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Anno II - Numero 2 - Vatican City State

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ANNO 2 | N. 2<br />

notizie di varia “vaticanità”<br />

11 Aprile 2008 foglio informale per i dipendenti del Governatorato<br />

Dove giunge Maria è presente Gesù.<br />

Chi apre il suo cuore alla Madre<br />

incontra ed accoglie il Figlio<br />

ed è invaso dalla sua gioia.<br />

2 La bandiera dello S.C.V.<br />

3 Un po’ di storia<br />

Buon appetito, pittori!<br />

4 Ritratto del Card. Agostino Casaroli<br />

Concerto spirituale<br />

5 Notizie dalle Direzioni e Uffici<br />

6 Poetesse e poeti “nostri”<br />

7 Il Cuore che pensa<br />

L’angolo di cultura<br />

8 Per fare buon sangue<br />

Notizie liete e ...tristi<br />

Benedetto XVI<br />

Madonna del Sangue<br />

Santuario di Re<br />

Festa: 29 Aprile<br />

EDITORIALE<br />

Lettera del Presidente<br />

Per cominciare con una confidenza, devo dirvi che,<br />

qualche volta, viene anche a me la voglia di gettarmi<br />

nel polveroso agone culturale italiano per chiarire qualche<br />

idea: tradizione e modernità, razionalità e fede, laicità ed “ingerenza”<br />

della Chiesa, diritto naturale e libertà individuali, e<br />

via dicendo. Problemi stravecchi, argomenti cotti e stracotti.<br />

E’ un continuo torneo, come quello degli antichi paladini, a<br />

lancia in resta, ma senza che alcuno, per sua fortuna, venga,<br />

o si senta disarcionato.<br />

Mi verrebbe dunque voglia di far sentire anch’io la mia, e<br />

liberare il campo. Ma le ragioni pro e contro ad un mio entrare<br />

in lizza sono anch’esse così forti, che anch’io, con una semplice<br />

mossa manzoniana, “ le mando insieme a spasso”. E poi,<br />

farei davvero chiarezza o … aumenterei solo il polverone<br />

Allora non montiamo a cavallo – voglio dire su alcun cavallo<br />

(o cavillo) ideologico; ed invece poiché siamo in <strong>Vatican</strong>o,<br />

