Anno VI - Numero 1 - Vatican City State
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NOTIZIE DI VARIA VATICANITÀ - FOGLIO INFORMALE PER I DIPENDENTI DEL GOVERNATORATO<br />
11 Marzo 2012 - ANNO 6 | N. 1<br />
IL CONCISTORO<br />
Il 18 febbraio scorso il Santo Padre<br />
Benedetto X<strong>VI</strong> ha creato 22 nuovi<br />
Cardinali, provenienti da tre continenti,<br />
dei quali 16 europei, 4 americani<br />
e 2 asiatici. Tra i sette italiani insigniti<br />
della porpora vi è stato il Cardinale<br />
Giuseppe Bertello, Presidente della<br />
Pontificia Commissione per lo Stato<br />
della Città del <strong>Vatican</strong>o e Presidente<br />
del Governatorato. La domenica successiva<br />
il Sommo Pontefice ha concelebrato<br />
per la prima volta la S. Messa<br />
con i nuovi Porporati nella Patriarcale<br />
Basilica <strong>Vatican</strong>a ed infine, il lunedì<br />
seguente il Papa nella Sala Paolo <strong>VI</strong><br />
ha salutato parenti ed amici dei nuovi<br />
Cardinali<br />
I Cardinali, come ha detto il Santo<br />
Padre sabato 18 febbraio nella sua allocuzione<br />
– “saranno chiamati a considerare<br />
e valutare le vicende, i problemi<br />
e i criteri pastorali che toccano<br />
la missione di tutta la Chiesa”. A loro è<br />
stata conferita una nuova dignità che<br />
manifesta “l’apprezzamento per il fedele<br />
lavoro nella vigna del Signore” e<br />
li investe “di nuove e più importanti responsabilità<br />
ecclesiali”, chiedendo loro<br />
di Mons. Giancarlo Dellagiovanna<br />
“un supplemento di disponibilità per<br />
Cristo e per l’intera Comunità cristiana”<br />
(dall’Omelia del S. Padre di domenica<br />
19 febbraio). Sono chiare espressioni<br />
che illuminano la speciale rilevanza<br />
dei compiti loro affidati, quali primi collaboratori<br />
e consiglieri del Papa. Nel<br />
medesimo tempo però abbiamo visto<br />
questi nuovi Principi della Chiesa, benevolmente<br />
intrattenersi a benedire,<br />
a discutere o salutare uomini, donne,<br />
bambini, giovani e anziani, ognuno<br />
portatore della sua peculiare storia.<br />
La Città Eterna, con i suoi quasi tremila<br />
anni di esistenza, sede del Successore<br />
del Principe degli Apostoli e due volte<br />
capitale, ha accolto gonfaloni, sindaci<br />
e cittadini di paesi e città orgogliosi<br />
di prendere parte ad un evento, che,<br />
nel dare lustro ad un loro concittadino<br />
eletto cardinale, conferisce risalto<br />
anche al luogo d’origine, come se la<br />
porpora, indossata pur sempre da uno<br />
solo, irraggiasse però qualche sprazzo<br />
di luce colorata su tutti. L’universale in<br />
tal modo non esclude o trascura il particolare,<br />
ma lo valorizza e lo fa sentire<br />
protagonista di qualcosa di grande.<br />
(...continua a pagina 6)
11 marzo 2012<br />
Indice<br />
3 Tra celebri pasquinate e misteriosi<br />
simboli della Mater Ecclesiae<br />
7 Cinismo anticlericale<br />
8 “Sii sempre fiero di essere ebreo”<br />
disse Pio XII<br />
9 La prima messa del Card. Bertello<br />
per il personale del Governatorato<br />
10 Concerto d’organo<br />
del M° Claudio Novati<br />
11 Il Cortile del Belvedere<br />
12 Messa in Officina Meccanica<br />
Natale, festa della famiglia<br />
13 ...è arrivata la Befana<br />
Novena di Natale<br />
14 La floreria e il presepe del Santo Padre<br />
15 Coppa <strong>Vatican</strong>a<br />
16 “Vecchi” Amici in <strong>Vatican</strong>o<br />
17 Un sentito addio<br />
18 La Parola del Papa<br />
19 Notizie liete e ... tristi<br />
REDAZIONE:<br />
Dott.ssa arch. Barbara Cappellato<br />
(Ufficio Progetti, DST)<br />
IMPAGINAZIONE:<br />
Roberto Cortesini<br />
(UFN, Governatorato)<br />
STAMPA:<br />
Tipografia <strong>Vatican</strong>a<br />
Notizie utili<br />
L’Ecc.mo Mons. Presidente riceve tutti i dipendenti, previa telefonata (tel. 82505)<br />
L’Ecc.mo Mons. Segretario Generale riceve tutti i dipendenti, previa telefonata (tel. 83158).<br />
Si ricorda che il notiziario all’Ombra del Cupolone è accessibile<br />
anche dal sito www.vaticanstate.va/IT/News/Bollettini.<br />
2
All’Ombra del Cupolone<br />
TRA CELEBRI PASQUINATE E MISTERIOSI<br />
SIMBOLI DELLA MATER ECCLESIAE<br />
di Sandro Barbagallo<br />
Nel 1623 Maffeo Barberini,<br />
raffinato poeta<br />
latino, divenne papa<br />
col nome di Urbano <strong>VI</strong>II.<br />
Soprannominato “l’ape attica”<br />
per essere un colto umanista,<br />
amante dell’arte, ma<br />
anche grande mecenate,<br />
sotto il suo pontificato Roma<br />
si arricchì di quei capolavori<br />
che oggi rendono la città<br />
patrimonio dell’umanità. Capolavori<br />
spettacolari che, per<br />
il loro spiccato carattere celebrativo,<br />
esaltano ancora oggi<br />
il trionfo della Chiesa dopo la<br />
crisi riformista del secolo precedente.<br />
Eppure l’attività edilizia di Urbano<br />
<strong>VI</strong>II continua ad essere<br />
sommariamente condannata<br />
dalla celebre pasquinata<br />
Quod non fecerunt barbari,<br />
fecerunt Barberini…<br />
Per dare forma ai suoi progetti<br />
artistici il papa scelse Gianlorenzo<br />
Bernini, che nel 1624,<br />
appena ventiseienne, fu chiamato<br />
a realizzare il maestoso<br />
Baldacchino di San Pietro. Capolavoro<br />
diventato il “manifesto”<br />
del nuovo stile barocco.<br />
Viste le dimensioni gigantesche<br />
della Basilica, il 7 giugno<br />
1624 viene affidato a Bernini il<br />
difficile compito di valorizzare<br />
il luogo più importante, ossia<br />
l’altare papale situato proprio<br />
sopra la Confessione. È così<br />
che egli inventa una struttura<br />
bronzea a baldacchino di 28.7<br />
metri di altezza, la cui costruzione<br />
si protrae per nove anni.<br />
Per reperire il bronzo necessario<br />
Urbano <strong>VI</strong>II diede ordine<br />
alla Fabbrica di San Pietro di<br />
asportare le cinquanta tonnellate<br />
di bronzo che ricoprivano i<br />
sette costoloni del Cupolone e<br />
di sostituirle con lastre di piombo.<br />
Altre duecento tonnellate<br />
di metallo vennero recuperate<br />
dalle travi bronzee del portico<br />
del Pantheon che, come<br />
si può leggere nella lapide posta<br />
nel pronao di quell’antico<br />
tempio di tutti gli dei, erano<br />
state definite decora inutilia.<br />
Ed in effetti lo erano, visto che<br />
obiettivamente quelle travi<br />
erano poco visibili e di nessun<br />
valore artistico.<br />
Questo gesto fu condannato<br />
dalla celebre pasquinata che<br />
suscitò tanto scalpore nel popolo,<br />
ma altrettanto calcolato<br />
silenzio dagli offesi. L’autore<br />
della pasquinata sarebbe<br />
quindi rimasto sconosciuto per<br />
sempre se egli stesso non avesse<br />
chiesto perdono sul letto di<br />
morte. Non si tratta, come si<br />
è sempre detto, dell’archiatra<br />
maggiore Giulio Mancini,<br />
ma di Carlo Castelli, canonico<br />
di Santa Maria in Cosmedin<br />
e ambasciatore del Duca di<br />
Mantova. A rivelarcelo con<br />
certezza è il Codice Urbinate<br />
1647, dove a pagina 576v sta<br />
scritto che: …dalle lingue malediche<br />
e detrattori di fama<br />
contaminata fu decantato lo<br />
spoglio d’un ornamento antico,<br />
benché ciò sia stato vero<br />
di haver levato quel Metallo,<br />
Baldacchino<br />
di Gianlorenzo<br />
Bernini nella<br />
Basilica<br />
di San Pietro<br />
3
11 marzo 2012<br />
ma estimato ancor bene e<br />
posto, per essere stata ornata<br />
la Chiesa de’ SS. Apostoli, e si<br />
è visto a tempi nostri sopra di<br />
questi Critici la maledizione<br />
di Dio, perché l’Agente del<br />
Duca di Mantova che fu il Detrattore<br />
