LA MOTIVAZIONE
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<strong>LA</strong> <strong>MOTIVAZIONE</strong><br />
Psicologia Cognitiva<br />
dell’Apprendimento<br />
a.a. 2006-07<br />
Prof.ssa Francesca Pazzaglia – SSIS del Veneto
OMANDE SUL<strong>LA</strong> <strong>MOTIVAZIONE</strong><br />
1. Cos’è la motivazione<br />
2. Come definirla<br />
3. Ci sono fattori che contribuiscono a<br />
aumentare la motivazione<br />
4. Sono fattori interni all’individuo o di<br />
tipo ambientale
La Motivazione è una risultante di molteplici<br />
componenti<br />
. motivazioni intrinseche: curiosità epistemica,<br />
competenza<br />
. motivazioni estrinseche: utilità, , rinforzo, incentivo<br />
. variabili cognitive: percezione di sés<br />
in rapporto al<br />
compito<br />
. variabili affettive/valori: anticipazione di orgoglio o<br />
vergogna, porsi delle mete/non essere<br />
completamente soddisfatti come potrei<br />
migliorare<br />
. attribuzioni a successi e fallimenti
Definizione di motivazione<br />
Una configurazione organizzata di<br />
esperienze soggettive<br />
di origine intrinseca o estrinseca<br />
che consente di spiegare<br />
l’inizio<br />
la direzione<br />
l’intensità<br />
la persistenza<br />
di un comportamento diretto ad uno<br />
scopo.
Cosa significa:<br />
onfigurazione organizzata di esperienze soggettive<br />
a motivazione non può essere fatta risalire a un unico<br />
ttore. Affermare:<br />
Quell’alunno non è motivato a studiare”<br />
talmente generico da risultare banale.<br />
iverse componenti soggettive (interesse, emozioni,<br />
alori, credenze, conoscenze, aspettative) concorrono<br />
formare ciò che chiamiamo “motivazione”.
La motivazione intrinseca
Curiosità epistemica<br />
• Trae origine dalle teorie che spiegano la<br />
motivazione come risposta a dei bisogni (innati o<br />
legati ad aspetti socioculturali).<br />
• Consiste nella curiosità per il funzionamento<br />
delle cose.<br />
• Le caratteristiche degli stimoli che inducono<br />
curiosità (novità, complessità, incongruenza)<br />
sono definiti proprietà “collative” dello stimolo<br />
stesso.<br />
• Stipek (1993), nel caso di un’adeguata<br />
stimolazione ambientale, parla di<br />
“sorpresa ottimale”.<br />
• Il LIMITE della curiosità è che non garantisce<br />
la costanza e la persistenza di fronte agli<br />
ostacoli e quindi non può costituire l’unica
Esperienza di flusso<br />
Csikszentmihalyi,1993<br />
• Profondo coinvolgimento nella<br />
situazione, accompagnata da un’intensa<br />
concentrazione, in cui l’attenzione è<br />
focalizzata sullo svolgimento del<br />
compito, piuttosto che sui possibili<br />
risultati.
L’esperienza di flusso si<br />
accompagna<br />
• ad un feedback<br />
immediato circa<br />
l’efficacia delle<br />
proprie azioni;<br />
• ad un senso di<br />
controllo personale;<br />
• ad elevata<br />
concentrazione;<br />
• ad una alterata<br />
percezione del tempo<br />
Un’esperienza di flusso si può manifestare<br />
se la propria abilità è percepita come buona e il<br />
compito come adeguatamente difficile.
Motivazione di effectance<br />
• Motivazione intrinseca a<br />
padroneggiare e controllare<br />
l’ambiente e le situazioni e a<br />
sentirsi competenti ed efficaci.<br />
Presente fin dalla nascita.