rimaniamo con i piedi per terra in questo nostro piccolo<br />

fazzoletto di territorio, e, per dirla con un celebre illuminista<br />

(per vero, non molto amico della Chiesa) “il vaut mieux cultiver<br />

notre jardin”.<br />

Ed è, appunto, mentre trascinavo lentamente i miei stanchi<br />

piedi per i Giardini <strong>Vatican</strong>i (anche se con la testa tra<br />

le nuvole), in una mia passeggiatina pomeridiana, che un<br />

pomeriggio mi incontrai per caso con un nostro “operatore<br />

ecologico”, il quale con il suo piccolo motocarro si dava cura<br />

dei viottoli e delle stradine, vuotando i recipienti dei rifiuti.<br />

Ci scambiammo qualche parola di saluto, e poi - non ricordo<br />

più come - si venne a parlare delle brevi passeggiate del Santo<br />

Padre nei Giardini. Qui il mio simpatico interlocutore mi<br />

disse – e questo lo ricordo bene – “Cerchiamo di curare tutto<br />

per bene: siamo fieri che il Santo Padre viene a passeggiare<br />

nei nostri Giardini!”<br />

Sono parole dette con amabile semplicità, e su cui si può<br />

anche sorridere, ma che involontariamente manifestano un<br />

atteggiamento spirituale esemplare. V’è la consapevolezza<br />

dell’impegno nel campo di lavoro affidato, come se si trattasse<br />

di cosa propria; e v’è insieme la fierezza di svolgere tale<br />

lavoro in riferimento al Papa.<br />

Mi venne allora spontaneo di chiedermi: “Io, che vengo<br />

annoverato tra i Superiori, posso dire di avere un atteggia-


| all’ombra del cupolone 11 Aprile 2008<br />

mento così limpido e responsabile” Beninteso: la domanda<br />

resta solo per me, perché so bene che, quanto ai miei Lettori,<br />

essa non potrebbe avere che un valore puramente retorico …<br />

Paulo majora canamus. Passiamo dai ben ordinati spazi<br />

dei Giardini a quella policroma selva di ombrelli in cui il<br />

maltempo di Pasqua aveva trasformato Piazza S. Pietro. Forse<br />

l’interesse per la pioggia battente avrà distratto più d’uno dal<br />

messaggio pasquale del Papa, che era, a mio avviso, molto<br />

bello, e degno di grande attenzione.<br />

Benedetto XVI svolse l’idea dell’ “evento sorprendente”<br />

della Resurrezione di Gesù, come, essenzialmente, “un evento<br />

d’amore” ed “un appello a convertirci all’amore”. E diceva:<br />

“Fissando lo sguardo dell’animo nelle piaghe gloriose del<br />

suo corpo trasfigurato, possiamo capire il senso ed il valore<br />

della sofferenza, possiamo lenire le tante ferite che continuano<br />

ad insanguinare l’umanità anche ai nostri giorni”. E poi<br />

invitava, sulle orme ed in nome del Risorto, “a porre gesti<br />

d’amore”.<br />

Nel suo messaggio “Urbi et orbi” lo sguardo ed il cuore<br />

del Papa si stendevano anche a regioni lontane devastate dalla<br />

violenza, a popolazioni insanguinate dalla guerra.<br />

A noi non si chiede di andare tanto lontano. Possiamo<br />

porre “gesti d’amore” nelle nostre famiglie, tra le persone<br />

che frequentiamo, ed anche – perché no, anzi, perché<br />

non in modo particolare – nel nostro luogo di lavoro,<br />

in <strong>Vatican</strong>o, dove passiamo la maggior parte della nostra<br />

giornata.<br />

L’invito del Papa è così anche l’augurio, affettuoso, del<br />

vostro Presidente.<br />

G. Card. Lajolo<br />

La bandiera dello Stato della Città del <strong>Vatican</strong>o<br />

di Claudio Ceresa<br />

Alla legge fondamentale 26 novembre 2000, come alla precedente<br />

del 7 giugno 1929, è allegata la riproduzione della<br />

bandiera ufficiale dello Stato, con la descrizione “drappo partito di<br />

giallo e bianco, col bianco caricato al centro delle Chiavi incrociate<br />

(decussate) sormontate del Triregno”. Le dimensioni del vessillo<br />

non vengono specificate; però, nel disegno citato, la larghezza risulta<br />

uguale all’altezza.<br />

Esiste, molto probabilmente, un legame con i colori dell’oro e<br />

dell’argento, con i quali sono state quasi sempre raffigurate le Chiavi<br />

di San Pietro; del resto, erano costituite con i suddetti metalli le<br />

due chiavi che, secondo un’antica tradizione, venivano presentate<br />

al Pontefice quando prendeva possesso della sua cattedrale, l’Arcibasilica<br />

Lateranense.<br />

I colori tradizionali della città eterna sono il giallo ed il rosso,<br />

che, nei primi anni dell’800, comparivano nella coccarda delle milizie<br />

pontificie. Nel febbraio 1808, Roma fu occupata dalle truppe<br />

napoleoniche, il cui comandante, generale Miollis, ordinò che le<br />

forze armate del Papa fossero incorporate in quelle imperiali. Per<br />

gli ufficiali che rimasero fedeli al regnante Pio V<strong>II</strong>, della famiglia<br />

Chiaramonti, vi furono arresti e deportazioni; le reazioni non furono<br />

però molto notevoli, anche perché era stata fatta circolare la notizia<br />

che il Pontefice fosse al corrente, e non avesse sollevato difficoltà.<br />

Per sottolineare l’unificazione, e probabilmente anche per aumentare<br />

la situazione di confusione e di incertezza, la coccarda gialla e<br />

rossa venne poi imposta a tutti i militari, inclusi i transalpini, le cui<br />

uniformi erano in precedenza contrassegnate dal tricolore nazionale,<br />

bianco, rosso e blu.<br />

In realtà il Papa aveva ben chiaro che Napoleone voleva assoggettare<br />

lo Stato Pontificio, ed il 13 marzo 1808 protestò energicamente.<br />

Ordinò, tra l’altro, ai corpi che gli erano rimasti fedeli<br />

di sostituire la coccarda dai colori romani con una bianca e gialla.<br />

Anche questa volta, non mancarono repressioni tra quanti eseguirono<br />

la volontà del legittimo Sovrano, e, in particolare, furono arrestate<br />

molte Guardie nobili; ad ogni modo, il generale Miollis fece<br />

adottare il nuovo distintivo anche ai militi pontifici passati alla sua<br />

obbedienza. La controversia venne infine risolta da una disposizione<br />

dell’imperatore, il quale, in data 27 marzo, ingiunse l’adozione<br />

della coccarda tricolore, italiana o francese.<br />

Successivamente, Pio V<strong>II</strong> fu condotto, praticamente in condizioni<br />

di prigionia, a Grenoble, a Savona ed ancora in Francia.<br />

Quando tornò, nel 1814, non aveva dimenticato l’episodio di sei<br />

anni prima; infatti, ordinò che le sue truppe portassero sul cappello<br />

la coccarda bianca e gialla. Nel 1824, gli stessi colori passarono alla<br />

bandiera della Marina Pontificia, e nel 1831 furono adottati dalla<br />

Guardia Civica. I colori medesimi erano allora posti in diagonale,<br />

con al centro lo stemma del Papa regnante, sormontato dalla Tiara<br />

con le Chiavi; solo nel 1848 Pio IX li mise “a palo”. Il vessillo,<br />

però, non fu adottato da tutte le milizie del Papa: ad esempio, la<br />

bandiera dell’artiglieria era di colore azzurro, e quella dei dragoni<br />

verde. Tra gli stendardi dei Corpi Militari Pontifici sciolti nel 1970,<br />

solo quello della Guardia Palatina era diviso nei due campi bianco<br />

e giallo; esso, inoltre, recava al centro lo stemma del Pontefice regnante,<br />

e, pertanto, era diverso dall’attuale bandiera dello Stato.