di aver affissi i Cartelli<br />
di quell’infame Pasquinata di<br />
famiglia Barbera ad Barberina,<br />
egli morse d’infermità e nel<br />
letto chiese perdono a Papa<br />
Urbano Ottavo.<br />
In effetti il canonico Castelli,<br />
già segretario dei cardinali<br />
Giovanni Vincenzo, Scipione<br />
e Ferdinando Gonzaga, poi<br />
“incaricato d’affari” presso la<br />
Santa Sede per altri tre duchi<br />
di Mantova, a causa di questa<br />
“battuta” aveva rischiato<br />
per tutta la vita di essere decapitato,<br />
anche perché a<br />
quell’epoca si era molto severi<br />
con i detrattori del pontefice,<br />
soprattutto se ecclesiastici.<br />
È quindi facile capire perché<br />
tra il Seicento e il Settecento<br />
questa frase sia stata pubblicata<br />
solo due volte, mentre a<br />
partire dal 1870 è stata divulgata<br />
senza scrupolo, confermando<br />
purtroppo una diceria<br />
senza fondamento.<br />
Curiosamente il Baldacchino è<br />
legato anche ad un’altra leggenda<br />
denigratoria nei confronti<br />
di Urbano <strong>VI</strong>II, perché sui<br />
basamenti delle colonne Bernini<br />
scolpì otto scudi araldici che<br />
di profilo mostrano un progressivo<br />
rigonfiamento delle curve,<br />
rappresentando, in sequenza,<br />
le diverse fasi di una gravidanza.<br />
Una scena unica nel<br />
panorama scultoreo barocco,<br />
realizzata da Bernini con<br />
“il pensiero e l’idea di Urbano<br />
stesso”, ma il cui profondo simbolismo<br />
non venne capito dai<br />
suoi contemporanei, che la<br />
considerarono scandalosa per<br />
la sua collocazione nel massimo<br />
Tempio della cristianità.<br />
È infatti da questo simbolismo<br />
sofisticato che verso il 1883<br />
Augustus Hare descrisse il Baldacchino<br />
come un ex voto<br />
ordinato da Urbano <strong>VI</strong>II per<br />
il parto difficile di una sua nipote.<br />
Da questa incauta affermazione<br />
sono nate le più<br />
menzognere illazioni. Di volta<br />
in volta la partoriente è stata<br />
vista come sposa negata dal<br />
papa a Bernini, o persino quale<br />
amante dello stesso pontefice.<br />
Stupisce che queste dicerie<br />
che sanno di pettegolezzo<br />
non siano mai state verificate<br />
dagli storici, che hanno perpetuato<br />
fino ai nostri giorni false<br />
interpretazioni.<br />
Ovviamente nulla di tutto ciò<br />
è vero, perché dietro il ciclo<br />
scolpito nelle basi del Baldacchino<br />
c’è invece un preciso<br />
programma simbolico-politico<br />
che acquista una forte connotazione<br />
proprio perché collocato<br />
in un luogo reso sacro<br />
dalla tomba del principe degli<br />
apostoli.<br />
Dimostrando audacia intellettuale,<br />
Urbano <strong>VI</strong>II ideò quelle<br />
sculture quale sottile allusione<br />
alla Mater Ecclesia che si rigenera<br />
attraverso l’elezione di<br />
ogni nuovo pontefice. Habere<br />
non potest Dum Patrem qui<br />
Ecclesiam non habet Matrem,<br />
ossia non si può concepire Dio<br />
come Padre se non si riconosce<br />
la Chiesa come Madre. Il<br />
rilancio di questa affermazione<br />
di Cipriano di Cartagine<br />
4
All’Ombra del Cupolone<br />
1. 2. 3.<br />
era rivolto all’Europa, dove<br />
già da anni ci si scontrava sui<br />
campi di battaglia (Guerra<br />
dei Trent’anni) per arginare le<br />
teorie luterane che proclamavano<br />
l’inutilità di qualsiasi intermediario<br />
tra Dio e l’uomo. Era<br />
dunque necessaria una Controriforma<br />
che ribadisse l’autorità<br />
papale e il significato della<br />
Basilica di S. Pietro quale centro<br />
della cristianità.<br />
Fatto curiosamente ignorato<br />
dai più riguarda invece il particolare<br />
rapporto tra il Baldacchino<br />
e lo sviluppo delle arti<br />
visive delle comunità ebraiche<br />
italiane in età barocca.<br />
Col fine di rafforzare la loro<br />
identità religiosa, gli artisti ebrei<br />
presero in prestito dall’arte del<br />
tempo tutti quei motivi associati<br />
a Gerusalemme e al suo<br />
Tempio. Il Baldacchino di San<br />
Pietro non poté quindi passare<br />
inosservato, poiché per le colonne<br />
tortili Bernini aveva preso<br />
a modello quelle “salomoniche”<br />
della pergula dell’antica<br />
basilica costantiniana, oggi visibili<br />
nelle Logge delle Reliquie.<br />
Secondo la tradizione medievale<br />
quelle colonne provenivano<br />
dal Tempio di Gerusalemme<br />
e Costantino le aveva<br />
fatte arrivare a Roma per<br />
rievocare l’atmosfera di quel<br />
Tempio sulla sepoltura di San<br />
Pietro che, quale pietra su<br />
cui era stata fondata la Chiesa,<br />
rappresentava concettualmente<br />
una nuova arca<br />
dell’alleanza.<br />
Gli ebrei italiani avevano dato<br />
molta importanza a queste colonne,<br />
anche perché si diceva<br />
che tra esse ci fossero quelle<br />
che decoravano la facciata<br />
del Tempio, identificate come<br />
Yakhin e Boaz. Tanto che già<br />
a metà del Cinquecento l’editoria<br />
ebraica aveva adottato<br />
questi elementi decorativi per<br />
le copertine dei propri libri.<br />
Quando però venne realizzato<br />
il Baldacchino di San Pietro, in<br />
molte sinagoghe si decise di<br />
realizzare le piattaforme da<br />
dove si legge ad alta voce la<br />
Torah, ovvero le bimah, imitando<br />
l’opera di Bernini. Proprio<br />
perché le colonne usate da<br />
Bernini ricordavano quelle di<br />
Gerusalemme. Alcuni di questi<br />
bimah sono ancora visibili nelle<br />
sinagoghe piemontesi di Carmagnola,<br />
Chieri e Cherasco.<br />
C’è da dire, per concludere,<br />
che a partire dal 1640 il Baldacchino<br />
di Bernini è divenuto<br />
uno dei monumenti più rappresentativi.<br />
Tanto che sia in<br />
Italia che in molte parti d’Europa<br />
se ne incontrano di simili,<br />
se non addirittura autentiche<br />
copie. È questo il caso della<br />
cattedrale di Narni e delle<br />
chiese di Sezze e Sora, come<br />
della cappella di Lometz a<br />
Prachetitz (Boemia) o di Saint-<br />
Louis-des-Invalides e di Val-de-<br />
Grâce a Parigi, oppure della<br />
fedelissima copia della cattedrale<br />
di Verdun.<br />
A Roma, poi, oltre al baldacchino<br />
di Santa Maria Maggiore,<br />
una copia quasi fedele,<br />
tanto piccola quanto preziosa,<br />
è rappresentata da un<br />
ostensorio argenteo nel Museo<br />
del Tesoro di San Pietro.<br />
Un’altra copia sta invece nella<br />
Gloria dell’abside della Chiesa<br />
di Santa Maria in Campitelli<br />
dove, coincidenza vuole,<br />
nella cappella di Sant’Anna è<br />
sepolto il famoso autore della<br />
diffamatoria pasquinata contro<br />
Urbano <strong>VI</strong>II.<br />
L’ambasciatore dei Gonzaga<br />
morì a Roma il 4 dicembre<br />
1639 dopo esser stato sacerdote,<br />
canonico, protonotaro<br />
apostolico e cameriere d’onore<br />
dello stesso papa Barberini<br />
che tanto aveva criticato.<br />
1. Saint Louis<br />
des Invalides<br />
2. Ostensorio<br />
del tesoro di<br />
San Pietro<br />
3. Val de<br />
Grace, Parigi<br />
5
11 marzo 2012<br />
(...seguito di pagina 6)<br />
Foto gentilmente concessa da “L’osservatore Romano”<br />
Tra i tanti pellegrini che riempivano le ampie<br />
navate della Basilica di San Pietro erano presenti<br />
un centinaio provenienti da Foglizzo,<br />
borgo di circa 2000 anime nel Canavese, che<br />
ha dato i natali all’Em.mo Cardinale Bertello,<br />
con alla testa il Sindaco Sig.ra Tiziana Reinero<br />
ed il Parroco il Rev. don Gian Mario Cuffia. Essi<br />
si sono rallegrati per un figlio della loro terra,<br />
che ha nobilmente servito la Chiesa in tante<br />
