dorso curvo e postura - liposcultura - Diagnosi e Terapia
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Anno XXVIII N. 09 - 20 NOVEMBRE 2009 - Tariffa R.O.C. Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. post. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 - Comma 1 DCB Genova
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SOMMARIO<br />
Direttore responsabile:<br />
dr Piera PIANA<br />
Autori testi:<br />
G. Pesce, S. Bornia, M. Argenti<br />
L. Nasta<br />
C. De Risky<br />
D. Raggi<br />
R. Carbone<br />
R. Lucchesi<br />
M.V. Brizzi Tessitore<br />
Logo copertina:<br />
Freeline<br />
Impaginazione:<br />
Curiositas - Genova<br />
Grafica:<br />
Alessandra Balba<br />
Nicoletta Bodrato<br />
Direzione - Amministrazione:<br />
Centro Medico Ceccardi<br />
Via del Colle 108r - 16128 Genova<br />
tel 010/2465061 - fax 010/2758074<br />
Redazione - Pubblicità:<br />
Emanuela Di Napoli<br />
C.M.C.<br />
Via del Colle 106 - 16121 Genova<br />
tel 010-2465062<br />
Stampa:<br />
PUNTOWEB<br />
Via Variante di Cancelliera - Ariccia<br />
Una copia 1 €<br />
Abbonamento annuo singolo 15 €<br />
Abbonamento annuo multiplo<br />
ogni 50 copie 619,00 €<br />
c/c postale 22714166<br />
intestato a <strong>Diagnosi</strong> & <strong>Terapia</strong><br />
Registr. Tribunale di Genova<br />
N. 42 del XII 1981<br />
Sped in abb.post. Comma 34 art 2 Legge<br />
549/95 Filiale Genova<br />
A.N.E.S.<br />
Associazione Nazionale<br />
Editoria Periodica Specializzata<br />
“aderente al Sistema confindustriale”<br />
8<br />
13<br />
32<br />
Perché non siamo amici<br />
del nostro intestino 4<br />
Malattie rare: la cistite interstiziale8<br />
Il test HPV contro<br />
il papilloma virus 10<br />
Lumineers, dall’America<br />
le nuove faccette 13<br />
Emergency il meglio<br />
dei fiori australiani 18<br />
Il <strong>dorso</strong> <strong>curvo</strong> e la <strong>postura</strong> 32<br />
Liposcultura: riparare gli errori40<br />
Un’ospedale al mese:<br />
Villa Scassi 44<br />
I.S.S.N. 0393-4233<br />
NOTE SULLA DIFFUSIONE<br />
Testata volontariamente sottoposta a<br />
certificazione di tiratura e diffusione<br />
in conformità al regolamento C.S.S.T.<br />
Tiratura per il periodo<br />
1/1/2008 - 31/12/2008<br />
Tiratura media: 97.000 copie<br />
Diffusione media: 95.588<br />
Certificato CSST n. 2008--1730<br />
del 26/2/2009<br />
Revisore: BAKER TILLY CONSULAUDIT<br />
Tiratura di questo numero:<br />
97.000 copie<br />
Speciale<br />
Un museo al mese:<br />
ecomuseo della vitivinicoltura 49<br />
Patologie emergenti<br />
e riemergenti
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4 diagnosi<br />
& terapia 08/09<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
SINDROME DEL COLON IRRITABILE<br />
Perché non siamo amici<br />
del nostro intestino<br />
AutorI: Dott. Gianluigi PESCE<br />
Chirurgo apparato digerente<br />
Dr.ssa Silvia BORNIA<br />
Biologa nutrizionista<br />
Mirella ARGENTI<br />
Infermiera<br />
Centro linea nutrizione<br />
Piazza Dunant 4 palazzina 30<br />
Stadio Piscine di Albaro (Genova)<br />
L’intestino puo essere considerato un<br />
secondo cervello. È una sorta di chiave<br />
che regola stress, ansia e tensione;<br />
svolge importanti funzioni che si<br />
riflettono sull'intero organismo.<br />
E non a caso le cellule dell'intestino<br />
producono il 95% della serotonina, il<br />
neurotrasmettitore del benessere.<br />
IL CERVELLO NELLA PANCIA<br />
La pancia "sente". Metabolizza emozioni.<br />
Smista informazioni. Reagisce<br />
alle sollecitazioni dell'ambiente circostante,<br />
soffre e gioisce.<br />
Un computer operoso e sofisticato.<br />
Costituito da un'intricatissima matassa<br />
di gangli nervosi che è capace di<br />
governare in piena autonomia le delicate<br />
funzioni della complessa macchina<br />
digestiva.<br />
L'intestino rilascia serotonina in seguito<br />
a stimoli esterni, come immissione<br />
di cibo, ma anche suoni o colori.<br />
La serotonina regola umore, sonno,<br />
dolore e anche le contrazioni addominali.<br />
Il 95% di tutta la serotonina presente<br />
nel nostro corpo viene prodotta:<br />
proprio nel tratto gastrointestinale, da<br />
una popolazione di cellule chiamate<br />
"enterocromaffini", che rilasciano questa<br />
sostanza in seguito a stimoli diversi:<br />
tipicamente dopo l'assunzione di<br />
cibo.<br />
La serotonina, insomma, è una specie<br />
di direttore d'orchestra che manovra le<br />
leve del movimento intestinale.<br />
La sindrome dell'intestino irritabile,<br />
che affligge circa il 15% della popolazione<br />
italiana è un disturbo del tutto<br />
benigno; di sicuro, però, procura disagi<br />
seri al paziente, con dolori (in genere<br />
nel basso addome a sinistra) e difficoltà<br />
nella defecazione. C'è chi accusa<br />
soprattutto diarrea, chi, invece, è<br />
afflitto da stipsi, mentre in altre persone<br />
i due problemi si alternano.<br />
PIÙ EQUILIBRIO<br />
Parola d'ordine, dunque: ripristinare<br />
nel "secondo cervello" l'equilibrio<br />
della serotonina.<br />
Anche perché agire sulla serotonina<br />
significa porre rimedio a un altro cruccio<br />
del paziente: l'ipersensibilità viscerale.<br />
Perciò bisogna usare dei farmaci<br />
"intelligenti", dotati della proverbiale<br />
marcia in più rispetto alle armi tradizionali.<br />
Ovvero: devono calibrare il<br />
movimento intestinale, regolare la percezione<br />
del dolore e del senso di gonfiore,<br />
e normalizzare pure le secrezioni<br />
d'acqua e sali nell'intestino.<br />
“Il cervello enterico esiste, e funziona<br />
autonomamente da quello superiore”.<br />
Quando il cibo, passa nel tubo digerente<br />
a contatto con la mucosa intestinale,<br />
i neuroni situati nella sede interessata<br />
al passaggio del bolo, si stirano<br />
e stimolano di conseguenza delle<br />
cellule a liberare la serotonina che a<br />
sua volta agisce su altri neuroni che<br />
sono situati sotto la mucosa stessa,<br />
che comandano a loro volta le cellule<br />
muscolari della mucosa del tubo digerente,<br />
di dilatarsi e/o di contrarsi<br />
creando un flusso di "contrazione" a<br />
monte e "dilatazione" a valle per far<br />
avanzare in una unica direzione (verso<br />
l'ano) il chimo.<br />
Se per caso la serotonina viene ad<br />
essere troppa, lo stato di eccitazione<br />
prevale e si producono scariche di feci<br />
acquose (diarrea), perché la peristalsi
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Salute<br />
08/09 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
5<br />
troppo veloce impedisce la disidratazione<br />
delle feci.<br />
Se per caso, al contrario, vi è una<br />
scarsa produzione di serotonina, la stitichezza<br />
compare, le feci divengono<br />
dure perché stazionano troppo nell'intestino<br />
crasso (colon) e si disidratano<br />
per l'assorbimento dei liquidi entro<br />
contenuti.<br />
Nei due casi vi è un meccanismo di<br />
regolazione automatica, quando l'organismo<br />
è in salute e/o in stato emotivo<br />
normalmente accettabile; quando questi<br />
due casi sono alterati (salute e/o<br />
emozioni forti), immediatamente variano,<br />
di poco o molto, le fasi del controllo<br />
e regolazione della serotonina e<br />
quindi si apre una o l'altra direzione di<br />
funzioni di "trattenimento" o di "eliminazione"<br />
cogestite dai due cervelli<br />
(centrale ed intestinale).<br />
COLON IRRITABILE<br />
Poiché si tratta di una malattia dell'apparato digerente, molti ritengono<br />
che sia collegata a cause alimentari. In realtà non è affatto<br />
così, anzi, il più delle volte è legata a stress psichici e/o (più raramente)<br />
fisici. Una cattiva alimentazione o determinati alimenti possono<br />
aggravarla. Ciò che è importante notare è che gli alimenti<br />
"negativi" non sono gli stessi per tutti i soggetti; il che comporta<br />
che è necessario un esame individuale della dieta proposta, in<br />
quanto indicazioni generali spesso falliscono. Il paziente può cioè<br />
adottare una strategia simile a quella indicata per le intolleranze<br />
alimentari, escludendo e/o inserendo l'alimento incriminato e verificando<br />
la reazione personale. Le cause di questa patologia sono<br />
fondamentalmente quattro:<br />
- PSICOSOMATICA<br />
- DIETETICA<br />
- ESITI DI PERITONITE<br />
- INTOLLERANZA ALIMENTARE<br />
Gli alimenti a rischio<br />
Latte, Dolcificanti (sorbitolo, fruttosio ecc.), Marmellata.<br />
Frutta: pesche, pere, prugne.<br />
Verdura: cavoli, carciofi, spinaci, cipolla, rucola, cetrioli, sedano.<br />
Fibre e cibi integrali (in alcuni soggetti migliorano la situazione, in<br />
altri la peggiorano).<br />
Spezie, Caffè, tè, Coca Cola e bevande contenenti caffeina.<br />
Bibite gassate.<br />
Altri alimenti sono a rischio indiretto, come per esempio tutti quelli<br />
ricchi di sale (dadi per brodo, insaccati) perché inducono a bere più<br />
del dovuto. Spesso nella sindrome da colon irritabile è implicato in<br />
prima linea il Nichel. SEMPRE PIU’ FREQUENTE è l’intolleranza al<br />
nichel responsabile di pancia gonfia, stitichezza, dolore addominale.<br />
Tale metallo si accumula in alimenti apparentemente sani come ad<br />
esempio pomodoro, lattuga spinaci, pera, kiwi, legumi, broccoli<br />
cavoli... La preferenza va poi a piatti semplici, non elaborati, da<br />
gustare in perfetta tranquillità. L'attività fisica (dapprima moderata,<br />
poi a intensità crescente) può essere utile ad allenare l'intestino a<br />
una certa motilità fisiologica. La limitazione dei fattori di stress o<br />
una loro migliore gestione è poi una delle armi migliori contro la<br />
colite.<br />
Consigli per il paziente:<br />
Ripristinare la tendenza alla regolarità della funzione intestinale<br />
con una dieta opportuna, consumata ad orari regolari e non frettolosamente.<br />
Sfruttare i naturali riflessi di svuotamento intestinale:<br />
evacuare sempre alla stessa ora, sfruttare il riflesso gastro-colico,<br />
particolarmente valido dopo la prima colazione del mattino.<br />
È utile una moderata e regolare attività fisica. Evitare l'indiscriminato<br />
uso di farmaci (lassativi, sostanze attive sulla motilità intestinale),<br />
senza il parere del medico. L'aspetto più importante del trattamento<br />
è quello di rassicurare la persona sofferente che non vi è<br />
alcuna malattia grave. I sintomi possono essere attenuati cercando<br />
di diminuire lo stress o, comunque, limitando la risposta esagerate<br />
alle situazioni di tensione emotiva. Si usano anche antispastici,<br />
sedativi e antidepressivi nei casi determinati da grande ansia e con<br />
molto dolore. Seguire una buona regola alimentare, con pasti regolari<br />
e moderati, evitare gli alcolici e i cibi troppo speziati aiuta a<br />
migliorare il problema. Per combattere la stipsi è opportuno non<br />
abusare di lassativi irritanti, ma ricorrere all'aiuto di una dieta idonea,<br />
integrata da una buona attività fisica. Può, costituire un valido<br />
abbinamento IL TRATTAMENTO OSTEOPATICO. L’osteopata non si<br />
occupa di modificare, o di spostare un viscere, semplicemente<br />
cerca di riportare una situazione NON FISIOLOGICA, entro un range<br />
di normalità fisiologica. “Liberare” un tessuto, normalizzarlo, significa<br />
ripristinare l’omeostasi, cioè la capacità da parte dell’organismo<br />
di mantenere un equilibrio interno stabile, anche al variare delle<br />
condizioni esterne. Si riequilibria non soltanto il singolo organo, ma<br />
l’ insieme dell’ intero sistema. Ciò che è poco mobile, retratto, non<br />
consente la corretta dinamica di un organo e delle sue strutture,<br />
che comprendono nervi e vasi (peduncoli vascolo-nervosi).<br />
Un elenco, certo non completo, delle manifestazioni sintomatiche,<br />
in cui può essere utile l’osteopatia è il seguente:<br />
bruciori, tensioni addominali, digestione rallentata, ernia iatale e<br />
reflusso gastroesofageo, colon irritabile accompagnato da coliche,<br />
gonfiori, meteorismo, cicatrici aderenziali post chirurgiche.
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BIORIX<br />
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emulsionanti, conservanti, coloranti o profumi, ed è Nickel Tested<br />
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SANAGOL® PROPOLI<br />
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antinfiammatoria, espettorante e mucolitica, contengono l’Altea con<br />
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8 diagnosi<br />
& terapia 08/09<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
UNA MALATTIA RARA AL MESE<br />
La cistite interstiziale<br />
Autore: Loredana NASTA<br />
Presidente AICI<br />
Ass. Italiana Cistite Interstiziale Onlus<br />
Viale Glorioso 13 - 00153 Roma<br />
Tel./fax 06 58333384<br />
Email: segreteria@aici-onlus.it<br />
Website: www.aici-onlus.it<br />
Descrizione<br />
La Cistite Interstiziale (CI) è una<br />
patologia rara e cronica, severamente<br />
debilitante, riconosciuta nel D.M. 279<br />
del 2001 con codice esenzione<br />
RJ0030, che colpisce l’interstizio<br />
della parete vescicale, cioè lo spazio<br />
che esiste tra la muscolatura della<br />
vescica (detrusore) e il rivestimento<br />
interno della vescica (mucosa), determinando<br />
modificazioni strutturali a<br />
livello della parete di tale organo che<br />
comportano un progressivo deterioramento<br />
dell’attività vescicale fino ad<br />
una sua completa defunzionalizzazione.<br />
Viene erroneamente confusa con<br />
la più comune cistite batterica che<br />
può invece essere diagnosticata<br />
mediante una semplice urinocoltura e<br />
curata con terapia antibiotica. La CI<br />
si traduce in un quadro clinico ingravescente<br />
che ha inizio con i sintomi<br />
simili di una cistite che progressivamente<br />
incrementano la loro intensità,<br />
con aumento della frequenza<br />
minzionale fino a 60/80 volte tra il<br />
giorno e la notte, urgenza minzionale<br />
da sinistra a destra: Loredana Nasta (Pres. AICI), Lynne van Poelgeest (Pres. Ass. Olandese), Prof.<br />
Mauro Cervigni (Pres. Comitato Scientifico MICA, Ann Chesnut (Ass. Americana)durante il Meeting<br />
Internazionale della MICA (Multinational Interstitial Cystitis Association) svoltosi recentemente a<br />
Montreal in Canada<br />
alternata a difficoltà di svuotamento<br />
vescicale fino alla ritenzione completa<br />
e comparsa di intenso dolore pelvico<br />
cronico che non recede con la<br />
somministrazione dei comuni antidolorifici.<br />
La CI colpisce prevalentemente<br />
le donne in un rapporto di 5:1 ma<br />
anche gli uomini ed i bambini possono<br />
esserne colpiti.<br />
La CI di tipo non ulcerativo si presenta<br />
nel 90% dei pazienti mentre la<br />
forma più severa, quella ulcerativa,<br />
colpisce solo il 10% dei soggetti affetti<br />
ed è caratterizzata dalla presenza<br />
delle ulcere di Hunner.<br />
Eziologia<br />
l’esatta causa della CI non è nota;<br />
probabilmente la patologia è multifattoriale.<br />
Tra le varie ipotesi di insorgenza, tre<br />
sono le più accreditate:<br />
-- deficit negli strati di rivestimento<br />
della mucosa vescicale, i glicosaminoglicani<br />
(GAG) mucopolisaccaridi con<br />
proprietà idrorepellenti. Le sostanze<br />
presenti nelle urine vengono così<br />
assorbite dall’urotelio creando un<br />
meccanismo di infiammazione, irritazione<br />
tissutale, degranulazione dei<br />
mastociti e depolarizzazione dei nervi
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Salute<br />
08/09 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
9<br />
Glomerulations nella fase diagnostica<br />
sensitivi, con conseguente dolore.<br />
- teoria dell’infiammazione neurogena:<br />
dal midollo spinale si determinerebbe<br />
un aumento di impulsi che provocherebbero<br />
una stimolazione continua sui<br />
nervi responsabili del funzionamento<br />
vescicale, provocando un’infiammazione<br />
cronica.<br />
-- anomalie nei mastociti: teoria avvalorata<br />
dal riscontro di un elevato<br />
numero di mastociti nella vescica di<br />
pazienti affetti da CI. I mastociti<br />
sarebbero responsabili del rilascio di<br />
istamina e di altri mediatori attivi<br />
come prostaglandine, leucotrieni, triptasi<br />
che a contatto con la muscolatura<br />
liscia e con l’epitelio vascolare,<br />
determinano dolore, vasodilatazione,<br />
aumento dell’apporto sanguigno e<br />
successivamente aumento della formazione<br />
di tessuto connettivo con formazione<br />
di cicatrici e riduzione del<br />
volume dell’organo.<br />
<strong>Diagnosi</strong><br />
La diagnosi della CI è un processo<br />
lungo e complesso anche a causa<br />
della grande variabilità dei sintomi<br />
che la caratterizzano. Il National<br />
Institute of Diabetes and Digestive<br />
and Kidney Diseases (NIDDK) ha sviluppato<br />
criteri di inclusione ed esclusione<br />
per la determinazione della<br />
patologia. Sebbene i criteri del NIDDK<br />
siano utili per la ricerca, sono oramai<br />
considerati troppo restrittivi per essere<br />
utilizzati dai medici per la diagnosi<br />
della CI. La conferma di diagnosi di CI<br />
dipende dai risultati della cistoscopia<br />
con idrodistensione della vescica<br />
(riempimento con soluzione salina o<br />
acqua distillata fino al raggiungimento<br />
della massima capacità vescicale) in<br />
anestesia totale. Con la distensione<br />
possono apparire sulla parete della<br />
vescica emorragie localizzate o fessurazioni<br />
sanguinanti chiamate glomerulazioni,<br />
presenza di ulcere di Hunner<br />
e severa riduzione della capacità<br />
vescicale.<br />
Le biopsie sono indicate nei pazienti<br />
con sospetta CI per:<br />
- escludere specifiche patologie della<br />
vescica come un carcinoma, displasia<br />
o tubercolosi;<br />
- confermare un’infiammazione delle<br />
pareti vescicali<br />
- identificare sottogruppi di pazienti<br />
(ad esempio quelli con quantità<br />
eccessive di mastociti o eosinofili)<br />
Trattamenti<br />
E’ pertanto indispensabile giungere il<br />
più tempestivamente possibile ad<br />
una diagnosi di certezza che consenta<br />
l’instaurarsi di un’opportuna terapia,<br />
prima che la progressione della<br />
CI abbia indotto a livello della parete<br />
vescicale e di tutti gli altri organi coinvolti,<br />
un danno irreversibile.<br />
L’infiammazione può indurre diverse<br />
modificazioni a carico dei tessuti tra<br />
cui la sostituzione fibrosa della tonaca<br />
muscolare, l’assottigliamento e la<br />
discontinuità della tonaca mucosa, la<br />
proliferazione capillare e la degenerazione<br />
dei vasi sanguigni attorno alla<br />
vescica.<br />
I trattamenti sono indirizzati quindi ad<br />
una o più possibili cause e comprendono<br />
trattamenti orali, intravescicali,<br />
neuromodulatori e chirurgici.<br />
AICI<br />
L'Associazione Italiana Cistite<br />
Interstiziale è una organizzazione<br />
non a scopo di lucro, che lavora<br />
nell'interesse di tutte le persone<br />
affette da Cistite Interstiziale (CI) e<br />
delle loro famiglie ed aiuta a giungere<br />
ad una diagnosi corretta nel<br />
più breve tempo possibile, a dare<br />
informazioni corrette ed aggiornate<br />
sulla malattia, a tutelare i diritti<br />
delle persone colpite ed a stimolare<br />
la ricerca. Fondata nel 1995 a<br />
Roma da un gruppo di persone<br />
affette da CI , è nata dall'esigenza<br />
di diffondere una maggiore comprensione<br />
di questa malattia in<br />
Italia, in Europa e nel mondo tra le<br />
persone, la comunità medico-scientifica<br />
ed i mass-media e lavora nell’esclusivo<br />
interesse di tutte le persone<br />
affette da CI svolgendo attività<br />
esclusivamente di volontariato.<br />
Rappresenta oggi circa 800 persone<br />
affette da CI e le loro famiglie.<br />
L’AICI fa parte di un Network internazionale<br />
comprendente 18 nazioni:<br />
Australia, Austria, Brasile,<br />
Canada, Cecoslovacchia,<br />
Danimarca, Germania, Giappone,<br />
India, Inghilterra, Italia, Messico,<br />
Norvegia, Nuova Zelanda, Olanda,<br />
Spagna, Stati Uniti, Svezia ed ha<br />
fondato nel 2003 un’Alleanza tra<br />
Giappone, Stati Uniti, Germania,<br />
Austria e Spagna denominata MICA<br />
(Multinational Interstitial Cystitis).
