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Reflusso gastroesofageo ed ernia iatale - Diagnosi e Terapia

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8diagnosispazio-salute.itSalute& terapia 01/09<strong>Reflusso</strong> <strong>gastroesofageo</strong><strong>ed</strong> <strong>ernia</strong> <strong>iatale</strong>Autore: Fabio CONTAOsteopata D.O., FisioterapistaStudio C<strong>ed</strong>erVia XX Settembre 19/316121 GenovaTel. 010.8608850In che modo l’osteopatia può aiutareil paziente <strong>ed</strong> il gastroenterologoll reflusso <strong>gastroesofageo</strong> è undisturbo dell’esofago.Quando mangiamo, il cibo passadalla bocca allo stomaco attraversol’esofago. Tra l’esofago e lo stomacoc’è una valvola. Questa valvola siapre e si chiude. Si apre per far passareil cibo e si richiude imm<strong>ed</strong>iatament<strong>ed</strong>opo che questo è passatonello stomaco. Se la valvola che c’ètra esofago e stomaco non funzionabene, cioè si apre quando nondovrebbe, può capitare che parte delcibo ingerito torni indietro. Nelle personeche soffrono di reflusso succ<strong>ed</strong>eproprio questo. Il cibo e i succhigastrici provenienti dallo stomacorimangono nell’esofago. Il reflussogastro esofageo è questo: la risalitain esofago di materiale acido provenient<strong>ed</strong>allo stomaco. Ed è proprio lapresenza di acido nell’esofago checrea l’irritazione. Lo stomaco è fattoin modo da sopportare la presenza diacido nel suo interno, l’esofago no equindi tale presenza provoca dolore,infiammazione e ferite.Anche se è molto comune, il reflussoè un disturbo ancora poco conosciuto.La maggior parte di persone chene soffre non lo sa. Quasi tutti, infatti,parlano di bruciore di stomaco, aciditào iperacidità. Inoltre, spesso isintomi del reflusso vengono confusicon quelli di altri disturbi consideratimeno importanti. In ogni modo, èimportante rivolgersi al m<strong>ed</strong>ico curanteper descrivere il disturbo in manieracorretta. Il m<strong>ed</strong>ico saprà intervenirein prima persona o indicarvi lo specialistaadeguato per il vostro caso.Infatti è opportuno chiarire che qualsiasiproblematica relativa a sintomisopra citati vada gestita dalla figuradello specialista gastroenterologo inquanto è necessario giungere ad unadiagnosi certa e improntare una terapiaadeguata per controllare e/o risolvereil caso. Esiste, tuttavia, un terrenodi competenze nel quale trova collocazionel’osteopatia, ossia la conoscenzadi tutte quelle alterazioni dicarattere funzionale che possono provocaremolti dei sintomi descritti, dasole o in associazione ad alterazioniorganiche. Introduciamo ora il concettodi Sindromi meccaniche dellaregione cardio-tuberositaria. Infatti,un problema in questo zona è un’indicazionecorretta all’uso della manipolazione.La meccanica esofago cardiotuberositariaè piuttosto complessa.Si tratta di un’area in cui si incontranomolte forze in conflitto reciproco,inclusa la trazione meccanica.L’esofago e la parte superiore dellostomaco sono attirate dallapressione negativa del torace e daquella positiva dell’addome, il cheprovoca l’insorgere in questa zona dimolte patologie. La parte superior<strong>ed</strong>ello stomaco è attirata verso l’altocon il rischio di ernie iatali, mentre laparte m<strong>ed</strong>iana e inferiore sono attirateverso il basso con il rischio di prolassogastrico. Se l’equilibrio è rotto,la rotazione assiale dell’esofago, checontribuisce all’occlusione cardiale,non agisce più in modo corretto <strong>ed</strong> èprobabile che si sviluppi un reflussogastrico. Ecco allora che l’osteopatapuò intervenire con probabilità di successom<strong>ed</strong>iante l’utilizzo di tecnichemanuali dolci (stiramenti, pompaggi,massaggi, ecc.) che cerchino di riportareil necessario equilibrio fra i tessutiche circondano il cardias. Per ilnormale funzionamento della funzionegastro-esofagea, devono essere presentii seguenti elementi generali:diaframma elastico e tonico, buonatensione longitudinale dell’esofago,equilibrio fra pressione toracica eaddominale, buone condizioni generalidell’organismo.Se queste condizioni non vengono


