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Riapriamolo! - Il Giornale dell'Altopiano

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QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI<br />

l’Altopiano<br />

La voce degli<br />

ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO<br />

8<br />

Comuni<br />

www.giornalealtopiano.it<br />

I SAPORI<br />

DELLA<br />

TRADIZIONE<br />

N. 273 - ANNO XI - EURO 1,50 “IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO” SABATO 26 LUGLIO 2008<br />

<strong>Riapriamolo</strong>!<br />

In regalo il<br />

supplemento<br />

con tutte le<br />

manifestazioni in<br />

programma nei<br />

prossimi<br />

15 giorni<br />

GALLIO<br />

La maggioranza<br />

si sgretola<br />

Favolandia, il<br />

paese dei bambini<br />

pag. 12 - 13<br />

La Regione si sveglia e pensa<br />

ad un futuro per l’Istituto<br />

di Mezzaselva<br />

<strong>Il</strong> paese ieri e<br />

oggi nella mostra<br />

fotografica<br />

ROANA<br />

Dario Frigo: “Mi dimetto<br />

per il bene del paese”<br />

Dal Pozzo: “Quante<br />

brutture da sistemare”<br />

ENEGO<br />

pag. 14<br />

Parcheggi a pagamento<br />

nel centro del paese<br />

pag. 10 - 11<br />

Formaggio<br />

Si premia lo<br />

Stravecchio<br />

di malga<br />

più buono<br />

pag. 5<br />

Personaggi<br />

Magdi Allam<br />

racconta la sua<br />

conversione<br />

pag. 12<br />

Filatelia<br />

Oscar alla Corea<br />

Da Asiago un<br />

messaggio:<br />

“Amiamo i<br />

bambini”<br />

pag. 3<br />

Caratteristiche,<br />

metodi di<br />

raccolta,<br />

ricette<br />

del prelibato<br />

prodotto della<br />

montagna<br />

pag. 17<br />

Le interviste di<br />

don Marco<br />

Don Fortunato di<br />

Noto, un prete<br />

contro la “strage<br />

degli innocenti”<br />

pag. 22<br />

I funghi<br />

pag. 2<br />

Grafica Altopiano


Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano 2<br />

www.giornalealtopiano.it<br />

“Una soluzione per Mezzselva. Subito!”<br />

<strong>Il</strong> presidente del consiglio regionale Marino Finozzi e l’assessore alla Sanità Sandro Sandri<br />

in visita alle strutture sanitarie dell’Altopiano – Un incontro anche con il personale<br />

“Una bestemmia al cospetto<br />

dei cittadini che pagano le<br />

tasse”. Sembra che il presidente<br />

del consiglio regionale<br />

Marino Finozzi non accetti<br />

più di vedere l’ex Istituto<br />

riabilitativo di Mezzaselva<br />

lasciato in tal degrado. Visitando<br />

la struttura insieme all’assessore<br />

alla Sanità<br />

Sandro Sandri e al consigliere<br />

Regionale Roberto<br />

Ciambetti, accompagnati dal<br />

direttore generale dell’Ulss 3<br />

Valerio Alberti e dal sindaco<br />

di Asiago Andrea Gios, ha<br />

avuto probabilmente la reazione<br />

che si ha davanti ad un<br />

malato grave bisognoso di<br />

cure urgenti, prima che non<br />

si possa più fare niente per<br />

evitarne la morte certa, con<br />

la consapevolezza che non ci<br />

sia più tempo da perdere e si<br />

debba intervenire subito.<br />

Dopo anni di chiusura e dopo<br />

tante ipotesi, forse nessuno<br />

credeva più ad un futuro per<br />

quella che sembrava destinata<br />

a diventare un’autentica<br />

cattedrale nel deserto. L’autorevole<br />

delegazione che nei<br />

giorni scorsi si è recata prima<br />

ad Asiago, dove ha anche<br />

incontrato il personale,<br />

poi sulle pendici del Monte<br />

Erio e quindi nel Municipio<br />

di Asiago per l’incontro con<br />

i sindaci, ha dato invece segnali<br />

rassicuranti.<br />

“Non dobbiamo lascialo così<br />

com’è – ha ribadito a sua<br />

Si apprende dalla stampa come<br />

finalmente la Giunta Regionale<br />

del Veneto abbia deciso di prendere<br />

in considerazione i problemi<br />

della Sanità nell’Altopiano di<br />

Asiago. Peccato che lo faccia<br />

dopo che, fin dal 2002, fosse<br />

stato richiesto dall’opposizione,<br />

insieme alle comunità<br />

dell’Altopiano, il mantenimento<br />

dell’Ospedale di Mezzaselva<br />

come Centro Polifunzionale<br />

coinvolgendo tutti i nostri Comuni.<br />

Come mai adesso sembra<br />

che le cose cambino Cambieranno<br />

davvero Lo stupore diventa<br />

sconcerto quando leggiamo<br />

che, ad accompagnare la più<br />

che legittima visita in zona dell’Assessore<br />

Regionale alla Sanità<br />

Sandro Sandri e del Presidente<br />

del Consiglio Regionale<br />

Marino Finozzi, siano i Consivolta<br />

l’assessore Sandri –<br />

onde evitare che arrivi di nuovo<br />

il Gabibbo. Per rilanciarlo<br />

ci vuole la sinergia di tutti i<br />

soggetti coinvolti, chiamati ad<br />

affrontare insieme la questione<br />

per far funzionare questa<br />

struttura presto e bene”. Idee<br />

ce ne sono. “In quello che<br />

abbiamo chiamato Progetto<br />

Altopiano – ha detto il direttore<br />

generale dell’Ulss 3<br />

Valerio Alberti – scaturito da<br />

una rilettura dell’organizzazione<br />

dei servizi, da coronarsi<br />

anche con un’adeguata<br />

risposta di tipo edilizio, c’è per<br />

esempio l’ipotesi di creare a<br />

Mezzaselva un Centro Regionale<br />

di Formazione per<br />

l’area sociale”.<br />

Per quanto riguarda Asiago<br />

è stata riconfermata la volontà<br />

di proseguire nel progetto<br />

di costruzione di una nuova<br />

ala con un finanziamento regionale<br />

pari a 20 milioni di<br />

euro.<br />

“Ora siamo allo studio di<br />

fattibilità – ha affermato il direttore<br />

dell’Agenzia Regionale<br />

Socio Sanitaria Antonio<br />

Compostella – e dalla chiusura<br />

della fase progettuale<br />

all’inizio dei lavori non dovrebbero<br />

esserci tempi<br />

biblici”.<br />

Dai vari interventi che si sono<br />

succeduti, emerge in definitiva<br />

un quadro futuro della<br />

sanità altopianese quanto mai<br />

impensabile fino a qualche<br />

anno fa con un<br />

ammodernamento di strutture<br />

e servizi, una rete territoriale<br />

efficiente e la capacità<br />

di dare anche risposte sovra<br />

aziendali con lo sviluppo di<br />

specificità di tipo riabilitativo<br />

soprattutto nel campo<br />

cardiologico, respiratorio e<br />

delle dipendenze in piena collaborazione<br />

con Bassano.<br />

Rassicurazioni sono state<br />

date anche al personale.<br />

“E’ necessario rimpinguare<br />

l’organico perché siamo al di<br />

sotto del necessario – ha detto<br />

Finozzi – ma dobbiamo<br />

anche fare i conti con i limiti<br />

imposti dalla Finanziaria nazionale.<br />

Non devono più esserci<br />

però preoccupazioni per<br />

chi già ha il posto”.<br />

Dai sindaci e anche dal Comitato<br />

Tutela Altopiano è stata<br />

espressa grande soddisfazione<br />

per l’attenzione dimostrata<br />

verso la sanità<br />

altopianese. “Finozzi e<br />

Ciambetti, con i tre assessori<br />

“Visite istituzionali o visite di Partito”<br />

glieri Regionali Roberto<br />

Ciambetti e Mara Bizzotto. Per<br />

chi immaginava una visita di<br />

carattere prettamente istituzionale<br />

e nell’interesse della cittadinanza<br />

sarebbe stato più comprensibile<br />

un invito alla partecipazione<br />

rivolto quantomento a<br />

tutti i Consiglieri Regionali della<br />

nostra Provincia per evitare<br />

(fuorvianti) dubbi sui motivi che<br />

hanno portato ad un tale cambiamento<br />

di politica per la nostra<br />

sanità e per darci la sicurezza di<br />

qualche garanzia in più sugli sviluppi<br />

futuri. Paola Scanagatta<br />

Coordinatrice del Partito Democratico<br />

dell’Altopiano di Asiago<br />

che si sono succeduti – ha<br />

voluto sottolineare il sindaco<br />

di Asiago Andrea Gios –<br />

ci hanno aiutato in modo<br />

straordinario. Non è una<br />

cosa scontata, le precedenti<br />

Lo considero il tributo<br />

commosso e<br />

deferente alle tradizioni<br />

che resero smisurata<br />

la<br />

quotidianità dei nostri<br />

antenati, artigiani<br />

che impastando il<br />

nulla con la creatività<br />

composero<br />

gesta d’ispirata immaginazione.<br />

Tra le<br />

piccole notizie di un<br />

bollettino regionale su<br />

internet – troppo genuine per<br />

essere ingigantite nelle grandi<br />

colonne mediatiche – annunciano<br />

che in questi giorni<br />

all’Università Europeenne<br />

Jean Monnet di Bruxelles un<br />

giovane fornaio bellunese diventerà<br />

“dottore in pane”.<br />

<strong>Il</strong> titolo della tesi: “<strong>Il</strong> pane,<br />

dalle origini della<br />

panificazione alle odierne<br />

esigenze alimentari”. La<br />

scintilla s’è accesa<br />

rimembrando al padre che<br />

sfornava il pane all’alba, al silenzio<br />

del primo mattino mentre<br />

il paese ancora dorme, all’emozione<br />

di raccogliere in<br />

anteprima i primi sbadigli riposati<br />

che scambiano due<br />

battute con il tintinnio delle<br />

campane.<br />

Chissà perché oggi - immersi<br />

e condannati a nuotare tra le<br />

ondate di pubblicazioni, le<br />

maree di recensioni e i gas di<br />

scarico di molte riviste scientifiche<br />

– c’illudiamo d’essere<br />

giganti nel pensiero solo se<br />

sposiamo donna complessità.<br />

Perché castigarci a chiamare<br />

“polenta di mais” quell’opera<br />

d’arte che le nostre<br />

nonne, prendendosi per tempo,<br />

inanellavano come passi<br />

di danza sulle vecchie fornelle<br />

di montagna e battezzarono<br />

“polenta” Solo quaggiù, confusi<br />

e sbattuti tra mille arcani<br />

segreti, ci divertiamo a imbrogliarci<br />

la vita ingarbugliando le<br />

idee! “Dottore in pane”:<br />

amministrazioni non hanno<br />

avuto questa attenzione nei<br />

nostri confronti. Negli ultimi<br />

quattro anni si è riusciti ad invertire<br />

un trend estremamente<br />

negativo, passando<br />

Sapor d’acqua natìa<br />

Dottore in pane<br />

dalla ventilata chiusura dell’ospedale<br />

di Asiago alla certezza<br />

non solo che l’ospedale<br />

rimane, ma verrà potenziato”.<br />

Stefania Longhini<br />

chissà sia solo l’incipit di una<br />

vasta produzione che va a stanare<br />

le vecchie tradizioni che<br />

la terra ci tramanda. L’immaginazione<br />

è potente, così forte<br />

che a volte gioca d’anticipo<br />

sulla realtà. E allora chi impedisce<br />

ad uno studente, figlio di<br />

contadini, di spendere anni di<br />

studio per trovare il segreto<br />

della mungitura, della produzione<br />

del latte, della stagionatura<br />

del formaggio. Tra i colossi<br />

epocali firmati da Platone<br />

e Aristotele che parlano di<br />

cielo e terra, da Tommaso<br />

d’Aquino e Bonaventura da<br />

Bagnoregio che colloquiano<br />

sull’essenza di Dio, da<br />

Agostino d’Ippona e Kant<br />

mentre discutono di conoscenza<br />

umana e divina non sfigurerebbe<br />

di certo il passo lento<br />

delle levatrici del Novecento,<br />

il braccio stanco delle stiratrici<br />

all’opera per un pane, il fischio<br />

del pecoraio che, avvisato dalla<br />

gobba del sole, rincasa contando<br />

coi sassi il numero degli<br />

armenti. E poi la geografia<br />

della schiena del nonnozappatore,<br />

del padre mugnaio,<br />

del bisnonno arrotino. Del parroco<br />

poeta. Tra le aule delle<br />

università dei sapienti entrerebbe,<br />

a passi lenti e informali, la<br />

vita semplice e le semplici tradizioni<br />

di un tempo che ci ha<br />

regalato natali, possibilità e tenore<br />

di vita. “Dottore in<br />

pane” perché conquistato dal<br />

silenzio della notte, del primo<br />

mattino, dell’attimo che precede<br />

il crepuscolo. <strong>Il</strong><br />

tempo preferito da<br />

Platone – del quale<br />

si dice consumasse<br />

più olio nella<br />

lampada che<br />

vino nella coppa -,<br />

da Napoleone che<br />

iniziava la giornata<br />

alle quattro del<br />

mattino. Dal<br />

Balzac francese<br />

che svegliava la sua<br />

penna all’una di notte. Da<br />

D’Annunzio che alle tre del<br />

mattino rompeva il sonno per<br />

partorire. Da Gesù di Nazareth<br />

che sceglieva la notte per pregare.<br />

Inventare. Scorticare le<br />

giornate dell’uomo. Di notte<br />

s’avverte meglio l’urto della<br />

secchia nel pozzo, la canzone<br />

del fuoco, il tonfo di una mela,<br />

le parole cupe sulle soglie, il<br />

grido del bimbo. Le cose che<br />

non passano mai.<br />

Oggi della notte s’ha paura. La<br />

s’inventa bianca purchè non<br />

spaventi. I magazzini rimangono<br />

aperti a Roma, a Londra i<br />

negozietti sono la gioia dei nottambuli.<br />

Ma anche parrucchieri,<br />

dentisti, fiorai, librai concorrono<br />

a cancellare lo spazio del<br />

silenzio, della concentrazione,<br />

dell’immaginazione creativa.<br />

Risultato Chi ci arriva a laurearsi<br />

in mezzo al frastuono<br />

scrive titoli spaventosi: “La filosofia<br />

come palangenetica<br />

obliterazione dell’io cosciente<br />

che si infutura<br />

nell’archetipo prototipo<br />

dell’antropomorfismo universale”.<br />

Che significa Vuoi<br />

mettere: “Dottore in pane”.<br />

Non senti che profumo!<br />

don Marco Pozza<br />

www.sullastradadiemmaus.net


Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano www.giornalealtopiano.it<br />

3<br />

38^ Premio Internazionale Asiago d’arte filatelica<br />

In difesa dei diritti dei bambini<br />

Un messaggio più che mai universale e attuale arriva dal francobollo più bello al mondo premiato domenica 20 luglio ad Asiago.<br />

Emesso dalle Poste della Corea, raffigura un bimbo dal cuore vermiglio protetto dall’abbraccio materno dell’intera umanità<br />

Viene dalla Corea il francobollo<br />

cui è stato attribuito il Premio<br />

internazionale Asiago d’arte filatelica,<br />

giunto alla<br />

trentottesima edizione. Disegnato<br />

da Roh Hye-rim, studente<br />

coreano di 21 anni, rappresenta<br />

l’amore eterno ed è stato<br />

emesso, assieme ad un secondo<br />

valore firmato in questo caso<br />

dall’artista slovacco Robert<br />

Brun, per ricordare a tutti gli<br />

inalienabili diritti del bambini.<br />

“Ci sono angoli della Terra –<br />

sottolinea nel suo rapporto la<br />

giuria, alla quale hanno preso<br />

parte Mario Rigoni Stern,<br />

Ermanno Olmi, Franco Filanci,<br />

Lorenzo Pellizzari e Maurizio<br />

Stella –dove la tragedia della<br />

guerra ha portato per lungo<br />

tempo dolore e morte. E purtroppo<br />

la sofferenza causata<br />

dall’uomo verso un altro uomo<br />

non ha ancora fine. La Corea,<br />

che ha conosciuto anni di conflitti<br />

e sofferenze, ha realizzato<br />

lo scorso anno un francobollo<br />

la cui immagine ci impone di<br />

pensare come la conseguenza<br />

Anche quest’anno i francobolli<br />

premiati rappresentano, in una<br />

continuità di valori e di contenuti<br />

con i trentasette anni precedenti,<br />

aspetti particolarmente<br />

importanti ed affrontano<br />

tematiche di assoluto rilievo e<br />

di grandissima attualità.<br />

Dalle questioni riguardanti l’ambiente<br />

ed il riciclo dei rifiuti, alla<br />

necessità del dialogo e della<br />

pacifica convivenza per lo sviluppo<br />

dei popoli, fino agli orrori<br />

della guerra ed alla violenza<br />

sui bambini. Problematiche e<br />

questioni che vengono viste,<br />

analizzate ed interpretate su di<br />

un livello internazionale, che<br />

vengono “globalizzate” in una<br />

realtà mediatica senza confini<br />

nazionali. Problematiche e questioni<br />

che toccano tutti noi, cittadini<br />

del mondo, costringendoci<br />

ad uscire dagli<br />

angusti confini della nostra realtà<br />

per confrontarci con il mondo<br />

medesimo, con un sistema<br />

di relazioni internazionali ... in<br />

un sistema mondiale<br />

globalizzato, in cui i problemi e<br />

le angosce di un cittadino<br />

coreano oppure di un gruppo<br />

di cittadini polacchi non sono<br />

poi così lontani e differenti da<br />

quelli che viviamo nella nostra<br />

quotidianità. Un sistema mondiale<br />

globalizzato in cui i problemi,<br />

le aspettative ed i bisogni<br />

delle altre nazioni e degli altri<br />

popoli vengono condivisi e<br />

devono essere vissuti anche a<br />

migliaia di chilometri di distanza.<br />

Un sistema mondiale<br />

globalizzato che non ci può la-<br />

ultima e aberrante di tanti orrori<br />

è la violenza sui bambini. Tutte<br />

le violenze: la guerra, la fame, la<br />

privazione della dignità quando<br />

la miseria estrema cancella ogni<br />

elementare diritto alla vita, sono<br />

colpe che ricadono su tutta la<br />

società civile”. Per questo il collegio<br />

giudicante “esprime gratitudine<br />

alla Amministrazione postale<br />

della Corea per averci ricordato,<br />

con la figurina di un<br />

bimbo dal cuoricino vermiglio<br />

protetto dall’abbraccio materno<br />

dell’intera umanità, come questo<br />

simbolo possa diventare un<br />

ideale da condividere e perseguire<br />

per una degna convivenza<br />

ed eguaglianza e di pace fra<br />

tutti i popoli”.<br />

Premio al Belgio per il miglior<br />

contributo dentellato al turismo.<br />

“Con signorile distacco da ogni<br />

proposito di promozione del<br />

proprio territorio”il francobollo<br />

premiato propone “il concetto<br />

di vacanza come ‘turismo dello<br />

spirito’. Vacanza come riposo,<br />

come gioco, sport e libertà da<br />

ogni vincolo che ci lega ai meccanismi<br />

rispettivi del lavoro<br />

organizzato. Ma ancora di<br />

più, vacanza di libertà per la<br />

nostra mente come luogo nel<br />

quale viaggiare con la fantasia<br />

e da esplorare nella<br />

mappa sempre sorprendente<br />

dei nostri sogni. E tutto<br />

questo, da affidare al volo<br />

libero di un aquilone colorato”<br />

che il grafico belga Jan<br />

Van der Veken ha rappresentato<br />

sul taglio da 52 centesimi<br />

distribuito sia attraverso<br />

foglio che attraverso libretto<br />

autoadesivo.<br />

<strong>Il</strong> miglior tributo dentellato<br />

all’ambiente presente sui<br />

francobolli prodotti nel mondo<br />

durante il 2007 è stato individuato<br />

nel taglio da 1.37<br />

zloty di Polonia, paese da<br />

sempre all’avanguardia nella<br />

sapienza del linguaggio<br />

grafico”, la cui maestria è ribadita<br />

attraverso l’immagine di A.<br />

Niemierko, “che ci ricorda e ammonisce<br />

sul grave problema del<br />

riciclo dei rifiuti.<br />

Le cronache di recenti<br />

“Tematiche di assoluto rilievo e attualità”<br />

sciare indifferenti di fronte alle<br />

grandi questioni internazionali<br />

e che ci costringe a partecipare<br />

con cognizione di causa alle vicende<br />

del nostro pianeta.Oggi<br />

più che mai rispetto al passato,<br />

abbiamo gli strumenti per conoscere<br />

le vicende del mondo, siamo<br />

in grado di ricevere informazioni<br />

e di essere informati sulle<br />

principali questioni mondiali, di<br />

tutto il mondo anche degli angoli<br />

più reconditi e lontani, anche<br />

degli angoli della terra (la<br />

Corea) in cui la tragedia della<br />

guerra ha portato conseguenze<br />

aberranti e violenze atroci. Dobbiamo<br />

porre attenzione a temi<br />

quali l’equità, la giustizia, lo sviluppo<br />

economico e sociale dei<br />

popoli della terra per esercitare<br />

un controllo decisivo ed evitare<br />

che siano gli interessi particolari<br />

dei grandi capitali e delle multinazionali<br />

a dominare il processo<br />

di globalizzazione e le vicende<br />

del mondo.<br />

I francobolli premiati rappresentano<br />

l’apice, l’eccellenza artistica,<br />

di una miriade di emissioni<br />

filateliche curate da tutti gli stati<br />

del mondo, che girano tra la<br />

gente e superano i confini nazionali.<br />

Passano di mano in<br />

mano stimolando la nostra curiosità<br />

e ci insegnano ad osservare,<br />

ci obbligano a guardarci<br />

intorno ed a scoprire i segni di<br />

un mondo in continua evoluzione,<br />

di una natura<br />

che sembra sfuggire al nostro<br />

controllo e di un ambiente che<br />

deturpiamo con troppa disinvoltura.<br />

Spesso, attraverso il senso<br />

artistico e la poesia dei loro<br />

autori, ci fanno scoprire valori<br />

essenziali che nella loro semplicità<br />

ci aiutano a farci ritrovare la<br />

strada per migliorare la nostra<br />

vita.In questo senso, il francobollo<br />

scelto dalla Giuria ed insignito<br />

del “Premio Asiago” per il<br />

migliore francobollo emesso nel<br />

mondo nel corso dell’anno 2007<br />

rappresenta una perfetta sintesi<br />

di tutti i concetti ed i valori<br />

descritti in precedenza.<br />

Poche immagini, una grafica<br />

semplice e diretta per rappresentare<br />

la tragedia della guerra e per<br />

descrivere, con gli occhi e con<br />

la sensibilità di un popolo martoriato<br />

da una guerra aberrante,<br />

le paure e le tragiche conseguenze<br />

che la guerra porta alle<br />

fasce più deboli ed indifese della<br />

popolazione. Dunque, la guerra<br />

vista ed interpretata in relazione<br />

alle conseguenze vissute<br />

dalla gente comune che viene<br />

privata della dignità e dei diritti<br />

più elementari. La guerra vista<br />

dalla parte dei più deboli, dalla<br />

parte delle popolazioni costrette<br />

al profugato, delle famiglie<br />

distrutte, degli affetti famigliari<br />

persi per sempre, delle violente<br />

conseguenze che tutto ciò provoca<br />

nei bambini.<br />

Vicende terribili che i nostri nonni<br />

hanno vissuto ad Asiago e<br />

nell’Altopiano durante la prima<br />

guerra mondiale, costretti ad un<br />

profugato lungo, devastante<br />

per i rapporti famigliari e spesso<br />

umiliante.<br />

Andrea Gios<br />

sindaco di Asiago<br />

accadimenti ci fanno tutti consapevoli<br />

delle singole responsabilità<br />

che tale problema comporta.<br />

E il francobollo della Polonia<br />

ci rammenta, con<br />

inequivocabile simbologia, il<br />

dovere imprescindibile del nostro<br />

personale impegno quotidiano”.<br />

La giuria del Premio Internazionale<br />

Asiago d’arte filatelica,<br />

posto sotto l’Alto Patronato del<br />

Presidente della Repubblica,<br />

ancora una volta ha mostrato di<br />

“prediligere, fra tante eccellenti<br />

peculiarità di contributi, soprattutto<br />

il contenuto simbolico che<br />

ciascuna di queste piccole opere<br />

d’arte reca in se e, di conseguenza<br />

per ciò che essere comunicano<br />

quale messaggio di<br />

civiltà, ha altresì deliberato due<br />

menzioni speciali riferite in particolare<br />

al vistoso francobollo<br />

da 3 corone di Groenlandia,<br />

opera di Jens Rosing, nel quale<br />

sono riunite undici razze di cani<br />

adatta alle estreme condizioni<br />

della zona artica, e al valore da<br />

1.30 franchi di Liechtenstein, realizzato<br />

da Marianne Siegel la<br />

quale, “rielaborando un gusto<br />

retrò, con fustellatura riproducente<br />

un elegante ricamo, rievoca<br />

la lettera recapitata da una<br />

rondine quale grazioso servizio<br />

postale per le missive tanto sospirate<br />

fra innamorati lontani e<br />

ove, i simboli rappresentati nel<br />

quadruccio del francobolli, lascino<br />

già intendere i contenuti di<br />

teneri scambi amorosi. Che sia<br />

un incoraggiamento – si chiede<br />

la giuria – a un nuovo palpitante<br />

romanticismo”.<br />

Nell’assegnare alla Germania,<br />

ed in particolare al<br />

55 centesimi celebrativo<br />

della presidenza di turno<br />

dell’Unione Europea, il<br />

premio “architettura” dell’Accademia<br />

Olimpica di<br />

Vicenza, la giuria “ha voluto<br />

interpretare il termine<br />

‘costruire’ ampliandone il<br />

significato per riferirsi a<br />

una costruzione istituzionale<br />

eretta con mattoni<br />

del dialogo e della pacifica<br />

convivenza e che vede<br />

impegnate le Nazioni nella<br />

edificazione di una Casa<br />

comune fra i popoli d’Europa”.<br />

Di raffinatissima<br />

elaborazione grafica, il<br />

francobollo sublima, “in<br />

sintesi eloquente, l’unione<br />

fra gli Stati aderenti raffiguranti<br />

da stelline in rilievo, discretamente<br />

bianche su bianco.<br />

Fra queste, una si evidenzia coi<br />

colori della bandiera della Germania”.<br />

L’autore dell’illustrazione<br />

è Paul Effert.<br />

Ancora una volta il Premio<br />

Asiago di filatelia è stata una<br />

festa della comunicazione scritta.<br />

“<strong>Il</strong> francobollo - ha sottolineato<br />

nel suo intervento<br />

Fernando Bandini, presidente<br />

del Premio e dell’Accademia<br />

Olimpica - resta un mezzo fondamentale<br />

con cui si dialoga tra<br />

gli uomini, con cui si esprimono<br />

i pensieri soprattutto quando gli<br />

uomini sono lontani e quando<br />

la lontananza diventa una forma<br />

più intensa ancora di comprensione<br />

e di affetto”.<br />

Danilo Bogoni<br />

E la Comunità Montana<br />

premia il Circolo<br />

Uno dei premi assegnati domenica nella Sala dei quadri del Palazzo Municipale di Asiago è rimasto in<br />

Altopiano. Si tratta del riconoscimento che Giancarlo Bortoli ha assegnato, a nome della Spettabile<br />

Reggenza dei Sette Comuni, al Circolo filatelico e numismatico di Asiago che festeggia i quarant’anni.<br />

Trent’anni fa l’anniversario venne ricordato con una borsa di studio per una tesi di laurea,<br />

quest’anno con una targa-francobollo-lettera consegnata a Maurizio Stella, che del Circolo filatelico<br />

e numismatico del Sette Comuni è il presidente.


ATTUALITA’<br />

Sabato 12 luglio scorso, presso<br />

la sala del Grillo Parlante di<br />

Asiago si è tenuto un interessante<br />

convegno dal titolo:<br />

“Altopiano al bivio: dopo il Referendum<br />

quali prospettive”<br />

Lo ha organizzato il Comitato per<br />

il passaggio dell’Altopiano dei<br />

7 Comuni alla Provincia autonoma<br />

di Trento, in collaborazione<br />

con la Comunità Montana e la<br />

città di Asiago.<br />

Un incontro, come ha spiegato<br />

il promotore del Comitato, Francesco<br />

Rodeghiero, per fare il<br />

punto sulla strada percorsa fino<br />

ad ora, per far conoscere le difficoltà<br />

di questo cammino, le<br />

aspettative, le speranze, le prospettive.<br />

La scaletta proposta è stata davvero<br />

ricca, numerosi sono stati<br />

infatti i relatori che sono intervenuti,<br />

e ognuno ha approfondito<br />

un argomento: Flavio Ratto<br />

Trabucco, costituzionalista<br />

dell’Università di Genova, “Iter<br />

e ricorsi per la piena applicazione<br />

dell’Art. 132 della Costituzione”;<br />

Sergio Divina, senatore<br />

della Lega Nord,e candidato alla<br />

presidenza della Prov. Autonoma<br />

di Trento per la CdL, “<strong>Il</strong> pensiero<br />

della Lega Nord di<br />

Trento”; Guido Trento, Consigliere<br />

della Regione Veneto, e<br />

capogruppo PD di Belluno, “<strong>Il</strong><br />

sostegno alle rivendicazioni delle<br />

genti di montagna dai Democratici<br />

di Sinistra”; Patrizia Mes-<br />

Sabato 26 luglio 2008<br />

Comitato Pro Trento, la Corte<br />

Europea accetta il ricorso<br />

Accettato dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo il ricorso presentato<br />

da Francesco Rodeghiero a nome del Comitato referendario<br />

per il passaggio dell’Altopiano alla Provincia di Trento. <strong>Il</strong> ricorso si<br />

basa sul mancato rispetto della volontà popolare espressa nel referendum<br />

dell’anno scorso da parte dello Stato che deve ancora<br />

presentare il disegno di legge per il cambio confinario, nonché<br />

sulla disparità di trattamento delle minoranze etniche in Veneto<br />

dove da una parte i ladini sono tutelati mentre ai cimbri non è stata<br />

riservato lo stesso trattamento.<br />

Soddisfatto il coordinatore del Comitato Francesco Rodeghiero<br />

che commenta, “Che la Corte Europea abbia accettato il nostro<br />

ricorso è già segno che le nostre rimostranze non sono prive di<br />

fondamento. Ora ci auguriamo che la Corte ristabilisca il principio<br />

del rispetto delle regole”.<br />

8<br />

l’Altopiano 4<br />

www.giornalealtopiano.it<br />

Altopiano al Bivio, a che punto<br />

è il passaggio al Trentino<br />

Un convegno tenutosi al Grillo Parlante per fare il punto sulla strada percorsa fino ad ora, per il<br />

cambio di Regione, per far conoscere le difficoltà di questo cammino, le speranze e le prospettive<br />

Francesco Rodeghiero<br />

sina, docente dell’Università di<br />

Padova, “ Le possibilità di sviluppo<br />

dell’ Altopiano nel contesto<br />

legislativo trentino”;<br />

Gianpaolo Bottacin,<br />

capogruppo Lega Nord e Consigliere<br />

Regionale, “Sostegno<br />

all’autoderterminazione dei popoli<br />

per la richiesta di parere da<br />

parte del Governo della Regione<br />

Veneto”; Senatore Filippi<br />

della commissione bilancio della<br />

Lega Vicentina; senatore Paolo<br />

Franco segretario provinciale<br />

della Lega nord di Vicenza.<br />

In platea, fra il pubblico, molti i<br />

rappresentanti dei Comitati dei<br />

vari comuni veneti e non solo,<br />

per il cambio di regione ed il<br />

coordinatore nazionale dei Comitati<br />

per il cambio di regione,<br />

Francesco Frattolin.<br />

Molti argomenti, ma tutti hanno<br />

gravitato intorno ad un unico<br />

nodo, una domanda che preme<br />

a tutti, come hanno espresso<br />

chiaramente anche il sindaco<br />

di Asiago Gios e il Presidente<br />

della Comunità Montana,<br />

Bortoli, che sono intervenuti,<br />

chiedendo a viva voce, soprattutto<br />

ai rappresentanti delle<br />

istituzioni:”..dopo il Referendum,<br />

quali sono le prospettive”<br />

Al Referendum del maggio 2007,<br />

la popolazione altopianese si<br />

espresse nettamente favorevole<br />

al cambio di regione; per molti<br />

una scelta convinta, per altri<br />

un voto di protesta, un modo<br />

per richiamare l’attenzione, tutti<br />

comunque stanchi e delusi nel<br />

vedere la propria terra trascurata,<br />

spopolarsi.<br />

Dal maggio 2007, la vicenda sul<br />

Referendum si è complicata, all’esito<br />

della votazione popolare<br />

è stato impedito di seguire l’iter<br />

previsto e così il promotore del<br />

Comitato per il passaggio<br />

dell’Altopiano dei 7 Comuni alla<br />

Provincia Autonoma di Trento,<br />

ha fatto ricorso alla Corte<br />

Europea per i Diritti<br />

dell’uomo e alla Corte<br />

Costituzionale.<br />

Nel frattempo la Proposta<br />

di Legge Costituzionale<br />

presentata alla Camera<br />

per la seconda volta<br />

(cadendo il Governo<br />

sono decaduti anche tutti<br />

i provvedimenti di legge<br />

in corso, tanto alla Camera<br />

quanto al Senato) è già<br />

stata assegnata alla<br />

Commissione Affari Costituzionali<br />

della Camera;<br />

e il Disegno di Legge Costituzionale<br />

è stato<br />

ripresentato anche al Senato.<br />

Da qui sono partiti i<br />

relatori del convegno, in<br />

particolare il Senatore<br />

Divina, quasi tutti hanno<br />

spostato l’attenzione dal cambio<br />

di regione, ad una distribuzione<br />

più equa delle risorse. Divina<br />

ha sottolineato come<br />

autodeterminazione e quindi<br />

Federalismo siano la strada maestra<br />

da percorrere, dando assicurazioni<br />

che questa è la strada<br />

battuta e che continuerà a battere<br />

la Lega.<br />

“In parole spicciole - ha spiegato<br />

- non è togliendo al<br />

Trentino e alle altre Regioni a<br />

statuto speciale che si risolvono<br />

i problemi, ma dando a tutte<br />

Guido Trento<br />

le altre il giusto contributo”.<br />

E nel federalismo, in quello fiscale,<br />

hanno prospettato la soluzione<br />

ai problemi anche<br />

dell’Altopiano, il Sen. Filippi e<br />

il Consigliere Regionale<br />

Bottacin.<br />

Guido Trento, anch’egli Consigliere<br />

Regionale, per il Partito<br />

Democratico di Belluno, ha sottolineato<br />

il fatto che sicuramente<br />

la strada intrapresa dai comitati<br />

per il cambio di regione, è<br />

stata aperta e indietro non si<br />

può tornare, i paesi di montagna,<br />

che temono a ragione per il<br />

loro futuro, non possono ritornare<br />

al silenzio, la loro scelta è<br />

dignitosa, l’hanno fatta per avere<br />

un futuro, per chiedere che le<br />

istituzioni sappiano valutare<br />

con le appropriate misure, la<br />

montagna e la pianura che, se<br />

anche appartengono alla stessa<br />

Regione, hanno realtà, bisogni,<br />

vite completamente diverse.<br />

<strong>Il</strong> consigliere Trento ha fatto<br />

riferimento alle antiche<br />

“vicinie”, le autonomie del passato<br />

e si è detto impegnato, in<br />

ambito regionale, affinché nel<br />

nuovo Statuto sia sancita<br />

l’autonomia della montagna.<br />

Molto interessante anche<br />

l’intervento della Prof.ssa<br />

Messina dell’Università<br />

di Padova, che ha analizzato<br />

la situazione mostrando<br />

una via d’uscita<br />

valida che presuppone<br />

una giusta e profonda valutazione<br />

delle diverse realtà;<br />

per non commettere<br />

ulteriori errori infatti, bisogna<br />

considerare che le<br />

realtà di montagna non<br />

sono tutte uguali fra loro.<br />

“La causa della realtà<br />

veneta và sicuramente ricercata<br />

in una mancanza,<br />

da sempre, di una politica<br />

di sviluppo territoriale –<br />

ha aggiunto Messina –<br />

c’è bisogno di una pluralità<br />

di modelli di sviluppo, che<br />

vadano ad adattarsi alle diverse<br />

realtà e poi è necessario,<br />

vitale, il riconoscimento politico<br />

di queste diverse specificità.<br />

<strong>Il</strong> passaggio al Trentino<br />

è la vera soluzione Sì forse –<br />

ha continuato la docente di<br />

Padova – il Trentino riconosce<br />

con più attenzione le realtà<br />

montane, ma anche questa<br />

non è la soluzione piena, perché<br />

le montagne venete hanno<br />

situazioni diverse, che è<br />

doveroso valutare e considerare<br />

per ciò che sono e rappresentano,<br />

il bene della popolazione<br />

deve essere posto<br />

al centro della valutazione e<br />

su questo si deve lavorare”.<br />

Un percorso insomma che non<br />

sembra avere uno sbocco immediato,<br />

ma certo è che il portavoce<br />

del Comitato<br />

dell’Altopiano Francesco<br />

Rodeghiero, come di tutti gli<br />

altri comitati che si impegnano<br />

per i loro paesi, non sono<br />

disposti a cedere, ad allentare<br />

la stretta, come ha detto<br />

Rodeghiero,: “.. noi andremo<br />

avanti malgrado tutto e tutti,<br />

per il bene delle nostre terre..”,<br />

e c’è da credergli. Della sua<br />

tenacia e di quella della sua<br />

famiglia nel far sentire la voce<br />

dell’Altopiano, si hanno prove<br />

tangibili, tanto che con<br />

soddisfazione Rodeghiero ha<br />

mostrato un manifesto, di 12<br />

anni fa, che pubblicizzava un<br />

congresso organizzato proprio<br />

al Grillo Parlante da suo<br />

fratello Flavio, all’epoca onorevole,<br />

e da alcuni rappresentanti<br />

della Regione Trentino<br />

Alto Adige, sulla questione<br />

dell’autonomia dei 7Comuni!<br />

Sorride Rodeghiero, e aggiunge:<br />

“..non è facile, ma non<br />

molleremo, bisogna andare<br />

avanti, di carte, da giocare, ne<br />

abbiamo ancora!”<br />

Stefania Simi


ATTUALITA’<br />

Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano www.giornalealtopiano.it<br />