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10 diagnosi<br />
& terapia 08/09<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
Il test HPV dna<br />
contro il papilloma virus<br />
Il Papillomavirus Umano (HPV) è<br />
responsabile ogni anno in Italia di<br />
circa 3.500 nuovi casi di tumore del<br />
collo dell’utero - Oggi le donne<br />
hanno a disposizione una nuova<br />
arma di prevenzione: il test HPV –<br />
DNA. Grazie alla rilevazione del DNA<br />
virale e all’avanzata tecnologia<br />
molecolare HC2, il test permette di<br />
individuare le anomalie cellulari precancerose<br />
con grande anticipo<br />
rispetto al Pap test ed è raccomandato<br />
a tutte le donne al di sopra dei<br />
30 anni - Maggiore sensibilità rispetto<br />
al Pap test, possibilità di allungare<br />
l’intervallo tra un esame e l’altro<br />
da 3 a 5-6 anni e risultati clinici<br />
oggettivi sono alcuni dei vantaggi<br />
dati dalla nuova tecnologia, che è e<br />
si avvia a diventare anche protagonista<br />
dello screening primario.<br />
Presentato oggi il volume “Test HPV<br />
e prevezione del carcinoma della<br />
cervice uterina. Dalle evidenze alla<br />
clinica”.<br />
Il tumore del collo dell’utero rappresenta<br />
nel mondo la seconda forma di<br />
cancro più diffusa tra le donne dopo<br />
il tumore al seno e in Italia è responsabile<br />
di 1.100 decessi ogni anno. È<br />
ormai accertata la relazione tra questo<br />
tumore e l’infezione da<br />
Papillomavirus Umano (HPV), per pre-<br />
venirlo circa 5 milioni di donne[1] in<br />
Italia si sottopongono ogni anno a<br />
test di screening eppure, nonostante<br />
la conoscenza approfondita e i passi<br />
avanti nella prevenzione, i controlli<br />
organizzati riguardano effettivamente<br />
solo il 39% delle donne italiane in target,<br />
coinvolte in programmi di screening[2].<br />
Un dato allarmante, se si<br />
considera che questo tumore impiega<br />
circa 10 o 20 anni per svilupparsi ed<br />
è per questo motivo prevenibile al<br />
100%. Oggi lo scenario dello screening<br />
sta cambiando. La tecnologia<br />
molecolare e i progressi nella rilevazione<br />
del DNA virale hanno reso possibile<br />
lo sviluppo del test HPV, che<br />
individua con grande anticipo le lesioni<br />
pre-cancrose e permette di intervenire<br />
precocemente, prima che questo<br />
possa causare lesioni cancerose del<br />
collo dell’utero. “Il test HPV rappresenta<br />
un’importante innovazione a<br />
disposizione di tutte le donne – commenta<br />
il Prof. Massimo Origoni,<br />
Cattedra di Ginecologia e Ostetricia,<br />
Università Vita Salute San Raffaele,<br />
Facoltà di Medicina, Milano - Le evi-
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Salute<br />
08/09 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
11<br />
denze scientifiche dimostrano che il<br />
test HPV è in grado di individuare con<br />
maggiore sensibilità le trasformazioni<br />
pretumorali del collo dell’utero rispetto<br />
al Pap test. Questo ci consentirebbe<br />
uno screening più efficace e una<br />
diagnosi anticipata. Inoltre, in caso di<br />
negatività del test HPV, considerando<br />
la storia naturale della trasformazione<br />
neoplastica della cervice uterina,<br />
diventa possibile allungare fino a 5<br />
anni l’intervallo tra un controllo e il<br />
successivo, con benefici per la donna<br />
e per la struttura sanitaria”.<br />
Come il Pap test, anche il test HPV si<br />
esegue con un semplice prelievo di<br />
cellule dal collo dell’utero, il campione<br />
viene quindi conservato in un liquido<br />
e analizzato con la tecnologia<br />
molecolare HC2 (Hybrid Capture 2),<br />
che si basa sull’amplificazione del<br />
segnale per il rilevamento del DNA e<br />
permette di individuare fino a 13 tipi<br />
di HPV responsabili del 93% dei casi<br />
di pre-cancerosi.<br />
Un’elevata sensibilità clinica che raggiunge<br />
quasi il 100% in associazione<br />
al Pap test. “La prevenzione del tumore<br />
del collo dell’utero rappresenta un<br />
modello vincente nel campo oncologico<br />
– ha dichiarato il dott. Mario<br />
Sideri, Unità di Ginecologia<br />
Preventiva, Istituto Europeo di<br />
Oncologia (IEO), Milano - Oggi conosciamo<br />
a fondo la storia naturale di<br />
questo tumore e disponiamo di risorse<br />
molto potenti che debbono essere<br />
ben utilizzate. Il Pap test ci ha permesso<br />
di raggiungere importanti risultati,<br />
e oggi con il test HPV possiamo<br />
ottimizzarne l’uso sulla popolazione a<br />
rischio.<br />
È quindi importante che tutte le<br />
donne siano a conoscenza delle possibilità<br />
di prevenzione disponibili, per<br />
poterle sfruttare al meglio”.<br />
L’efficacia di prevenzione del test HPV<br />
è stata confermata dal recente studio<br />
italiano condotto dal gruppo NTCC<br />
(New Technologies for Cervical Cancer<br />
Screening Working Group), che ha<br />
coinvolto circa 100.000 donne italiane<br />
tra i 25 e i 60 anni. I dati, pubblicati<br />
da prestigiose riviste scientifiche,<br />
hanno evidenziato che il test HPV<br />
aumenta del 50% rispetto al Pap test<br />
la sensibilità nell’individuare lesioni<br />
cellulari di alto grado, che se persistenti,<br />
possono evolvere in tumore.<br />
Questi dati hanno posto le basi per<br />
l’introduzione del test HPV nella pratica<br />
clinica dello screening primario al<br />
posto del Pap test, lasciando a<br />
quest’ultimo un importante ruolo di<br />
selezione delle donne da inviare a<br />
esami più approfonditi, data la sua<br />
maggiore specificità.<br />
I primi progetti pilota sono già in atto:<br />
ad aprile 2009 è stato avviato il progetto<br />
coordinato dall’Istituto<br />
Oncologico Veneto e reso possibile<br />
da un finanziamento della Fondazione<br />
Cariparo, che coinvolgerà 5 Unità<br />
Locali Socio Sanitarie (ULSS) nelle<br />
province di Padova e Rovigo. “Con<br />
questo progetto ci poniamo l’obiettivo<br />
di valutare sul campo la fattibilità dell’utilizzo<br />
del test HPV come screening<br />
primario” - commenta la dr.ssa<br />
Annarosa Del Mistro, Immunologia<br />
Diagnostica Molecolare Oncologica<br />
dell’Istituto Oncologico Veneto – “I<br />
risultati dei trial clinici randomizzati,<br />
effettuati in Europa, aprono importanti<br />
potenzialità da approfondire e valutare.<br />
Questo progetto ci aiuterà a<br />
capire come implementare il test HPV<br />
in Italia, in termini organizzativi e<br />
informativi, e come gestirne i risultati,<br />
impiegando al meglio le risorse sanitarie<br />
disponibili”. Oggi il test HPV è<br />
rimborsato dal Sistema Sanitario<br />
Nazionale Italiano come test diagnostico<br />
di secondo livello, a un costo<br />
variabile da Regione a Regione.<br />
La prevenzione e la salute femminile<br />
sono state protagoniste al 50°<br />
Congresso Nazionale della Società<br />
Italiana di Ginecologia e Ostetricia<br />
(SIGO), tenutosi a Bari da 28 al 31<br />
ottobre.<br />
1 Fonte: Stima basata su 5 milioni di<br />
Pap test/anno– ISTAT 2001, Passi<br />
2006 GISCI IV Rapporto Annuale<br />
(2005)<br />
2 Fonte: 7° rapporto diffuso<br />
dall’Osservatorio Nazionale Screening<br />
www.osservatorionazionalescreening.it
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Salute<br />
08/09 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
13<br />
Lumineers<br />
dall'America le nuove faccette<br />
Autore: Dott. Carlo DE RISKY<br />
Specialista in Odontostomatologia<br />
e Ortognatodonzia<br />
Invisalign Platinum Doctor<br />
V. le della Libertà, 4a - 27100 Pavia<br />
Tel. 0382.24192 - email: info@derysky.it<br />
- http://www.derysky.org/<br />
Immagini di un paziente pre e post trattamento<br />
Un sorriso smagliante ispira sempre<br />
ammirazione e cattura l’attenzione.<br />
Oggi osserviamo sempre piu’ spesso,<br />
nelle persone dello spettacolo, sempre<br />
a contatto e sotto lo scrutinio del<br />
pubblico, dei sorrisi impeccabili per<br />
forma e candore.<br />
Alcune volte questi sorrisi sono naturali,<br />
ma comunque frutto di cure assidue<br />
presso il dentista che negli anni<br />
li ha mantenuti o migliorati con cure<br />
ortodontiche e sbiancamenti; altre<br />
volte questi sorrisi vengono ottenuti<br />
con l’utilizzo di sottilissime faccette<br />
che vengono “incollate” sui denti<br />
naturali per nasconderne le imperfezioni<br />
e migliorarne il colore. E queste<br />
faccette, quasi invariabilmente, sono<br />
Lumineers.<br />
Da molti anni anche in Italia vengono<br />
utilizzate le faccette (o “veneers”) per<br />
modificare esteticamente i denti<br />
senza dover ricorrere alla completa<br />
ricopertura del dente. Tuttavia anche<br />
queste faccette richiedono una fastidiosa,<br />
anche se parziale, “limatura”<br />
del dente con la necessita’ di ricorrere<br />
all’anestesia e ad un esteso utilizzo<br />
del trapano.<br />
Dallo scorso anno, invece, anche in<br />
Italia si possono utilizzare le faccette<br />
Lumineers, un prodotto brevettato<br />
dell’americana Den-Mat. Queste faccette<br />
rappresentano un grande balzo<br />
in avanti rispetto a quelle tradizionali,<br />
proprio per il materiale con cui vengono<br />
costruite.<br />
Questo materiale, che viene prodotto<br />
e lavorato in un unico laboratorio al<br />
mondo, in California, consiste di una<br />
ceramica che con procedimenti particolari<br />
e brevettati viene pressata fino<br />
a renderla resistentissima. La conseguenza,<br />
a tutto vantaggio per il<br />
paziente, e’ che le faccette<br />
Lumineers non richiedono piu’ la limatura<br />
del dente prima della loro applicazione,<br />
eliminando sia trapano che<br />
anestesia.<br />
Un vantaggio secondario, ma non<br />
meno importante, e’ che viene anche<br />
ridotto drasticamente il numero degli<br />
appuntamenti necessari per completare<br />
il trattamento.<br />
Sono sufficienti infatti due appuntamenti,<br />
uno per la presa delle impronte<br />
ed uno per la cementazione (piu’<br />
uno per la rifinitura finale); in aggiunta<br />
a cio’, bisogna pensare che tra un<br />
appuntamento e l’altro il paziente non<br />
deve subire il fastidio di essere con i<br />
denti parzialmente limati o con provvisori<br />
precari, ma rimane con i propri<br />
denti non fatti oggetto di nessuna<br />
manipolazione.<br />
Con le Lumineers si possono ottenere<br />
i sorrisi piu’ bianchi e l’immediato<br />
allineamento di posizioni imperfette,<br />
ma non solo. Le Lumineers possono<br />
essere utilizzate per correggere l’estetica<br />
di vecchi ponti e corone danneggiati<br />
o deteriorati senza che sia<br />
necessario rimuoverli, o anche nel<br />
caso di denti anteriori fratturati, che<br />
possono essere riparati nel modo
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14 diagnosi<br />
& terapia 08/09<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
meno traumatico ed esteticamente<br />
valido; anche le colorazioni piu’<br />
profonde e le macchie di qualunque<br />
tipo vengono completamente nascoste.<br />
Oltre al materiale ceramico brevettato,<br />
il sistema Lumineers prevede<br />
anche degli speciali cementi che permettono<br />
di ottenere in maniera molto<br />
precisa la tonalita’ di colore scelta,<br />
nonostante l’estrema sottigliezza del<br />
materiale.<br />
Le Lumineers vengono utilizzate negli<br />
Stati Uniti da piu’ di vent’anni con i<br />
migliori risultati ed e’ tale la fiducia<br />
che l’azienda ripone in questa tecnologia,<br />
che l’accompagna con una<br />
garanzia di 5 anni sulle rotture.<br />
Dubbi e domande<br />
sulla salute dei denti<br />
Sono Emilia e ho 30 anni. Ho eseguito lo sbiancamento dei denti<br />
nello studio di un professionista ma non ho ottenuto alcun risultato.<br />
Come è possibile<br />
L'effetto dello sbiancamento dipende essenzialmente da 1) qualità<br />
del materiale utilizzato (marca, data di scadenza, conservazione);<br />
2) colore o tinta dei denti e, quindi natura della colorazione (tetraciclina,<br />
fluorosi...): più i denti sono scuri, più e' difficile schiarirli; 3)<br />
abitudini alimentari del paziente: tè, caffè, fumo, alimenti e bevande<br />
intensamente colorati tendono a far scurire precocemente i<br />
denti. Tutti questi fattori possono avere influito sul mancato risultato.<br />
Non mi sento peraltro di consigliare i trattamenti domiciliari, che<br />
sono di difficile applicazione e di minore efficacia rispetto ai trattamenti<br />
effettuati da un bravo professionista. Se le interessa, eseguo<br />
lo sbiancamento nel mio studio di Pavia: visiti pure il sito<br />
www.derysky.org<br />
Mi chiamo Sara, ho 43 anni e da un po’ di tempo soffro di questo<br />
problema: ho sempre la lingua quasi bianca e l'alito pesante.<br />
Secondo lei quale può essere la causa<br />
Dovrebbe innanzitutto farsi fare una seduta di igiene professionale<br />
dal dentista. Poi utilizzare uno spazzolino apposito per spazzolare<br />
anche la lingua e, naturalmente, fare un controllo della funzione<br />
gastrica per la presenza di eventuali batteri o difficoltà digestive<br />
presso il suo medico curante.<br />
Sono Marco di 30 anni e vorrei esporle un disagio che avverto<br />
ultimamente: bevendo anche semplicemente dell'acqua fredda<br />
provo un fastidio a tutti i denti anteriori sia sopra che sotto. La<br />
situazione peggiora quando mangio un gelato. Come posso curare<br />
la sensibilità dentale<br />
Esistono dei gel desensibilizzanti che vengono applicati dal dentista<br />
che possono ridurre o eliminare il suo problema, tuttavia le<br />
consiglio una visita da un professionista per stabilire la causa<br />
della sua sensibilità.<br />
Sono Mary, una<br />
ragazza di 17<br />
anni. In seguito<br />
ad un periodo<br />
durante il quale<br />
ho fatto un uso<br />
eccessivo del<br />
bicarbonato al<br />
fine di sbiancare i<br />
denti, ho indebolito<br />
moltissimo lo<br />
smalto. Da circa metà dente in poi la superficie diventa sottilissima.<br />
Ho provato ad usare i dentifrici che si trovano in commercio,<br />
quelli che dovrebbero riparare la superficie dello smalto, ma non<br />
ho avuto grandi risultati. Cosa posso fare<br />
Per ripristinare la situazione morfologica iniziale purtroppo non c'è<br />
altro da fare che utilizzare una sistematica protesica, che può<br />
essere rappresentata dalle faccette Lumineers, che non richiedono<br />
la preparazione del dente, o addirittura una ricopertura completa<br />
del dente con delle corone senza sottostruttura metallica. Sono<br />
trattamenti che eseguo nel mio studio di Pavia.<br />
Non le consiglio invece di utilizzare la ricopertura in composito,<br />
che non offre garanzie estetiche a lungo termine.<br />
Sono una ragazza di 20 anni. Il mio nuovo dentista mi ha consigliato<br />
di mettere un apparecchio per raddrizzare un dente storto<br />
nella parte inferiore della mia dentatura dicendomi che il trattamento<br />
durerebbe solo 18 mesi circa. Tuttavia, per una ragazza<br />
della mia età, andare in giro con le piastrine dell’apparecchio sui<br />
denti rappresenterebbe una grave fonte di disagio. Vorrei chiederle<br />
se esiste la possibilità di sistemare il dente in un modo meno<br />
visibile e altrettanto efficace, ma senza troppi dolori ed inestetismi.<br />
Il metodo ortodontico adatto a lei è l'Invisalign, una cura ortodontica<br />
che viene eseguita con mascherine invisibili e oggi può trattare<br />
tutti i tipi di malocclusioni. E' molto confortevole, efficace e<br />
ormai costa quanto una cura ortodontica tradizionale. La eseguo<br />
nel mio studio di Pavia.