Salute01/09 diagnosi & terapiaspazio-salute.it9soddisfatte si possono verificareun’<strong>ernia</strong> <strong>iatale</strong> o un reflusso <strong>gastroesofageo</strong>.L’<strong>ernia</strong> <strong>iatale</strong> e il reflusso gastro esofageonon si presentano sempreinsieme ma hanno in comune fattoripr<strong>ed</strong>isponenti simili. Una causa importantesono l’allentamento dei tessuticonnettivi e la perdita di tono basaleche si verificano con l’andare deglianni. Ma in queste condizioni si v<strong>ed</strong>onotipicamente anche pazienti fra i 35e i 50 anni. Ad esempio, con una cifositoracica acquisita si sviluppa uncambiamento nel rapporto tra la giunzionecardi-esofagea <strong>ed</strong> il diaframma,con una riduzione dell’efficienza sfinterica.Gli interventi chirurgici provocanotensioni disuguali in tutti i tessuticonnessi con le cicatrici. Certe occupazionilavorative possono contribuirealla destabilizzazione della giunzionegastro-esofagea. I lavori s<strong>ed</strong>entaricontribuiscono al rilasciamento deilegamenti della giunzione gastro-esofagea.Sono tutte cause meccanicheche generano problemi meccanici. Isintomi che più spesso accompagnanoil reflusso esofageo con o senza<strong>ernia</strong> <strong>iatale</strong> sono: pirosi, rigurgito,dolore epigastrico o retrosternaleaggravato da certi movimenti, peresempio flessione in avanti del corpo;dolori di stomaco, vomito acquoso efilamentoso, alito acido, dolore nellaparte inferiore del petto, dolore esacerbatoda tosse <strong>ed</strong> espirazione forzata,dolore all’ingestione di cibi solidi,cefalee spesso alleviate dal vomito.L’obiettivo del trattamento osteopaticovaria a seconda del problema checausa i sintomi. Se siamo in presenzadi <strong>ernia</strong> <strong>iatale</strong> diagnosticata, le sindromidi carattere meccanico associateandranno sicuramente ad esacerbarei sintomi obbligando il paziente a continuasomministrazione farmacologica.L’eliminazione delle fissazionimeccaniche <strong>ed</strong> il miglioramento delfunzionamento dei tessuti circostantiil cardias, permette al paziente di trascorrerevia via periodi sempre piùlunghi in assenza di sintomi; ciò èimportante perchè migliora enormementela qualità della vita del pazientee permette al m<strong>ed</strong>ico di rivalutarela terapia fermacologica nel tempo. Iriscontri sono strettamente individuali;il paziente può passare da alcuni giornisenza sintomi fino a 2 o 3 settimane,arrivando anche ad 1 trattamentodi mantenimento ogni volta che i sintomilo richi<strong>ed</strong>ano (alcuni anche 40giorni ma il dato è fortemente soggettivoe riguarda esclusivamente la miaesperienza). Nel caso, invece, in cuici troviamo di fronte a sintomi perdurantiper almeno tre mesi e negativitàper patologia organica (es: <strong>ernia</strong> <strong>iatale</strong>)all’esame endoscopico, il trattamento,pur non differendo nei modi,può dare risultati anche più soddisfacenti.In conclusione, è importantesottolineare ancora una volta che lapatologia trattata fino ad ora è diesclusiva competenza m<strong>ed</strong>ica e cometale va sottoposta ad uno specialistaspecifico. Diverso è il discorso relativoai sintomi accusati dal paziente,sintomi che possono essere affrontati,in seconda battuta e con più omeno possibilità di successo a secondadei casi, ma che può essere adeguatocontrastare anche con terapiemanuali, laddove una visita osteopaticaappropriata ne riscontri la necessità.Il lavoro dell’osteopata non danneggiail paziente; casomai arrecasollievo <strong>ed</strong> aiuta il corpo a guarire olenire la sofferenza.Le tecniche proposte in caso di sintomigastroesofagei rientrano perfettamentenel dominio di competenza deifisioterapisti che abbiano volutoapprofondire le lesioni meccaniche efunzionali viscerali m<strong>ed</strong>iante percorsidi studio adeguati.

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