5<br />

La stagione dell’alpeggio<br />

I malghesi, custodi del territorio<br />

Per tre mesi d’estate nelle malghe d’altura un mondo a sé si anima con l’antica tradizione casearia<br />

Per tre mesi d’estate nelle<br />

malghe d’altura (come Malga<br />

Zebio-Pastorile - mt. 1964) e per<br />

circa quattro in quelle a quota<br />

inferiore (come Malga Mosche<br />

- mt. 1071), un mondo a sé si<br />

anima e l’antica tradizione<br />

casearia torna a perpetuarsi.<br />

Noi borghesi (da borgo) guardiamo<br />

forse la vita malghese<br />

con un po’ di spocchia e certo<br />

con distacco, considerandola<br />

tuttalpiù roba per turisti, dimentichi<br />

di cosa essa rappresenti<br />

da sempre, a livello socio-culturale<br />

ed economico per il nostro<br />

territorio. Se “l’Asiago”, è<br />

“Asiago e... bollicine” è il titolo<br />

di una manifestazione ricca di<br />

eventi che si tiene il 26 e 27 luglio<br />

promossa dal Consorzio per<br />

la Tutela del Formaggio Asiago.<br />

La rassegna prevede in particolare,<br />

una disfida fra otto malghe<br />

dei Sette Comuni per la palma di<br />

“Miglior Formaggio Asiago<br />

d’Allevo vecchio e stravecchio<br />

prodotto in malga”, un’escursione<br />

in vetta sulle tracce lasciate<br />

sull’Altopiano dalla Grande<br />

Guerra, un viaggio in alpeggio<br />

alla scoperta della tecnica<br />

casearia delle origini, quella delle<br />

malghe che si ripete secondo<br />

una ritualità secolare, una visita<br />

guidata al caseificio dei primati,<br />

l’asiaghese “Pennar” che già nel<br />

lontano 1930 a Parigi ricevette la<br />

prima medaglia d’oro internazionale<br />

per il proprio Asiago fresco, e<br />

infine il gemellaggio con un altro<br />

protagonista del mantenimento<br />

dell’habitat rurale e naturale<br />

veneto, il Prosecco DOC<br />

del Consorzio di Conegliano e<br />

Valdobbiadene. <strong>Il</strong> concorso<br />

caseario di “Asiago e...<br />

bollicine” ha ottenuto il patrocinio<br />

del Comune di<br />

Asiago e della Comunità<br />

Montana “Spettabile Reg-<br />

Asiago e... bollicine<br />

genza dei Sette Comuni” e vedrà<br />

la luce anche grazie alla collaborazione<br />

con Palazzo del Vino -<br />

Consorzio Vini Vicentini. Le forme<br />

di Asiago DOP prodotte durante<br />

i tre mesi della monticazione<br />

dagli otto alpeggi aderenti al Consorzio<br />

di Tutela godono di specifiche<br />

caratteristiche che ne assicurano<br />

la riconoscibilità.<br />

L’Asiago delle malghe infatti viene<br />

anche marchiato a fuoco e vi<br />

viene apposta sul piatto una speciale<br />

“pelure” di carta riso, recante<br />

la denominazione ed il logo della<br />

DOP, la scritta “Malga” seguita<br />

dal nome dell’alpeggio di produzione<br />

e dal logo della Comunità<br />

Montana “Spettabile Reggenza<br />

dei 7 Comuni”. Mediante questa<br />

iniziativa, il Consorzio di Tutela e<br />

quello che è (il numero uno in<br />

tutto il mondo, prima del Parmigiano!),<br />

lo si deve alle malghe,<br />

oltre che ai nostri contadini, produttori<br />

lattiero-caseari, che tengono<br />

duro (perciò si sono<br />

consorziati) e che guarda caso,<br />

sono locatari di malghe ed<br />

alpeggi, assieme a qualche affezionato<br />

da sotto i monti: un 50 e<br />

50, diciamo. Badare al bestiame,<br />

in alpeggio o in stalla è un lavoro<br />

massacrante: non c’è domenica,<br />

non c’è Natale che tenga.<br />

Le mucche (per metà di razza<br />

bruna alpina, per metà rendena,<br />

frisona, limousine e pezzata rossa),<br />

vanno nutrite e munte ogni<br />

giorno. Certo, proprio per la fatica<br />

che il ruolo rappresenta, si<br />

è visto l’abbandono della terra:<br />

chi ha più voglia oggi, di scannarsi<br />

in mezzo a lezzo e sterco<br />

Qualcuno disse: “Bisognerebbe<br />

almeno che la terra fosse un metro<br />

più alta”! Le malghe però - e<br />

questo pensiero non ci sfiora<br />

mai - sono anche nostre, in quanto<br />

di proprietà collettiva, date,<br />

per gli usi civici, in gestione ai<br />

vari comuni di appartenenza, che<br />

fanno ricadere il ricavato degli<br />

affitti (assieme ai proventi dal<br />

taglio del legname e dalle cave<br />

la Comunità Montana intendono<br />

contribuire al mantenimento in<br />

vita di un’attività tanto difficile<br />

quanto affascinante e preziosa,<br />

come la conduzione delle malghe.<br />

<strong>Il</strong> Consorzio di Tutela vigila costantemente<br />

sulle fasi produttive,<br />

controlla, certifica e garantisce<br />

le forme marchiate, tracciando<br />

tutta la filiera dalla mungitura<br />

fino al consumatore finale. E per<br />

le forme di Asiago che vedono la<br />

luce nel corso di tutto l’anno nella<br />

fascia montuosa, con bovine nutrite<br />

solo secondo i principi della più<br />

stretta tradizione, c’è la menzione<br />

aggiuntiva di “Prodotto della montagna”<br />

che viene impressa sul bordo<br />

di ogni formaggio. “Prodotto<br />

della montagna” è un’ulteriore garanzia<br />

fornita dal Consorzio a chi<br />

acquista che l’intera filiera produttiva<br />

che ha portato alla realizzazione<br />

di quella forma di Asiago si<br />

è svolta sopra i 600 metri di altezza,<br />

e che le bovine che hanno<br />

fornito la materia prima, il<br />

latte, sono state nutrite solo<br />

con erba e fiori dei pascoli di<br />

montagna. <strong>Il</strong> maggior produttore<br />

di “Asiago DOP<br />

Prodotto della montagna”<br />

è lo storico caseificio<br />

Pennar di Asiago.<br />

di marmo), in opere ed infrastrutture,<br />

come l’assistenza sociale,<br />

a beneficio di noi…borghesi.<br />

Prendere in affitto una malga,<br />

costa caro, ma rende pure (3 - 4<br />

volte il valore del latte, per chi<br />

produce formaggio) e per esserne<br />

degni, una volta bisognava<br />

passare un esame, attraverso<br />

una vera e propria asta: il canone<br />

veniva espresso in litri<br />

di latte e la concessione, assegnata<br />

a chi faceva l’offerta<br />

più alta. <strong>Il</strong> malghese aveva e<br />

ha inoltre per contratto, l’onere<br />

di prendersi cura<br />

dell’alpeggio (bonificando il<br />

terreno, concimandolo ed<br />

asportando le erbe infestanti),<br />

della struttura muraria, delle<br />

pozze di abbeveramento e delle<br />

recinzioni. Se non ci fossero i<br />

malghesi ad occuparsi del territorio,<br />

esso sarebbe in stato<br />

di abbandono e invaso da<br />

sterpaglia.<br />

I contratti di locazione di una<br />

malga, seguono tuttora questa<br />

regola matematica: C = P x CS<br />

fratto F x D cioè C (capi di<br />

bestiame assegnati per<br />

malga) = P (foraggio prodotto<br />

nel pascolo di pertinenza)<br />

x CS (coefficiente di sfruttamento),<br />

fratto F (fabbisogno<br />

giornaliero per animale) x D<br />

(giorni di monticazione). Dal<br />

1970, tutte le malghe sono sottoposte<br />

a lavori di<br />

ristrutturazione, conservazione<br />

e sviluppo (abbinando<br />

l’agriturismo alla produzione<br />

e al commercio di latticini<br />

e salumi), con l’obiettivo di<br />

implementare l’economia locale,<br />

nel pieno rispetto di ambiente<br />

e natura.<br />

(Teniamo presente che a tutt’oggi,<br />

l’habitat del nostro<br />

Altopiano, è composto per il<br />

50% da boschi, per il 16% da<br />

pascoli, per il 23% da pratipascoli<br />

e per fortuna, solo per<br />

il solo 11% dalle aree urbane).<br />

Beppa Rigoni Scit


Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano 6<br />

www.giornalealtopiano.it<br />

ASIAGO<br />

Sasso di Asiago<br />

La prima festa dei Gianesoni<br />

Un ritrovo di contrada che ha unito non soltanto il paese, ma anche diverse comunità<br />

Se è vero che il campanilismo<br />

costituisce un tratto caratteristico<br />

dei piccoli paesi, lo scorso<br />

sei luglio, durante la prima Festa<br />

della Contrada Gianesoni,<br />

Sasso di Asiago ha dimostrato<br />

che può non essere esattamente<br />

così e che, con intelligenza e<br />

voglia di stare insieme, si possono<br />

superare anche le piccole<br />

divergenze e diversità.<br />

Durante la prima domenica del<br />

mese, si è svolta la festa di una<br />

delle contrade più popolose e<br />

antiche della frazione Sasso di<br />

Asiago, quella dei Gianesoni; a<br />

ideare e organizzare l’evento<br />

sono stati tre residenti “doc” del<br />

posto: Manuel Baù, Claudio<br />

Rossi e Giuliano Rossi, che si<br />

sono prodigati affinché tutto<br />

andasse nel migliore dei modi.<br />

La festa, per espressa scelta<br />

degli organizzatori, è stata aperta<br />

a tutti: così non solo i residenti<br />

della contrada, ma anche<br />

tutti gli abitanti di Sasso e non<br />

solo hanno potuto gustare un<br />

menù fatto di grigliate miste e<br />

contorni, ma, soprattutto, di<br />

buon vino e tanta amicizia. A<br />

contribuire alla realizzazione del<br />

pranzo sono state le donne del<br />

paese, che, con la dedizione che<br />

le contraddistingue, hanno preparato<br />

un pranzo con i fiocchi.<br />

A sorpresa, anche la comunità<br />

di Stoccareddo, una volta nota<br />

come “antagonista” rispetto a<br />

quella di Sasso, ha contribuito<br />

attivamente alla realizzazione<br />

della prima Festa dei Gianesoni,<br />

mettendo a disposizione le griglie<br />

e l’attrezzatura per la cottura<br />

della carne, all’insegna di un<br />

ritrovo non soltanto di contrada<br />

o di paese, ma anche di un incontro<br />

tra due comunità che,<br />

nonostante le leggende “metropolitane”,<br />

si rispettano e si aiutano.<br />

<strong>Il</strong> pomeriggio di festeggiamenti<br />

è proseguito con<br />

l’intrattenimento musicale dei<br />

Blonde Brothers e di DJ Manuel,<br />

ma la vera rivelazione è stata<br />

un’altra: l’esibizione di Angelo<br />

Baù (in arte Postino), che, dopo<br />

anni di silenzio, è tornato a cantare,<br />

a suonare e a fare le sue<br />

notissime imitazioni.<br />

Trascorso il pomeriggio, nonostante<br />

la fitta pioggia, la festa è<br />

proseguita: Claudio (Jo), uno<br />

degli organizzatori, ha proposto<br />

a tutti di fermarsi a cena per una<br />

spaghettata aglio, olio e<br />

peperoncino, amorevolmente<br />

preparata dalla madre; così i<br />

festeggiamenti, noncuranti del<br />

tempo e della stanchezza, sono<br />

proseguiti fino a tardi, per concludere<br />

con una sciabolata di<br />

Champagne di buon augurio a<br />

questa neonata festa che è stata<br />

in grado di unire una<br />

contrada, un paese e più comunità<br />

in un mondo dove il confronto<br />

reciproco diventa sempre<br />

più difficile e dimostrando la vitalità<br />

di una frazione che, seppur<br />

Le foto che pubblichiamo,<br />

che fanno seguito a quelle<br />

già apparse negli ultimi numeri<br />

del nostro quindicinale,<br />

sono solo una parte di quelle<br />

scattate qua e là<br />

sull’Altopiano per testimoniare<br />

come in molti casi non<br />

si rispettino neppure le minime<br />

regole della raccolta differenziata<br />

dei rifiuti: carte e<br />

cartoni in abbondanti<br />

quantitativi lasciati all’esterno<br />

di cassonetti per i<br />

rifiuti non riciclabili, ma anche<br />

al di fuori delle campane<br />

in varie isole ecologiche, insieme<br />

con rifiuti di ogni genere,<br />

elettrodomestici compresi.<br />

E poi materassi: un po’<br />

dappertutto nella prima metà<br />

del mese di luglio, sono stati<br />

lasciati vecchi materassi,<br />

provenienti probabilmente<br />

da appartamenti per vacanze<br />

e sostituiti prima della stagione<br />

estiva. Cosa c’è che<br />

non va E’ pigrizia, mancanza<br />

totale di volontà, scarsità<br />

del servizio, o carenza di informazione<br />

Un po’ l’uno e un<br />

po’ l’altro, crediamo. Ma ci<br />

chiediamo anche se sia proprio<br />

così difficile fare qualche<br />

controllo maggiore, tenere<br />

sotto occhio le varie zone<br />

adibite a isole ecologiche liberandole<br />

un po’ più in fretta,<br />

metterci un bel cartello<br />

con regole e divieti, ribadendo<br />

che per i rifiuti ingombranti<br />

c’è un servizio gratuito,<br />

per il quale ci si può informare<br />

presso il proprio comune.<br />

Un’informazione la<br />

diamo innanzitutto noi, soprattutto<br />

per negozianti e<br />

commercianti: se avete dei<br />

quantitativi consistenti di carta<br />

e cartoni derivanti da<br />

scatoloni e imballaggi, potete<br />

portarli direttamente presso la<br />

sede di Via Villa Rossi della ditta<br />

Vellar Claudio e figli, in orario<br />

di lavoro, come fanno già<br />

molti, evitando di sovraccaricare<br />

le campane apposite, o addirittura<br />

di lasciarli all’esterno<br />

delle stesse.<br />

S.B.<br />

proverbialmente isolata, continua<br />

a produrre feste e ritrovi all’insegna<br />

dell’amicizia e al di là<br />

del campanilismo.<br />

La prima Festa dei Gianesoni è<br />

stata catturata dalla digitale di<br />

Corrado Rossi, che ha curato un<br />

simpaticissimo album ricordo<br />

che unisce passato e presente<br />

Non ci siamo!<br />

e che, tra qualche decina d’anni,<br />

i giovani organizzatori mostreranno<br />

a figli e nipoti, trasmettendo<br />

loro quell’autentico<br />

sentimento di amicizia e solidarietà<br />

che sta lentamente scomparendo<br />

dai grandi centri.<br />

Martina Rossi<br />

<strong>Il</strong> francese, che passione!<br />

Oltre 40 persone stanno partecipando<br />

ai corsi di francese allestiti<br />

dalla professoressa Lucia<br />

Ciscato Morelli alle scuole elementari<br />

di Asiago con la collaborazione<br />

dell’assessorato ai<br />

Servizi Sociali di Asiago. I corsi<br />

gratuiti, divisi in due indirizzi,<br />

uno per principianti ed uno di<br />

livello intermedio, sono aperti<br />

sia a turisti sia a residenti<br />

altopianesi e si svolgono due<br />

volte la settimana fino al 30 agosto.<br />

“Abbiamo avuto una grande<br />

adesione che non ci aspettavamo<br />

– commenta l’assessore<br />

Diego Rigoni – Segno di come<br />

la voglia di cultura è grande ed<br />

anche come i nostri ospiti<br />

affezionati, quale la professoressa<br />

Morelli, abbiamo a cuore<br />

il nostro altopiano e sono pronti<br />

a mettersi a disposizione per<br />

questi tipi d’iniziative. Sicuramente<br />

una risorsa che merita la<br />

nostra attenzione e la nostra<br />

gratitudine”.<br />

Da cosa, si sa, nasce cosa e visto<br />

il successo dell’iniziativa,<br />

la professoressa Morelli assieme<br />

all’assessorato<br />

preannunciano una conferenza<br />

per i primi di agosto con<br />

Pascal Flamand, direttore della<br />

casa editrice Seuil che pubblica<br />

in Francia le opere di<br />

Mario Rigoni Stern, sulla Francia<br />

di oggi e come questa Francia<br />

si rapporta con l’Italia.


ASIAGO<br />

Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano www.giornalealtopiano.it<br />

7<br />

L’alpinista Diemberger ospite ad Asiago<br />

Accolto in sala consiliare dal sindaco Andrea Gios ha poi presentato al Grillo Parlante il film<br />

da lui realizzato “Passi verso l’ignoto” nell’ambito dell’evento “La montagna, un amico”<br />

<strong>Il</strong> 21 luglio 2001 ad Asiago<br />

faceva caldo. E mentre paesani<br />

e turisti si tardavano<br />

davanti all’ultimo aperitivo<br />

prima di andare a cena sotto<br />

un cielo azzurro che solo<br />

l’Altopiano sa regalare iniziava<br />

a circolare una voce, quasi<br />

un sussurro, Paolo<br />

Scaggiari, no, Paolo Babali,<br />

come amava farsi chiamare<br />

fiero della sua discendenza,<br />

non era rientrato da<br />

un’escursione sullo Zebio.<br />

Va ben, si diceva, tanto diventa<br />

scuro tardi e sai come<br />

è quando si va in montagna<br />

si perde il senso del tempo.<br />

Ed invece no, Paolo è rimasto<br />

lassù, su quegli scogli che<br />

avevano visto tanti altri giovani<br />

vite spegnersi tanti anni<br />

prima nella tragedia della<br />

Grande Guerra. Ed ora era-<br />

Un successo oltre ogni<br />

aspettativa la prima manifestazione<br />

di aeromodellismo<br />

organizzata dal Gruppo<br />

Modellistico Asiago 7 C tenuto<br />

domenica all’aeroporto<br />

“Romeo Sartori” di<br />

Asiago. Oltre 40 appassionati<br />

hanno preso parte alla<br />

kermesse con un centinaio di<br />

spettatori che ammiravano le<br />

acrobazie messe in atto dai<br />

radiocomandi tenuti dai con-<br />

no stati testimoni di un’altra<br />

tragedia portandosi via l’amico<br />

di tanti, anzi, un amico di<br />

tutti colpendo profondamente<br />

la comunità asiaghese<br />

troppo spesso definita fredda<br />

ma in realtà calda e partecipe<br />

come era la stessa risata<br />

del compianto Paolo.<br />

Per rendere omaggio all’amico<br />

e socio, la sezione<br />

altopianese del Cai ha creato<br />

una manifestazione chiamata<br />

“La montagna un amico”<br />

che ospita ogni anno un<br />

alpinista che parla della montagna,<br />

amica a tal punto da<br />

non volerti più lasciare.<br />

Quest’anno l’ospite è stato<br />

Kurt Diemberger, l’unico alpinista<br />

ancora in vita ad aver<br />

scalato due ottomila in prima<br />

assoluta. Diemberger ha presentato<br />

il film da lui realizzato<br />

intitolato “Passi verso<br />

l’ignoto”. Mai ospite è stato<br />

più indicato, lui Kurt che ha<br />

visto tanti amici rimanere lassù<br />

nelle montagne come l’alpinista<br />

austriaco Hermann<br />

Buhl o la sua stessa compagna<br />

Julie Tullis e altri cinque<br />

alpinisti del gruppo sul K2.<br />

Per omaggiare l’alpinista e la<br />

memoria di Paolo il sindaco<br />

di Asiago, Andrea Gios, ha<br />

voluto incontrare<br />

Diemberger nella sala consigliare<br />

dove è avvenuto anche<br />

l’incontro con il padre di Paolo,<br />

Fabrizio. Lo sguardo di<br />

Diemberger ha accarezzato<br />

il volto di papà Fabrizio e nessun<br />

altra parola è servita, entrambi<br />

hanno conosciuto da<br />

vicino il sacrificio alla montagna.<br />

Gerardo Rigoni<br />

Un successo la prima gara<br />

di aeromodellismo ad Asiago<br />

correnti che si sono contesi il<br />

“1° Trofeo di Aerotraino<br />

radiocomandato Asiago 7<br />

Comuni”, prova valevole per<br />

il triangolare Trofeo<br />

Valdastico. La manifestazione,<br />

realizzata grazie al contributo<br />

dell’Extreme Flight di<br />

Noventa Vicentina e il Gruppo<br />

Modellistico di Rovigo, è<br />

stata anche possibile anche<br />

grazie alla disponibilità di<br />

Mario Martello, responsabile<br />

dell’aerostazione<br />

asiaghese. “La manifestazione<br />

– spiega il presidente del<br />

Club altopinese Federico<br />

Parini – ha proposto una simulazione<br />

di volo vero dove<br />

l’aliante modello è stato trainato<br />

in alto da un<br />

aeromodello ed il concorrente<br />

ha dovuto tenerlo in aria<br />

fino all’atterraggio in un punto<br />

determinato, il tutto in sette<br />

minuti”.<br />

G.R.<br />

Piccole luci per illuminare l’Altopiano<br />

Un vecchio detto dei commercianti<br />

ebrei dice “in<br />

tempo di crisi accendi<br />

un’altra candela”. E ad<br />

accendere una nuova luce,<br />

che si associa ad altre iniziative<br />

intraprese da altri<br />

sul territorio, ci ha<br />

pensato il Consorzio dei<br />

Caseifici che intende riprodurre<br />

un quadro di<br />

Gerry Lunardi come logo<br />

su magliette, locandine e<br />

persino sulla carta che<br />

avvolge il formaggio prodotto<br />

dal Consorzio stesso.<br />

In pratica il mondo<br />

fiabesco di Lunardi diventerà<br />

un’immagine di<br />

promozione dell’Altopiano<br />

stesso.<br />

<strong>Il</strong> Consorzio, con 190 soci<br />

e 120 dipendenti, è la seconda<br />

azienda<br />

dell’Altopiano dopo<br />

l’Ospedale come numero<br />

di posti di lavoro, ma non<br />

per questo si è allontanato<br />

dal territorio. Altra ini-<br />

ziativa intrapresa con<br />

l’eclettico artista, noto<br />

come il Ligabue<br />

dell’Altopiano, è il riprodurre<br />

con fiori il vecchio<br />

trenino e gli otto stemmi<br />

comunali lungo la scarpata<br />

che si sviluppa sotto il<br />

percorso ciclo pedonale del<br />

vecchio trenino alle porte<br />

del paese accompagnati<br />

dalla scritta “Benvenuti in<br />

Altopiano”.<br />

Una piccola luce forse, ma<br />

a forza di piccole luci magari<br />

si riesce ad illuminare<br />

nuovamente il nostro splendido<br />

Altopiano. G.R.


Sabato 26 luglio 2008<br />

Fabio Finco nuovo presidente<br />

del Rotary Club di Asiago<br />

8<br />

l’Altopiano 8<br />

www.giornalealtopiano.it<br />

E’ Fabio Finco il nuovo presidente<br />

del Rotary Club Asiago –<br />

Altopiano Sette Comuni.<br />

47 anni il prossimo 13 luglio, l’imprenditore<br />

caseario, eneghese di<br />

nascita ma residente in terra trentina,<br />

è così il terzo ad iscrivere il<br />

proprio nome nell’<br />

del Club altopianese, dopo quello<br />

di Pietro Hyvoz (primo presidente<br />

dall’aprile 2006 al giugno<br />

2007) e Giovanni Costacurta (in<br />

carica dal 1° luglio 2007 al 30 giugno<br />

scorso).<br />

Nella serata dedicata al passaggio<br />

delle consegne il presidente<br />

uscente Costacurta ha espresso<br />

soddisfazione per il clima di amicizia<br />

esistente all’interno del giovane<br />

club.<br />

“Per me – ha puntualizzato tra<br />

l’altro - sta finendo un anno intenso<br />

ed anche positivo, che mi<br />

è servito molto, mi ha fatto maturare<br />

e capire le dinamiche di<br />

gruppo. Grazie a tutti per la<br />

partecipazione a tutte le attività<br />

che ci hanno fatto conoscere<br />

ed apprezzare ovunque”.<br />

Costacurta ha poi ricordato le<br />

svariate attività portate avanti<br />

nell’anno con le partecipazioni ai<br />

vari service, fra i quali, fiore all’occhiello,<br />

quello Internazionale<br />

dedicato all’Ospedale di<br />

Un’estate particolarmente fresca unita alle notizie<br />

poco rassicuranti sull’andamento dell’economia<br />

e sul costo del petrolio, che pare inarrestabile,<br />

ci fanno temere per i costi che dovremo sopportare<br />

il prossimo inverno per scaldarci; vuol dire<br />

che è giunto il momento per cominciare a limitare<br />

tale voce di spesa nel nostro bilancio iniziando a<br />

sostituire le finestre di casa.<br />

Con l’acquisto di nuovi serramenti in pvc è possibile<br />

avere un migliore comfort all’interno delle<br />

abitazioni, risparmiando nel contempo energia e<br />

soldi; tale investimento è favorito anche dalle<br />

norme in vigore dall’ultima Finanziaria che permettono<br />

di detrarre il 55% della spesa sostenuta<br />

in un periodo che va dai tre ai dieci anni, basta<br />

avere la certificazione del produttore.<br />

L’importante è scegliere il prodotto giusto, confacente<br />

alle proprie necessità; per questo è opportuno acquisire<br />

alcune informazioni di base. Ad esempio, tutti sappiamo che l’uso<br />

del vecchio vetro semplice è stato abbandonato a favore di quei<br />

vetri comunemente detti vetro-camera, ma di solito le nostre conoscenze<br />

finiscono qui.<br />

L’industria del vetro oggi offre una gamma di prodotti altamente<br />

tecnologici che assolvono funzioni diverse e integrano l’efficienza<br />

dell’infisso. Un vetro performante ci permetterà di ottimizzare ulteriormente<br />

la riduzione dei costi energetici e contribuirà a ridurre le<br />

emissioni di carbonio dannose per l’atmosfera terrestre.<br />

Oggi il vetro utilizzato nella produzione di vetrate isolanti è conosciuto<br />

come vetro “basso emissivo” o anche low-E glass. La differenza<br />

sostanziale dal vetro standard è data dall’applicazione di un<br />

sottilissimo strato metallico invisibile, detto coating, sul vetro; tale<br />

rivestimento riduce in misura significative le dispersioni. Queste<br />

lastre vengono poi assemblate in vetrate isolanti con il rivestimento<br />

orientato verso l’intercapedine al fine di ottenere migliori valori<br />

di isolamento termico e proteggere il coating.<br />

Se l’acquisto di nuove finestre di pvc ad alta efficienza energetica<br />

è un buon inizio, per avere il risultato migliore dobbiamo privilegiare<br />

la scelta di un triplo vetro 4/12/4/12/4 doppio basso emissivo<br />

con gas argon per entrambe le camere; lo spessore totale del vetro<br />

in questo caso è di 36 mm; un serramento così equipaggiato ci<br />

permette di avere un ottimo valore di trasmittanza termica (indica<br />

quanta energia disperde il serramento attraverso la sua superficie).<br />

Ad esempio, una finestra a 1 anta da cm 80x140h otterrà un valore<br />

Uw pari a 0,91.<br />

Al momento dell’acquisto dobbiamo prestare attenzione alle caratteristiche<br />

del vetro che ci verrà proposto, ad esempio, il profilo<br />

distanziatore tra le vetrate dovrà essere in acciaio per ridurre efficacemente<br />

la dispersione di calore nella zona di bordo vetro e ridurre<br />

il rischio di formazione di condensa. Sono dettagli che fanno la<br />

differenza nella valutazione globale del serramento che andremo<br />

ad acquistare.<br />

Esistono anche altre possibilità di scelta in tema di vetri. Per chi<br />

abita in zone calde e soleggiate, i vetri a controllo solare riflettono<br />

l’energia solare riducendo i costi legati al condizionamento estivo;<br />

Wolisso, in Etiopia, per porre poi<br />

l’accento anche su un altro<br />

service, quello che, nell’ambito<br />

del 20° Handicamp “Lorenzo<br />

Naldini”, ha portato per due settimane<br />

ad Albarella un portatore<br />

di handicap altopianese con la<br />

mamma, mentre ha sottolineato<br />

la qualità e lo spessore<br />

dell’interclub che nel novembre<br />

Finestre, come scegliere il vetro<br />

Se pensiamo di cambiare le finestre dobbiamo essere in grado di valutare le caratteristiche<br />

del vetro che ci viene proposto, ma non è facile orientarsi se non si hanno le idee chiare<br />

i vetri selettivi, invece, abbinano le caratteristiche<br />

dei vetri basso emissivi e di quelli selettivi<br />

per offrire il massimo comfort tutto l’anno. Per<br />

chi risiede in zone rumorose esistono vetri<br />

stratificati con interposto un film sintetico (pvb<br />

acustico) che hanno un eccellente potere<br />

fonoisolante.<br />

Infine, per aumentare la sicurezza delle finestre<br />

dalle intrusioni possiamo scegliere infissi con<br />

ferramenta antieffrazione dotati di vetri<br />

stratificati di vario spessore, accoppiabili anche<br />

con vetri termici basso emissivi, disponibili<br />

in un’ampia gamma di versioni, dai vetri<br />

antinfortunistici agli antiproiettile.<br />

Le finestre oggi ci possono garantire una casa<br />

più efficiente per quanto riguarda il<br />

contenimento energetico e anche più sicura; la<br />

scelta giusta contribuirà a valorizzare il nostro investimento immobiliare.<br />

Ital-plastick di Cittadella (Pd) (www.italplastick.it) specializzata<br />

nella produzione e nella posa di serramenti di pvc, è disponibile<br />

per un preventivo gratuito, personalizzato in relazione alle esigenze<br />

di ciascun cliente e offre non solo finestre su misura, ma<br />

anche una consulenza mirata alla scelta del vetro più adatto alle<br />

vostre necessità. Le finestre Ital-plastick sono disponibili in diverse<br />

tipologie e finiture (anche effetto legno) e assicurano una diminuzione<br />

importante dei consumi energetici. Ogni particolare – telaio,<br />

anta, guarnizioni e vetro – è progettato e assemblato per garantire<br />

le migliori prestazioni di isolamento termico, nel contempo<br />

offrono anche un alto isolamento acustico. La resistenza delle<br />

finestre di pvc agli agenti atmosferici come il sole, la pioggia lo<br />

sbalzo di temperature stagionali, evita noiosi e onerosi interventi<br />

di manutenzione delle superfici salvo che per le normali operazioni<br />

di pulizia dalla polvere e dallo smog.<br />

Telefonate subito a Ital-plastick per un preventivo gratuito. Un<br />

tecnico dell’azienda verrà a visitarvi e, senza alcun impegno da<br />

parte vostra, vi offrirà una consulenza gratuita proponendovi tra i<br />

prodotti Ital-plastick quelli che rappresentano la soluzione migliore<br />

per casa vostra. Per informazioni: italplastick@italplastick.com<br />

– tel.049.9417811<br />

Particolari tecnici - sezione vetri isolanti<br />

scorso ha visto ospite della conviviale<br />

nientemeno che Ermanno<br />

Olmi. “Che la tua presidenza sia<br />

migliore della mia, perché ogni<br />

presidenza deve essere migliore<br />

di quella precedente” ha concluso.<br />

Breve la risposta di Fabio<br />

Finco che, raccogliendone l’eredità,<br />

ha ringraziato i suoi predecessori<br />

“Due presidenti che, con<br />

la loro personalità, hanno fatto<br />

crescere il nostro club in qualità<br />

ed in visibilità”. <strong>Il</strong> suo programma<br />

sarà all’insegna della<br />

continuità, anche per quei progetti<br />

iniziati. “Io sono un<br />

pragmatico, uno di poche parole<br />

ma di fatti, un pratico e non<br />

un teorico; evidentemente ognuno<br />

di noi porta con sé il proprio<br />

bagaglio culturale ed umano, i<br />

propri modi di pensare e di<br />

relazionarsi con gli altri, la sua<br />

personalità, insomma”. Finco,<br />

abituato a confrontarsi con realtà<br />

concrete e tangibili, è uno di<br />

quelli che predilige il ed ha chiaramente fatto<br />

capire di saper di poter contare<br />

su di un solido gruppo con cui<br />

condividere programmi e decisioni.<br />

Finco ha voluto sottolineare<br />

altresì lo spirito di servizio con il<br />

quale è nato il Rotary e del quale<br />

il Rotary vive e si alimenta. “E’ lo<br />

spirito di servizio che porta i<br />

rotariani a dedicare il loro tempo<br />

a far vedere e cogliere le opportunità,<br />

ad aprire la strada<br />

verso l’autonomia di chi si tro-<br />

va in condizioni di difficoltà –<br />

ha sottolineato - <strong>Il</strong> nostro compito<br />

è servire, che non vuol dire<br />

fare la carità; servire vuol dire<br />

fare qualcosa direttamente, in<br />

prima persona, dare aiuti ed indirizzi,<br />

anche senza dover tirar<br />

fuori il portafoglio. Pur nel nostro<br />

piccolo abbiamo diverse<br />

personalità e professionalità<br />

per fare molto”. “Quello che inizia<br />

– ha concluso - non sarà l’anno<br />

di Fabio Finco bensì l’anno<br />

del Rotary Club Asiago”.<br />

Cesare Pivotto<br />

“Grazie al Rotary e a tutte le<br />

persone che hanno reso<br />

possibile la nostra vacanza”<br />

Non erano mai stati al mare, anzi, per dirla tutta, non erano mai<br />

andati in vacanza e il soggiorno di quindici giorni ad Albarella,<br />

offerto loro dal Rotary Club Asiago 7 Comuni, in collaborazione<br />

con il Comune di Roana, li ha fatti sentire come in Paradiso. E’<br />

indescrivibile la gioia di Giordano Pozza e della mamma Ida Panozzo,<br />

di Treschè Conca, che a distanza di alcune settimane dalla loro<br />

bella esperienza continuano a gustarsela con gratitudine verso chi<br />

ha reso possibile ciò e verso quanti in quei quindici giorni hanno<br />

regalato loro cordialità e disponibilità.<br />

Ida e Giordano sono stati tra i circa 140 partecipanti al ventesimo<br />

“Handicamp”, iniziativa avviata da Lorenzo Naldini, curata dal distretto<br />

Rotary 2060 (vale a dire il Triveneto). Un service attraverso<br />

il quale si regala una vacanza ad Albarella a giovani disabili con i<br />

loro accompagnatori.<br />

Nell’isola vengono messe a disposizione delle casette di proprietà<br />

del Gruppo Marcegaglia nelle quali i ragazzi vengono ospitati. I<br />

pranzi e le cene però si fanno assieme nel palatenda appositamente<br />

allestito e vengono organizzati dei momenti di intrattenimento e di<br />

svago in un clima di amicizia e di condivisione.<br />

“<strong>Il</strong> nostro club nato appena tre anni fa, ha partecipato per la prima<br />

volta a questa iniziativa – dice Giovanni Costacurta, ex presidente<br />

del Rotary altopianese, in carica fino a poche settimane fa – per<br />

realizzare il quale ho pensato di coinvolgere l’assessorato ai servizi<br />

sociali del comune di Roana, nel quale io risiedo, e fatte le debite<br />

considerazioni abbiamo pensato di rivolgere la proposta a persone<br />

cosidette “non strutturate” cioè che mantengono a casa il disabile”.<br />

Ida Panozzo ha accettato volentieri “anche se – racconta – all’inizio<br />

pensavo di non farcela ad organizzare tutto prima di partire (lavora<br />

con il marito nell’azienda agricola di famiglia, ndr), ma poi con l’aiuto<br />

del comune e di tante persone, è stato possibile partire. Per<br />

Giordano e anche per me è stata un’esperienza bellissima”.<br />

L’assessore ai servizi sociali Elvio Schivo e l’assistente sociale<br />

Dana Carli vogliono fare un ringraziamento particolare al Rotary<br />

Club e a Giovanni Costacurta per questo bel gesto che ha permesso<br />

a mamma e figlio di vivere quindici giorni di serenità, dimenticando<br />

per un po’ le fatiche e i problemi quotidiani. S. L.<br />

Da sinistra: Giovanni Costacurta, Giordano Pozza, Ida<br />

Panozzo, Elvio Schivo e Dana Carli.


