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CMC14209-D&T-Novembre09:D&T 16-11-2009 13:11 Pagina 22 22 diagnosi & terapia 08/09 spazio-salute.it Salute Le nuove patologie della globalizzazione MEDICI STRANIERI IN ITALIA Prof. Foad AODI Presidente dell’AMSI Sono un medico e perciò la guardo dal mio punto di vista: traccio una diagnosi e prescrivo una terapia. Prima, però, avrei una premessa importante su quest’argomento, che alle volte viene trattato in maniera sporadica e non programmatica. Nel 2000, con un gruppo di colleghi provenienti da vari continenti fondai quest’associazione, unica in Europa, che raggruppa ed è aperta a tutti i medici ed operatori sanitari di origine straniera, per offrire tutti insieme il nostro contributo nel sociale, mettendoci a disposizione di chiunque ne avesse bisogno. Tramite le consulenze che l’AMSI offre dal 2001 ai medici presso l’Ordine dei medici di Roma, il più grande in Europa e quello con la più alta concentrazione dei medici di origine straniera, ed in collaborazione con la “Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici ed Odontoiatri in Italia” tramite la commissione mista AMSI e FNOMCeO, ci siamo attivati ad analizzare il fenomeno dei medici di origine straniera in Italia e sono state fatte alcune riflessioni e considerazioni importanti: 1. Si possono sostanzialmente distinguere due fasi di immigrazione in Italia: la prima, con una prevalenza di studenti, provenienti all’Africa (Nigeria, Camerun ,..) e dal Medio Oriente (Giordania,Libano ,Israele ,Siria….) e, dall’Iran e dalla Grecia dall’Usa dai paesi Europei (Germania, Svizzera,…) e dal Sud America (Argentina e,Brasile…) giunti in Italia in eta’ adolescente per studiare e perfezionare la loro formazione. Era un flusso programmato e qualificato: il 30% dei laureati ha poi deciso di rimanere qui ad operare, divenendo cittadini italiani e anche mettendo su famiglia. C’è stato poi un secondo momento, collocabile idealmente dopo la caduta del muro di Berlino, che ha visto invece moltissimi – ed in particolare dall’Est, dal Nord Africa e da Paesi sconvolti dalla povertà- emigrare soprattutto per lavorare. Vede allegato dei medici iscritti come extracomunitari fino 2005, considerando che la maggioranza dei medici di origine straniera nel frattempo ha acquisito la cittadinanza italiana, trasformando, in tal modo, la loro iscrizione all’ordine da extracomunitaria ad iscrizione italiana che possono essere stimabile con un numero totale che
CMC14209-D&T-Novembre09:D&T 16-11-2009 13:11 Pagina 23 Salute 08/09 diagnosi & terapia spazio-salute.it 23 oscilla da 18 a 22 mila medici di origine straniera in italia. 2. L’iscrizione all’Ordine dei medici da parte dei medici di origine straniera è diventata possibile dopo il 31.12.89 grazie alla legge Martelli. Prima di quella data era consentito l’iscrizione all’ordine solo a chi aveva la cittadinanza italiana o a chi era comunitario o con laurea eseguita in Egitto o Siria, grazie all’accordo di reciprocità tra l’Italia e l’Egitto e la Siria. 3. La maggior parte dei medici che sono arrivati dai Paesi dell’Est (Russia, Romania, Bulgaria, Albania, Moldavia ,Ex - Jugoslavia ed Ucraina) prima di iscriversi all’ordine dei medici hanno dovuto fare la pratica di riconoscimento del titolo che in Italia avviene o tramite una università italiana e in tal modo la laurea diventa a tutti gli effetti laurea italiana e valida quindi per sostenere successivamente l’esame di stato, o tramite il Ministero della Salute per l’abilitazione alla professione medica . 4. La presenza di medici stranieri in Italia è caratterizzata prevalentemente da due realtà: il loro numero, pur consistente, tende ad aumentare in misura minore rispetto a quello degli infermieri e, in secondo luogo, è composto in larga misura da comunitari o da persone provenienti da Paesi a Sviluppo Avanzato. Anche per loro vale l’impossibilità di essere assunti direttamente presso le strutture pubbliche; nondimeno molti di loro sono presenti presso gli ospedali pubblici come liberi professionisti retribuiti attraverso un sistema di gettoni o di compenso a prestazione occasionale sebbene per periodi prolungati presso la medesima struttura. Questa prassi è particolarmente diffusa anche nel privato, dove tuttavia sarebbe formalmente possibile addivenire alla piena assunzione di personale straniero non comunitario. La maggior parte dei medici di origine straniera lavora nella Sanità privata ed accreditata: ciò è dovuto anche al fatto dell’impossibilità di sostenere concorsi per chi non è cittadino italiano. Le branche più frequenti in cui esercitano i medici stranieri sono: laboratorio d’analisi, Ambulatorio di fisioterapia, cliniche private, medici di famiglia e pediatri convenzionati, attività specialistica privata ed odontoiatria; invece nel pubblico la maggioranza lavora presso il pronto soccorso. 5. Il numero degli studenti stranieri presso le università italiane è gradualmente diminuito per due motivi essenziali, e cioè ;il numero chiuso ed il costo economico. 6. L’accesso alle scuole di specializzazione da parte dei medici in Italia ha avuto varie possibilità nell’arco degli ultimi anni fino ad arrivare a pari merito e requisiti sia per i medici italiani che stranieri. 7. Ci sono, poi, numerosi medici già laureati nei loro Paesi, i quali giungono in Italia per specializzarsi o eseguire un dottorato o master sempre tramite un piano di accordo tramite la cooperazione internazionale del Ministero degli Esteri o il Ministero della Salute italiano e quello dei Paesi di provenienza. 8. Gli operatori sanitari di origine straniera sono in maggioranza infermieri che secondo gli ultimi dati dell’ipasvi sono circa 35 mila impiegati: è il 10 per cento del totale, di cui 7670 romeni (42,2 per cento), 2487 polacchi (14 per cento) e sono distribuiti sul territorio italiano con il 12 per cento al centro –nord e 2 per cento al sud. Oltre gli infermieri, lavorano in Italia numerosi fisioterapisti, farmacisti e psicologi. 9. E’ diminuito il numero dei medici ed operatori sanitari provenienti dalla Romania ed Bulgaria dopo il loro ingresso nella Comunità Europea, prediligendo altri paesi europei come la Spagna e l’Inghilterra per una maggior possibilità di trovare impiego. 10. L’AMSI al momento ha risolto la maggioranza delle problematiche dei medici e degli operatori sanitari stranieri, tranne la questione dei concorsi pubblici, per sostenere i quali occorre essere cittadino italiano come ci ha risposto ufficialmente l’ex Ministro dell’Interno Giuliano Amato. La difficoltà maggiore per i medici di origine straniera, oggi, è l’inserimento nel mondo del lavoro per l’alto numero dei medici laureati in Italia, dove attualmente si riscontra una mancanza di medici specialisti in anestesia e radiologia, che potrebbero arrivare dall’estero se si attivasse una cooperazione attenta al mercato del lavoro, programmando l'ingresso degli operatori sanitari di origine straniera facendo prima un censimento accurato per
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