaritaÁ ed autorevolezzanel mondo della <strong>Fisica</strong> «ufficiale»,sufficiente autonomia per poter proporre nuovitraguar<strong>di</strong> alla <strong>Fisica</strong> stessa e, da ultimo ma nonultimo, «gusto» per le nuove materie. Questoprocesso <strong>di</strong> «sdoganamento» era avvenuto nonsenza morti e feriti!) giaÁ per lo sviluppo dell'Astrofisicaitaliana in cui Gianni Puppi, non acaso, aveva svolto un ruolo non banale.Nel processo delineato sopra, Gianni Puppi fuun ideale «demiurgo» per varie ragioni delle qualicercheremo <strong>di</strong> elencare le principali. Innanzituttola scuola <strong>di</strong> provenienza <strong>di</strong> Gianni come fisicoera quella padovana, <strong>di</strong> Bruno Rossi: unascuola che coniugava nella «fenomenologia»sperimentale aspetti «sperimentali» e «teorici»senza eccessivi manicheismi e sbilanciamenti inun verso o nell'altro 5 . Gianni aveva, poi, una suanaturale inclinazione a considerare anche gliaspetti «naturalistici» della Scienza. Cosa, altempo e non solo allora!), tutt'altro che comunenegli scienziati «hard»: in una memorabile relazionegeneraleallaSocietaÁ<strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> eglidescrisse con cristallina chiarezza la <strong>di</strong>fficoltaÁche la Scienza italiana aveva incontrato tuttoral'incontra!) nel conciliare la tra<strong>di</strong>zione osservativo-naturalisticae quella quantitativo-matematicabencheÁ entrambe gran<strong>di</strong> in Italia, al contrario<strong>di</strong> quanto era giaÁ da tempo avvenuto, adesempio, in Gran Bretagna fin dall'inizio del novecento.Parte <strong>di</strong> questo gusto nasceva in Giannidall'esperienza fatta in Marina egli si fregiavadella Medaglia d'argento per il valor militare) e siera ulteriormente sviluppato e raffinato attraversol'esperienza fatta negli stu<strong>di</strong> sui raggicosmici. Ma giocava un ruolo essenziale l'istintivocontributo <strong>di</strong> una naturale curiositaÁscientifica per «il mondo». La personalitaÁ era,inoltre, quella <strong>di</strong> un grande comunicatore: la linearitaÁ, la semplicitaÁ ma, soprattutto il piacere Ðil citato «<strong>di</strong>vertimento» Ð rendevano le suepresentazioni attraenti anche per un pubbliconon specialistico.Non sarebbe onesto ignorare qui l'aspettomanageriale e politico della vicenda. Giannigodeva al tempo <strong>di</strong> un suo ruolo assai rilevantesotto entrambi gli aspetti in una Bologna che5 Chi scrive AS) ha avuto occasione <strong>di</strong> interagire conBruno Rossi, in Boston, riscontrando <strong>di</strong> persona lo straor<strong>di</strong>narioequilibrio metodologico e culturale del suo approccio.cresceva come rilevantissimo «snodo» politicoculturalein ambito nazionale ed internazionale.Bologna era in quegli anni una sede <strong>di</strong> sviluppo<strong>di</strong> politiche nazionali che si can<strong>di</strong>dava a«vetrina delle capacitaÁ gestionali locali» nelmondo. E l'azione <strong>di</strong> Gianni si sviluppoÁ ascalanazionale. Le prime sostanziali iniziative nelle<strong>di</strong>scipline ambientali si collocano a cavallo del1970. PiuÁ o meno parallelamente partivano:± il gruppo <strong>Fisica</strong> a Bologna: i migliori laurean<strong>di</strong><strong>di</strong> un'intera generazione <strong>di</strong> fisici bolognesifurono in<strong>di</strong>rizzati agli stu<strong>di</strong> relativi allaDinamica dell'Atmosfera e dell'Oceano partendoin particolare dalla pre<strong>di</strong>cibilitaÁ del fenomenodell'acqua alta a Venezia;± le Gran<strong>di</strong> Masse: unIstitutodelCNRdestinatoalla tutela della Laguna Veneta ma, allostesso tempo, agli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Scienza della Terra edel Sistema Planetario;± la Tecneco: un'azienda a primaria partecipazioneENI creata in Fano Marche) per operarein materia <strong>di</strong> problematiche ambientali;± la Tecnomare: un'azienda, sempre a partecipazioneENI, creata in Venezia per stu<strong>di</strong>-progettazionein tecnologie marine.Non casualmente tali iniziative si collocavanogeograficamente a Venezia, cittaÁ <strong>di</strong> origine <strong>di</strong>Gianni, nelle Marche, regione <strong>di</strong> Mattei e delsuccessore Girotti <strong>di</strong> cui Gianni era consigliere,maconsolidabase<strong>di</strong>culturae<strong>di</strong>scuolascientificain Bologna, dove Gianni svolse quasi tuttala sua carriera accademica.Ma seguirono tante altre iniziative: nel 1975,ad esempio, la «Sogesta» SocietaÁ GestioneTecnologie Avanzate) in Urbino nuovamenteMarche) che avrebbe dovuto assurgere al ruolo<strong>di</strong> «universitaÁ privata» nel settore.Sarebbe <strong>di</strong>fficile, noioso e sostanzialmente nonconsono alla personalitaÁ <strong>di</strong> Gianni elencare puntigliosamentela miriade d'inziative <strong>di</strong> quegli anni.Valelapena,invece,mettereafuocolaconcezionescientifico-culturale che soggiace a tali iniziative.Ben espressa, questa, dal termine «Gran<strong>di</strong> Masse»:pur non conoscendo ancora il para<strong>di</strong>gma deisistemi complessi, Gianni era giaÁ consapevole chein queste <strong>di</strong>mensioni «interme<strong>di</strong>e» tra il micro e<strong>di</strong>l macrocosmo, che egli aveva entrambi esplorati)c'eÁ qualche cosa <strong>di</strong> scientificamente interessante,oltre che utile: si tratta, essenzialmente, della <strong>di</strong>mensionedell'uomo e della Terra.Ad onta della visione ampia, a scala quantomenonazionale, come spesso capita in questecose,lastoriadecisealtrimentieBolognarimaseil fulcro dello sviluppo culturale, cosõÁ come ap-63


64plicativo, delle iniziative <strong>di</strong> Puppi. Fino a tutti glianni ottanta la cattedra <strong>di</strong> Gianni presso il Dipartimento<strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> dell'UniversitaÁ <strong>di</strong> Bolognarimase un riferimento per l'avviamento alle <strong>di</strong>sciplineambientali e territoriali ed eÁ veramentelunga e <strong>di</strong> grande qualitaÁ la lista dei ricercatori iviformatisi. Include attuali professori e ricercatori,<strong>di</strong>rettori <strong>di</strong> servizi, ecc., in tutto il mondo.La seconda metaÁ degli anni settanta e gli anniottanta portarono l'affermazione lo sviluppoera, in realtaÁ , precedente) dei concetti legati aisistemi complessi. GiaÁ nell'esperienza <strong>di</strong> creazionedella citata «Sogesta» in Urbino una notevoleenfasi era stata data al ruolo della nonlinearitaÁnella modellistica sia deterministica chestatistica. Un sostanziale peso aveva avuto inquesto Giuseppe Bepi) Colombo 6 , forte dellasua esperienza in Meccanica. Anche se decisamenteil tipo <strong>di</strong> matematica coinvolto non eraquello <strong>di</strong> Gianni, egli fu rapido a coglierne gliaspetti innovativi sostanziali. Un ruolo centralevenne dato a questi argomenti nel corso <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>Superiore che egli svolgeva.Alla fine degli anni ottanta, inizio novanta, lafantasia <strong>di</strong> Gianni fu «catturata» dalla nascenteproblematica sul Clima. Sarebbe stata la <strong>di</strong>mensioneperfetta per la sua azione: un problemacentrale tra Scienza e SocietaÁ , profondamenteinter<strong>di</strong>sciplinare, ideale per il setup <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> sistemiÐ da quelli osservativi osservazioni convenzionali,satelliti, ecc.) ai gran<strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong>calcolo Ð ma anche per le profonde me<strong>di</strong>tazioniche impone riguardo al concetto <strong>di</strong> veritaÁ scientificae agli strumenti adeguati alla sua affermazione.Ma, purtroppo, il crescere della problematicacoincise con l'inizio del suo progressivo«ritiro» e <strong>di</strong> conseguenza?) con un rallentantamentodell'interesse accademico anche e soprattuttodel mondo della fisica italiana) perqueste <strong>di</strong>scipline e con una loro successiva, progressivamarginalizzazione. Ne ha sofferto anchela fisica stessa, ma ancor <strong>di</strong> piuÁ il nostro Paeseche, ahimeÁ , privo del presi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un tale leadercomplice anche la scomparsa <strong>di</strong> Amal<strong>di</strong> e <strong>di</strong> tantialtri giganti della nostra <strong>Fisica</strong>), ha subito l'imporsisu queste problematiche <strong>di</strong> forze che tuttohanno in vista fuorcheÁ la Scienza!Al <strong>di</strong> laÁ <strong>di</strong> tutti i dettagli relativi allo sviluppostorico, eÁ importante cogliere la natura essenzialedel messaggio metodologico <strong>di</strong> Gianni basato,si eÁ detto, su una fusione organica tra latra<strong>di</strong>zione osservativo-naturalistica non necessariamentesperimentale, si ba<strong>di</strong> bene) equella assiomatico-quantitativa non necessariamenteteorica, si ba<strong>di</strong> bene). Da questo approcciometodologicamente non manicheo nascevaun bilanciamento tra sperimentazione,fenomenologia, teoria e modellistica che favorivala loro sintesi organica in un quadro scientificocompleto. Questa «<strong>di</strong>sponibilitaÁ mentale»verso <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> investigare il mondo, haanche, ad esempio, agevolato lo sviluppo dellamodellistica numerica della fisica dei flui<strong>di</strong> edelle sue applicazioni geofisiche. Non eÁ un casoche Gianni che, per sua esplicita ammissione,non amava i calcolatori elettronici una primor<strong>di</strong>alemacchinetta meccanica <strong>di</strong> calcolo hatroneggiato per anni sulla sua scrivania!) siastato l'iniziatore anche del CINECA.Un tale tipo <strong>di</strong> approccio eÁ particolarmentecongeniale alle Scienze della Terra in cui ha datoluogo ai piuÁ alti sviluppi scientifici e culturali findall'inizio del secolo scorso si pensi, ad esempio,ad Harold Jeffreys in Inghilterra). E, quin<strong>di</strong>,non casualmente eÁ stato fertile <strong>di</strong> sviluppi, attornoalla figura <strong>di</strong> Puppi in quegli anni. E la figurae<strong>di</strong>lruolo<strong>di</strong>Giannisistaglianoancor<strong>di</strong>piuÁsesipensaquantoinItaliaquestotipo<strong>di</strong>approccioabbia stentato e stenti a prendere piede.EÁ importante notare, infine, l'attualitaÁ delmessaggio scientifico-culturale <strong>di</strong> Gianni Puppi.Che si esprime anche nel modo <strong>di</strong> fare le cose. Aparte la rimarcata completezza dell'approccio aiproblemi e l'inter<strong>di</strong>sciplinarietaÁ c'eÁ , soprattutto,il fattore tecnica <strong>di</strong> conduzione della ricerca:Gianni non perdeva mai la visione globale,complessiva, del problema trattato anche nell'analisidel piuÁ minuto dettaglio. E non amava la«managerialitaÁ standar<strong>di</strong>zzata'', da scuola <strong>di</strong>management. La necessitaÁ <strong>di</strong> governare processi<strong>di</strong> enorme <strong>di</strong>mensione e complessitaÁ richiedegiaÁ ,esemprepiuÁ richiederaÁ , persone <strong>di</strong>sicura attitu<strong>di</strong>ne sintetica, capaci <strong>di</strong> ``letturatrasversale'', capaci <strong>di</strong> gerarchizzare l'informazioneportando in superficie gli elementi veramenteessenziali 7 , capaci <strong>di</strong> convivere con lapropria ignoranza dei dettagli senza, peroÁ ,perdere<strong>di</strong> rigore. E, forse, rivivificando questaattitu<strong>di</strong>ne la <strong>Fisica</strong> e non solo) tornerebbe adattrarre gli studenti piuÁ brillanti!6 A Giuseppe Colombo eÁ intitolato il Centro ASI AgenziaSpaziale <strong>Italiana</strong>) in Matera.7 Un altro nostro grande maestro, Jule Charney, commentandola ricerca <strong>di</strong> Ed Lorenz sintetizzoÁ : «A few ingre<strong>di</strong>ents:the right ones!».