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Salute<br />
08/09 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
15<br />
APRIRSI AL NUOVO<br />
Larch<br />
Maria Vittoria BRIZZI TESSITORE<br />
Dott. in Medicina e Chirurgia<br />
Dott. in Lingue e Letterature Straniere<br />
Prof. in Materie Letterarie Genova<br />
Tel. 010/54.51.677<br />
Cell. 348/32.25.941<br />
www.omeopatiaonline.com<br />
Non aprirsi alle novità è sintomo di<br />
insicurezza. Tutto ciò che è nuovo è<br />
sospetto, può fare paura. Chi di noi<br />
non ha mai udito la frase che recita<br />
nel seguente modo: “Chi lascia la<br />
strada vecchia per la nuova, molte<br />
volte imbrogliato si ritrova”.<br />
Non esorto a imprese pericolose perché<br />
la prudenza, una delle famose<br />
virtù cardinali, è cosa buona; mi apro,<br />
però, a nuove esperienze perché esse<br />
fanno crescere o, al limite, potrebbero<br />
far crescere, se ben usate. Albert<br />
Einstein, in un articolo su “Forum”<br />
(Ottobre 1930) disse che “la più bella<br />
esperienza è quella di indagare il<br />
misterioso. E’ questa la vera sorgente<br />
di ogni arte e di ogni scienza”.<br />
Quando constatiamo di essere demotivati<br />
è bene prendere coscienza che<br />
noi, essere umani, possiamo compiere<br />
ogni umana impresa. Un aiuto per<br />
rinforzare l’autostima, ci proviene da<br />
“Larch”, essenza floreale della quale<br />
il medico E. Bach dice che essa “è<br />
per coloro che si credono meno abili<br />
o capaci di quelli che li circondano,<br />
che si aspettano di fallire e così non<br />
rischiano mai”. La persona insicura<br />
trarrà vantaggio dal Larice. L’ aspettativa<br />
anticipata del fallimento, la paura<br />
di non riuscire, è paralizzante.<br />
Certa cattiva cultura tende a renderci<br />
troppo cauti. Certi messaggi esigono<br />
in noi una barriera psicologica che<br />
blocca la realizzazione dei nostri<br />
sogni, anche quelli possibili.<br />
Einstein, Galilei, Colombo, Giovanna<br />
D’Arco, Gandhi, Teresa di Calcutta e<br />
migliaia di altri esseri umani, realizzarono<br />
splendide opere perché si sono<br />
incamminati su strade nuove. E’ cattivo<br />
educatore colui che tiene lontano<br />
il bambino, l’ adolescente, il giovane,<br />
da ciò che costoro non conoscono.<br />
Se crescendo o soltanto invecchiando,<br />
siamo ancora sotto l’influsso di<br />
esortazioni statiche dettate dalla<br />
paura del conoscere, è tempo che di<br />
tali esortazioni ci liberiamo.<br />
Di tutto ciò che ci blocca è ora che<br />
parliamo con noi stessi o con altri per<br />
divenire consci delle nostre capacità.<br />
Per diventare liberi. Per conquistare<br />
serenità. Se vuoi, puoi. Ne hai il diritto.
CMC14209-D&T-Novembre09:D&T 16-11-2009 13:10 Pagina 16<br />
5 idee regalo<br />
per Natale<br />
MALINKI MANAGER “RAFFINATE VISIONI”<br />
Sono occhiali premontati per la presbiopia, con lenti asferiche in<br />
polimetilmetacrilato di identico potere diottrico, indicati esclusivamente<br />
per la correzione della presbiopia “semplice”. Disponibili in<br />
11 diottrie da +1 a +3.50 con intervalli da +0.25. L’eleganza del<br />
frontale in metallo color grigio è sottolineata dalle astine in pelle<br />
nera. Il packaging moderno del porta-occhiali rigido, in metallo, contiene<br />
un astuccio in tessuto morbido, un panno pulisci-occhiali in<br />
microfibra sottolineati dal logo in argento e un mini-cacciavite da<br />
occhiali. Glamour l’espositore nero-argento laccato.<br />
Il Set Malinki Manager è distribuito in esclusiva da: High Grade<br />
SA, Riva Paradiso, 24 - Casella postale 747 - CH-6902 Lugano-<br />
Paradiso - Tel. +39031263036 - E-mail High-Grade@libero.it<br />
DEFENCE XAGE CREMA ANTIRUGHE RIVITALIZZANTE GIORNO<br />
di BioNike è il prodotto ideale per contrastare le prime rughe del viso, che possono<br />
comparire a partire dai 30 anni. Vera carica di energia, risveglia la vitalità<br />
cutanea, ripristina il tono della pelle e ne rinforza le naturali difese proteggendola<br />
dallo stress ambientale. Contiene Juvenikina, un innovativo complesso<br />
che distende le rughe, ne riduce la profondità e previene la formazione di<br />
nuove, rinforzando la naturale barriera cutanea e ripristinando il tono<br />
della pelle, e Creatina che ha un ruolo importante nel metabolismo<br />
energetico cellulare. La sua formulazione nickel tested (ogni lotto è<br />
analizzato per garantire un contenuto di nichel inferiore a<br />
0,00001%), senza conservanti, senza profumo e senza glutine<br />
la rende indicata anche per le pelli più sensibili e intolleranti.<br />
Ideale per il giorno in quanto contiene filtro UV è un’ottima<br />
base per il trucco. Periodicamente può essere abbinata<br />
a DEFENCE XAGE siero antirughe giorno, per un<br />
trattamento intensivo. Il vaso da 50 ml costa<br />
€ 28,00<br />
ed è venduto in Farmacia.
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KIT APOLLO BABY & JUNIOR<br />
di Royalsan srl è un prodotto che rende divertente l’igiene<br />
orale dei bambini. Apollo lo strizzatubo trasporta<br />
spazzolini colorati, studiati appositamente per i bambini.<br />
Il dentifricio viene spremuto sullo spazzolino senza sprechi<br />
grazie ad un semplice meccanismo a due ruote. Il<br />
prodotto è proposto in due versioni: Baby, da 2 a 5 anni,<br />
e Junior, da 6 a 11 anni.<br />
Il Kit Apollo Baby o Junior costa € 16,00. In vendita<br />
in Farmacia.<br />
DERM’ICE METHOD<br />
Di Cavallaro Srl è il trattamento combinato di un apparecchio di<br />
ultima generazione e di due sieri anti-età che lavorano sfruttando<br />
il freddo. L’Ice’Lifter è un oggetto di design composto da due<br />
placche crio-ceramiche che crea uno scambio termico che fa raggiungere<br />
in un minuto la temperatura di 3° C circa. I Lift Serum,<br />
Sérum Visage e Lift Sérum Yeux, sono concentrati specifici per<br />
viso e occhi, arricchiti di acido ialuronico e Liftessence, complesso<br />
all’estratto di felce della Nuova Zelanda.<br />
In vendita in Farmacia<br />
THERMOFOCUS® 5 IN 1 (SERIE 01500A3)<br />
di Tecnimed srl. E’ sufficiente avvicinare Thermofocus®alla fronte del<br />
bambino, alla distanza indicata dal suo esclusivo sistema di puntamento,<br />
per rilevare all’istante la temperatura corporea. Due fasci luminosi<br />
convergenti, completamente innocui, permetteranno di determinare la<br />
corretta distanza. Thermofocus®permette di prendere la temperatura<br />
anche ad un bambino che sta dormendo, senza svegliarlo; non sono<br />
necessari né la disinfezione dopo l’uso né l’applicazione di cappucci igienici.<br />
Thermofocus®5 in 1 consente di misurare anche la temperatura<br />
dell’ambiente e quella degli oggetti, da 1 a 55°C (il biberon, la pappa,<br />
l’acqua del bagnetto..).<br />
Prezzo: 89 euro. www.tecnimed.it - numero verde gratuito 800-930321
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18 diagnosi<br />
& terapia 08/09<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
Emergency<br />
il meglio dei fiori australiani<br />
PER I MOMENTI<br />
DI GRANDE DISAGIO<br />
EMOTIVO E DIFFICOLTÀ<br />
L’umore è quella capacità di provare<br />
sentimenti, di esprimere affettività nei<br />
confronti del mondo esterno. Quando<br />
i normali meccanismi di controllo vengono<br />
destabilizzati a causa di stress,<br />
isolamento sociale, mancanza di relazioni,<br />
bassa autostima, tendenza alla<br />
passività e perdite affettive, si può<br />
cadere in uno stato di depressione,<br />
astenia o angoscia esistenziale.<br />
L’angoscia è associata e frequentemente<br />
peggiorata dall’ansia, problematica<br />
che una larga parte di<br />
noi ha avuto o potrà avere nel<br />
corso della propria vita. L’ansia<br />
di per sé non è un fenomeno<br />
anormale. Si tratta di un’emozione<br />
di base, che comporta uno<br />
stato di attivazione dell’organismo<br />
e che si attiva quando una<br />
situazione viene percepita soggettivamente<br />
come pericolosa.<br />
Nella specie umana l’ansia si<br />
traduce in una tendenza immediata<br />
all’esplorazione dell’ambiente,<br />
nella ricerca di spiegazioni,<br />
rassicurazioni e vie di<br />
fuga, nonché in una serie di<br />
fenomeni neurovegetativi come<br />
l’aumento della frequenza del<br />
respiro, del battito cardiaco<br />
(tachicardia), della sudorazione, le<br />
vertigini.<br />
Quando però l'attivazione del sistema<br />
di ansia è eccessiva, ingiustificata o<br />
sproporzionata rispetto alle situazioni<br />
siamo di fronte ad un disturbo d'ansia,<br />
che può complicare notevolmente<br />
la vita di una persona e renderla incapace<br />
di affrontare anche le più comuni<br />
situazioni. Questi momenti a volte<br />
insostenibili possono essere affrontati<br />
e superati con l’utilizzo di<br />
Emergency di Green Remedies, un<br />
composto di essenze floreali australiane<br />
indicato a tutti, anche ai bambini.<br />
Ha un effetto calmante immediato<br />
sulla mente, sul fisico e<br />
sulle emozioni, anche durante le<br />
crisi di grave entità. La combinazione<br />
di Emergency Essenza combinata<br />
in gocce ed Emergency<br />
Spray orale aiuta a contrastare<br />
gli stati d’ansia facendoci sentire<br />
a nostro agio nella situazione<br />
che stiamo affrontando<br />
e che percepiamo essere<br />
molto difficili. Quando si<br />
avverte turbamento, paura,<br />
sensazione di oppressione<br />
o ansia, utilizzare frequentemente<br />
Emergency può<br />
essere estremamente utile<br />
per gestire con maggior<br />
coraggio e perseveranza il<br />
momento e raggiungere<br />
così uno stato di benessere<br />
e tranquillità.<br />
Spesso i momenti<br />
importanti della nostra<br />
vita, sono caratterizzati<br />
da dubbi, incertezze,<br />
ma soprattutto da<br />
paura. Le crisi<br />
associate alla<br />
paura di non farcela,<br />
di non essere<br />
all’altezza o di<br />
fare la scelta<br />
sbagliata, possono<br />
provocare, a<br />
volte, attacchi di<br />
ansia che spesso<br />
sfociano in veri<br />
e propri attacchi di<br />
panico in cui si ha la netta sensazione<br />
di essere in pericolo di vita. In<br />
questi momenti Emergency, grazie<br />
alle particolari Essenze Floreali contenute,<br />
è di grandissimo aiuto per favorire<br />
calma e affrontare quindi nel<br />
modo corretto l’emergenza.<br />
Così, prima di un esame, in un<br />
momento di grande crisi nella relazione,<br />
dopo un evento traumatico o<br />
durante un periodo difficilissimo,<br />
usare frequentemente Emergency, per<br />
ritrovare la forza e scacciare ansia e<br />
paura. Il mix Emergency ha una azione<br />
rapida, perché combina le vibrazioni<br />
di più fiori dalle caratteristiche
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Salute<br />
08/09 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
19<br />
diverse, ma tutti orientati a ristabilire<br />
l’equilibrio che i momenti di<br />
emergenza hanno alterato. In particolare:<br />
Angesword favorisce il<br />
ritrovamento della Verità<br />
Spirituale e della Pace, aiutando<br />
a riscoprire i valori interiorizzati<br />
nel passato. Consente il contatto<br />
con il nostro Io più profondo.<br />
Crowea dà equilibrio e concentrazione<br />
all’individuo, rilassa i<br />
muscoli, allevia le preoccupazioni e<br />
lo stress. Dona pace, calma e forza,<br />
promuovendo un senso di benessere<br />
e vitalità. Dog Rose of the Wild<br />
Forces aiuta a controllare le emozioni,<br />
affinché quelle più intense non travolgano<br />
l’individuo facendogli perdere il<br />
contatto con la realtà e con se stesso.<br />
Fringed Violet “spazza via” gli<br />
effetti negativi della preoccupazione<br />
per il presente ed il passato, in modo<br />
tale da proteggere la fragilità della<br />
psiche in delicati frangenti.<br />
Grey Spider Flower essenza specifica<br />
per le paure estreme, il panico immobilizzante<br />
e il terrore che pervade<br />
improvvisamente. È d’aiuto per altri<br />
disturbi d’ansia, come le fobie e per i<br />
disturbi psicofisiologici con base psicologica,<br />
come l’asma. Aiuta ad<br />
acquisire fiducia, calma e coraggio.<br />
Sundew specifico per la dissociazione<br />
e quindi la depersonalizzazione,<br />
intese come difesa dalla realtà a<br />
volte amara<br />
della vita. Aiuta a ritrovare la vivacità<br />
d’interesse per il mondo esterno e<br />
l’abilità di porre attenzione anche ai<br />
dettagli, consentendo, in tal modo, di<br />
prendere la giusta decisione per ogni<br />
singolo caso. Waratah coraggio, tenacia,<br />
fiducia e perseveranza. Capacità<br />
di adattamento e di sopravvivenza.<br />
Per problematiche localizzate è inoltre<br />
possibile rafforzare l’azione dell’essenza<br />
combinata applicando localmente<br />
la formulazione Emergency<br />
crema, con un lieve massaggio, mattina<br />
e sera. La crema è formulata con<br />
ingredienti biologici e non si limita ad<br />
occuparsi in modo eccellente dell’aspetto<br />
fisico, grazie ai pregiati ingredienti<br />
naturali, ma si prende anche<br />
cura del nostro Sé più profondo,<br />
ossia delle nostre emozioni, affinché<br />
il nostro corpo rispecchi all’esterno<br />
il nostro equilibrio interiore,<br />
in base al principio che la<br />
bellezza esteriore è strettamente<br />
legata alla bellezza interiore.<br />
La crema Emergency è ottima<br />
per le pelli che presentano un<br />
aspetto opaco e spento a<br />
causa del periodo di “supermenage”,<br />
di forte disagio emotivo,<br />
tristezza, abbattimento o<br />
comunque nei momenti in cui<br />
sia necessario affrontare piccole<br />
o grandi emergenze. Può essere<br />
massaggiata sul corpo e sul viso<br />
più volte al giorno. Nel caso in cui lo<br />
stress sia fattore che accomuna<br />
diverse persone che convivono nello<br />
stesso ambiente, sarà utilissimo<br />
vaporizzare Emergency Spray ambiente<br />
e corpo nel luogo in cui si soggiorna.<br />
Le essenze diffuse nell’aria aiuteranno<br />
a creare un luogo più armonico<br />
e rilassante che influenzerà positivamente<br />
gli individui.<br />
Emergency di Green Remedies è in<br />
vendita nelle migliori erboristerie, farmacie<br />
e parafarmacie.<br />
GREEN REMEDIES SRL<br />
Via T.Aspetti, 260 – 35133<br />
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20 diagnosi<br />
& terapia 08/09<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
Ridurre il colesterolo è facile<br />
come mangiare un cracker<br />
Mantenere il colesterolo sotto controllo<br />
attraverso un sano stile di vita è il primo<br />
passo per prevenire il rischio cardiovascolare.<br />
Questo è noto. Un’attività fisica regolare<br />
e una dieta varia ed equilibrata riducono,<br />
infatti, la possibilità d’insorgenza di<br />
infarto e aterosclerosi. Meno noto è che le<br />
scelte alimentari anticolesterolo oggi non<br />
sono più da intendere solo come privazione<br />
o sacrificio, bensì anche come una piacevole<br />
aggiunta.<br />
I functional food, ovvero il benessere<br />
dagli alimenti.<br />
Negli ultimi anni, la ricerca nutrizionale si è<br />
rivolta verso lo studio di alimenti non solo<br />
“light”, cioè privati di sostanze potenzialmente<br />
dannose, ma “attivi” nel contribuire<br />
al benessere, con l’aggiunta di materie<br />
prime salutari: sono i functional food, alimenti<br />
funzionali (o “intelligenti”) che aiutano<br />
a prevenire o controllare disturbi o<br />
patologie. Come, ad esempio, le appetitose<br />
sfoglie di pane dall’esclusiva ricetta<br />
anti-colesterolo.<br />
Un modo nuovo di controllare il colesterolo<br />
da Varvello Pharma Nutrition.<br />
Varvello Pharma Nutrition è un’azienda<br />
recente per nascita ma di lunga esperienza,<br />
dedita all’innovazione alimentare.<br />
Il suo staff di Ricerca e Sviluppo ha raggiunto<br />
oggi un obiettivo perseguito da<br />
tempo: sviluppare un alimento che combatte<br />
il colesterolo con le sue stesse<br />
armi.<br />
Infatti se un’alimentazione squilibrata può<br />
contribuire, in parte, ad aumentare il colesterolo,<br />
oggi proprio attraverso un alimento<br />
sano è possibile ridurlo, in modo naturale<br />
ed efficace.<br />
Rincuora. Le sfoglie di pane amiche del<br />
cuore.<br />
La bontà di ingredienti sceltissimi, naturali,<br />
di prima qualità e l’efficacia nel ridurre il<br />
colesterolo: questo è il ritratto delle sfoglie<br />
di pane Rincuora, che contribuiscono, a<br />
ogni pasto, a mantenere il cuore in salute.<br />
Sostanze attive, sinergia esclusiva.<br />
Steroli, fibre solubili, lecitina di soia, dalla<br />
provata azione anticolesterolo, germe di<br />
grano, con antiossidanti naturali, vitamina<br />
E, carotenoidi.<br />
Ognuno di questi elementi, singolarmente,<br />
ha un ruolo importante nella prevenzione<br />
del rischio cardiovascolare, ma è attraverso<br />
la loro combinazione sinergica ed<br />
esclusiva, che gli effetti vengono oggi<br />
potenziati.<br />
La buona abitudine che fa bene.<br />
Difendere la salute del cuore diventa un<br />
gesto semplice, quotidiano e gustoso.<br />
Con il loro sapore gradevole, le sfoglie di<br />
pane Rincuora sono un vero completamento<br />
dell’alimentazione quotidiana.<br />
Consumate ai pasti principali, 4 sfoglie al<br />
giorno sono in grado, infatti, di abbassare i<br />
livelli di colesterolo, in particolare quello<br />
cosiddetto “cattivo” (LDL), fino al 20%, già<br />
dopo 4 settimane.