terre e che ora è stato scelto al cardinalato<br />
ed hanno partecipato ad una “tre giorni” in<br />
cui, la visione dei monumenti di Roma ha fatto<br />
da sfondo all’ascolto diretto del cristallino<br />
insegnamento del Santo Padre Benedetto X<strong>VI</strong><br />
sul primato della fede, sulla logica del servizio,<br />
sulla missione dei nuovi porporati e su come<br />
ci si possa servire di un’opera d’arte - quale<br />
nel caso di specie la Cattedra del Bernini - per<br />
svolgere una mirabile catechesi sulla Chiesa,<br />
sul suo compito e sulla sua responsabilità di<br />
essere come una finestra aperta, che permetta<br />
alla multiforme Grazia di Dio di entrare nel<br />
mondo e al mondo di rimanere in comunicazione<br />
vitale con Dio, fonte di ogni bene.<br />
Ai pellegrini del Canavese si sono aggiunti altri<br />
fedeli provenienti dal Messico e dai Paesi africani<br />
in cui l’Em.mo Cardinale Bertello ebbe a<br />
servire la Chiesa come Nunzio Apostolico, segno<br />
della permanenza di legami solidi e fecondi<br />
con quelle comunità e della genuina riconoscenza<br />
per l’opera ivi svolta dal neo-porporato.<br />
Nel conferire una nuova dignità ad alcuni eminenti<br />
suoi figli, la Chiesa ci ha narrato l’attualità<br />
e vitalità delle parole di Cristo e lo ha fatto<br />
in una cornice di festa solenne in cui tutti non<br />
sono stati anonimi atomi di una folla indistinta,<br />
ma protagonisti ordinati di una giornata di luce.<br />
Sua Santità Benedetto X<strong>VI</strong>, concludendo la sua<br />
omelia nella S. Messa di domenica 19 febbraio,<br />
ha affermato che è compito dei Cardinali<br />
donare con la testimonianza della vita il dono<br />
di Dio che hanno ricevuto, il quale “non è solitudine,<br />
ma amore glorioso e gioioso, diffusivo<br />
e luminoso”; che è loro specifica responsabilità<br />
“testimoniare la gioia dell’amore di Cristo”.<br />
Ciascuno di noi ha davvero bisogno di una<br />
testimonianza gioiosa, umile, forte e rispettosa<br />
della vicinanza di Dio nel Suo Figlio Gesù<br />
al destino di ogni essere umano. C’è bisogno<br />
di ascoltare autorevoli parole di speranza<br />
e di incontrare credibili testimonianze<br />
di vita, che ci facciano riscoprire l’immensa<br />
bellezza e l’indicibile grazia di essere cristiani<br />
nel nostro tempo.<br />
6
All’Ombra del Cupolone<br />
CINISMO ANTICLERICALE<br />
di Gianfranco Amato<br />
E’<br />
davvero irritante il cinismo con cui,<br />
sull’onda emotiva dei sacrifici imposti<br />
dall’attuale situazione economica<br />
nazionale, vengono brandite contro la Chiesa<br />
Cattolica le armi spuntate del radicalismo<br />
anticlericale, agitando la (inesistente) questione<br />
dell’ICI e dell’otto per mille. Operazione<br />
di sciacallaggio mediatico quella che vuole<br />
strumentalizzare l’oggettiva difficoltà in cui si<br />
trovano gli italiani, per lanciare una campagna<br />
tanto demagogica quanto calunniosa.<br />
E disonesti intellettualmente appaiono tutti<br />
coloro che a tale campagna si aggregano<br />
o che ad essa plaudono con la stessa cecità<br />
ideologica delle tricoteuses giacobine sotto<br />
i patiboli. Per quanto riguarda il primo tema,<br />
quello relativo alla richiesta di abolizione<br />
dell’asserita esenzione ICI, “Avvenire” ha documentalmente<br />
dimostrato per tabulas, attraverso<br />
la sua meritoria campagna, che trattasi<br />
di pura menzogna. Per cui la questione si può<br />
anche chiudere qui. Perciò che concerne, invece,<br />
il secondo tema, ovvero il trasferimento<br />
dei fondi dello Stato Italiano alla Chiesa cattolica<br />
attraverso il meccanismo dell’otto per<br />
mille del gettito fiscale, il discorso merita una<br />
considerazione. Approfittando, in perfetta<br />
mala fede, del rigore generale imposto dalla<br />
nuova politica di austerity, i soliti anticlericali<br />
hanno trovato spazio per amplificare il logoro<br />
refrain sull’odiato privilegio concesso alla<br />
Chiesa, che vanno ripetendo, come un disco<br />
rotto, dal 1985. Sapendo di non poter vincere<br />
la guerra dell’abolizione, ora tentano almeno<br />
di vincere la battaglia della riduzione. “Se il<br />
popolo deve fare sacrifici, li facciano anche i<br />
cardinali”, sentivo giorni fa alla radio. E lo stesso<br />
Gustavo Raffi, Gran Maestro della potente<br />
obbedienza massonica del Grande Oriente<br />
d’Italia, dalla sontuosa villa romana Il vascello,<br />
lo scorso dicembre così tuonava contro gli<br />
asseriti benefici fiscali in favore del clero cattolico:<br />
“Bisogna cancellare i privilegi, senza se<br />
e senza ma:anche la Chiesa paghi le tasse,<br />
perché nel momento in cui si chiedono lacrime<br />
e sangue ai pensionati e alle fasce sociali<br />
più deboli, non si possono mantenere feudali<br />
esenzioni per gli immobili commerciali di proprietà<br />
del clero”.<br />
Tutto ciò apparirebbe risibile se la drammaticità<br />
del momento non lo facesse apparire una<br />
farsa macabra. Di fronte ad una simile operazione<br />
mistificatoria, bisognerebbe trovare il coraggio<br />
di fare una proposta davvero radicale.<br />
Un coup de théatre: accettare l’abolizione totale<br />
dell’otto per mille. Ad una sola condizione,<br />
però. Che lo Stato italiano restituisca tutto<br />
l’immenso patrimonio, costituito da chiese,<br />
conventi, monasteri, palazzi, biblioteche, terreni,<br />
opere d’arte, suppellettili sacre, ecc., illegittimamente<br />
sottratto alla Chiesa Cattolica,<br />
in violazione di ogni diritto, ivi compreso il diritto<br />
internazionale. Sì, perché qualcuno ancora<br />
si ostina a dimenticare che l’otto per mille, dal<br />
punto di vista morale e giuridico, non rappresenta<br />
una generosa liberalità, ma l’indennizzo<br />
dello Stato a quell’illecito incameramento del<br />
patrimonio ecclesiastico, perpetrato a partire<br />
dal 1855, quando l’ex ministro Clemente Solaro<br />
della Margherita (autentico conservatore),<br />
prendendo la parola nel parlamento piemontese,<br />
definì le Leggi Siccardi un “sacrilego latrocinio”.<br />
Lo Stato italiano, ovviamente, non<br />
sarebbe in grado di restituire tutti i beni illecitamente<br />
sottratti alla Chiesa dal 1855 al 1875, e<br />
la proposta ha evidentemente il sapore di una<br />
provocazione. Si tratta però di una provocazione<br />
che dovrebbe far riflettere soprattutto i<br />
tris nipotini di Siccardi, Rattazzi, Ferraris. Oggi<br />
allo Stato italiano, proprio in concomitanza<br />
del 150° anniversario dell’unità, non conviene<br />
davvero riaprire quella dolorosa ferita, maldestramente<br />
coperta dalla mitologia risorgimentale<br />
anticattolica. Intelligenti pauca.<br />
(Tratto da “Corrispondenza Romana”<br />
n° 1223 del 04-01-2012)<br />
7
11 marzo 2012<br />
“SII SEMPRE FIERO DI ESSERE EBREO” DISSE PIO XII<br />
di Raffaele Alessandrini<br />
dimenticarlo mai, sii sempre<br />
fiero di essere ebreo!”. Così<br />
“Non<br />
nell’autunno del 1941 Pio XII esorta<br />
a voce alta il ventunenne Howard “Heinz “<br />
Wisla – da poco sfuggito alla persecuzione nazifascista<br />
– nel corso di una drammatica udienza<br />
in <strong>Vatican</strong>o alla quale sono presenti anche<br />
diversi soldati tedeschi in uniforme. Il Pontefice,<br />
di fronte all’impaccio dell’interlocutore<br />
che cerca di esprimersi in stentato italiano, lo<br />
mette a suo agio, lo incoraggia a parlare in<br />
tedesco, ne ascolta il racconto. La storia del rifugiato<br />
è inquietante; riguarda molti prigionieri<br />
ebrei bisognosi di aiuto, dopo un naufragio nel<br />
