dorso curvo e postura - liposcultura - Diagnosi e Terapia
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CMC14209-D&T-Novembre09:D&T 16-11-2009 13:11 Pagina 26<br />
26 diagnosi<br />
& terapia 08/09<br />
spazio-salute.it<br />
Salute<br />
Oltre il 70% delle malattie infettive<br />
emergenti degli ultimi vent’anni è una<br />
zoonosi, ovvero una malattia legata<br />
agli animali o al prodotto alimentare<br />
di origine animale. Queste malattie,<br />
identificate negli ultimi tempi con frequenza<br />
sempre crescente, sono favorite<br />
dall’aumento degli scambi commerciali<br />
e degli spostamenti delle<br />
persone e degli animali. Tra le zoonosi<br />
emergenti degli ultimi anni la BSE<br />
(Bovine Spongiform Encephalopathy)<br />
o "malattia della mucca pazza" è probabilmente<br />
una di quelle che hanno<br />
avuto il maggior impatto sull’opinione<br />
pubblica. Si tratta di una malattia<br />
neurologica del bovino, appartenente<br />
a un gruppo di patologie dette<br />
Encefalopatie Spongiformi<br />
Trasmissibili, a causa del tipico aspetto<br />
“spugnoso” che acquista il cervello<br />
di chi ne è affetto. Queste malattie<br />
colpiscono uomini ed animali e rappresentano<br />
un fenomeno ancora scarsamente<br />
conosciuto: hanno lunghissimi<br />
periodi di incubazione, anche di<br />
anni; non sono curabili né prevenibili<br />
con un vaccino, non sono diagnosticabili<br />
in vita con certezza, e sono sempre<br />
mortali. Quando nel 1986 un<br />
veterinario inglese comunicò che negli<br />
allevamenti si era diffuso questo<br />
morbo, si pose presto l’ipotesi, poi<br />
confermata, che la malattia trovasse<br />
il suo veicolo di diffusione nei mangimi<br />
prodotti dai residui di macellazione,<br />
ottenuti da pecore e bovini affetti<br />
da encefalopatia spongiforme. La<br />
BSE è pertanto un'infezione di origine<br />
alimentare; sempre per via alimentare,<br />
anche se non è esclusa la concomitanza<br />
di altre cause, è il suo corrispettivo<br />
umano, la variante della<br />
malattia di Creutzfeldt Jakob (vCJD),<br />
causata dall’esposizione all’agente<br />
infettivo della BSE.<br />
Dalla sua comparsa sono stati diagnosticati<br />
200 000 casi di BSE in<br />
tutto il mondo, di cui la grande maggioranza<br />
in Inghilterra, ma si stima<br />
che oltre due milioni di bovini infetti<br />
abbiano raggiunto la catena alimentare.<br />
Questa nuova malattia in venti<br />
anni è diventata un problema sanitario<br />
globale e oggi è diffusa tutto il<br />
mondo. Come si controlla la BSE in<br />
Italia Il Centro di Referenza Nazionale<br />
per la BSE, presso l’Istituto<br />
Zooprofilattico Sperimentale di Torino,<br />
coordina e controlla i laboratori nazionali<br />
che effettuano gli esami quotidiani<br />
sui bovini destinati alle nostre tavole.<br />
Dall’inizio della sorveglianza attiva,<br />
basata sull’utilizzo dei test rapidi,<br />
sono stati esaminati circa cinque<br />
milioni e mezzo di bovini (5.487.000)<br />
e si sono identificati nella popolazione<br />
bovina autoctona casi di BSE per<br />
un totale complessivo di 142 casi.<br />
L’andamento epidemico ha subito<br />
una evidente flessione tra il 2001,<br />
primo anno di sorveglianza attiva, e<br />
gli anni successivi, assestandosi ora<br />
a pochi casi all’anno. L’evoluzione<br />
dell’epidemia appare complessivamente<br />
favorevole in Europa ma<br />
soprattutto in Italia, che sicuramente<br />
oggi presenta parametri di rischio e di<br />
incidenza inferiori rispetto ad altri<br />
Paesi europei. Questi risultati positivi<br />
discendono dall’applicazione di misure<br />
tese ad annullare alcuni fattori di<br />
rischio, come ad esempio il divieto di<br />
utilizzo delle farine di carne nell’alimentazione<br />
dei ruminanti, e l’obbligo<br />
di eliminazione del materiale a<br />
rischio. E’ necessario però sottolineare<br />
la necessità che queste misure<br />
rimangano in vigore, finchè la situazione<br />
non sia completamente risolta<br />
in tutto il mondo. Se è vero che<br />
oggi è evidente un progressivo decremento<br />
del rischio di infezione in tutta<br />
Europa, è altrettanto vero che è indispensabile<br />
mantenere un atteggiamento<br />
di cautela e di attenzione: ad<br />
esempio sussiste il rischio di importazioni<br />
di animali e materie prime provenienti<br />
da Paesi in cui la sorveglianza<br />
veterinaria non è completamente<br />
adeguata, e dove comunque la BSE è<br />
presente e talvolta in crescita.<br />
Proprio per questo motivo è irrinunciabile<br />
mantenere la capacità del sistema<br />
nell’individuare precocemente le<br />
situazioni di potenziale allarme o<br />
inversioni nelle tendenze epidemiologiche,<br />
con la massima tempestività<br />
ed efficacia.<br />
MALATTIE DIMENTICATE<br />
E SVILUPPO<br />
Alessandra CAROZZI DE CARNERI<br />
Presidente Fondazione Ivo de Carneri<br />
Onlus<br />
Lo sviluppo sociale, culturale ed economico<br />
di una comunità, di una nazione,<br />
è strettamente legato allo stato di<br />
salute, aspetto tanto più importante<br />
oggi in un mondo globalizzato. Ma ci<br />
sono ancora malattie che, nonostante<br />
l’impatto negativo grave che<br />
hanno sullo sviluppo delle nazioni, in<br />
particolare quelle più povere, non attirano<br />
l’attenzione.