GIAMPIETRO PUPPI, MAESTRO E SCIENZIATO NATURALISTARENATO ANGELO RICCIPresidente Onorario SIF«Quando ho avuto la notizia <strong>di</strong> questa celebrazione,quando l'amico Focar<strong>di</strong> mi ha dettoche il Presidente Ricci voleva fare questa cerimonia,la notizia stessa mi sorprese percheÂ,pur essendo stata Varenna anche sede <strong>di</strong> celebrazioni,non avevo mai pensato alla celebrazionein Varenna della stessa Varenna. Isentimenti che mi hanno colpito subito: emozione,ma forse eÁtroppo, interesse, ma forse eÁtroppo poco, partecipazione, forse, eÁ il sentimentogiustoecheeÁpiuÁomenolostatod'animoche mi ritrovo in questo momento».Con queste parole Giampietro Gianni) Puppiesor<strong>di</strong>va nel suo intervento in occasione dellacelebrazione del 30mo anniversario della fondazionedella Scuola <strong>di</strong> Varenna, il 19 giugno1983.Erano presenti con lui alcuni fra i protagonistidella storia della fisica italiana e della ScuolaInternazionale fondata da Giovanni Polvani nel1953, come Gilberto Bernar<strong>di</strong>ni, Piero Cal<strong>di</strong>rola,Carlo Castagnoli, Beppo Occhialini, AntonioRostagni Edoardo Amal<strong>di</strong>, impegnato altrove,aveva inviato un suo personale messaggio), cheio, come Presidente della SIF, ero riuscito ariunire insieme.La cerimonia, benche sobria, fu particolarmentetoccante nel rievocare gli inizi <strong>di</strong> unaavventura culturale che doveva accompagnarele gloriose vicende della fisica italiana nella secondametaÁ del secolo scorso.Bene illustra il carattere e la grande personalitaÁscientifica <strong>di</strong> Gianni Puppi questa suasintetica illustrazione del 1ë e del 2ë Corso dellaScuola, illuminato dalla presenza <strong>di</strong> EnricoFermi, pochi mesi prima della sua morte.«...... Fui chiamato a <strong>di</strong>rigere il primo corso.La scelta, che poi eÁstatalasceltadeiprimiduecorsi, e che ha determinato anche il terzo, fu suun argomento <strong>di</strong> frontiera, la fisica subnuclearee nucleare, un argomento in cui ci fossela cultura del nostro Paese e tale per cui laScuola potesse aspirare non solo ad insegnanti<strong>di</strong> alta qualitaÁ, ma anche ad allievi italiani <strong>di</strong>alta qualitaÁ. Nell'iniziare con i raggi cosmiciabbiamo voluto partire dalla nostra culturascientifica piuÁ vivace e riaffermare la nostraprimaria vocazione scientifica <strong>di</strong> naturalisti.Sostanzialmente la Scuola ha voluto illustrarequello che eÁ stato il contributo, a quel tempodeterminante, della fisica dei raggi cosmicialla fisica delle particelle elementari: l'imme<strong>di</strong>atarisposta che l'anno dopo ci doveva essere,era il contributo che le macchine acceleraticiavevano dato alla fisica delle particelle elementari».C'eÁ qui tutto il percorso della fisica italianad'avanguar<strong>di</strong>a del dopoguerra, dall'osservazionee dallo stu<strong>di</strong>o delle manifestazioni <strong>di</strong>rettedella natura alle investigazioni piuÁ profondedelle sue proprietaÁ nascoste e delle sue leggiattraverso la strumentazione piuÁ avanzata.EÁ una peculiaritaÁ che si ritrova in Puppi,scienziato «naturalista» curioso e attento allaevoluzione delle conoscenze.Anni piuÁ avanti, nel 1997, in occasione delCongresso della SIF de<strong>di</strong>cato al 100 mo anniversariodella fondazione della nostra SocietaÁ ,in una amichevole intervista concessa agli amiciAntonio Bertin e Antonio Vitale riportata nell'appositonumero del Nuovo Saggiatore, «Cent'anni»,vol. 14, n. 3-5, 1998) cosõÁ affermavasorridendo:«EÁ stata una fortunata coincidenza ... poter<strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> particelle <strong>di</strong> alta energia i raggicosmici) prima ancora <strong>di</strong> poter utilizzare lemacchine acceleratrici. EÁ stato <strong>di</strong>vertente» Eancora: «... Io ho avuto la fortuna <strong>di</strong> parteciparea quegli anni meravigliosi nei quali dovunqueuno si girasse c'era qualcosa da raccogliere»Ma bisognava saper raccogliere un nome pertutti: Beppo Occhialini) e saper comprendere:Puppi era uno <strong>di</strong> questi pionieri capaci <strong>di</strong> cogliereil messaggio della natura.D'altra parte cioÁ non significava, per lui, sottovalutarel'evoluzione meno naturalista dellafisica moderna, ma lo portava a darne una letturapiuÁ appropriata evidenziandone i perio<strong>di</strong>storici e pionieristici e quelli dell'indagine criticaepiuÁelaborata dei segreti della natura. Eglistesso, cosõÁ versato sui <strong>di</strong>versi fronti della ri-65


66cerca, dalla fenomenologia alla fisica sperimentalee a quella teorica fino ai campi applicativipiuÁ avanzati, eÁ stato protagonista edartefice <strong>di</strong> momenti significativi ed entusiasmantidella fisica del novecento.Basti ricordare la sua intuizione della universalitaÁdelleinterazioni deboli, schematizzatacon la denominazione <strong>di</strong> «Triangolo <strong>di</strong> Puppi».Questo suo «protagonismo» fu ancora riconosciutonella famosa Conferenza Nazionaledella SIF, organizzata sotto la mia Presidenzacon la collaborazione <strong>di</strong> A. Bertin e A. Vitale, aBologna nel 1984, e de<strong>di</strong>cata al «50mo Anniversariodella Teoria <strong>di</strong> Fermi sul deca<strong>di</strong>mentobeta» e,piuÁ in generale, ai «50 anni <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>delle Interazioni Deboli». Ad essa parteciparono,come ospiti d'onore, tutti i protagonisti italianiviventi. Nel volume che fu pubblicato e cheuscõÁ proprio in occasione della Conferenza, oltrealle varie relazioni presentate, furono rie<strong>di</strong>tativari articoli originali dei protagonisti. Traessi spicca il lavoro <strong>di</strong> Puppi che apre la via aquesta grande avventura concettuale, orgogliodella fisica italiana.Io stesso ebbi modo <strong>di</strong> conoscerlo sotto questoaspetto accattivante: sobrio, elegante, «<strong>di</strong>vertito»non solo nel fare la fisica ma anche nelparlarne.Nel 1991 partecipai, su invito <strong>di</strong> Ettore Veron<strong>di</strong>ni,ai «Colloqui <strong>di</strong> Dipartimento» all'Istituto<strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> <strong>di</strong> Bologna con una lezione sull'EnergiaNucleare da Fusione. Tra gli altri docenti,Puppi parloÁ <strong>di</strong> «Effetto serra». Poiche talilezioni sono state pubblicate in un pregevolevolume, «Raccontare la fisica», e<strong>di</strong>to da G. L.Russo e E. Veron<strong>di</strong>ni, eÁ possibile rileggervi lalezione <strong>di</strong> Puppi che, forse, potrebbe costituireuna buona base metodologica e scientificamenteinteressante, ancora oggi, in un periodoin cui molte affermazioni, enunciazioni e conclusionispesso affrettate, sembrano avere ilsopravvento rispetto a stu<strong>di</strong>, indagini, valutazionipiuÁ serie ed approfon<strong>di</strong>te.Questa «qualitaÁ» <strong>di</strong> Gianni Puppi mi fa ricordare,a mo' <strong>di</strong> conclusione, una sua esplicitaesortazione che mi rivolse in occasione dellaCerimonia in Campidoglio per il Centenariodella SIF, nel 1997, durante la quale egli stessoinsieme con altri protagonisti ve<strong>di</strong> il volume sui«Cent'anni» del Nuovo Saggiatore), ricevette unriconoscimento particolare. Prima che io iniziassiil <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> chiusura de<strong>di</strong>cato a queicento anni <strong>di</strong> storia, mi si avvicinoÁ <strong>di</strong>cendo: «miraccomando, sii sobrio, vivace e non noioso e,soprattutto, non parlare piuÁ <strong>di</strong> mezz'ora».Malgrado il compito non fosse facile, credo <strong>di</strong>essermela cavata, perche , alla fine, fu lui, sod<strong>di</strong>sfatto,il primo a complimentarsi con me.GIAMPIETRO PUPPI E L'ENICARLO PELLACANIDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> BolognaGiampietro Puppi ha <strong>di</strong>mostrato attorno aglianni '70 grande interesse per i problemi <strong>di</strong> innovazioneche stavano emergendo all'internodelle gran<strong>di</strong> societaÁ pubbliche italiane. Gianninon era solo uno scienziato <strong>di</strong> fama internazionale,ma anche un uomo abituato a frequentarepersonaggi dell'establishment politico ed economico.I contatti <strong>di</strong>retti con i gran<strong>di</strong> managerdelle societaÁ pubbliche, la sua capacitaÁ <strong>di</strong> cogliereil nocciolo dei problemi <strong>di</strong> innovazioneche queste societaÁ cominciavano a percepirecrearono le con<strong>di</strong>zioni per una collaborazioneche si sviluppoÁ per un lungo tratto della suavita.L'ENI fra le gran<strong>di</strong> societaÁ <strong>di</strong> Stato era quellache possedeva una tra<strong>di</strong>zione manageriale piuÁaggressiva, in<strong>di</strong>pendente e sensibile all'innovazione.Con essa Puppi riuscõÁ piuÁ facilmente acollaborare e ad avviare un processo <strong>di</strong> innovazionepermanente e la in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> nuovicampi in cui i risultati delle ricerche avrebberotrovato utile e proficua applicazione.