Sabato 26 luglio 2008<br />

Tutti in bici a fin di bene<br />

Torna il pomeriggio del 9 agosto la “Pedalata della Solidarietà”<br />

per aiutare la ricerca scientifica sulle malattie rare<br />

Dando uno sguardo ai calendari<br />

delle manifestazioni organizzate<br />

sull’Altopiano per<br />

l’estate 2008 si possono trovare<br />

moltissime proposte di<br />

relax, divertimento, escursioni<br />

a piedi o in bicicletta in luoghi<br />

caratteristici o a contatto<br />

con la natura. Tra queste ce<br />

n’è una particolare, che si differenzia<br />

per la sua semplicità<br />

e grandezza al tempo stesso:<br />

la “Pedalata della Solidarietà”.<br />

L’edizione del 2008, in programma<br />

sabato 9 agosto, è<br />

l’11^ in ordine di tempo di questa<br />

manifestazione nata con<br />

l’intento di aiutare gli affetti da<br />

<strong>Il</strong> braccialetto della solidarietà<br />

<strong>Il</strong> sottile cordoncino di un braccialetto<br />

lega simbolicamente alcuni<br />

giovani della provincia di<br />

Vicenza con i piccoli e i coetanei<br />

che vivono in Africa, a<br />

migliaia di chilometri di distanza,<br />

nella regione di Iringa, nel<br />

sud est della Tanzania.<br />

Tutto è iniziato casualmente,<br />

quasi per gioco, per una strana<br />

quanto fortunata coincidenza.<br />

Manrico, un giovane di<br />

Santorso, un giorno si trova tra<br />

le mani un raccordo e un pezzo<br />

di tubo colorato. Dalle sue<br />

mani esce un braccialetto.<br />

Lo regala e immediatamente<br />

l’idea piace, incredibilmente<br />

l’oggetto viene richiesto.<br />

In quei giorni il gruppo scout<br />

di Santorso decide di accoglie-<br />

malattie rare, in particolare i<br />

bambini. Sono tantissime le malattie<br />

considerate rare perché<br />

poco o per nulla conosciute, ma<br />

rari sono anche i casi in cui se<br />

ne sente parlare con una certa<br />

risonanza; capitano casi<br />

eclatanti che richiamano l’attenzione<br />

dei media, ma più<br />

spesso succede che coloro che<br />

si trovano ad affrontare certe<br />

patologie si trovino a farlo da<br />

soli, con grandi difficoltà. Solo<br />

confrontandosi con chi si trova<br />

o si è trovato in situazioni<br />

simili è possibile trovare conforto<br />

e sperare nel futuro, una<br />

speranza che spesso non riguarda<br />

direttamente il proprio<br />

caso, ma quelli che, forse, un<br />

domani potranno essere risolti<br />

grazie alla ricerca scientifica<br />

nell’ambito di malattie con difficoltà<br />

diagnostiche e<br />

terapeutiche. E la Pedalata<br />

della Solidarietà che da 11 anni<br />

si svolge lungo le strade di<br />

Asiago, Roana e Gallio è organizzata<br />

proprio per sostenere<br />

la ricerca in questo campo,<br />

in particolare quella di cui si<br />

occupa l’Associazione Malattie<br />

Rare Mauro Baschirotto di<br />

Vicenza. In essa hanno trovato<br />

conforto Andrea, Sofia e<br />

Davide Genovese, genitori e<br />

re e supportare la richiesta dell’associazione<br />

Frontiere Nuove<br />

(www.frontierenuove.eu)<br />

per portare l’acqua ad un asilo<br />

di Ikondo, un villaggio di circa<br />

cinquemila anime nel sud<br />

est della Tanzania e alla diffusione<br />

del latte nella 40 scuole<br />

del distretto di Njombe, dove<br />

il CEFA (www.cefaonlus.it)<br />

ha realizzato una latteriacaseificio.<br />

Quel braccialetto<br />

semplice e colorato, senza<br />

marchi pubblicitari, costruito<br />

con tubi e raccordi, componenti<br />

essenziali per interventi di distribuzione<br />

dell’acqua, pompe<br />

e funzionamento dei macchinari<br />

della latteria, diventa allora<br />

il gadget ideale per promuovere<br />

quel tipo di raccolta fondi.<br />

L’eco del successo riscosso<br />

dal braccialetto a Santorso<br />

arriva anche ad Asiago. Monica<br />

e Paola, atlete della locale<br />

squadra di hockey on line<br />

Pink Vipers, ne ordinano 200<br />

da distribuire ai tifosi, in tubo<br />

nero con il raccordo arancione<br />

come i colori sociali. La solidarietà<br />

si può mettere in pratica<br />

anche con piccoli gesti<br />

come questo. Per ricordarne<br />

l’importanza il cartoncino che<br />

accompagna il braccialetto invita<br />

a costruire un mondo migliore<br />

(build a better world)<br />

anche attraverso il seme della<br />

solidarietà (the seed of<br />

solidarity), per l’occasione rappresentato<br />

da alcuni chicchi di<br />

granoturco. Questa estate il<br />

braccialetto “no logo” verrà distribuito<br />

anche sull’Altopiano<br />

in occasione della mostra fotografica<br />

sui lavori del<br />

volontariato in Africa,in programma<br />

il 9 e 10 agosto presso<br />

il cinema Palladio di<br />

Cesuna e il 19 presso la sala<br />

del teatro di Canove, dove verrà<br />

proiettato un filmato per presentare<br />

l’attività dell’associazione<br />

Frontiere Nuove.<br />

Giovanni Rattini<br />

8<br />

l’Altopiano www.giornalealtopiano.it<br />

9<br />

fratello di Angela, la piccola di<br />

Roana nata con una sindrome<br />

rara che se l’è portata via<br />

quando aveva solo sei anni,<br />

nel gennaio del 2003. La Pedalata<br />

prosegue, edizione dopo<br />

edizione, nel ricordo di Angela,<br />

e con l’intento di aiutare altri<br />

casi simili. Chi vorrà partecipare<br />

potrà farlo presentandosi<br />

per l’iscrizione un po’ prima<br />

dell’orario di partenza, le<br />

15.30, nel piazzale del Consorzio<br />

fra i Caseifici. Bastano due<br />

ruote e la voglia di salire in<br />

sella per spingere senza fatica<br />

sui pedali (visto il facile<br />

percorso su cui si snoda il tracciato)<br />

per far parte del gruppo<br />

di gente di ogni età, che,<br />

indossata la stessa t – shirt ricevuta<br />

al momento dell’iscrizione,<br />

si ritroverà a pedalare<br />

fianco a fianco con la soddisfazione<br />

di farlo per una buona<br />

causa. L’arrivo del circuito<br />

è previsto quest’anno a<br />

Canove, dove i bikers avranno<br />

modo di dissetarsi e fare<br />

un sano spuntino.<br />

Silvana Bortoli<br />

Una serata per i bambini del Ciad<br />

<strong>Il</strong> 30 luglio un’altra serata organizzata da Aniciad Onlus<br />

<strong>Il</strong> 30 luglio, alle 21, presso il<br />

Teatro Parrocchiale di<br />

Canove di Roana, si terrà una<br />

seconda serata organizzata<br />

dall’Associazione Amiciad<br />

Onlus di Asiago; l’ingresso<br />

sarà gratuito e le eventuali<br />

offerte verranno devolute a<br />

favore dei bambini del Ciad.<br />

Scopo dell’appuntamento la<br />

sensibilizzazione verso<br />

problematiche importanti<br />

come quelle della fame e della<br />

sopravvivenza. Saranno<br />

presenti il dottor Gilbert e il<br />

dottor Ferracin a illustrare il<br />

lavoro dell’Associazione, gli<br />

scopi raggiunti e quelli che ci<br />

si prefigge di conseguire a<br />

breve termine. La serata proseguirà<br />

con intrattenimento di<br />

varietà.<br />

Innanzitutto, bisogna fare un<br />

plauso particolare al gruppo,<br />

già insieme qualche mese fa<br />

per la prima serata di beneficenza,<br />

che si esibirà ancora<br />

una volta in maniera del tutto<br />

disinteressata e gratuita, per<br />

dare il proprio personale contributo<br />

all’Associazione.<br />

La serata vedrà esibizioni di<br />

danza, con le coreografie<br />

ballate da Elena Gios, Giulia<br />

Rossi e Ruben Vellar. Seguiranno<br />

momenti di poesia in<br />

compagnia di Luca Baù, autore<br />

del libro<br />

Poesie&Sonetti, pubblicato<br />

l’anno scorso. Immancabile<br />

una sezione di spettacolo dedicata<br />

alla musica con Mario<br />

e Daniela Fabris, Ruben’s<br />

Group e i fratelli Eros e<br />

Manolo Ambrosini con le loro<br />

coinvolgenti percussioni.<br />

Novità dello spettacolo sarà<br />

l’inserimento di uno scatch<br />

teatrale curato da Patrizia<br />

Carli, Francesca Chiesa e<br />

Deborah Mosele. Ci saranno<br />

anche moltissime sorprese<br />

e ospiti inattesi, per una<br />

serata diversa e divertente,<br />

organizzata per una nobile<br />

causa. Vi aspettiamo numerosi!<br />

Martina Rossi<br />

Grafica Altopiano


ROANA<br />

A chi compete la manutenzione<br />

del campo di calcio “di sotto”,<br />

come viene chiamato il secondo<br />

impianto sportivo di Canove,<br />

in località Waister A chiederselo<br />

è Mario Dal Pozzo, cittadino<br />

di Canove, che ci ha contattato<br />

per sollevare questa e altre<br />

questioni che stanno a cuore a<br />

lui, ad altri paesani, ma anche<br />

ad alcuni turisti, affezionati frequentatori<br />

del paese. “Fino a<br />

qualche giorno fa – dice – e ormai<br />

da circa un anno, la<br />

recinzione che si trova dalla parte<br />

della strada, quindi ben visibile<br />

a tutti coloro che vi transitano<br />

davanti in auto, a piedi o<br />

in bicicletta, si presentava in<br />

pessime condizioni, rotta e rivoltata<br />

verso l’interno in più punti.<br />

Ora è stata sistemata in modo<br />

piuttosto sommario, ma le condizioni<br />

del campo restano alquanto<br />

scadenti, con porte in<br />

disuso e numerose erbacce. Ho<br />

fatto presente la cosa ad alcuni<br />

amministratori comunali che mi<br />

hanno risposto che la manutenzione<br />

non spetta al comune, ma<br />

alla Roana Servizi, i cui responsabili<br />

a loro volta mi hanno indirizzato<br />

verso la società del<br />

Calcio Canove. Ma anche gli<br />

addetti del calcio mi hanno ri-<br />

Cinquant’anni di sacerdozio per<br />

don Romeo Martello, festeggiati<br />

a casa sua, sull’Altopiano, con<br />

familiari, parenti, ex parrocchiani,<br />

altri sacerdoti. Nato a Roana<br />

il 26 dicembre 1930, don Romeo<br />

ha terminato il suo servizio da<br />

parroco due anni fa, dopo 14<br />

anni trascorsi a Camporovere.<br />

Ed è proprio con i suoi ultimi<br />

parrocchiani che ha iniziato le<br />

celebrazioni per il mezzo secolo<br />

di apostolato, il 13 luglio, anniversario<br />

della sua ordinazione,<br />

avvenuta a Padova nel 1958,<br />

assieme ad altri sedici nuovi<br />

preti. La domenica successiva,<br />

<strong>Il</strong> Fan Club Enrico Fabris si appresta<br />

a ritrovarsi per la festa<br />

estiva con il proprio beniamino.<br />

E l’occasione, aperta come sempre<br />

a tutti coloro che vi vorranno<br />

partecipare, quest’anno sarà<br />

veramente speciale, visto che<br />

assieme al campione di casa ci<br />

saranno anche i suoi compagni<br />

d’avventura e di vittorie. Dopo<br />

le indimenticabili gare di Torino<br />

2006, i ragazzi della squadra<br />

nazionale di pattinaggio velocità,<br />

saranno di nuovo insieme<br />

per rivivere anche con tutti i<br />

presenti le imprese<br />

olimpioniche che tanto hanno<br />

fatto emozionare e gioire.<br />

Un’occasione da non perdere,<br />

quella della serata di sabato 9<br />

agosto al Palatenda di Roana,<br />

per festeggiare il pattinaggio<br />

Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano 10<br />

www.giornalealtopiano.it<br />

“Caro Comune, predichi<br />

bene, ma razzoli male…”<br />

Mario Dal Pozzo segnala numerose trascuratezze su strutture ed edifici<br />

nell’ambito del territorio comunale di Roana, sede municipale compresa.<br />

sposto che non spetta a loro.<br />

Mi chiedo: di chi è il campo, o<br />

comunque a chi tocca tenerlo<br />

in ordine, efficiente e curato<br />

Per saperlo dove rivolgermi al<br />

giornale, sperando che da qualche<br />

parte arrivi una risposta Si<br />

fanno grandi inaugurazioni, si<br />

presentano importanti progetti<br />

come lo stadio del ghiaccio, giusto<br />

per citarne uno, e poi si tralasciano<br />

piccole cose che sembrano<br />

passare inosservate, invece<br />

sono ben visibili agli occhi<br />

di residenti e turisti.”<br />

<strong>Il</strong> Fan Club Enrico Fabris organizza una serata<br />

con i campioni del pattinaggio di velocità<br />

All’annuale festa estiva quest’anno saranno presenti anche<br />

Luca Stefani, Matteo Anesi e Ippolito Sanfratello<br />

velocità e i suoi campioni: Enrico<br />

Fabris, Ippolito Sanfratello,<br />

Matteo Anesi, e l’asiaghese<br />

Luca Stefani, nuova promessa<br />

del pattinaggio velocità italiano<br />

distintosi tra l’altro grazie al<br />

buon risultato ottenuto nella<br />

staffetta assieme ad Enrico e a<br />

Matteo ai Mondiali di Nagano.<br />

Anesi, atleta in carriera di origini<br />

Trentine, proviene<br />

dall’Altopiano di Pinè dove i<br />

giovani atleti italiani agli esordi<br />

si allenano durante tutto l’inverno.<br />

Di Ippolito Sanfratello,<br />

che ha smesso di gareggiare, si<br />

può sottolineare come sia rimasto<br />

comunque nell’ambiente:<br />

chi ha seguito le cronache televisive<br />

delle gare della scorsa<br />

stagione agonistica ha potuto<br />

sentirlo commentare l’operato<br />

“Un’altra cosa che reputo alquanto<br />

indecorosa – continua<br />

Dal Pozzo – è la condizione in<br />

sui si trova il palazzo municipale.<br />

Già qualche anno fa avevo<br />

segnalato all’amministrazione<br />

comunale alcuni lavori urgenti<br />

da fare per sistemare il municipio,<br />

piuttosto dimesso, con intonaci<br />

rovinati, che stanno staccandosi<br />

in molti punti. Sono<br />

anni che “predico” per questo,<br />

mi sono rivolto più volte all’assessore<br />

ai lavori pubblici, ho ricevuto<br />

promesse di interessamento<br />

alla cosa, poi non mantenute.<br />

Mi domando perché un<br />

“padrone di casa” faccia fare lavori<br />

di manutenzione da altre<br />

parti, quando prima dovrebbe<br />

pensare alla propria “abitazione”.<br />

Forse perché la sede municipale<br />

si trova a Canove, e per<br />

questa frazione non si vuole fare<br />

nulla Ma il municipio è di tutti<br />

i roanesi, seppur ubicato a<br />

Canove! E si trova lungo una<br />

via dove transitano tutti coloro<br />

che arrivano in paese, o vi passano<br />

per raggiungere gli altri<br />

comuni. Visto che ci siamo, aggiungo<br />

un’altra cosa: si parla<br />

tanto di turismo da incentivare,<br />

e poi a chi arriva da Trento,<br />

come i turisti tedeschi, si dà il<br />

benvenuto con il “famoso”<br />

Ghertele. Mi chiedo come mai<br />

un’amministrazione durante il<br />

suo quinquennale mandato,<br />

che ormai sta volgendo al termine,<br />

non abbia pensato di sistemare<br />

un edificio di proprietà<br />

comunale, lungo una strada<br />

piuttosto frequentata e da dove<br />

si passa per andare<br />

all’Ecomuseo del Ghertele”, ridotto<br />

a baraccamenti come neanche<br />

all’entrata di certi paesi<br />

del Kosovo si vedono! E’ far turismo<br />

questo”. “Caro Comune<br />

– termina Dal Pozzo – predichi<br />

bene, invitando i cittadini a tenere<br />

pulite le strade, decorose<br />

le proprie abitazioni, ma poi razzoli<br />

male, visto che sei il primo a<br />

non fare certi lavori. Mi auguro<br />

che prima di terminare il mandato<br />

qualcosa possa venire fatto,<br />

per offrire un miglior biglietto da<br />

visita a chi giunge nei nostri<br />

paesi.”<br />

Silvana Bortoli<br />

1958 – 2008: Cinquant’anni di sacerdozio per don Romeo Martello<br />

20 luglio, ricorrenza della prima<br />

messa che i nuovi ordinati celebrano<br />

dopo una settimana nel<br />

paese di origine, è stata la volta<br />

di festeggiare a Roana, assieme<br />

a familiari e parenti. “Sono stati<br />

entrambi due momenti bellissimi<br />

– commenta don Romeo -<br />

molto intensi e partecipati”. Nel<br />

raccontarci i suoi “Ricordi di una<br />

vita” che ha raccolto anche in<br />

un emozionante dvd, don<br />

Romeo torna indietro nel tempo,<br />

fino a quando aveva 9 anni.<br />

“Con la famiglia ci trasferimmo<br />

a Gorizia, per necessità lavorative<br />

di mio padre, e già in quegli<br />

anni sentivo la voglia di andare<br />

in seminario. Al ritorno<br />

sull’altopiano, nel 1944 con l’allora<br />

parroco di Roana don<br />

Marcello Lobbia, e altri ragazzini,<br />

andammo in visita al Barcon,<br />

seminario di Thiene e fu lì che<br />

trovai il coraggio di dichiarare<br />

la mia volontà di diventare prete,<br />

che per timidezza non avevo<br />

osato confidare neanche ai miei<br />

genitori. Entrai in seminario nel<br />

settembre del 1944. Dopo l’ordinazione<br />

fui cappellano a<br />

Campolongo Maggiore (VE) e<br />

successivamente a S. Pietro<br />

Viminario (PD). Nel 1976 fui nodei<br />

suoi compagni mentre faticavano<br />

in pista. “<strong>Il</strong> 9 agosto<br />

al palatenda di Roana – dicono<br />

i responsabili del Fan Club -<br />

si potrà ascoltare bella musica<br />

italiana degli anni ’70 – ’80<br />

e ’90 proposta da Gli Exess e<br />

ballare, perché no, con Enrico,<br />

Ippolito, Matteo e Luca. Al<br />

tempo stesso chi sarà intenzionato<br />

a rinnovare il<br />

tesseramento potrà farlo, sempre<br />

al costo di euro 10.00, con<br />

il rilascio della nuova tessera<br />

con le nuove immagini di Enrico<br />

da collezionare, e un<br />

gadget a sorpresa che, siamo<br />

sicuri, sarà molto gradito. Le<br />

iscrizioni sono aperte naturalmente<br />

anche a chi vorrà<br />

tesserarsi per la prima volta,<br />

così come chi fosse interessato<br />

a entrare nel gruppo operativo<br />

del Fan Club potrà farlo<br />

presente durante la festa”.<br />

S.B.<br />

minato parroco di Pedescala,<br />

dove rimasi 8 anni, prima di passare<br />

a S. Pietro Valdastico per<br />

ben 17 anni. Nel 1992, dopo aver<br />

trascorso 25 anni in Valdastico,<br />

avevo voglia di respirare aria più<br />

pura e di vedere più sole, saputo<br />

che Camporovere era senza<br />

parroco chiesi a monsignor<br />

Mattiazzo di poterlo fare io, passandovi<br />

14 anni prima di andare<br />

in pensione, nel giugno del<br />

2006. Ma per un sacerdote la<br />

missione non finisce mai, ed ora<br />

vivo con gioia la mia pensione,<br />

celebrando messa, predicando,<br />

confessando, senza l’apprensione<br />

di quando si ha una parrocchia<br />

da seguire. Mi dicono che<br />

sono il prete jolly dell’Altopiano,<br />

perché dove mi chiamano io<br />

vado. Da 14 anni sono assistente<br />

spirituale a Villa Rosa, vi celebro<br />

messa 3-4 volte la settimana;<br />

nei mesi di luglio e agosto sono<br />

ogni mattina a Gallio per la messa<br />

a Villa Alpina, dove le suore di<br />

Dolo si occupano di tanti bambini<br />

abbandonati; la domenica mattina<br />

celebro messa nella chiesa<br />

di Campanella, e poi dove c’è bisogno<br />

io vado, in tutte le 12 parrocchie<br />

del vicariato. E’ una grande<br />

soddisfazione per me essere a<br />

contatto con le varie comunità<br />

dell’Altopiano, e vivendo ad<br />

Asiago mi è comodo raggiungere<br />

le varie parrocchie per offrire il<br />

mio servizio”. Sono stati numerosi<br />

i momenti che hanno emozionato<br />

don Romeo Martello durante<br />

le celebrazioni del suo 50°,<br />

parole dense di significati gli<br />

sono state dedicate da tanti di<br />

coloro a cui in questi anni è stato<br />

vicino, sia ex parrocchiani che parenti<br />

ed amici, che hanno voluto<br />

in vari modi ringraziarlo per ciò<br />

che ha fatto per loro. S.B.


ROANA<br />

“Non ho intenzione di fare la<br />

guerra a nessuno, né alla maggioranza<br />

che non mi ha sostenuto,<br />

né alla minoranza che ha colto<br />

il momento politico. Sono convinto<br />

di aver fatto la cosa più giusta<br />

per il bene del territorio”. Non<br />

c’è rabbia nelle parole di Dario<br />

Frigo, oramai ex vice sindaco ed<br />

assessore ai Lavori Pubblici di<br />

Roana dopo che ha dato le sue<br />

dimissioni durante l’ultimo consiglio<br />

comunale. Dimissioni arrivate<br />

alla fine di un lungo tira e<br />

molla con la minoranza che ha<br />

preteso le dimissioni di Frigo per<br />

votare la delibera per<br />

l’elettrificazione della zona<br />

Campolongo Verena visto che<br />

alla maggioranza mancavano i<br />

numeri per far passare da sola la<br />

Sabato 26 luglio 2008<br />

In mostra a Cesuna i 54 progetti in<br />

concorso per la Cattedra di Canove<br />

È stato recentemente presentato presso il Centro Culturale Cinema<br />

Palladio il progetto che si andrà a realizzare all’ex Cattedra di Canove<br />

8<br />

l’Altopiano www.giornalealtopiano.it<br />

11<br />

Luce al Verena, nubi nere in giunta<br />

Si è dimesso il vice sindaco Dario Frigo. “Sono convinto di aver fatto la cosa più giusta<br />

per il bene del territorio. Io ho la cosicenza pulita, non so se altri possano dire altrettanto”<br />

delibera. Una delibera che recepiva<br />

una proposta del Comune<br />

di Rotzo presentata in Regione<br />

con l’appoggio anche dagli altri<br />

Comuni altopianesi.<br />

Non c’è rabbia, ma tristezza sì<br />

quando Frigo definisce la sua<br />

decisione “frutto della totale<br />

mancanza della maggioranza politica<br />

nel gruppo che guida il Comune<br />

da quattro anni”.<br />

“E’ un progetto che interessa<br />

tutto il territorio perché<br />

l’elettrificazione del<br />

comprensorio è fondamentale<br />

per il futuro della zona e per le<br />

oltre 50 persone che ci lavorano<br />

– continua Frigo – E’ impensabile<br />

pensare ad innevare le piste<br />

con i generatori con il prezzo del<br />

gasolio che continua a salire, ma<br />

anche continuare ad usare generatori<br />

in una zona Sic non è giusto”.<br />

“Io ho la coscienza pulita, non so<br />

se altri possano dire altrettanto”<br />

conclude Frigo.<br />

La mancanza del numero legale è<br />

stata causata dall’assenza in aula<br />

del consigliere Domenico De Guio<br />

e dall’assessore al Turismo, Luigi<br />

Martello, entrambi impossibilitati<br />

a partecipare per motivi di lavoro.<br />

Martello, sentendosi chiamare<br />

in causa più volte dalla minoranza<br />

durante l’animata discussione<br />

che ha portato alle dimissioni<br />

di Frigo, commenta, “Mi<br />

pare tutto preordinato con accordi<br />

già presi tra la minoranza ed alcuni<br />

della maggioranza per metterci<br />

in difficoltà e non consentirci di<br />

portare avanti alcuni progetti di<br />

quest’amministrazione, lo stadio<br />

del ghiaccio a Roana in primis”.<br />

“Curioso che ora la minoranza<br />

definisca la zona del Verena e<br />

Campolongo d’importanza strategica<br />

per il turismo quando volevano<br />

stralciare dal bilancio lo<br />

studio di fattibilità dello sviluppo<br />

sciistico del Verena – conclude<br />

Martello - Poi perché chiedere<br />

la testa del vicesindaco per<br />

partecipare al voto di un progetto<br />

che essi stesso definiscono importante”<br />

“Non possiamo continuare a fare<br />

da stampella ad una maggioranza<br />

che non esiste, lacerata com’è<br />

tra fazioni e personalismi” ha poi<br />

dichiarato il capogruppo di minoranza<br />

Davide Bolzon.<br />

“Prendo atto con amarezza della<br />

decisone del vice sindaco Frigo<br />

– ha commentato Mario Porto –<br />

spiace che si sia arrivati a questo<br />

durante una discussione su un<br />

progetto importante per tutto<br />

l’Altopiano”. Respinta per ora la<br />

proposta dell’assessore al bilancio<br />

Carlo Stefani che consigliava<br />

di aprire un tavolo di crisi.<br />

Gerardo Rigoni<br />

Estratto dalla relazione che<br />

accompagna il progetto redatto<br />

dallo Studio Santagostino<br />

Considerato che l’obiettivo dell’intervento<br />

è quello di introdurre il programma<br />

di progetto attraverso elementi<br />

spaziali che interagiscano<br />

con l’esistente senza modificarne<br />

la morfologia, stimando che l’introduzione<br />

di un programma tanto articolato,<br />

complesso e qualificato in<br />

un edificio fortemente degradato<br />

quale è la Cattedra attualmente,<br />

avrebbe comportato costi proibitivi<br />

e comunque l’alterazione dello<br />

stato di fatto per rendere a norma<br />

l’edificio, si è scelto di basare il progetto<br />

su un concetto più radicale,<br />

ma al tempo stesso rispettoso dell’esistente<br />

ed in grado di moltiplicarne<br />

le potenzialità spaziali, svuotando<br />

il complesso dei tramezzi, e<br />

dei solai, che allo stato di degrado<br />

attuale non sarebbero in grado di<br />

sostenere l’introduzione del nuovo<br />

programma. Si è deciso pertanto<br />

di costruire all’interno delle pareti<br />

e dei muri perimetrali esistenti, opportunamente<br />

rinforzati e risanati,<br />

una serie di unità spaziali indipendenti<br />

tra loro ma reciprocamente<br />

correlate con lo scopo di accogliere<br />

le funzioni previste.[…]<br />

Ben sei sedute sono occorse alla<br />

commissione tecnica, composta<br />

da membri interni ed esterni al<br />

Comune di Roana, per valutare i<br />

54 lavori giunti per il concorso.<br />

“Idee per il recupero<br />

polifunzionale e riqualificazione<br />

di un plesso da adibire a istituto<br />

europeo per le politiche della<br />

Omaggio ai veterani della 2^ Guerra mondiale<br />

<strong>Il</strong> Gruppo Alpini di Roana ha organizzato per mercoledì 9 Luglio, presso la sede, un incontro conviviale,al quale<br />

sono stati invitati i “veterani” della guerra 1940/45 di Roana Mezzaselva e Rotzo. Prima di dare inizio alla<br />

cena,preparata con cura da valide cuoche volontarie, il capogruppo di Roana ha voluto con semplici parole<br />

sottolineare il significato di questo incontro: un omaggio ai reduci della 2° Guerra Mondiale e un ricordo per quelli<br />

che sono andati avanti. Anche il capogruppo di Rotzo ha rivolto a tutti l’augurio caloroso di superare la soglia dei<br />

100 anni in considerazione del fatto che questi veterani dalla veneranda età, sono ancora in buone condizione di<br />

salute. Alcuni di loro hanno raccontato le vicissitudini della guerra in Grecia, Albania, Russia e solo la fortuna ha<br />

voluto che ritornassero a casa ancora vivi. A fine cena è stato consegnato loro un piccolo omaggio molto gradito:<br />

delle stelle alpine d’argento lavorate a mano e fissate su un pezzo di pietra. Una bella serata che si spera possa<br />

ripetersi anche il prossimo anno.<br />

Gruppo Alpini di Roana<br />

montagna”, questo il tema del<br />

concorso indetto dall’Assemblea<br />

dei sindaci dell’Altopiano.<br />

La struttura oggetto dei lavori è<br />

l’ormai nota ex Cattedra, sorta decenni<br />

fa come scuola per il miglioramento<br />

e l’insegnamento<br />

delle tecniche agricole e bovine<br />

e per un ottimale sfruttamento<br />

delle risolse locali, attività peraltro<br />

andate naufragate alla fine del<br />

secolo scorso. Oggi sui pannelli<br />

allestiti dalla Amministrazione<br />

Comunale roanese sono stati<br />

esposti tutti i progetti ammessi a<br />

alla gara, tra queste primeggiano<br />

le quattro tavole dello<br />

studio milanese Santagostino,<br />

la cui pianificazione diventerà<br />

esecutiva in un prossimo futuro.<br />

“Grazie a questo primo passo -<br />

ha affermato il sindaco di Roana<br />

prof. Mario Porto – possiamo finalmente<br />

guardare ad una previsione<br />

di inizio lavori. Lusiana<br />

e Rotzo ci precedono nelle richieste<br />

di finanziamenti per<br />

altre opere da realizzarsi nel<br />

loro territorio comunale, ma<br />

abbiamo di che ben sperare potendo<br />

entrare nelle priorità<br />

della graduatoria. Per l’anno<br />

2009 auspico che l’attribuzione<br />

di un primo finanziamento<br />

di un milione e mezzo di euro<br />

ci permetta di coprire l’iniziale<br />

stralcio degli interventi, rappresentato<br />

dalle primarie strutture<br />

ricettive, cioè da alloggi,<br />

sala mensa e reception. <strong>Il</strong> pro-<br />

g e t t o<br />

dello<br />

studio<br />

Santagostino<br />

– spiega il<br />

primo cittadino<br />

– è stato<br />

davvero ben<br />

realizzato, in<br />

quanto meglio<br />

degli altri rispondeva ai<br />

parametri richiesti dalla commissione<br />

esaminatrice, che imponeva<br />

un adeguato sviluppo<br />

architettonico del sito, una<br />

esplicita relazione tecnica, e<br />

una stima dei costi che andava<br />

a soddisfare la spesa massima<br />

prevista, che si aggira sui<br />

sette milioni di euro. Un plauso<br />

comunque a tutti i partecipanti<br />

la cui preparazione ha<br />

stimolato la competizione”.<br />

G. Dalle Fusine<br />

13 i presenti all’incontro, di cui 8 di Roana. 1 di Mezzaselva e 4 di Rotzo.Ecco i loro nomi, a partire da in alto<br />

a sinistra della foto: Stefani Bruno classe1922; Azzolini Guido,classe 1921; Zanella Giuseppe,classe 1923;<br />

Vellar Enzo, classe 1922; Martello Cristiano,classe 1918; Rebeschini Gino,classe 1921; Mosele Romeo,classe<br />

1921; Dal Pozzo Claudio,classe 1923; Rebeschini Alberto, classe 1920; Fabris Giacomo,classe 1921; Dal<br />

Pozzo Cristiano,classe 1913; Slaviero Lino,classe 1918; Dal Pozzo Matteo, classe 1931.<br />