11 Aprile 2008 all’ombra del cupolone | <br />

Un po’ di storia<br />

di Maria Antonietta De Angelis<br />

Particolare del Cortile della Pigna in una foto poco<br />

prima del 1936 (a sinistra). Si vede il Monumento<br />

al Concilio <strong>Vatican</strong>o I (attualmente smembrato) progettato<br />

dall’architetto Virginio Vespignani per ordine di Pio IX nel<br />

1869. I bassorilievi, rappresentanti allegorie del Concilio<br />

stesso e virtù papali, vennero realizzati dallo scultore Pietro<br />

Galli. Pensato per essere posto avanti alla chiesa di S. Pietro<br />

in Montorio al Gianicolo, il monumento fu invece poi realizzato<br />

nel 1889, al centro del Cortile della Pigna, raggiungendo<br />

la ragguardevole altezza di 36 metri, in virtù di una colonna<br />

che sosteneva la statua di S. Pietro, opera dello scultore Filippo<br />

Gnaccarini. Eliminata la colonna, il monumento assunse<br />

l’aspetto che si vede nella foto. Nel 1936 il monumento<br />

venne tolto dal Cortile e posto nei pressi della fontana dell’Aquilone.<br />

Sullo sfondo si vedono una porzione dalla cupola<br />

di San Pietro e la Torre dei Venti. (Foto Musei <strong>Vatican</strong>i)<br />

[Continua]<br />

Buon Appetito, pittori!<br />

di Edith Cicerchia<br />

Tra le tante cose “curiose” esistenti presso l’Archivio Segreto<br />

<strong>Vatican</strong>o, figura un “Libretto delle spese della tavola che<br />

si fa per li Pittori nel Palazzo a San Pietro”. Esso riporta le spese<br />

fatte nel periodo giugno-ottobre 1702 per i pranzi di Carlo Maratta<br />

e dei suoi collaboratori durante il restauro delle Stanze di Raffaello.<br />

Il Papa aveva dato ordine affinchè Carlo Maratta “fosse provveduto<br />

di tavola” e che in seguito anche i suoi “giovani fossero parimenti<br />

provveduti di tavola”. Da questo documento risulta che i pranzi<br />

venivano preparati per Carlo Maratta e per uno, due o quattro giovani<br />

e che erano portati da Monte Cavallo al <strong>Vatican</strong>o in canestri<br />

assieme a boccioni di vino. Dalla nota quotidiana delle spese si può<br />

dedurre che si trattava di pranzi completi e piuttosto sostanziosi.<br />

Figurano infatti antipasti (alici, tarantello – salume fatto di pancetta<br />

di tonno – mortadella, fegato o cervella di vitella, prosciutto), minestre<br />

(a base di riso, verdure, erbe, uva spina, mandorle, tagliolini,<br />

uova) o maccheroni, carne (mongana ossia vitella da latte, trippa,<br />

agnello, capretto, piccione, allodole, “polastri cola gresta”) o pesce<br />

(triglie, sarde, merluzzi, ombrine, cefali, spigole, caviale), uova,<br />

contorni (fagioli, fagiolini, cavoli, pomidoro, insalata di borragine<br />

e lattuga), formaggio (vaccino, olandese, ricotta, parmigiano),<br />

frutta (graffioni – ossia ciliegie di color rosso chiaro – visciole,<br />

albicocche, fragole, pere, meloni, fichi e caldarroste). Compaiono<br />

inoltre conti per la fornitura di limoni “lustrati”, melangoli (arance<br />

amare), bergamotte, nonché di zucchero raffinato di Venezia “per<br />

fare l’acque fresche”. I pranzi terminavano spesso con la cioccolata<br />

accompagnata a volte da biscottini di Savoia. Per cucinare erano<br />

usati il burro e il lardo, per friggere lo strutto, mentre per rinfrescare<br />

i cibi era adoperata la neve (quando c’era!).<br />

Questo libretto di spese ci permette inoltre di comprendere<br />

quali fossero i gusti di Carlo Maratta: sembra infatti che egli gradisse<br />

in modo particolare il piccione col brodetto, le uova e i biscottini<br />

di Savoia con la cioccolata.


