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nessuna evidenza scientifica di efficacia per nessuno di questi prodotti che non devono quindi essere considerati un presidio terapeutico per la disassuefazione da fumo di tabacco. In conclusione quindi il fumo di sigaretta rappresenta un problema sanitario particolarmente importante, non tanto e non solo per le conseguenze che ha sulla salute, ma perché rappresenta in sé una malattia in quanto dipendenza. Di tutte le persone che fumano, sono molte quelle che desiderano smettere e non ci riescono; queste persone devono sapere che possono essere aiutate. Esistono oggi vari strumenti terapeutici farmacologici e non farmacologici che possono moltiplicare le possibilità di riuscire a smettere di fumare. L’efficacia di queste terapie può essere amplificata dal supporto di un sanitario, a partire dal consiglio del farmacista, passando dal proprio medico di medicina generale per arrivare ai più complessi e strutturati interventi proposti dai centri antifumo. Smettere di fumare è possibile ed oggi è più facile. I benefici durano una vita Dopo 20 minuti dall’ultima sigaretta la pressione arteriosa si normalizza Dopo 8 ore vi è una riduzione dei livelli di nicotin e monossido di carbonio nel sangue e il livello di ossigeno torna normale. Dopo 24 ore il monossido di carbonio viene eliminato dal corpo e i polmoni iniziano ad auto depurarsi da muco e altri detriti Dop 48-72 ore la nicotina viene eliminata , risci a sentire il sapore autentico del cibo, il espiro migliora sensibilmente Nei successivi 3 mesi circa si normalizza la temperatura cutanea di mani e piedi; migliorano gli scambi gassosi respiratori della circolazione, la pelle torna più luminosa, l’alito più gradevole e l’odore complessivo divemta più piacevole Dopo 3/12 mesi senza sigaretta migliorano la tosse e i problemi respiratori; si ha una riduzione del rischio di mortalità per malattie cardiovascolari. Dopo 10/15 anni il rischio di tumore al polmone è paragonabile a quello di una persona che non ha mai fumato . COSA PUOI FARE TU • Butta via le sigarette, nascondi il portacenere regala gli accendini e racconta a tutti la tua decisione di smettere. • Cambia abitudini: se assumi regolarmente il caffè sostituisci la bevanda con un’altra non eccitante perchè l’Associazione caffè/sigaretta non sia più un automatismo. • Aumenta la tua attività fisica, cammina, distraiti il più possibile con gli hobby o le attività che preferisci. • Aumenta il consumo di frutta e verdura fresche, tieni a portata di mano acqua, caramelle, gomme da masticare quando ti viene la voglia di accendere una sigaretta. • Sono tutti rimedi “temporanei”, da adottare, finchè non si spegnerà definitivamente il desiderio di sigaretta. • Premiati al raggiungimento di ogni tappa: dopo un giorno senza fumo, dopo due giorni, dopo una settimana etc. Testo tratto da “Quante volte ha i pensato di smettere di fumare” a cura della Fondazione Umberto Veronesi e l ‘Osservatorio Fumo Alcool Droga dell’Istituto Superiore della Sanità per il progetto No Smoking Be Happy COSA POSSIAMO FARE INSIEME • Possimao superare i momenti difficili mettendoti in contatto con noi al Numero Verde contro il fumo 800554088 anonimo e gratuito attivo dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 16.00. • Possiamo segnalarti i centri anti-fumo della tua città: li troverai sul sito www.iss.it/ofad • Possiamo muovere i primi passi insieme attraverso uno strumento utile come il diario giornaliero del fumatore. • Ti ricordiamo che il tuo medico di fiducia rappresenta il tuo primo aiuto: insieme potrete individuare la soluzione su misura per smettere senza fatica. • Esiste la possibilità di partecipare a terapie di gruppo o conselling professione personale per supportarti psicologiamente nel tuo percorso di salute. • Sappi che esistono anche supporti specialistici quali terapia farmacologiche che ti potrà consigliare uno specialista o il tuo medico di fiducia e che rappresentatno un ulteriore forma di importante ed utile di aiuto. Liberati dalla sigaretta: puoi farlo già adesso. Testo tratto da “Quante volte ha i pensato di smettere di fumare” a cura della Fondazione Umberto Veronesi e l ‘Osservatorio Fumo Alcool Droga dell’Istituto Superiore della Sanità per il progetto No Smoking Be Happy 26 febbraio 2011 Diagnosi&Terapia