Grafica Altopiano


Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano 12<br />

www.giornalealtopiano.it<br />

Gallio: il paradiso dei bambini!<br />

Altro che il pifferaio di<br />

Hamelin, Gallio ha le proposte<br />

giuste per attirare i piccoli<br />

ospiti e residenti<br />

dell’Altopiano!<br />

Anche quest’anno, il Comune<br />

di Gallio ha deciso di offrire<br />

simpatiche e divertenti<br />

proposte ai più piccoli, proponendo<br />

spettacoli e laboratori<br />

creativi-educativi che<br />

permettono ai bambini di stare<br />

insieme e imparare in allegria!<br />

Dopo la positiva esperienza<br />

degli scorsi anni, saranno<br />

riproposti, dal 15 luglio al 14<br />

agosto, i laboratori di<br />

“Favolandia”; l’autrice per<br />

l’infanzia, Consuelo Morello,<br />

coinvolgerà i piccoli in una<br />

serie di incontri, durante i<br />

quali, partendo del gioco e<br />

Anche quest’anno, durante i<br />

mesi di luglio e agosto, è possibile<br />

partecipare al concorso<br />

fotografico “I Funghi nella<br />

natura”. Le foto dovranno<br />

ritrarre funghi inseriti nel loro<br />

habitat naturale e saranno<br />

esposte nel corso della Mostra<br />

micologica, che si svolgerà<br />

dal 29 al 31 agosto presso<br />

le Scuole Elementari di<br />

Gallio, e che vedrà la parte-<br />

dalla favola, si giungerà a<br />

sviluppare manualità e creatività.<br />

<strong>Il</strong> nome dato ai singoli laboratori<br />

è già tutto un programma:<br />

Gli inventa mostri, <strong>Il</strong> filo<br />

della storia, Thean i folletti,<br />

Lo zoo di Favolandia, Re e<br />

regine, Piccoli scultori, I sogni<br />

son desideri…<br />

Ma le proposte per i più piccoli<br />

non finiscono mai…il 29<br />

luglio e il 5 agosto, passeggiando<br />

lungo le vie di Gallio,<br />

piccoli e grandi potranno tuffarsi<br />

nell’allegria creata degli<br />

artisti di strada, acrobata,<br />

equilibrista, giocoliere,<br />

trampoliere, clown e tanti altri,<br />

che si esibiranno nelle<br />

piazze del paese.<br />

Un’altra occasione, per riunire<br />

grandi e piccoli, sarà senza<br />

dubbio La Festa degli<br />

aquiloni, lunedì 18 agosto, a<br />

partire dalle ore 16.00; al<br />

Parco della Fratellanza, si<br />

potranno costruire e lanciare<br />

variopinti aquiloni.<br />

Nemmeno la sera, però, ci si<br />

è dimenticati dei più piccoli:<br />

anche loro hanno il diritto di<br />

avvicinarsi alla magia del teatro!<br />

<strong>Il</strong> Comune di Gallio propone<br />

due spettacoli pensati appositamente<br />

per loro.<br />

Sabato 2 agosto, in Piazza<br />

Italia, alle 20.45, una favola<br />

antica, ma ricca di messaggi<br />

attuali anche ai giorni nostri,<br />

“Pelle d’asino” incanterà la<br />

platea.<br />

Invece, giovedì 7 agosto,<br />

sempre in Piazza Italia e sempre<br />

alle 20.45, durante lo spettacolo<br />

“ERA… ORA”, gli<br />

spettatori assisteranno agli<br />

improbabili sforzi di un simpatico<br />

papà per accontentare<br />

il figlio.<br />

Non crediate sia finita<br />

qui…l’estate di Gallio ospiterà<br />

momenti magici di illusionismo<br />

e altri laboratori all’aperto,<br />

perché la vacanza<br />

del vostro bambino sia veramente<br />

indimenticabile!<br />

Per iscrizioni ed ulteriori informazioni,<br />

chiamate l’Ufficio<br />

Informazioni Turistiche di<br />

Gallio allo 0424/447919.<br />

CONCORSO FOTOGRAFICO<br />

I FUNGHI NELLA NATURA<br />

cipazione del Prof. Roberto<br />

Galli uno dei massimi esperti<br />

del settore.<br />

Le foto saranno valutate da<br />

una giuria di esperti e le prime<br />

tre classificate saranno<br />

premiate nel corso della giornata<br />

di chiusura della manifestazione.<br />

Regolamento e moduli<br />

d’iscrizione presso l’Ufficio<br />

Turistico di Gallio, o sul sito<br />

internet www.comune.gallio.vi.it<br />

I vincitori saranno premiati con i<br />

seguenti premi:<br />

1° classificato videocamera<br />

digitale PANASONIC NV-<br />

GS80EG9-S zoom ottico<br />

32X<br />

2° classificato navigatore<br />

satellitare GARMIN<br />

3° classificato week-end<br />

del benessere per 2 persone<br />

presso l’hotel Gaarten<br />

Magdi Allam racconta la sua conversione<br />

Magdi Cristiano Allam, editorialista<br />

e vicedirettore del<br />

Corriere della Sera, torna anche<br />

quest’anno sull’Altopiano,<br />

protagonista di uno degli “Incontri<br />

con l’autore” organizzati<br />

dal Comune di Gallio in collaborazione<br />

con la Libreria Giunti<br />

Al Punto di Asiago. <strong>Il</strong> giornalista<br />

sarà al Cineghel di<br />

Gallio giovedì 31 luglio alle ore<br />

15.30, per presentare il suo<br />

ultimo libro “Grazie Gesù” e<br />

raccontare la sua conversione<br />

dall’Islam al cattolicesimo.<br />

La notizia del battesimo di<br />

Magdi Allam, impartito da<br />

Papa Benedetto XVI, ha fatto<br />

velocemente il giro del mondo,<br />

animando il dibattito culturale<br />

nei mesi scorsi. “Grazie<br />

Gesù” è il racconto di una conversione<br />

religiosa, un grido<br />

d’allarme in difesa della<br />

sacralità della vita e della dignità<br />

e libertà della persona e,<br />

insieme, un forte messaggio di<br />

speranza per un’autentica cultura<br />

del dialogo e della pace.<br />

L’incontro al Cineghel con<br />

GALLIO “Ieri & Oggi “<br />

Anche quest’anno l’Archivio<br />

Dal Molin dà un importante contributo<br />

allo scenario culturale<br />

delle proposte estive del comune<br />

di Gallio.<br />

Se lo scorso anno ci si era dedicati<br />

a ricordare l’anniversario<br />

della cruenta battaglia<br />

dell’Ortigara, quest’anno l’intento<br />

è ancora più coinvolgente per<br />

gli ospiti e i residenti.<br />

Infatti, l’Amministrazione ha<br />

voluto proporre una mostra,<br />

“Gallio Ieri & Oggi”, che racconti,<br />

attraverso le immagini, la<br />

storia del Paese di Gallio, prima<br />

e dopo l’ecatombe della Prima<br />

Guerra Mondiale, conflitto che<br />

ha influito inesorabilmente sul<br />

profilo, sulla cultura e sulla vita<br />

della gente dell’Altopiano.<br />

Le foto diventano, dunque, un<br />

modo per raccontare il passato<br />

e metterlo in relazione con il presente;<br />

per tracciare una storia<br />

fatta di uomini che, in guerra o in<br />

pace, hanno modificato l’aspro<br />

territorio di montagna per ren-<br />

Magdi Allam è ad ingresso<br />

gratuito ma con prenotazione<br />

obbligatoria presso l’Ufficio<br />

del Turismo di Gallio. La mattina<br />

del 31 luglio il giornalistascrittore<br />

sarà, a partire dalle<br />

ore 10.30, alla Libreria Giunti<br />

al Punto di Corso 4 Novembre<br />

ad Asiago, a disposizione<br />

della clientela per firmare<br />

il suo libro. Sempre per la rassegna<br />

“Incontri con l’autore”<br />

lunedì 4 agosto al Cineghel<br />

derlo adatto alle loro esigenze.<br />

La mostra si sofferma anche su<br />

elementi importanti del territorio<br />

urbano galliese.<br />

La chiesa, per iniziare, con la<br />

facciata, il pinnacolo del campanile,<br />

l’interno distrutto dopo i bombardamenti.<br />

Oppure si può fermare lo sguardo<br />

sulle vie e contrade ad inizio<br />

Novecento; come, ad esempio,<br />

sulla contrada Fontana, importante<br />

perché le fontane un tempo<br />

erano luogo di relazioni sociali<br />

e culturali. Inoltre, si possono<br />

osservare come sono cambiati<br />

i confini nel tempo.<br />

E che dire dei dintorni del paese.<br />

Vedere, ad esempio, la Val<br />

dei Ronchi , terra strappata alle<br />

radici degli alberi perchè fosse<br />

adatta alla coltivazione, è comprendere<br />

che esistono tutt’oggi<br />

angoli nei quali le tipologie<br />

architettoniche di un tempo restano<br />

a memoria dell’antichissima<br />

cultura delle nostre terre,<br />

nonostante la furia distruttrice dei<br />

alle ore 15.30, sarà la volta<br />

di Giuseppe Ayala, magistrato<br />

di spicco del pool<br />

antimafia negli anni ’80, che<br />

presenterà il suo ultimo libro<br />

“Chi ha paura muore ogni<br />

giorno. I miei anni con Falcone<br />

e Borsellino”, il racconto<br />

degli anni di lotta al fianco<br />

di questi due grandi uomini,<br />

che riaffiorano dalle sue pagine<br />

con tutta la loro umanità<br />

ed ironia. S.B.<br />

bombardamenti. Commuove<br />

anche ammirare le immagini del<br />

Santuario della Madonna del<br />

Buso, danneggiato quasi alla fine<br />

del conflitto, dopo essere stato<br />

ostello per molti dei profughi che<br />

si stavano dirigendo verso la pianura<br />

veneta. Tutti scenari della<br />

Val Frenzela, storica via di comunicazione,<br />

che oggi è meta di<br />

passeggiate, mentre nel Novecento<br />

fu anche teatro di guerra.<br />

Una parte importante, e come<br />

potrebbe non esserlo, è la sezione<br />

dedicata alle montagne che<br />

dominano Gallio, ciascuna caratterizzata<br />

da una storia, un gesto<br />

eroico, una battaglia. Per tentare<br />

di comprendere cosa accadeva<br />

su campi di battaglia si possono<br />

osservare le postazioni dei<br />

cannoni a Campomulo, i combattimenti<br />

sui monti Fior,<br />

Castelgomberto, Col del Rosso,<br />

Spil, Valbella.Una mostra resa<br />

possibile grazie alla sensibilità del<br />

Comune di Gallio e alla passione<br />

straordinaria e alla pazienza<br />

collezionistica di Ruggero Dal<br />

Molin , per conoscere e riconoscersi<br />

come elementi di continuità<br />

su un territorio che, pur<br />

modificandosi, racconta una storia<br />

che appartiene a tutti noi.<br />

Per continuare a vivere il trasporto<br />

del confronto, associato<br />

alla mostra il Comune ne ha prodotto<br />

il catalogo, in vendita presso<br />

la mostra stessa e presso l’Ufficio<br />

Informazioni Turistiche.<br />

La mostra sarà aperta dal 20<br />

luglio al 20 agosto, con orari 16<br />

– 19, presso le Scuole Elementari.


Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano www.giornalealtopiano.it<br />

13<br />

GALLIO<br />

PERNECHELE<br />

Simultanea di scacchi in Piazzetta giardini<br />

Una contro tutti<br />

La campionessa italiana Elonora Ambrosi<br />

ha sfidato una trentina di concorrenti<br />

<strong>Il</strong> sentiero del Silenzio<br />

“Una cattedrale nel deserto”<br />

Molto critica la minoranza consiliare di Gallio sulla<br />

realizzazione del percorso meditativo a Campomuletto<br />

Non è stato ancora realizzato<br />

e il sentiero di pace proposto<br />

dall’amministrazione<br />

comunale di Gallio desta già<br />

i primi commenti critici da<br />

parte della minoranza consigliare.<br />

<strong>Il</strong> sentiero del silenzio<br />

– Porta della Memoria che<br />

l’amministrazione Stella intende<br />

realizzare in località<br />

Campomuletto si prospetta<br />

come un percorso di circa 2<br />

chilometri con piazzole dove<br />

saranno posate delle sculture<br />

contemporanee con l’intenzione<br />

di creare un punto<br />

dove chi si reca sui luoghi<br />

della Grande Guerra possa<br />

fermarsi per “ritrovare le<br />

emozioni per affrontare poi<br />

le zone di aspre battaglie che<br />

hanno visto il sacrificio di<br />

decine di migliaia di giovani<br />

soldati”.<br />

“Da tempo il sindaco di Gallio<br />

preannunciava un’idea sensazionale<br />

che destava la nostra<br />

curiosità, - attacca Pino<br />

Rossi della lista Noi di Gallio<br />

- l’idea è’ poi emersa sui<br />

quotidiani, la realizzazione di<br />

un sentiero di Pace, un oasi<br />

di meditazione, da realizzare<br />

per una somma di oltre<br />

100.000 euro. Siamo profondamente<br />

convinti che chiunque<br />

desideri trovarsi solo con<br />

se stesso e dedicarsi<br />

all’introspezione o alla meditazione,<br />

possa farlo semplicemente<br />

immergendosi nel<br />

meraviglioso ambiente naturale<br />

che circonda Gallio.<br />

Qualsiasi intervento dell’uomo<br />

non può che alterare l’incantevole<br />

equilibrio che il<br />

buon Dio ha voluto donarci”.<br />

“La nostra opinione non è<br />

dettata da astio nei confronti<br />

del primo cittadino, ma siamo<br />

convinti che a Gallio, con una<br />

crisi del comparto commerciale<br />

e del turismo senza precedenti,<br />

serva ben altro. E’<br />

un’opinione condivisa da molti<br />

cittadini e dalle categorie,<br />

– continua Rossi – queste<br />

cattedrali nel deserto sono<br />

solo personalismi che non<br />

hanno niente a che vedere<br />

con l’amministrare un paese<br />

che invece comporta la<br />

concertazione con le persone<br />

prima di certe scelte. Ed<br />

invece assistiamo da 15 anni<br />

ad una “politica calata dall’alto”<br />

che sta danneggiando in<br />

modo significativo il nostro<br />

paese”. Gerardo Rigoni<br />

Marostica No, Gallio. Piazza<br />

degli scacchi No,<br />

piazzetta Giardini. Una lunga<br />

fila di scacchiere tradizionali<br />

a disposizione di altrettanti<br />

giocatori, in una insolita<br />

e affollata cornice di pubblico.<br />

Una sfida assai particolare<br />

quella che domenica scorsa<br />

ha messo di fronte Eleonora<br />

Ambrosi, campionessa italiana<br />

di scacchi e nazionale<br />

olimpica wfm con venticinque<br />

avversari, dalle età e<br />

abilità sulla scacchiera molto<br />

differenti.<br />

La ventenne fuoriclasse veronese<br />

ha iniziato a spostare<br />

pedoni, alfieri e “reali” a<br />

nove anni, diventando la giovanissima<br />

punta di diamante<br />

di un movimento nazionale<br />

che raccoglie circa una<br />

dozzina di migliaia di<br />

tesserati.<br />

Una gara simultanea<br />

che, per la bravura<br />

degli sfidanti e per la<br />

sostituzione tempestiva<br />

dei primi cinque<br />

giocatori eliminati con<br />

altrettanti concorrenti, diventati<br />

in tutto trenta, si è trasformata<br />

in una sfida interminabile.<br />

Sotto gli occhi vigili dei familiari,<br />

Eleonora ha percorso<br />

decine di volte il perimetro<br />

interno dei tavoli sistemati a<br />

ferro di cavallo, sui quali erano<br />

state posizionate le venticinque<br />

scacchiere. Mossa<br />

dopo mossa, il passaggio da<br />

un avversario ad un altro. E<br />

ad ogni passo una nuova partita<br />

lasciata in sospeso nel giro<br />

precedente, con conseguente<br />

recupero della strategia di<br />

gioco più adatta. Uno sforzo<br />

fisico e soprattutto mentale<br />

non indifferente per mantenere<br />

il più possibile inalterato<br />

lo stato di concentrazione.<br />

Dopo quattro ore di gioco resistevano<br />

in gara ancora<br />

quattordici concorrenti. Ma<br />

al calare della sera, poco prima<br />

dello scoccare della quinta<br />

ora di gara, come in una<br />

partita di calcio la sfida si è<br />

doverosamente chiusa per<br />

“impraticabilità di campo”,<br />

dovuta ad un improvviso acquazzone,<br />

quando c’erano<br />

due partite ancora in corso.<br />

Solo Biagio Pignatelli del Circolo<br />

Scacchistico padovano<br />

è riuscito ad avere la meglio<br />

sulla giovane campionessa<br />

veronese. Un’occasione per<br />

organizzare quanto prima una<br />

rivincita, magari a quattr’occhi.<br />

Giovanni Rattini


In tre anni è la terza mostra<br />

tematica presentata a Foza, in<br />

precedenza protagonisti delle<br />

esposizioni sono stati altri materiali<br />

che da sempre accompagnano<br />

la vita dell’uomo: il legno<br />

e la pietra, all’appello quindi,<br />

mancava solo il metallo.<br />

Un viaggio nel tempo grazie ai<br />

metalli con i quali da sempre l’uomo<br />

dà vita ad utensili, ma attraverso<br />

i quali da sempre esprime<br />

anche la sua arte, il suo spirito.<br />

Una mostra ancora una volta a<br />

cura di Francesca<br />

Rodeghiero, attivissima presidentessa<br />

dell’Associazione<br />

culturale “Mondo Rurale” di<br />

Marostica, nativa di Foza e<br />

sempre impegnata a dar vita<br />

ad interessanti mostre anche<br />

nel suo Altopiano. Anche<br />

questa volta l’attento Assessore<br />

alla cultura Roberta<br />

Marcolongo e tutta l’Amministrazione,<br />

sono riusciti a<br />

puntare l’attenzione in particolare<br />

sulla storia e la tradizione<br />

del loro territorio, che<br />

fornisce, nella quasi totalità,<br />

i materiali in esposizione.<br />

Documenti, fotografie, oggetti<br />

di ogni sorta e tipo, che<br />

testimoniano le tradizioni, la<br />

storia dell’uomo, la sua evo-<br />

Sabato 26 luglio 2008<br />

A Foza “Memoria di ferro”,<br />

aiuta a rinverdire la tradizione<br />

Rita Croce<br />

e la storia del paese<br />

Sabato 26 alle 18.00 a Foza, presso le scuole medie,<br />

verrà inaugurata la mostra tematica sui metalli<br />

La Giunta Provinciale ha approvato il progetto per il<br />

terzo e ultimo stralcio della sistemazione e dell’allargamento<br />

della strada provinciale 73 Campesana-<br />

Valvecchia, nei Comuni di Bassano del Grappa,<br />

Campolongo sul Brenta e Valstagna.<br />

Per un importo pari a 860mila euro, verranno effettuate<br />

due tipologie di interventi: la posa in opera di<br />

barriere di sicurezza nelle zone in cui si rendono<br />

indispensabili, in particolare per un tratto di circa<br />

4,5 km tra il Comune di Bassano del Grappa e il<br />

Comune di Campolongo sul Brenta e l’ allargamento<br />

di un tratto di circa 360 metri della strada in<br />

contrada Zannini nel Comune di Capolongo sul<br />

Brenta e allargamento di un tratto della strada in<br />

curva della lunghezza di circa 80 metri nella<br />

contrada Londa di Valstagna.<br />

La SP Campesana-Valvecchia dal punto di vista funzionale<br />

può essere assimilata ad una strada urbanaextraurbana,<br />

ma la larghezza della carreggiata risulta<br />

in più punti inadeguata a sostenere il tipo e l’inten-<br />

luzione. Un’esposizione che<br />

prenderà in considerazione il<br />

metallo, così come è in natura,<br />

nella preistoria, nella metallurgia,<br />

negli oggetti di ogni<br />

giorno, metalli in guerra ed<br />

in pace. A questo ultimo<br />

tema si collega inoltre la serata<br />

del 13 agosto prossimo,<br />

quando, sempre a Foza, verrà<br />

proiettato il famoso film di<br />

Olmi “I recuperanti”. Alla<br />

mostra, che sarà visitabile<br />

fino al 15 agosto prossimo, e<br />

nel corso dell’ultima giornata<br />

sarà inoltre possibile effettuare<br />

la visita guidata accompagnati<br />

dalla stessa curatrice,<br />

sono collegate: la serata<br />

culturale del 6 agosto alle<br />

21.00, dal titolo: “Attrezzature<br />

della cucina e abitudini alimentari<br />

nel tempo” sempre<br />

a cura di Francesca<br />

Rodeghiero; e quella del 10<br />

agosto in piazza, quando si<br />

potranno vedere gli antichi<br />

mestieri, fra i quali non mancheranno<br />

naturalmente quelli<br />

legati ai metalli.<br />

L’esposizione anche questa<br />

volta è accompagnata da un<br />

volume, curato da G. Francesca<br />

Rodeghiero ed edito<br />

Approvato il progetto per l’allargamento<br />

della SP 73 Campesana-Valvecchia<br />

8<br />

l’Altopiano 14<br />

www.giornalealtopiano.it<br />

dalla casa editrice SMC, che<br />

continua la collana “Suggestioni<br />

del mondo rurale” e si<br />

aggiunge a quelli già pubblicati<br />

sulla pietra e sul legno,<br />

completando la naturale<br />

trilogia. Si presenta come un<br />

insieme di saggi di approfondimento<br />

sulle tematiche della<br />

mostra e risulta particolarmente<br />

curato ed esauriente.<br />

Al catalogo, intitolato “I metalli<br />

e l’uomo”, hanno dato il<br />

loro contributo diversi autori,<br />

fra i quali non mancano<br />

autori altopianesi. Fra tutti, è<br />

doveroso ricordare Patrizio<br />

Rigoni, che fino all’ultimo ha<br />

voluto dare il suo prezioso e<br />

validissimo aiuto, fornendo<br />

fra l’altro una serie di interessanti<br />

fotografie riguardanti<br />

oggetti creati grazie al<br />

riutilizzo di materiali bellici.<br />

Domenica sera alle 21.00,<br />

presso la Palazzina Turistica<br />

di Enego, secondo appuntamento<br />

con la storia, organizzato<br />

dall’Associazione Commercianti<br />

di Enego in collaborazione<br />

con la Pro Loco.<br />

La prof.ssa Sonia Residori,<br />

della Biblioteca Bertoliana di<br />

Verona, tratterà il tema: “ Le<br />

donne e la seconda guerra<br />

mondiale: violenza inferta e<br />

violenza subita”.Stefania Simi<br />

Finita la scuola, in paese<br />

come in città, i ragazzi iniziano<br />

a bighellonare, un riposo<br />

solo apparente, perché alla<br />

fine si spegne nella noia.<br />

Tuttavia è difficile spiegar<br />

loro, che potrebbero riposarsi<br />

divertendosi e nello stesso<br />

tempo imparare qualcosa di<br />

nuovo, che non fa mai male,<br />

e soprattutto potrebbero stare<br />

in compagnia di altri ragazzi<br />

rendendo ricche le lunghe<br />

giornate estive.<br />

Organizzare qualcosa per i<br />

ragazzi nel periodo estivo,<br />

partendo da questo presupposto,<br />

diventa quindi una sfida<br />

non semplice, nella quale<br />

Comuni e Parrocchie si lanciano.<br />

A Enego, la parrocchia di<br />

Santa Giustina con don Andrea<br />

Finco e don Andrea<br />

Stevanin, e la collaborazione<br />

del Comune, hanno organizzato<br />

quattro settimane di<br />

Grest, gestito da don Finco<br />

con l’aiuto di ragazzi più<br />

grandi ed alcuni adulti di buona<br />

volontà.<br />

<strong>Il</strong> risultato, dopo due settimane<br />

di attività, è soddisfacente,<br />

ed il numero dei partecisità<br />

del traffico veicolare, soprattutto nei punti di<br />

attraversamento dei centri urbani. Nell’intervento di<br />

adeguamento della sede stradale nel tratto in Comune<br />

di Campolongo, contrada Tannini, la sezione stradale<br />

della viabilità esistente risulta variabile fra 4,20<br />

e 4,90 metri. L’intervento programmato si prefigge di<br />

allargare la sede stradale portando la piattaforma a<br />

8,50 metri. Ove questo allargamento non risultasse<br />

possibile a causa della presenza di abitazioni a ridosso<br />

della sede stradale, si prevederanno idonei tratti graduali<br />

di raccordo.<br />

“L’intervento –precisa l’Assessore Provinciale alla<br />

Viabilità Costantino Toniolo- si inserisce nel più ampio<br />

contesto di miglioramento di una strada provinciale<br />

di grande percorribilità, che collega la Città di<br />

Bassano del Grappa alla parte più a nord del territorio<br />

vicentino, quindi con una valenza strategica anche<br />

dal punto di vista turistico per l’attrazione rappresentata<br />

dalle nostre montagne”. <strong>Il</strong> via ai lavori è<br />

previsto nella primavera del 2009.<br />

G.D.F.<br />

Soste regolamentate a Enego<br />

In questi giorni a Enego<br />

prende il via un progetto sperimentale<br />

di soste<br />

regolamentate.<br />

<strong>Il</strong> progetto è stato voluto dalla<br />

nuova Amministrazione<br />

Comunale, che intende, con<br />

l’istituzione delle soste a pagamento<br />

nel centro del paese,<br />

favorire la rotazione dei<br />

posteggi disponibili ed agevolare<br />

un più razionale afflusso<br />

dei veicoli alla ricerca di<br />

parcheggi.<br />

L’iniziativa, ha natura sperimentale<br />

e avrà durata un<br />

anno, al termine del quale<br />

l’Amministrazione valuterà,<br />

in concertazione con le categorie<br />

economiche, la validità<br />

del progetto e ne definirà<br />

le modalità di prosecuzione<br />

o di ridefinizione.<br />

Per permettere a tutti, residenti<br />

e non, di orientarsi,<br />

dopo l’istituzione delle soste<br />

regolamentate, il Comune ha<br />

messo a disposizione dei pieghevoli,<br />

sono in distribuzione<br />

presso tutti gli esercizi,<br />

che chiariscono le dinamiche<br />

di questa nuova iniziativa.<br />

Una cartina mostra gli spazi<br />

adibiti a parcheggio, e la<br />

legenda specifica il tipo di<br />

parcheggio. Sono quindi<br />

spiegate chiaramente quali<br />

sono le aree di sosta e pagamento,<br />

quali quelle a disco<br />

orario, le tariffe i giorni, gli<br />

orari, sono illustrati i<br />

parcometri ed il loro funzionamento.<br />

Con piacere si nota che il<br />

Comune ha avuto la sensibilità<br />

di creare un numero adeguato<br />

di soste per disabili,<br />

mentre per un maggiore ordine<br />

sono state riservate aree<br />

specifiche per il carico e scarico<br />

merci.<br />

Naturalmente nelle zone appena<br />

decentrate, resta la non<br />

indifferente disponibilità di<br />

parcheggi a sosta libera.<br />

A controllare che tutti siano<br />

ordinati e seguano le nuove<br />

regole, ma anche disponibili<br />

a dare ogni ulteriore spiegazione,<br />

nel caso ce ne fosse<br />

bisogno, ci sono anche gli<br />

ausiliari del traffico, che andranno<br />

ad affiancare la Polizia<br />

locale. Stefania Simi<br />

Grest, un modo per divertirsi,<br />

passare il tempo, imparare<br />

panti ha superato le aspettative<br />

della vigilia, che non erano<br />

troppo rosee!<br />

L’attività che viene proposta,<br />

tocca molti ambiti, e si può<br />

davvero dire che ce n’ è per<br />

tutti i gusti.<br />

Dal lunedì al giovedì, a giorni<br />

alterni, la mattina sono previsti<br />

i laboratori, al pomeriggio<br />

l’attività ludica, il venerdì<br />

invece, tutto il giorno, è dedicato<br />

alle escursioni.<br />

I laboratori spaziano dalla lavorazione<br />

del legno alla pittura,<br />

passando per la poesia<br />

e la culinaria, ma non tralasciando<br />

la musica, con lezioni<br />

di chitarra e flauto.<br />

Le escursioni invece, a cura<br />

di Egidio Fontana, presidente<br />

della neo nata Associazione<br />

Culturale “Dalla Brenta<br />

all’Ortigara”, sono un tuffo<br />

nell’ambito naturalistico, storico<br />

e preistorico del territorio.<br />

Insomma un ricco menù,<br />

molto interessante, che si<br />

spera i ragazzi sappiano apprezzare<br />

fino in fondo, imparando<br />

così ad utilizzare al<br />

meglio il periodo delle vacanze.<br />

S.S.


LUSIANA<br />

Sabato 26 luglio la contrada<br />

Ronzani, uno dei più antichi<br />

agglomerati urbani<br />

dell’Altopiano, sorto nel 1710<br />

sulle sponde della valle Isora,<br />

vivrà un ‘atmosfera d’altri tempi<br />

con i festeggiamenti per il matrimonio<br />

di due giovani provenienti<br />

dall’Inghilterra. La coppia<br />

è formata da Daniele De<br />

Lissandri e Ruth Gardner, lui è<br />

immobiliarista, lei svolge mansioni<br />

di marketing per una banca<br />

inglese. <strong>Il</strong> giovane è figlio di<br />

un padovano che ha trovato in<br />

contrada Ronzani il posto ideale<br />

per riposarsi con la moglie<br />

inglese. Sabato alle 11 la giovane<br />

coppia inglese si unirà in<br />

matrimonio in municipio a<br />

Lusiana e pronunceranno il “sì”<br />

col rito civile davanti al sindaco<br />

Virgilio Boscardin. Più tardi,<br />

Come spesso succede nella<br />

toponomastica, un luogo<br />

trae denominazione dalla tradizione,<br />

a volte dalla storia<br />

talmente remota che la memoria<br />

sembra non poter essere<br />

suffragata da testi e documenti<br />

rivelatori. È il caso<br />

di Malga Camporossignolo.<br />

Solo pochi anziani residenti<br />

sembrano conoscere l’edificio<br />

col nome di “Malga della<br />

Cesa”. Uno stabile ampio, il<br />

cui pascolo si estende insinuandosi<br />

a strette fasce all’interno<br />

di un bosco di abete<br />

rosso e bianco. <strong>Il</strong> tutto insiste<br />

nel territorio comunale<br />

di Lusiana a 1161 metri di altitudine,<br />

lungo la strada che<br />

da Osteria Fontanelle porta a<br />

Monte Corno. Grazie alle ricerche<br />

degli instancabili coniugi<br />

Rigoni Marchetti, oggi scopriamo<br />

che la malga è sorta sulle<br />

fondamenta di una chiesetta<br />

della Prima Guerra Mondiale. A<br />

costruirla fu il contingente francese,<br />

giunto alla fine del 1917<br />

per dar manforte agli italiani<br />

contro i tentativi di sfondamento<br />

austroungarici. Le due immagini<br />

(vedi foto) sono state recentemente<br />

consegnate da<br />

Walter e Luca Borgo al Gruppo<br />

di Ricerca asiaghese che si occupa<br />

di Ripristino e Ricordi di<br />

Guerra. Ai coniugi Maria Grazia<br />

e Tino è bastato qualche giro<br />

per l’Altopiano per localizzare<br />

nell’odierno agriturismo lo scatto<br />

realizzato 90 anni fa. La pieve<br />

in legno fu costruita dal 6° Reggimento<br />

del Genio nel 1918, da<br />

una stima approssimativa possiamo<br />

misurarla in 20 metri per<br />

6; nonostante la penuria dei<br />

materiali il reparto d’oltralpe si<br />

Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano www.giornalealtopiano.it<br />

15<br />

Una festa per ricordare tutti gli emigranti<br />

Domenica 3 agosto la 39^ edizione della giornata dedicata a chi ha dovuto lasciare la propria terra per cercare lavoro<br />

altrove. La targa d’oro Lusiana assegnata a tutti coloro che hanno contribuito alla costruzione della chiesetta di Velo<br />