mar Egeo e ora internati in campi di prigionia.<br />
Papa Pacelli non perde una parola. Conosce<br />
i fatti , loda il giovane e lo esorta a tornare il<br />
giorno dopo con una memoria scritta. Poi a<br />
voce alta, in modo che tutti possano sentire,<br />
gli dice: “Figlio mio solo il Signore sa se tu sei<br />
più degno di altri uomini, ma credimi, tu sei<br />
altrettanto degno di ogni altro essere umano<br />
che vive su questa terra! E ora, o mio amico<br />
ebreo, vai con la protezione del Signore, e non<br />
dimenticare mai, devi essere sempre fiero di<br />
essere ebreo!”.<br />
Lo straordinario incontro è stato documentato<br />
da William Doino Jr. nell’articolo Pope Pius<br />
xii: Friends and Rescuer of Jews che apparve<br />
nel numero di gennaio do “Inside the <strong>Vatican</strong>”<br />
(pp. 10-18), il magazine fondato e diretto da<br />
Robert Moynihan.<br />
Wisla era stato tra gli scampati al naufragio<br />
della nave “Pentcho” affondata nel 1940 nel<br />
Mar Egeo durante il trasporto di cinquecento<br />
ebrei rifugiati dalla Slovacchia verso la Palestina.<br />
I naufraghi dopo undici durissimi giorni<br />
passati in un’isoletta disabitata, furono soccorsi<br />
da una nave italiana che però li deportò nel<br />
campo di concentramento di Rodi. Se non fosse<br />
stato per l’intervento di Pio XII la loro sorte<br />
sarebbe stata segnata. Nell’inverno tra il 1941<br />
e i. 1942 infatti, una nave della Croce Rossa<br />
raccolse i rifugiati affamati dal campo di concentramento<br />
di rodi e li fece trasferire in terra<br />
italiana al campo Ferramonti di Tarsia presso<br />
Cosenza. Un campo atipico, com’è noto, tanto<br />
da essere stato definito qualche anno fa “un<br />
paradiso inaspettato” dal “Jerusalem Post” o<br />
“il più grande kibbutz del continente europeo”<br />
dallo storico Jonathan Steinberg dell’Università<br />
di Cambridge (cfr. Gaetano Vallini, Il lager che<br />
salvò migliaia di ebrei in “L’Osservatore Romano”,<br />
4 giugno 2009).<br />
Wisla, dopo molte peripezie, nella primavera<br />
del 1944 raggiunse la Palestina e poté ricostruire<br />
la vicenda nell’articolo A Papal Audience in<br />
Wartime pubblicato il 28 aprile 1944 su “The Palestine<br />
Post” (oggi “The Jerusalem Post”) e firmato<br />
con lo pseudonimo “Refugee” (p. 6). Già<br />
nel 2006 “Inside the <strong>Vatican</strong>” ne aveva dato<br />
parziale notizia, e ora – come scrive Moynihan<br />
– abbiamo più ampia e corretta informazione<br />
sulla condotta e sul vero atteggiamento tenuto<br />
da Pio XII nei confronti del popolo ebraico.<br />
(L’Osservatore Romano<br />
venerdì 13 gennaio 2012)<br />
8
All’Ombra del Cupolone<br />
LA PRIMA MESSA DEL CARDINALE BERTELLO<br />
PER IL PERSONALE DEL GOVERNATORATO<br />
Il pomeriggio di martedì 21 febbraio, mite<br />
e con temperature primaverili, ha fatto da<br />
contorno alla prima Messa celebrata dal<br />
Presidente come neo-Cardinale per la famiglia<br />
del Governatorato.<br />
S.E. Mons. Sciacca ha formulato gli auguri a<br />
nome di tutti, ricordando anche la figura del<br />
Santo del giorno, Pier Damiani, che tra l’altro è<br />
un Cardinale proclamato Santo. Ha concluso il<br />
saluto con una bella frase del Card. Elia Dalla<br />
Costa, presa in prestito dall’immagine ricordo<br />
del neo Cardinale Arcivescovo di Firenze Giuseppe<br />
Betori: «Il rosso dell’abito cardinalizio, nel<br />
suo muto ma eloquente linguaggio, mi ripeterà<br />
assiduamente il precetto divino: “Amerai Iddio”.<br />
Il fiammeggiante rosso della porpora mi<br />
ripeterà perennemente con insistente voce:<br />
“Ama il tuo prossimo e soprattutto ama il popolo<br />
fiorentino che è popolo tuo”». Ovviamente,<br />
ha aggiunto Mons. Sciacca, l’ultima parte della<br />
frase può essere adattata – per il Card. Bertello<br />
– alla grande famiglia del Governatorato.<br />
Hanno concelebrato gli Assistenti Spirituali delle<br />
Direzioni, Monsignori Frezza e Pennacchini, don<br />
Fusi e P. Schiavella, insieme a Mons. Nicolini, P.<br />
Mapelli e P. Ortega della Parrocchia di Sant’Anna.<br />
Alla S. Messa ha assistito anche il Cardinale<br />
Martino, membro della Pontificia Commissione<br />
per lo Stato della Città del <strong>Vatican</strong>o.<br />
All’omelia il Cardinal Bertello, prendendo<br />
spunto dal Vangelo, ha descritto la figura del<br />
servo, dell’ultimo degli ultimi, il servitore di tutti,<br />
come anche il Papa ha indicato ai nuovi<br />
Cardinali nei giorni del Concistoro: l’umiltà, la<br />
sobrietà, il silenzio, ed ha richiamato anche il<br />
senso di solidarietà in una comunità come la<br />
nostra, il riconoscere la propria dignità di cristiani,<br />
il dover essere fedeli all’amore e - non<br />
ultimo - responsabili, di una responsabilità non<br />
solo spirituale ma concreta. Concludendo, il<br />
Cardinale ha ricordato una frase di San Francesco<br />
di Sales che può essere indicazione<br />
preziosa per tutti: camminare con fermezza<br />
lungo il cammino tracciato dalla Provvidenza.<br />
Al termine della celebrazione, la processione<br />
finale ha sostato sul piazzale del Governatorato<br />
dove la Banda del Corpo della<br />
Gendarmeria ha reso omaggio al novello<br />
Cardinale con l’Inno Pontificio ed altri brani<br />
del suo vasto repertorio.<br />
9
11 marzo 2012<br />
CONCERTO D’ORGANO DEL M° CLAUDIO NOVATI<br />
Alle ore 17 del 2 marzo scorso,<br />
si è tenuto nella chiesa<br />
di Maria, Madre della Famiglia<br />
un concerto d’Organo del<br />
giovanissimo M° Claudio Novati,<br />
originario di Como ma attualmente<br />
studioso alla Hochschule für Musik<br />
di Weimar, in Germania. Seppur<br />
appena ventenne, il M° Novati<br />
vanta un curriculum di tutto rispetto,<br />
suona pianoforte dall’età di 8<br />
anni, figlio d’arte, ha partecipato<br />
a numerosi concorsi internazionali.<br />
Alla presenza dell’Em.mo Card.<br />
Giovanni Lajolo, Presidente Emerito<br />
del Governatorato, di S.E. Mons.<br />
Adriano Bernardini, nuovo Nunzio<br />
Apostolico in Italia, accompagnato<br />
dai R.mi Monsignori Dellagiovanna<br />
e Lorusso della medesima Nunziatura<br />
Apostolica, Mons. Guido<br />
Pozzo, Segretario della Pontificia<br />
Commissione «Ecclesia Dei», numerosi<br />
Ambasciatori accreditati presso<br />
la Santa Sede, i Consiglieri dello<br />
Stato, Ing. Daniele Dalvai e Dott.<br />
Pier Paolo Francini, nonché tanti<br />
affezionati agli appuntamenti musicali<br />
organizzati dal Governatorato.<br />
Gli illustri ospiti, sono stati accolti<br />
dall’Ecc.mo Mons. Giuseppe Sciacca,<br />
Segretario Generale, il quale ha<br />
tenuto a ricordare che proprio sotto<br />
la Presidenza del Card. Lajolo furono<br />
introdotti i Concerti nella chiesa<br />
del Governatorato. Ha ricordato<br />
come la musica sia la medicina<br />
delle anime, che riesce ad affratellare<br />
tutti gli uomini. L’Organo inoltre<br />
è lo strumento musicale “principe”<br />
perché è quello che più assomiglia<br />
alla voce dell’uomo, lo strumento<br />
“sincero” che accompagna ogni<br />
celebrazione liturgica.<br />
Il tema scelto per il concerto è stato<br />
“L’Organo fra Italia e Germania”<br />
con brani di Frescobaldi, Pachelbel,<br />
Zipoli, Marcello e Bach in una spirituale<br />
unione tra le due nazioni oggi<br />
più che mai legate allo Stato della<br />
Città del <strong>Vatican</strong>o ed al suo Sovrano<br />
Pontefice.<br />
Al termine dell’esecuzione dei brani,<br />
Mons. Sciacca ha omaggiato e<br />
ringraziato il M° Novati donandogli<br />