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22 diagnosi<br />
& terapia 08/09<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
Le nuove patologie<br />
della globalizzazione<br />
MEDICI STRANIERI IN ITALIA<br />
Prof. Foad AODI<br />
Presidente dell’AMSI<br />
Sono un medico e perciò la guardo<br />
dal mio punto di vista: traccio una<br />
diagnosi e prescrivo una terapia.<br />
Prima, però, avrei una premessa<br />
importante su quest’argomento, che<br />
alle volte viene trattato in maniera<br />
sporadica e non programmatica.<br />
Nel 2000, con un gruppo di colleghi<br />
provenienti da vari continenti fondai<br />
quest’associazione, unica in Europa,<br />
che raggruppa ed è aperta a tutti i<br />
medici ed operatori sanitari di origine<br />
straniera, per offrire tutti insieme il<br />
nostro contributo nel sociale, mettendoci<br />
a disposizione di chiunque ne<br />
avesse bisogno. Tramite le consulenze<br />
che l’AMSI offre dal 2001 ai medici<br />
presso l’Ordine dei medici di Roma,<br />
il più grande in Europa e quello con la<br />
più alta concentrazione dei medici di<br />
origine straniera, ed in collaborazione<br />
con la “Federazione Nazionale degli<br />
Ordini dei Medici ed Odontoiatri in<br />
Italia” tramite la commissione mista<br />
AMSI e FNOMCeO, ci siamo attivati ad<br />
analizzare il fenomeno dei medici di<br />
origine straniera in Italia e sono state<br />
fatte alcune riflessioni e considerazioni<br />
importanti:<br />
1. Si possono sostanzialmente distinguere<br />
due fasi di immigrazione in<br />
Italia: la prima, con una prevalenza di<br />
studenti, provenienti all’Africa<br />
(Nigeria, Camerun ,..) e dal Medio<br />
Oriente (Giordania,Libano ,Israele<br />
,Siria….) e, dall’Iran e dalla Grecia<br />
dall’Usa dai paesi Europei (Germania,<br />
Svizzera,…) e dal Sud America<br />
(Argentina e,Brasile…) giunti in Italia<br />
in eta’ adolescente per studiare e<br />
perfezionare la loro formazione. Era<br />
un flusso programmato e qualificato:<br />
il 30% dei laureati ha poi deciso di<br />
rimanere qui ad operare, divenendo<br />
cittadini italiani e anche mettendo su<br />
famiglia. C’è stato poi un secondo<br />
momento, collocabile idealmente<br />
dopo la caduta del muro di Berlino,<br />
che ha visto invece moltissimi – ed in<br />
particolare dall’Est, dal Nord Africa e<br />
da Paesi sconvolti dalla povertà- emigrare<br />
soprattutto per lavorare. Vede<br />
allegato dei medici iscritti come extracomunitari<br />
fino 2005, considerando<br />
che la maggioranza dei medici di origine<br />
straniera nel frattempo ha acquisito<br />
la cittadinanza italiana, trasformando,<br />
in tal modo, la loro iscrizione<br />
all’ordine da extracomunitaria ad iscrizione<br />
italiana che possono essere stimabile<br />
con un numero totale che
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Salute<br />
08/09 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
23<br />
oscilla da 18 a 22 mila medici di origine<br />
straniera in italia.<br />
2. L’iscrizione all’Ordine dei medici da<br />
parte dei medici di origine straniera è<br />
diventata possibile dopo il 31.12.89<br />
grazie alla legge Martelli. Prima di<br />
quella data era consentito l’iscrizione<br />
all’ordine solo a chi aveva la cittadinanza<br />
italiana o a chi era comunitario<br />
o con laurea eseguita in Egitto o<br />
Siria, grazie all’accordo di reciprocità<br />
tra l’Italia e l’Egitto e la Siria.<br />
3. La maggior parte dei medici che<br />
sono arrivati dai Paesi dell’Est<br />
(Russia, Romania, Bulgaria, Albania,<br />
Moldavia ,Ex - Jugoslavia ed Ucraina)<br />
prima di iscriversi all’ordine dei medici<br />
hanno dovuto fare la pratica di riconoscimento<br />
del titolo che in Italia<br />
avviene o tramite una università italiana<br />
e in tal modo la laurea diventa a<br />
tutti gli effetti laurea italiana e valida<br />
quindi per sostenere successivamente<br />
l’esame di stato, o tramite il<br />
Ministero della Salute per l’abilitazione<br />
alla professione medica .<br />
4. La presenza di medici stranieri in<br />
Italia è caratterizzata prevalentemente<br />
da due realtà: il loro numero, pur<br />
consistente, tende ad aumentare in<br />
misura minore rispetto a quello degli<br />
infermieri e, in secondo luogo, è composto<br />
in larga misura da comunitari o<br />
da persone provenienti da Paesi a<br />
Sviluppo Avanzato. Anche per loro<br />
vale l’impossibilità di essere assunti<br />
direttamente presso le strutture pubbliche;<br />
nondimeno molti di loro sono<br />
presenti presso gli ospedali pubblici<br />
come liberi professionisti retribuiti<br />
attraverso un sistema di gettoni o di<br />
compenso a prestazione occasionale<br />
sebbene per periodi prolungati presso<br />
la medesima struttura. Questa prassi<br />
è particolarmente diffusa anche nel<br />
privato, dove tuttavia sarebbe formalmente<br />
possibile addivenire alla piena<br />
assunzione di personale straniero<br />
non comunitario. La maggior parte dei<br />
medici di origine straniera lavora nella<br />
Sanità privata ed accreditata: ciò è<br />
dovuto anche al fatto dell’impossibilità<br />
di sostenere concorsi per chi non<br />
è cittadino italiano. Le branche più<br />
frequenti in cui esercitano i medici<br />
stranieri sono: laboratorio d’analisi,<br />
Ambulatorio di fisioterapia, cliniche<br />
private, medici di famiglia e pediatri<br />
convenzionati, attività specialistica<br />
privata ed odontoiatria; invece nel<br />
pubblico la maggioranza lavora presso<br />
il pronto soccorso.<br />
5. Il numero degli studenti stranieri<br />
presso le università italiane è gradualmente<br />
diminuito per due motivi<br />
essenziali, e cioè ;il numero chiuso<br />
ed il costo economico.<br />
6. L’accesso alle scuole di specializzazione<br />
da parte dei medici in Italia<br />
ha avuto varie possibilità nell’arco<br />
degli ultimi anni fino ad arrivare a pari<br />
merito e requisiti sia per i medici<br />
italiani che stranieri.<br />
7. Ci sono, poi, numerosi medici già<br />
laureati nei loro Paesi, i quali giungono<br />
in Italia per specializzarsi o eseguire<br />
un dottorato o master sempre<br />
tramite un piano di accordo tramite la<br />
cooperazione internazionale del<br />
Ministero degli Esteri o il Ministero<br />
della Salute italiano e quello dei<br />
Paesi di provenienza.<br />
8. Gli operatori sanitari di origine straniera<br />
sono in maggioranza infermieri<br />
che secondo gli ultimi dati dell’ipasvi<br />
sono circa 35 mila impiegati: è il 10<br />
per cento del totale, di cui 7670<br />
romeni (42,2 per cento), 2487 polacchi<br />
(14 per cento) e sono distribuiti<br />
sul territorio italiano con il 12 per<br />
cento al centro –nord e 2 per cento al<br />
sud. Oltre gli infermieri, lavorano in<br />
Italia numerosi fisioterapisti, farmacisti<br />
e psicologi.<br />
9. E’ diminuito il numero dei medici<br />
ed operatori sanitari provenienti dalla<br />
Romania ed Bulgaria dopo il loro<br />
ingresso nella Comunità Europea, prediligendo<br />
altri paesi europei come la<br />
Spagna e l’Inghilterra per una maggior<br />
possibilità di trovare impiego.<br />
10. L’AMSI al momento ha risolto la<br />
maggioranza delle problematiche dei<br />
medici e degli operatori sanitari stranieri,<br />
tranne la questione dei concorsi<br />
pubblici, per sostenere i quali occorre<br />
essere cittadino italiano come ci ha<br />
risposto ufficialmente l’ex Ministro<br />
dell’Interno Giuliano Amato.<br />
La difficoltà maggiore per i medici di<br />
origine straniera, oggi, è l’inserimento<br />
nel mondo del lavoro per l’alto numero<br />
dei medici laureati in Italia, dove<br />
attualmente si riscontra una mancanza<br />
di medici specialisti in anestesia e<br />
radiologia, che potrebbero arrivare<br />
dall’estero se si attivasse una cooperazione<br />
attenta al mercato del lavoro,<br />
programmando l'ingresso degli operatori<br />
sanitari di origine straniera facendo<br />
prima un censimento accurato per
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24 diagnosi<br />
& terapia 08/09<br />
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Salute<br />
individuare la quota carente (infermieri,<br />
fisioterapisti, altre specializzazioni<br />
mediche) e, una volta entrati in Italia,<br />
aiutarli ad inserirli nel mondo del<br />
lavoro, accelerando la procedura del<br />
riconoscimento dei titoli esteri e nello<br />
stesso tempo incentivando gli aiuti ai<br />
Paesi in via di sviluppo affinché i<br />
medici locali possano svolgere le loro<br />
professioni curando i loro connazionali,<br />
per non perdere capitale umano<br />
che danneggia soprattutto le Nazioni<br />
africane visto l’alto numero del personale<br />
medico e qualificato che lascia i<br />
loro Paesi per cercare sistemazioni<br />
migliori nelle mete più ambite, come<br />
Europa e USA.<br />
LA POLIOMIELITE QUARANTA ANNI<br />
DOPO: LA POST POLIO<br />
“QUESTA SCONOSCIUTA”<br />
Dott.ssa Francesca BELLAFEMINA<br />
Segretario della Sezione ANIEP di Roma<br />
Tra le patologie emergenti e riemergenti<br />
possiamo annoverare anche la<br />
“post polio” o effetti tardivi della<br />
poliomielite. I polio – survivors contagiati<br />
dal polio virus da bambini, a<br />
distanza di 30 – 40 anni manifestano<br />
una nuova sintomatologia (aumentata<br />
affaticabilità muscolare, astenia, perdita<br />
delle funzioni motorie preesistenti,<br />
intolleranza al freddo, atrofia e<br />
dolori muscolari). Si assiste a un progressivo<br />
ed irreversibile declino delle<br />
funzioni nell’attività della vita quotidiana<br />
che compromettono gravemente<br />
la vita di relazione e quindi lavorativa<br />
dell’individuo. Mentre negli Stati<br />
Uniti e in molte Nazioni Europee svariati<br />
studi sono stati effettuati su questa<br />
nuova patologia neurologica che<br />
colpisce circa l’80% dei sopravvissuti<br />
alla poliomielite, in Italia vi è una<br />
sorte di disinteresse e nonostante le<br />
numerose sollecitazioni e raccomandazioni<br />
che la Comunità Europea ha<br />
inviato agli Stati Membri. L’ANIEP<br />
(Associazione Nazionale Invalidi Esisti<br />
di Poliomielite) Sezione di Roma,<br />
assieme ad altre Associazioni<br />
(Associazione Post polio, ex Allievi di<br />
Don Gnocchi, AIDM) da anni sta conducendo<br />
una battaglia per ottenere<br />
un riconoscimento da parte dello<br />
Stato della “post polio” che consenta<br />
lo studio, la ricerca e la cura di tale<br />
patologia e la creazione di centri di<br />
riferimento, collegati a strutture universitarie<br />
che effettuino ricerche sul<br />
secondo neurone di moto e sulle<br />
cellule staminali.<br />
IL COLERA<br />
Prof. Guglielmo BORGIA<br />
Professore Ordinario di Malattie<br />
Infettive Dipartimento di Medicina<br />
Pubblica e della Sicurezza Sociale,<br />
Università degli Studi di Napoli<br />
“Federico II”.<br />
Direttore Dipartimento Assistenziale di<br />
Malattie Infettive e Medicina Legale,<br />
AOU “Federico II”.<br />
Presidente Sezione Campania Società<br />
Italiana di Malattie Infettive e Tropicali<br />
(SIMIT)<br />
Introduzione<br />
La globalizzazione, le interconnessioni<br />
della moderna società, i flussi migratori,<br />
i mutamenti climatici, l’adattamento<br />
dei patogeni, l’aumento della<br />
suscettibilità umana stanno determinando<br />
una situazione a rischio per le<br />
malattie infettive anche nei Paesi<br />
industrializzati. Nuovi agenti patogeni<br />
sono emersi recentemente: l’agente<br />
responsabile della nuova variante<br />
della Creutzfeldt-Jakob (cosiddetto<br />
morbo della mucca pazza), il<br />
Coronavirus che causa la Sindrome<br />
Acuta Respiratoria Sistemica (SARS),<br />
l’influenza aviaria. Altre patologie<br />
sono, invece, in fase di riemergenza:<br />
tubercolosi, lue, colera, dengue, etc.<br />
Il colera è un’infezione intestinale<br />
acuta causata dall’ingestione di<br />
acqua o cibo (frutti di mare, frutta e<br />
verdura o altri cibi inquinati durante la<br />
preparazione o lo stoccaggio) contaminati<br />
con il batterio denominato<br />
Vibrio cholerae. La trasmissione interumana<br />
è rara ma possibile.<br />
E’ caratterizzato da diarrea imponente<br />
che conduce a disidratazione severa<br />
e morte se non trattata(letalità: 30-<br />
50%). Diversamente dalle altre patologie<br />
diarroiche può uccidere un adulto<br />
sano in poche ore.<br />
La Storia<br />
Segnalazioni di malattie simil-colera<br />
risalgono ai tempi di Ippocrate (460-
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Salute<br />
08/09 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
25<br />
377 a.C.) e Galeno (129-216 d.C.) e<br />
numerosi testi antichi riportano casi<br />
di tale malattia nel Delta del Gange.<br />
Durante il diciannovesimo secolo il<br />
colera si diffuse ripetutamente dal<br />
suo “reservoir” originale del Delta del<br />
Gange al resto del Mondo, causando<br />
milioni di morti in Europa, Africa ed<br />
America. Si contano sette Pandemie<br />
nell’era moderna, dal 1816 (inizio<br />
della prima pandemia) ad oggi.<br />
La malattia è oggi considerata endemica<br />
in molti Paesi in via di sviluppo.<br />
Tuttavia, nonostante il pesante impegno<br />
sociale ed economico, fino al<br />
1853 si riteneva che il Colera fosse<br />
causato da cause supernaturali (furia<br />
di Dio, cause astrologiche) o da miasmi<br />
(aria cattiva o maleodorante).<br />
Grazie al lavoro di John Snow ed a<br />
quello di Robert Koch furono identificati<br />
la trasmissione ed il microrganismo<br />
causa del colera.<br />
Clinica e <strong>Terapia</strong><br />
Dopo un breve periodo di incubazione<br />
(da due ore a 5 giorni) compare diarrea<br />
acquosa senza dolore né febbre<br />
che può essere accompagnata da<br />
vomito. La maggior parte degli individui<br />
infetti non sviluppano la malattia,<br />
sebbene il batterio sia svelabile nelle<br />
loro feci per 7-14 giorni. Più dell’80%<br />
degli episodi di malattia sono episodi<br />
di diarrea acquosa lievi o moderati.<br />
Meno del 20% dei pazienti ammalati<br />
sviluppa la malattia grave con segni<br />
di disidratazione severi (shock), crampi<br />
alle gambe ed insufficienza renale.<br />
La diagnosi si fonda sul riscontro di<br />
Vibrio cholerae nelle feci. Un nuovo<br />
test rapido permette la diagnosi al<br />
letto dell’ammalato. Con un approccio<br />
tempestivo ed efficace la letalità è<br />
bassissima (
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26 diagnosi<br />
& terapia 08/09<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
Oltre il 70% delle malattie infettive<br />
emergenti degli ultimi vent’anni è una<br />
zoonosi, ovvero una malattia legata<br />
agli animali o al prodotto alimentare<br />
di origine animale. Queste malattie,<br />
identificate negli ultimi tempi con frequenza<br />
sempre crescente, sono favorite<br />
dall’aumento degli scambi commerciali<br />
e degli spostamenti delle<br />
persone e degli animali. Tra le zoonosi<br />
emergenti degli ultimi anni la BSE<br />
(Bovine Spongiform Encephalopathy)<br />
o "malattia della mucca pazza" è probabilmente<br />
una di quelle che hanno<br />
avuto il maggior impatto sull’opinione<br />
pubblica. Si tratta di una malattia<br />
neurologica del bovino, appartenente<br />
a un gruppo di patologie dette<br />
Encefalopatie Spongiformi<br />
Trasmissibili, a causa del tipico aspetto<br />
“spugnoso” che acquista il cervello<br />
di chi ne è affetto. Queste malattie<br />
colpiscono uomini ed animali e rappresentano<br />
un fenomeno ancora scarsamente<br />
conosciuto: hanno lunghissimi<br />
periodi di incubazione, anche di<br />
anni; non sono curabili né prevenibili<br />
con un vaccino, non sono diagnosticabili<br />
in vita con certezza, e sono sempre<br />
mortali. Quando nel 1986 un<br />
veterinario inglese comunicò che negli<br />
allevamenti si era diffuso questo<br />
morbo, si pose presto l’ipotesi, poi<br />
confermata, che la malattia trovasse<br />
il suo veicolo di diffusione nei mangimi<br />
prodotti dai residui di macellazione,<br />
ottenuti da pecore e bovini affetti<br />
da encefalopatia spongiforme. La<br />
BSE è pertanto un'infezione di origine<br />
alimentare; sempre per via alimentare,<br />
anche se non è esclusa la concomitanza<br />
di altre cause, è il suo corrispettivo<br />
umano, la variante della<br />
malattia di Creutzfeldt Jakob (vCJD),<br />
causata dall’esposizione all’agente<br />
infettivo della BSE.<br />
Dalla sua comparsa sono stati diagnosticati<br />
200 000 casi di BSE in<br />
tutto il mondo, di cui la grande maggioranza<br />
in Inghilterra, ma si stima<br />
che oltre due milioni di bovini infetti<br />
abbiano raggiunto la catena alimentare.<br />
Questa nuova malattia in venti<br />
anni è diventata un problema sanitario<br />
globale e oggi è diffusa tutto il<br />
mondo. Come si controlla la BSE in<br />
Italia Il Centro di Referenza Nazionale<br />
per la BSE, presso l’Istituto<br />
Zooprofilattico Sperimentale di Torino,<br />
coordina e controlla i laboratori nazionali<br />
che effettuano gli esami quotidiani<br />
sui bovini destinati alle nostre tavole.<br />
Dall’inizio della sorveglianza attiva,<br />
basata sull’utilizzo dei test rapidi,<br />
sono stati esaminati circa cinque<br />
milioni e mezzo di bovini (5.487.000)<br />
e si sono identificati nella popolazione<br />
bovina autoctona casi di BSE per<br />
un totale complessivo di 142 casi.<br />
L’andamento epidemico ha subito<br />
una evidente flessione tra il 2001,<br />
primo anno di sorveglianza attiva, e<br />
gli anni successivi, assestandosi ora<br />
a pochi casi all’anno. L’evoluzione<br />
dell’epidemia appare complessivamente<br />
favorevole in Europa ma<br />
soprattutto in Italia, che sicuramente<br />
oggi presenta parametri di rischio e di<br />
incidenza inferiori rispetto ad altri<br />
Paesi europei. Questi risultati positivi<br />
discendono dall’applicazione di misure<br />
tese ad annullare alcuni fattori di<br />
rischio, come ad esempio il divieto di<br />
utilizzo delle farine di carne nell’alimentazione<br />
dei ruminanti, e l’obbligo<br />
di eliminazione del materiale a<br />
rischio. E’ necessario però sottolineare<br />
la necessità che queste misure<br />
rimangano in vigore, finchè la situazione<br />
non sia completamente risolta<br />
in tutto il mondo. Se è vero che<br />
oggi è evidente un progressivo decremento<br />
del rischio di infezione in tutta<br />
Europa, è altrettanto vero che è indispensabile<br />
mantenere un atteggiamento<br />
di cautela e di attenzione: ad<br />
esempio sussiste il rischio di importazioni<br />
di animali e materie prime provenienti<br />
da Paesi in cui la sorveglianza<br />
veterinaria non è completamente<br />
adeguata, e dove comunque la BSE è<br />
presente e talvolta in crescita.<br />
Proprio per questo motivo è irrinunciabile<br />
mantenere la capacità del sistema<br />
nell’individuare precocemente le<br />
situazioni di potenziale allarme o<br />
inversioni nelle tendenze epidemiologiche,<br />
con la massima tempestività<br />
ed efficacia.<br />
MALATTIE DIMENTICATE<br />
E SVILUPPO<br />
Alessandra CAROZZI DE CARNERI<br />
Presidente Fondazione Ivo de Carneri<br />
Onlus<br />
Lo sviluppo sociale, culturale ed economico<br />
di una comunità, di una nazione,<br />
è strettamente legato allo stato di<br />
salute, aspetto tanto più importante<br />
oggi in un mondo globalizzato. Ma ci<br />
sono ancora malattie che, nonostante<br />
l’impatto negativo grave che<br />
hanno sullo sviluppo delle nazioni, in<br />
particolare quelle più povere, non attirano<br />
l’attenzione.