Modello Harter:<br />
• Se il bambino è sostenuto nei primi<br />
tentativi di padronanza e viene approvato,<br />
svilupperà un sistema di autoricompensa, che<br />
renderà sempre meno importante l’approvazione<br />
esterna dell’adulto e gli consentirà di sviluppare<br />
obiettivi di padronanza.<br />
Se, al contrario, il bambino è scoraggiato o<br />
disapprovato nei suoi tentativi di padronanza,<br />
tenderà a sviluppare un bisogno di approvazione<br />
esterna e a porsi obiettivi di prestazione.
La teoria di Harter introduce<br />
alcuni concetti fondamentali:<br />
• la percezione di<br />
competenza<br />
• il concetto di<br />
sfida ottimale<br />
• la percezione di<br />
controllo<br />
• la motivazione<br />
interiorizzata
Teoria dell’autodeterminazione<br />
Deci e Ryan<br />
• L’autodeterminazione consiste nella<br />
libera scelta, svincolata da bisogni o<br />
forze esterne, di condurre un’azione
Gli autori hanno individuato i principali fattori che<br />
accrescono o indeboliscono la motivazione intrinseca e<br />
che possono essere utilizzati per rispondere alla nostra<br />
domanda:<br />
‣COMPETENZA<br />
‣AUTONOMIA<br />
‣RE<strong>LA</strong>ZIONE<br />
Sono bisogni psicologici innati<br />
Se soddisfatti<br />
Se non soddisfatti<br />
accrescono<br />
diminuiscono<br />
Motivazione<br />
Autodeterminazio<br />
ne<br />
Benessere<br />
quindi...
La teoria del rinforzo<br />
Il rinforzo è quello stimolo capace<br />
di aumentare la frequenza di un<br />
determinato comportamento.
L’utilizzo di rinforzi positivi<br />
(premi),<br />
rinforzi negativi e punizioni è<br />
diffuso in ambito educativo.
Un buon rinforzo dovrebbe<br />
essere:<br />
• contingente<br />
(vicino temporalmente al comportamento da<br />
rinforzare)<br />
• specifico<br />
(relativo ad un ben determinato<br />
comportamento)<br />
• credibile<br />
(non contraddetto da prestazioni inadeguate)
I rinforzi con queste<br />
caratteristiche sono più<br />
efficaci perché maggiormente<br />
compresi, più memorabili e di<br />
maggiore impatto emotivo.
IL RINFORZO E’ SEMPRE EFFICACE<br />
No
Tipologie di rinforzo<br />
• Vicariante<br />
non è dato al<br />
soggetto, ma ad altri<br />
• Informativo<br />
informa su come si<br />
sta procedendo e<br />
sulla qualità della<br />
prestazione<br />
• Controllante<br />
appare come una<br />
forma di coercizione<br />
esterna che<br />
indirizza il<br />
comportamento
La teoria attributiva<br />
ATTRIBUZIONI<br />
Interpretazioni spontanee sulle cause degli<br />
eventi.