La crescente importanza dell'aspetto ambientaledelle attivitaÁ industriali, che avrebbeportato alla complessitaÁ delle attuali legislazioninazionale ed europea nel settore ed alla rilevanzadella salvaguar<strong>di</strong>a ambientale come occasione<strong>di</strong> sviluppo industriale, erano realtaÁ cheGianni aveva intuito giaÁ negli anni '70 e che noneÁ <strong>di</strong>fficile ritrovare nei suoi interventi pubblici.ContribuõÁ cosõÁ alla nascita della Tecneco a Fano,PU), probabilmente la prima societaÁ italianache <strong>di</strong>sponesse della massa critica e dellestrutture necessarie per essere un attore nelcampo ambientale a livello europeo. Contemporaneamenteassunse la Presidenza <strong>di</strong> un'altrasocietaÁ , la Tecnomare a Venezia), piuÁ <strong>di</strong>rettamenteconnessa alla progettazione <strong>di</strong> struttureoffshore per l'esplorazione ed il trasporto deicombustibili fossili.Puppi, pur nella chiarezza della sua visione,dovette affrontare un grande numero <strong>di</strong> problemigestionali ed organizzativi. L'innovazionerichiedeva la creazione <strong>di</strong> un ambiente <strong>di</strong> lavoroche le gran<strong>di</strong> industrie <strong>di</strong> Stato non erano ingrado <strong>di</strong> creare rapidamente ribaltando vecchietra<strong>di</strong>zioni organizzative interne ormai consolidate.Esisteva una resistenza ra<strong>di</strong>cata a portaregli investimenti per la ricerca al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong>percentuali assurdamente basse per affrontarela competizione internazionale. L'in<strong>di</strong>pendenza<strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio ed azione necessaria a qualsiasigruppo <strong>di</strong> ricerca applicata non trovava neppureuna possibile risposta nella rigida filosofia <strong>di</strong>inquadramento del personale.A questi problemi Gianni de<strong>di</strong>coÁ una granparte del suo impegno con una presenza personalecontinua, cercando <strong>di</strong> superarli facendouso della sua indubitabile competenza tecnicama, soprattutto, cercando <strong>di</strong> proteggere con lasua autoritaÁ istituzionale la libertaÁ e l'intraprendenzadel personale <strong>di</strong> ricerca negli ambientilavorativi delle societaÁ . Questo creoÁsempre una resistenza sorda da parte dei quadriinterme<strong>di</strong> piuÁ ra<strong>di</strong>cati nella vecchia organizzazionedel lavoro. Ma <strong>di</strong> nuovo Gianni, con la suasimpatia umana e la sua <strong>di</strong>plomazia, riusciva amantenerele<strong>di</strong>fficoltaÁ sotto il livello <strong>di</strong> allarme.In quegli anni le gran<strong>di</strong> societaÁ come IBM,Digital, etc. cominciarono a <strong>di</strong>stribuire i lorocomputer elettronici. La rilevanza <strong>di</strong> questinuovi strumenti era del tutto evidente nei settoriambientale e <strong>di</strong> progettazione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> struttureoffshore, ma anche per altre attivitaÁ industrialicome and esempio quelle della SNAM e dellaSNAM Progetti a Milano) del gruppo ENI, ai cuiorgani amministrativi Puppi partecipava attivamente.Seppe prendere decisioni lungimiranti,ma anche coraggiose, per favorire l'adozione <strong>di</strong>questi strumenti nelle industrie del Gruppo ENIe, in particolare, in quelle che presiedeva. Nonerano macchine <strong>di</strong> facile uso e la loro limitatapotenza poneva <strong>di</strong>versi problemi pratici nelleapplicazioni industriali complesse, ma Gianninon ebbe mai un dubbio sul futuro del ruolo deicomputer automatici, anche se i conti li facevaancora con una vecchia calcolatrice meccanicache teneva sul tavolo del suo stu<strong>di</strong>o in via Irnerio.Un altro problema si presentoÁ molto presto acomplicare la visione chiara e lucida che Gianniperseguiva. DifficoltaÁ che nasceva questa voltanel campo dei ricercatori universitari, cosõÁ pocopropensi ad in<strong>di</strong>rizzare i propri sforzi e la propriaintelligenza alla soluzione <strong>di</strong> precisi problemiindustriali. A questo punto Puppi, con lasua solita chiarezza e la sua fantasia, concepõÁ lapossibilitaÁ <strong>di</strong> creare un istituto <strong>di</strong> formazionesuperiore che sapesse sintetizzare la miglioretra<strong>di</strong>zione universitaria con le richieste dellegran<strong>di</strong> industrie e specialmente dell'ENI. NacquecosõÁ l'esperimento della Sogesta SocietaÁper lo stu<strong>di</strong>o e la gestione delle tecnologieavanzate, a Urbino, PU). La parola ``gestione''nel nome <strong>di</strong> questa ultima societaÁ puoÁ far comprenderecome la visione <strong>di</strong> Gianni anticipasse<strong>di</strong> qualche decennio i tempi dell'Italia <strong>di</strong> oggi. Icorsi erano tenuti sia da professori universitariche da tecnici industriali. Esisteva anche unpiccolo settore <strong>di</strong> ricerca in cui venivano valutatele potenzialitaÁ dei sempre nuovi sistemi <strong>di</strong>calcolo.Di fatto questo tentativo, dopo un rapido sviluppoiniziale, si arenoÁ <strong>di</strong> fronte ad un vecchioproblema che nessuno ha rimosso, quello delvalore legale della laurea. Di fronte alla prospettiva<strong>di</strong> seguire un quinquennio <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> inuna struttura che forniva servizi <strong>di</strong> prima qualitaÁed una assunzione estremamente probabilepresso qualche grande industria, i giovani venivanopresi dall'angoscia <strong>di</strong> non possedere ilclassico pezzo <strong>di</strong> carta, e finivano per preferirel'UniversitaÁ . Gianni tentoÁ <strong>di</strong> superare anchequesto problema, senza riuscirci, per un'infinitaÁ<strong>di</strong> motivi che non possono essere <strong>di</strong>scussi incosõÁ poche righe.67


PUPPI E LA FISICA BIOMEDICA ED AMBIENTALEGIUSEPPINA MALTONI GIACOMELLIDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna68Conobbi il Professor Puppi verso la fine del1956, a Rochester, N.Y., dove ero approdata conuna borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o della AAUW AmericanAssociation of UniversityWomen), con la speranza<strong>di</strong> migliorare le mie limitate conoscenze <strong>di</strong>biologia. Mi ero appena laureata a Bologna nellaprima sessione del nuovo corso <strong>di</strong> laurea inscienze biologiche e capivo che, per fare labiologa, avrei dovuto ampliare il mio poverobagaglio culturale. Inaspettatamente mi si erapresentata l'occasione <strong>di</strong> una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oamericana......e, contro il parere <strong>di</strong> tutti e.....dopo quasi 2 settimane in mare aperto....eroarrivata all'universitaÁ <strong>di</strong> Rochester, dove labiologia era «adulta e l'istologia, campo dellamia tesi <strong>di</strong> laurea, era al top. Rochester era rinomataper la fisica, e i pochi altri italiani checonobbi erano fisici che potevano sperare <strong>di</strong>restare negli USA solo sposando donne americane).Quando, per un congresso <strong>di</strong> fisica, giunse aRochester un gruppo <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> maestri italianifra i quali Puppi, gli amici locali mi pregarono <strong>di</strong>invitarli a casa mia, perche ero l'unica ad avere a<strong>di</strong>sposizione una casa, essendo la famigliapresso cui vivevo, spesso lontana per lavoro.Quella sera il Professor Puppi capõÁ il mio totaleimbarazzo e con fare paterno e sorprendentefamiliaritaÁ mi tranquillizzoÁ interessandosi al miolavoro e alle prospettive future, e <strong>di</strong>mostrandosientusiasta delle mie scelte.Lo rivi<strong>di</strong> a Bologna dopo 5 anni e fui sorpresanel constatare che aveva seguito i miei percorsiscientifici e che li riteneva interessanti ancheper l'ambito bolognese. Sapeva che, dopo il miorientro dagli USA, ero stata a Ginevra dove,grazie alla mia buona conoscenza dell'inglese,ero stata accettata presso l'Istituto <strong>di</strong> Fisiologia.Qui avevo lavorato con il gruppo che cercava <strong>di</strong>in<strong>di</strong>viduare l'area cerebrale responsabile dell'insorgeredell'ebbrezza usando alcool marcatocon carbonio ra<strong>di</strong>oattivo. Tali meto<strong>di</strong> mostravanonuove aperture per la fisica.....e...nullasfuggiva al Professor Puppi. Al mio rientro aBologna fine del 1961), mi volle incontrare e misorprese con la proposta <strong>di</strong> affidarmi il compito<strong>di</strong> avviare presso il suo Istituto un gruppo <strong>di</strong>«biofisica».Onorata per tanta fiducia, ma conscia dei mieilimiti anche <strong>di</strong> tipo familiare, non trovai il coraggionecessario per accettare tale impegno,peroÁ ammisi che se un gruppo <strong>di</strong> quel tipo fosseesistito mi sarei felicemente aggregata. Il professorecapõÁ le mie <strong>di</strong>fficoltaÁ e mi offrõÁ un'altrapossibilitaÁ . Mi accompagnoÁ nella cantina del suoIstituto dove si era formato un nutrito gruppo <strong>di</strong>ricerca sulla dosimetria delle ra<strong>di</strong>azioni ionizzantiguidato dal Prof. Otello Rimon<strong>di</strong>.Gruppo nato come Laboratorio Ra<strong>di</strong>oisotopi e,recentemente, adottato dal CNEN ComitatoNazionale per l'Energia Nucleare). Si trattava <strong>di</strong>un gruppo altamente inter<strong>di</strong>sciplinare nel qualeun apporto tipicamente biologico poteva essereinteressante. Il Professor Puppi, allora, mi proposecome «assistente straor<strong>di</strong>naria» presso lasua cattedra per aggregarmi a quel gruppo <strong>di</strong>dosimetria, aggiungendo col suo modo elegantementespiritoso) che, da ora in poi, si sarebbepotuto <strong>di</strong>re che «<strong>Fisica</strong> ospitava il CNENper motivi <strong>di</strong> collaborazione».In quel gruppo, scoprii «un mondo nuovo» siadal punto <strong>di</strong> vista scientifico che umano. Vi sirespirava un'aria pluri<strong>di</strong>sciplinare dove ognunogareggiava per allargare il proprio tassello <strong>di</strong>conoscenza.La «collaborazione» aprõÁ anche una nuova viaper «la formazione specialistica» degli operatoriin vari settori <strong>di</strong> applicazione delle ra<strong>di</strong>azioni conparticolare riguardo all'approfon<strong>di</strong>mento degliaspetti ra<strong>di</strong>oprotezionistici. Nel giro <strong>di</strong> pochianni, l'UniversitaÁ riconobbe questo nuovo progettoformativo come «Corso annuale <strong>di</strong> specializzazione»aperto a tutti i laureati in camposcientifico».Il Professor Puppi, vero stimolatore dellecollaborazioni fra universitaÁ ed enti <strong>di</strong> ricerca, siaffezionoÁ molto anche alle nostre attivitaÁ <strong>di</strong>dattichee spesso scendeva in cantina per fare«due chiacchiere» e seguire le nostre programmazioni.Il successo e l'utilitaÁ del nostro lavoro fu riconosciutoanche fuori Bologna e, dopo una