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Salute<br />
08/09 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
27<br />
Sono le malattie tropicali dimenticate,<br />
che hanno fatto la storia dell’umanità<br />
oltre che la storia della medicina.<br />
L’Organizzazione mondiale della<br />
sanità ne elenca 14 maggiormente<br />
rappresentative, ma la lista di queste<br />
malattie quotidianamente ignorate è<br />
molto più lunga. Eppure l’Italia, che in<br />
passato ha conosciuto sul suo territorio<br />
la presenza di alcune di esse,<br />
come la schistosomiasi o le elmintiasi<br />
del suolo nei bambini, e ne è stata<br />
segnata per molti anni, dovrebbe<br />
essere particolarmente sensibile alla<br />
loro prevenzione e controllo. Sono<br />
malattie debilitanti, che colpiscono in<br />
particolare bambini e giovani adulti,<br />
dai nomi spesso impronunciabili,<br />
conosciuti solo dagli specialisti: leishmaniosi,<br />
tripanosomiasi africana,<br />
malattia di Chagas, filariasi linfatica,<br />
schistosomiasi, elmintiasi trasmesse<br />
dal suolo, oncocercosi, ulcera di<br />
Buruli, dracunculosi, dengue.<br />
Altre invece hanno nomi più conosciuti,<br />
come colera, lebbra, tracoma. Oggi<br />
più di un miliardo di persone è colpito<br />
da una o più di queste infezioni, la<br />
cui presenza può aggravare malattie<br />
già di per sé gravissime come malaria,<br />
tubercolosi e Hiv/Aids. Sono<br />
malattie responsabili, ogni anno, di<br />
oltre 500.000 morti e 57 milioni di<br />
Daily (anni persi per disabilità o<br />
morte prematura per malattia). Per<br />
metterle sotto controllo occorrerebbe<br />
una politica comune dei Paesi ricchi<br />
(governi, agenzie internazionali, donatori),<br />
basata sul rafforzamento della<br />
ricerca scientifica, anche nei Paesi<br />
colpiti, e delle infrastrutture sanitarie<br />
locali, e sul miglioramento delle campagne<br />
di controllo con farmaci non<br />
più per singole malattie (interventi<br />
verticali) ma per più malattie insieme,<br />
considerando la persona malata più<br />
che la malattia singola.<br />
GLI INTERVENTI DI AIFO<br />
Dott. Francesco COLIZZI<br />
Presidente AIFO – Associazione<br />
Italiana Amici di Raul Follerau<br />
L’Associazione Italiana Amici di Raoul<br />
Follereau (AIFO), ispirata al messaggio<br />
di Raoul Follereau interviene direttamene<br />
nella realtà dei Paesi in via di<br />
sviluppo, attraverso progetti di sostegno<br />
a livello sanitario, riabilitativo e<br />
sociale. AIFO è un’ONG di cooperazione<br />
sanitaria internazionale, presente<br />
in Africa, America Latina e Asia e<br />
opera senza alcuna discriminazione di<br />
credo o di cultura. L’Associazione promuovere<br />
politiche di cooperazione<br />
orientate all’auto-sviluppo dei popoli e<br />
attua specifici programmi di intervento<br />
sociale e sanitario, al fine di contrastare<br />
le condizioni di sottosviluppo,<br />
povertà, denutrizione ed emarginazione<br />
che causano la persistenza e la<br />
diffusione di malattie, in primo luogo<br />
il morbo di Hansen, e la disabilità.<br />
AIFO è riconosciuto all’Organizzazione<br />
Mondiale della Sanità e collabora<br />
principalmente con: Ministero degli<br />
Affari Esteri Italiano (M.AA.EE.),<br />
Unione Europea, Enti Locali e Regioni,<br />
Conferenza Episcopale Italiana<br />
(C.E.I.), Focsiv – volontari nel mondo,<br />
ILEP, IDDC, Cercle de Solidarietà e<br />
Movimento dei Popoli per la Salute.<br />
AIFO opera in 4 ambiti principali:<br />
Lotta alla lebbra e la sanità di base,<br />
promozione dei diritti di persone con<br />
invalidità attraverso un approccio alla<br />
riabilitazione su base comunitaria,<br />
sostegno ai bambini bisognosi con<br />
situazioni a rischio ed educazione allo<br />
sviluppo e intercultura attraverso la<br />
promozione di un mondo equo e tollerante,<br />
dove la diversità rappresenti un<br />
valore. AIFO, per quanto riguarda le<br />
patologie nei paesi in via di sviluppo,<br />
promuove interventi che riguardano<br />
lebbra, disabilità, malattie mentali,<br />
malaria, e malattie dimenticate come<br />
malattia del sonno, filariasi, ulcera di<br />
Buruli, leishmaniosi, ecc.<br />
LA MALATTIA DI CHAGAS:<br />
UN MORBO INVISIBILE<br />
Dott. Maurizio DE ANGELIS<br />
Dirigente Medico Azienda Ospedaliera<br />
Policlinico Umberto I di Roma – Dip. di<br />
Malattie Infettive e Tropicali<br />
La tripanosomiasi americana, o<br />
malattia di Chagas, è un’infezione<br />
parassitaria cronica e debilitante che<br />
riguarda milioni di persone in America<br />
centrale e del Sud. La prevalenza dell’infezione<br />
umana, determinata<br />
mediante test sierologici, è assai<br />
elevata: circa 11 milioni di persone in<br />
tutto il mondo sono infette, con un<br />
15-30% di casi di malattia clinicamente<br />
rilevabile. L’agente eziologico, il<br />
Tripanosoma cruzi, è generalmente<br />
trasmesso all’uomo da cimici ematofaghe<br />
che vivono nelle crepe delle<br />
case rurali. Il processo usuale di trasmissione<br />
è contaminativo: pungendo<br />
l’uomo, le triatomine defecano, liberando<br />
i tripomastigoti del parassita<br />
che penetrano attraverso la ferita provocata<br />
dall’insetto o le mucose. E’<br />
possibile anche la trasmissione<br />
mediante trasfusioni o trapianti d’or-
CMC14209-D&T-Novembre09:D&T 16-11-2009 13:11 Pagina 28<br />
28 diagnosi<br />
& terapia 08/09<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
gano, così come quella transplacentare.<br />
Recentemente è stata documentata<br />
la trasmissione alimentare attraverso<br />
succhi preparati da alberi di palma<br />
o canna da zucchero. Dopo un periodo<br />
di incubazione di 8-14 giorni, la<br />
malattia si manifesta come una sindrome<br />
influenzale: è questa la fase<br />
acuta. Nel punto di penetrazione del<br />
parassita si può spesso osservare<br />
una piccola area eritematosa infiltrata,<br />
il chagoma, o un caratteristico<br />
edema palpebrale unilaterale accompagnato<br />
da congiuntivite (segno di<br />
Romaña). Nella maggior parte dei<br />
casi la fase acuta termina con la guarigione<br />
clinica. E’ possibile tuttavia<br />
che, dopo un lungo periodo di infezione<br />
subclinica persistente, compaiano<br />
sintomi e segni obiettivi di cardiopatia<br />
o delle cosiddette megasindromi intestinali,<br />
quali megaesofago e megacolon.<br />
E’ questa la fase cronica. Nei<br />
pazienti che vanno incontro a immunosoppressione,<br />
come in caso di<br />
HIV/AIDS o gravidanza, la parassitosi<br />
può riattivarsi. L’attuale chemioterapia<br />
è limitata a due farmaci, nifurtimox<br />
e benznidazolo, efficaci solo<br />
negli stadi precoci delle infezioni<br />
acute o riattivate. La prognosi risulta<br />
relativamente benigna nelle forme<br />
acute non complicate, ma la letalità è<br />
invece elevata nella tripanosomiasi<br />
cronica. Le strategie di controllo sono<br />
mirate soprattutto alla lotta agli insetti<br />
vettori e al risanamento delle precarie<br />
abitazioni rurali sudamericane.<br />
Non esistono vaccini o farmaci appropriati<br />
per la profilassi. L’uso di insetticidi<br />
e zanzariere impregnate con<br />
insetticidi ad azione residuale e l’applicazione<br />
di creme repellenti rappresentano<br />
le più comuni ed efficaci<br />
norme di profilassi comportamentale<br />
per gli abitanti delle zone rurali e più<br />
disagiate del Sud e Centro America.<br />
Il viaggiatore che per pochi giorni soggiorna<br />
nelle consuete località turistiche,<br />
anche nei paesi in cui la malattia<br />
è endemica, difficilmente sarà<br />
esposto al rischio. Raramente, infatti,<br />
le camere di alberghi selezionati sono<br />
infestate da triatomine. Molto si sta<br />
facendo per contrastare la malattia di<br />
Chagas, che continua ad incombere<br />
sulle popolazioni tropicali con un’alta<br />
morbilità e mortalità. Ma è ancora<br />
poco. Il budget per il controllo della<br />
tripanosmiasi americana e delle altre<br />
cosiddette malattie neglette è ancora<br />
basso, se confrontato con quello<br />
destinato alle altre malattie.<br />
TUBERCOLOSI<br />
F. N. LAURIA , F. FARAGLIA<br />
U.O.C. Malattie Infettive Apparato<br />
Respiratorio<br />
Istituto Nazionale per le Malattie<br />
Infettive “L.Spallanzani”<br />
1. TBC NEL MONDO<br />
Ogni anno nel mondo 8,8 milioni di<br />
persone si ammalano e oltre 1,6<br />
milioni muoiono di tubercolosi (TB).<br />
L’O.M.S. stima che nel 2007 l’incidenza<br />
della patologia tubercolare è<br />
stata nel mondo di 9.3 milioni di casi,<br />
la prevalenza di 13,7 milioni di casi.<br />
Circa l’80% dei casi di TB è concentrato<br />
in soli 22 Paesi: il 55% dei casi<br />
si verificano in Asia, il 31% in Africa,<br />
6% nelle regioni del mediterraneo<br />
orientale, il 5% Europa e 3% continente<br />
americano. Tra i nuovi casi il 14%<br />
è risultato anche affetto da HIV e tra<br />
questi pazienti il 73% dei decessi è<br />
da attribuire alla TB.<br />
Tuttavia, i dati epidemiologici evidenziano<br />
che , nonostante un costante<br />
aumento in termini di valore assoluto<br />
dei nuovi casi di TBC dovuto ad un<br />
aumento della popolazione generale,<br />
il tasso d’incidenza sta diminuendo<br />
molto lentamente (nel 2004: 142<br />
nuovi casi /100.000ab. e nel 2007:<br />
137 nuovi casi/ 100.000 ab.). Tale<br />
minimo miglioramento del tasso di<br />
incidenza non riguarda le regioni europee<br />
dove l’incidenza rimane invariata.<br />
Inoltre, è diventato sempre più rilevante<br />
negli ultimi anni il riscontro di<br />
ceppi di micobatteri tubercolari caratterizzati<br />
da farmaco resistenza. Si<br />
stima infatti che nel 2007 mezzo<br />
milione di casi sono risultati resistenti<br />
ad isoniazide e rifampicina<br />
(MDRTB).<br />
I più alti tassi di tubercolosi resistente<br />
e multiresistente (MDR e XDR-TB, i<br />
casi definiti “Estremamente resisten-
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Salute<br />
08/09 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
29<br />
ti”), risultano concentrati soprattutto<br />
nell’Europa dell’Est.<br />
2. TBC IN ITALIA<br />
Mentre la tubercolosi in Italia è percepita<br />
a livello di pubblica opinione<br />
come malattia del passato, i dati epidemioligici<br />
, soprattutto quelli recenti.<br />
dimostrano il contrario. Il numero<br />
assoluto di diagnosi di Tubercolosi è<br />
stato nel 2007 (casi notificati) di<br />
4527, pari a un tasso d’incidenza<br />
annuo di 7,7 casi/100.000 ab..<br />
Analizzando il tasso annuale d’incidenza<br />
della Tubercolosi (pazienti italiani<br />
e pazienti stranieri), si evidenzia<br />
una lenta discesa dal 1995 (da 10<br />
casi / 100.000 ab. nel 2005 a 7,7<br />
casi/100.000 ab. nel 2007 ), ma<br />
negli ultimi anni il tasso rimane pressoché<br />
invariato.<br />
Circa 1 paziente su tre con diagnosi<br />
di tubercolosi risulta essere di origine<br />
straniera: i casi di TB registrati in cittadini<br />
stranieri residenti in Italia nel<br />
periodo 1999- 2007 hanno rappresentato<br />
circa il 35% dei casi notificati.<br />
Si registra un costante aumento<br />
negli anni passando dal 22% del<br />
1999 al 43,3 % nel 2007). Secondo i<br />
dati del ministero della salute nel<br />
periodo 1999-2007, solo il 15% dei<br />
casi di TB in soggetti stranieri residenti<br />
in Italia si è manifestato entro il<br />
primo anno di residenza in Italia ; la<br />
percentuale raggiunge quasi il 34%<br />
entro il secondo anno. Se ne deduce<br />
che più del 50% delle diagnosi vengono<br />
effettuate dopo il 2° anno di residenza<br />
nel nostro paese. Tali dati<br />
fanno ipotizzare un ritardo diagnostico<br />
per questo tipo di patologia nella<br />
popolazione immigrata da correlare<br />
probabilmente ad esclusione sociale,condizioni<br />
abitative con scarso<br />
livello igienico-sanitario e scarso<br />
accesso alle cure.<br />
L’interessamento polmonare costituisce<br />
la maggior parte dei casi segnala<br />
ti e la classe d’età avanzata è quella<br />
maggiormente rappresentata.<br />
Tuttavia, negli ultimi anni si è registrato<br />
un incremento del numero di nuovi<br />
casi tra le classi di età più giovani,<br />
soprattutto quella compresa tra i 15<br />
e i 24 anni:fenomeno da correlare al<br />
numero crescente di migranti residenti<br />
nel nostro paese per lo più appartenenti<br />
a questa fascia d’età provenienti<br />
da paesi ad elevata endemia tubercolare.<br />
I dati relativi ai ricoveri per<br />
tubercolosi presso Istituto Nazionale<br />
per le Malattie Infettive<br />
“L.Spallanzani” mostrano un andamento<br />
in linea con i dati epidemiologici<br />
sopra riportati. Da eveidenziare,<br />
tuttavia, che la maggioranza dei<br />
pazienti ospedalizzati per Tubercolosi<br />
presso l’INMI – Spallanzani risulta<br />
essere di origine straniera con un<br />
significativa percentuale di quadri clinici<br />
caratterizzati da forme di TB estesa<br />
e farmaco resistente.<br />
MALARIA<br />
Dott. Emanuele NICASTRI<br />
U. O. C. Malattie Infettive e Tropicali.<br />
INMI Lazzaro Spallanzani<br />
Epidemiologia<br />
Circa 3 miliardi di persone vivono in<br />
aree malariche (107 tra paesi e territori<br />
in cui la malaria è endemica).<br />
Ogni anno sono circa 500 milioni i<br />
casi di malaria nel mondo, e un milione<br />
e duecentomila i morti per malaria<br />
ogni anno. Di questi circa un milione<br />
sono bambini al disotto dei 5 anni,<br />
l’80% dei quali vivono in Africa.<br />
L’Africa paga il tributo più alto<br />
(800.000/anno) alla malattia. La<br />
malaria è una delle principali cause di<br />
mortalità infantile sotto i 5 anni, la<br />
terza nell’Africa subsahariana: su<br />
scala mondiale, su 10 decessi di<br />
bambini sotto i 5 anni, uno è causato<br />
da malaria; nell'Africa sub-sahariana<br />
1 su 5 (18%). A livello mondiale, oltre<br />
50 milioni di donne in gravidanza<br />
sono esposte al rischio di malaria, il<br />
60% delle quali vivono in Africa (fonti:<br />
i) rapporto UNICEF dicembre 2007; ii)<br />
status of child UNICEF, maggio 2008).<br />
Gli studi dimostrano - sottolinea<br />
Veneman direttore dell’UNICEF - che,<br />
in questi paesi, la malaria colpisce in<br />
modo sproporzionato i più poveri, e<br />
che ciò contribuisce al loro ulteriore<br />
impoverimento. In Europa nel 2005<br />
sono stati notificati 4306 casi di
CMC14209-D&T-Novembre09:D&T 16-11-2009 13:11 Pagina 30<br />
30 diagnosi<br />
& terapia 08/09<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
malaria. In Italia vengono riportati<br />
circa 600 casi di malaria l’anno, nel<br />
2006 sono stati 630 con 3 decessi.<br />
Presso l’Istituto Nazionale per le<br />
Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani<br />
dal 1984 al 2003 sono stati notificati<br />
445 casi di malaria con 11 decessi.<br />
La trasmissione della malaria vede<br />
coinvolti tre soggetti: l’ospite: l’uomo;<br />
un parassita: il plasmodio della malaria<br />
(4 specie patogene per l’uomo +<br />
una quinta recentemente scoperta);<br />
un vettore: la zanzara del genere<br />
anopheles, che interagiscono in un<br />
ambiente che deve avere delle caratteristiche<br />
ben precise per consentire<br />
il ciclo vitale del parassita e del vettore.<br />
Le linee di ricerca e di prevenzione<br />
hanno come obbiettivo l’interruzione<br />
della trasmissione della malaria intervenendo<br />
efficacemente sul parassita,<br />
sul vettore o su entrambi.<br />
Ricerca<br />
Ottenere il controllo della malaria è<br />
centrale per il conseguimento della<br />
riduzione della morbilità e della mortalità<br />
per malaria. Ma con quali strategie<br />
Il trattamento della malattia –<br />
il controllo del vettore – il miglioramento<br />
dell’immunità attraverso l’innovazione<br />
dei farmaci antimalarici –<br />
degli insetticidi – e dei vaccini.<br />
Diversi reti internazionali sono finalizzate<br />
a raggiungere questo scopo:<br />
Medicine for malaria venture<br />
MMV(università, industria e centri di<br />
ricerca clinica in 34 paesi), Drugs<br />
Neglected Diseases iniziative DNDi<br />
dal 2003; Global Fund for HIV, TB and<br />
Malaria dal G8 del 2001, tra le più<br />
note. In realtà le malattie parassitarie<br />
soffrono di un gap abissale con le<br />
altre patologie più comuni nel mondo<br />
ricco. I nuovi farmaci (tutti compresi<br />
nel loro complesso) sviluppati tra il<br />
1975 ed il 2004 sono stati circa<br />
1556, e di essi solo 18 erano finalizzati<br />
alla cura delle malattie tropicali o<br />
della tubercolosi (1,3%). Si sta cercano<br />
di colmare questo vuoto attraverso<br />
la ricerca e lo sviluppo di mezzi diagnostici<br />
che consentano una maggiore<br />
accuratezza e rapidità nella diagnosi<br />
di malaria (RDTs) e lo sviluppo di<br />
nuovi farmaci (inibitori della proteina<br />
che permette la fuoriuscita del plasmodio<br />
nel torrente ematico -<br />
PfSUB1, inibitori delle cisteina-proteasi<br />
del Pf); entro il 2011, 12 nuovi farmaci<br />
antimalarici dovrebbero essere<br />
registrati.<br />
Ulteriore obiettivo della ricerca è quello<br />
poi di prevenire episodi di malaria<br />
grave in categorie selezionate di<br />
pazienti come nelle gravide: si utilizza<br />
terapia intermittente con farmaci con<br />
minore tossicità per il feto; in realtà<br />
su oltre 500 studi su farmaci antimalarici<br />
tra 1996 e 2006, solamente 31<br />
hanno valutato efficacia/tossicità<br />
degli antimalarici in gravidanza.<br />
Prevenzione<br />
Sul fronte della prevenzione, l’ultimo<br />
rapporto dell'Unicef 2007 registra, tra<br />
il 2004 e il 2006, un rapido aumento<br />
nella fornitura di zanzariere trattate<br />
con insetticidi. L a produzione di<br />
zanzariere è più che raddoppiata, passando<br />
da 30 a 63 milioni. Un progresso<br />
indiscutibile a livello di singoli<br />
paesi è il netto aumento di fondi<br />
disponibili: il sostegno internazionale<br />
ai programmi nazionali di lotta alla<br />
malaria è aumentato di oltre 10 volte<br />
nell'ultimo decennio.<br />
Altra conseguenza positiva del grosso<br />
impegno finanziario verso la lotta contro<br />
la malaria è rappresentata dalle<br />
sperimentazioni cliniche attualmente<br />
in corso(dati aggiornati ad ottobre<br />
2007) di ben 16 vaccini contro la<br />
malaria. In particolare vi è il vaccino<br />
RTS, S/AS02 della Glaxo- Smith-Kline<br />
che sta finalmente arrivando dopo<br />
una lunghissima fase di gestazione<br />
alla fase III in diversi siti africani.<br />
Appare comunque necessario una<br />
strategia di salute pubblica internazionale<br />
efficace a coordinare tali interventi<br />
per evitare duplicati ed indirizzare<br />
correttamente le risorse disponibili.<br />
Ulteriore punto importante per le<br />
attività di prevenzione è lo sviluppo di<br />
strategie di lotta al vettore tramite<br />
l’uso di insetticidi sia vecchi (in Africa<br />
si usa ancora quasi solo DDT) che<br />
nuovi a buona attività residua, di larvicidi,<br />
di strategie di sterilizzazione del<br />
vettore, e di bonifica ambientale.