| all’ombra del cupolone 11 Aprile 2008<br />

Ritratto del Cardinale Agostino Casaroli<br />

di S. E. il Card. Giovanni Lajolo<br />

avendolo prima come Segretario del Consiglio per gli Affari Pubblici<br />

della Chiesa, e poi come Presidente dello stesso Consiglio e<br />

Segretario di Stato.<br />

Con il secondo avevo collaborato dal dicembre 1989 al giugno<br />

1995, quando ero Segretario dell’A.P.S.A., mentre egli ne era Presidente.<br />

I due quadri erano troppo lontani da quei tratti di distinzione<br />

e di amabile umanità, che caratterizzavano l’immagine dei due<br />

Cardinali, quale io avevo conosciuto e mi portavo in cuore. Con<br />

modica spesa ottenni pertanto la sostituzione dei due ritratti con<br />

quelli che ora si possono ammirare.<br />

In questo numero del nostro Foglio pubblichiamo il ritratto del<br />

Cardinale Agostino Casaroli, opera del pittore Prof. Alberto Giuseppini.<br />

Il Cardinale, di cui ricorre quest’anno il 10° anniversario della<br />

morte, vi è raffigurato in quei suoi fini lineamenti in un caratteristico<br />

atteggiamento di attenzione, benevolo e sereno.<br />

In un prossimo numero sarà pubblicato il ritratto del Cardinale<br />

Rosalio J. Castillo Lara.<br />

Quando, dopo la mia nomina a Presidente del Governatorato,<br />

entrai nel corridoio che dà al mio ufficio e vidi i ritratti<br />

dei miei Predecessori, non potei adattarmi a come vi erano raffigurati<br />

il Cardinale Agostino Casaroli (24.11.1914 - 09.06.1998), Presidente<br />

della Pontificia Commissione per lo S.C.V. dal 1979 al 1984,<br />

ed il Cardinale Rosalio J. Castillo Lara (04.09.1922 - 16.10.2007),<br />

Presidente della Pontificia Commissione per lo S.C.V. dal 1990 al<br />

1997. Entrambi erano stati miei Superiori.<br />

Con il primo avevo collaborato al Consiglio per gli Affari Pubblici<br />

della Chiesa dal novembre del 1974 al novembre del 1988,<br />

Nomine<br />

Il Santo Padre ha nominato Consigliere dello Stato l’Ing. Daniele<br />

Dalvai, che con la fine del mese di febbraio ha lasciato il<br />

servizio come Direttore dei Servizi Generali.<br />

I Superiori e colleghi del Governatorato hanno voluto esprimere<br />

in modo familiare all’Ingegnere il loro saluto in un breve incontro<br />

conviviale il 3 marzo scorso.<br />

Giovedì 13 marzo, alle ore 17:00, nella chiesa di S.<br />

Maria, Madre della Famiglia, presso il Palazzo del<br />

Governatorato, ha avuto luogo un Concerto “spirituale” in<br />

preparazione alla Settimana Santa, su invito dell’Em.mo Cardinale<br />

Presidente.<br />

Il Concerto - che ha comportato l’esecuzione della parte<br />

centrale della Passione di N.S. Gesù Cristo secondo Matteo<br />

- è stato aperto dal canto a più voci delle antifone Pueri Hebraeorum<br />

di G.P. Da Palestrina e Coenantibus omnibus di M.<br />

Haller e concluso dai mottetti Adoramus te, Christe di G.P.<br />

Da Palestrina, e Christus factus est di A. Bruckner, anch’essi<br />

a più voci. In onore di Maria, a cui è intitolata la chiesa, è stato<br />

eseguito in fine il dolcissimo canto dell’Ave Maria di T.L.<br />

de Victoria. Il canto della Passione, in gregoriano secondo la<br />

forma tradizionale, è stato arricchito dall’intervento del coro<br />

e di voci singole per la parte propriamente riservata alla “Turba”<br />

e a qualche figura particolare (ad es., le “serve”, che mettono<br />

in imbarazzo Pietro, affermando che era tra i discepoli di<br />

Gesù), con la magnifica musica di T.L. de Victoria<br />

Concerto Spirituale<br />

di Mons. Giorgio Corbellini<br />

Il concerto, eseguito dal Coro della Filarmonica Romana,<br />

diretta dal M° Mons. Pablo Colino, è stato da lui stesso presentato<br />

ed illustrato nelle sue specificità. Egli lo ha diretto con<br />

la vivacità, la passione e la finezza interpretativa che gli sono<br />

proprie, suscitando un grande interesse da parte del pubblico<br />

presente. Vivissimi gli applausi.<br />

Tra gli altri, hanno preso parte al concerto, oltre agli<br />

Em.mi Cardinali Szoka e Lajolo, gli Ecc.mi Mons. Renato<br />

Boccardo, Agostino Marchetto, Segretario del Pontificio<br />

Consiglio della Pastorale dei Migranti ed Itineranti, Felix Del<br />

Blanco Prieto, Elemosiniere di Sua Santità, Emery Kabongo<br />

Kanundowi e Francesco Cuccarese, Canonici <strong>Vatican</strong>i, Mons.<br />

Corbellini, alcuni Ambasciatori accreditati presso la S. Sede e<br />

vari dirigenti del Governatorato.<br />

Alla fine l’Em.mo Cardinale Presidente ha ringraziato il<br />

Maestro, tutti i componenti del coro - ed in particolare le voci<br />

soliste - che con la loro interpretazione hanno permesso a tutti<br />

di potersi interiormente unire all’evento drammatico e glorioso<br />

della Passione del Signore Gesù.