Schema delle dosi da ra<strong>di</strong>azioni ionizzanti nella nostra vita quoti<strong>di</strong>ana.decina <strong>di</strong> anni, altre universitaÁ ritennero in<strong>di</strong>spensabileavviare una specializzazione in fisicasanitaria sul nostro modello. Ma, per accelerarel'iter burocratico, esse sfruttarono la nuovastruttura del corso <strong>di</strong> laurea in fisica che prevedevaScuole <strong>di</strong> perfezionamento post-laureambiennali. CioÁ , peroÁ , limitava l'accesso ai solilaureati in fisica e, dopo alcuni anni, anche Bolognadovette, suo malgrado, allinearsi.Il sostegno del Professor Puppi fu vitale anchequando, per motivi logistici, il CNEN dovettetrasferirsi. Egli, allora, propose <strong>di</strong> introdurrenel corso <strong>di</strong> laurea in <strong>Fisica</strong> un in<strong>di</strong>rizzo<strong>di</strong> fisica biome<strong>di</strong>ca e sanitaria e appoggioÁgli stu<strong>di</strong> sugli effetti biologici ed ambientali <strong>di</strong>vari agenti fisici.Inizialmente, le cose non furono semplici,spesso anche per pure tra<strong>di</strong>zioni accademichericordo le <strong>di</strong>fficoltaÁ per tenere nascosti i rattinell'Istituto per gli esperimenti sugli effetti delparatormone e poi quelli suggeriti dal prof.Gianfranco Sinigaglia sulle onde elettromagnetiche.......ne <strong>di</strong>menticheroÁ i «sorrisini» deicolleghi quando, per verificare la dose assorbita,simulavamo l'organismo umano con tini pienid'acqua........o quando a Vittorio Pro<strong>di</strong> vennel'idea <strong>di</strong> selezionare le polveri e seguire il percorso<strong>di</strong> quelle submicroscopiche lungo l'alberorespiratorio anche in funzione della carica elettricaassociata......).In effetti, allora, il tutto poteva sembrare unpo' troppo banale per un fisico, ma non per ilProfessor Puppi. Ora, invece, abbiamo la sod<strong>di</strong>sfazione<strong>di</strong> constatare che, stavamo aprendoporte molto importanti per la salute dei lavoratorie della popolazione in generale. Oggi,l'area <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Biome<strong>di</strong>ca e Ambientale ha inmano lavori <strong>di</strong> grande interesse in molti settorie la Scuola <strong>di</strong> specializzazione in <strong>Fisica</strong>Sanitaria ha «formato» e sta ancora formando eaggiornando tanti operatori sia per il campome<strong>di</strong>co che ambientale.Grazie, Professor Puppi69


LA RICERCA SCIENTIFICA E GLI ENTI LOCALIANTONIO LA FORGIACamera dei Deputati, Repubblica <strong>Italiana</strong>70Estratto del <strong>di</strong>scorso pronunciato durantel'«Inter<strong>di</strong>sciplinarySymposium in honour ofGiampietro Puppi», Bologna, 24 ottobre 1988anno del IX centenario dell'UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna)Ricerca scientifica ed enti locali: mi rendoconto che al senso comune questo appare unrapporto insussistente se non, ad<strong>di</strong>rittura, pretestuoso.La <strong>di</strong>mensione delle risorse impegnate sullefrontiere della ricerca eÁ ormai tale da richiedereuna pianificazione ed un coor<strong>di</strong>namentosovranazionali. [...] E peroÁ la comunitaÁscientifica non vive solo nei propri congressi e,oggi, lungo i canali delle reti telematiche checollegano centri e laboratori del mondo intero.E se chiamiamo alla memoria i nomi dellegran<strong>di</strong> scuole in cui si consolida il patrimonioscientifico e si riproducono le forze necessariea procedere oltre ve<strong>di</strong>amo che essi sono nomi<strong>di</strong> luogo, <strong>di</strong> cittaÁ . [...] Sembra <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>re, insomma,che l'aspirazione universalistica dellacomunitaÁ scientifica poggia con forza su basiterragne: le gran<strong>di</strong> scuole interagiscono conl'ambiente in cui sorgono, lo mo<strong>di</strong>ficano ecreano cosõÁ un habitat specifico che porta illoro segno e che, al tempo stesso, <strong>di</strong>viene illoro proprio habitat. [...] Io ritengo che se ilrapporto tra ricerca scientifica ed enti localiviene pensato e praticato in forme generiche ebanali esso eÁ davvero insussistente o, al piuÁ ,assolutamente marginale. Tutto il contrario seesso viene assunto come cartina <strong>di</strong> tornasoledella qualitaÁ del potere e della amministrazionelocale; come misura della capacitaÁ <strong>di</strong> espressionedella comunitaÁ locale, come sfida allapromozione, allo sviluppo <strong>di</strong> quel comune habitatspecifico entro cui agiscono la comunitaÁlocalee<strong>di</strong>centri<strong>di</strong>cultura,<strong>di</strong>scienzae<strong>di</strong>insegnamento.Quanto sia <strong>di</strong>fficile impegnare quella sfidacredo <strong>di</strong> saperlo. Ma se guardo alla storia recente<strong>di</strong> questa cittaÁ [...] mi sembra <strong>di</strong> trovarealmeno un esempio, una <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> comesia possibile impegnarla, quella sfida.Torno in<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> oltre trent'anni, ad un febbraiodel 1956 in cui il Consiglio Comunale <strong>di</strong>Bologna «tenuto presente [...] che gli stu<strong>di</strong> sullosfruttamento dell'energia atomica Ð appunto invirtuÁ del loro pacifico in<strong>di</strong>rizzo Ð, mentre da unlato avranno sicuri effetti, <strong>di</strong> una portata beneficaoggi incalcolabile, a favore dello sviluppodell'attivitaÁ industriale, agricola e commercialedella nostra regione, dall'altro avranno notevoliriflessi anche presso le altre facoltaÁ universitariee particolarmente per le scienze applicative eper le scienze naturali che riceveranno ungrande aiuto da un piuÁ forte sviluppo che possaessere dato alla fisica», decideva <strong>di</strong> impegnarela somma <strong>di</strong> 50 milioni all'anno per <strong>di</strong>eci anni «abeneficio dell'Istituto <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> ``A. Righi'' dell'UniversitaÁ<strong>di</strong> Bologna».Vedo bene che, alla <strong>di</strong>stanza degli anni ed alsenno del poi, quella somma puoÁ apparire risibilea fronte degli impegni attuali. Ma vedo ancheuna sincera ed efficace volontaÁ <strong>di</strong> esprimereuna domanda dei tempi e <strong>di</strong> operare conseguentemente.[...]Stava allora a capo dell'amministrazione civicaun uomo apparentemente facile e cor<strong>di</strong>alema intimamente rigoroso, austero e, forse proprioper questo, capace <strong>di</strong> sentire e <strong>di</strong> interpretarele onde lunghe della cittaÁ . E <strong>di</strong> fronte alSindaco Dozza, ad illustrare i possibili percorsi<strong>di</strong> sviluppo della fisica bolognese, stava appuntoil Professor Puppi, giovane <strong>di</strong>rettore Ð come silegge dai verbali del tempo Ð dell'Istituto Righi.[...]Da allora molto tempo eÁ trascorso e gli annisono stati intensi oltre che numerosi. [...]Parole un tempo univoche nel loro significatopositivo: crescita, sviluppo, progresso, assumonoconnotazioni ambigue, hanno bisogno <strong>di</strong>specificazioni e <strong>di</strong> aggettivi, <strong>di</strong>vengono problematiche.Sorgono problemi morali nuovi e terribili,<strong>di</strong>fficili a formularsi, sino ad ora impensabili, nelmomento in cui l'evoluzione della specie, l'evoluzionedella stessa specie umana potrebbe <strong>di</strong>venireoggetto <strong>di</strong> applicazione delle tecnologiegenetiche. [...]