Stagione sciistica: attenzione al freddo caratteristiche componenti tra cui spiccano alcuni minerali importanti per l’atleta come il calcio, essenziale per la trasmissione degli impulsi nervosi e la contrazione muscolare, il ferro che entra nella composizione dell’emoglobina, molecola di trasporto dell’ossigeno, il magnesio e il potassio per facilitare la contrazione dei muscoli, il sodio e il cloro per la regolazione del bilancio idrico.” Siamo in piena stagione sciistica e molti, dopo i bagordi delle festività natalizie, vorranno ora recuperare quanto prima la forma fisica trascorrendo in montagna delle giornate di sano sport invernale. Che si tratti di sci o snowboard, il primo e più importante consiglio è quello di non farsi ingannare dal freddo: il rischio di disidratazione è alto anche durante l’inverno, soprattutto durante la pratica sportiva, con conseguenze sulla coordinazione, l’affaticamento muscolare e la comparsa di crampi, e una maggiore esposizione alle malattie da raffreddamento, come riportato in un recente studio di Robert Kenefick, docente di kinesiologia all’Università del New Hampshire, Stati Uniti. “Il freddo modifica la sensazione di sete con il risultato che non si avverte il bisogno di bere. Aumenta quindi il rischio di alterare il bilancio idrico non reintegrando correttamente i liquidi persi con l’attività fisica e la normale respirazione” avverte il prof. Alessandro Zanasi, esperto dell’Osservatorio Sanpellegrino, Docente presso l’Università di Bologna. Il freddo provoca una vasocostrizione, cioè una contrazione di vene e arterie, per cui il corpo riduce la circolazione del sangue nelle zone periferiche ed esterne. Per questo motivo, anche se i fluidi nel sangue sono ridotti a causa dell’attività fisica, al cervello non arriva il segnale che avverte della possibile disidratazione e quindi della necessità di bere. “Anche se non si suda i liquidi evaporano trasportati da un’evaporazione più fresca e asciutta” spiega Zanasi “La sensazione di sete si riduce di quasi la metà, per cui anche in inverno il rischio di disidratazione è elevato, accompagnato dalla perdita di alcuni sali minerali, con conseguenze quali stanchezza, affaticamento muscolare, crampi, perdita di coordinazione. I soggetti meno allenati sono quelli più a rischio perché il loro organismo non è abituato a compensare le carenze di acqua e sali. In più, la disidratazione rende l’organismo più suscettibile alle malattie da raffreddamento tipiche della stagione invernale”. In inverno, attraverso la respirazione, la sudorazione e la normale traspirazione, si perdono molti liquidi, una quantità che aumenta quando si scia o comunque si pratica uno sport. Negli individui che svolgono attività fisica in inverno si verifica un deficit del 3-8% dei fluidi corporei. È sufficiente una perdita idrica del 2-3% del peso corporeo perché si verifichi un calo della prestazione sportiva. “E’ quindi sempre consigliato bere abbondantemente durante i pasti principali e idratarsi durante tutta la giornata con piccole quantità di acqua non fredda, soprattutto quando si è sulle piste di sci” continua Zanasi “Per intervenire complessivamente sull’equilibrio idrico-minerale è da preferire l’acqua minerale per le sue consigli pratici degli esperti dell’Osservatorio Sanpellegrino: • Bevi abbondantemente durante il pranzo. Evita la caffeina e l’alcol, che sono diuretici, per cui contribuiscono a una maggiore eliminazione di liquidi dall’organismo. • Porta con te una bottiglia d’acqua e bevi prima che compaia lo stimolo della sete, vale a dire prima che l’organismo si sia già disidratato. • Bevi prima, durante e dopo l’attività fisica. Bevi uno o due bicchieri d’acqua nell’ora precedente, bevi ogni 20-30 minuti mentre fai sport, anche se sei al freddo e non avverti lo stimolo della sete. • Soprattutto negli sport di lunga durata occorre bere continuamente piccole quantità, un bicchiere di acqua minerale ad esempio a intervalli regolari (ogni 20 minuti), anticipando la comparsa dello stimolo della sete. • È preferibile bere acqua minerale perché, oltre a consentire la corretta idratazione, presenta alcuni minerali importanti per il benessere dell’atleta. In caso di performance particolarmente intense, oltre ai liquidi, è necessario ricorrere ad una integrazione di sali. • E’ preferibile bere acqua a temperatura ambiente, che non abbassa la temperatura corporea e viene assorbita più facilmente dall’organismo rispetto all’acqua fredda. In più l’acqua gelata può facilmente provocare una congestione (accumulo di sangue nei vasi di un organo), in particolare se si è accaldati. • E’ stato stimato che otto bicchieri d’acqua al giorno garantiscono il miglior rendimento metabolico e assicurano l’idratazione ottimale e il corretto smaltimento delle tossine in eccesso. • Controlla la quantità e il colore della tua urina: se è di un giallo acceso vuol dire che non sei idratato a sufficienza. Se non avverti il bisogno di urinare per diverse ore probabilmente non hai bevuto abbastanza. febbraio 2011 Diagnosi&Terapia 27
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