Dall’Inghilterra per sposarsi<br />

in contrada Ronzani<br />

grazie ad un permesso speciale<br />

del consolato di Manchester,<br />

nella chiesa del monastero di S.<br />

Biagio di Mason saranno benedetti,<br />

nel corso della cerimonia<br />

religiosa svolta da un sacerdote<br />

anglicano (lui è di religione<br />

Cristiana Anglicana, la futura<br />

moglie è Battista) saranno benedetti<br />

gli anelli. Nel pomeriggio<br />

tutti sotto agli antichi portici<br />

di contrada Ronzani, agghindata<br />

e addobbata di fiori, per i<br />

festeggiamenti di rito. E.Z.<br />

Nella foto, Daniele De Lissandri<br />

e Ruth Gardner, promessi sposti,<br />

di Leeds (nord Inghilterra)<br />

ai Ronzani in questi giorni prima<br />

di pronunciare il “sì”.<br />

Dove ora sorge “Malga della cesa”<br />

c’era una chiesetta della Grande Guerra<br />

Ancora un approfondimento del Gruppo asiaghese di Ricerca e Ripristino<br />

ricordi di Guerra. “Malga della ciesa”, meglio nota come Malga<br />

Camporossignolo, un tempo era la pieve dei soldati d’oltralpe<br />

profuse per arricchire l’arredo<br />

esterno con tanto di balaustra<br />

e infissi di un certo pregio. La<br />

dedica a Notre Dame de France<br />

è impressa sul montante dell’entrata<br />

e, su una foto, nella lapide<br />

a bassorilievo. Ma si era pur in<br />

zona di guerra, quindi non contrastano<br />

con la scena di pace e<br />

tranquillità i due soldati che<br />

guardano l’obiettivo del fotografo,<br />

pur riparandosi dietro la<br />

pila di sassi e sacchi a terra.<br />

Con buona probabilità il soldato<br />

barbuto e vestito con il<br />

pastrano scuro è il cappellano<br />

militare, con la mano destra<br />

non stringe un fucile,<br />

bensì un bastone. Molto ben<br />

fatto, poi, il piccolo campanile<br />

da cui saranno spesso usciti<br />

i rintocchi che chiamavano<br />

i fedeli alla messa. Di<br />

quel luogo consacrato oggi<br />

non rimane nulla, se non due<br />

fotografie spedite da un soldato<br />

alla famiglia quale<br />

“Souvenir de l’Altipiano”,<br />

recuperate grazie a ricerche<br />

vie internet.<br />

Una precisazione: stando all’ingrandimento<br />

digitale realizzato<br />

dai possessori su una<br />

delle due originali fotografie,<br />

sembra che il foglio bianco appeso<br />

vicino all’ingresso della<br />

chiesa riporti in francese il monito:<br />

“Non è legna da bruciare!”.<br />

Probabilmente riferito alle<br />

artiglierie nemiche, a quanto<br />

pare l’avvertimento ebbe poco<br />

effetto.<br />

Giovanni Dalle Fusine<br />

La 40.a Giornata dell’Emigrante si<br />

svolgerà a Lusiana il 3 agosto con<br />

due appuntamenti: alle 15,30 alla<br />

sala congressi del Palazzon sarà<br />

intavolato il dibattito su “Emigrazione<br />

ed immigrazione: due temi a<br />

confronto”. La relazione ufficiale<br />

sarà a cura del dott. Adriano Benedetti<br />

già ambasciatore a Caracas e<br />

direttore generale degli italiani all’estero<br />

e per le politiche migratorie<br />

del ministero Affari Esteri. Seguirà<br />

un dibattito con i pareri dei rappresentanti<br />

dei circoli vicentini all’estero,<br />

provenienti dagli stati in cui<br />

maggiormente hanno trovato un<br />

avvenire gli emigrati italiani (Italia,<br />

Europa, America e Australia). Alle<br />

18, a Velo di Lusiana, con lo<br />

spiegamento dei labari dei circoli<br />

vicentini all’estero e delle associazioni<br />

combattentistiche e d’arma<br />

sul sagrato della chiesa di Santa<br />

Maria degli emigranti, con un carrello<br />

da minatore a fungere da altare,<br />

si svolgerà la messa<br />

concelebrata da mons. Alfredo<br />

Magarotto vescovo emerito di Vittorio<br />

Veneto e dai parroci delle parrocchie<br />

del vicariato lusianese. Al<br />

termine della cerimonia religiosa seguiranno<br />

gli interventi delle autorità<br />

che riprenderanno i temi inerenti<br />

all’emigrazione e all’immigrazione.<br />

Si passerà quindi alla consegna da<br />

parte del sindaco Virgilio Boscardin<br />

della “40.a Lusiana targa d’oro”, assegnata<br />

ogni anno a persone o enti<br />

che con la loro attività abbiano reso<br />

meno difficile il calvario dell’emigrazione<br />

degli italiani che quest’anno<br />

è stata assegnata come riconoscenza<br />

a perenne ricordo di tutti coloro<br />

che hanno voluto che venisse costruita<br />

una chiesa dedicata agli emigranti.<br />

La chiesa di Santa Maria degli<br />

emigranti è stata inaugurata il 3 agosto<br />

del 1969 ed è stata eretta con il<br />

contributo delle famiglie di Lusiana<br />

e degli emigranti che dall’estero hanno<br />

inviato il loro contributo. Molte<br />

ambasciate di paesi esteri hanno<br />

inviato le bandiere che fungono da<br />

cornice alla cerimonia estiva. <strong>Il</strong> progetto<br />

era stato redatto dall’arch.<br />

Adolfo Ugo Cipriani emigrato in Argentina<br />

e il cav. Cipriano Garonzelli,<br />

emigrato a Buenos Aires, aveva inviato<br />

la statua della Vergine degli<br />

emigranti, scolpita da Lorenzo<br />

Marquez, ricavata da un quadro<br />

inviato a Campana, quartiere di<br />

Bossi, il segugio più bravo<br />

Con il segugio Bossi Cesare<br />

Capellari di Foza ha vinto il trofeo<br />

assoluto per la categoria<br />

singoli nella gara organizzata<br />

sabato e domenica al Monte<br />

Corno dai “Segugi & Sgugisti”.<br />

<strong>Il</strong> cane ha superato la prova ottenendo<br />

il punteggio più alto di<br />

tutti (47) e la qualifica di “eccellente”.<br />

Al secondo posto in<br />

graduatoria dei singoli il cane<br />

Francy di Gian Bortolo Garzotto<br />

di Fara (41 punti). Le gare si<br />

sono svolte nei territori dei<br />

comprensori della Zona Alpi nei<br />

comuni di Lusiana, Lugo,<br />

Calvene, Castrano e Conco.<br />

Nella categoria “coppie” al primo<br />

posto si è piazzato Giulio<br />

Bonan di Treviso con Rol e Fu-<br />

Torneo per giovani scacchisti<br />

<strong>Il</strong> Comitato Genitori Scuole di Lusiana,<br />

nell’intento di promuovere il diffondersi<br />

di questa disciplina sportiva, organizza,<br />

con il patrocinio dell’Amministrazione<br />

Comunale, il “3^ Torneo di Scacchi Città<br />

di Lusiana”. <strong>Il</strong> Torneo si svolgerà Sabato<br />

26 Luglio, a partire dalle ore 20,00<br />

presso la “Terrazza Comunale” (in caso<br />

di cattivo tempo nel Teatro sottostante).<br />

La partecipazione è gratuita ed è aperta<br />

a tutti. I partecipanti saranno suddivisi<br />

in più categorie ed in particolare: categoria<br />

ragazzi con età compresa tra i 7 e<br />

gli 11 anni; categoria giovani con età<br />

compresa tra i 12 ed i 15 anni; categoria<br />

adulti con età compresa tra i 16 ed i 100<br />

anni. Saranno premiati i migliori classificati<br />

di ogni categoria.<br />

ria (punteggio 39, molto buono).<br />

Piazza d’onore per il padovano<br />

Giulio Stevanato (38 punti, buono)<br />

con Lola e Birba. Nella categoria<br />

gruppi ha vinto Alfonso<br />

Carollo di Lugo (punti 35,33) con<br />

Lampo, Mina e Monte. Nella categoria<br />

“mute” ha vinto Rino<br />

Canale di Lugo (molto buono,<br />

punti 41,2) con Moro, Moretta,<br />

Furia, Diana e Dora. Piazza<br />

d’onore per Loris Polga di Fara<br />

(40,33 punti) con Mara, Birba,<br />

Selva, Timba, Bosco e Zara.<br />

Alla manifestazione hanno partecipato<br />

75 concorrenti e 250<br />

cani. E.Z.<br />

Nella foto, Cesare Capellari ritira<br />

il premio al Corno.<br />

Buenos Aires, per la chiesa locale<br />

dal papa Pio XII.<br />

Nella targa di quest’anno non sono<br />

stati inseriti nomi perché gli organizzatori<br />

hanno voluto con questo<br />

riconoscimento mettere in rilievo<br />

l’impegno profuso da molte persone<br />

prodigatesi per costruire la chiesa<br />

e nella stessa chiesa di Velo di<br />

Lusiana rimarrà custodita la targa<br />

d’oro che farà parte del museo allestito<br />

presso la sacristia del tempio<br />

votivo.<br />

<strong>Il</strong> comitato festeggiamenti ha programmato<br />

per mercoledì 30 luglio<br />

una messa con fiaccolata per le<br />

vie di Velo. Giovedì andrà in scena<br />

“Afro sotto le stelle” con il dj<br />

“Efrem”. Venerdì 1 agosto si esibirà<br />

la cover band “X-Sens”. Sabato<br />

in scena sarà il dj “Edo”.<br />

Domenica 3 agosto la messa sarà<br />

accompagnata dalla banda<br />

“Ronzani” di Lusiana e dal coro<br />

“Amici della montagna” di<br />

Trissino invitati dal gruppo “El<br />

Corgnon”; in serata si esibirà<br />

“Chiara & Magic music show”;<br />

chiusura con i fuochi d’artificio.<br />

Egidio Zampese<br />

Le foto raccontano<br />

la Battaglia<br />

dell’Ortigara<br />

Resterà aperta fino al 17 agosto la<br />

mostra fotografica “La battaglia<br />

dell’Ortigara”, organizzata dai comuni<br />

di Lusiana e Gallio con immagini<br />

del repertorio dell’Archivio storico<br />

Dal Molin. La rassegna, in vetrina<br />

al Palazzon di Lusiana, ricorda<br />

le gesta eroiche dei 18 battaglioni<br />

alpini appartenenti alla 52.a Divisione<br />

dell’esercito italiano per cercare<br />

di recuperare le posizioni perdute<br />

durante la Strafexpedition. Nel corso<br />

di questa sfortunata e sanguinosa<br />

offensiva, voluta dal generale<br />

Cadorna e guidata da generale<br />

Mambretti, la fanteria italiana contò<br />

ben 12,633 morti in soli 15 giorni<br />

(dal 10 al 25 giugno 1917) e fu una<br />

delle pagine più disastrose della<br />

Grande Guerra. Le foto sono di una<br />

straordinaria potenza evocativa e<br />

raccontano, molto meglio delle parole,<br />

non solo la follia degli stati<br />

maggiori e il disperato tentativo del<br />

soldato, ma anche tutta un’epoca<br />

durante la quale i paesi<br />

dell’Altopiano vennero martoriati<br />

dall’evento bellico. La mostra potrà<br />

essere vistata sia il mattino che<br />

al pomeriggio nei giorni festivi, solo<br />

il pomeriggio negli altri giorni. E.Z.<br />

La festa della neve a Conco<br />

<strong>Il</strong> gruppo “Conco insieme”, con il Comune e la<br />

Pro loco, organizza la “Festa della Madonna<br />

della neve” a Conco dal 26 luglio al 5 agosto.<br />

Sabato 26 luglio la serata propone musica afro<br />

con dj “Nmax l’arabo” e “Loda”. Domenica giochi<br />

popolari al pomeriggio e serata country con<br />

“Sweetriver group”. Mercoledì serata pro Enpa<br />

con dj “Bobrage & Peanuke”. Giovedì 31 giornata<br />

degli anziani con messa al palatenda e<br />

intrattenimento musicale al pomeriggio con “El<br />

Canfin”. Venerdì 1 agosto musica con i “GPL”.<br />

Sabato finale del torneo “Memorial Saba” di calcio<br />

a 6 e discoteca con “Conte”. Domenica 3<br />

agosto menù di selvaggina e musica rock con i<br />

“King Floor”. Lunedì cabaret con i “Brusa<br />

jachete”. Martedì 5 agosto musica con i “Made<br />

in Italy” e spettacolo pirotecnico. E.Z.


E’ stato veramente una grande<br />

festa il Festival Cimbro<br />

2008, organizzato dal Comune<br />

di Roana in collaborazione<br />

con le Pro Loco, associazioni<br />

e gruppi vari, tra cui l’Istituto<br />

di Cultura Cimbra che lavora<br />

da oltre 30 anni per la<br />

valorizzazione della tradizione<br />

dei Sette Comuni. La sera di<br />

giovedì 10 luglio ha visto accendersi<br />

i falò sulle alture delle<br />

varie frazioni del comune con<br />

musiche, percussioni e la partecipazione<br />

di tanta<br />

gente, mentre il venerdì<br />

seguente ha avuto<br />

luogo l’apertura ufficiale<br />

a Mezzaselva, il piccolo<br />

paese dove il<br />

cimbro è ancora parlato,<br />

con la presenza di autorità,<br />

ospiti, il gruppo<br />

folkloristico dei<br />

Grutzigar di Roana e la<br />

esibizione dei Trombini<br />

della Lessinia sempre<br />

molto suggestivi. In serata<br />

al Bostel di Rotzo è<br />

stata rappresentata la<br />

commedia Teatrale L’Occhio<br />

di Ymer, ispirata a<br />

una favola cimbra.<br />

A causa del brutto tempo<br />

non ha potuto aver<br />

luogo la festa al<br />

Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano 16<br />

www.giornalealtopiano.it<br />

HOGA ZAIT 2008<br />

<strong>Il</strong> Festival cimbro tra favole,<br />

musica e i colori della tradizione<br />

Tanzerloch di Camporovere,<br />

luogo di particolare emozione,<br />

con fiaccolata, musica e spettacolo<br />

dei Rispar di Asiago.<br />

Domenica 13 luglio il Festival<br />

è continuato con escursione,<br />

pranzo e musica al Baito Erio ,<br />

mentre nella serata è stato<br />

molto apprezzato a Canove lo<br />

spettacolo teatrale della<br />

Ghertelina, a cura del gruppo<br />

Theama di Vicenza.<br />

I giorni seguenti hanno visto<br />

escursioni varie, serate di documentari<br />

a Camporovere e a<br />

Cesuna, una serata a Canove<br />

dedicata alle favole cimbre per<br />

bambini, una visita molto riuscita<br />

alla comunità cimbra della<br />

Lessinia, una serata gastronomica<br />

cimbra presso il Ristorante<br />

K2 di Mezzaselva, la interessante<br />

rievocazione a<br />

Treschè Conca di un matrimonio<br />

e di un filò dei tempi passati.<br />

In tutte le frazioni in giorni<br />

diversi è stata celebrata la<br />

Messa con canti e preghiere in<br />

lingua cimbra.<br />

La fiaccolata e lo spettacolo<br />

delle Zeleghen<br />

Baiblen sabato 19 luglio<br />

a Cesuna è stato certamente<br />

uno dei momenti<br />

culminanti del Festival,<br />

che ha visto la conclusione<br />

domenica con<br />

grande folklore a<br />

Canove e a Roana in<br />

piazza e lungo la attraversata<br />

della Valdassa in<br />

costume d’epoca. La cena<br />

cimbra , il travolgente<br />

spettacolo musicale degli<br />

Hotel Riff e di Pierangelo<br />

Tamiozzo, il suono festoso<br />

dei campanacci hanno<br />

riempito la serata finale<br />

nel palatenda.<br />

Sergio Bonato<br />

Nella piazza di Roana si attendeva l’arrivo dei transumanti per dare il via al racconto, fatto con<br />

disegni, parole e musica, della storia di Kamparube e della bella Guendalina che, secondo un<br />

antico testo recuperato dal Gruppo Speleologico 7 Comuni, raccontato dai Rispaar sullo stile<br />

dei vecchi “contastorie”, spiega in modo fantasioso l’origine del Tanzerloch.<br />

Ghertelina non canta<br />

più, si è innamorata del<br />

lutaio Jekele lasciando<br />

l’Altopiano alla mercé<br />

degli invasori da nord.<br />

La leggenda cimbra<br />

della Ghertelina, fata dei<br />

boschi e dei fiori, è stata<br />

magistralmente messa in<br />

scena dal gruppo<br />

teatrale “Theama”<br />

domenica 13 luglio al<br />

teatro di Canove causa<br />

maltempo, anzi che nel<br />

teatro naturale del<br />

Bisele, ma la<br />

rappresentazione non ha<br />

risentito del cambio di<br />

programma grazie anche<br />

al lavoro della pro loco<br />

di Canove che ha<br />

allestito in tempo di<br />

record la sala<br />

parrocchiale.<br />

A Rotzo il gruppo teatrale i Lacharen ha<br />

messo in scena lo spettacolo “L’occhio di<br />

Ymer” commedia brillante ispirata alla<br />

favolistica cimbra<br />

Ha divertito i numerosi presenti<br />

il “Filò”, rappresentato a<br />

Treschè Conca nella Stalla dei<br />

Seja da un simpatico gruppo<br />

composto soprattutto di “attori<br />

per caso” locali, che hanno<br />

proposto in una bellissima e<br />

molto ben curata scenografia<br />

“scene da un matrimonio de ‘sti<br />

ani”, con battute e modi di dire<br />

tipici, senza rinunciare a<br />

qualche divertente allusione a<br />

fatti attuali.<br />

Una platea di circa 2500 spettatori ha potuto assistere alla fantastica rappresentazione delle<br />

Zeleghen Baiblen svoltasi domenica scorsa a Cesuna. Lo splendido teatro naturale di pascoli e<br />

pareti rocciose ha fatto da ottimale sfondo al fantastico scenario posto in essere dalla Pro Loco<br />

della feazione roanese. La manifestazione, che rientrava tra gli appuntamenti del Festival Cimbro<br />

“Hoga Zait”, ha impegnato circa 50 volontari coadiuvati da Laura Magnabosco e Cristina Volpe,<br />

responsabili pure della coreografia e dei costumi. “Un lavoro partito già a Natale del 2007 – dice<br />

Edoardo Rostan – nell’ultimo mese ci siamo dedicati alle prove, cercando di armonizzare le mansioni<br />

di cui ogni uno si è preso carico. <strong>Il</strong> mio compito era comporrei testi; quest’anno si è cambiato in<br />

parte il programma, abbiamo sviluppato il ciclo della natura, con le quattro stagioni a far da tema<br />

trainante, questo ha permesso di sbizzarrirci con gli effetti speciali e le ambientazioni.<br />

L’accompagnamento musicale, il gioco di fuochi, luci e fumogeni hanno reso il giusto tocco di<br />

suggestione e misticismo fin dall’inizio del percorso, ottenendo il consenso di quanti hanno<br />

partecipato a questa bella fiaba”.


Le premesse per una buona stagione<br />

ci sono tutte: forse chi<br />

leggerà queste righe, la prima<br />

raccolta l’avrà già fatta e comunque<br />

di certo a breve, la farà. Le<br />

condizioni ci sono tutte: tanta<br />

acqua, temperatura idonea, luna<br />

calante favorevole. Qualche<br />

sopralluogo nei miei posti, per<br />

valutare l’aspetto “habitat” l’ho<br />

già fatto e ammetto di essere<br />

ottimista. <strong>Il</strong> sottobosco è umido,<br />

il muschio soffice e qualche<br />

timido agarico in compagnia dei<br />

primi steccherini dorati, si è già<br />

mostrato. Ma sappiamo tutti<br />

cosa ci interessa trovare...<br />

Qualcuno tempo fa qualcuno mi<br />

disse: “Brava te sì, a contare<br />

de dove ndar caminare o in<br />

bici, ma de dove che te cati i<br />

funghi, no te ghen parli miga...”<br />

Beh, ne parlo adesso. E no cari,<br />

piano, non dei posti, ma dei luo-<br />

Sabato 26 luglio 2008<br />

Tempo di funghi<br />

Quest’anno ci sono tutte le condizioni per una buona stagione<br />

...Ma il fungo è un vegetale o un<br />

animale<br />

Potremmo definire il fungo un<br />

anello di congiunzione fra il mondo<br />

vegetale e quello animale, essendo<br />

assimilabile ai batteri, ma<br />

correttamente definibile: vegetale<br />

sprovvisto di clorofilla. I veri<br />

vegetali infatti, si nutrono di sostanze<br />

inorganiche quali anidride<br />

carbonica, acqua e sali minerali,<br />

che si trovano disciolti nel terreno<br />

e grazie alla fotosintesi clorofilliana,<br />

assorbono anidride ed<br />

emettono ossigeno. I funghi invece,<br />

si nutrono essenzialmente<br />

di sostanze organiche, viventi e<br />

non viventi.<br />

....Come si riproduce<br />

Per riprodursi un fungo emette<br />

una polverina, detta polvere<br />

sporica. Le spore maschili e femminili,<br />

sono cellule di dimensioni<br />

infinitesimali (fra i 3 e i 15 millimetri)<br />

in grado, per germinazione, di<br />

dar vita a nuovi esemplari. La<br />

spora di un sesso, quando<br />

germina in un terreno adatto, produce<br />

un lungo filamento<br />

“Vol au vent ai finferli” (xaletti)<br />

Riempire i vol au vent (il mercato<br />

ne propone di ottimi già<br />

pronti) con un impasto di finferli<br />

saltati con olio, aglio, vino bianco,<br />

prezzemolo uniti a ricotta e<br />

spolverizzati con curry.<br />

“Filetto alla crema di porcini”<br />

Scottare i filetti in olio e aglio.<br />

Cuocere i porcini in olio, aglio,<br />

ghi. Intendo dell’ambiente, che<br />

in oltre 50 anni di pellegrinaggi,<br />

ho conosciuto e riconosciuto.<br />

Ti si forma quasi un sesto senso,<br />

un’intuizione animalesca<br />

che ti sviluppa l’olfatto, la vista<br />

e perfino il tatto. Sai, e non solo<br />

perché ce l’hai nel Dna, che a<br />

inizio stagione è meglio il bosco<br />

esposto a sud o che è meglio<br />

la fascia più bassa, mentre<br />

più avanti ci si può spingere in<br />

altura e che sud e nord, si equivalgono.<br />

Ma obiettivamente è<br />

difficile spiegare che la radura<br />

assolata in mezzo alla pineta è<br />

favorevole ai boleti, che comunque<br />

proliferano sia in aghi di<br />

pino che nell’erba bassa. Che<br />

gli stessi sono quasi sempre<br />

accompagnati da porcinelli<br />

(boletus piperatus, ferrugineus,<br />

badius) e da amanite<br />

(phalliodes, muscaria,<br />

pantherina, spissa, rubescens)<br />

e dai candidi funghi della farina,<br />

o prugnolo, quélet e…spion<br />

de le brise (clitopilus prunulus),<br />

quasi in simbiosi. Che laddove<br />

crescono i primi boleti, quelli<br />

venefici, poi è facile trovare<br />

quelli edibili. Che le mazze di<br />

tamburo escono anche col secco,<br />

mentre i finferli (erroneamente<br />

noi definiamo finferli i sanguigni,<br />

e chiamiamo i veri<br />

finferli, ormai rari, “xaletti”),<br />

abbondano con l’umido. Che<br />

dove viene effettuato un taglio<br />

del bosco, ci voglion anni prima<br />

che i funghi riprendano possesso<br />

del terreno. Che se fa una<br />

gelata prima del tempo...addio!<br />

<strong>Il</strong> vero funghista, quello serio,<br />

non fa razzia. Non spacca col<br />

bastone ciò che non gli comoda<br />

o non conosce. Non raccoglie<br />

esemplari insignificanti,<br />

8<br />

l’Altopiano www.giornalealtopiano.it<br />

17<br />

casomai li protegge con aghi di<br />

pino e foglie, né raccoglie esemplari<br />

che non conosce, li lascia<br />

semplicemente lì, al loro destino.<br />

<strong>Il</strong> vero funghista, quello serio,<br />

netta il fungo sul posto,<br />

coll’apposito coltellino/spazzolino<br />

e lo ripone in un cesto di<br />

vimini. Perchè <strong>Il</strong> passaggio di<br />

aria, meglio conserva il fungo e<br />

ne previene il viraggio e consente<br />

alle spore di essere disseminate<br />

sul terreno. Semplice,<br />

Alcune caratteristiche dei funghi<br />

Cosa sono, come si riproducono e quali sono gli effetti tossici di quelli velenosi<br />

monocellulare detto ifa. Più ife<br />

intessute fra loro producono il<br />

micelio, che a sua volta genera il<br />

fungo, solo entrando in contatto<br />

con il micelio prodotto da cellule/ife/micelio<br />

dell’altro sesso.<br />

Che ciò avvenga non è facile,<br />

ecco perchè ogni fungo produce,<br />

per la “legge dei grandi numeri”,<br />

una quantità infinita di<br />

spore.<br />

Aspetto tossicologico<br />

I funghi velenosi e tossici sono<br />

ciò che temiamo di più, ecco<br />

perchè è bene prima di consumarli,<br />

farli controllare da un vero<br />

esperto. Purtroppo alcune varietà<br />

(Amanite, Boleti, Cortinari) presentano<br />

esemplari indistinguibili<br />

fra edibili e tossici, quindi:<br />

occhio...e nel dubbio non consumarli!<br />

<strong>Il</strong> vero killer è l’Amanita<br />

Phalloides. Si pensi che basta<br />

ingerirne una di medie dimensioni<br />

e con i suoi 20 mg. di amantina<br />

e phalloidina, una persona di circa<br />

60 kg. va incontro a morte certa,<br />

dopo anche una settimana. Le<br />

amantine si fissano nel fegato e<br />

vengono assorbite dalle cellule<br />

epatiche, che vengono alterate<br />

Ma se son buoni, son buoni davvero!<br />

Alcune ricettine personalizzate<br />

prezzemolo e vino bianco, quindi<br />

ridurli in crema col mixer, che<br />

calda servirà da letto per i filetti.<br />

“Bruschette ai funghi”<br />

Solita base di cottura per i funghi<br />

(se misti, cuocere qualche<br />

minuto in più e saggiarli con la<br />

forchetta, evitando che si<br />

spappolino). Sul pane tostato e<br />

passato con un po’ di olio e<br />

aglio, stendere abbondante, il<br />

misto.<br />

Consiglio: mai dico, mai, far<br />

sbollentare i funghi e poi passarli<br />

in padella né lavarli, ma<br />

nettarli con una panno-carta e<br />

un pennellino, per lasciare intatto<br />

l’aroma: in fondo nascono<br />

nel posto più pulito che ci sia, il<br />

bosco! Buon appetito!<br />

inesorabilmente fino alla necrosi<br />

e alla totale degenerazione. Per<br />

secoli a livello terapeutico si è<br />

brancolato nel buio, da alcuni<br />

decenni invece, grazie ad un farmaco<br />

italiano (Tioctidase), iniettate<br />

in flebo fino a 500 cc al giorno,<br />

unito a terapie di sostegno,<br />

fino alla normalizzazione della<br />

ghiandola epatica. Parenti stretti<br />

della Phalloides, sono le Amanite<br />

Muscaria e Pantherina, che provocano<br />

sintomi di minor portata,<br />

quali intossicazioni gastro-intestinali<br />

e al sistema nervoso centrale e<br />

periferico, sbalzi pressori, delirio,<br />

cefalee, vertigini, allucinazioni, etc.<br />

Anche il Cortinarius Orellanus,<br />

provoca sintomi gravi, più vicini alla<br />

Phalloide e può portare alla morte,<br />

come la Gyromitra. Appena meno<br />

gravi le conseguenze<br />

dell’ingestione dell’Entoloma e del<br />

Tricholoma, poiché provocando<br />

solitamente il vomito, vengono eliminati<br />

in breve dal malcapitato.<br />

Queste righe non per fare terrorismo<br />

psicologico, ma per avere ben<br />

presenti i rischi: non passa anno<br />

senza sentire dai telegiornali, che<br />

qualcuno è morto per aver mangiato<br />

funghi velenosi.<br />

no Sì, è vero, tutti noi siamo<br />

stati a volte, funghisti poco seri,<br />

ma certo non come “sistema di<br />

vita”. Io mi irrito oltremodo (...sì,<br />

volevo usare un altro termine)<br />

quando girovagando, trovo<br />

funghi spaccati o peggio funghi<br />

prima raccolti poi buttati.<br />

Dove sarà il gusto<br />

Beh, io sono pronta: scarponi<br />

da funghi, coltellino, cesto, permesso.<br />

No, adesso che ce l’ho<br />

in mano vedo che è scaduto:<br />

domani vado a rifarlo.<br />

Beppa Rigoni Scit


<strong>Il</strong> 18 luglio, presso il<br />

palatenda di Stoccareddo e<br />

nell’ambito della tradizionale<br />

Festa del Villeggiante,<br />

si è tenuto il 7° Raduno<br />

Musicisti Altopiano.<br />

L’evento, che negli anni si<br />

è tenuto in differenti locali<br />

e paesi dell’Altopiano, si è<br />

svolto quest’anno nella frazione<br />

di Gallio ed è stato<br />

organizzato da Michele<br />

Panozzo, da Gigi “Sincope”<br />

e dalla Polisportiva di<br />

Stoccareddo.<br />

Dopo la gustosa cena disponibile<br />

al ricco stand gastronomico<br />

del palatenda,<br />

Eros Ambrosini, ideatore e<br />

da sempre promotore dell’iniziativa,<br />

ha introdotto ai<br />

presenti la serata, ricordando<br />

che lo scopo dell’iniziativa<br />

non è quello di esporsi<br />

a una vetrina musicale, ma<br />

di stare in compagnia di chi<br />

ha la stessa passione per la<br />

musica, sia un musicista o<br />

sia un semplice appassionato.<br />

La serata di quest’anno si<br />

è svolta infatti all’insegna<br />

dell’incontro tra gruppi musicali<br />

e semplici appassionati.<br />

La serata, nonostante<br />

accompagnata da un’ormai<br />

immancabile e implacabile<br />

pioggia, è stata piacevolmente<br />

caratterizzata da<br />

Sabato 26 luglio 2008<br />

Musica è…stare in compagnia<br />

7° Raduno Musicisti Altopiano: anche molti appassionati all’evento tenutosi a Stoccareddo<br />

una commistione di musicisti<br />

e di gruppi: alla 0-100<br />

Bar Band si sono aggiunti i<br />

fratelli Vellar di Roana alla<br />

chitarra e alla batteria e alla<br />

strepitosa Wild West<br />

Country Band si sono aggregati<br />

i cori di Maurizio<br />

Rigoni.<br />

Presente alla festa, con<br />

semplicità e umiltà non<br />

scontate, la cantante Gloria,<br />

concorrente per due<br />

volte a Sanremo, per una<br />

vincitrice della sezione Giovani<br />

e per la seconda del<br />

Premio della Critica, che,<br />

accompagnata alla chitarra<br />

da Luca Baù, ha deliziato i<br />

presenti con la sua voce,<br />

cantando un pezzo di<br />

Robbie Williams: non sono<br />

mancati gli applausi.<br />

Dopo un avvicendarsi frenetico<br />

e variegato di musicisti,<br />

tra cui i Wide Rock<br />

con dei pezzi del loro nuovo<br />

repertorio, la serata è<br />

proseguita all’insegna<br />

dell’improvvisazione: musicisti<br />

che non hanno mai suonato<br />

insieme si sono misurati<br />

con canzoni del repertorio<br />

comune, cosa che ha<br />

soddisfatto appieno le<br />

aspettative per la serata,<br />

che si poneva come incontro<br />

tra musicisti e appassionati,<br />

non come mera, vera<br />

<strong>Il</strong> cinema teatro Palladio di<br />

Cesuna ospiterà nella prima<br />

settimana di agosto i<br />

due concerti più attesi<br />

della Stagione<br />

Concertistica organizzata<br />

da Artemusica.<br />

<strong>Il</strong> maestro Fulvio Luciani<br />

torna a grande richiesta<br />

ad esibirsi sull’Altopiano<br />

(dove terrà anche un laboratorio<br />

di perfezionamento<br />

di violino) in quello<br />

che si annuncia come<br />

e propria esibizione.<br />

A fine serata, i presenti<br />

hanno ballato sulle note di<br />

Ligabue riprodotte dal<br />

gruppo Libera Uscita, che<br />

ha coinvolto con la musica<br />

pop italiana tutto il<br />

palatenda, nonostante la<br />

pioggia e l’ora tarda.<br />

La soddisfazione più grande<br />

degli organizzatori è stata<br />

quella di veder realizzato<br />

l’obiettivo primo del Raduno<br />

Musicisti Altopiano di<br />

quest’anno: una serata in<br />

compagnia, senza la pretesa<br />

esibizionistica di mettersi<br />

in mostra e al solo scopo di<br />

riunirsi per cantare, suonare<br />

e festeggiare la vita. La<br />

novità di quest’anno, ovvero<br />

l’estensione dell’invito a<br />

tutti coloro che volessero<br />

partecipare, si è rivelata<br />

vincente e ha dato un profondo<br />

insegnamento: c’è<br />

chi fa musica dopo aver studiato<br />

per anni e chi non ha<br />

potuto farlo o ha semplicemente<br />

preferito restare ad<br />

assaporarla, l’uno attivo e<br />

l’altro passivo, ma entrambi<br />

accomunati da cuore e<br />

anima da musicisti, perché<br />

la musica è per tutti e tutti<br />

hanno orecchie per poterla<br />

gustare e anche... commentare!!!<br />

Martina Rossi<br />

8<br />

l’Altopiano 18<br />

www.giornalealtopiano.it<br />

Tra musica, ricordo e amicizia<br />

Domenica 3 agosto un’altra giornata in memoria di<br />

Claudio Rebeschini con il Concerto per un Amico<br />

Ritorna anche quest’anno<br />

l’attesissimo Concerto per un<br />

Amico, manifestazione, giunta<br />

ormai alla sua ottava edizione, in<br />

onore e in ricordo di Claudio<br />

Rebeschini, musicista roanese<br />

prematuramente scomparso.<br />

Anche quest’anno, durante il<br />

pomeriggio e la serata della prima<br />

domenica del mese (il 3 agosto),<br />

si avvicenderanno sul palcoscenico<br />

del palatenda di Roana<br />

i gruppi musicali del nostro<br />

Altopiano, ancora una volta uniti<br />

per ricordare un uomo d’oro, un<br />

musicista che è stato uno dei<br />

precursori della musica nel no-<br />

I concerti d’agosto di Artemusica<br />

un vero e proprio evento<br />

musicale dell’estate. <strong>Il</strong><br />

violinista infatti è abitualmente<br />

ospite delle più<br />

prestigiose istituzioni musicali<br />

italiane, dal Teatro<br />

alla Scala di Milano all’Accademia<br />

Filarmonica<br />

di Roma al Festival dei<br />

Due Mondi di Spoleto e<br />

ha tenuto nella sua lunga<br />

carriera centinaia di<br />

concerti in tutto il mondo.<br />

La sua esibizione in programma<br />

il 2 agosto alle<br />

ore 21 ha un titolo che già<br />

racconta le emozioni che<br />

il pubblico potrà vivere:<br />

“La voce del violino”,<br />

con musiche di Bach,<br />

Tartini, Stravinskij e<br />

Berio.<br />

Da uno strumento a corde<br />

strofinate (ad arco) ad<br />

uno a corde percosse.<br />

Sotto i riflettori del concerto<br />

di venerdì 8 agosto<br />

un solo pianoforte e due<br />

stro territorio e che, pertanto, è<br />

entrato nel cuore sia di chi l’ha<br />

conosciuto che di chi non ha<br />

potuto stringergli la mano, ma si<br />

sente comunque legato a lui dal<br />

passaggio di un testimone fatto<br />

di note, accordi, spartiti: musica!<br />

La giornata in onore di Claudio<br />

avrà inizio alle ore 16; alle 18:30,<br />

avrà luogo la Santa Messa e,<br />

dalle 19:30, sarà aperto lo stand<br />

gastronomico che, come ogni<br />

anno, delizierà i palati dei musicisti<br />

e di chi vorrà partecipare a<br />

questa serata in compagnia.<br />

L’evento, organizzato anche<br />

quest’anno con la medesima<br />

dedizione e lo stesso entusiasmo<br />

da Tony Rock e dalla Pro Loco<br />

di Roana, sarà un avvicendarsi<br />

delle band altopianesi, animate<br />

dalla voglia di stare insieme e dal<br />

desiderio di ricordare e rendere<br />

omaggio a Claudio.<br />

Come tutti gli anni, saranno presenti<br />

i Danger Rock con il loro<br />

rock italiano, così come i<br />

Midnight Spaghetti, freschi di un<br />

nuovo repertorio. Immancabili<br />

saranno anche Mario Fabris,<br />

Fabio Vellar e Fabio Agostini (Binario).<br />

Parteciperanno anche i<br />

Blonde Brothers, Luca Baù e<br />

Manuel Berthod, Ruben’s<br />

Group, Wide Rock, 0-100 Bar<br />

Band, gli imperdibili Wild West<br />

Country Band, i grintosi Little<br />

Wild e molti altri. Non mancherà<br />

qualche sorpresa, come<br />

l’eseordio dei Garage 16 e dei<br />

Black Out e l’esibizione del nuovissimo<br />

e attesissimo gruppo The<br />

Chemical Wedding.<br />

Fino al 31 luglio, sono aperte le<br />

adesioni per chi voglia dare il<br />

proprio contributo alla giornata<br />

suonando qualche pezzo; per informazioni<br />

gli interessati potranno<br />

contattare Tony Rock al numero<br />

348-4434631.<br />

Siete attesi in molti, musicisti e<br />

non, per una serata all’insegna<br />

della musica, del ricordo e dell’amicizia.<br />

Martina Rossi<br />

grandi protagonisti, i maestri<br />

Bruno Canino e<br />

Giorgio Tessoni presenteranno:<br />

“Hausmusik, ovvero<br />

il piacere di suonare<br />

a quattro mani”.<br />

Un tempo docente e allievo,<br />

i due artisti percorrono<br />

strade parallele ma<br />

sempre di grande prestigio.<br />

Indiscutibili la bravura e<br />

la notorietà del primo<br />

che, oltre a collaborazioni<br />

artistiche del calibro di<br />

Accardo e Ughi, ha lavorato<br />

con i maggiori esponenti<br />

della musica contemporanea<br />

e con le più<br />

famose orchestre del mondo<br />

oltre naturalmente ad<br />

aver suonato come solista<br />

e pianista da camera nelle<br />

principali sale da concerto<br />

e festival in Europa, Stati<br />

Uniti, Australia e Cina.<br />

Antonio Tessoni è docente<br />

di pianoforte principale<br />

presso il Conservatorio<br />

Arrigo Pedrollo di Vicenza;<br />

tiene conferenze, seminari<br />

e guide all’ascolto al fine<br />

di diffondere la cultura<br />

musicale.Giovanni Rattini<br />

Grafica Altopiano


MUSICA<br />

Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano www.giornalealtopiano.it<br />