Ora, la moderna ragione scientifica dovendo,per suo statuto, dubitare <strong>di</strong> tutto non puoÁ dubitare<strong>di</strong> se stessa: se lo facesse inciamperebbe inun fasti<strong>di</strong>oso paradosso della logica. Ma neppurepuoÁ la ragione scientifica o, piuÁ concretamente,neppure possono gli uomini dellaricerca scientifica chiudere gli occhi <strong>di</strong> fronteagli interrogativi ed agli scenari futuri che sivengono delineando.Dico questo poiche ritengo non sia ne auspicabilene possibile tracciare una linea <strong>di</strong> demarcazioneche <strong>di</strong>stingua da un lato il ruolodegli scienziati e dall'altro le responsabilitaÁ deigoverni. E poiche non credo neppure ad un governodegli scienziati mi resta aperta un'unicavia: la via, appunto, <strong>di</strong> una assunzione <strong>di</strong>retta ecritica da parte della comunitaÁ scientifica dellegame <strong>di</strong> inter<strong>di</strong>pendenza che la unisce al destinofuturo della societaÁ .EsecioÁ vale in generale ancor piuÁ vale entroun habitat quale il nostro, un habitat Ð come hocercato <strong>di</strong> <strong>di</strong>re Ð conformatosi nei secoli attornoal nocciolo dell'inter<strong>di</strong>pendenza delloStu<strong>di</strong>o e della cittaÁ . [...]Ma l'ambizione piuÁ alta credo dovrebbe essereposta alla sollecitazione ed alla promozione <strong>di</strong>un vero e proprio processo <strong>di</strong> autocoscienzadella comunitaÁ scientifica. Oggi la scienza costituisceuna fondamentale forza motrice delcambiamento e dell'innovazione, anche sociali.Nella comunitaÁ scientifica si raccoglie e si organizzauna parte decisiva dell'intelligenza <strong>di</strong>ogni societaÁ . Se questo eÁ vero la comunitaÁscientifica non puoÁ sottrarsi alla responsabilitaÁ<strong>di</strong> assumere un ruolo protagonista nella <strong>di</strong>scussionecirca l'in<strong>di</strong>rizzo e l'uso delle potenzialitaÁe delle forze da essa stessa generate.EÁ evidente che questo ruolo <strong>di</strong> responsabilitaÁpuoÁ essere interpretato in due mo<strong>di</strong>. In forma<strong>di</strong>ciamo cosõÁ) corporativa: ottenendo dagli organidel potere le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> una propria riproduzioneallargata. In forma <strong>di</strong>ciamo cosõÁ)democratica: socializzando le possibili opzioniche lo scienziato, dal suo osservatorio privilegiato,eÁ in grado <strong>di</strong> vedere prima e piuÁ nitidamente<strong>di</strong> chiunque altro. EÁ altrettanto evidenteche le nostre preferenze vanno alla seconda.[...]Abbiamo affermato che il consolidamento e losviluppo della ricerca scientifica a Bologna sonoobiettivi dell'intera comunitaÁ locale e ne abbiamotratto conseguenze concrete penso al nuovoinse<strong>di</strong>amento dell'area <strong>di</strong> ricerca del CNR) eipotesi <strong>di</strong> lavoro, progetti cui stiamo tentando <strong>di</strong>contribuire e che inten<strong>di</strong>amo sostenere. Nonultimo [...] la creazione <strong>di</strong> un centro per la elaborazioneed il trattamento <strong>di</strong> modelli <strong>di</strong> sistemicomplessi che raccolga Ð e metta in comunicazionetra loro Ð forze provenienti da <strong>di</strong>versiambiti <strong>di</strong>sciplinati: fisica, matematica, biologia,economia ... Ebbene, consentitemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>re chenon ritengo affatto casuale che nel tentare, oritentare, questa strada noi ci si sia imme<strong>di</strong>atamente,e nuovamente, incontrati con il ProfessorPuppi.Lo <strong>di</strong>co senza piaggeria ma perche questo miappare il suo tratto caratteristico: rifuggendo,come per istinto, dall'utopia e dal percorrerestrade giaÁ <strong>di</strong>segnate il Professor Puppi riesce adarti appuntamento nel luogo in cui cioÁ che <strong>di</strong>nuovo eÁ possibile puoÁ cominciare a realizzarsi.[...]Certo anch'io so bene Ð e non credo <strong>di</strong> doverlo<strong>di</strong>re a voi Ð che il Professor Puppi eÁ uncompagno d'avventure assai pericoloso. La <strong>di</strong>visaben nota che afferma «per aspera ad astra»non gli appartiene.EÁ una sirena ingannatrice, il Professor Puppi.Svolge il suo ragionamento avanzando leggiadro<strong>di</strong>etro il suo papillon e ti conduce su un morbidotappeto volante, e ti toglie ogni vertigine dellepericolose pietraie e dei burroni scoscesi chestai superando.Pietraie e burroni che devi poi riguadagnarefaticosamente, palmo e palmo quando ti lasciasolo o, meglio, quando svanisce come il gattone<strong>di</strong> Lewis Carroll lasciandoti il suo sorriso un po'beffardo, un po' sarcastico.Un compagno d'avventure pericoloso Ð ripetoÐ e, d'altra parte, senza simili compagni esenza simili maestri, si rischierebbe <strong>di</strong> restarepigri ed impauriti ai pie<strong>di</strong> anche <strong>di</strong> una collinetta.71


PUPPI E LA CITTAÁ BOLOGNAGIOVANNI SALIZZONIConsigliere del Comume <strong>di</strong> Bologna72Intervento al Convegno in memoria <strong>di</strong> GiampietroPuppi, 2 ottobre 2007, BolognaPotrei elencare, una dopo l'altra, tante pagine<strong>di</strong> storia della cittaÁ che sono in<strong>di</strong>ssolubilmentelegate a Giampietro Puppi: eÁ stato un grandeprofessore, un impareggiabile educatore, unoscienziato illuminato, tanto da ottenere dal SindacoDozza, nel lontano 1955, circa mezzo miliardo<strong>di</strong> vecchie lire per sviluppare la ricerca in<strong>Fisica</strong> presso l'Ateneo bolognese. Il prestigiosoistituto <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> A. Righi fu da lui magistralmente<strong>di</strong>retto per anni e ben presto <strong>di</strong>venneun centro <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> sperimentazione unicoin Italia. Fu poi tra gli ideatori del Centro Stu<strong>di</strong>OIKOS: un centro <strong>di</strong> eccellenza per lo stu<strong>di</strong>o el'approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> tematiche relative all'abitare,alla qualitaÁ urbana, all'e<strong>di</strong>lizia e all'ambiente;tutti argomenti oggi all'or<strong>di</strong>ne delgiorno, ma assolutamente innovativi 30/40 annifa. Sempre attraverso OIKOS Puppi si fece promotore<strong>di</strong> interventi mirati sulla cittaÁ , fornendosupporto documentario, conoscitivo, metodologicoe progettuale. EÁ stato Socio <strong>di</strong> importantiistituzioni locali presso le quali sempre ha offertoil suo contributo in termini <strong>di</strong> esperienza,saggezza, intuizione.Tanto ancora potrei citare: il suo nome eÁ legatoprofondamente anche allo sviluppo e allacrescita <strong>di</strong> Bologna. Ma la sua ere<strong>di</strong>taÁ non eÁ solonei risvolti pratici della sua scienza, sui documentie sulle scoperte che portano il suo nome,sui registri dell'UniversitaÁ e le carte dell'IstitutoRighi, sulle delibere del Consiglio Comunale chericordano l'Archiginnasio d'Oro che gli fu attribuitonel 1963 fu uno dei primi, insieme aFrancesco Flora, Giorgio Moran<strong>di</strong> e Enrico Redenti!)o riportano i cospicui finanziamenti perle ricerche.La sua vera ere<strong>di</strong>taÁ va rintracciata nel suoprofilo umano: anche in questo Puppi eÁ statosempre un protagonista. Era un uomo completo,nel senso che in lui la testa e il cuore andavanoall'unisono: era curioso, ma <strong>di</strong> una curiositaÁ sana,non invadente, non supponente; ascoltavauno studente con la stessa attenzione che riservavaad un Premio Nobel. Era sempre <strong>di</strong>buon umore, gentile, appassionato e attento;parlava <strong>di</strong> tutto con tutti. Fu a casa <strong>di</strong> Andreattache lo incontrai piuÁ volte e lo ascoltai parlare <strong>di</strong>tante cose e sempre con straor<strong>di</strong>narie argomentazionie con incre<strong>di</strong>bile acume e lungimiranza.Era convinto che la fisica fosse una chiave <strong>di</strong>lettura per interpretare il mondo, il quoti<strong>di</strong>ano, lapolitica, l'uomo. Credeva fosse giocoforza che ipolitici si rivolgessero ai fisici per <strong>di</strong>panare lequestioni piuÁ complesse che si presentavanoquoti<strong>di</strong>anamente sui loro tavoli: «uno scienziato»<strong>di</strong>ceva «arriva alla meta piuÁ rapidamente percheÂha metodo». Credeva ad esempio che la ricercascientifica fosse imprescin<strong>di</strong>bile per lo sviluppoindustriale, per un progresso intelligente e conseguentementeper il benessere economico <strong>di</strong> unPaese. Facciamo fatica a capirlo oggi, lui c'eÁ arrivatooltre cinquant'anni fa! [...]


IN MEMORIA DEL PROFESSOR GIAMPIETRO PUPPIGIOVANNI SALIZZONIConsigliere del Comume <strong>di</strong> BolognaCommemorazione ufficiale nella prima seduta delConsiglio Comunale <strong>di</strong> Bologna, 8 gennaio 2007Desidero innanzi tutto ringraziare il Presidentedel Consiglio Comunale Gianni Sofri peravermi dato l'opportunitaÁ <strong>di</strong> commemorare ufficialmentein questa prima seduta del Consiglioall'inizio del 2007, il Professore GiampietroPuppi scomparso la mattina <strong>di</strong> Natale dopo unalunga malattia.EÁ un privilegio per me ricordare a tutti voi ilsuo profilo professionale e umano, ancorche siamolto <strong>di</strong>fficile riassumere in tempi ragionevolmentecontenuti l'immenso patrimonio da luilasciato in termini <strong>di</strong> scoperte scientifiche, raggiungimentiaccademici, intuizioni impren<strong>di</strong>toriali.Per non parlare <strong>di</strong> cioÁ che ha lasciato nelcuore <strong>di</strong> quanti l'hanno conosciuto.Per questo motivo mi sento ancor piuÁ privilegiato,perche io l'ho conosciuto. Perche nonostantela notizia della sua morte sia appenacomparsa sulla stampa locale, Puppi eÁ statodavvero un protagonista e non solo per le suein<strong>di</strong>scusse doti intellettive.Puppi era un uomo completo, nel senso che inlui la testa e il cuore andavano sempre all'unisono.Era curioso, ma <strong>di</strong> una curiositaÁ sanae non invadente, ascoltava uno studente con lastessa attenzione che riservava ad un PremioNobel. Era sempre <strong>di</strong> buon umore, gentile, appassionatoe attento; parlava <strong>di</strong> tutto con tutti:aveva intrattenuto rapporti fecon<strong>di</strong> e duraturicon Andreatta, con Zichichi, con Dozza e contanti altri illustri personaggi del nostro tempocon i quali amava confrontare le proprie idee econ<strong>di</strong>videre le sue intuizioni.Eraconvintochelafisicanonfosseunamateriaarida e a se stante, ma piuttosto unachiave <strong>di</strong> lettura per interpretare il mondo,l'uomo, il quoti<strong>di</strong>ano. Per questo riteneva piuÁlogico che i politici si rivolgessero ai fisici per<strong>di</strong>panare le intricate matasse che la loro professionepresentava, perche uno scienziato arrivaalla meta piuÁ rapidamente, con metodo,con rigore, lungimiranza e, molto spesso, consuccesso.Oltre cinquant'anni fa ebbe a riba<strong>di</strong>re che laricerca scientifica fosse imprescin<strong>di</strong>bile per losviluppo industriale, per un progresso intelligentee conseguentemente per il benessereeconomico <strong>di</strong> un Paese. Al contrario, qualecontributo poteva trovare uno scienziato nellapolitica? Erano le affinitaÁ elettive che lo intrigavano,i cervelli ben funzionanti come il suoirrorati da un cuore grande, sempre attento, mai<strong>di</strong>stratto dalla buona sorte o dai successi.Il suo carattere sempre allegro e una robustafede cattolica lo aiutavano a non invecchiare.Era davvero un maestro <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> pensiero,amava i giovani e credeva nell'educazione comeuna carta vincente per affrontare le incognitedel futuro. Su questo tema Dozza trovoÁ in Puppiun forte alleato e fece leva proprio su <strong>di</strong> lui perconcepire e realizzare alcuni tra i piuÁ prestigiosicentri <strong>di</strong> istruzione <strong>di</strong> Bologna.Puppi fu professore e educatore, ma soprattuttopadre per quanti seppero imparare dalui. Di figli, suoi ere<strong>di</strong> culturali, ne ha lasciatimolti: si commuoveva quando assisteva ai lorosuccessi come avvenne alla prima lezioneuniversitaria <strong>di</strong> Enzo Boschi), ma con umiltaÁcon<strong>di</strong>videva con loro le sue avveniristiche soluzioniscientifiche e tecnologiche. ChissaÁ cosaavranno pensato <strong>di</strong> lui i giovani che lo frequentavanosentendo parlare del suo «triangolo»che stabiliva particolari relazioni tra <strong>di</strong>verseinterazioni deboli, oppure <strong>di</strong> rete telematica peril rilevamento dei terremoti, oppure <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oastronomia?Io non sono un fisico, ma vedete,<strong>di</strong>etro ai suoi <strong>di</strong>scorsi mi perdevo anch'io percheÂnon tutti i gran<strong>di</strong> uomini <strong>di</strong> scienza hanno lacapacitaÁ <strong>di</strong> trasmettere con straor<strong>di</strong>naria chiarezzai concetti piuÁ <strong>di</strong>fficili. Eppure a lui riuscivaanche questo e credo che sapesse farloperche aveva le idee chiare, perche senza saperequale applicazione pratica potesse avere infuturo la sua idea, riusciva a percepire i legamitratuttelecose,quellemicroscopicheequellemacroscopiche che lo circondavano.Per quel suo «triangolo» avrebbe potutoavere il Premio Nobel, se non lo avesse concepitosubito dopo la guerra, quando sarebbe73