11 Aprile 2008 all’ombra del cupolone | <br />

NOTIZIE DALLE DIREZIONI E UFFICI<br />

I° Torneo Open di Tennis<br />

di Francesco Riccardi<br />

Si è concluso venerdi 14 marzo u.s., presso i campi sportivi<br />

del Crowne Plaza Hotel, il 1° TORNEO OPEN DI<br />

TENNIS, riservato ai dipendenti del Governatorato in servizio<br />

presso i Musei <strong>Vatican</strong>i, magistralmente organizzato dal custode<br />

Fabrizio Natoni. Le gare finali sono state onorate dalla<br />

presenza dell’Eccellentissimo Segretario Generale, Mons. Renato<br />

Boccardo, e dal Rev.do Mons. Paolo Nicolini, oltre che<br />

da vari funzionari e dipendenti dei Musei, accompagnati dai<br />

loro familiari.<br />

Le tre finali: A. Calcagni – Sabatucci;<br />

B. Piccinini – Alviti;<br />

C. Cocco – Dezi;<br />

sono state meritatamente vinte rispettivamente da Calcagni,<br />

Piccinini e Cocco.<br />

A seguire, si è svolta la premiazione dei vincitori, con la<br />

consegna delle coppe da parte dell’Amministratore dei Musei,<br />

allietata da un buffet offerto dall’organizzazione a tutti i<br />

presenti.<br />

Direzione dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile<br />

Ritiro spirituale<br />

di Antonio Perfetti<br />

In preparazione alla Santa Pasqua, nei giorni di martedì 12 e<br />

mercoledì 13 febbraio 2008, i Gendarmi e i Vigili del Fuoco si sono<br />

raccolti, in due turni, per una giornata di ritiro spirituale presso la<br />

“Fraterna Domus” di Sacrofano. Le giornate, guidate dal Cappellano<br />

Mons. Giulio Viviani, sono iniziate con la celebrazione delle lodi<br />

e proseguite con le meditazioni di Sua Ecc.za Mons. Flavio Roberto<br />

Carraro, O.F.M. Cap., Vescovo emerito di Verona, sul tema “La<br />

glorificazione di Gesù Cristo e la sua misericordia”. Dopo una breve<br />

riflessione e condivisione con Mons. Carraro si è svolto il cammino<br />

della Via Crucis alla luce della Sindone. Nel pomeriggio, dopo il<br />

pranzo e una pausa di distensione, la preghiera del Santo Rosario e<br />

la Santa Messa hanno concluso il ritiro.<br />

Saluto all’ultimo Gendarme pontificio<br />

Con profonda partecipazione ed emozione nella serata di<br />

giovedì 21 febbraio u.s., è stato salutato il Sovrastante Maggiore<br />

Comm. Giuseppe D’Amico che, dopo ben 37 anni di servizio, lascia<br />

il Corpo della Gendarmeria per raggiunti limiti di età, ultimo dei<br />

Gendarmi Pontifici ancora in servizio. Nei locali della Mensa, per<br />

l’occasione gentilmente messa a disposizione dai Superiori del Governatorato,<br />

circa 200 persone hanno voluto ringraziare il Comm.<br />

D’Amico per il servizio svolto durante questi lunghi anni. Parole di<br />

ringraziamento sono state indirizzate, anche a nome del Cardinale<br />

Presidente, da Sua Ecc.za Mons. Renato Boccardo, Segretario Generale<br />

del Governato, nonché dal Dr. Giani, Direttore dei Servizi<br />

di Sicurezza e Protezione Civile, il quale ha tratteggiato le lunghe<br />

tappe di una brillante carriera, soffermandosi con particolare commozione<br />

sul grave malore subito nel 2005 dal Comm. D’Amico, dal<br />

quale, ringraziando Dio, egli è venuto completamente fuori. Erano<br />

presenti gli Ecc.mi Vescovi Marini e Calcagno, Mons. Corbellini,<br />

Vice Segretario Generale del Governatorato, il Cappellano Mons.<br />

Giulio Viviani, alcuni Direttori del Governatorato, il Dr. Gasbarri,<br />

con il quale il Comm. D’Amico ha collaborato nei numerosi viaggi<br />

all’estero al seguito del Santo Padre, il Prefetto Festa, il Dr. Chiusolo<br />

ed il Dr. Castiglione dell’Ispettorato Generale di P.S. presso<br />

il <strong>Vatican</strong>o, nonché numerosi funzionari del Governatorato e della<br />