19<br />

La fisarmonica di Michele Lunardi<br />

Però non solo musica nella sua vita: al primo posto la famiglia<br />

Pagina a cura di<br />

Cesare Pivotto<br />

Ha la musica nel sangue ed<br />

una passione vera, sincera<br />

per la “sua” fisarmonica,<br />

strumento da cui si sente attratto<br />

fin dalla giovanissima<br />

età e con cui esprime grande<br />

personalità ed indubbie<br />

qualità interpretative, tanto<br />

che quando lo ascolti esibirsi<br />

ti coinvolge, ti attrae, sembra<br />

che anche le tue dita corrano<br />

veloci, assieme alla sue,<br />

sui tasti della sua Victoria (la<br />

fisarmonica) e fanno sentire<br />

tue quelle note che, a grappoli,<br />

riempiono l’aria.<br />

Michele Lunardi è un altro di<br />

quei ragazzi “acqua e sapone”,<br />

autenticamente genuini,<br />

un talento (tanto bravo,<br />

quanto modesto) espressione<br />

e vanto di questa nostra<br />

terra.<br />

La sua vita ha molto a che<br />

fare con la musica, e con la<br />

fisarmonica in particolare “A<br />

5-6 anni strimpellavo con<br />

l’armonica a bocca, ma –<br />

esordisce quando lo incontro<br />

invitandolo a raccontarci la<br />

sua storia – seguendo i miei<br />

genitori quando andavano<br />

a ballare il liscio, restavo<br />

estasiato sotto al palco,<br />

ammaliato da quello strumento,<br />

la fisarmonica, capace<br />

di farmi bollire dentro<br />

un nonsochè; il mio<br />

approccio fu con una chitarra<br />

che accantonai subito:<br />

il mio strumento era la<br />

fisarmonica! Avevo 12 anni<br />

circa e frequentavo al seconda<br />

media quando acquistai<br />

la prima fisarmonica;<br />

i miei primi passi li ho<br />

compiuti sotto la guida di<br />

Aldo Vellar ed ho così iniziato<br />

a suonare liscio e<br />

musica popolare. Ma nel<br />

1999 sono andato ad assistere<br />

ad un concorso di fisarmonica<br />

classica a<br />

Chiuppano e questo genere<br />

mi ha affascinato e fatto<br />

cambiare strada; volevo<br />

andare in quella direzione,<br />

ma non sapevo come fare;<br />

fu <strong>Il</strong>ter Pelosi ad indicarmi<br />

il maestro Elio Boschello<br />

(un vero pioniere di questo<br />

genere, uno dei maggiori<br />

specialisti di fisarmonica)<br />

e la sua scuola a Mirano.<br />

Nel 2000 ho iniziato così a<br />

frequentare la sua scuola,<br />

un pomeriggio alla settimana<br />

per 8 lunghi anni; all’inizio<br />

è stata dura, anche<br />

perché l’approccio non era<br />

di quelli ma aveva<br />

un perché: verificare se<br />

la passione era autentica,<br />

profonda, e non un fuoco<br />

di paglia”.<br />

Quanto conta la musica nella<br />

tua vita “Evidentemente<br />

molto! C’è una passione<br />

radicata che adesso, dopo<br />

il diploma, è ancor più libera<br />

di esprimersi e di essere<br />

approfondita, cosa<br />

che invece, fino a quando<br />

fai gli esami, spesso è<br />

incanalata in determinati<br />

binari finalizzati proprio al<br />

superamento delle prove.<br />

Se sto due giorni senza<br />

usare la fisarmonica mi<br />

sembra di tradire quanto<br />

fatto finora, di perdere<br />

qualcosa di me stesso.<br />

Però la musica non è tutto,<br />

per me, e non è al primo<br />

posto nella mia scala<br />

dei valori: prima vengono<br />

la famiglia, gli affetti, la<br />

morosa (Cinzia, con cui sta<br />

insieme da oltre un anno,<br />

ndr); la musica viene<br />

dopo!”<br />

Finiti gli esami. Punto di arrivo<br />

o di partenza “Per me<br />

aver finito il Conservatorio<br />

non vuol certo dire sapere<br />

tutto. Questo è servito<br />

ad acquisire la preparazione<br />

necessaria per partire,<br />

per puntare a nuovi<br />

traguardi, a nuove esperienze,<br />

a guardare in altre<br />

direzioni …”.<br />

Cosa pensi di fare ;<br />

cosa c’è nel tuo futuro<br />

“Per me il massimo sarebbe<br />

poter andare avanti<br />

con la musica. Mi piacerebbe<br />

molto insegnare (cosa<br />

che peraltro ho già iniziato<br />

a fare, un giorno alla settimana,<br />

nella scuola di Mirano<br />

del maestro<br />

Boschello) ed affiancare a<br />

questo serate e concerti.,<br />

anche per esprimere in<br />

pubblico il mio modo di vivere<br />

e sentire la musica.<br />

Però andrebbe bene anche<br />

trovare un’occupazione<br />

che mi lasciasse un po’ di<br />

tempo e di spazio per dedicarmi<br />

anche alla musica. In<br />

effetti oggi in Italia è sempre<br />

più difficile pensare di<br />

viere facendo musica. Per<br />

la fisarmonica, poi in particolare,<br />

strumento che solo<br />

dai primi anni Novanta è<br />

entrata nei conservatori. Si<br />

potrebbe anche puntare a<br />

creare un gruppo <br />

(come abbiamo<br />

cercato di fare con<br />

l’ensemble) per proporre<br />

un programma alternativo,<br />

ma non sempre è facile”.<br />

Hai, come tutti, il tuo sogno<br />

nel cassetto “Direi di sì. Mi<br />

piacerebbe fare concerti,<br />

esprimere con la musica<br />

tutta la mia passione, anche<br />

se non gradirei molto<br />

essere sempre in giro per il<br />

mondo: vorrei farmi una<br />

famiglia e conservare comunque<br />

del tempo da dedicare<br />

a me stesso ed ai miei<br />

cari. La cosa più bella sarebbe<br />

poi riuscire ad aprire<br />

una scuola di musica<br />

tutta mia, magari proprio<br />

qui sul mio altopiano; mi<br />

piacerebbe comunque riuscire,<br />

anche andando nelle<br />

scuole a proporre lezioni-concerto<br />

dimostrative, a<br />

far avvicinare, apprezzare<br />

ed amare ai giovani e giovanissimi<br />

non solo la musica<br />

ma anche la mia fisarmonica,<br />

strumento che,<br />

contrariamente a quanto<br />

normalmente si crede,è<br />

quanto mai attuale e versatile,<br />

adatto a svariati generi<br />

musicali (anche grazie<br />

a moderne , molto più<br />

leggere e con la ulteriori<br />

possibilità espressive) che<br />

vanno dal liscio al classico,<br />

dal jazz al moderno”.<br />

Oltre alla musica cosa ama<br />

Michele Lunardi “Mi piace<br />

molto l’astronomia; se<br />

non avessi seguito la strada<br />

della musica, sicuramente<br />

all’Università avrei<br />

fatto Astronomia. Mi piacciono<br />

letture di carattere<br />

scientifico. Non sono tifoso<br />

di squadre di calcio di<br />

l 1° luglio ha conseguito il Diploma di Conservatorio<br />

Michele Lunardi è nato ad Asiago il 7 giugno 1982, figlio<br />

di Loris e Paola, ha una sorella, Elena.<br />

Nel 2001 ha conseguito la maturità Scientifica presso l’allora<br />

Liceo “Pertile” di Asiago. Ha proseguito gli studi di<br />

fisarmonica classica presso l’Istituto “Fancelli-Boschello”<br />

di Mirano (seguendo lezioni individuali col maestro Sergio<br />

Scappini, titolare della cattedra di fisarmonica presso il<br />

conservatorio “Verdi” di Milano e fisarmonicista del teatro<br />

“Alla Scala”) superando gli esami presso i conservatori<br />

“Pollini” di Padova e “Verdi” di Milano. Lo scorso 1°<br />

luglio ha conseguito il Diploma di Compimento Superiore<br />

(10° anno di fisarmonica classica).<br />

Ha partecipato a corsi di perfezionamento, tra cui il<br />

masterclass tenuto dal maestro Claudio Iacomucci.<br />

Collabora con alcuni compositori e insegna teoria e<br />

solfeggio, pianoforte e fisarmonica presso l’Associazione<br />

Culturale Altopiano “Scuola di musica”.<br />

Si è esibito con l’ensemble “L. Facelli” (un sestetto di<br />

fisarmoniche nato nel 2004 e diretto dal prof. Fossetta)<br />

nelle stagioni concertistiche del Triveneto (Portogruaro,<br />

Pordenone, Mansuè, Sacile, Asiago, Fossalta di Piave,<br />

Sappada ..), a Forlì, Mantova …<br />

Come solista ha proposto saggi pubblici e lezioni-concerto<br />

anche nelle scuole; si è esibito come ospite nelle sezioni<br />

dell’Istituto “Fancelli-Boschello” di S. Giorgio in Bosco,<br />

Villafranca e Villanova; ha tenuto concerti presso<br />

chiese e teatri ad Asiago, Gallio, Foza, Canove, Rotzo,<br />

Bassano, Pove del Grappa, ed ancora Mestre, Mira, Mirano,<br />

Treviso e Milano.<br />

La dedica dei genitori<br />

In silenzio abbiamo fatto<br />

la tua stessa strada, certamente<br />

non facile, tortuosa<br />

e difficile. Le scelte<br />

che hai fatto sono state<br />

volute, consapevole<br />

degli ostacoli che avresti<br />

trovato. Non ti sei mai<br />

perso d’animo, la passione<br />

per questo strumento<br />

e per la musica hanno<br />

fatto sì che tu finalmente<br />

arrivassi al traguardo<br />

che ti eri prefissato. Un<br />

grazie all’Istituto che hai<br />

frequentato, in particolare<br />

al tuo maestro, maestro<br />

di musica ed anche<br />

di vita. Tutti assieme ti<br />

abbiamo sempre sostenuto<br />

nei momenti difficili, dandoti<br />

coraggio e fiducia. Sei stato<br />

consapevole delle tue possibilità,<br />

devi avere fiducia in te<br />

stesso. Ti ringraziamo di<br />

averci fatto assaporare certe<br />

emozioni grazie alla tua<br />

maestria e sensibilità che riesci<br />

a trasmettere quando ti<br />

serie A, anche se ho giocato<br />

a calcio per dodici<br />

anni con Asiago e Canove,<br />

anche in prima categoria;<br />

poi ho smesso anche per<br />

problemi legati allo studio.<br />

Adesso amo avere un rapporto<br />

con l’ambiente: amo<br />

la mountain bike e fare<br />

passeggiate nel bosco.<br />

Ascolto anche musica moderna<br />

ma più di genere<br />

melodico e tranquillo (che<br />

meglio si addicono al suo carattere,<br />

ndr);personalmente<br />

non amo rock e metal,<br />

stringi addosso la fisarmonica.<br />

Per anni in casa non c’è<br />

mai stato silenzio, le nostre<br />

giornate sono sempre state in<br />

musica; anche i muri potrebbero<br />

suonare!Ora hai bisogno<br />

di un po’ di fortuna: bravura<br />

e professionalità non ti<br />

mancano. Complimenti!<br />

Mamma e papà<br />

come pure non riesco a frequentare<br />

la discoteca”.<br />

La nostra chiacchierata finisce<br />

così e congedo con una<br />

pacca sulla spalla ed una calorosa<br />

stretta di mano Michele,<br />

ragazzo tranquillo, dal carattere<br />

mite, riservato, sincero; un classico,<br />

autentico bravo ragazzo!<br />

L’appuntamento con lui è alle sue<br />

prossime esibizioni; andate ad<br />

ascoltarlo: ne vale veramente la<br />

pena! Suonerà domenica 27 luglio<br />

e domenica 24 agosto, sempre<br />

alle ore 21, nella Chiesa Parrocchiale<br />

di Canove.<br />

I


Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano 20<br />

www.giornalealtopiano.it<br />

Di padre in figlio – I mestieri che si tramandano<br />

Panificatori da un secolo<br />

Rino Casagrande, con i figli Alberto e Daniele, e con il prezioso aiuto<br />

della moglie Nerina cura uno dei panifici storici di Asiago, nato nel 1910<br />

Fornai da quattro generazioni.<br />

Lo era il<br />

bis nonno Domenico,<br />

detto Biagio, lo era<br />

nonno Giacomo, lo è<br />

papà Rino che ha trasmesso<br />

il gene di<br />

panificatori ai figli<br />

Alberto e Daniele.<br />

Alla dinastia dei<br />

Casagrande da circa<br />

un secolo (il panificio<br />

è nato nel 1910) si<br />

associa il buon pane<br />

sfornato all’angolo<br />

tra piazza Carli e via<br />

Monte Interrotto. <strong>Il</strong><br />

forno infatti si trova nello<br />

stesso posto in cui era prima<br />

della Grande Guerra, tempi<br />

in cui il pane era un super<br />

alimento, consumato in tutti i<br />

modi, con ogni piatto, a pranzo<br />

e cena, ma anche a colazione,<br />

fresco o biscottato,<br />

quando non se ne sprecava<br />

neppure una briciola. Un’immagine<br />

di quei tempi è visibile<br />

nella foto che pubblichiamo<br />

e che fa bella mostra di<br />

sé appesa alle pareti del bar<br />

di fronte. Un quadro semplice,<br />

ma suggestivo, che ci riporta<br />

ai tempi in cui poche<br />

erano le macchine parcheg-<br />

giate ai lati della strada e il<br />

pane più che venduto in negozio<br />

veniva consegnato a<br />

casa direttamente dal fornaio<br />

che ogni mattina faceva il<br />

suo bel giro in bicicletta. Un<br />

compito che anche Rino, da<br />

giovane, ha svolto per parecchio<br />

tempo.<br />

Come tutti i mestieri, anche<br />

quello del fornaio ha subito<br />

una notevole trasformazione<br />

negli anni, grazie all’introduzione<br />

di nuove tecnologie per<br />

la preparazione del prodotto.<br />

Ancora oggi si lavora nel<br />

cuore della notte per avere il<br />

pane bello e pronto di primo<br />

mattino, ma fortunatamente<br />

gli orari non sono più quelli di<br />

una volta. Le impastatrici automatiche,<br />

la lievitazione<br />

programmabile e i forni computerizzati<br />

hanno alleggerito<br />

molto il peso della produzione<br />

e si ha la possibilità di dormire<br />

qualche ora in più. “Nel<br />

periodo di stagione – sottolinea<br />

Alberto – la sveglia è<br />

comunque puntata sulle tre,<br />

anche prima”.<br />

Qualche levataccia insomma<br />

è sempre necessaria, anche<br />

perché è notevolmente “lievitata”<br />

la varietà dei prodotti<br />

che oggi si offrono al cliente.<br />

Gli alberi di Marika<br />

In mostra alla galleria Busellato i quadri dedicati alla natura e ai boschi dell’Altopiano<br />

E’ aperta alla Galleria<br />

d’Arte Busellato di<br />

Asiago, in corso 4 novembre,<br />

86, la mostra personale<br />

di Marika Vicari intitolata<br />

“Alberi. Segni<br />

sulla neve”.<br />

Organizzato con il patrocinio<br />

della Città di<br />

Asiago e della Comunità<br />

Montana, l’evento si<br />

pone come un piccolo<br />

atto dedicato alla cultu-<br />

ra locale, un gesto di una<br />

giovane artista dedicato<br />

alla natura e ai boschi<br />

dell’Altopiano importanti<br />

segni per la sua ricerca.<br />

Marika Vicari è un giovane<br />

talento il cui lavoro<br />

si sta affermando nei<br />

principali centri artistici<br />

e culturali europei. Nata<br />

a Vicenza nel 1979,<br />

Marika si è diplomata in<br />

Nella foto allegata: As I walk - 20x20<br />

resine e grafite su legno di pioppo.<br />

pittura all’Accademia delle<br />

Belle Arti di Venezia e in<br />

seguito si è laureata in<br />

Progettazione e Produzione<br />

delle Arti Visive alla Facoltà<br />

di Design e Arti dello<br />

IUAV di Venezia. La sua<br />

ricerca è dedicata all’esplorazione<br />

della natura<br />

e del paesaggio che restituisce<br />

lavorando direttamente<br />

su pannelli di legno<br />

di pioppo trattato con resine<br />

e disegni in pastello e<br />

grafite. <strong>Il</strong> risultato di questa<br />

ricerca è di grande fascino,<br />

un microcosmo di<br />

segni e disegni che rimandano<br />

all’essenza della natura<br />

colta sempre da un<br />

punto di vista inusuale,<br />

quasi fosse esplorata dall’occhio<br />

dell’animale selvatico.<br />

Le sue opere racchiudono<br />

un piccolo universo<br />

fatto di sottobosco,<br />

di piccoli passaggi tra le<br />

piante attraverso le tracce<br />

e i segni del passaggio dell’uomo:<br />

due rami spezzati,<br />

due pali che sostengono un<br />

reticolato di confine. Fin<br />

dall’infanzia Marika Vicari<br />

ha subito la<br />

fascinazione dei boschi<br />

dell’Altopiano dei Sette<br />

Nerina e Rino con<br />

i figli Alberto<br />

(a sinistra) e Daniele<br />

Basta entrare nel negozio<br />

dei Casagrande per<br />

rendersene conto. Alle<br />

spalle delle commesse<br />

fa bella mostra di sé una<br />

lunga fila di ceste in cui<br />

si trova pane di tutti i tipi,<br />

dal comune all’integrale,<br />

da quello ai cereali a<br />

quello con olive o con<br />

cipolle, da quello più<br />

morbido a quello più<br />

croccante, pezzi piccoli<br />

e pezzi grandi, filoni e<br />

filoncini: se non hai le<br />

idee chiare, rischi di<br />

metterci, per decidere,<br />

lo stesso tempo che ci impieghi<br />

e scegliere un vestito.<br />

Altro che solo pane comune<br />

o pane all’olio come una volta!<br />

Risolto il dilemma “Che<br />

pane compro o assaggio<br />

oggi” ti si presenta quello<br />

“Potrei anche prendere del<br />

dolce o della pizza”. <strong>Il</strong> bancone<br />

infatti è fornitissimo di<br />

tanti altri prodotti da forno:<br />

focacce, croissant, torte, biscotti,<br />

pizzette e pizze farcite.<br />

La fantasia e la capacità di<br />

proporre sempre cose nuove<br />

ce l’ha Alberto che frequenta<br />

spesso corsi appositi,<br />

che è creativo e ama sperimentare<br />

nuove ricette. Un<br />

caso in cui l’allievo insegna<br />

al maestro “No, no – dice<br />

simpaticamente Rino – semplicemente<br />

lascio che faccia<br />

lui, anche per non sentire parole”.<br />

Se il forno è il regno di papà<br />

e figli, la regina del negozio è<br />

mamma Nerina che da quando<br />

è diventata una<br />

Casagrande ne cura tutta<br />

l’organizzazione, con totale<br />

dedizione.<br />

Parlando di pane non possiamo<br />

non affrontare la questione<br />

rincari che tanto ha tenuto<br />

banco sui giornali negli ultimi<br />

mesi. “Sicuramente produrlo<br />

costa di più – dice Rino<br />

– ma non è tanto il prezzo<br />

della farina che incide sul<br />

costo finale, quanto quello<br />

Comuni e dopo averli raccontati<br />

con le sue opere in<br />

mostre e performance allestite<br />

in molte città europee,<br />

viene per la prima volta<br />

presentata in mostra ad<br />

Asiago. Per la sua personale<br />

l’artista ha progettato<br />

un allestimento<br />

scenografico e un percorso<br />

di mostra. Attraverso<br />

piccoli segni e la presenza<br />

costante di elementi naturali<br />

in galleria, il visitatore<br />

potrà immergersi in<br />

un’ambientazione minimamente<br />

suggestiva, tra suoni,<br />

colori e profumi del bosco.<br />

La mostra, resterà aperta al<br />

pubblico tutti i giorni fino a<br />

domenica 3 agosto dalle 10<br />

alle 12,30 e dalle 16 alle<br />

19,30.<br />

dell’elettricità, del gas e le<br />

tasse che bisogna pagare”.<br />

Oltre alla professione, c’è<br />

un’altra cosa che accomuna<br />

padre e figli e che merita di<br />

essere ricordata: la passione<br />

per l’aeromodellismo. Accanto<br />

al laboratorio del pane, i<br />

Casagrande hanno anche<br />

una piccola “officina” in cui<br />

montano e realizzano aerei<br />

telecomandati di vari modelli<br />

e dimensioni e non è raro vederli<br />

insieme mentre caricano<br />

sull’auto un aero appena<br />

realizzato per andare a farlo<br />

volare. Insomma, in questo<br />

caso sicuramente il detto<br />

“Tale padre, tale figlio”, se si<br />

parla di mestiere e passatempo,<br />

è molto azzeccato.<br />

Stefania Longhini<br />

Marika Vicari vive e lavora<br />

tra Vicenza e Ptuj in<br />

Slovenia. Collabora con<br />

gallerie e istituzioni di livello<br />

internazionale. In<br />

questi anni ha esposto a<br />

Vienna, Berlino, Milano,<br />

Venezia e Brno. I suoi lavori<br />

sono stati presentati<br />

nelle principali fiere<br />

d¹arte europee. Tra queste:<br />

Dornbirn e Innsbruk<br />

Austria, Milano - MiArt,<br />

e Berlino. Ha curato progetti<br />

artistici per la Fondazione<br />

Bevilacqua La<br />

Masa di Venezia.<br />

Ha studiato e lavorato<br />

con artisti, curatori e fotografi<br />

attivi in ambito<br />

internazionale tra i quali:<br />

Hans Ulrich Obrist,<br />

Lewis Baltz, Guido Guidi,<br />

Mona Hatoum, Antoni<br />

Muntadas, Armin Linke e<br />

Angela Vettese.


VOLONTARIATO<br />

Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano www.giornalealtopiano.it<br />

21<br />

“Una vita per le persone, non per le cose”<br />

L’esperienza di Anabella Espinosa, partita per il Perù dove passerà sei mesi<br />

in una missione, e dei giovani dell’Operazione Mato Grosso<br />

La raccolta di carta, ferro e vestiti<br />

effettuata dai ragazzi dell’Operazione<br />

Mato Grosso per una<br />

settimana su tutto il territorio<br />

dell’Altopiano di cui abbiamo riferito<br />

recentemente, è stata l’occasione<br />

anche per conoscere un<br />

po’ meglio il movimento, scambiando<br />

quattro chiacchiere con<br />

Anabella Espinosa, ragazza<br />

roanese di origini argentine, trasferitasi<br />

da piccola<br />

sull’Altopiano con la famiglia.<br />

Ascoltandola è stato possibile<br />

constatare quanto siano forti le<br />

motivazioni che spingono questi<br />

giovani a darsi da fare per<br />

poter aiutare gli altri. Anabella,<br />

incontrata due giorni prima che<br />

partisse per passare sei mesi in<br />

una missione dell’O.M.G. assieme<br />

a un gruppo di<br />

sessantacinque giovani di tutta<br />

Italia, di cui tredici vicentini, al<br />

momento di partire sapeva solo<br />

che la meta del suo viaggio sarebbe<br />

stata il Perù, ma non era al<br />

corrente di che cosa avrebbe fatto,<br />

né in quale missione sarebbe<br />

arrivata. I gruppi vicentini dell’<br />

O.M.G. sono 14, divisi in “giovani”<br />

e “adulti”, che oltre ad organizzare<br />

campi di lavoro, si occupano<br />

di mercatini dell’usato, raccolta<br />

di viveri, organizzazione di<br />

matrimoni, allestimento di mostre<br />

di mobili fatti dai ragazzi delle cooperative<br />

delle missioni, come<br />

quella che si tiene nel mese di<br />

agosto nei locali delle scuole<br />

medie di Asiago. Tutto quello<br />

che guadagnano con le diverse<br />

attività serve a finanziare i vari<br />

progetti nelle missioni, tanto che<br />

i volontari si sobbarcano personalmente<br />

le spese, siano quelle<br />

del carburante dei mezzi che servono<br />

alla raccolta di materiali,<br />

della spedizione dei viveri, del<br />

biglietto aereo per il viaggio verso<br />

le missioni. <strong>Il</strong> gruppetto<br />

dell’Altopiano, che opera in<br />

stretto contatto con quelli della<br />

pedemontana, si ritrova a lavorare<br />

insieme 2 o 3 sere la settimana,<br />

in una stanza messa a disposizione<br />

a Canove dal Comune di<br />

Piccoli furti che non fanno notizia,<br />

visto il valore irrilevante<br />

di ciò che viene sottratto al legittimo<br />

proprietario. Ma chi subisce<br />

il furto, per quanto esiguo<br />

sia, non può fare a meno di provare<br />

una grande rabbia, proprio<br />

perché ancora più inaspettato.<br />

Parla chiaro il cartello che abbiamo<br />

fotografato, appeso all’ingresso<br />

di una villetta in una zona<br />

periferica di Canove:”Ladro di<br />

fiori, so chi sei. Vergognati. Che<br />

Roana. Proprio per conto del<br />

Comune di Roana i ragazzi<br />

dell’OMG svolgono lavori di taglio<br />

erba e pulizia sentieri, distribuzione<br />

volantini manifesti e altro,<br />

destinando i guadagni derivati<br />

dal loro lavoro sempre a favore<br />

delle missioni. Anabella<br />

Espinosa, dopo essersi laureata<br />

lo scorso marzo e aver svolto<br />

durante il periodo degli studi diversi<br />

lavori, spiega il suo desiderio<br />

di partire per andare in missione<br />

come il naturale proseguo<br />

di un cammino, condiviso assieme<br />

a tanti amici conosciuti durante<br />

i campi di lavoro effettuati<br />

in tutta Italia. Ma cosa spinge<br />

questi giovani a regalare il proprio<br />

tempo libero per aiutare gli<br />

altri “La ricerca di una vita più<br />

semplice – dice Anabella – fatta<br />

di valori diversi, che non sia sempre<br />

di corsa e soprattutto non<br />

venga vissuta per le cose da fare,<br />

ma per le persone, per gli altri.<br />

Durante le nostre attività nascono<br />

delle vere amicizie, che saranno<br />

tali per tutta la vita. E’ bello<br />

confrontarsi, scoprire altre persone<br />

che la pensano come te, disinteressandosi<br />

delle cose materiali.<br />

Lavorare per gli altri, gratuitamente,<br />

non mi pesa, anzi, la<br />

fatica di fare qualcosa con le proprie<br />

braccia e mani la considero la<br />

riscoperta di un valore, della concretezza.<br />

I meccanismi che ci muovono<br />

sono spontanei, chi viene<br />

a lavorare con noi lo fa quando<br />

ne ha voglia, non c’è alcun obbligo.<br />

Gli incontri che organizziamo,<br />

anche nelle scuole, per spiegare<br />

la nostra attività e invitare altri<br />

giovani a unirsi a noi, non hanno<br />

lo scopo di trovare nuove braccia,<br />

ma quello di offrire la possibilità<br />

di scoprire valori diversi. <strong>Il</strong> lavoro<br />

che facciamo qui in Italia e<br />

nelle nostre circa 80 missioni in<br />

America Latina non è semplice<br />

beneficienza, il fine è quello di<br />

dare la possibilità a questa gente<br />

di rimanere nella propria terra, per<br />

questo insegnamo loro un lavoro<br />

e ciò che costruiamo viene intestato<br />

alla gente del posto”. I volontari<br />

OMG, giovani, famiglie sacerdoti,<br />

prestano servizio a favore<br />

dei poveri in zone particolarmente<br />

depresse e isolate, realizzando<br />

interventi in campo<br />

educativo (scuole agricole, professionali<br />

per l’intaglio del legno,<br />

In questo mondo di ladri….<br />

ti servano per la tomba”. Un augurio<br />

che non va per il sottile e la<br />

dice tutta su come certi gesti facciano<br />

indispettire. E come minimo<br />

avrà augurato al ladro che gli<br />

andasse ben di traverso l’acqua<br />

che si è visto rubare un incredulo<br />

ed assetato cittadino roanese,<br />

dopo aver passato un pomeriggio<br />

in una zona di bosco<br />

impervia, lavorando duro per preparare<br />

la “partia de fagaro” da<br />

portare a casa. Una bottiglia da<br />

un litro e mezzo d’acqua “leggermente<br />

frizzante” contenuta in una<br />

semplicissima borsa termica con<br />

un paio di panetti refrigeranti, lasciata<br />

poco più in là del luogo<br />

dove si era fermato a raggruppare<br />

il legname, in modo da potersi<br />

dissetare al momento del bisogno.<br />

Valore della merce sottratta,<br />

cinque euro, centesimo più, centesimo<br />

meno. Non si può quantificare<br />

invece l’irritazione provata<br />

dal nostro boscaiolo nel constatare<br />

con disappunto che qualcuno<br />

aveva fatto sparire la bottiglia<br />

con il liquido in quel momento<br />

così prezioso per lui. Come cambiano<br />

i tempi! Una volta chi andava<br />

in bosco per portarsi a casa<br />

il legname assegnatogli doveva<br />

fare i conti con i “roba stanghe”,<br />

categoria comunque sempre in<br />

attività, che, visti i tempi che corrono,<br />

ha pensato bene di “arrotondare”<br />

passando anche al furto<br />

di … acqua minerale! S.B.<br />

tessile, per infermiere), religioso<br />

(chiese, oratori, seminari), sanitario<br />

(ospedali, ambulatori, infermerie),<br />

sociale (creazione di cooperative,<br />

costruzione di case,<br />

ponti, strade). I ragazzi che vengono<br />

avviati alle varie attività<br />

vengono scelti tra le famiglie più<br />

bisognose e ricevono istruzione,<br />

formazione professionale, vitto e<br />

alloggio. I volontari prestano la<br />

loro opera in forma totalmente gratuita,<br />

senza ricevere alcun compenso<br />

economico, e per tempi più<br />

o meno lunghi. “Oltre a imparare<br />

da noi un lavoro, a valorizzare ciò<br />

che offre il proprio territorio –<br />

conclude Anabella - la gente del<br />

posto impara ad aiutare a sua<br />

volta gli altri, tanto che c’è chi<br />

decide di fare “Operazione Mato<br />

Grosso” nel proprio paese”. Tramite<br />

Stefano e Lucia, amici di<br />

Anabella, abbiamo saputo che lei<br />

e i suoi compagni di viaggio sono<br />

stati accolti a Lima, capitale del<br />

Perù dagli altri volontari italiani<br />

che vivono da anni in quei luoghi,<br />

venendo poi a conoscenza<br />

delle loro destinazione definitiva<br />

per i sei mesi di permanenza.<br />

Anabella è stata destinata alla<br />

Missione di “Tinti” che si trova<br />

nella regione dell’Ancash, a Nord<br />

di Lima, circa a 600 km, nel cuore<br />

della Cordillera Andina. In questa<br />

Missione, aperta da anni, vivono<br />

Angelo e Patrizia, originari<br />

di Zanè, in Perù dal 1993 assieme<br />

ai loro quattro bambini. Le attività<br />

che vi si svolgono sono scuola<br />

di taglio-cucito-ricamo per ragazze<br />

povere del luogo, e una<br />

scuola Magistrale per Maestri elementari.<br />

Un’altra attività importante<br />

è l’oratorio delle Ande che<br />

raggruppa tutti i bambini dei villaggi<br />

vicini alla Missione (catechismo,<br />

gioco, aiuto agli anziani,<br />

poveri...e che offre un pasto<br />

caldo per tutti). <strong>Il</strong> compito di<br />

Anabella è quello di rendersi utile<br />

alle esigenze di questa Missione<br />

collaborando con i volontari<br />

italiani.<br />

Silvana Bortoli<br />

Grazie ai volontari dell’Operazione Mato Grosso anche<br />

quest’anno ad Asiago, dall’8 al 17 agosto, nei locali della<br />

Scuola media statale Reggenza 7 Comuni si terrà una mostra<br />

di mobili andini provenienti dall’America Latina, dalle<br />

cooperative gestite dall’OMG, realizzati interamente a<br />

mano. Tra le tante attività volte all’aiuto delle popolazione<br />

andine si annovera da tanti anni la gestione di cooperative,<br />

in Perù, che fabbricano mobili di pregio, sia per il<br />

design, curato da architetti italiani ed ora anche da provetti<br />

artigiani peruviani, sia per il materiale usato (legno<br />

della foresta amazzonica con utilizzo a massello), sia per la<br />

tecnica di lavorazione che prevede solo l’impiego manuale<br />

con pezzi costruiti singolarmente e dallo stesso operatore.


di don Marco Pozza<br />

Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano 22<br />

www.giornalealtopiano.it<br />

Don Fortunato Di Noto: “Chi sa parlare taccia, chi sa fare faccia”<br />

Io, prete, coi bambini per tingere il mondo<br />

<strong>Il</strong> Papa a Sydney: “I preti pedofili sono la vergogna della Chiesa” Un prete inesausto.<br />