stato sconveniente attribuire ad un italiano unriconoscimento cosõÁ prestigioso. Ma il suo Nobello ha vinto ugualmente con quanti gli sonostati vicino e hanno imparato non solo a<strong>di</strong>nterpretare le straor<strong>di</strong>narie leggi sulle quali siappoggia la nostra consistenza fisica, ma soprattuttoa vivere con pienezza la nostra consistenzaumana.PUPPI E LA SOCIETAÁ ITALIANA DI FISICASERGIO FOCARDIDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna e INFN, Sezione <strong>di</strong> Bologna74Puppi fece parte del Consiglio <strong>di</strong> Presidenzadella SocietaÁ <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> fisica in due <strong>di</strong>stintimandati, non consecutivi. Nella prima occasionefu eletto il 10 settembre 1956 al Congresso <strong>di</strong>Torino come Consigliere, carica in cui rimasefino alla fine del mandato, avvenuta il 17 ottobre1959: fecero parte <strong>di</strong> quel consiglio, oltre alpresidente G. Polvani e al vicepresidente M.Ageno, anche E. Amal<strong>di</strong>, E. Pancini, E. Persico eB. Rispoli.Nell'affondamento dell'Andrea Doria, avvenutonel 1957, andarono perduti un certo numero<strong>di</strong> fascicoli del Nuovo Cimento in viaggioattraverso l'Atlantico e Amal<strong>di</strong> propose nellaseduta <strong>di</strong> Consiglio del giorno 11 gennaio 1957,<strong>di</strong> chiedere il rimborso dei fascicoli naufragaticon la nave e i danni alla compagnia <strong>di</strong> assicurazione.Non sappiamo se Polvani dette seguitoalla proposta e se il rimborso sia stato effettivamenteottenuto i verbali delle sedute successivenon trattano piuÁ il problema e i libricontabili non vengono conservati per mezzosecolo!).Nel settembre 1957 Puppi, che era stato <strong>di</strong>rettoredelle prime due scuole svoltesi nel 1953e nel 1954, fu nominato dal Consiglio della SocietaÁpresidente della Commissione per la gestionedelle scuole <strong>di</strong> Varenna.In quell'epoca, Puppi fece parte del ConsiglioSuperiore della Pubblica Istruzione e in taleveste propose <strong>di</strong> togliere il vincolo della citta<strong>di</strong>nanzaitaliana per coprire una cattedra universitaria,come risulta dall'informazione da luistesso data al Consiglio della SocietaÁ nella sedutadel 2 maggio 1959.In seguito, il 16 <strong>di</strong>cembre 1961, Puppi fu elettouna seconda volta nel Consiglio della SocietaÁ ,questa volta come Vicepresidente, sotto la presidenza<strong>di</strong> Gilberto Bernar<strong>di</strong>ni. Di questo Consigliofecero parte anche Maria Ferretti, R. Fieschi,E.Gatti,M.Merlin,L.MezzettieE.Persico.L'attuale struttura del Congresso che oltrealle comunicazioni si basa anche sulle relazionigenerali ha origine da una proposta <strong>di</strong> Puppi cherisale al 27 gennaio 1962. In quel periodo, eglisostenne a lungo la proposta <strong>di</strong> strutturare laSocietaÁ in sezioni locali, argomento ripreso piuÁvolte negli anni successivi senza che sia maistato portato a soluzione.In quel Consiglio venne anche ampiamente<strong>di</strong>scusso se sostenere o meno la costituzione <strong>di</strong>una nuova associazione, degli insegnanti <strong>di</strong> fisica,progetto cui Puppi fu sempre contrario,sostenendo l'importanza <strong>di</strong> un'unica associazionein cui si riconoscessero tutti i fisici. CioÁmalgrado, nell'aprile 1962, il Consiglio dette il<strong>di</strong>sco verde per la costituzione dell'AIF Associazioneper l'Insegnamento della <strong>Fisica</strong>).


NASCE NEL RICORDO DI GIAMPIETRO PUPPIUN PREMIO AL TALENTO DEI FISICI DI DOMANIDAVIDE PATITUCCIMuseo Storico della <strong>Fisica</strong> e Centro Stu<strong>di</strong> e Ricerche «Enrico Fermi»,RomaCinque premi, istituiti dalla World Federation ofScientists WFS), su proposta del PresidenteAntonino Zichichi, per onorare la memoria delfisico italiano Giampietro Puppi, sono staticonferiti lo scorso primo ottobre a giovani ricercatoribolognesi per i loro lavori originali infisica. A consegnarli, nella prestigiosa cornicedell'Accademia delle Scienze <strong>di</strong> Bologna, dellaquale lo stesso Puppi fu membro, la SignoraBianca Puppi, vedova del grande stu<strong>di</strong>ososcomparso lo scorso Natale. Durante la cerimonia<strong>di</strong> premiazione eÁ stato presentato il volume«LA FISICA DI GIAMPIETRO PUPPI», curato daZichichi. Il libro riproduce una serie <strong>di</strong> lavoriselezionati all'interno della vasta produzionescientifica <strong>di</strong> Puppi e contiene un interessantecommento introduttivo in Italiano e in Inglese)<strong>di</strong> Zichichi volto a illustrarne efficacemente ilfondamentale contributo al progresso della fisicadel XX e del XXI secolo.Giampietro Puppi Gianni per gli amici) eÁstato uno straor<strong>di</strong>nario anticipatore. Proprio dauna sua idea, infatti, nacque a Bologna Ð dovePuppi fondoÁ la locale Sezione dell'Istituto Nazionale<strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Nucleare INFN) Ð il primocentro <strong>di</strong> calcolo, <strong>di</strong>venuto poi nel corso deglianni con il nome <strong>di</strong> CINECA il piuÁ grande d'Italia.Sempre a Bologna Puppi realizzoÁ inoltre, inqualitaÁ <strong>di</strong> Presidente della European Space ResearchOrganization ESRO) e <strong>di</strong> cofondatoredella European Space Agency ESA), il primora<strong>di</strong>otelescopio italiano.«Onoriamo oggi un raffinato intellettuale, cheha dato un grande impulso all'organizzazionedella scienza con la sua lungimiranza e concretezza»,ha <strong>di</strong>chiarato durante l'apertura dellacerimonia Pier Ugo Calzolari, Rettore dell'UniversitaÁ<strong>di</strong> Bologna. «Sorprendeva e piaceva inPuppi l'assenza <strong>di</strong> ogni minimo cenno <strong>di</strong> trionfalismoe il <strong>di</strong>stacco critico, non <strong>di</strong> rado ironico,77Apertura della Cerimonia in Onore <strong>di</strong> Giampietro Puppi. Da sinistra: Carlo Taddei,Presidente della Classe <strong>di</strong> ScienzeFisiche dell'Accademia delle Scienze <strong>di</strong> Bologna; Antonino Zichichi,Presidente della World Federation of Scientists;Giorgio Renato Franci, Presidente dell'Accademia delle Scienze; Pier Ugo Calzolari,Magnifico Rettore dell'UniversitaÁ<strong>di</strong> Bologna; Enzo Boschi,Presidente dell'Istituto Nazionale <strong>di</strong> Geofisica e Vulcanologia.


78Antonino Zichichi,Presidente della World Federationof Scientists.anche dal suo stesso lavoro», ha continuato Calzolariricordando da giovane studente le lezionidel maestro scomparso. «Ma soprattutto colpivanoin lui l'eleganza <strong>di</strong> pensiero e d'espressione,la seconda quasi sempre legata alla prima».Commosso eÁ stato il ricordo <strong>di</strong> Antonino Zichichinell'illustrare l'alta statura scientifica <strong>di</strong>Giampietro Puppi: «A lui si deve il lavoro pionieristico,il famoso «triangolo <strong>di</strong> Puppi», in cui<strong>di</strong>mostrava che tre <strong>di</strong>stinti processi deboli Ð ildeca<strong>di</strong>mento del mesone p, la cattura del muonem e il suo deca<strong>di</strong>mento Ð sono descritti approssimativamentedalla stessa carica debolefondamentale, il cui valore eÁ rappresentato dailati del suo triangolo equilatero». Il triangolo <strong>di</strong>Puppi in seguito <strong>di</strong>ede vita a quelle che sonooggi le forze deboli, dette anche forze <strong>di</strong> Fermi.«Fu questo l'inizio dell'universalitaÁ delle interazionideboli e, pertanto, dell'esistenza <strong>di</strong> unanuova forza fondamentale della Natura», hasottolineato il premio Nobel Gerardus 't Hooft inun messaggio fatto pervenire all'Accademiadelle Scienze <strong>di</strong> Bologna.Con l'avvento degli acceleratori e della tecnologiadelle «camere a bolle», <strong>di</strong> cui Puppi fu unantesignano, la nuova fisica delle particelle dette«strane» passoÁ dai raggi cosmici ai laboratori <strong>di</strong>fisica subnucleare. «Un grosso problema dellafisica del tempo erano le cosiddette miscelemesoniche», ha spiegato Zichichi. «Puppi ebbe lalungimiranza <strong>di</strong> scommettere sullo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong>queste particelle anche con tecniche nuove, <strong>di</strong>versedalle camere a bolle, incoraggiando noigiovani a battere nuove strade». Un aspetto che eÁstato messo in risalto anche in un messaggio <strong>di</strong>Robert Aymar, Direttore Generale del CERNEuropean Organization for Particle Physics),<strong>di</strong>cuilostessoPuppifuDirettoredelleRicerchee Presidente del Comitato Sperimentale neglianni sessanta. «Fu proprio grazie alle nuovetecnologie Non-Bubble-Chamber, NBC», scriveAymar, «che furono scoperte al CERN alcuneimportanti proprietaÁ delle miscele mesonichepseudoscalari e vettoriali».Questo interesse <strong>di</strong> Puppi per i mesoni eÁ testimoniatoanche dalla serie <strong>di</strong> lezioni sulle «RisonanzePioniche» Ð riportate nel volume presentatoa Bologna Ð che egli tenne nel 1963 aErice nel corso della prima Scuola Internazionale<strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Subnucleare, de<strong>di</strong>cata ad Ettore Majorana.Una scuola in cui vengono trattate da piuÁ <strong>di</strong>quarant'anni le nuove frontiere della fisica e chePuppi, con il suo prestigio scientifico, contribuõÁ afar conoscere nel mondo.A Puppi si deve, inoltre, la creazione dellamoderna geofisica in Italia, come ha puntualizzatoEnzo Boschi, Presidente dell'IstitutoNazionale <strong>di</strong> Geofisica e Vulcanologia INGV).«Puppi lancioÁ in Italia lo stu<strong>di</strong>o della geofisicaGiuseppe Franco Bassani,Presidente della SocietaÁ<strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>.