Curia.<br />

Via Crucis nei Giardini <strong>Vatican</strong>i<br />

Nella serata di venerdì 7 marzo u.s., un gruppo di Gendarmi, Vigili<br />

del Fuoco e Guardie Svizzere, con alcuni familiari, si è riunito<br />

per il cammino della Via Crucis che, partendo dalla Stazione Ferroviaria,<br />

si è snodato nei giardini vaticani fino alla Grotta di Lourdes.<br />

La pia pratica è stata guidata dai rispettivi Cappellani Mons. Giulio<br />

Viviani e Mons. Alain De Raemy sui testi delle meditazioni di un<br />

missionario “martire”, Padre Mario Borzaga, o.m.i.<br />

Saluto al Sig. Marcello Giorgetti<br />

Nella serata di lunedi 31 marzo u.s., il personale della gendarmeria<br />

ha salutato il Sig. Marcello Giorgetti, che lascia dopo ben 42 anni<br />

il servizio, per raggiunti limiti di età. Entrato in servizio il 1° aprile<br />

1966 nel Corpo della Gendarmeria Pontificia, vi è rimasto fino al 1°<br />

luglio 1977, poi è stato trasferito all’Ufficio Rilascio Permessi, sotto<br />

la direzione del Corpo della Gendarmeria, rimanendovi fino ad oggi.<br />

Dopo i ringraziamenti da parte del Dr. Giani, Direttore della Direzione<br />

dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile, per il servizio<br />

svolto, S.E. Mons. Boccardo, Segretario Generale del Governatorato,<br />

ha insignito il Giorgetti dell’onorificenza di cavaliere dell’Ordine<br />

di San Silvestro Papa, in segno di gratitudine per la dedizione<br />

dimostrata in questi lunghi anni al servizio del Governatorato e<br />

della Santa Sede. Al termine dell’incontro conviviale, al quale ha<br />

partecipato anche Mons. Corbellini, Vice Segretario Generale del<br />

Governatorato, i colleghi hanno consegnato al Giorgetti un piccolo<br />

dono in segno di amicizia ed affetto.


| all’ombra del cupolone 11 Aprile 2008<br />

Farmacia <strong>Vatican</strong>a<br />

Festa di San Giovanni di Dio e inaugurazione dei nuovi locali della profumeria<br />

di Fr. Joseph Kattackal<br />

L<br />

’8 marzo è stata celebrata nella Cappella del Governatorato<br />

“Maria Madre della Famiglia” la festività di<br />

San Giovanni di Dio, fondatore dell’Ordine dei Fatebenefratelli<br />

ai quali è affidata la cura della Farmacia <strong>Vatican</strong>a.<br />

Alla Celebrazione, presieduta da S.E. Mons. Boccardo, si<br />

sono uniti Mons. Corbellini, Padre Elia Tripaldi, priore della<br />

Comunità dei Fatebenefratelli della Farmacia, e Padre Felix<br />

Lizaso. Hanno partecipato i dipendenti della Farmacia e i Fatebenefratelli,<br />

che prestano anche servizio di assistenza presso<br />

la Direzione di Sanità ed Igiene.<br />

Durante l’omelia, S.E. Mons. Boccardo, ha sottolineato,<br />

in riferimento alla parabola del Buon Samaritano, l’importanza<br />

del servizio e la disponibilità verso il prossimo alla luce<br />

della vita e dell’insegnamento di San Giovanni di Dio.<br />

Successivamente, S.E. Mons. Boccardo, alla presenza del<br />

Direttore della Farmacia, Fr. Joseph Kattackal, e di Mons.<br />

Corbellini, ha inaugurato i nuovi locali della profumeria.<br />

Alla cerimonia hanno partecipato il Direttore della Direzione<br />

di Sanità ed Igiene, Prof. Giovanni Rocchi, il vicedirettore,<br />

Dott. Francesco Berti, il Direttore dei Servizi Tecnici,<br />

Ing. Pier Carlo Cuscianna, il vicedirettore Arch. Giuseppe<br />

Facchini.<br />

POETESSE E POETI “NOSTRI”<br />

I Colori dei Neri<br />

Sono bianca.<br />

Bianca come la neve.<br />

Sono ad immagine e somiglianza di Dio.<br />

Sono rossa.<br />

Rossa come il sangue che scorre nelle mie vene.<br />

Io sono fuoco.<br />

Sono blu.<br />

Blu come il pensiero celeste.<br />

Io sono leale come la promessa di Dio.<br />

Sono verde.<br />

Verde come la nostra primavera.<br />

Io sono la speranza che un giorno tutti saremo uguali.<br />

Sono gialla.<br />

Gialla come il sole, che illumina il giorno.<br />

Io sono preghiera a Dio.<br />

Io sono nera.<br />

Nera come la notte, che invita all’amore.<br />

Io sono l’amore.<br />

Io sono nera.<br />

Nera come la notte, che fa splendere la luna.<br />

Io sono luce.<br />

Io sono nera.<br />

Nera come l’Africa di ieri.<br />

Io sono nera.<br />

Nera come l’Africa d’oggi.<br />

Io sono nera.<br />

Nera.<br />

Nera come l’Africa, che qualcuno dei miei antenati ha visto<br />

nascere.<br />

Io sono nera.<br />

Nera.<br />

Nera come l’Africa, principio e fine di tutto il mio essere.<br />

Doria Maria Perea Figueroa<br />

(Direzione dei Servizi Economici)