oltre ad una pregevole confezione<br />
numismatica dell’Ufficio Filatelico e<br />
Numismatico, anche il volume “Un<br />
nuovo Organo in <strong>Vatican</strong>o”, pubblicato<br />
nel 2007, anno in cui venne<br />
installato ed inaugurato l’Organo<br />
“Daniele Maria Giani” nella nostra<br />
chiesa del Governatorato, oggi<br />
magistralmente suonato dal M°<br />
Novati e realizzato dall’omonima<br />
casa d’Organi di Corte de’Frati in<br />
provincia di Cremona. Ha inoltre<br />
ricordato una curiosa coincidenza<br />
di date: il 2 marzo è sia la data di<br />
nascita che quella di elezione al<br />
Soglio Pontificio di un grande Pontefice<br />
amante della musica, Papa<br />
Pio XII, Eugenio Pacelli.<br />
Su invito di S.E. Mons. Sciacca,<br />
ha preso la parola anche il Card.<br />
Lajolo, esperto e conoscitore di<br />
musica, il quale ha rinnovato i ringraziamenti<br />
al giovane Maestro e<br />
salutato tutti i presenti, in particolare<br />
il nuovo Nunzio in Italia, suo compagno<br />
di Accademia.<br />
AUGURI<br />
DI BUONA PASQUA<br />
La redazione de “All’ombra del Cupolone” coglie l’occasione<br />
per porgere i migliori auguri per le prossime festività pasquali.<br />
10
All’Ombra del Cupolone<br />
IL RESTAURO DEL CORTILE DEL BELVEDERE<br />
di Marco Bargellini<br />
Nel 1998 la Direzione<br />
dei Servizi Tecnici intraprese<br />
un ambizioso<br />
programma di riordino dei<br />
Cortili interni dei Palazzi Apostolici.<br />
Lo scopo era quello di una<br />
verifica ravvicinata e diretta<br />
di tutte le componenti architettoniche<br />
delle facciate,<br />
analizzando la stabilità dei<br />
manufatti murari, lapidei, decorativi<br />
e strutturali.<br />
Questa attività sarebbe stata<br />
quindi propedeutica a determinare<br />
e ad eseguire tutti<br />
quegli interventi per la stabilità<br />
complessiva del corpo<br />
monumentale, unitamente<br />
alla sua immagine di restauro<br />
estetico.<br />
L’azione di riordino, che da<br />
molti anni non veniva eseguita,<br />
se non in casi sporadici<br />
legati a particolari contingenze,<br />
doveva partire<br />
dal cuore dei Sacri Palazzi, il<br />
Cortile di Sisto V, per arrivare,<br />
con un’azione lineare e sistematica,<br />
fino al Cortile della<br />
Sentinella attraverso i Cortili<br />
di S. Damaso, dei Pappagalli,<br />
Borgia e la grande arena del<br />
Cortile del Belvedere: progetto<br />
impegnativo sia per le<br />
enormi superfici di intervento<br />
sia per la delicatezza delle<br />
operazioni di restauro, che la<br />
storia e la monumentalità dei<br />
luoghi imponevano.<br />
Il Cortile del Belvedere,<br />
splendida realizzazione cinquecentesca<br />
del Bramante,<br />
dove si affacciano importanti<br />
istituzioni come la Segreteria<br />
di Stato, i Musei <strong>Vatican</strong>i, la<br />
Biblioteca Apostolica <strong>Vatican</strong>a<br />
e l’Archivio Segreto, rappresenta,<br />
dopo il complesso<br />
della Basilica e del Colonnato<br />
Berniano, il costruito più<br />
imponente nello Stato.<br />
L’idea primigenia di papa<br />
Giulio II, quella di uno spazio,<br />
di ampia prospettiva tra<br />
il Casino del Belvedere e gli<br />
appartamenti Papali, contenitore<br />
di giardini e di opere<br />
d’arte, fu nei secoli seguenti<br />
alterata con la costruzione<br />
del Braccio Sistino, prima, e<br />
successivamente con quella<br />
del Braccio Nuovo.<br />
Nonostante ciò il Cortile inferiore,<br />
che ha mantenuto<br />
la denominazione originaria,<br />
sembra quasi non aver risentito<br />
della chiusura trasversale a<br />
Nord: la prima sensazione di<br />
un visitatore, scevro di conoscenza<br />
storica, è quella di percepire<br />
continuo e armonioso il<br />
ritmo delle paraste e degli archi<br />
in elevato e sul perimetro.<br />
Anche la facciata Sud, di<br />
partito architettonico diverso<br />
e di presenze monumentali<br />
singolari come la grande esedra<br />
e la Torre Borgia, appare<br />
come un naturale complemento<br />
degli altri tre lati.<br />
Consapevole del rispetto<br />
che l’ambiente imponeva, la<br />
Direzione dei Servizi Tecnici,<br />
con il suo Servizio dell’Edilizia<br />
Interna, iniziò nel 1998 il restauro<br />
dei quasi 11000 metri<br />
quadrati dei fronti verticali.<br />
Partendo dalla Torre Borgia,<br />
che aveva manifestato necessità<br />
di controllo statico, si<br />
procedette in senso orario interessando<br />
via via i corpi limitrofi<br />
fino a terminare i lavori nel<br />
dicembre 2011, sul lato est.<br />
L’azione di riordino fu indirizzata<br />
sin dall’inizio nella revisione<br />
totale dei cornicioni e<br />
delle sovrastanti coperture e<br />
in merito è da ricordare l’importante<br />
sistemazione della<br />
copertura del Salone Sistino,<br />
nell’anno 2009.<br />
Sui paramenti di facciata<br />
l’intervento si dedicò principalmente<br />
al restauro delle<br />
cortine murarie, attraverso<br />
il lavaggio, la sostituzione di<br />
laterizi rotti, mancanti o difformi<br />
dal contesto originario<br />
e la stilatura dei giunti scarniti<br />
dal tempo e dalle intemperie,<br />
con impasti analoghi agli<br />
originari.<br />
Il restauro si estese quindi anche<br />
agli elementi architettonici<br />
lapidei: architravi, mensole,<br />
cornicioni, capitelli in<br />
travertino e peperino furono<br />
consolidati e rinforzati.<br />
Dove necessario si intervenne<br />
anche sulle parti di intonaco<br />
ammalorate con rifacimenti,<br />
reintegri e tinteggiature.<br />
Stante la costruzione di impegnative<br />
opere di ponteggio,<br />
per ogni lotto di lavoro si colse<br />
l’occasione della verifica<br />
e della sostituzione, ove necessario,<br />
di componenti non<br />
specificatamente architettoniche<br />
ma d’importanza funzionale<br />
come gli infissi esterni,<br />
i canali di gronda e gli impianti<br />
tecnologici soprattutto<br />
quelli per la protezione dalle<br />
scariche atmosferiche.<br />
Concludendo, il riordino del<br />
Cortile del Belvedere oltre a<br />
rappresentare il felice compimento<br />
di una programmata<br />
azione di restauro ha rappresentato,<br />
altresì, nei suoi<br />
dodici anni di attività, un’<br />
occasione che ha permesso<br />
con l’impegno e la dedizione<br />
lavorativa, dettata dall’importanza<br />
dell’obiettivo e dal<br />
rispetto dai luoghi, la crescita<br />
professionale dei tecnici e<br />
delle maestranze che vi hanno<br />
partecipato.<br />
11
11 marzo 2012<br />
MESSA IN OFFICINA MECCANICA<br />
di Riccardo Pelliccioni<br />
La Celebrazione dell’Eucarestia<br />
è un rito che<br />
sempre si rinnova. Non si<br />
rinnova solo nel ricordare il sacrificio<br />
di Cristo Nostro Signore<br />
e l’attesa del suo ritorno, ma<br />
si rinnova anche nei luoghi.<br />
Il 13 gennaio 2012, nei locali<br />
dell’Officina Meccanica,<br />
presso il Centro Industriale<br />
dello S.C.V., si è svolta per la<br />
prima volta una Santa Messa.<br />
Tutti gli operai hanno partecipato;<br />
falegnami, fabbri,<br />
idraulici, elettricisti ed anche<br />
operai di altri Reparti. La Cerimonia<br />
è stata celebrata da<br />
Don Bruno Silvestrini, Parroco<br />
di Sant’Anna, che ha commentato<br />
un brano del Vangelo<br />
di Marco ove si narra della<br />
guarigione del paralitico.<br />
Accanto a Don Bruno erano<br />
presenti le Suore Missionarie<br />
Francescane di Maria del<br />
Laboratorio Arazzi che con<br />
i loro canti, accompagnati<br />
dal suono della chitarra di<br />
Giacomo Forconi, hanno allietato<br />
la liturgia.<br />
Natale, festa della famiglia<br />