Dall'alto verso il basso: Stefano La Porta,Francesco Noferini,Massimiliano Rinal<strong>di</strong>,Marco Garbini e Chiara Zampolli,vincitoridei «G. PUPPI ±WFSAWARDS FOR NEW TALENTS 2007»,mentre vengono premiati dalla Signora BiancaPuppi.79


da un punto <strong>di</strong> vista quantitativo», ha sottolineatoBoschi, «quando nel nostro Paese Ð eravamoin piena guerra fredda Ð si parlava <strong>di</strong>questa <strong>di</strong>sciplina solo come mezzo per riconoscereun terremoto da un'esplosione nuclearesotterranea, o per cercare gas e petrolio».Infine Franco Bassani, Presidente della SocietaÁ<strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, ha voluto brevemente ricordareil ruolo <strong>di</strong> Puppi nella SIF stessa facendoriferimento, in particolare, al celebre corso dellaScuola <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> <strong>di</strong> Varenna, sul lago <strong>di</strong> Como,organizzato e <strong>di</strong>retto da Puppi, dove EnricoFermi tenne le sue ultime memorabili lezioni su«Pions and Nucleons» nell'estate del 1954.L'impegno e la lungimiranza <strong>di</strong> Puppi, haconcluso Zichichi, si traducono oggi nelle nuovesfide affrontate, con la costruzione dell'acceleratoreLHC, del CERN, che Puppi amava spessodefinire «un'istituzione unica al mondo».In memoria e in onore <strong>di</strong> Giampietro Puppi, laWorld Federation of Scientists ha istituito cinqueborse destinate a premiare l'eccellenzascientifica, denominate: «G. PUPPI ± WFSAWARDS FOR NEW TALENTS». Per il 2007, questesono state attribuite, in via eccezionale, a cinquegiovani ricercatori bolognesi:± Marco Garbini, per il suo lavoro originalenel Progetto EEE Extreme Energy Events);± Stefano La Porta, per il suoi originali calcoli<strong>di</strong> QED a 4 loop del fattore g-2) dell'elettrone;± Francesco Noferini, per il suo stu<strong>di</strong>o originaledelle correlazioni a 2 particelle da RHIC aLHC;± Massimiliano Rinal<strong>di</strong>, per il suo lavoro originalesulle relazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione mo<strong>di</strong>ficate ela fisica trans-Planckiana;± Chiara Zampolli, per il suo contributo originalealla futura esplorazione del Quark-GluonColoured-World QGCW).80


GIAMPIETRO PUPPI,<strong>IL</strong> SUO TRIANGOLO E LA SUA VISIONEDI PROMUOVERE NUOVI ORIZZONTI IN FISICAANTONINO ZICHICHIDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna e INFN, Sezione <strong>di</strong> BolognaCERN, Ginevra, SvizzeraIn una delle tante volte in cui ci si trovavainsieme gli raccontai <strong>di</strong> un <strong>di</strong>battito che avevosostenuto con un filosofo su cioÁ che veramentefacciamo noi fisici. In questo <strong>di</strong>battito era stato<strong>di</strong> cruciale valore il Triangolo <strong>di</strong> Puppi: primopasso verso la universalitaÁ delle forze deboli.Il filosofo, nel suo intervento, aveva detto chein realtaÁ noi fisici non scopriamo alcunche .Esempio: Galilei e Newton riuscirono a capireperche le pietre cadono sempre dall'alto verso ilbasso. Ma le pietre sono sempre cadute cosõÁ.Capirne il «perche » non eÁ scoprire, sostenevaquel filosofo.Con Maxwell si ripete il <strong>di</strong>scorso. Duecentoanni <strong>di</strong> esperimenti in elettricitaÁ , magnetismo eottica portarono Maxwell a scrivere le sue famosequattro equazioni e a capire cosa veramenteeÁ la luce. Ma la luce esiste da quando eÁnato il mondo, sosteneva il filosofo. Voi avrestedovuto scoprire la luce, non capirne la sua naturafisico-matematica.Quello che voi fisici fate eÁ capire fenomeniche l'umanitaÁ conosce da sempre, non scoprirli.Fu cosõÁ che pensai al Triangolo <strong>di</strong> Puppi e alleforze deboli. Il mio maestro, Giampietro Puppi,<strong>di</strong>ssi al filosofo, stu<strong>di</strong>oÁ tre fenomeni apparentemente<strong>di</strong>versi Ð il deca<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> una particelladetta «mesone pi-greco», la cattura <strong>di</strong> un'altraparticella detta «muone» e il deca<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>questa stessa particella. Stu<strong>di</strong>andoli in modorigoroso scoprõÁ il Triangolo che porta il suonome. Il filosofo fece una smorfia aggiungendo:«cosa c'entrano questi dettagli incomprensibiliconlescopertetipol'esistenzadellaluceel'esistenza<strong>di</strong> una forza che fa sempre cadere lepietre dall'alto verso il basso?»81


82Questo triangolo ha portato alla scoperta <strong>di</strong> unaforza fondamentale della Natura Ð <strong>di</strong>ssi Ð chenessun filosofo, nessun poeta, nessun pensatore,nessun logico-matematico, nessun uomo al mondoaveva saputo immaginare. Se questa forza nonesistesse noi non potremmo essere qui a <strong>di</strong>scutereper il semplice fatto che non potrebbe esistere ilSole. Ne potrebbero esistere le Stelle del meravigliosofirmamento. Le forze deboli sono infatti lasorgente della «benzina nucleare» che alimenta ilmotore del Sole e <strong>di</strong> tutte le Stelle.La valvola <strong>di</strong> sicurezza che garantisce la correttaquantitaÁ <strong>di</strong> «benzina» al motore del Sole e<strong>di</strong> tutte le Stelle) eÁ la «carica debole» che nonpotrebbe essere una carica fondamentale dellaNatura se non fosse «universale».Il Triangolo <strong>di</strong> Puppi ci aprõÁ gli occhi sul fattoche i <strong>di</strong>versi fenomeni detti «deboli» erano generatidallo stesso valore <strong>di</strong> «carica debole»quin<strong>di</strong> devono avere in comune questa «carica»,che deve quin<strong>di</strong> essere la sorgente <strong>di</strong> una nuovaforza fondamentale della Natura.Senza il Tuo Triangolo, Caro Gianni, non sarebbestato facile convincere il pubblico e il filosofoche noi fisici scopriamo fenomeni nuovi,<strong>di</strong> fondamentale importanza per l'esistenza delmondo che ci circonda, inclusi noi stessi. Fenomeninon meno importanti della luce o dellepietre che cadono sempre dall'alto verso ilbasso. Noi fisici Ð conclusi rivolgendomi al filosofoÐ non ci limitiamo a capire il percheÂ<strong>di</strong> fenomeni noti, come Lei sostiene. Ricordocon gioia il sorriso e la grande sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong>Gianni.Il Triangolo <strong>di</strong> Puppi aveva in due suoi verticila previsione <strong>di</strong> qualcosa che avrebbe richiestoquattor<strong>di</strong>ci anni per essere messa al vaglio dellaverifica sperimentale. Il lavoro <strong>di</strong> Puppi fu infattipubblicato su il Nuovo Cimento nel 1948 IlNuovo Cimento 5, 587 1948)) fig. 1).Danby, Gaillard, Goulianos, Lederman, Mistry,Schwartz e Steinberger riuscirono nel 1962 Phys.Rev. Lett. 9, 36 1962)) a stabilire sperimentalmenteche quanto previsto da Puppi era vero e cioeÁche il neutrino «muonico» era ed eÁ) una particella<strong>di</strong>versa dal neutrino «elettronico»: n m 6ˆ n e .Nel suo famoso lavoro Puppi <strong>di</strong>stingueva lacontroparte neutra del muone Ð adesso notacome n m Ð dalla controparte neutra dell'elettrone,ora chiamata n e . Tre erano i processi debolicalcolati da Puppi: il deca<strong>di</strong>mento del p, lacattura del m e il deca<strong>di</strong>mento del m.Puppi fu capace <strong>di</strong> provare che questi treprocessi deboli totalmente <strong>di</strong>versi per la fisica <strong>di</strong>quei tempi, erano descritti «approssimativamente»dalla stessa carica «debole» fondamentale.Gli accoppiamenti dei tre vertici delTriangolo <strong>di</strong> Puppi descrivevano tutti i processideboli allora noti usando lo stesso valore della«carica debole», rappresentato dai lati del suotriangolo equilatero.Questo lavoro fu il primo passo verso l'universalitaÁdelle forze deboli e infatti attrassel'attenzione <strong>di</strong> Enrico Fermi perche eralaprimaprova che tutti i processi «deboli» potevanoessere descritti dalla stessa «costante» d'accoppiamento.Questo lavoro uscõÁ proprio unanno dopo la scoperta <strong>di</strong> Conversi, Pancini ePiccioni Phys. Rev. 71, 209 1947)) sui «mesoni»negativi dei raggi cosmici ora identificaticon i leptoni chiamati muoni) che si <strong>di</strong>sintegravanocome se non fossero fortemente accoppiatialle forze nucleari.Fermi, Teller e Weisskopf Phys. Rev. 71, 3141947)) misero in evidenza il fatto che la vita me<strong>di</strong>a<strong>di</strong> questo mesone era do<strong>di</strong>ci potenze <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci piuÁ