CMC14209-D&T-Novembre09:D&T 16-11-2009 13:11 Pagina 31<br />
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32 diagnosi<br />
& terapia 08/09<br />
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Salute<br />
Il <strong>dorso</strong> <strong>curvo</strong><br />
e la <strong>postura</strong><br />
Autori: Prof. Daniele RAGGI<br />
Dott. in Scienze Motorie,<br />
Dott. in Fisioterapia, Posturologo,<br />
Chinesiologo, Mézièrista.<br />
Docente di Posturologia c/o alcune<br />
Università Italiane.<br />
Direttore di Kinesistudio<br />
(Studio di Posturologia) di Milano<br />
Roberto BONO, Posturologo, terapista<br />
Posturale del Metodo Raggi®- Milano<br />
Il <strong>dorso</strong> <strong>curvo</strong>, ovvero l’ipercifosi dorsale,<br />
non è caratteristica soltanto dell’anziano;<br />
molto spesso anche durante<br />
l’infanzia, il corpo accusa questa<br />
alterazione <strong>postura</strong>le per svariati fattori:<br />
carattere introverso, senso di<br />
inferiorità o di inadeguatezza, vizi<br />
<strong>postura</strong>li protratti nel tempo, attività<br />
sportive agonistiche sproporzionate<br />
all’età (tennis, ginnastica artistica,<br />
etc.). Consiste in un aumento della<br />
normale cifosi del <strong>dorso</strong> (zona che<br />
comprende la prima vertebra dorsale<br />
fino la dodicesima) e per questo si<br />
definisce iper-cifosi; che nel passato<br />
veniva volgarmente chiamata<br />
“gobba”. Se si manifesta in età giovanile,<br />
viene definita cifosi di Scheuer -<br />
mann (forma più frequente di ipercifosi,<br />
con incidenza media stimata<br />
dall'1% all'8% della popolazione).<br />
Con il passare degli anni, tutte le persone<br />
hanno la naturale tendenza ad<br />
Radiografia di un <strong>dorso</strong><br />
<strong>curvo</strong>. E’ ben visibile l’aumento<br />
della cifosi dorsale<br />
(ipercifosi) e la profondità<br />
delle due lordosi (cervicale<br />
e lombare).<br />
irrigidirsi ed un poco<br />
ad “ingobbirsi” per<br />
effetto delle tensioni<br />
muscolari che agiscono<br />
sulle articolazioni<br />
modificandone i rapporti.<br />
La responsabilità<br />
è principalmente<br />
da ricondursi al<br />
nostro stile di vita, al tipo di cultura<br />
che non ci fa mai agire in forma preventiva,<br />
allo stress notevole delle<br />
nostre città, all’alimentazione, etc..<br />
Modificando un solo parametro<br />
<strong>postura</strong>le, inevitabilmente si modificano<br />
anche altre parti del corpo!<br />
Il corpo, nonostante venga erroneamente<br />
(ancora troppo spesso) valutato<br />
a compartimenti stagni, si comporta<br />
come un tutt’uno e, come tale,<br />
deve essere visto e considerato.<br />
Essendo collegato dalla testa ai piedi<br />
da catene muscolari, connettivali,<br />
fasciali e neurologiche, ogni singola<br />
variazione in qualsiasi distretto corporeo,<br />
è in grado di scatenare una serie<br />
di modificazioni o fenomeni adattativi<br />
in ogni altra parte.<br />
La teoria del caos: “Può il battito di<br />
ali di una farfalla in una zona della<br />
terra, scatenare un tornado dall’altra<br />
parte del pianeta”<br />
In presenza del <strong>dorso</strong> <strong>curvo</strong>, infatti,<br />
troviamo inevitabilmente anche le<br />
spalle che si antepongono e si chiudono<br />
in avanti. Questo avviene perché<br />
le scapole si articolano e si adattano<br />
alla forma del torace, il quale a sua<br />
volta, adatta la propria forma alla<br />
struttura della colonna chiudendosi e<br />
compromettendo la “mobilità dei polmoni”:<br />
la ventilazione diverrà quindi<br />
ridotta rispetto all’ideale funzionale e<br />
meno efficiente. Oltre agli effetti<br />
appena descritti, troveremo ulteriori<br />
conseguenze: questa modificazione<br />
strutturale, coinvolgerà anche il diaframma<br />
e gli organi interni; non<br />
potendosi muovere più secondo la<br />
fisiologia, il diaframma e le coste,<br />
eserciteranno movimenti limitati ed<br />
inadeguati alle esigenze, dunque di<br />
scarso rendimento. Gli organi interni,<br />
sia quelli direttamente in rapporto<br />
con il diaframma ed il torace (ma<br />
anche quelli non direttamente collegati),<br />
ne risentiranno a causa di compressioni,<br />
schiacciamenti, limiti di<br />
movimenti o funzionalità. Un esempio:<br />
il diaframma, quando si muove<br />
correttamente, “massaggia” costantemente<br />
ed ininterrottamente lo stomaco,<br />
il fegato, l’intestino, il cuore (che<br />
sono tutti ad esso legati attraverso
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Salute<br />
08/09 diagnosi & terapia<br />
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Colonna con curve fisiologiche (a), rettificata (b) e<br />
con ipercifosi, risultante dalle due iperlordosi (c)<br />
vari legamenti), favorendone ogni funzione<br />
ed attività. Persino la cisterna<br />
di Pequet (struttura anatomica che<br />
funge da punto di raccolta della linfa<br />
proveniente dal tronco e dagli arti<br />
inferiori), è favorita nello svuotarsi e<br />
riempirsi dalla corretta funzione diaframmatica.<br />
La mancanza di tale “servizio”,<br />
renderà ogni funzione più difficile<br />
o di insufficiente rendimento. Ma<br />
le ripercussioni non finiscono qui:<br />
oltre al <strong>dorso</strong> <strong>curvo</strong> ed alle spalle<br />
anteposte, anche la testa si trova ad<br />
essere proiettata in avanti. Secondo<br />
la Bioenergetica di Lowen, il collo e la<br />
testa protesi in avanti, sono l’espressione<br />
di un antico disagio, ovvero di<br />
un tentativo e di una insoddisfazione<br />
del bambino ad avere una corretta<br />
relazione con la mamma, con il seno<br />
materno.<br />
“…la <strong>postura</strong> è strettamente legata<br />
alla vita emotiva fino ad essere l’espressione<br />
stessa per il mondo<br />
esterno, non solo atraverso la mimica<br />
facciale e gestuale, ma anche<br />
attraverso la disposizione corporea<br />
nel suo insieme”<br />
(Gagey P.M ; Weber B. 2000)<br />
Il permanere di questi atteggiamenti,<br />
fa si che tali posture si strutturino nel<br />
tempo e permangono per tutta la vita,<br />
a meno che non si affronti tale problema<br />
<strong>postura</strong>le da più fronti: fisico<br />
ed emozionale.<br />
“La <strong>postura</strong> è espressione di un vissuto<br />
ereditato, di un vissuto personale,<br />
della formazione e deformazione<br />
culturale, di memorie dei propri traumi<br />
fisici ed emotivi (cisti emotive),<br />
del tipo di vita e di stress che conduciamo,<br />
del tipo di lavoro e di sport a<br />
cui ci siamo assoggettati nel tempo;<br />
<strong>postura</strong> è il modo in cui respiriamo, il<br />
modo in cui stiamo in piedi, ci atteggiamo<br />
e ci rapportiamo con noi stessi<br />
e con gli altri. La nostra <strong>postura</strong> è<br />
espressione della nostra storia”. (D.<br />
Raggi 1998).<br />
Nel caso del <strong>dorso</strong> <strong>curvo</strong>, i muscoli<br />
che sorreggono con fatica il collo e<br />
gestiscono malamente le spalle, non<br />
sono mai plastici e rilassati, ma sempre<br />
tesi ed in ipertono: devono sorreggere<br />
i pesi, le paure, i fallimenti, i<br />
dolori della vita. Ecco perché è difficile<br />
modificare tali posture e perché<br />
risulta vano e superficiale continuare<br />
a dire ai ragazzini di tenere le spalle<br />
diritte: lo sforzo è troppo grande e<br />
questi muscoli sono troppo rigidi,<br />
corti. Per le ragioni appena descritte,<br />
tali muscoli sono divenuti “deboli”,<br />
non sono in grado infatti con il loro<br />
sforzo, di tenere la colonna e le spalle<br />
diritte se non per poco più di un<br />
minuto; si stancano subito assoggettando<br />
nuovamente la persona alle<br />
loro tensioni.<br />
Ogni muscolo rigido, nel tempo, tenderà<br />
a perdere la sua plasticità e la<br />
sua forza.<br />
Un attento e scrupoloso esame<br />
<strong>postura</strong>le scoprirà che, in presenza<br />
del <strong>dorso</strong> <strong>curvo</strong>, delle spalle chiuse,<br />
del torace soffocato, della testa protesa<br />
in avanti, anche il cranio avrà<br />
subito modificazioni; tali modificazioni<br />
coinvolgeranno inevitabilmente l’articolazione<br />
temporo-mandibolare, la<br />
deglutizione, l’occlusione, la funzione<br />
visiva e l’equilibrio.<br />
IN CHE MODO AVVENGONO<br />
LE MODIFICAZIONI<br />
Facciamo insieme un semplice test<br />
posturo-occlusale per valutare le<br />
modificazioni che si possono indurre<br />
alla propria occlusione: mettetevi in<br />
piedi, con la posizione della testa e lo<br />
sguardo orizzontale davanti a voi; provate<br />
a chiudere la bocca in modo<br />
molto lento e delicato affinchè possiate<br />
ascoltare e capire quali denti si<br />
toccano per primi e quali invece non<br />
arrivano mai ad avere un contatto.<br />
(Va ricordato che i 4 incisivi superiori<br />
ed inferiori, in condizioni normali, non<br />
si dovrebbero mai toccare).<br />
Una volta rilevato quali denti si toccano<br />
per primi, provate a ricreare la<br />
<strong>postura</strong> alterata del <strong>dorso</strong> <strong>curvo</strong>, traslando<br />
anche la testa in avanti. Rifate<br />
ora lo stesso test del serrare i denti,<br />
sempre in modo naturale, lento e delicato<br />
per poter percepire con chiarezza<br />
quali denti ora si toccheranno per<br />
primi. I contatti quasi sicuramente<br />
non saranno più gli stessi, a testimonianza<br />
del fatto che se cambia un<br />
parametro <strong>postura</strong>le, cambieranno<br />
anche tutti gli altri. Inoltre, se il collo<br />
e la testa sono protesi in avanti a<br />
causa del <strong>dorso</strong> <strong>curvo</strong>, anche gli<br />
spazi laringei e faringei (la gola) si<br />
modificheranno, alterando il modo di<br />
deglutire e il timbro della voce.<br />
Anche le tensioni dei muscoli oculari<br />
possono subire modificazioni attraverso<br />
le tensioni derivanti dai muscoli<br />
della nuca, che con i muscoli oculari<br />
hanno uno stretto rapporto neurologi-
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Salute<br />
Particolare di una <strong>postura</strong> grazie alla quale si riesce ad agire simultaneamente in ogni punto<br />
delle catene muscolari, fasciali e connettivali, liberando le articolazioni imprigionate da<br />
muscoli corti e retratti, dalla testa ai piedi. Questa metodica prevede il costante utilizzo di<br />
tecniche respiratorie a supporto della modificazione della <strong>postura</strong>. Le trazioni e le appropriate<br />
digitopressioni e delicate manovre del tratto cervicale, consentono di restituire la libertà<br />
delle articolazioni vertebrali, di liberare le radici nervose dalle compressioni e restituire una<br />
<strong>postura</strong> funzionale e senza dolori.<br />
co. Anche il sistema vestibolare merita<br />
alcune osservazioni: situato all’interno<br />
dell’orecchio e responsabile<br />
dell’equilibrio, ogni qualvolta si trova<br />
ad avere inclinazioni non fisiologiche<br />
(per colpa del <strong>dorso</strong> <strong>curvo</strong> o altre<br />
alterazioni che abbiano modificato la<br />
<strong>postura</strong> del collo e della testa), altera<br />
inevitabilmente le sue informazioni<br />
verso il Sistema Tonico Posturale nel<br />
tentativo di ripristinare un corretto<br />
equilibrio. Ecco come vertebre cervicali,<br />
denti, lingua, occhi, sistema<br />
vestibolare, sono componenti che<br />
possono essere modificati a causa<br />
del <strong>dorso</strong> <strong>curvo</strong> e viceversa.<br />
Anche la parte inferiore del corpo<br />
sarà inevitabilmente coinvolta dalle<br />
molteplici alterazioni potendo creare<br />
una iperlordosi lombare, un probabile<br />
recurvatum e/o valgismo delle ginocchia<br />
con probabile ripercussione fino<br />
alle estremità dove è possibile trovare:<br />
piedi piatti, cavi, alluce valgo,<br />
cadute delle teste metatarsali.<br />
Non c’è da stupirsi, dato che persino<br />
un problema viscerale è in grado di<br />
scatenare problematiche <strong>postura</strong>li o<br />
dolori alla colonna vertebrale.<br />
Ecco che, in ambito <strong>postura</strong>le diventa<br />
imperativo saper “leggere” attraverso<br />
numerosi test e strumenti computerizzati,<br />
le varie alterazioni della <strong>postura</strong><br />
collocando al posto giusto ogni causa<br />
ed ogni effetto, al fine di per poter<br />
operare veri e reali riequilibrii <strong>postura</strong>li<br />
duraturi.<br />
SI PUÒ MIGLIORARE IL DORSO CURVO<br />
Si, a condizione di applicare metodi<br />
adeguati, come il Metodo Mézières, il<br />
Metodo RPG e la metodica che noi<br />
utilizziamo che trae le basi dal metodo<br />
Mézières e che prende in esame<br />
ogni aspetto della <strong>postura</strong>.<br />
I muscoli coinvolti e responsabili del<br />
<strong>dorso</strong> <strong>curvo</strong>, devono essere trattati,<br />
riequilibrati nelle loro tensioni, riallungati<br />
e rieducati: deve essere anche<br />
“plasmata” la forma della colonna<br />
con sapienti manovre e posture guidate<br />
e mantenute nel tempo attraverso<br />
una rieducazione respiratoria.<br />
Lo scopo è quello di far emergere la<br />
vecchia causa nascosta che il paziente<br />
ha dimenticato, sepolto nel tempo<br />
e nelle vicende della sua vita; si deve<br />
poi aiutare il paziente a “passare<br />
attraverso” il disagio che il corpo ha<br />
nascosto negli anni creando ogni<br />
forma di compenso antalgico e alterazioni<br />
<strong>postura</strong>li. Quando, dopo un adeguato<br />
intervento posturologico, questi<br />
muscoli saranno riportati in equilibrio,<br />
essi non dovranno fare più alcun sforzo<br />
per mantenere la testa e la colonna<br />
diritta: muscoli flessori e muscoli<br />
estensori (agonisti ed antagonisti), si<br />
troveranno ad avere il giusto equilibrio<br />
di forze e di tensioni senza che<br />
nessuno di loro prevarichi l’altro.<br />
La colonna sarà libera di poter esprimere<br />
un corretto atteggiamento<br />
<strong>postura</strong>le non per le forze dei muscoli<br />
ma per l’equilibrio fra le forze dei<br />
muscoli stessi, forze che saranno di<br />
conseguenza utilizzate con il minimo<br />
dispendio necessario.<br />
COS’È E COME SI COMPORTA<br />
LA COLONNA<br />
Dobbiamo ricordare al lettore che la<br />
colonna, in sostanza, è una serie di<br />
ossa armoniosamente articolate fra<br />
di loro, il cui compito è quello di farci<br />
stare diritti e poter svolgere diverse<br />
funzioni. Tutte le vertebre sono tenute<br />
unite e articolate fra di loro da apposite<br />
faccette articolari; ogni vertebra<br />
è gestita dai muscoli i quali sono a<br />
loro volta gestiti dal sistema nervoso.
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Salute<br />
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spazio-salute.it<br />
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Quest’ultimo, è estremamente sensibile<br />
ad ogni problema emozionale,<br />
traumatico, <strong>postura</strong>le; come tale,<br />
recepisce e poi reagisce ad ogni stimolo,<br />
inviando le conseguenti informazioni<br />
ai muscoli, modificando le<br />
loro tensioni.<br />
Costanti sollecitazioni anomale, causate<br />
da disagi, da dolori, da vizi<br />
<strong>postura</strong>li, cicatrici, da udito alterato,<br />
da problemi di vista, da alterata funzione<br />
respiratoria, deglutitoria, etc,<br />
faranno si che il sistema nervoso lotti<br />
contro tali problemi, adeguandosi ai<br />
compensi che nel tempo avrà inevitabilmente<br />
creato per sopravvivere. Le<br />
conseguenze si proietteranno a carico<br />
della <strong>postura</strong> e della salute in generale;<br />
ecco come si creano rigidità articolari,<br />
infiammazioni, dolori, stanchezza<br />
cronica, mialgie, nevralgie, dorsalgie,<br />
lombalgie, lesioni cartilaginee,<br />
processi artrosici, discopatie, ernie,<br />
etc, etc.<br />
Osservazione <strong>postura</strong>le laterale del nostro paziente con <strong>dorso</strong> <strong>curvo</strong>. Il paziente si è rivolto<br />
presso il nostro studio di posturologia per rigidità articolare diffusa, gravi difficoltà nella<br />
deambulazione con riduzione dell’ampiezza del passo e conseguenti rallentamenti negli spostamenti<br />
quotidiani. Nella prima foto, lo specchio (parte alta dello scoliosometro) evidenzia il<br />
grado di spostamento in avanti del capo, rendendo evidente l’ipercifosi dorsale.<br />
Confrontando le foto, sono facilmente osservabili le modificazioni <strong>postura</strong>li avvenute dopo<br />
sole 8 sedute di riequilibrio <strong>postura</strong>le. Dopo i trattamenti, l’allineamento alla verticale (filo<br />
rosso), risulta essere notevolmente più corretto e bilanciato. La cifosi dorsale, l’anteposizione<br />
della testa, del collo e delle spalle risultano essere di gran lunga ridotte; anche lo specchio,<br />
che permette la visione dall’alto, non lascia dubbi sull’entità della migliore posizione<br />
della testa e delle spalle. Infatti la seconda figura mostra come il capo sovrasti correttamente<br />
ed adeguatamente le spalle ed il <strong>dorso</strong>. Tale risultato ha permesso al nostro paziente<br />
di rivivere una condizione di benessere e funzionalità che aveva ormai dimenticato da<br />
tempo. L’equilibrio generale, la frequenza e l’ampiezza del passo (che erano compromessi<br />
anche in relazione all’età), sono decisamente migliorati; il contapassi ed il cronometro utilizzati<br />
da questo paziente (dotato di mente fervida e scientificamente ingegneristica), hanno<br />
permesso di confermare i suoi miglioramenti.<br />
QUALE FORMA ASSUME LA COLON-<br />
NA NELLE VARIE FASI DELLA VITA<br />
Alla nascita, la colonna passa dalla<br />
totale ipercifosi della posizione fetale<br />
ad una fase senza curve, che va dai<br />
primi mesi di vita fino al gattonamento<br />
quando, per sollevare la testa, si<br />
crea la prima curva: la lordosi cervicale.<br />
Dovendo poi raggiungere la posizione<br />
bipede, attraverso continui giochi<br />
di equilibrio in relazione alla forza<br />
di gravità, si forma la lordosi lombare<br />
e, come conseguenza finale, la cifosi<br />
dorsale, che altro non è che il passaggio<br />
fra le due lordosi ovvero la<br />
conseguenza del modellamento delle<br />
altre due curve. In altre parole è<br />
come dire che la cifosi dorsale è il<br />
prodotto finale della morfologia delle<br />
altre due curve che sono primarie.<br />
La Figura C evidenzia come la profondità<br />
delle due lordosi, determini l’emergere<br />
e la fattezza della cifosi, in<br />
questo caso ipercifosi. Nel caso di<br />
lordosi ridotte, la cifosi risulterà essere<br />
poco pronunciata (ipolordosi) (b).<br />
Purtroppo fino ad ora si è sempre<br />
agito sull’effetto e non sulla causa:<br />
vecchie scuole di ginnastica correttiva-<strong>postura</strong>le<br />
hanno lottato per anni<br />
contro le ipercifosi (“la gobba”), anziché<br />
intervenire sulla riduzione delle<br />
iperlordosi. Oggi, quando ci si trova di<br />
fronte ad un caso di ipercifosi, si agisce<br />
attraverso esercizi <strong>postura</strong>li, mirati<br />
a riallungare i muscoli responsabili<br />
dell’alterazione <strong>postura</strong>le.<br />
Il rinforzo-potenziamento dei muscoli<br />
(che per anni si sono sempre creduti<br />
deboli e per questo responsabili delle<br />
ipercifosi), porterà inevitabilmente ad<br />
un ulteriore raccorciamento delle catene<br />
muscolari. Conseguenze: coattazioni<br />
articolari, funzioni compromesse,<br />
infiammazioni, lesioni cartilaginee,<br />
discopatie, artrosi, dolori, etc.