di Maria Adalgisa Ottaviani<br />
Secondo una consuetudine che si ripete ormai per la<br />
quinta volta, i dipendenti dei Servizi Economici si sono<br />
scambiati gli auguri in occasione del S. Natale, in un momento<br />
conviviale, il 16 dicembre scorso presso la Mensa di<br />
Servizio.<br />
La cena è stata anche quest’anno un’occasione per aiutare,<br />
per quanto possibile, chi è meno fortunato di noi: si è deciso<br />
di destinare le offerte raccolte (27.100 €) alla Caritas di Roma.<br />
Ad essa si rivolgono giovani mamme, per lo più straniere,<br />
prive di ogni forma di aiuto e sostentamento che trovano una<br />
famiglia nella “Casa di Cristian”, centro di prima accoglienza<br />
della Caritas Diocesana di Roma, voluto da Mons. Enrico<br />
Feroci.<br />
Alcune di esse ci hanno commosso partecipando alla cena<br />
insieme ai loro figli e condividendo con noi un momento di<br />
serena familiarità, tra gustose portate ed eccellente musica<br />
offertaci, come di consueto, dalla banda della Gendarmeria.<br />
12
All’Ombra del Cupolone<br />
...È ARRIVATA LA BEFANA!!!<br />
di Cristiano Cristofori<br />
Come da tradizione,<br />
anche quest’anno si<br />
è svolta la Festa della<br />
Befana per i dipendenti della<br />
Direzione dei Servizi di Sicurezza<br />
e Protezione Civile.<br />
La festa è iniziata alle ore<br />
17,00 del 29 gennaio con la<br />
Santa Messa celebrata nella<br />
Chiesa di Sant’Anna da Sua<br />
Eccellenza Reverendissima<br />
Mons. Giuseppe Sciacca,<br />
Segretario Generale del Governatorato,<br />
e concelebrata<br />
dal Cappellano Padre Joele<br />
Schiavella O.S.A., alla presenza<br />
del Direttore Dr. Domenico<br />
Giani e di numerosissimi<br />
dipendenti e familiari.<br />
Al termine della celebrazione,<br />
nella zona antistante la<br />
Mensa di servizio i tanti bambini<br />
presenti hanno accolto<br />
l’arrivo della “Befana” scesa<br />
dal terrazzo del Palazzo Belvedere<br />
a cavallo della sua<br />
caratteristica scopa sebbene,<br />
data l’età avanzata, sia<br />
stata un pochino aiutata nella<br />
discesa dai Vigili del Fuoco<br />
dello SCV.<br />
La Befana ha quindi distribuito<br />
i giocattoli ai bambini che<br />
l’hanno accolta con gioia,<br />
mista a stupore e curiosità,<br />
Novena di Natale<br />
di Antonio Perfetti<br />
posando con lei per alcune<br />
foto ricordo.<br />
Successivamente nella Mensa<br />
di servizio, l’Ecc.mo Segretario<br />
Generale ha rivolto<br />
ai presenti un discorso di saluto<br />
e di ringraziamento per il<br />
particolare ed impegnativo<br />
lavoro svolto, cui ha fatto seguito<br />
un momento conviviale<br />
gioioso e familiare, curato<br />
come al solito con attenzione<br />
e professionalità dalla Società<br />
La Serenissima.<br />
Al termine della serata il Dr.<br />
Domenico Giani ha voluto ringraziare<br />
tutti gli appartenenti<br />
alla Direzione, rivolgendo<br />
soprattutto un pensiero alle<br />
famiglie che quotidianamente<br />
affrontano con pazienza i<br />
diversi disagi causati dai turni<br />
di servizio diuturni e notturni<br />
cui sono sottoposti i loro cari,<br />
soprattutto nei giorni festivi e<br />
nelle ricorrenze mportanti.<br />
Terminata la festa, tutti i dipendenti<br />
hanno ricevuto un<br />
pacco regalo, impreziosito<br />
da un dono del Santo Padre,<br />
segno della Sua paterna gratitudine<br />
e costante vicinanza.<br />
Il personale, gli ex dipendenti ed i pensionati<br />
della Direzione dei Servizi di Sicurezza e Protezione<br />
Civile, alla presenza del Direttore, Dr.<br />
Domenico Giani, hanno partecipato alla “Novena”<br />
in preparazione al Santo Natale con la recita dei<br />
Vespri nella Chiesa di San Pellegrino dal 14 al 22<br />
dicembre u.s, coordinati dal Cappellano Padre Joele<br />
Schiavella, O.S.A.<br />
Nelle nove serate, i Sacri Vespri sono stati guidati<br />
rispettivamente da Sua Eminenza il Cardinale Angelo<br />
Comastri, Arciprete della Papale Basilica di San<br />
Pietro, da Mons. Alain Guy De Raemy, Cappellano<br />
della Guardia Svizzera, da Mons. Stefano Sanchirico,<br />
Cerimoniere Pontificio, da Mons. Peter Bryan Wells,<br />
Assessore della Segreteria di Stato, da Mons. Franco<br />
Camaldo, Cerimoniere Pontificio, da Padre Leonardo<br />
Sapienza, Addetto al Protocollo della Prefettura<br />
della Casa Pontificia, da Mons. Guido Marini, Maestro<br />
delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, da Sua<br />
Eccellenza Mons. Giuseppe Sciacca, Segretario Generale<br />
del Governatorato, e da Sua Eccellenza Mons.<br />
Giuseppe Bertello, Presidente del Governatorato.<br />
Al termine dei Solenni Vespri del 22 dicembre u.s.,<br />
che hanno concluso la “Novena”, si è volto un momento<br />
conviviale nella Caserma del Corpo della<br />
Gendarmeria con lo scambio degli auguri natalizi.<br />
13
11 marzo 2012<br />
LA FLORERIA ED IL PRESEPE DEL SANTO PADRE<br />
di Paolo Sagretti<br />
Anche nel 2011 le maestranze della Floreria,<br />
supportate dal Laboratorio Elettrotecnico<br />
del Servizio Laboratori Impianti,<br />
si sono adoperate alla realizzazione del<br />
presepe destinato all’Appartamento Privato. Il<br />
Santo Padre ha ritagliato qualche minuto della<br />
mattinata del 23 dicembre per elogiare tutti<br />
noi del lavoro svolto e facendoci soprattutto<br />
dono di cordiali parole di gratitudine che hanno<br />
commosso, non poco, tutti gli astanti.<br />
Quest’anno è stato deciso di riprodurre uno<br />
scorcio dei Giardini vaticani, molto caro al<br />
Papa, ovvero quello delle passeggiate pomeridiane<br />
dedite alla preghiera, per l’appunto,<br />
nella zona che va dalla Grotta di Lourdes fino<br />
alla Torre San Giovanni. Una ricostruzione minuziosa<br />
e particolareggiata riprodotta dalle mani<br />
degli abili artigiani dei Laboratori di Restauro,<br />
Doratura, Tappezzeria con l’immancabile sostegno<br />
finale degli Allestitori.<br />
Una bella sensazione è stata nel veder riprodotte<br />
in miniatura la cancellata della Grotta,<br />
così come l’Edicola con l’Effige di Santa Teresa<br />
di Lisieux o la Torre San Giovanni. Quello che ci<br />
ha dato più soddisfazione, però, è stato riuscire<br />
a proporzionare una zona molto ampia, utilizzando<br />
esperienza, fantasia, impegno e soprattutto<br />
tanta buona volontà.<br />
Piacevole è stato suscitare l’ammirazione di<br />
coloro che, guardando il presepe, riconoscevano<br />
alcune particolarità della zona riprodotta<br />
come ad esempio la garitta della guardia<br />
alla sinistra della Grotta oppure la fontana con<br />
la lapide alla destra così come la pavimentazione<br />
del Piazzale antistante.<br />
Sullo sfondo, a protezione della natività, un<br />
Agente della Gendarmeria ed una Guardia<br />
Svizzera sembrano adoperarsi, allora come<br />
oggi, a protezione del territorio vaticano.<br />
Molto gradito da tutti noi è stato l’appoggio<br />
e lo stimolo durante la preparazione del Presidente<br />
del Governatorato Sua Em.za Card. Giuseppe<br />
Bertello, del Segretario Generale S. Ecc.<br />
Mons. Giuseppe Sciacca, e del Direttore dei<br />
Servizi Generali Dott. Giovanni Amici coronato<br />
da sentiti ringraziamenti per il lavoro svolto.<br />
14
All’Ombra del Cupolone<br />
COPPA VATICANA<br />
di Sergio Valci<br />
Il 9 gennaio si è conclusa la COPPA VATI-<br />
CANA 2011-2012 con la disputa della gara<br />
finale tra la squadra della DIRSECO (Servizi<br />
Economici) e quella della GENDARMERIA che<br />
brillantemente aveva superato i turni di selezione<br />
delle gare eliminatorie affermandosi sulle<br />