Classificazioni delle<br />
attribuzioni
Modello di Weiner<br />
Le attribuzioni possono essere distinte in base<br />
alle seguenti dimensioni:<br />
• Locus of control<br />
(cause interne vs.<br />
cause esterne)<br />
• Controllabilità<br />
• Stabilità<br />
(cause controllabili o meno dal<br />
soggetto)<br />
(cause stabili nel<br />
tempo e nelle<br />
diverse<br />
situazioni vs.<br />
instabili)
PERCHE’ QUESTA C<strong>LA</strong>SSIFICAZIONE è<br />
IMPORTANTE<br />
ORRE<strong>LA</strong> CON IL SUCCESSO NELLO STUDIO.<br />
FFRE MODELLI INTERPRETATIVI PER<br />
TRATTARE CASI CON DIFFICOLTA’
<strong>MOTIVAZIONE</strong> E TEORIE DEL SE’<br />
C. Dweck<br />
MODELLI MOTIVAZIONALI<br />
pattern comportamentali significativi<br />
Orientamento alla padronanza<br />
(mastery)<br />
Orientamento all’impotenza (helpless)
OBIETTIVI<br />
Gli obiettivi che gli individui perseguono creano<br />
la struttura dentro la quale essi interpretano e<br />
reagiscono agli eventi.<br />
Padronanza: in cui gli individui sono interessati<br />
ad accrescere le loro competenze<br />
Prestazione in cui gli individui sono interessati<br />
ad ottenere giudizi favorevoli sulla loro<br />
competenza
Prova a definire la tua idea di intelligenza
Un ragazzo che si impegna poco e riesce<br />
bene è molto intelligente Perché
E’ possibile aumentare la propria<br />
intelligenza
TEORIE DELL’INTELLIGENZA<br />
Gli obiettivi che gli individui perseguono<br />
dipendono dalle teorie implicite<br />
sull’intelligenza<br />
Teoria incrementale: : l’intelligenza si<br />
modifica e migliora con l’applicazione e<br />
l’esperienza<br />
Teoria entitaria: l’intelligenza è un tratto<br />
stabile, una potenzialità data alla nascita e<br />
non modificabile
TEORIE DELL’INTELLIGENZA E<br />
OBIETTIVI<br />
Teoria incrementale: : obiettivi di<br />
padronanza mirati a accrescere<br />
l’intelligenza<br />
Teoria entitaria: obiettivi di<br />
prestazione atti a documentare<br />
l’intelligenza
TEORIE DELL’INTELLIGENZA E<br />
STILI ATTRIBUTIVI<br />
Teoria incrementale: : attribuzione<br />
all’impegno<br />
Teoria entitaria: attribuzione<br />
all’abilità
Costrutto di autoefficacia<br />
Bandura (1987)<br />
Aspettative relative al controllo e alla<br />
probabilità di successo espresse prima di<br />
eseguire una determinata azione
IMPORTANZA DEL SENSO DI AUTOEFFICACIA<br />
EMOZIONI<br />
AUTOEFFICACIA<br />
PENSIERO.<br />
AZIONI
SENSO GENERALE DI AUTOEFFICACIA<br />
L’autoefficacia è comunemente intesa come dominio-specifica:<br />
insieme di credenze personali più o meno solide in differenti domini<br />
e nell’affrontare situazioni particolari.<br />
Alcuni ricercatori hanno concettualizzato un senso generale di<br />
autoefficacia: fiducia globale nei confronti delle proprie<br />
strategie di coping attraverso un’ampia gamma di situazioni<br />
stimolanti o difficili.
he General Perceived Self-Efficacy Scale R. Schwarzer, U. Scholz<br />
osso sempre farcela a risolvere i problemi difficili se ce la metto tutta<br />
qualcuno mi ostacola, riesco a trovare I mezzi e i modi per ottenere ciò che<br />
glio.<br />
i riesce facile tener fede ai mie propositi e conseguire i miei obiettivi.<br />
no fiducioso/a di poter gestire efficacemente eventi inattesi.<br />
azie alla mia ricchezza di risorse so come gestire situazioni impreviste.<br />
esco a risolvere la maggior parte dei problemi se impiego lo sforzo necessario.<br />
esco a restare calmo/a di fronte a delle difficoltà perchè so contare sulla mia<br />
pacità di affrontarle.<br />
uando mi trovo ad affrontare un problema, solitamente riesco a trovarne diverse<br />
luzioni.<br />
uando sono nei guai di solito riesco a escogitare una soluzione.<br />
1<br />
i solito sono in grado di affrontare ciò che mi capita.<br />
ala di risposta: 1 = Per niente vero 2 = Difficilmente vero 3 = Moderatament
Letture consigliate<br />
De Beni, Moè (2000). Motivazione e<br />
pprendimento, Bologna: Il Mulino<br />
Pazzaglia, Moè, Friso, Rizzato (2002).<br />
mpowerment cognitivo e prevenzione<br />
ell’insuccesso, Trento: Erickson.<br />
Friso, Moè, Pazzaglia 2005). Perché (non)<br />
i piace andare a scuola, Trento: Erickson.