11 Aprile 2008 all’ombra del cupolone | <br />

Perchè la Croce<br />

IL CUORE CHE PENSA<br />

L’ANGOLO DI CULTURA<br />

Vi sono stolti che<br />

dicono: non poteva<br />

la Sapienza di Dio<br />

liberare gli uomini in<br />

modo diverso senza assumere<br />

l’umanità, senza<br />

nascere da una donna<br />

e patire tutte quelle<br />

sofferenze da parte dei<br />

peccatori A costoro rispondiamo:<br />

lo poteva<br />

certamente; ma se avesse<br />

fatto diversamente, sarebbe<br />

dispiaciuto ugualmente<br />

alla vostra stoltezza. Se non apparisse agli occhi dei<br />

peccatori, certamente la sua luce eterna, che si vede con gli<br />

occhi interiori, non potrebbe essere vista dalle menti inquinate.<br />

Ora, dal momento che si è degnato di istruirci visibilmente per<br />

prepararci alle cose invisibili, dispiace agli avari, perché non<br />

ha assunto un corpo tutto d’oro; dispiace agli impudichi, perché<br />

è nato da una donna (infatti gli impudichi non hanno molto<br />

piacere che le donne concepiscano e partoriscano); dispiace ai<br />

superbi, perché ha sopportato con infinita pazienza le offese;<br />

dispiace ai timidi, perché è morto. E perché non sembri che<br />

difendano i loro vizi, dicono che si dispiacciono che ciò sia<br />

accaduto non in un uomo, ma nel Figlio di Dio.<br />

Non capiscono infatti ciò che sia l’eternità di Dio che ha<br />

assunto umana natura e che cosa sia la stessa umana creatura,<br />

che era riportata dalle<br />

sue mutazioni all’antica<br />

stabilità, affinché imparassimo,<br />

come insegna<br />

lo stesso Signore, che le<br />

infermità, che abbiamo<br />

acquistato col peccare,<br />

possono essere sanate<br />

col bene operare. Si<br />

mostrava a noi, infatti,<br />

a quale fragilità l’uomo<br />

era giunto con la sua colpa,<br />

e da quale fragilità<br />

era liberato con l’aiuto<br />

divino. Perciò il Figlio assunse umana natura e in essa ha sofferto<br />

da uomo.<br />

Questo rimedio a favore degli uomini è così grande, che<br />

più non si può immaginare. Quale superbia si può sanare, se<br />

non si sana con l’umiltà del Figlio di Dio Quale avarizia si<br />

può sanare, se non si sana con la povertà del Figlio di Dio<br />

Quale iracondia si può sanare, se non si sana con la pazienza<br />

del Figlio di Dio Quale empietà si può sanare, se non si sana<br />

con la carità del Figlio di Dio<br />

Innalzi la sua speranza il genere umano e riconosca la sua<br />

natura, veda quanto posto abbia nelle opere di Dio.<br />

Cristo sotto la Croce e la Veronica, E. Le Sueur (1616-1655), Louvre, Parigi.<br />

[continua]<br />

S. Agostino, De agone cristiano<br />

E<br />

’ tornato di moda<br />

l ’ I l l u m i n i s m o .<br />

Questo fa onore alla memoria<br />

degli interessati,<br />

perché esso ebbe la sua fioritura<br />

(se così si può dire di<br />

un movimento filosofico)<br />

trecento anni fa. Il nucleo<br />

più intimo di questa corrente<br />

di pensiero pare si<br />

riscontri in queste parole<br />

di Immanuel Kant: Sapere<br />

aude!, che Kant traduce:<br />

abbi il coraggio di servirti<br />

del tuo intelletto; e precisa: senza la guida di un altro (Was ist<br />

Aufklärung).<br />

Sapere aude. Da dove deriva questo bel motto pubblicizzato<br />

dal filosofo di Königsberg (Königsberg, allora Prussia<br />

Orientale, ora, con il nome di Kaliningrad, nell’enclave russa<br />

nell’Unione Europea, tra Polonia e Lituania). Deriva dal poeta<br />

di Venosa (allora al confine tra Puglia e Lucania, oggi in<br />

provincia di Potenza, Basilicata), e precisamente dalla bellissima<br />

seconda Epistola del primo libro delle Epistole di Quinto<br />

Orazio Flacco. Ecco il passo pertinente: Dimidium facti,<br />

qui coepit, habet; sapere aude, incipe. Cioè: chi ben comincia<br />

è a metà dell’opera; osa essere saggio, comincia.<br />

E’ bello che un filosofo - per di più involuto, come Kant<br />

- abbia tratto ispirazione da un poeta limpido come Orazio. Il<br />

quale Orazio, ad onor del vero, non si riferiva all’intelletto, ma<br />

alla saggezza della vita e precisamente al saper vivere, secondo<br />

quel misto di ideologia epicurea e stoica che gli era proprio.<br />

Noi cristiani abbiamo però un altro perentorio, e ben più<br />

alto, invito al buon uso della ragione (che non è solo guidata<br />

dall’intelletto, perché, come diceva Pascal, anche il cuore<br />

ha le sue ragioni). Viene nientemeno che da Nostro Signore.<br />

Disse: Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto<br />

(Lc 12, 57).<br />

Ma qui mi devo fermare, perché, a commentare queste parole<br />

della Divina Sapienza, quest’angolo di cultura rischierebbe<br />

di diventare una spianata vasta come una piazza d’armi.