squadre dei Telefoni e della New Team.<br />
Se il buongiorno si vede dal mattino, per la<br />
Dirseco si prospetta una stagione d’oro alla<br />
caccia del grande slam, alla conquista del<br />
triplette: coppa, campionato e supercoppa.<br />
Intanto il primo trofeo è già in bacheca. Infatti<br />
i giocatori della Dirseco hanno alzato la Coppa<br />
<strong>Vatican</strong>a dopo un’avvincente ed incerta<br />
finale contro la Gendarmeria. Un 1-0 maturato<br />
proprio negli ultimi minuti, quando ormai<br />
avevano la testa ai tempi supplementari. Un<br />
rinvio, un po’ maldestro al dire il vero, della<br />
difesa della Gendarmeria ha fatto cadere la<br />
palla proprio sui piedi del bomber Alessandro<br />
Quarta. E lui non ha perdonato l’errore degli<br />
avversari, incassando con freddezza. Nessuna<br />
sorpresa: da anni Quarta risulta sempre tra i<br />
migliori giocatori dei tornei vaticani.<br />
Per i gendarmi ci sarebbe subito la possibilità<br />
di rifarsi, a febbraio infatti inizieranno le partite<br />
del campionato vaticano. La Dirseco però non<br />
nasconde le proprie ambizioni. Del resto non lo<br />
ha mai fatto, finendo sempre per vincere o comunque<br />
classificandosi sempre nei primi posti<br />
di tutte le manifestazioni calcistiche.<br />
Oltre che dai gendarmi, la Dirseco dovrà<br />
guardarsi dalle squadre dei Musei (Hermes<br />
e New Team), dei Telefoni, delle Poste, della<br />
Fortitudo e dell’Associazione SS. Pietro e Paolo.<br />
E occhio alle sorprese. La Guardia Svizzera<br />
infatti è sempre alla ricerca del primo titolo,<br />
fisicamente i giocatori sono preparatissimi,<br />
forse tecnicamente non sono fenomeni e, va<br />
riconosciuto, non li aiuta neppure il continuo<br />
ricambio dei componenti della squadra.<br />
Insomma, la tradizione calcistica vaticana<br />
moderna continua a pieno ritmo fin dalla costituzione<br />
della prima squadra vera e propria<br />
nata nel giugno 1966 nei corridoi dei musei.<br />
Interessante ricordare che a formarla ci pensarono<br />
custodi, restauratori ed amministrativi<br />
che scelsero di chiamarla Hermes. Nome<br />
originale e spiegazione curiosa: molti di loro<br />
in quel periodo prestavano servizio nel cortile<br />
ottagono del museo Pio Clementino dove si<br />
trova la copia romana della statua di Prassitele<br />
raffigurante proprio il mitologico messaggero<br />
degli dèi.<br />
15
11 marzo 2012<br />
“VECCHI” AMICI IN VATICANO<br />
di Giulia Artizzu<br />
... e se per Roma c’e Romeo<br />
il gatto der Colosseo<br />
per noi c’è CICCIO il<br />
gatto del Museo. Ciccio,<br />
così affettuosamente<br />
chiamato dai dipendenti,<br />
è un gattone nero molto<br />
socievole e sicuro del proprio<br />
fascino. Ultimamente,<br />
proprio i dipendenti si<br />
sono resi conto che non<br />
stava bene e che aveva<br />
bisogno di un pronto intervento<br />
veterinario, ma per<br />
un “tipetto simile” ci sono<br />
voluti giorni di appostamenti<br />
per catturarlo, perché<br />
appena vedeva arrivare<br />
il veterinario spariva<br />
nel nulla. Allora, il nostro<br />
Staff per la salvaguardia<br />
della fauna ha tentato<br />
una strategia che in un<br />
primo momento sembrava<br />
aver successo, nonostante<br />
fossimo in tre nel<br />
cercare di farlo entrare<br />
nel trasportino Ciccio senza<br />
scomporsi ha dimostrato<br />
una inedita forza da<br />
toro. Ha piantato a terra<br />
tranquillamente davanti<br />
al trasportino le sue grosse<br />
zampotte e non c’è<br />
più stato nulla da fare,<br />
era inamovibile. Solo l’intervento<br />
di Luigi Buratta<br />
(che orgoglioso ha sempre<br />
detto ai turisti che lo<br />
accarezzavano “It’s Ciccio…is<br />
my friend) ha evitato<br />
l’uso della cerbottana<br />
con l’anestetico. Dopo<br />
giorni di fiato sospeso per<br />
una serissima operazione<br />
e lunga degenza in clinica<br />
specialistica Ciccio<br />
è tornato ai Musei e alla<br />
solita vita di tutti i giorni:<br />
lattuccio caldo in tarda<br />
mattina e preferibilmente<br />
una dormitina nel primo<br />
pomeriggio in braccio a<br />
qualche bella turista.<br />
Ciccio non è l’unico gatto<br />
presente e per lui e per gli<br />
altri sono state posizionate<br />
delle apposite casette<br />
per il loro ricovero nelle<br />
zone di necessità.<br />
Le cassette per il ricovero<br />
dei gatti sono state realizzate<br />
dai Servizi Tecnici,<br />
per intervento di Mons.<br />
Viganò ed in seguito di<br />
S.E. Mons. Sciacca su progetto<br />
del Prof. Klaus Gunther<br />
Friedrich, come già<br />
costruite in Germania secondo<br />
modalità utili per<br />
i felini, ma esteticamente<br />
accettabili per essere<br />
collocate nei Giardini<br />
<strong>Vatican</strong>i atte a garantire<br />
l’igiene ed il decoro<br />
dell’ambiente.<br />
A tal fine sono stati precedentemente<br />
effettuati<br />
sopralluoghi nelle zone<br />
interessate con l’Arch.<br />
Barbara Bellano ed il Sig.<br />
Mauro Caporusso della<br />
Direzione dei Servizi Tecnici<br />
e del Sig. Luciano<br />
Cecchetti dei Giardini<br />
<strong>Vatican</strong>i, per individuare<br />
collocazioni che non<br />
disturbino il contesto architettonico<br />
e paesaggistico.<br />
Un ringraziamento<br />
va al Dott. Domenico<br />
Giani, Direttore dei Servizi<br />
di Sicurezza e Protezione<br />
Civile, che ha delegato<br />
l’Ispettore Stefano Marcon<br />
per affiancarci durante<br />
i vari interventi e a<br />
tutto il Corpo della Gendarmeria<br />
per la collaborazione<br />
quotidiana.<br />
Questa esperienza ci ha<br />
entusiasmato per la fruttuosa<br />
e armoniosa collaborazione<br />
che si è venuta<br />
a creare fra di noi, interrompendo<br />
così la routine<br />
di tutti i giorni operando<br />
per una buona causa.<br />
S.E. Mons. Giuseppe Sciacca con i resposabili per la “Tutela della<br />
Fauna” il Prof. Klaus Friedrich e Giulia Artizzu.<br />
16
All’Ombra del Cupolone<br />
UN SENTITO ADDIO<br />
di Pier Carlo Cuscianna<br />
Le sue inseparabili matite sono ancora sulla<br />
sua scrivania da Vice Direttore dei Servizi Tecnici<br />
del <strong>Vatican</strong>o, dove hanno appena finito<br />
di tracciare, con i tratti veloci e precisi che<br />
contraddistinguevano la sua mano, il progetto<br />
dell’ultimo grande presepe di Piazza S. Pietro.<br />
L’architetto Giuseppe Facchini - definito “storico<br />
architetto del <strong>Vatican</strong>o” da un servizio<br />
del TG5 dedicato all’inaugurazione del Presepe<br />
del 2011 - che da più di trentacinque anni<br />
prestava le sue mine alla Città del <strong>Vatican</strong>o,<br />
spaziando dal progetto della piscina di Papa<br />
Wojtyla alla costruzione della Domus Sanctae<br />
Marthae fino al nuovo ingresso dei Musei <strong>Vatican</strong>i<br />
ed alla Fontana di San Giuseppe, ci ha<br />
lasciati lo scorso gennaio.<br />
Schivo, ma mai avaro di sorrisi e di battute spiritose<br />
con le persone che gli stavano accanto,<br />
Giuseppe Facchini ha attraversato più di trentacinque<br />
anni di professione, con uno stile che,<br />
rifacendosi alla prima delle Lezioni Americane<br />
di italo Calvino, potrebbe forse essere improntato<br />
alla “leggerezza”, cioè a quella capacità<br />
di togliere peso, inteso quale inutile zavorra,<br />
sia al suo lavoro sia ai suoi rapporti con gli altri,<br />
prediligendo, invece, la “leggerezza” del vero<br />
e dell’essenziale, della semplicità, sia nel tratto<br />
architettonico che nei rapporti umani.<br />
Vederlo organizzare le attività legate alla progettazione<br />