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36 diagnosi<br />
& terapia 08/09<br />
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Salute<br />
“La vita ci forma e poi ci deforma”<br />
(D. Raggi)<br />
Questo aforisma, che ci accompagna<br />
per tutto il corso della vita non deve<br />
intimorirci; è infatti possibile invertire<br />
la tendenza del tempo e poter arrivare<br />
all’età anziana in condizioni dignitose<br />
ed in piena funzionalità.<br />
Allo stesso modo in cui il corpo si<br />
lascia “plasmare e deformare dal<br />
tempo che passa”, utilizzando la tecnica<br />
<strong>postura</strong>le ad approccio globale<br />
con Pancafit® Metodo Raggi® di cui<br />
abbiamo dato riferimento, possiamo<br />
“modellare” nuovamente il corpo<br />
nella direzione del ripristino delle sue<br />
forme e delle sue funzioni originali.<br />
E’un poco come andare indietro nel<br />
tempo. Così la persona può riprendere<br />
a camminare, correre, piegarsi,<br />
fare le scale, nuotare, saltare, etc.<br />
Ecco un esempio di un nostro paziente<br />
che ha accettato di essere monitorato<br />
scientificamente. ttantacinquenne,<br />
ormai impossibilitato a camminare,<br />
con notevole rigidità e ipercifosi,<br />
ha ottenuto notevolissimi vantaggi<br />
dalle sedute <strong>postura</strong>li. Da bravo ingegnere<br />
ancora intellettualmente molto<br />
attivo, ha deciso di monitorare le sue<br />
abilità motorie che recuperava di<br />
seduta in seduta, fino a cronometrare<br />
i suoi percorsi salutari attorno all’isolato<br />
dove abita. Le foto del paziente,<br />
prima e dopo, ci fanno comprendere<br />
che anche gli effetti del tempo, in una<br />
ragionevole misura, possono essere<br />
plasmati. Il Metodo Raggi®-Pancafit®,<br />
metodica ad approccio globale, non<br />
agisce mai sulla causa; nello specifico<br />
dunque, non va ad agire sul <strong>dorso</strong>,<br />
dato che questi è soltanto una probabile<br />
conseguenza di un problema successo<br />
prima che iniziasse a crearsi il<br />
<strong>dorso</strong> <strong>curvo</strong>. E’ per questo che si<br />
possono ottenere risultati interessanti<br />
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Salute<br />
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Esiste, anche se meno noto, un capitolo<br />
specifico della chirurgia estetica<br />
che si occupa delle lesioni del tessuto<br />
adiposo.<br />
Queste possono derivare da traumi<br />
esterni di varia natura, da sostanze<br />
infiltrate accidentalmente o volontariamente<br />
(cortisone, fosfatidilcolina,<br />
ecc), da lipoaspirazioni male eseguite<br />
ecc. In riferimento a queste ultime, va<br />
rimarcato che i casi alla nostra osservazione<br />
sono in aumento.<br />
Il fenomeno è da mettere probabilmente<br />
in correlazione con l’attuale<br />
normativa: l’apparente semplicità<br />
(non vi sono praticamente cicatrici),<br />
può infatti invogliare medici senza<br />
titoli ufficiali e sprovvisti di qualunque<br />
esperienza chirurgica a cimentarsi<br />
con la <strong>liposcultura</strong> nell’illusione di<br />
avere a che fare con un innocuo trattamento<br />
para-chirurgico, facilmente<br />
eseguibile anche in ambienti non idonei.<br />
La scarsa dimestichezza con il particolare<br />
strumentario chirurgico porta<br />
facilmente a compiere errori tecnici<br />
Esiti di infiltrazione cortisonica<br />
clamorosi, inimmaginabili in mani preparate.<br />
I danni più spesso lamentati sono<br />
irregolarità più o meno evidenti della<br />
superficie cutanea, avvallamenti,<br />
depressioni, asimmetrie ecc. La loro<br />
correzione non è sempre semplice.<br />
Gli strumenti a disposizione per la<br />
“riparazione” sono basicamente due<br />
e frequentemente associati: micro<strong>liposcultura</strong><br />
e lipostruttura. La lipostruttura<br />
è indicata per la correzione<br />
dei danni più superficiali e consiste<br />
schematicamente in questo: tessuto<br />
adiposo sano viene prelevato in<br />
forma atraumatica (dall’addome o dai<br />
fianchi, per esempio) con strumenti<br />
sottili e smussi.<br />
Viene quindi centrifugato e filtrato<br />
delicatamente per eliminare cellule<br />
danneggiate, siero o altre componenti<br />
Post-operatorio<br />
inutilizzabili: in questo modo solo gli<br />
adipociti più sani e vitali sono impiantati<br />
mediante sottili micro-cannule<br />
smusse, migliorando significativamente<br />
la curva di sopravvivenza cellulare.<br />
Con la lipostruttura, ogni singola irregolarità<br />
verrà trattata specificamente<br />
con l’intento di ricostituire uno spessore<br />
di grasso omogeneo.<br />
Il limite principale della lipostruttura è<br />
rappresentato dal fatto che consente<br />
sicuramente di garantire la sopravvivenza<br />
a una quantità maggiore di tessuto<br />
trasferito ma senza poterla prevedere<br />
con assoluta precisione.<br />
Per questo sono normalmente necessari<br />
due o più trattamenti, a distanza<br />
di alcuni mesi.<br />
Questi sono comunque in semplice<br />
anestesia locale.
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Salute<br />
08/09 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
41<br />
Esiti di erronea <strong>liposcultura</strong> polpacci<br />
Post-operatorio<br />
Quando il danno invece è più significativo<br />
per perdita di importanti quantità<br />
di tessuto adiposo o in presenza<br />
di vistosi avvallamenti o gravi irregolarità<br />
è utile associare la sopradescritta<br />
<strong>liposcultura</strong> ad una micro <strong>liposcultura</strong>.<br />
Paradossalmente, è forse più efficace<br />
la correzione di questi gravi difetti<br />
che non delle minute irregolarità di<br />
superficie. Il principio è quello di diminuire<br />
indirettamente la profondità dell’affossamento<br />
assottigliando opportunamente<br />
il piano cutaneo circostante:<br />
in questo modo sarà necessario<br />
trasferire una quantità minore di tessuto<br />
adiposo per completarne la riparazione.<br />
Il risultato acquisito, una<br />
volta stabilizzato, è da considerarsi<br />
definitivo.<br />
Trattamenti di questo tipo consentono<br />
in genere un rapido ritorno alle normali<br />
attività lavorative già il giorno<br />
successivo, indossando una guaina<br />
elasto-compressiva, invisibile sotto gli<br />
indumenti per una settimana circa.<br />
Ricordiamo infine che la <strong>liposcultura</strong><br />
è e rimane uno degli interventi di chirurgia<br />
estetica più sicuri e con minori<br />
rischi di complicanze rispetto ad altri:<br />
l’efficacia risiede nella capacità di eliminare<br />
permanentemente il numero<br />
di adipociti in eccesso in un’area specifica,<br />
che viene così privata di fatto<br />
della possibilità di accumulare più<br />
grasso rispetto ai piani vicini.<br />
Questa è quindi la ragione per la<br />
quale con la dieta è possibile (e<br />
auspicabile) controllare il proprio<br />
peso ma non modellare il proprio<br />
corpo.<br />
Pre-operatorio<br />
Post-operatorio
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42 diagnosi<br />
& terapia 08/09<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
UN’AZIENDA AL MESE: POOLPHARMA<br />
Poolpharma<br />
POOLPHARMA, affacciatasi al mercato<br />
nazionale a partire dall’inizio degli<br />
anni ’90, occupa oggi una posizione<br />
di primo piano nell’area dell’integrazione<br />
alimentare con marchi leader<br />
largamente distribuiti in Farmacia e<br />
sostenuti da rilevanti investimenti<br />
caratterizzati dall’attivazione sinergica<br />
di una gamma di mezzi particolarmente<br />
ampia e diversificata.<br />
POOLPHARMA persegue il raggiungimento<br />
dei propri obiettivi di sviluppo<br />
aziendale attraverso la realizzazione<br />
e la commercializzazione di prodotti<br />
orientati a soddisfare le più diffuse<br />
esigenze di benessere e di vitalità di<br />
tutti i membri della famiglia (dai bambini,<br />
ai giovani, agli adulti via via fino<br />
agli anziani). Ogni prodotto si propone<br />
di affiancare il potenziale consumatore<br />
per aiutarlo a mantenere il proprio<br />
livello energetico e il proprio “scudo<br />
protettivo” adeguato alle necessità<br />
delle attività svolte e delle diverse<br />
situazioni di vita.<br />
•Fra le proposte PoolPharma emerge<br />
per ampiezza di utilizzazioni possibili,<br />
per notorietà e per posizione occupata<br />
nel mercato degli integratori idrosalini<br />
MG.K VIS MAGNESIO-POTASSIO,<br />
un concentrato di benessere per il riequilibrio<br />
idrosalino-energetico dell’organismo.<br />
Si tratta di un integratore di<br />
Sali Minerali con Creatina che, sotto<br />
forma di una bibita dal gusto arancia<br />
particolarmente gradevole, fornisce il<br />
giusto apporto di minerali e di energia<br />
frequentemente soggetti a depauperazione<br />
per effetto di un’eccessiva<br />
sudorazione o di un’aumentata attività<br />
lavorativa fisica. Questo dissetante-energetico<br />
è particolarmente utile a<br />
chi deve svolgere un’intensa attività<br />
fisica, sportiva o intellettuale; a chi è<br />
convalescente, anziano, adolescente;<br />
alle donne in gravidanza.<br />
•Un’ulteriore declinazione dell’offerta<br />
PoolPharma nell’area dell’integrazione<br />
energetica è costituita da MG.K VIS<br />
FULL-SPORT, l’isotonico-energetico per<br />
chi pratica attività sportiva. Oltre alla<br />
reintegrazione dei Sali Minerali persi<br />
con l’intensa sudorazione, MG.K VIS<br />
FULL-SPORT, grazie agli Aminoacidi<br />
contenuti, favorisce l’ossigenazione<br />
dei muscoli e combatte l’acido lattico,<br />
riducendo così fatica e tempi di recupero.<br />
Un prezioso mix di Vitamine C,<br />
E e ROC (Red Orange Complex) contrasta<br />
efficacemente i radicali liberi<br />
provocati dallo sforzo fisico correlato<br />
all’attività sportiva.<br />
•Quando la necessità di sviluppare<br />
energia si fa più urgente, in concomitanza<br />
con un obiettivo di performance<br />
fisica particolarmente impegnativo,<br />
MG.K VIS CREATINVIS, l’energetico<br />
subito disponibile in pratiche tavolette<br />
da masticare, apporta un’elevata concentrazione<br />
di Creatina e di Destrosio<br />
per sviluppare energia muscolare<br />
durante gli sforzi fisici e ridurre il<br />
senso di affaticamento. Non avendo<br />
posto limite alle proprie aree di intervento,<br />
PoolPharma ha rivolto attenzione<br />
anche ad altre necessità molto<br />
sentite dal Consumatore, realizzando<br />
prodotti capaci di risposte soddisfacenti<br />
: l’eccessiva assunzione di<br />
calorie attraverso l’alimentazione, che<br />
può tradursi in eccesso ponderale<br />
(KILOCAL compresse e Adipe lip); il<br />
desiderio di perdere peso in eccesso<br />
per ritrovare la forma (BOLINA compresse);<br />
le irregolarità intestinali,<br />
causa di disagi talvolta anche consistenti<br />
(IMOGERMIN flaconi + compresse);<br />
i disturbi del sonno connessi<br />
anche ai frequenti viaggi attraverso i<br />
fusi orari (MELASIN-UP, MELASIN VAL,<br />
MELASIN 100). Non ultimo Pool<br />
Pharma è presente anche nel mercato<br />
dei prodotti per il benessere dell’intestino<br />
consolidando nel tempo il<br />
prodotto TRIOCARBONE , utile per<br />
migliorare il benessere intestinale in<br />
caso di flatulenza, meteorismo, aerofagia<br />
e acquisendo due anni fa i prodotti<br />
PSYLLO PLUS e PSYLLO MINT<br />
per i quali sta predisponendo una<br />
rete di informatori medici sul territorio<br />
nazionale, utili per la regolarizzazione<br />
intestinale con fibre naturali.
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44 diagnosi<br />
& terapia 08/09<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
UN OSPEDALE AL MESE<br />
Villa Scassi<br />
Unità operativa di urologia<br />
L’Unità Operativa di Urologia:<br />
integrazione con il territorio<br />
metropolitano e moderne tecnologie<br />
L’ospedale Villa Scassi, ricavato<br />
dall’omonima villa padronale a<br />
Genova Sampierdarena, è stato<br />
costruito a partire dall’anno 1913,<br />
ma pur mantenendo la originale struttura<br />
a padiglioni negli ultimi 10 anni<br />
ha subito una rilevante evoluzione<br />
architettonica, tecnologica e assistenziale.<br />
Dal Luglio 2007 è parte integrante,<br />
con i suoi 500 posti letto, dell’ ASL<br />
3 Genovese: la più grande della<br />
Liguria per territorio e popolazione<br />
estendendosi da Cogoleto a Recco e<br />
comprendendo la Val Bisagno e la<br />
Valpolcevera.<br />
Inoltre da maggio di quest’anno<br />
anche l’organico medico della U.O. di<br />
Urologia dell’Ospedale di Voltri è<br />
stato integrato nell’equipe del Villa<br />
Scassi per assicurare un migliore servizio<br />
sul vasto teritorio della ASL. Ciò<br />
comporta un notevole impegno organizzativo<br />
locale e sul territorio per gli<br />
11 medici diretti dal dr. Walter Bozzo;<br />
anche a questo scopo l’ U.O. di<br />
Urologia, come l’intero ospedale, ha<br />
subito negli anni recenti migliorie, con<br />
positive ricadute in termini di offerta<br />
ai pazienti.<br />
Portavoce dell’ Urologia del Villa<br />
Scassi è il Dr. Marco Moretti: la sua<br />
attività, che copre tutta la diagnostica<br />
e gli interventi chirurgici urologici e<br />
andrologici, si è negli ultimi anni dedicata<br />
in particolare alla diagnosi e al<br />
trattamento delle problematiche sessuali<br />
maschili e femminili di competenza<br />
urologica.<br />
La U.O. di Urologia è attualmente ubicata<br />
al Padiglione 6 dell’Ospedale: al<br />
primo piano si trova la degenza con<br />
camere di recente ristrutturazione<br />
adeguate agli standard più moderni<br />
(servizi igienici in camera, metratura<br />
adeguata, aria condizionata).<br />
“Abbiamo tre camere singole per i<br />
pazienti sottoposti a interventi importanti<br />
e altre con 2 o 3 letti; inoltre<br />
per chi lo richiede è presente in ospedale<br />
la Casa di Salute che permette<br />
di coniugare privacy e un comfort<br />
maggiore con lo stesso standard di<br />
assistenza”. L’ultimo piano del padiglione<br />
è dedicato alla attività diagnostica<br />
ed agli interventi chirurgici. Qui<br />
vengono svolte le visite specialistiche,<br />
le ecografie e la endoscopia diagnostica.<br />
“Studiamo e trattiamo problematiche<br />
come incontinenza urinaria<br />
e prolasso, deficit erettivo e infertilità<br />
oltre a tutte le patologie con<br />
riflessi sulla vita sessuale (adolescenza<br />
maschile, conseguenze di interventi<br />
per neoplasia, malformazioni
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Salute<br />
08/09 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
45<br />
peniene o genitali femminili di competenza<br />
urologica). Un litotritore di ultima<br />
generazione ci permette di affrontare<br />
in regime di day-hospital la calcolosi<br />
urinaria. Anche i tumori di pertinenza<br />
Urologia sono trattati attivamente;<br />
nel tumore della vescica e in<br />
quello prostatico le moderne tecniche<br />
ricostruttive permettono di coniugare<br />
la cura del tumore con il rispetto<br />
della qualità di vita, salvaguardando<br />
la continenza e la attività sessuale”.<br />
Nella pratica clinica quotidiana la<br />
Unità Operativa di Urologia si avvale<br />
di tecnologie recenti e avanzate: oltre<br />
alla tradizionale diagnostica urologica<br />
di base (ecografia ed endoscopia con<br />
supporto di telecamera), il color-doppler<br />
e l’urodinamica permettono di<br />
scegliere per il singolo paziente le<br />
tecniche mini-invasive più adatte per<br />
l’ incontinenza urinaria, il varicocele e<br />
la calcolosi urinaria.<br />
“Oggi riusciamo a trattare con tecnica<br />
mini invasiva molte patologie: l’incontinenza<br />
viene trattata con interventi<br />
che durano in media 15 minuti,<br />
il varicocele è operato in anestesia<br />
locale con la tecnica di Tauber (minima<br />
incisione e sclerotizzazione) e i<br />
calcoli sono trattati con il litotritore<br />
(onde d’urto esterne al corpo) o con<br />
teniche endoscopiche (ureteroscopia<br />
e litolapassi percutanea con utilizzo<br />
di energia laser). Anche l’incurvamento<br />
penieno viene trattato con terapie<br />
conservative o interventi, quali onde<br />
d’urto o chirurgia. Riserviamo la laparoscopia<br />
a patologia renale e surrenalica,<br />
come piccoli tumori e reni mobili<br />
o casi particolari, mentre la chirurgia<br />
tradizionale è riservata a casi<br />
complessi e a interventi per neoplasia<br />
con intenti ricostruttivi (vescica<br />
confezionata con intestino dopo<br />
asportazione)”.<br />
“L’ alta richiesta della popolazione<br />
rende necessarie una serie di altre<br />
attività in regime di day-hospital: tra<br />
queste la chemioterapia per i tumori<br />
vescicali superficiali, le biopsie prostatiche,<br />
il trattamento conservativo<br />
delle cistopatie croniche, la riabilitazione<br />
dell’incontinenza urinaria (avvalendosi<br />
del servizio di Stomaterapia),<br />
la gestione delle derivazioni urinarie<br />
dopo interventi per tumore vescicale.<br />
Ciò è reso possibile dalla integrazione<br />
della attività medica e infermieristica<br />
dedicata, che permette di pianificare<br />
e schedulare tutti gli interventi, in<br />
day-hospital o con degenza, riducendo<br />
solo ai giorni necessari la permanenza<br />
in ospedale dei pazienti.”<br />
“In sostanza – conclude Moretti –<br />
l’attività dell’Urologia del Villa Scassi<br />