| all’ombra del cupolone 11 Aprile 2008<br />

Due Leoni e …tre facezie<br />

PER FARE BUON SANGUE<br />

Un giorno Leone X<strong>II</strong> (Papa dal 1823 al 1829) decise di visitare le vecchie prigioni del Campidoglio.<br />

Nel carcere si fermava a conversare con i detenuti, chiedendo loro per quale motivo<br />

erano stati condannati. Tutti si dichiaravano innocenti, a parte uno che disse al Papa:<br />

- Santità, sono stato un ladro e un assassino e mi sono meritato questa pena.<br />

Il Papa, rivolgendosi a quelli che lo accompagnavano e ai custodi del carcere, ordinò:<br />

- Desidero che questo furfante sia immediatamente scarcerato: non vorrei che la sua presenza<br />

guastasse l’onestà degli altri.<br />

Leone X<strong>II</strong>I (Papa dal 1878 al 1903) aveva fatto piantare una vigna dentro il recinto del<br />

<strong>Vatican</strong>o e la guardava con orgoglio ogni volta che passeggiava nei giardini. una volta<br />

chiese al vignaiolo:<br />

- Quante botti di vino darà quest’anno<br />

- Tante senz’altro, Santità.<br />

Ma al momento della vendemmia il raccolto fu molto più scarso del previsto; il Papa se<br />

ne lamentò con il contadino, pensando di essere stato ingannato:<br />

- Si figuri, Padre Santo; è solo che non avevo fatto i conti con le sue guardie!<br />

E da allora la vigna fu cintata. (Da essa ha preso il nome la zona della “Vignaccia” in<br />

<strong>Vatican</strong>o).<br />

Un giorno Leone X<strong>II</strong>I ricevette in udienza un poeta francese che si recò in <strong>Vatican</strong>o accompagnato<br />

dalla sua giovane moglie, una donna molto attraente. Arrivato dal Papa il<br />

poeta gliela presentò; Leone X<strong>II</strong>I li guardò sorridendo e poi, rivolto al giovane, gli disse<br />

con benevolenza:<br />

- Certo che a Lei l’osservanza del nono comandamento non deve costare molta fatica!<br />

NOTIZIE LIETE E ...TRISTI<br />

Matrimoni<br />

Hanno formato una nuova famiglia:<br />

- Luca Allocca e Valeria Dabraio (05/04);<br />

- Giampaolo Capone e Daniela Domenici (06/04).<br />

“Ci sono anch’io!”<br />

Diverse famiglie di dipendenti del Governatorato sono<br />

state allietate in questo periodo dalla nascita di figli:<br />

- Sofia (15/02), di Luca Bottinelli;<br />

- Anna (16/02), di Eva Mentelli;<br />

- Nicole (23/02), di Piergiorgio Zanetti;<br />

- Valentina (08/03), di Mario Tirelli Lepore;<br />

- Flavia (09/03), di Danilo Orzilli;<br />

- Beatrice (12/03), di Antonio Caputi;<br />

- Ginevra (18/03), di Danilo Poli;<br />

- Alessandro (29/03), di Marco Pucarelli;<br />

- Chantal (09/04), di Massimiliano Zonetti.<br />

Nella luce della Gerusalemme celeste<br />

Alcuni nostri colleghi hanno avuto recentemente lutti in famiglia.<br />

Ricordiamo nella preghiera:<br />

- Enrico (17/02), padre di Stefano Maria Zuccaro;<br />

- Romeo (18/02), padre di Valerio Iovine;<br />

- Armando (27/02), padre di Marco Giontarelli;<br />

- Maria Costantino (27/02), madre di Alessandro<br />

Fontanella;<br />

- Pietro (17/03), fratello di Paolo Pallotta;<br />

- Carmela Vitali (17/03), madre di Quintino Mele;<br />

- Demo (18/03), padre di Vincenzo Ippoliti;<br />

- Vanda Cavicchia (22/03), madre di Quirino Neri;<br />

- Vincenzo (05/04), padre di Raffaella Ciccia;<br />

- Carmen Coppa (07/04), madre di Luca Rinaldi.<br />

Beatrice Caputi<br />

Chantal Zonetti<br />

notizie di varia vaticanità<br />

ANNO 2 | N. 2<br />

REDAZIONE<br />

presso Mons. Vice Segretario Generale<br />

IMPAGINAZIONE<br />

Alessandra Murri<br />

(Ufficio Vendita Pubblicazioni e Riproduzioni)<br />

STAMPA<br />

Tipografia <strong>Vatican</strong>a

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