o quelle inerenti la realizzazione,<br />
risolvendo le molteplici problematiche proprie<br />
del cantiere, significava imparare l’efficacia<br />
dell’esperienza legata alla capacità di commisurare<br />
gesti e parole nascondendone, però, il<br />
“peso” di cui si parlava prima con una battuta<br />
sarcastica o con un guizzo degli occhi, ridenti<br />
al di sotto della sua caratteristica e curatissima<br />
chioma argentea.<br />
Quando, nel giugno del 2005, Stefano Lorenzetto<br />
lo intervistò per il Giornale, riassumendo<br />
sia la sua attività sia lo storico legame della<br />
famiglia Facchini con la Santa Sede (il nonno<br />
Amedeo è stato funzionario della Biblioteca<br />
<strong>Vatican</strong>a per tutta la vita) Giuseppe Facchini<br />
chiuse l’intervista con quella che era la sua<br />
concezione della professione di architetto “…<br />
una professione artigianale, sia pure di altissimo<br />
livello, molto umana, molto terra terra, che<br />
crea le cose per la gente e non per la gloria di<br />
chi le firma. L’architettura è fatta di mente e di<br />
anima..”<br />
Conoscendolo, e conoscendo anche le cose<br />
che ha prodotto, questa affermazione non<br />
può essere messa in discussione. Nella sua<br />
opera c’è sempre la testimonianza di uno stile<br />
pacato ma perfettamente leggibile, sempre<br />
consono, nell’accostamento e nella composizione<br />
delle forme e dei materiali, alla filosofia<br />
del contesto in cui si interviene.<br />
Quando gli si chiedevano consigli riguardo alla<br />
risoluzione di qualche dubbio progettuale era<br />
solito rispondere con sicurezza indicando subito,<br />
con quel sorriso un po’ ironico che assumeva<br />
sempre con le persone con cui lavorava,<br />
la soluzione indubbiamente più semplice, più<br />
pura, meno arzigogolata, e terminando la sua<br />
spiegazione con un bonario rimprovero, reso<br />
ancora più affettuoso dal romanesco: “ La<br />
matitaaa! Ve scordate sempre de usà la matita<br />
figli miei…e sempre co ‘sto computer…”.<br />
17
11 marzo 2012<br />
LA PAROLA DEL PAPA<br />
(Benedetto X<strong>VI</strong>, discorso del Papa durante l’incontro<br />
con un gruppo di vescovi degli Stati Uniti d’America ricevuti giovedì 19 gennaio 2012)<br />
La Chiesa è chiamata, in ogni tempo opportuno<br />
e non opportuno, a proclamare<br />
il Vangelo che non solo propone verità<br />
immutabili, ma le propone proprio come chiave<br />
per la felicità umana e la prosperità sociale<br />
(cfr. Gaudium et spes, n. 10). Nella misura in<br />
cui alcune tendenze culturali attuali contengono<br />
elementi che vogliono limitare la proclamazione<br />
di tali verità, o racchiudendola entro<br />
i confini di una razionalità meramente scientifica<br />
o sopprimendola nel nome del potere politico<br />
e del governo della maggioranza, esse<br />
rappresentano una minaccia non solo per la<br />
fede cristiana, ma anche per l’umanità stessa<br />
e per la verità più profonda sul nostro essere<br />
e sulla nostra vocazione ultima, il nostro rapporto<br />
con Dio. Quando una cultura tenta di<br />
sopprimere la dimensione del mistero ultimo<br />
e di chiudere le porte alla verità trascendente,<br />
inevitabilmente s’impoverisce e diviene<br />
preda, come ha intuito tanto chiaramente il<br />
compianto Papa Giovanni Paolo II, di una lettura<br />
riduzionistica e totalitaristica della persona<br />
umana e della natura della società.<br />
Con la sua lunga tradizione di rispetto del giusto<br />
rapporto tra fede e ragione, la Chiesa ha<br />
un ruolo cruciale da svolgere nel contrastare<br />
le correnti culturali che, sulla base di un individualismo<br />
estremo, cercano di promuovere<br />
concetti di libertà separati dalla verità morale.<br />
La nostra tradizione non parla a partire da<br />
una fede cieca, bensì da una prospettiva razionale<br />
che lega il nostro impegno per costruire<br />
una società autenticamente giusta, umana<br />
e prospera alla nostra certezza fondamentale<br />
che l’universo possiede una logica interna accessibile<br />
alla ragione umana. La difesa della<br />
Chiesa di un ragionamento morale basato<br />
sulla legge naturale si fonda sulla convinzione<br />
che questa legge non è una minaccia alla<br />
nostra libertà, bensì una “lingua” che ci permette<br />
di comprendere noi stressi e la verità<br />
del nostro essere, e di modellare in tal modo<br />
un mondo più giusto e umano. Essa propone<br />
pertanto il suo insegnamento morale come un<br />
messaggio non di costrizione, ma di liberazione,<br />
e come base per costruire un futuro sicuro.<br />
La testimonianza della Chiesa, dunque, è<br />
per sua natura pubblica: essa cerca di convincere<br />
proponendo argomenti razionali nella<br />
pubblica piazza. La legittima separazione<br />
tra Chiesa e Stato non può essere interpretata<br />
come se la Chiesa dovesse tacere su<br />
certe questioni, né come se lo Stato potesse<br />
scegliere di non coinvolgere, o essere coinvolto,<br />
dalla voce di credenti impegnati nel<br />
determinare i valori che dovranno forgiare il<br />
futuro della nazione.<br />
L’eucarestia è la via per costruire una società più equa e fraterna.<br />
quale migliore occasione nella nostra giornata e vita che partecipare<br />
alla Messa quotidiana nella nostra chiesa di Maria Madre della Famiglia, alle ore 7.30<br />
18
All’Ombra del Cupolone<br />
NOTIZIE LIETE E TRISTI<br />
CI SONO ANCH’IO !<br />
Diverse famiglie di dipendenti del Governatorato sono state<br />
allietate in questo periodo dalla nascita di figli:<br />
Ginevra (19/12/2011) di Frioni Emiliano;<br />
Celeste (10/01/2012) di Orzilli Danilo;<br />
Federico (14/01/2012) di Lollobrigida Andrea;<br />
Lucio Tommaso (14/01/2012) di Gioacchini Roberto;<br />
Ilaria Victoria (23/01/2012) di Serafini Laura;<br />
Sienna (23/01/2012) di Benedetti Andrea;<br />
Amelia (28/01/2012) di Risi Massimiliano;<br />
Samuele (07/02/2012) di Marazzi Luca;<br />
Diego (07/02/2012) di Piccinini Mirko;<br />
Manuel (14/02/2012) di Bizzoni Mauro;<br />
Miriam (29/02/2012) di Raimondo Cristian;<br />
Alexander (05/03/2012) di Lupia Simone.<br />
NELLA LUCE DI GERUSALEMME CELESTE<br />
Con fede in “Cristo Gesù, che ha fatto risplendere la Vita<br />
e l’Immortalità per mezzo del Vangelo”, ricordiamo dei dipendenti:<br />
Giuseppe Facchini<br />
Claudio Duca<br />
(05/01/2012) dipendente Servizi Tecnici;<br />
(26/01/2012) dipendente dei Musei <strong>Vatican</strong>i;<br />
e alcuni loro familiari:<br />
Orazia Fichera (30/01/2012) madre di S.E.R. Mons. Giuseppe Sciacca ;<br />
Luigina Vannimartini (10/12/2011) madre di Fabio Zuccheretti;<br />
Antonio<br />
(19/12/2011) padre di Biagio Tamarazzo;<br />
Franco<br />
(24/12/2011) padre di Fausto Popoli;<br />
Maria Panaccione (24/12/2011) madre di Antonio Simeone;<br />
Romeo<br />
(28/12/2011) padre di Sergio Gobbi;<br />
Mariano<br />
(31/12/2011) padre di Massimo Ferranti;<br />
Luca<br />
(06/01/2012) fratello di Federico Cavallo;<br />
Claudio<br />
(14/01/2012) padre di Alessandro Pernini;<br />
Gemma Nicoletta Merlino (19/01/2012) madre di Antonio Menna Valerio;<br />
Saverio<br />
(06/02/2012) padre di Carmine Giuseppe Arena;<br />
Nazzarena Protetti (09/02/2012) madre di Marcello De Maina;<br />
Lucia Florio<br />
(11/02/2012) madre di Marco Tullio Cicero;<br />
Rocco Franco Mario (18/02/2012) padre di Antonio De Santis;<br />
Rina Ligi<br />
(19/02/2012) madre di Ivano Rosadi;<br />
Maria Luisa Menechini (02/03/2012) madre di Tiziana Mancini;<br />
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