lunga del tempo necessario affinche il tanto cercato)mesone <strong>di</strong> Yukawa fosse catturato da unnucleo attraverso il meccanismo delle forze nucleari.La soluzione <strong>di</strong> queste apparenti contrad<strong>di</strong>zionifu trovata da Lattes, Occhialini e PowellNature 160, 454 1947)) i quali scoprirono che ilmuone dei raggi cosmici era il prodotto <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento<strong>di</strong> una particella, ora nota come il mesone p,considerata dagli autori il «mesone primario»questa eÁ l'origine del simbolo p, per primario).Provare che le frequenze del deca<strong>di</strong>mento delpione, del deca<strong>di</strong>mento del muone e della catturadel muone erano «approssimativamente» comeaspettato dalla universalitaÁ dell'accoppiamento <strong>di</strong>Fermi fu un contributo notevole. Infatti, il problemadella universalitaÁ dell'interazione debole era alcentro dell'attenzione della comunitaÁ dei fisici, comeeÁ provato dai lavori <strong>di</strong> O. Klein Nature 161, 8971948)) su «Mesoni e Nucleoni», <strong>di</strong> T. D. Lee, M.Rosenbluth e C. N. Yang Phys. Rev. 75, 95 1949))su «Interazione <strong>di</strong> Mesoni con Nucleoni e ParticelleLeggere», e <strong>di</strong> J. Tiomno e J. A. Wheeler Rev.Mod. Phys. 21, 144 1949)) su «Spettro Energetico<strong>di</strong> Elettroni da Deca<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Mesoni».Quello fu un periodo <strong>di</strong> grande importanza perla comprensione delle forze deboli, e il Triangolo<strong>di</strong> Puppi illustrato in fig. 1) ebbe un ruolocruciale nel rivelare la proprietaÁ della nuovaforza fondamentale della natura la cui «carica»appariva essere tanto piuÁ debole della forzaelettromagnetica e <strong>di</strong> quella nucleare.Un altro contributo interessante <strong>di</strong> GiampietroPuppi fu il suo lavoro su «Bilancio Energeticodella Ra<strong>di</strong>azione Cosmica» Suppl. NuovoCimento, 10 1953)).Puppi fondoÁ la sezione <strong>di</strong> Bologna dell'INFNche dette vita a una grande collaborazione nelcampo della fisica con le camere a bolle e cheportoÁ alla prova della non conservazione dellaparitaÁ nei deca<strong>di</strong>menti degli iperoni.Io ho un motivo personale <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne perGiampietro Puppi. Quando era Direttore delleRicerche al CERN1962-1963) e poi Presidentedel Comitato Sperimentale 1964-1965), ebbe unruolo cruciale nel sostenere il mio progetto NBCNon-Bubble-Chamber) fig. 2). A quei tempi la<strong>Fisica</strong> era dominata dalla tecnologia delle camerea bolle, in cui Puppi era stato fortementeimpegnato per costruire la Camera a Bolle Nazionalead Idrogeno in Italia, e nella formazione<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> collaborazioni internazionali basatesull'analisi delle foto <strong>di</strong> camere a bolle.Fu la necessitaÁ <strong>di</strong> grande potenza <strong>di</strong> calcolo chelo portoÁ a fondare a Bologna il primo centro <strong>di</strong>83


84calcolo, il cui sviluppo nei decenni successivi haprodotto quello che adesso eÁ il piuÁ grande centro <strong>di</strong>calcolo in Italia. Tornando alla tecnologia dellecamere a bolle, vorrei ricordare il suo interesse nel<strong>di</strong>scutere il significato del numero enorme <strong>di</strong> barionie mesoni scoperti, grazie alla tecnologia dellecamere a bolle. Questo interesse eÁ testimoniatodalla serie <strong>di</strong> lezioni su «Risonanze Pioniche» chePuppi fece nel corso della prima Scuola <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>Subnucleare «Ettore Majorana» tenutasi a Ericenel 1963. Perche non incoraggiare altre tecnologie?La domanda cruciale era: Per fare cosa?Durante una riunione nel suo ufficio <strong>di</strong> Direttoredelle Ricerche del CERN, venne fuori il problema<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>menti rari dei mesoni, especialmente dei canali <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento elettromagnetici.Per far questo, era necessaria unatecnologia <strong>di</strong> «non camere a bolle», NBC. Da tipicoesponente della cultura classica <strong>di</strong> Venezia, apertaai nuovi orizzonti, egli sostenne che bisognava incoraggiarenuove tecnologie; e cosõÁ ebbe inizio ilprogetto NBC. Lui non era piuÁ al CERNquando, nel1968, grazie all'apparato NBC, fu scoperto il nuovomodo <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento in due g del mesone X 0 ,che<strong>di</strong>mostroÁ come questo mesone pesante non potesseessere il membro mancante dell'ottetto tensoriale:fu il primo passo per determinare <strong>di</strong>rettamenteil valore giusto del «mixing» dei mesonipseudoscalari fig. 4).In una riunione durante la Conferenza dell'EPSa Bologna, de<strong>di</strong>cata a «Risonanze Mesonichee Connessi Fenomeni Elettromagnetici»,DickDalitzmiseinevidenzacheeragrazieafisici del calibro e con la visione <strong>di</strong> «Gianni»Puppi che potevano essere aperti nuovi orizzontinella fisica dei mesoni. Infatti, il problemadelle miscele mesoniche vettoriali e pseudoscalariaveva bisogno <strong>di</strong> una tecnologia NBC peressere stu<strong>di</strong>ato sperimentalmente. A quei tempinon esistevano dati <strong>di</strong> collisionatori e + e ± )suimesoni vettoriali e non esistevano misure <strong>di</strong>rettedelle miscele mesoniche pseudoscalari evettoriali. Come sappiamo adesso, per comprenderele miscele mesoniche, erano necessari,prima la scoperta della QCD e poi la scopertadegli Istantoni. Nessuno avrebbe potuto immaginarequesti sviluppi, ra<strong>di</strong>cati nella fisica deimesoni, quando, negli anni sessanta, il DirettoreScientifico del CERNincoraggiava noi giovanifisici a proporre nuove strade per andare oltre latecnologia delle camere a bolle e oltre la conoscenzadelle miscele mesoniche basate soltantosulle loro masse: ossia oltre cioÁ che Puppi considerava,correttamente, una tautologia.


L'attuale stato delle miscele mesoniche, pseudoscalarie vettoriali, eÁ illustrato nella fig. 5.Come previsto da Puppi, queste «miscele» rappresentanol'unica vera proprietaÁ da capire nellafisica dei mesoni.Gli interessi scientifici <strong>di</strong> Puppi furono ancherivolti alla fisica dello spazio e questa eÁ la ragioneper cui <strong>di</strong>venne Presidente dell'ESROEuropean Space ResearchOrganization) ecofondatore dell'ESA, la European SpaceAgency. Intervenendo nel campo dell'ecologia edella<strong>di</strong>fesadeitesoripiuÁ prestigiosi della nostraciviltaÁ , egli fondoÁ l'«Istituto delle Gran<strong>di</strong> Masse»al fine <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are, su rigorose basi scientifiche,la <strong>di</strong>namica delle masse marine cosõÁ vitaleper il futuro della sua adorata Venezia.L'ultima volta che ebbi il piacere ed il privilegio<strong>di</strong> incontrare il mio maestro «Gianni» fupoche settimane prima della sua <strong>di</strong>partita. Nonsmise mai <strong>di</strong> coltivare una moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> interessi,incluso il futuro del CERN, essendo statonon solo Direttore Scientifico ma anche membrodel Consiglio del CERN. Era molto preoccupatoquando apprese che il Consiglio attualenon sempre esprimeva il suo pieno sostegnoalle attivitaÁ del laboratorio.«Ai miei tempi, il Consiglio del CERNera unforte sostenitore delle decisioni prese, sempre,per il rafforzamento dell'eccellenza scientificadei risultati da ottenere nella piuÁ civile competizioneche l'umanitaÁ possa perseguire: la fisica.Nessuno dovrebbe sottostimare il fatto che ilCERNha la proprietaÁ <strong>di</strong> essere un'Istituzioneunica al mondo» fig. 6). Queste sono le sue ultimeparole.Fra pochi mesi, entreraÁ in funzione la piuÁpotente macchina subnucleare del mondo. Unamacchina il cui livello d'energia potrebbe rappresentareil primo scalino verso il traguardodella massima energia oggi ipotizzabile usandotecnologie giaÁ collaudate. Macchina il cui fulcroeÁ a Bologna, la cui sigla eÁ ELN, con un livellod'energia pari a mille TeV un milione <strong>di</strong> miliar<strong>di</strong><strong>di</strong> elettron Volt). La sua circonferenza sarebbe<strong>di</strong> 300 km. Giampietro Puppi amava ricordareche, se non fosse crollato il Muro <strong>di</strong> Berlino,questo progetto sarebbe <strong>di</strong>ventato realtaÁ in Italiain quanto su <strong>di</strong> esso c'era l'accordo dellesuperpotenze USA, URSS e della Cina. Il progettoveniva considerato da Reagan, Gorbacheve Deng-Xiao Ping uno strumento <strong>di</strong> collaborazionescientifica per uscire dal pericolo in cui50 anni <strong>di</strong> guerra fredda avevano portato ilmondo: l'olocausto nucleare. Questo progettoera un esempio della collaborazione scientificad'alto livello tra l'Est e l'Ovest, il Nord e il Sud;collaborazione cui Puppi aveva dato preziosicontributi.La macchina in via <strong>di</strong> definitiva costruzione alCERNha una circonferenza <strong>di</strong> 27 km. In essafasci <strong>di</strong> protoni si scontreranno a un'energia mairaggiunta nello stu<strong>di</strong>o dei fenomeni fondamentali:quattor<strong>di</strong>cimila miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> elettronvolt.Cosa verraÁ fuori da questi nuovi livelli d'energianessuno puoÁ oggi prevederlo con certezza. Leaspettative piuÁ gettonate, <strong>di</strong>rebbe Gianni Puppi,sono le tanto cercate particelle <strong>di</strong> Higgs e quelledel Supermondo. Una cosa eÁ invece sicura: nell'urtotra nuclei <strong>di</strong> piombo si realizzeranno lecon<strong>di</strong>zioni in cui era l'Universo a qualche decimo<strong>di</strong> miliardesimo <strong>di</strong> secondo, dopo il Big Bang.Questa nuova macchina subnucleare dovrebbeentrare in funzione a metaÁ del 2008, aprendo cosõÁnuovi orizzonti nello spettacolare scenario deifenomeni fondamentali. Scenario, i cui fenomenira<strong>di</strong>calmente nuovi e totalmente inaspettati,nessun filosofo ne pensatore eÁ mai riuscito aimmaginare. Vorremmo sperare che in questinuovi orizzonti si ripetano fenomeni simili alTriangolo <strong>di</strong> Puppi.E infatti a metaÁ degli anni quaranta del secoloscorso, nessuno avrebbe immaginato che dallostu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> tre fenomeni apparentemente <strong>di</strong>versi sarebbepotuto venir fuori il Triangolo <strong>di</strong> Puppi e unanuova forza fondamentale della Natura. La primadecade del terzo millennio potrebbe aprirsi conqualcosa che ci permetterebbe <strong>di</strong> riba<strong>di</strong>re quantosia unica la strada per scoprire fenomeni nuoviessenziali per capire com'eÁ fatto il mondo, cosõÁcom'esso si manifesta agli occhi <strong>di</strong> chi, seguendol'esempio <strong>di</strong> Giampietro Puppi, sa riflettere conrigore nello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> dettagli che possono sembrarebanali, ma che possono invece essere lasorgente <strong>di</strong> formidabili novitaÁ scientifiche.85

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!