è tesa a soddisfare tutte le esigenze<br />
dei pazienti; nostro obiettivo resta<br />
comunque offrire la migliore medicina<br />
specialistica con professionalità e<br />
le attuali tecnologie a disposizione<br />
(tecniche mininvasive, laser e litotritore)<br />
insieme ad una degenza breve e a<br />
misura d’uomo”.<br />
La media annuale è di circa 1200<br />
interventi con degenza e di oltre 300<br />
interventi in regime di day-hospital;<br />
l’alto numero di biopsie prostatiche,<br />
assestate sulle 150 annue, permette<br />
la diagnosi precoce di un alto numero<br />
di tumori prostatici che possono<br />
essere operati con intervento radicale.<br />
L’ Urologia del Villa Scassi è quindi<br />
calata nella realtà medica odierna:<br />
integrazione con il territorio cittadino<br />
e ampia risposta alle esigenze degli<br />
utenti, chirurgia mini invasiva e<br />
degenza breve, attenzione alla qualità<br />
di vita e risposta alle problematiche<br />
più attuali quali quelle andrologiche.<br />
Da medici del presente non vengono<br />
però tralasciate le prospettive future.<br />
Con la supervisione della Unità di<br />
Chirurgia Plastica è in studio applicativo<br />
l’utilizzo delle cellule staminali<br />
ricavate dal tessuto adiposo per il<br />
trattamento di patologie genitourinarie<br />
quali la vulvodinia, la malattia di<br />
La Peyronie (incurvamento acquisito<br />
del pene), le stenosi uretrali e l’incontinenza.<br />
La Unità Operativa di Urologia dell’ Ospedale Villa Scassi è presso il Padiglione 6;<br />
l’Ospedale, sito in Corso Scassi 1, è facilmente raggiungibile in auto o con i mezzi pubblici;<br />
l’autobus N° 59 reggiunge l’Ospedale da via Cantore . In auto raggiungere Via Cantore<br />
e imboccare Via Balbi Piovera ; gli utenti possono anche entrare in auto in caso di necessità.<br />
In alternativa ci sono parcheggi orari presso l’ingresso.<br />
Un servizio gratuito di navetta interna all’Ospedale è attivo dal lunedì al sabato (7.30-<br />
18.45 – sabato 7.30-12.15).<br />
Dr. Marco Moretti – U.O. Urologia Ospedale Villa Scassi – Corso Scassi 1 - Genova<br />
Telefono Ospedale 0104102512 – Fax 0104102517 e-mail: mamoil@libero.it<br />
Riceve presso Centro Salute e Prevenzione Sessuale – Ceder Via XX Settembre 19/3 –<br />
Genova Tel. 0108608850 - www.urologia-andrologia.info
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Salute<br />
08/09 diagnosi & terapia<br />
spazio-salute.it<br />
47<br />
Convegno<br />
Phyto Garda 2009<br />
Domenica 4 ottobre 2009 si è tenuto<br />
a Bardolino il 4° Convegno di Phyto<br />
Garda nello splendido contesto del<br />
Parc Hotel Gritti. Tutti i 300 partecipanti,<br />
medici e farmacisti, sono stati<br />
entusiasti dell’evento. Il convegno è<br />
stato patrocinato dal Comune di<br />
Bardolino, dall’Ordine dei Farmacisti<br />
di Verona e dalla Società Italiana di<br />
Fitoterapia. Ha aperto il convegno il<br />
Sig. Ivan De Beni, Sindaco del<br />
Comune di Bardolino, nel quale Phyto<br />
Garda è fiera di avere la propria sede<br />
legale. E’ proprio l’ambiente naturale<br />
della terra del Garda, che ha circondato<br />
sin dalla nascita il Dott. Moglia<br />
e che lo ha ispirato a fondare l’azienda<br />
nel 2003. Oggi Phyto Garda è<br />
costituita da un’equipe di professionisti<br />
altamente qualificati uniti da una<br />
filosofia vincente: qualità e passione<br />
per la vostra salute ed il vostro<br />
benessere. Ha portato i suoi saluti<br />
anche la Dott.ssa Annamaria<br />
Caobelli, responsabile rurale di<br />
Federfarma Verona, che ha sottolineato<br />
l’importanza di eventi che uniscano<br />
farmacisti, medici ed aziende per confrontarsi<br />
e lavorare insieme con armonia<br />
sul territorio. Il Dott. Moglia ha<br />
illustrato l’andamento aziendale ed<br />
ha spiegato l’evoluzione che l’azienda<br />
sta avendo non solo in termini di fatturato,<br />
ma anche sul piano tecnico<br />
per proporre prodotti di standard qualitativi<br />
sempre più elevati. Ne sono<br />
stati una dimostrazione gli interventi<br />
del Dott. Andrea Fratter, consulente<br />
scientifico di Labomar e del Dott.<br />
Saviolo, responsabile H&E Pharma,<br />
entrambe partner di produzione dei<br />
rimedi Phyto Garda. Il Dott. Fratter ha<br />
descritto i controlli necessari per<br />
assicurare la qualità delle materie<br />
prime e le tecnologie di veicolazione<br />
di sostanze attive negli integratori alimentari<br />
per migliorarne la biodisponibilità.<br />
Il Dott. Saviolo ha illustrato la<br />
tecnologia di produzione delle compresse<br />
effervescenti. E’ intervenuto<br />
poi il Dott. Dall’Agnola, Primario di<br />
Pediatria dell’Ospedale Orlandi di<br />
Bussolengo (VR), che ha parlato<br />
dell’utilizzo della fitoterapia nell’età<br />
pediatrica. Le Dott.sse Elena Besco e<br />
Katia Viviani, responsabili R&D Phyto<br />
Garda, hanno presentato rispettivamente<br />
i primi risultati di uno studio<br />
sull’Erisimo (presente in tutta la linea<br />
Sanagol®) in collaborazione con<br />
l’Università di Genova e le tappe che<br />
hanno portato alla realizzazione del<br />
nuovo prodotto Fermentix®orosolubile.<br />
In chiusura dei lavori sono state<br />
descritte le caratteristiche principali e<br />
le modalità d’uso dei prodotti Phyto<br />
Garda.
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48 diagnosi<br />
& terapia 08/09<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
Gli esperti al telefono<br />
In questa pagina potete trovare un elenco di specialisti a disposizione per risolvere telefonicamente i<br />
vostri dubbi su temi di medicina e psicologia. La consulenza dei medici è gratuita ma vi preghiamo di<br />
voler telefonare solo nei giorni e nelle ore indicate<br />
DERMATOLOGIA E VENEREOLOGIA ANDROLOGIA DIETOLOGIA<br />
Dr.ssa Clara Rigo<br />
Spec. in Dermatologia e Venereologia<br />
e Dermatologia Estetica<br />
Verona, Tel. 045.8300334<br />
(Giovedì dalle 12.00 alle 13.00)<br />
Milano, Cell. 320.1106247<br />
(Mercoledì dalle 15.00 alle 16.00)<br />
DERMATOLOGIA PLASTICA ED ESTETICA<br />
Dr. Matteo Basso<br />
Specialista in Dermatologia<br />
Plastica e Medicina Estetica<br />
Genova, Tel. 010.5531916<br />
(Lunedì dalle 14.00 alle 15.00)<br />
Roma, Tel. 06.45550031<br />
(Lunedì dalle 10.00 alle 11.00)<br />
CHIRURGIA PLASTICA ED ESTETICA<br />
POSTUROLOGIA<br />
Dr. Riccardo Lucchesi<br />
Specialista in Chirurgia Plastica<br />
e Ricostruttiva,<br />
Milano, Tel. 02.794224<br />
(Martedì dalle 17.00 alle 18.00)<br />
Dr. Ambrogio Castelli<br />
Chirurgo estetico e<br />
Otorinolaringoiatra<br />
Milano<br />
Tel. 02.70602676<br />
(Martedì dalle 16.00 alle 17.00)<br />
Prof. Daniele Raggi<br />
Posturologo, Chinesiologo<br />
Docente c/o “La Sapienza”, Roma<br />
Milano, Tel. 02.39257427<br />
(Lunedì dalle 12.00 alle 13.00)<br />
FISIOTERAPIA<br />
PSICOLOGIA<br />
ENDOCRINOLOGIA<br />
Prof. Aldo Franco De Rose<br />
Specialista in Urologia e Andrologia<br />
Genova, Tel. 010.580301<br />
(Martedì dalle 14,30 alle 15,30)<br />
Roma cellulare 339.1868230<br />
(mercoledì. dalle 14,00 alle 15,00)<br />
Dr. Fabio Conta<br />
Osteopata e Fisioterapista<br />
dello Sport<br />
Genova, Tel. 010.8608850<br />
(Lunedì dalle 13.30 alle 14.30)<br />
Dr.ssa Francesca Fulceri<br />
Psicoterapeuta<br />
Roma<br />
Tel. 338.5620096<br />
(Martedì dalle 12.00 alle 13.00)<br />
Dr. Gian Marco Carenzi<br />
Psicologo - Naturopata<br />
Spec. in tecniche di rilassamento<br />
Milano, Tel. 02.6704157<br />
(Giovedì dalle 14.00 alle 15.00)<br />
Dr. Alessandro Marugo<br />
Endocrinologo<br />
Genova<br />
Tel. 010.3626841<br />
(Martedì dalle 16.00 alle 17.00)<br />
FLEBOLOGIA<br />
Dr.ssa Silvia Bornia,<br />
Biologa Nutrizionista<br />
Specializzata in Intolleranze<br />
Alimentari<br />
Rapallo - Corso Colombo 34/4<br />
Tel. 0185.233503<br />
(Lunedì dalle 13,30 alle 15.00)<br />
ODONTOIATRIA BIOLOGICA OLISTICA<br />
ODONTOIATRIA<br />
Dr.ssa Annunziata Tomaini<br />
Spec. in Odontostomatologia<br />
Esperta in Medicine non convenzionali<br />
per la cura della bocca e dei dentil.<br />
Genova, Tel. 010.352527<br />
(mercoledì dalle 12.00 alle 13.00)<br />
Dr. Bahri Adis,<br />
Implantologia e Parodontologia,<br />
Milano,<br />
Tel. 02.58303737<br />
(Mercoledì dalle 13.30 alle 14.30)<br />
Dr. Carlo de Rysky,<br />
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Salute<br />
08/09 diagnosi & terapia<br />
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UN MUSEO AL MESE<br />
Ecomuseo<br />
della vitivinicoltura<br />
L'Ecomuseo del Biellese è un sistema<br />
ecomuseale che interessa un'ampia<br />
parte della provincia coinvolgendo<br />
cellule ecomuseali, istituzioni culturali<br />
ed enti locali. La sua articolazione<br />
rispecchia la complessità del territorio<br />
di riferimento e la sua storia, le<br />
sue tradizioni, le sue trasformazioni.<br />
L'Ecomuseo è un progetto rivolto in<br />
primo luogo agli abitanti con i quali<br />
conduce un percorso di riappropriazione<br />
dell’identità storica e culturale,<br />
volto ad identificare nuovi processi di<br />
sviluppo per il territorio.<br />
Il Ricetto di Candelo, fulcro del sistema<br />
e “unicum” europeo, è uno dei<br />
cento borghi certificati “più belli<br />
d’Italia”. Le cellule sono parte integrante<br />
di un mosaico museale, fatto<br />
di oggetti, tecniche, strutture, materiali<br />
che si pone come obiettivo la valorizzazione<br />
dei beni culturali, paesaggistici<br />
ed enogastronomici, e degli itinerari<br />
culturali e naturalistici.<br />
Nell’Ecomuseo candelese della<br />
Vitivinicoltura sono infatti percepibili il<br />
patrimonio culturale e i legami creati<br />
dalla comunità nei secoli.<br />
L’Ecomuseo della Vitivinicoltura si<br />
articola in una serie di percorsi che<br />
connettono gli elementi architettonici<br />
e strutturali diffusi sul territorio in un<br />
ordinato sistema museale: il Ricetto,<br />
come manufatto architettonico medievale<br />
atto alla produzione e alla conservazione<br />
del vino, il vigneto-laboratorio,<br />
il bosco, gli itinerari collegati.<br />
All’interno del museo sono allestite<br />
tre cellule, due delle quali incentrate<br />
sul tema della vitivinicoltura e della<br />
civiltà della vitivinicoltura ed una terza<br />
sull’economia contadina. Sono inoltre<br />
previsti alcuni itinerari con cartellonistica<br />
dentro e fuori le mura del<br />
Ricetto.<br />
Le prime due cellule sono complementari<br />
fra di loro, ed hanno il compito<br />
di far comprendere ai visitatori la<br />
funzione originale del ricetto quale<br />
cantina comunitaria, le tecniche e gli<br />
strumenti della vinificazione.<br />
Nella prima cellula chiamata “Cantina<br />
Museo”, troviamo tutti gli "strumenti"<br />
del cantiniere. A differenza delle grandi<br />
cantine che si è abituati a vedere,<br />
le cantine del Ricetto sono di ridotte<br />
dimensioni: sono le cantine familiari<br />
tipiche dei piccoli agricoltori. Si ha<br />
l'impressione di entrare in un luogo<br />
strano, pieno d'oggetti oggi non più<br />
usuali, in cui avveniva la "vinificazione":<br />
entrava uva ed usciva vino.<br />
Nella seconda cellula, chiamata<br />
“Cantina Didattica” sono esposti pannelli<br />
con funzione esplicativa e didattica<br />
(spiegazioni degli strumenti e delle<br />
fasi di lavoro del "cantiniere"). Per<br />
rendere più comprensibili questi<br />
attrezzi, ed il processo di vinificazione<br />
si è creata l'aula didattica in cui sono<br />
esposti dei pannelli che illustrano sia<br />
le varie fasi del processo sia gli<br />
attrezzi necessari per queste operazioni.<br />
A completamento del giro sono previsti<br />
Itinerari e appendici sul territorio<br />
comunale che arricchiscono e completano<br />
la visita all'Ecomuseo.<br />
Gli itinerari tematici sono nati per permettere<br />
al visitatore di scoprire i<br />
patrimoni storici, naturalistici e religiosi<br />
di Candelo; sono stati attivati tre<br />
itinerari, attrezzati con segnaletica,<br />
all'interno del territorio comunale:<br />
L'itinerario rosso (del vino) indaga la<br />
storia, l'origine contadina vitivinicola<br />
della comunità attraverso attività culturali<br />
e anche sperimentazioni sul
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50 diagnosi<br />
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& terapia 08/09<br />
campo: è stato realizzato un itinerario<br />
fra le "antiche trattorie e osterie" presenti<br />
a Candelo, e, inserito nell'ambito<br />
del percorso museale integrato, è<br />
stato allestito un vigneto-laboratorio<br />
in regione Dossere, vigneto che svolge<br />
soprattutto un ruolo di testimonianza<br />
storico-culturale del passato.<br />
L'itinerario azzurro (della fede) sviluppa<br />
i temi storici e artistici, collegati<br />
dal sentimento religioso che ha ispirato<br />
architetture e dipinti, dalle chiese<br />
come S. Maria Maggiore all'itinerario<br />
della preghiera dipinta (affreschi).<br />
Infine la natura, con l'itinerario verde<br />
con passeggiate ed escursioni fra<br />
punti panoramici e didattici attrezzati<br />
e completi di cartellonistica.<br />
Sono previsti inoltre degli itinerari<br />
fuori le mura del Ricetto, come quello<br />
dell'Eco-Vigneto, laboratorio tra scienza<br />
e storia che concretamente fa rivivere<br />
l'antica cultura vitivinicola candelese.<br />
E’ possibile infatti anche la visita<br />
ad un vigneto esplicitamente realizzato<br />
nell'ambito dell'ecomuseo, con<br />
finalità didattiche e scientifiche.<br />
L'eco-vigneto, grande poco meno di<br />
2000 mq, è situato in Regione<br />
Dossere, che, nell'immediato circondario<br />
del paese, era rinomata per la<br />
produzione delle uve migliori. L'ecovigneto<br />
ripropone gli antichi metodi di<br />
coltura della vite e tenta anche di<br />
recuperare vitigni ormai rari, che si<br />
stanno perdendo.<br />
E’ infine in fase di realizzazione l’itinerario<br />
dell'Eco-Castagneto. Alla viticoltura<br />
è infatti fortemente collegata<br />
la produzione di paleria di castagno e<br />
pertanto all'interno dell'Ecomuseo<br />
della vitivinicoltura uno spazio importante<br />
sarà da destinare a questa particolare<br />
selvicoltura attraverso la creazione<br />
di un impianto per la produzione<br />
di paleria a scopo didattico.<br />
La formazione di una stanza didattica<br />
Ricetto di Candelo<br />
dedicata al ceduo (coltura da legno)<br />
di castagno, completerebbe l'itinerario<br />
culturale, storico e paesaggistico<br />
dell'Ecomuseo della vitivinicoltura di<br />
Candelo. E' raro trovare, in Italia, un<br />
castagneto didattico per la produzione<br />
di assortimenti legnosi pertanto<br />
l'Ecomuseo di Candelo potrebbe<br />
essere l'occasione per non disperdere<br />
le conoscenze legata a questa particolare<br />
selvicoltura.<br />
Ecomuseo della Vitivinicoltura, Ricetto<br />
di Candelo: aperto tutta la settimana<br />
rivolgendosi all'ufficio accoglienza<br />
all'ingresso del Ricetto - tel. 015<br />
2534203. Visite guidate e laboratori su<br />
prenotazione; itinerari nel borgo senza<br />
limitazioni. Info: info@atl.biella.it<br />
Il Ricetto di Candelo è una struttura fortificata tardo-medievale (XIII - XIV sec.) realizzata<br />
dalla comunità contadina locale, senza alcun intervento feudale, su un fondo in origine<br />
proprietà dei nobili Vialardi di Villanova e poi riscattato dai Candelesi. In origine, il ricetto<br />
doveva fornire protezione stabile alle cose più preziose della comunità, ossia i prodotti<br />
della terra. In primo luogo le granaglie e il vino. Solo in casi estremi di pericolo, e per<br />
breve tempo, anche la popolazione vi si rifugiava. Il ricetto è a pianta pseudo-pentagonale,<br />
occupa una superficie di circa 13.000 mq ed è cinto da mura difensive costruite con ciottoli<br />
di torrente posti in opera a "spina di pesce" (opus spicatum); agli angoli garantivano<br />
la difesa quattro torri rotonde e, a metà del lato nord, una torre quadra da cortina. Il<br />
segreto delle splendide condizioni di conservazione del monumento e che fanno sì che<br />
esso possa essere considerato un "unicum" del suo genere, consiste nell'uso totalmente<br />
contadino che se n'è fatto fino a tempi molto recenti ed in parte ancora oggi. Il ricetto di<br />
Candelo, a differenza di molti analoghi monumenti che costellavano il Piemonte (più di<br />
200, di cui 112 nel Biellese, ora in gran parte scomparsi o fortemente trasformati) ha<br />
subito, nel complesso, pochi rimaneggiamenti. E' stato oggetto di approfonditi studi anche<br />
da parte di università straniere ed è fra i meglio conservati in Europa. Oggi l'atmosfera<br />
che si respira per le "rue" è ancora intatta: i suoi momenti di silenzio e di quiete suggeriscono<br />
magiche sensazioni di un antico mondo contadino che forse non è più. Il vocabolo<br />
"receptum" aveva nella lingua latina e mantiene in periodo basso-medievale il significato<br />
letterale di "rifugio". Compare nelle fonti scritte dell'area piemontese solo alla fine del XII<br />
secolo, in concomitanza o in alternativa a "castrum" e "castellum" attinti dal lessico latino.<br />
Con varianti più o meno dirette, quali "rezetum" o "reductum", il vocabolo è ripreso<br />
negli attestati notarili ancora nel XVI secolo mutando successivamente in "ricetto" o<br />
"recetto".<br />
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