Pedofilia. Pedopornografia. Tutela dell’infanzia<br />

Canonica di Avola, Sicilia meridionale.<br />

La terra del famoso<br />

Nero d’Avola e dei dolci di<br />

mandorle. Due motivi d’orgoglio<br />

per non passare inosservata<br />

in una Sicilia così ricca<br />

di fascino, di cultura e di<br />

millenarie tradizioni. <strong>Il</strong> problema<br />

è il parroco di questo<br />

paesino sito a 40 km da<br />

Siracusa. Un prete con fisico<br />

e lineamenti che a prima vista<br />

lo avvicinano più a Bud<br />

Spencer che a Fra’ Cristoforo:<br />

ma quando agisce è più Fra<br />

Cristoforo che don<br />

Abbondio. Uomo pratico,<br />

dai modi apparentemente un<br />

po’ bruschi. Che spesso ripete:<br />

“Chi sa parlare taccia,<br />

chi sa fare faccia”. Un giorno<br />

lo va a trovare Gianni, creatura<br />

piccola dalla storia<br />

drammatica, e gli sbatte in<br />

faccia una domanda: “Perché<br />

la mia vita è solo in bianco<br />

e nero” Lui gli chiede:<br />

“Come la vorresti” <strong>Il</strong> bambino<br />

risponde deciso: “Come<br />

un arcobaleno”.<br />

Nasce così - pilotata da un<br />

Dio nobile e da un prete tenerissimo<br />

–Associazione<br />

Meter che nel corso dei suoi<br />

vent’anni d’attività ha denunciato<br />

e smascherato<br />

170.000 portali pedo – pornografici<br />

e mandato in galera<br />

centinaia di pedofili: professionisti,<br />

preti, medici, avvocati,<br />

professori. Insospettabili<br />

padri di famiglia, i cui figli hanno<br />

la stessa età dei bambini che loro<br />

acquistano nei bordelli della<br />

Cambogia o di Cuba, usano e poi<br />

lasciano lì per il vizio di altri ricchi<br />

clienti. E avanti il prossimo. Sulla<br />

sua scrivania ci sta il Breviario, la<br />

Scrittura Sacra e l’aspersorio. Ma<br />

anche il cellulare, un PC, internet.<br />

Myspace, YouTube, sms, email<br />

e blog. Un rapporto tra sacro e<br />

profano che per lui è “terra di<br />

missione”. I sapienti ridono e lo<br />

considerano un imbecille: d’altronde<br />

un prete vero oggi non<br />

può brillare. Ma lui non si da per<br />

vinto. Di fronte a questa moderna<br />

“strage degli innocenti” da<br />

Avola ogni volta ri-parte per sferrare<br />

il suo attacco alle grandi<br />

lobby criminali. Lo vogliono morto:<br />

lui vuole i bambini vivi e sorridenti.<br />

Per questo ha raccolto la<br />

sfida. <strong>Il</strong> papa a Sydney ha confessato<br />

vergogna per i preti<br />

pedofili. Lui da 20 anni denuncia,<br />

smaschera, provoca, riflette,<br />

urla, corre, incontra. Rischia. Non<br />

si è suicidato se sabato 25 giugno<br />

2005 migliaia di persone hanno<br />

festeggiato la Prima giornata<br />

dell’Orgoglio Pedofilo. Non si è<br />

arreso se in Olanda c’è un partito<br />

che vuole liberalizzare la pornografia<br />

infantile, il sesso con gli<br />

animali e i rapporti sessuali tra<br />

adulti e bambini maggiori di 12<br />

anni. Non si è fatto ricoverare. Ha<br />

esagerato: ogni anno dal 1995,<br />

invita a celebrare la prima domenica<br />

di maggio la Giornata della<br />

Memoria dei bambini - vittime<br />

della violenza, indifferenza e<br />

sfruttamento.<br />

Ovvero: vinci il male con il bene!<br />

“Dormono là dentro, o sbadigliano<br />

tutt’al più. Solamente i bambini<br />

schiacciano il naso contro i<br />

vetri. Solo i bambini sanno quello<br />

che cercano” (A. de Saint-<br />

Exupery, <strong>Il</strong> piccolo principe,<br />

1943) Chi sono i bambini per<br />

don Fortunato<br />

Sono l’uomo: intero ed integro.<br />

Si è bambini nella misura in cui gli<br />

adulti, responsabilmente e con<br />

maturità saggia e affettiva, li<br />

aiutano a crescere e ad imparare<br />

a distinguere tra il seme<br />

buono e la zizzania. Credo che<br />

il rispetto del creato dipenda<br />

molto da come accettiamo,<br />

amiamo, educhiamo i bambini.<br />

Serbo un’immagine forte<br />

che racconta di me: da bambino<br />

sognavo sempre di essere<br />

schiacciato da un peso enorme<br />

che mi rompeva il torace e<br />

perforava i miei polmoni. Ma<br />

nonostante tutto rinascevo:<br />

essere bambini è rinascere<br />

ogni giorno fino al giorno finale.<br />

Non si diventa mai adulti.<br />

Nell’ottobre del 2000 molti<br />

ricordano le dimissioni di<br />

Gad Lerner e il terremoto al<br />

TG1. Da Torre Annunziata<br />

partì una grande inchiesta<br />

che portò all’arresto di 12<br />

persone, moltissime informazioni<br />

e centinaia di rinvii a<br />

giudizio. Le minacce si fecero<br />

insistenti! Ma perché qualcuno<br />

continua a dire che la<br />

pedofilia non è un problema<br />

nella società<br />

A chi dice che la pedofilia è<br />

un problema inesistente, io<br />

dico e confermo che è una<br />

emergenza sociale e sempre<br />

più criminale di vastissime<br />

proporzioni. Negli anni ‘90<br />

quando per primo iniziai a gridare<br />

con forza contro tali misfatti,<br />

tanti ostacoli si contrapposero<br />

a questa mia pubblica esposizione<br />

di violenze su bambini.<br />

Quando già in quegli anni parlavo<br />

di “lobby pedofile”, “partiti<br />

pedofili”, “orgogli pedofili” ci<br />

furono alzate di scudi. Anche il<br />

mondo della politica ed<br />

ecclesiale mi videro con sospetto<br />

(forse ancora oggi!) Ma la verità<br />

va detta per rispetto di tutti<br />

quei bambini che sono vittime<br />

annientate e vilipese: un vero e<br />

proprio olocausto bianco,<br />

un’inaudita e spaventosa zona<br />

grigia che alimenta mercati, affari,<br />

criminalità e spaventosi silenzi<br />

che si consumano dentro le case<br />

e nei tuguri del mondo. E’ intollerabile<br />

pensare che una triste realtà<br />

venga considerata secondaria<br />

ad altri problemi.<br />

Davvero è ancora vivo Erode<br />

Erode è più che vivo! E’ l’antitesi<br />

del Bene che si adopera ad alimentare<br />

la speranza. Erode è nemico<br />

della vita, puro ed estremo<br />

egoismo, tenebra che offusca la<br />

luce, mercante che smercia la vita<br />

e la traffica, famelica ostentazione<br />

di piacere e lussuria che non<br />

rispetta il tempio di Dio che è il<br />

corpo (soprattutto dei bambini).<br />

Ma Erode non vincerà: i bambini,<br />

gli uomini e le donne di buona<br />

volontà gli fracasseranno la testa.<br />

Erode sarà mangiato da se<br />

stesso. E in tutta questa strage<br />

mi consola il fatto che tanti bambini<br />

vivono nell’agio e nella felicità.<br />

E qualcuno abbiamo potuto<br />

salvarlo.<br />

Come fa la tua associazione<br />

(www.associazionemeter.org) a<br />

trovare i siti incriminati<br />

170.000 portali sono stati denunciati<br />

in tutti questi anni alla Polizia<br />

Postale e in tutto il mondo.<br />

Un orrore smascherato per delineare<br />

una mappa e conoscere i<br />

milioni di bambini coinvolti. Pensa<br />

che più di 500.000 mila foto di<br />

volti di bambini sono contenuti<br />

nel data base all’Interpol per sperare<br />

di individuarli anche a distanza<br />

di anni (650 dal 2004). L’attività<br />

di monitoraggio della rete è<br />

condotta da volontari scelti che<br />

si limitano ad essere “vedette della<br />

rete” per segnalare tutto ciò<br />

che coinvolge i minori nello sfruttamento<br />

sessuale e nella<br />

pedofilia, alle autorità di polizia<br />

in tutto il mondo. Non<br />

criminalizzo la rete: è una nuova<br />

sfida e uno dei mezzi straordinari<br />

di libertà e di comunicazione. Ma<br />

l’Associazione Meter oltre ad<br />

avere numerosi servizi di prossimità<br />

con chi subisce abusi ha<br />

anche un Centro di ascolto e prima<br />

accoglienza per le vittime (600<br />

casi seguiti, concretamente, fino<br />

a conclusione di iter giudiziario).<br />

Nessuno che è stato accusato di<br />

reati sessuali su minori è risultato<br />

un falso. Tutti hanno ammesso<br />

le loro colpe e sono stati giustiziati.<br />

Claudio Simeoni, Meccanico<br />

Apprendista Stregone, Guardiano<br />

dell’Anticristo, ti definisce<br />

“adoratore del macellaio di<br />

Sodoma e Gomorra” – riferendosi<br />

chiaramente al Dio cristiano.<br />

Cosa significa per te portare<br />

avanti la Verità<br />

La menzogna inghiottirà la menzogna.<br />

Del resto da chi adora “il<br />

menzognero” cosa posso aspettarmi<br />

Cosa posso attendermi da<br />

coloro che non si mettono in discussione<br />

nella Verità Cosa<br />

posso sperare da coloro che vivono<br />

nell’oscurità e che si coprono<br />

gli occhi con occhiali neri per<br />

non farsi vedere nella loro paurosa<br />

debolezza e precarietà Mi preoccupa<br />

maggiormente il<br />

coinvolgimento delle persone deboli<br />

(bestie di Satana, ndr), da come<br />

vengono manipolate e rese schiave.<br />

<strong>Il</strong> Dio cristiano che ho incontrato<br />

e conosciuto è quello che ha dato<br />

suo Figlio, Gesù Cristo, in riscatto<br />

per molti inchiodandolo sulla Croce.<br />

Nella logica dell’amore. Ma<br />

Gesù Cristo ama anche gli apprendisti<br />

pseudo stregoni affinchè si<br />

convertano e vivano una buona<br />

vita.<br />

<strong>Il</strong> Papa da Sydney confessa la sua<br />

Don Fortunato Di Noto è un<br />

prete siciliano di 45 anni, parroco<br />

di Avola (Sr) insegnante<br />

di Storia ecclesiastica alla<br />

Pontificia Università Teologica<br />

Santa Croce di Roma. Fondatore<br />

e presidente dell’Associazione<br />

Meter<br />

(www.associazionemeter.org) –<br />

nata come lotta alla pedofilia,<br />

alla pedopornografia e alla tutela<br />

dell’infanzia - è consulente<br />

del Ministero delle Comunicazioni<br />

per le politiche dell’Infanzia,<br />

membro del Comitato di ga-<br />

vergogna per il dramma della<br />

pedofilia tra il clero. Chris<br />

MacIsaac, portavoce di un gruppo<br />

di sostegno a persone abusate<br />

da sacerdoti cattolici, ha oggi<br />

esplicitamente accusato il papa di<br />

non essersi scusato in maniera significativa<br />

con le vittime. Alle scuse<br />

occorrerebbero i fatti.<br />

Benedetto XVI ha detto cose di<br />

portata storica. Scusandosi ha tracciato<br />

linee chiare per i vescovi: i<br />

sacerdoti devono essere giudicati<br />

dai tribunali e bisogna collaborare<br />

con la giustizia affinchè venga fatta<br />

chiarezza. E’ ovvio: si può fare<br />

sempre di più, ma dobbiamo stare<br />

attenti che vicende così dolorose e<br />

tristi non divengano solo pretesti<br />

ideologici di attacchi alla Chiesa.<br />

Non credo che la Chiesa da oggi<br />

metterà a tacere gli abusi sessuali<br />

sui bambini, come non deve mai<br />

tacere sui misfatti contro i poveri, i<br />

deboli, i piccoli. I preti, è bene ribadirlo,<br />

in coscienza, se hanno compiuto<br />

tali peccati gravissimi e reati<br />

non devono fare più i preti. I seminari<br />

siano luoghi di maggiore discernimento.<br />

Che spessore ha realmente il fenomeno<br />

della pedofilia<br />

Dare i numeri non deve sembrare<br />

solo un’ostentazione sterile: 158<br />

milioni di minori vittime di violenze<br />

sessuali nel mondo, 2 milioni ogni<br />

anno coinvolti nel mercato della<br />

pedocriminalità e pedopornografia<br />

(anche online), 2 milioni coinvolti<br />

nel traffico di essere umani. Dietro<br />

un bambino corrotto c’è sempre un<br />

grande corruttore. Ma non dimentichiamo<br />

la strisciante cultura<br />

pedofila che tende a giustificare tutto.<br />

Lo scorso mese Associazione<br />

Meter ha elaborato una proposta<br />

di legge contro la pedofilia culturale<br />

(appoggiata da 120 deputati<br />

bipartisan) già in discussione alla<br />

II Commissione Giustizia. Una proposta<br />

di legge contro chi promuove<br />

e istiga la pedofilia come un fatto<br />

buono.<br />

Chi è veramente don Fortunato<br />

Di Noto<br />

Una voce che grida in difesa dei<br />

bambini vilipesi e abusati. Che se<br />

ne infischia degli insulti e degli sputi.<br />

Che vuole colorare il mondo di<br />

speranza.<br />

“Tre cose ci sono rimaste nel cielo<br />

– scriveva l’Alighieri poeta -: le stelle,<br />

i fiori e i bambini”. Questo<br />

prete lo vogliono morto perché<br />

insegna a vivere. Davvero strano<br />

questo mondo.<br />

ranzia e tutela Internet@minori,<br />

membro del comitato scientifico<br />

della Polizia Postale. Collabora<br />

con la polizia postale e delle<br />

comunicazioni italiana, con<br />

l’Fbi, con l’Interpol, con la<br />

gendarmeria francese, con la<br />

polizia spagnola, svizzera, tedesca<br />

e brasiliana. Numerosi riconoscimenti<br />

nazionali ed internazionali<br />

fra cui l’alta onorificenza<br />

di “Cavaliere della Repubblica<br />

Italiana” per l’impegno profuso<br />

nei confronti dell’infanzia.<br />

Un prete di strada.


Quinta edizione per Forti in Scena,<br />

che si conferma uno degli<br />

eventi estivi di maggior rilievo<br />

artistico e culturale del<br />

Veneto. Unico nel suo genere<br />

a livello europeo, il Festival<br />

intende valorizzare i numerosi<br />

luoghi legati alla Grande<br />

Guerra presenti nel territorio<br />

veneto e vicentino in particolare,<br />

attraverso spettacoli di<br />

danza musica e teatro che<br />

hanno come tema il primo conflitto<br />

mondiale. Quest’anno,<br />

in occasione del novantesimo<br />

anniversario della fine della<br />

Grande Guerra, il festival propone<br />

un programma d’eccezione<br />

sia sotto l’aspetto artistico<br />

sia sotto quello<br />

filologico.<br />

“<strong>Il</strong> legame con le Province e i<br />

Comuni limitrofi –afferma il<br />

Vicepresidente della Provincia<br />

di Vicenza Dino Secco- si<br />

fa sempre più forte nell’intento<br />

di fare sistema e mettere in<br />

atto una serie di azioni ed iniziative<br />

per far conoscere al<br />

grande pubblico i luoghi della<br />

Grande Guerra e la storia<br />

recente che ha segnato la nostra<br />

comunità. Portare l’arte<br />

nei forti avvicina alle vicende<br />

storiche un pubblico diverso<br />

da quello tradizionale, e crea<br />

motivo di approfondimento in<br />

maniera originale.”<br />

Nonostante la difficoltà nel<br />

raggiungere i luoghi degli<br />

spettacoli e la fatica imposta<br />

dai sentieri di montagna, il<br />

pubblico dei Forti in Scena è<br />

numeroso e variegato, attirato<br />

dalla particolarità di rappresentazioni<br />

talvolta apposita-<br />

Sabato 26 luglio 2008<br />

Un libro per conoscere la Grande<br />

Guerra sotto ogni aspetto,<br />

che fornisce gli strumenti indispensabili<br />

per dedicarsi ad<br />

ogni altro studio sull’argomento.<br />

E’ in libreria da qualche<br />

giorno “La Grande Guerra 1914-<br />

1918 – Percorso di studio a<br />

schede” (Nordpress Edizioni).<br />

Si tratta del primo saggio sul<br />

primo conflitto mondiale di<br />

Alessandro Gualtieri, un appassionato<br />

storico, assiduo ricercatore<br />

e studioso, residente<br />

a Milano, autore<br />

del sito internet<br />

www.lagrandeguerra.net<br />

e Presidente del Centro<br />

Studi Informatico<br />

La Grande Guerra.<br />

Un’opera innovativa,<br />

soprattutto per la capacità<br />

dell’autore di<br />

ricostruire in modo<br />

esauriente e chiaro,<br />

grazie alle schede<br />

tematiche, la vicenda<br />

del conflitto. <strong>Il</strong> casus<br />

belli, la cronologia<br />

essenziale, i principali<br />

fronti e le più importanti<br />

battaglie,<br />

quindi i materiali, gli<br />

armamenti e le tecnologie,<br />

sono i pilastri<br />

a cui si avvolgono<br />

queste pagine, completate<br />

da alcune curiosità e<br />

da un glossario. A corredo,<br />

molte fotografie d’epoca,<br />

unitamente a scatti personali<br />

dell’autore.<br />

<strong>Il</strong> libro si rivolge ad un pubblico<br />

variegato e non esclusivamente<br />

composto da esperti<br />

conoscitori della materia, pertanto<br />

l’autore rende ben comprensibile<br />

l’intera opera con<br />

un linguaggio ben levigato e<br />

scorrevole che unitamente alla<br />

bontà degli argomenti contribuisce<br />

a mantenere sempre alta<br />

l’attenzione del lettore.<br />

La prefazione del volume è a<br />

cura del nostro collaboratore<br />

Giovanni Dalle Fusine, anche<br />

lui ricercatore, appassionato<br />

di storia del primo conflitto<br />

mondiale, già autore di “Quel<br />

che resta”, libro sui<br />

recuperanti di residuati bellici,<br />

insieme al quale Gualtieri sta<br />

per dare alle stampe “Un Italiano<br />

per Sempre” (Nordpress<br />

Edizioni), ricostruzione storica<br />

di un diario inedito di<br />

un fante italiano della<br />

Grande Guerra.<br />

Scrive Dalle Fusine: “90<br />

anni sono passati da quella<br />

che in molti libri di testo<br />

è ricordata solo per<br />

essere stata l’unica vittoria<br />

italiana, 600 mila morti<br />

caduti all’ombra dello<br />

scudo sabaudo, 10 milioni<br />

le perdite militari a livello<br />

mondiale. Dopo<br />

l’avvicendarsi di varie generazioni,<br />

scomparsi da<br />

tempo i Cavalieri di Vittorio<br />

Veneto unici protagonisti<br />

di quella prima guerra<br />

post-risorgimentale,<br />

oggi risulta importante<br />

riproporre le testimonianze<br />

delnostro passato,<br />

fissando in maniera<br />

8<br />

l’Altopiano www.giornalealtopiano.it<br />

23<br />

“Forti in scena”: arte, storia e spettacolo<br />

nei luoghi della Grande Guerra<br />

La quinta edizione della rassegna propone 9 spettacoli, due dei quali in Altopiano<br />

mente studiate per la rassegna,<br />

talvolta adattate a contesti<br />

di particolare suggestione<br />

che le rendono uniche.<br />

“Forti in Scena –commenta<br />

Mauro Passarin, conservatore<br />

del Museo del Risorgimento<br />

di Vicenza oltre che consulente<br />

storico del Festival- si<br />

propone anche come occasione<br />

per far rivivere luoghi che<br />

tanto hanno da raccontare. E<br />

ci invita a riscoprire siti che<br />

negli ultimi anni sono stati<br />

oggetto di progetti di<br />

recupero, come Forte Interrotto,<br />

Forte Campolongo, Forte<br />

Campomolon. Stimolando<br />

un recupero non solo strutturale<br />

dei forti ma anche dell’anima<br />

che racchiudono.”<br />

“Senza dimenticare –conclude<br />

il Vicesindaco e Assessore all’Istruzione<br />

del Comune di<br />

Vicenza Alessandra Moretti -<br />

il valore didattico che eventi<br />

di questo genere hanno soprattutto<br />

per i giovani. E’ doveroso<br />

per noi tutti, e rispettoso<br />

nei confronti dei nostri<br />

avi, custodire la memoria del<br />

passato, facendoci promotori<br />

di valori universali fondamentali<br />

per far sì che simili tragedie<br />

non si vernichino ancora”.<br />

Due gli spettacoli che si terranno<br />

sull’Altopiano di<br />

Asiago: Domenica 10 agosto<br />

alle ore 16,30 a Forte Interrotto<br />

ad Asiago è di scena la danza<br />

con Echi di guerra. Le<br />

danzatrici di Naturalis Labor<br />

sapientemente condotte da<br />

Silvia Bertoncelli si approprieranno<br />

del Forte per farlo<br />

rivivere in un modo insolito<br />

del tutto nuovo. Chiude il<br />

Festival <strong>Il</strong> Canto della Natura<br />

del coro I Polifonici Vicentini<br />

che, diretto dal maestro Pierluigi<br />

Comparin, delizierà gli spettatori<br />

con un repertorio che spazia<br />

da De Marzi a Mendelssohn. Lo<br />

spettacolo, prima regionale, si<br />

terrà domenica 31 agosto alle<br />

ore 16,30 a Forte di<br />

Campolongo (Rotzo).<br />

Ideato da Luciano Padovani<br />

(Compagnia Naturalis Labor) e<br />

Mauro Passarin (Museo del Risorgimento<br />

e della Resistenza),<br />

Forti in scena è organizzato da<br />

Compagnia Naturalis Labor<br />

con il sostegno della Regione<br />

Veneto, della Fondazione<br />

Antonveneta (partner ufficiale<br />

del Festival), delle Province<br />

di Vicenza (Assessorato al<br />

Turismo), Treviso (Rete Eventi)<br />

e Belluno, del Comune di<br />

Vicenza (Musei Civici) e dei<br />

Comuni di Arsiè, Cibiana,<br />

Nervesa della Battaglia, Valli<br />

del Pasubio, Asiago, Arsiero/<br />

Tonezza del Cimone, Sedico e<br />

Rotzo.<br />

Maggiori informazioni si trovano<br />

sul sito<br />

www.fortinscena.it o contattando<br />

lo 0444-912298<br />

Un libro a schede spiega la Grande Guerra<br />

inequivocabile il significato<br />

dei termini, di luoghi e date<br />

in cui si svolsero gli eventi.<br />

“Per conoscere e non dimenticare”<br />

dice Gualtieri, che da<br />

valido storico non si sottrae al<br />

gravoso compito di diffondere.<br />

Supportato da una profonda<br />

conoscenza della materia,<br />

dalla ricercatezza delle fonti,<br />

con quest’opera porta a compimento<br />

una esegesi globale di<br />

ciò che fu la guerra 1915 – ’18.<br />

Cinque anni di ostilità che egli<br />

rivisita partendo da lontano,<br />

illustrando, cioè, come si legge<br />

la storia. E tutto viene tradotto<br />

e rivisto col “senno di<br />

poi”, come è giusto che sia<br />

parlando di moderna archeologia;<br />

dati alla mano confronta<br />

le strategie dei vari<br />

generali Capello,<br />

Mambretti, Badoglio…, gli<br />

armamenti delle Nazioni, i<br />

luoghi teatro di aspri combattimenti,<br />

comparando la<br />

diaristica con quanto emerge<br />

dalle Relazioni Ufficiali”.<br />

<strong>Il</strong> libro “La Grande Guerra<br />

1914-1918 – Percorso di studio<br />

a schede” verrà presentato<br />

a Cesuna il 16 agosto<br />

alle 21 (Cinema Palladio).<br />

Stefania Longhini<br />

IN LIBRERIA<br />

Cesare Battisti e Fabio<br />

Filzi Ultimo atto<br />

A novanta anni dalla fine del conflitto e nel mese che vide Cerare<br />

Battisti e Fabio Filzi catturati dai Landeschutzen imperiali, l’uscita<br />

di questo nuovo volume edito da Rossato, ove si narra la storia<br />

finale dei due irredenti trentini, pare ancor più un tributo alla memoria.<br />

Sono ormai molti i testi che ancor nel titolo riportano i nomi dei<br />

martiri Battisti e Filzi; non si era ancora spenta l’eco del cannone<br />

lungo le Prealpi vicentine che già si pubblicavano le testimonianze<br />

relative ai due alpini del Battaglione “Vicenza”. Oggi si torna a<br />

parlare di loro grazie alla ricerca di Claudio Gattera, Carlo Calanco e<br />

Giovanni Menotti, con una esauriente cronaca della battaglia sul<br />

Monte Corno, estrapolata dalla relazione inedita del maggiore Carlo<br />

Frottola, comandante all’epoca un reparto alpino, e dai diari<br />

reggimentali custoditi presso lo Stato Maggiore dell’Esercito. Proprio<br />

tale relazione, che l’ufficiale scrisse alla Seconda<br />

Sottocommissione per l’interrogatorio dei prigionieri restituiti dal<br />

nemico, si rivela prezioso documento per la giusta risposta alla<br />

ricostruzione dei fatti. I combattimenti sul M. Corno (oggi Monte<br />

Corno Battisti) rientrano nella nuova opera attraverso un contesto<br />

bellico dai contorni più ampi, conseguente alla allora appena conclusa<br />

Spedizione Punitiva. <strong>Il</strong> sacrificio del Battaglione “Vicenza” fu<br />

ben tratteggiato durante la prigionia nei lager asburgici da maggiore<br />

Frottola, che nascose gli appunti nel tacco della scarpa onde<br />

celarlo ai carcerieri. Sono quei quattordici foglietti di carta oleata<br />

scritti in maniera fitta, “con minuziosa e paziente cura su entrambe<br />

le facciate”, a spiegare ciò che avvenne su quello sperone di roccia<br />

a picco sulla Vallarsa. Compito dei tre odierni autori è stato ricostruire<br />

nei minimi particolari le concitate giornate, le tattiche messe<br />

in atto dai due schieramenti avversi su una ristretta fascia di terreno<br />

conteso. La cattura dei due trentini è supportata anche dai<br />

resoconti di parte austriaca, con i verbali estrapolati dall’atto di<br />

accusa e dalle testimonianze di chi, in quella fossa del castello del<br />

Buonconsiglio a Trento, c’era veramente e poté assistere alle esecuzioni.<br />

Ottima poi risulta la ricerca che propone un elenco dei<br />

caduti, dispersi e morti in prigionia del battaglione alpino in zona<br />

Vallarsa nel periodo giugno-luglio del 1916.<br />

Edizioni Gino Rossato-Euro 18,00 G. Dalle Fusine<br />

“Fogli di via” di<br />

Giampaolo Trevisi<br />

Mercoledì 30 luglio alle 17, al<br />

palatenda di Treschè Conca,<br />

verrà presentato il libro “Fogli<br />

di via” (Edizioni Emi Bologna)<br />

di Giampaolo Trevisi, vice questore<br />

di Verona. La presentazione<br />

verrà fatta da Padre Fabrizio<br />

Colombo, comboniano, direttore<br />

della rivista “Nigrizia” e di<br />

Radio Africa. Sarà presente l’autore.<br />

“Quello che faccio oggi poi diventa<br />

ricordo ed è nei ricordi che<br />

si forma la felicità”. Con questa<br />

frase il presidente della Comunità<br />

Montana, Giancarlo Bortoli,<br />

ha introdotto la platea al libro di<br />

Teresina Bertacco “I Giorni della<br />

Felicità”. Un libro che<br />

ripercorre le tappe della vita della<br />

nativa di Laverda di Lusiana riportando<br />

momenti della sua<br />

gioventù trascorsi in un<br />

altopiano che non esiste più,<br />

non solo nella sua morfologia,<br />

ma nemmeno nei gesti semplici<br />

che contraddistinguevano la<br />

gente di montagna. Gesti come<br />

quelli dei suoi compagni di scuola<br />

che le riscaldavano le mani<br />

con l’alito dopo che la piccola<br />

Teresina percorreva a piedi i 16<br />

chilometri che la separava dalla<br />

scuola.<br />

Una vita fatta di difficoltà e di<br />

Incontri a Villa Bonomo<br />

A Villa Bonomo, in località<br />

Pennar di Asiago, si tengono<br />

due incontri per la presentazione<br />

di due libri. Lunedì 28 luglio,<br />

alle 17.30, verrà presentato<br />

il volume “Canova e Freud” di<br />

Alfio Centin (Edizioni Del Noce)<br />

mentre lunedì 11 agosto sarà la<br />

volta di “Così diverso, così<br />

uguale” di Walter Nicoletti (Edizioni<br />

Del Noce). L’ingresso è libero.<br />

I giorni della felicità<br />

sofferenza, ma questi aspetti si<br />

lenivano con la tenerezza che si<br />

trovava nei filò, nei rosari di<br />

maggio, nelle ore trascorse a<br />

contemplare la natura.<br />

“La tenerezza si è sempre opposta<br />

alla stupidità e alle difficoltà<br />

– ha commentato il prof. Sergio<br />

Bonato, che poi in conclusione<br />

ha stupito tutti citando il Che –<br />

Bisogna essere duri senza mai<br />

perdere la tenerezza”. G.R.


Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano 24<br />

www.giornalealtopiano.it<br />

Le pagine più belle di Mario Rigoni Stern<br />

Pagina a cura di<br />

Giovanni Dalle Fusine<br />

Prosegue l’omaggio allo scrittore altopianese scomparso recentemente. Si tratta di frammenti<br />

che hanno reso il “Sergente” famoso nel mondo. Situazioni viste attraverso l’occhio del<br />

soldato, del cacciatore, del pacifista e del naturalista. Piccole icone di letteratura di cui è<br />

piacevole la rivisitazione, ripensando a chi le ha scritte, al suo modo di essere<br />

Tratto dal volume: “I Recuperanti”,<br />

edizioni Tipografia Moderna<br />

Le pecore di Toni […] Olmi aveva quasi finito di girare<br />

il film e un pomeriggio, anche se il medico mi aveva<br />

detto di no, volli andare sul set. Salii con il Toni verso i<br />

duemila metri e, dentro una macchina mi raccontava<br />

della sua vita e io, poi, della mia. Ci si capiva bene. La<br />

scena da girare era in un luogo dove sovente ero andato<br />

a caccia e dove lui era stato in trincea. È , la<br />

scena, quella dove il Du e Gianni trovano la bomba<br />

francese da 205 e mentre la recuperano arriva un gregge.<br />

C’era ancora poca luce, Ermanno, molto stanco,<br />

si dominava a stento: aveva ripreso per delle ore con<br />

la macchina a braccio libero e il Toni, come si vede nel<br />

film, doveva fare il cattivo con i pastori e con le pecore.<br />

Ma lui, invece di imprecare e urlare, diceva: - Guarda<br />

che belle!... anche le agnelle… e i montoni, il cane.<br />

Passa via! trrrr, trrr… e le spingeva con delicatezza.<br />

Ermanno gridava: - Non così! No così Toni! Cattivo!<br />

Cattivo, Toni. Fai il cattivo, dai Toni! Quasi imprecava<br />

perché Toni Lunardi no era capace di fare il cattivo<br />

con le pecore. Ecco, tutto potrebbe dare il Toni Lunardi,<br />

ma non il cattivo; quando tratta con i bambini, o le<br />

donne, o gli animali è il più dolce e gentile uomo del<br />

mondo. Anche se come dice sovente, aspetta il papa di Roma<br />

per confessarsi dei suoi peccati.<br />

<strong>Il</strong> film, come riprese, era finito, e quella sera si fece la cena tutti<br />

assieme all’Albergo Erika; Olmi era andato a prendere il Toni<br />

Lunardi e la sua sposa: quando entrarono parevano una coppia<br />

di ben altri tempi: lui vestito di fustagno, sbarbato, dritto come<br />

abete, orgoglioso e malinconico, anche; lei era vestita di nero<br />

con il grembiule pulito e stirato, e il fazzoletto annodato sul capo,<br />

sorridente. Alle signore presenti la produzione offrì i fiori e la<br />

prima a riceverli fu, giustamente, la moglie del Toni. erano gladioli<br />

di vaghi colori, e lui contemplò un poco in silenzio finché la<br />

moglie gli disse sottovoce: - Domani mattina li porteremo alla<br />

Madonna del Buso. Gli rispose, sempre sottovoce: - Ma perché<br />

alla Madonna La madonna ha tutti i fiori del mondo. Mettili in<br />

un secchio, lì in casa… Resistono tanto questi. E poi quando<br />

sarò morto li metterai sulla mia tomba….<br />

Questo è il Toni Mato, che con i soldi del cine si è comperato le<br />

pecore, che a ottant’anni spera, finalmente, di farsi un gregge e<br />

che mi dice: - Troppo presto è finito. Quando ne facciamo un<br />

altro<br />

Brano tratto da “L’ultima partita a carte”<br />

Edizioni Einaudi<br />

[…] Passando per i villaggi e le cittadine che stavano a ridosso<br />

della riva destra del Don, incontravamo qualche volta sulla piazza<br />

la forca eretta dai tedeschi per impiccare i partigiani o chiunque<br />

avesse compiuto atti ostili all’occupazione. Un giorno i soldati<br />

della mia compagnia, passando in marcia, assistettero<br />

all’impiccagione di due uomini e una ragazza. Io non ero presente,<br />

perché mi ero attardato in coda al reparto in marcia per<br />

accompagnare i più stanchi. <strong>Il</strong> tenente Mosconi Negri raccontò<br />

poi così: “… Sulla piccola piazza, in mezzo ad armati in divisa<br />

italiana e tedesca, sorgeva la forca, molto semplice e rozza: un<br />

palco, una tavola girevole sostenuta da un bastone e sopra tre<br />

corde. I partigiani erano un giovane grande, un uomo anziano e<br />

infine una donna con il viso coperto da uno scialle che da lontano<br />

sembrava vecchia. Salirono sul palco per una scala a pioli,<br />

con molta fatica perché avevano le mani legate sul dorso: scivolavano<br />

ogni tanto sui gradini e i tedeschi li guardavano ridendo.<br />

Poi un sottufficiale proclamò la sentenza e li preparò<br />

all’impiccagione passandogli la corda attorno al collo. Nel fare<br />

così tolse lo scialle alla donna e allora mi accorsi che era giovane,<br />

quasi bambina. Aveva lo sguardo ansioso, ma si faceva forza<br />

e non diceva parola. <strong>Il</strong> vecchio piangeva ballando da un piede<br />

all’altro come una scimmia. L’altro uomo sembrava di pietra<br />

e ci guardava con disprezzo. Non li impiccarono subito perché<br />

volevano scattare delle foto, e quelli con le macchine si dilungavano<br />

a misurare le distanze lì sotto. Poi qualcuno finalmente<br />

diede uno strappo al bastone che reggeva la tavola e ruotò sulla<br />

cerniera lasciando i corpi sospesi nell’aria. <strong>Il</strong> vecchio morì subito,<br />

la donna restò presa alla corda per la bocca e la nuca guizzando<br />

nel vuoto come un pesce, all’uomo si ruppe la corda e<br />

cadde per terra. Ma non guardavo lui perché i miei occhi erano<br />

fissi su quel corpo di donna che non poteva morire e si scuoteva<br />

girando sospeso alla corda. Sentivo ridere intorno. Allora impugnai<br />

il revolver e mossi in avanti ma un tedesco mi precedette:<br />

sparò rapido, prima all’uomo per terra e lo uccise subito, poi su<br />

di lei. Forse la mano gli tremò perché dovette vuotare tutto il<br />

caricatore mentre il corpo sussultava ad ogni colpo, e solo con<br />

gli ultimi due prese la testa. Quindi rimise l’arma nel fodero e<br />

andò via silenzioso. Gli altri ancora ridevano e scattavano foto”.<br />

Quando dopo mezz’ora passai io con gli ultimi alpini, il corpo<br />

della ragazza e del vecchi pendevano dalla forca, l’uomo era<br />

disteso sul terreno. […] Ai primi di novembre prendemmo posizione<br />

sul Don dando il cambio agli ungheresi; il Corpo d’Armata<br />

alpino era già schierato da qualche tempo. “Ho ancora nel naso<br />

l’odore che faceva il grasso sul fucile mitragliatore arroventato…”<br />

scrissi nel Sergente nella neve. Ero un piccolo uomo che<br />

tra milioni di altri uomini stava combattendo lontanissimo da casa<br />

in una guerra così orribile che mai le stelle videro nel loro esistere.<br />

Sentivo solo la grande responsabilità verso i miei compagni<br />

che il fato mi aveva portato a guidare; sentivo che il mio corpo<br />

era forte, che in Italia ero amato e rispettato. “Sergentmagiù<br />

ghe rivaren a baita” Dovevo tenerli uniti e fare il possibile per<br />

riportarli a casa.<br />

Brano tratto da “L’anno della vittoria”<br />

Edizione Einaudi<br />

[…] C’era un profondo silenzio ingrandito dal canto di due corvi<br />

imperiali che volavano altissimi. Tana aveva acceso la pipa e<br />

guardava i boschi sui versanti a nord che erano stati rispettati<br />

dalle artiglierie perché non colpibili direttamente, ma non dai<br />

tagli fatti dagli eserciti per avere legnami. Pensò ad alta voce: -<br />

Forse i nostri Sette Comuni potrebbero farsi pagare il legname<br />

tagliato dai soldati. Un rumore li fece guardare verso la strada<br />

che scendeva da Galmararetta, poi videro un carrettino condotto<br />

da tre persone. Aspettarono curiosi e quando si avvicinarono<br />

videro che erano i tre fratelli Pasc e che sul carrettino avevano<br />

travetti, tavolate, finestre, porte: - Cosa fate Dove andate –<br />

Li interpellò Tana. Erano poco più che ragazzi e la loro famiglia<br />

abitava nella contrada Balt dove per tradizione erano<br />

tutti scalpellini e scultori. Rimasero confusi perché sulle prime<br />

cedettero di aver incontrato degli estranei, forse personale<br />

civile del Governo, ma dopo aver riconosciuto in Matteo<br />

un ex compagno di scuola ripresero fiato e il maggiore dei<br />

tre che era alto e magro come un paletto: - Buona sera a voi.<br />

Credevamo foste gente del Governo. Ci stiamo portando via<br />

una casa di legno, la nostra non c’è più e le baracche non ce<br />

le danno ancora. L’altro giorno Denisio è venuto qui e ha<br />

visto una bella casetta attaccata alle rocce; persino con il<br />

portafiori e il portabandiera. È proprio bella e così siamo venuti<br />

a prendercela un pezzo per volta. Facciamo due viaggi al giorno<br />

e nostro fratello Dante che è tornato dalla guerra ce la sta montando<br />

in un angolo dell’orto. Gli austriaci hanno fatto anche una<br />

strada che arriva alla nostra contrada. La strada saliva al<br />

Trochnotto e poi scendeva per il Wassagruba, la salita era lunga<br />

e dolce e il fondo era buono. Matteo, suo padre e Tana diedero<br />

una mano a spingere il carretto dei Pasc. A una vasca di cemento<br />

che raccoglieva l’acqua di una piccola sorgente si<br />

fermarono a bere e a riprendere fiato. – Poco lontano da<br />

qui, - disse Denisio Pasc, - c’è un grande cannone, l’ho<br />

visto l’altro giorno. – C’era un cannone, - disse Matteo,<br />

o- ora è rotto, l’ha esploso Tana con la dinamite questa<br />

mattina-. Raccontò come Tana aveva fatto, e del grande<br />

botto che aveva fatto tremare la terra. – L’abbiamo sentito,<br />

- disse uno dei Pasc, - e ci siamo anche spaventati<br />

perché non eravamo tanto lontani. Noi si credeva fosse<br />

un proiettile da quattrocentoventi fatto brillare dai militari;<br />

ma poi abbiamo detto che i militari alla domenica non<br />

lavorano e che forse qualcuno era saltato in aria. Prima<br />

del grande colpo, però, abbiamo sentito anche una<br />

cannonata.. – Già, - disse Tana a questo punto, - il cannone<br />

era carico e prima di farlo saltare abbiamo voluto<br />

divertirci. Quando incominciò la discesa si salutarono e<br />

si divisero. Tana disse ai Pasc che quando avrebbero<br />

finito di trasportare e rimontare la casa di legno sarebbe<br />

andato a vederla. Rientrarono a casa che il sole era già<br />

andato a sorgere dall’altra parte e le prime ombre salivano<br />

dalle valli.<br />

Brano tratto da “<strong>Il</strong> bosco degli urogalli”<br />

Edizioni Einaudi<br />

“Alba e Franco”. […] Alzò il fucile e sparò. Lui neanche si<br />

mosse. Allora sparò ancora. <strong>Il</strong> lepre stirò le gambe e si adagiò.<br />

Franco, per primo, giunse sul lepre. Venne Alba; l’addentò furiosa<br />

e pareva volesse dilaniarlo. Allora Piero si mosse. Posò il<br />

fucile ed estrasse i coltello. Strappò in malo modo il lepre ad<br />

Alba e disse, - Non a te. Non lo meriti. Aprì il lepre: levò il cuore<br />

e il fegato. Si inginocchiò a lato di Franco, tagliò il cuore e il<br />

fegato ancora caldi e a piccoli bocconi glieli metteva in bocca.<br />

Dopo gli accarezzava la testa, gli puliva gli occhi con il fazzoletto,<br />

gli asciugava le zampe sanguinanti senza dirgli nulla e sentiva<br />

dentro una cosa, una cosa ecco che si fa fatica a dire e che a<br />

volte non si prova nemmeno per i cristiani.<br />

Passavano le stagioni. Passavano e ripassavano gli uccelli<br />

migratori; sulle montagne lentamente crescevano gli abeti. Franco<br />

e Alba sempre meglio conoscevano il bosco, la loro caccia e<br />

i tre fratelli. Nel mondo accadevano tante cose: la guerra in<br />

Corea, il ponte aereo, il Patto Atlantico, le elezioni, l’invasione<br />

delle motorette, l’automazione. Ma sulla terra le cose vanno<br />

come sempre; il sole nasce e tramonta, maturano le messi, cade<br />

la neve. Anche nella piccola casa vicino al bosco: nell’inverno si<br />

fanno mastelli di legno, nell’estate si lavora la terra e si tagliano<br />

le piante, nell’autunno si caccia. Proprio come mille<br />

anni fa e come mille anni ancora. Un giorno stavano<br />

preparando i campi per la semina. <strong>Il</strong> cavallo baio, guidato<br />

da Bruno, tirava l’aratro; Piero arava; Giacomo aggiustava<br />

i recinti e il vecchio, fumando la pipa, guardava i fringuelli<br />

montani che passavano bassi e rapidi a segno di<br />

burrasca. I cani s’erano allontanati verso il bosco, così,<br />

tanto per annusare; e dopo poco si sentì la solita canizza.<br />

Non la smettevano, i cani. I tre ascoltavano ognuno seguendo<br />

il proprio lavoro e nessuno voleva essere il primo<br />

ad abbandonarlo per andare a prendere il fucile. Lavoravano<br />

senza dirsi una parola; pure trepidavano e aspettavano<br />

che il vecchio dicesse qualcosa. Ma era troppo assorto<br />

dietro agli uccelli e ai suoi ricordi, per accorgersene.<br />

Correvano i cani sulla traccia, il cavallo sudava e la terra<br />

dura e nera s’apriva buona contro il ferro. S’allontanarono, i<br />

cani, ritornarono e sempre correvano finché Piero non poté<br />

più resistere. Disse: “Ooooh” al cavallo e andò in casa a<br />

prendere il fucile. <strong>Il</strong> vecchio nemmeno parlò e Giacomo prese<br />

il posto di Piero dietro l’aratro. Andò sino ai pascoli della<br />

malga e vi fu lo sparo. Ritornò con il lepre, e, legati i cani, ritornò<br />

a lavorare. Non si poteva farlo bene e serenamente sentendo lo<br />

scagnare dietro la pista. Così andò per molti anni, tanti per due<br />

cani segugi. Vollero conservare la loro razza e una primavera<br />

Alba venne coperta da Franco. Partorì tre cuccioli e<br />

tre mesi dopo il parto morì di sua morte naturale. La seppellirono<br />

nell’orto, sotto il ciliegio, dove a sera il vecchio<br />

è uso fumar la pipa e di ascoltar il pigolio dei pettirossi.<br />

Un anno dopo se ne andò anche Franco. Era d’autunno<br />

tardi, poco prima della neve che già s’annusava nell’aria.<br />

Lo portarono a cacciare nei pascoli vicino alla malga.<br />

Franco trovò la pastura del lepre, abbaiò stanco, corse<br />

qua e là barcollando e s’inoltrò nel fitto. Non ritornò più.


Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano www.giornalealtopiano.it<br />

25<br />

Mi è sempre piaciuto studiare.<br />

Fin da piccolo sono stato affascinato<br />

dalla possibilità di approfondire<br />

le mie conoscenze,<br />

almeno attraverso un normale<br />

percorso scolastico. Ma non è<br />

bastata la mia volontà a far sì<br />

che questa aspirazione si realizzasse.<br />

E poi c’era il treno. Buona parte<br />

della mia vita si è svolta a<br />

ridosso della ferrovia o lavorando<br />

per essa.<br />

Mio padre Sante era cantoniere<br />

sulla linea ferroviaria da<br />

Piovene Rocchette ad Asiago,<br />

nel tratto tra il ponte sul torrente<br />

Ghelpach e Campiello. Abitavamo<br />

nel casello numero tredici,<br />

poche centinaia di metri<br />

dopo la stessa stazione. Terminate<br />

le elementari a Tresché<br />

Conca, l’unica possibilità per me<br />

di continuare gli studi era quella<br />

di iscrivermi alle scuole medie<br />

o di avviamento al lavoro<br />

ad Asiago. Difficile però da raggiungere.<br />

Scartata la bicicletta,<br />

soluzione giudicata dai miei genitori<br />

troppo pericolosa a causa<br />

del ghiaccio, rimaneva il<br />

Trenino, ma la prima corsa del<br />

mattino arrivava troppo tardi<br />

per l’inizio delle lezioni. Così<br />

nell’anno scolastico 1939/40 fui<br />

costretto a rimanere a casa.<br />

L’anno successivo, per evitare<br />

il perdurare della mia inattività,<br />

chiesi al maestro Bruno Frigo<br />

(curiosa omonimia) che tutti i<br />

giorni con la bicicletta da<br />

Canove veniva ad insegnare a<br />

Tresché Conca, se almeno potevo<br />

aggregarmi alla sua classe<br />

e ripetere volontariamente la<br />

quinta.<br />

Così fu. Fortunatamente nell’estate<br />

del 1941, nella stazione<br />

di Campiello, conobbi Bruno, il<br />

figlio del capotreno Pasquale<br />

Stella, che frequentava l’Istituto<br />

Salesiano Maria Ausiliatrice<br />

di Trento. Gli confessai il mio<br />

grande cruccio, quello di non<br />

poter studiare e lui mi indirizzò<br />

verso il suo stesso istituto. Per<br />

una serie di spiacevoli equivoci,<br />

non ricevetti la lettera che<br />

confermava la mia ammissione<br />

in quella struttura e, richiamato,<br />

mi presentai a Trento solo in<br />

novembre. Mi chiesero se avevo<br />

almeno sostenuto l’esame di<br />

ammissione. Di fronte alla mia<br />

totale sorpresa, mi proposero di<br />

tornare a casa per ripresentarmi<br />

l’anno successivo, oppure frequentare<br />

di nuovo l’ultima classe<br />

delle elementari. Scelsi la seconda<br />

opzione, ma questa volta<br />

sentivo che sarei finalmente<br />

arrivato a frequentare le scuole<br />

<strong>Il</strong> Capostazione: Bruno Frigo<br />

medie. Accadde l’anno successivo.<br />

Ma la guerra scoppiata da<br />

poco rischiava di mettermi il bastone<br />

tra le ruote. Nel settembre<br />

1943 all’inizio della seconda<br />

media, il primo grave bombardamento<br />

su Trento convinse i responsabili<br />

dell’istituto a sparpagliare<br />

gli studenti in altre strutture<br />

dell’Ordine. A me e al mio<br />

inseparabile amico Giovanni<br />

Borgo di Mosson prospettarono<br />

di continuare a frequentare<br />

la scuola a Schio.<br />

Mi avvicinavo a casa, dove grazie<br />

al Trenino tornavo spesso,<br />

anche tutte le settimane. Un sabato,<br />

dopo l’ennesimo bombardamento,<br />

il punto dal quale il<br />

convoglio sarebbe dovuto partire,<br />

era stato forzatamente spostato<br />

più avanti, in direzione di<br />

Piovene Rocchette. Quando vi<br />

arrivai, il Trenino si era da poco<br />

messo in movimento, così invece<br />

di tornare sui miei passi, decisi<br />

di salire a Campiello a piedi.<br />

Nonostante la guerra fosse sempre<br />

più pericolosa, i bombardamenti<br />

all’ordine del giorno ci costringessero<br />

a ripararci in una<br />

cantina dell’Istituto, nell’estate<br />

del 1945 finalmente sostenni<br />

con successo gli esami per la licenza<br />

media.<br />

Un paio di mesi prima, il 20 aprile,<br />

mio fratello Ettore ed io fummo<br />

spettatori impotenti di una<br />

serie di eventi drammatici, accaduti<br />

proprio davanti alla nostra<br />

casa. Nelle prime ore del<br />

pomeriggio, un furgone con i rifornimenti<br />

per la Todt (1) saliva<br />

lungo la strada del Còsto. Dopo<br />

la stazione di Campiello, venne<br />

preso di mira da un gruppo di<br />

partigiani. L’assalto fruttò soprattutto<br />

una notevole quantità<br />

di vino, bevanda che purtroppo<br />

avrebbe avuto un peso notevole<br />

sull’epilogo della giornata. I<br />

partigiani vennero informati che,<br />

qualche ora più tardi, sulla stessa<br />

strada sarebbe transitato un<br />

vero e proprio camion pieno di<br />

vettovaglie. Furono invitati a<br />

lasciarlo passare e a presentarsi<br />

la sera al deposito, dove avrebbero<br />

comunque potuto far man<br />

bassa di cibo. Verso le 17 il<br />

Trenino merci che scendeva in<br />

direzione della stazione di<br />

Campiello, venne assaltato dallo<br />

stesso gruppo di partigiani<br />

che, saliti sulla locomotiva, obbligarono<br />

il macchinista Tiziano<br />

Dal Bo a scendere e lasciare andare<br />

il Trenino senza guida. Furono<br />

attimi molto concitati e<br />

drammatici, ma il peggio doveva<br />

ancora venire. Infatti di lì a<br />

poco sopraggiunse sulla strada,<br />

proprio all’altezza del convoglio,<br />

il camion, scortato da un soldato<br />

tedesco, del quale era stato<br />

preannunciato il passaggio. I<br />

partigiani aprirono il fuoco contro<br />

il mezzo, che accelerò<br />

allontandosi a tutta velocità in<br />

direzione di Tresché Conca, lasciando<br />

dietro di sè una lunga<br />

scia rossa. Scoprimmo più tardi<br />

avvicinandoci che la traccia era<br />

composta da vino e dal sangue<br />

di due persone che erano a bordo<br />

del veicolo, rimaste uccise<br />

nel conflitto a fuoco. Nel frattempo<br />

il macchinista abbandonò<br />

la locomotiva al suo destino<br />

e il Trenino senza freni e guida<br />

scese a tutta velocità verso<br />

Campiello. Sugli scambi, mentre<br />

gli ultimi due vagoni si staccavano<br />

dal convoglio, il primo si<br />

rovesciò continuando a rimanere<br />

agganciato alla motrice, rallentando<br />

così vistosamente la<br />

sua corsa che questa si arrestò<br />

in prossimità della stazione. Probabilmente<br />

ubriachi, i partigiani<br />

ripararono nel bosco e solo il<br />

giorno successivo tornarono a<br />

raccogliere un loro compagno,<br />

ucciso forse dal fuoco amico.<br />

Quel giorno ci fecero prendere<br />

un notevole spavento. Ma in<br />

seguito mi capitò che, per il loro<br />

provvidenziale arrivo, avessi<br />

salva la vita. Accadde sulla soglia<br />

della mia casa, il casello davanti<br />

alla strada ferrata. La mia<br />

attenzione venne attirata da un<br />

paio di russi, al servizio dei tedeschi,<br />

che armati gironzolavano<br />

intorno all’abitazione. Uno<br />

di questi mi invitava ad uscire<br />

fuori, mentre l’altro più lontano<br />

già puntava il fucile nella mia direzione.<br />

Feci appena in tempo<br />

ad accorgermi dei preparativi di<br />

quest’ultimo e istintivamente<br />

cercai di chiudere l’uscio davanti<br />

a me. <strong>Il</strong> primo colpo partì<br />

proprio in quell’istante, sfiorandomi<br />

la testa. Anche se barricato<br />

in casa, i due continuarono a<br />

sparare. Solo l’arrivo dal bosco<br />

di un gruppo di partigiani li fece<br />

desistere e fuggire.<br />

Intanto il mio soggiorno a Schio<br />

si era definitivamente concluso.<br />

Se volevo continuare a studiare<br />

ed iscrivermi al ginnasio, dovevo<br />

trasferirmi al Collegio<br />

Astori a Mogliano Veneto.<br />

Nel 1947 terminai il biennio, ma<br />

un’altra disgrazia stava per interrompere,<br />

questa volta<br />

definitivamente, il mio<br />

travagliato percorso scolastico.<br />

Mio fratello Mario, che lavorava<br />

in una fonderia in Francia,<br />

mentre viaggiava con il tram,<br />

per salutare una ragazza si era<br />

sporto dalla vettura, schiantandosi<br />

su un palo della linea. Aveva<br />

22 anni ed era un sostegno<br />

per la famiglia e i fratelli,<br />

Ettore, Lucia ed io. Toccava<br />

a me cercare un lavoro.<br />

Mio padre mi propose di<br />

andare dal capostazione di<br />

Asiago Umberto<br />

Pasquetto, per imparare il<br />

mestiere. Per l’incarico di<br />

papà e la posizione della<br />

nostra casa, il Trenino aveva<br />

da sempre fatto parte<br />

della mia vita. Mi entusiasmai<br />

all’idea e cercai di imparare<br />

quante più cose possibili.<br />

Prima di tutto presi<br />

confidenza con il telegrafo,<br />

strumento indispensabile<br />

nella stazione di allora. In<br />

un secondo momento venni<br />

affiancato al capostazione<br />

di Cesuna, Guido Sotti,<br />

molto anziano e provato nel<br />

fisico. Diventai il tuttofare<br />

della stazione. Un impegno<br />

senza orario, totalmente<br />

volontario.<br />

Quando la notte del 15 giugno<br />

1949 il mio responsabile<br />

morì, fu sostituito da<br />

Donazzolo, vice capostazione<br />

di Asiago, ma le mie<br />

mansioni non cambiarono<br />

di molto. Fu allora che mi<br />

decisi a presentare la domanda<br />

d’assunzione alla<br />

Società Veneta che gestiva<br />

la ferrovia. Con più di due<br />

anni di esperienza, avevo buone<br />

possibilità per essere assunto.<br />

Ma dovevo ancora assolvere<br />

gli obblighi di leva. Congedato<br />

l’8 dicembre 1950, fui chiamato<br />

a Padova per la selezione<br />

che vinsi. Venni assunto con<br />

uno stipendio mensile di 24000<br />

lire e il Capodanno del 1951 finalmente<br />

iniziai il mio servizio<br />

di capostazione a Tresché Conca.<br />

<strong>Il</strong> treno diventava il mio lavoro.<br />

Un lavoro che avrei svolto<br />

per 38 anni.<br />

Con l’amico e collega Nereo<br />

Schivo, capostazione a Canove,<br />

ci recavamo spesso ad Asiago<br />

da Umberto Pasquetto, a studiare<br />

per gli esami di abilitazione<br />

all’uso del telegrafo e al movimento<br />

treni, titoli che ci sarebbero<br />

serviti nel prosieguo della<br />

nostra attività lavorativa.<br />

Ero capostazione a Cesuna nella<br />

primavera del 1953, quando<br />

una mattina lungo la ferrovia<br />

accadde una disgrazia.<br />

Quel giorno Graziosa Frigo, la<br />

custode del passaggio a livello<br />

a ridosso del casello di Tresché<br />

Cesuna era indisposta. Sua madre<br />

Luigia la stava aiutando in<br />

casa, attorniata dai tre nipotini,<br />

quando sentì in lontananza il fischio<br />

del Trenino che arrivava<br />

da Cesuna. Dovendo sostituire<br />

la figlia anche per la chiusura<br />

delle barriere ferroviarie, uscì di<br />

corsa cercando di anticipare,<br />

anche se solo di qualche secondo,<br />

il transito del convoglio al<br />

passaggio a livello. Nella corsa<br />

disgraziatamente scivolò su un<br />

cordolo di ghiaccio finendo con<br />

le gambe di traverso ai binari,<br />

proprio mentre sopraggiungeva<br />

il Trenino. L’impatto fu inevitabile<br />

e la locomotiva tranciò entrambi<br />

gli arti della donna, che<br />

morì poco dopo dissanguata.<br />

Inutile fu anche la corsa all’ospedale<br />

di Asiago, ancora in<br />

costruzione, dove come medico<br />

lavorava Gino Frigo, figlio<br />

della vittima. Alle 6.30 del mattino<br />

il Trenino aveva appena lasciato<br />

la stazione di mia pertinenza<br />

in direzione Tresché Conca,<br />

io mi ero appena sdraiato per<br />

recuperare la stanchezza accumulata<br />

la sera precedente, quando<br />

il telegrafo cominciò a battere<br />

all’impazzata. Senza alzarmi,<br />

riuscii a rendermi conto anche<br />

solo sentendolo ticchettare,<br />

della gravità delle notizie che il<br />

mio collega Alessandro Calgaro<br />

mi trasmetteva dalla stazione<br />

successiva.<br />

Purtroppo non mi sbagliavo.<br />

Nel giugno 1954 finalmente sposai<br />

Angelina Frigo e ci sistemammo<br />

al primo piano della stazione.<br />

Naturalmente Nereo fu<br />

anche il mio testimone di nozze.<br />

Ma per strane e inspiegabili<br />

coincidenze della vita, il giorno<br />

del nostro matrimonio venne celebrato<br />

anche il funerale di<br />

Cafaggi, il capostazione di<br />

Arsiero. Al suo posto mandarono<br />

il vice di Asiago e proposero<br />

a me di prendere il suo posto,<br />

a patto che trovassi un valido<br />

telegrafista che mi potesse<br />

sostituire a Tresché Conca. Mi<br />

venne in mente Alessandro<br />

Calgaro, capostazione già in<br />

pensione. Le mie preghiere, sostenute<br />

da un’allettante stipendio<br />

di 1000 lire al giorno, sortirono<br />

l’effetto sperato.<br />

Andai ad Asiago dove non rimasi<br />

molto tempo perché dovetti<br />

sostituire Fochesato, il<br />

bigliettaio di Piovene<br />

Rocchette, che nel frattempo era<br />

rimasto ferito in un incidente con<br />

la moto. <strong>Il</strong> Trenino che ogni giorno<br />

controllavo dal mio ufficio,<br />

quello che aveva abitualmente<br />

a bordo macchinista, fuochista,<br />

capotreno e frenatore con mansioni<br />

di conduttore (controllore),<br />

trasportò per qualche tempo<br />

anche un capostazione in trasferta.<br />

Fino a quando non trovai<br />

casa a Piovene Rocchette.<br />

Fu quello il primo passo verso il<br />

mio definitivo distacco<br />

dall’Altopiano, che avvenne<br />

quando l’infortunato tornò ad<br />

occupare il suo posto. Sul<br />

Trenino cominciava a tirare<br />

una brutta aria, si parlava di<br />

soppressione della linea. Così<br />

quando mi proposero il trasferimento<br />

a Padova accettai. Rimase<br />

Smessi gli abiti e le mansioni<br />

da capostazione, venni impiegato<br />

in un ufficio, rinunciando<br />

definitivamente anche alla<br />

quotidiana convivenza con<br />

treni, binari e passeggeri. Ma<br />

ancora per un po’ di anni in<br />

casa respirai l’atmosfera che<br />

aveva caratterizzato tutta la<br />

mia vita fino ad allora. Con<br />

Angelina andammo ad abitare<br />

nella stazione di Conselve,<br />

chiusa dopo la soppressione<br />

delle locali tramvie. Lì nacque<br />

il nostro primogenito Roberto,<br />

seguito nell’arco di una<br />

decina d’anni da Luciano,<br />

Antonella e Alessandra.


Stefano Rigoni,<br />

Psicologo Psicoterapeuta<br />

Cognitivo<br />

Comportamentale –<br />

Tel. 338.2919597 – E-mail:<br />

stefanorigoni@hotmail.com<br />

Sabato 26 luglio 2008<br />

LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA<br />

Diario di un’adolescente. Riflessioni a<br />

margine di una tragedia annunciata<br />

Molto colpito dalle reazioni della stampa, delle Istituzioni e degli adulti nei<br />

confronti delle recenti morti di giovani per uso di droga, mi sono permesso di<br />

immaginare come sarebbe una pagina di diario di un’adolescente in procinto di<br />

andare al suo primo rave. Siamo davvero pronti a capirli per poterli aiutare<br />

.<br />

Ricordando Krystel e<br />

Nicole.<br />

8<br />

l’Altopiano 26<br />

www.giornalealtopiano.it<br />

Andrea e Ines, che voci!<br />

Nella breve durata di una canzone,<br />

cinque minuti scarsi, ci hanno<br />

regalato una grande emozione,<br />

tanto che molti spettatori han<br />

detto di aver avuto la pelle d’oca.<br />

Andrea Rossi e Ines Grigolo, che<br />

spiritosamente si definiscono i<br />

“Nati per caso”, in “Tele Digo da<br />

Bertigo” sono stati i protagonisti<br />

di uno dei momenti più intensi<br />

e sorprendenti dello show. Un brano<br />

stupendo e difficile da interpretare<br />

come lo è “Vivo per lei” portato<br />

al successo da Andrea Bocelli e<br />

Giorgia, ci ha rivelato le eccezionali<br />

doti canore di questa coppia. Una<br />

doppia sorpresa: Andrea, fra i primi<br />

componenti dei Rispaar, eravamo<br />

abituati a vederlo in qualche balletto<br />

spiritoso, soprattutto in un irresistibile<br />

trio vestito da donna; Ines<br />

invece è una delle “new entry”.<br />

Durante la loro esecuzione in molti<br />

si sono chiesti chi fosse questa signora<br />

minuta (lo sembra ancor di<br />

più vicino al fisico possente di Andrea!)<br />

che ha rivelato tanta potenza<br />

di voce. Originaria di San Bellino<br />

di Rovigo, abita stabilmente ad<br />

Asiago da dieci anni, ma anche prima<br />

ci veniva spesso, non appena<br />

possibile. “Quando i miei figli hanno<br />

trovato lavoro sull’Altopiano –<br />

racconta – non è stato difficile decidere<br />

di trasferirsi qui con tutta la<br />

famiglia. Mi è sempre piaciuto cantare,<br />

per questo ho chiesto di<br />

poter entrare a fare parte del Coro<br />

S. Matteo di Asiago, anche per<br />

favorire un miglior inserimento e<br />

conoscere nuova gente. Nel coro<br />

ho incontrato la “Paci”, Patrizia<br />

Carli, e con lei sono approdata<br />

alla compagnia teatrale “<strong>Il</strong> Fiasco”,<br />

con l’intenzione di fare qualche<br />

piccola parte come comparsa,<br />

visto che la mia vera passione<br />

è il canto. Da giovane cantavo<br />

nel coro parrocchiale della mia<br />

città, a 15 anni ho fatto parte di<br />

un piccolo complesso che faceva<br />

anche un po’ di cabaret, e in<br />

quel periodo mi era stato offerto<br />

di perfezionarmi nel canto, ma per<br />

farlo avrei dovuto andare a Milano.<br />

Mio padre fu risoluto nel<br />

negarmi questa opportunità, dicendomi<br />

che dovevo pensare a<br />

studiare. Studi, matrimonio, figli:<br />

gli anni sono passati, e il canto è<br />

rimasto sempre una bella passione,<br />

e basta. Certo, ho fatto amare<br />

la musica ai miei figli ed ora sto<br />

già appassionando la mia<br />

nipotina, che a soli 14 mesi inizia<br />

già a seguirmi quando intono<br />

qualche canzone. Dal Fiasco, il<br />

passo verso i Rispaar è stato facile<br />

e sono veramente felice di<br />

essere entrata a farne parte, sono<br />

stata accolta in maniera splendida,<br />

e Andrea, il mio compagno di<br />

canto è fra quelli che adoro di più!<br />

Nel gruppo stiamo molto bene<br />

insieme, i ragazzi sono veramente<br />

geniali nel trovare e sviluppare<br />

le idee.” La coppia canora, dicevamo<br />

all’inizio, è nata proprio<br />

per caso. A raccontarci com’è<br />

andata è Andrea: “Una sera, all’aperto<br />

nella sede del gruppo a<br />

Bertigo, per provare un nuovo impianto,<br />

si è deciso di cantare una<br />

canzone a testa. Io non avevo mai<br />

pensato di cantare davanti a un<br />

pubblico, di solito canticchio mentre<br />

lavoro, alla guida del camion.<br />

Quella sera, quando ho finito la mia<br />

canzone i miei compagni mi hanno<br />

subito detto: “Nel prossimo spettacolo<br />

tu canti!”. Da solo non avrei<br />

mai trovato il coraggio, ma la proposta<br />

di cantare in coppia con Ines<br />

mi ci ha fatto pensare. E’ stata lei a<br />

scegliere il brano, ci siamo buttati,<br />

ed è andata! Quando ho detto a<br />

mia moglie che avrai cantato una<br />

canzone durante lo spettacolo mi<br />

risposto “tu sei matto!”; beh, è vero:<br />

noi Rispaar siamo tutti un po’ matti!<br />

Ma insieme ci divertiamo, è un<br />

modo per staccare dal lavoro e dalla<br />

routine quotidiana, che alla fine<br />

ci dà molte soddisfazioni.” Raccontando<br />

e chiacchierando scopriamo<br />

che in qualche modo Andrea è “figlio<br />

d’arte” visto che Pierantonio,<br />

suo padre, da moltissimi anni fa<br />

parte del Coro S. Matteo, del quale<br />

è una “colonna portante”. Tornando<br />

al nostro duo, da dire che la meravigliosa<br />

interpretazione che abbiamo<br />

sentito ha richiesto molte<br />

prove e grande impegno prima di<br />

arrivare alla giusta impostazione di<br />

tempi e voce. “Vogliamo ringraziare<br />

tantissimo Alessandro Pretto – concordano<br />

entrambi – il cui aiuto è<br />

stato determinante. Ci ha seguiti,<br />

facendoci provare nel suo studio<br />

di registrazione, con tanta disponibilità<br />

e pazienza, correggendoci e<br />

insegnandoci senza mai stancarsi”.<br />

Ma, pur sentendosi e risentendosi,<br />

Ines e Andrea non si erano resi<br />

conto del risultato a cui erano arrivati,<br />

c’è voluta la risposta entusiasta<br />

del pubblico per farglielo capire.<br />

Gli applausi scroscianti al termine<br />

del brano, i complimenti della<br />

gente incontrata per strada, il fatto<br />

che la canzone proposta fosse rimasta<br />

nel cuore della gente, tanto<br />

che, come è stato loro riferito, anche<br />

i più piccoli hanno continuato<br />

a canticchiarla nei giorni seguenti<br />

gli show. “La soddisfazione più<br />

grande – concludono - è quella di<br />

essere riusciti a trasmettere emozioni<br />

in un modo tanto semplice come<br />

lo è il canto. E poi ci riempie di gioia<br />

e di emozione il fatto di riuscire ad<br />

aiutare con i nostri spettacoli qualcuno<br />

che ne ha bisogno”. L’occasione<br />

per risentire Ines e Andrea<br />

sarà la sera dell’11 agosto, a Bertigo,<br />

quando I Rispaar, all’aperto nei pressi<br />

della loro sede proporranno per<br />

la prima volta uno spettacolo inserito<br />

nella programmazione turistica,<br />

riproponendo alcuni sketch,<br />

scenette e canzoni che hanno fatto<br />

parte dei loro spettacoli nei dieci<br />

anni di attività. Ci dovrebbe essere<br />

poi un altro appuntamento, ancora<br />

da confermare, al Tanzerloch di<br />

Camporovere, per poter presentare<br />

la Ganzega, spettacolo preparato<br />

nell’ambito dell’Hoga Zait, il<br />

Festival Cimbro, che non ha potuto<br />

andare in scena per il maltempo.<br />

Silvana Bortoli


Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano www.giornalealtopiano.it<br />

27<br />

Angelo Roffo a ruota libera su nazionale<br />

e sulla sua nuova avventura in un club<br />

Pagina a cura di<br />

Stefano Angonese<br />

Qualcuno, che lo conosce bene,<br />

l’aveva previsto, e pure in tempi<br />

non sospetti. Praticamente all’indomani<br />

dell’annuncio di voler<br />

chiudere con la sua grande passione<br />

sportiva: l’hockey.<br />

>.<br />

Così aveva sentenziato il figlio<br />

Luca. E così è stato. Angelo<br />

Roffo, spezzino, ma altopianese<br />

d’adozione, prima ha ceduto all’irresistibile<br />

fascino dell’azzurro,<br />

tornando alla guida della nazionale,<br />

ed ora ha accettato nuovamente<br />

di allenare un club, la<br />

Caoduro Diavoli Vicenza, dove<br />

troverà pure il figlio Luca.<br />

Un’estate intensa, tra lavoro, famiglia<br />

e hockey. Un Mondiale<br />

concluso da poco, con<br />

un quinto posto che ha<br />

lasciato un po’ di rammarico,<br />

anche se onestamente<br />

sembra avere<br />

i contorni di un risultato<br />

che rispecchia il valore<br />

della nazionale che<br />

si è presentata a<br />

Düsseldorf. Difficile, insomma,<br />

fare tanto meglio.<br />

Anche se…<br />

>.<br />

Episodi, sicuramente, ma quando<br />

nelle due partite decisive (e<br />

consecutive) non fai neppure un<br />

gol è impossibile sperare di fare<br />

strada.<br />

>. E<br />

a lei Qualche scelta che non rifarebbe<br />

>.<br />

Migliorare per arrivare in medaglia,<br />

tra un anno, in Italia al prossimo<br />

Mondiale<br />

>.<br />

Un 2009 che per<br />

l’Italia, e soprattutto<br />

per l’inline<br />

nazionale, va<br />

sfruttato al massimo.<br />

>.<br />

E proprio da un club, Vicenza,<br />

Angelo Roffo riparte per una<br />

nuova sfida. L’ultima volta che<br />

aveva diretto una squadra era<br />

stato nella stagione 2006/07, a<br />

Padova, nel tentativo (disperato)<br />

di evitare ai patavini la retrocessione.<br />

Era stato cercato da varie<br />

squadre, ma alla fine ha scelto<br />

Vicenza, brava anche a giocare<br />

d’anticipo. >. Roffo si<br />

appresta a vivere questa nuova<br />

esperienza con la solita grinta, la<br />

solita voglia di tirar fuori il meglio<br />

dai suoi ragazzi. E anche a<br />

Vicenza punta al proprio obiettivo,<br />

costruendosi attorno un<br />

gruppo di “fedelissimi”.<br />

>. Rimandato, invece, il<br />

debutto sul palcoscenico europeo.<br />

Vicenza avrebbe il diritto<br />

di prendere parte alla<br />

Confederation Cup, una sorta<br />

di coppa Uefa introdotta<br />

quest’anno dal Comitato Europeo,<br />

ma la dirigenza sembra<br />

intenzionata a rinunciarvi<br />

destinando risorse ed<br />

energie in ambito nazionale.<br />

>.


HOCKEY<br />

Pagina a cura di<br />

Cesare Pivotto<br />

E’ ormai praticamente fatta,<br />

a suon di conferme, la <br />

squadra giallorossa; una<br />

campagna acquisti sin qui<br />

“fatta in casa”, un organico<br />

all’insegna della continuità,<br />

com’era stato dichiarato a<br />

fine torneo, con pochi cambiamenti.<br />

In effetti sono stati<br />

tutti confermati i componenti<br />

del roster della passata stagione<br />

ad eccezione di tre soli<br />

nomi: il difensore Loya e gli<br />

attaccanti DeFrenza e<br />

Stanley (anche se, almeno<br />

per quest’ultimo, è stata sua<br />

la scelta di non rimanere non<br />

accettando l’offerta<br />

asiaghese).<br />

Dopo la sequenza di difensori,<br />

nei giorni scorsi il sodalizio<br />

asiaghese ha via via dato<br />

ufficialità alla continuità anche<br />

sul fronte offensivo, confermando<br />

ben 7, anzi 8 attaccanti,<br />

dal capitano, veterano<br />

di tante battaglie e con ben 8<br />

stagioni in giallorosso alle<br />

spalle, l’italo-canadese ormai<br />

asiaghese d’adozione John<br />

Parco, ad una sequenza di<br />

prodotti del vivaio locale: già<br />

otto stagioni con la maglia<br />

dell’Asiago anche per il<br />

26enne Andrea<br />

Rodeghiero, alla quarta stagione<br />

in maglia stellata il<br />

22enne Federico Benetti,<br />

alla terza, invece, sia il<br />

19enne Matteo Tessari che<br />

il 20enne Nicola Tessari,<br />

mentre fanno il “bis” il quasi<br />

23enne Filippo Busa ed il<br />

Sabato 26 luglio 2008<br />

non ancora 20enne Gianluca<br />

Strazzabosco. La società ribadisce<br />

che “così com’è per<br />

il reparto difensivo, anche<br />

per quello avanzato potrebbero<br />

essere previsti dei<br />

graduali inserimenti di atleti<br />

del settore giovanile atti<br />

ad ampliarne il loro bagaglio<br />

di esperienza”.<br />

L’ottava, ed ultima (in ordine<br />

di tempo) conferma è<br />

quella del 27enne bomber<br />

Damian Surma. <strong>Il</strong> forte attaccante<br />

italo-americano è<br />

stato già confermato per<br />

quella che sarà il suo terzo<br />

campionato con la maglia<br />

asiaghese. Giocatore dotato<br />

di evidenti, ottime qualità sul<br />

piano tecnico, nelle due stagioni<br />

passate ad Asiago ha<br />

evidenziato però un rendimento<br />

poco costante, una<br />

mancanza di “affidabilità”<br />

che ha spesso “irritato”; proprio<br />

per questo, al di là delle<br />

sue promesse di “professionalità”<br />

nel preparare il suo<br />

nuovo ritorno ad Asiago, per<br />

lui è stato redatto e firmato<br />

un particolare contratto “a<br />

rendimento”, contando che<br />

l’incentivo economico possa<br />

essere lo stimolo giusto per<br />

poterlo vedere con continuità<br />

mettere sul ghiaccio quelle<br />

doti di potenza, concretezza<br />

ed esplosività di cui è<br />

indiscutibilmente dotato.<br />

Con Parco, Johnson e Surma<br />

che giocheranno da italiani,<br />

sono dunque solo quattro i<br />

transfert del roster (Bellissimo,<br />

Borrelli, DeMarchi e<br />

Plastino), lasciando quindi<br />

spazio ad ulteriori ingaggi di<br />

rinforzi stranieri, e di un<br />

bomber in particolare.<br />

Ma l’obiettivo principale della<br />

società giallorossa resta<br />

Michele Strazzabosco che,<br />

oltre a risultare di fatto, per<br />

qualità e rendimento, un vero<br />

e proprio “straniero”, dovrebbe<br />

anche vestire quei<br />

panni del leader, sul ghiaccio<br />

come nello spogliatoio, indispensabili<br />

per dare a questa<br />

squadra, giovane ed eterogenea,<br />

compattezza e continuità<br />

di rendimento. Michele ha<br />

tutte queste peculiarità, tecniche<br />

e caratteriali, e proprio<br />

per questo il suo ritorno è seguito<br />

con grande intensità<br />

dalla società, anche se, al<br />

momento in cui scrivo, l’ex<br />

capitano del disciolto Milano<br />

non ha ancora sciolto le sue<br />

riserve o, forse meglio, non<br />

ha ancora comunicato la sua<br />

scelta.<br />

Per dare ulteriore rinforzo al<br />

reparto difensivo l’Asiago<br />

sta puntando anche ad un altro<br />

ritorno, contendendolo ad<br />

altre agguerrite concorrenti,<br />

quello di Carter Trevisani.<br />

Euroregione Ice Hockey<br />

Challenge 2008.<br />

La manifestazione, giunta<br />

alla sua sesta edizione, si è<br />

consolidata ed è diventata un<br />

atteso appuntamento della<br />

pre-season nazionale, una<br />

sorta di anteprima che ha<br />

sempre proposto protagoniste<br />

di livello assoluto del<br />

panorama italiano, e non<br />

solo, anche se quest’anno<br />

ci sarà una sola formazione<br />

straniera, il Maribor.<br />

Si giocherà dall’11 al 14<br />

settembre e saranno due le<br />

sedi di qualificazione: Claut<br />

(dove si giocherà il girone B,<br />

che vede al via Alleghe,<br />

Fassa e Valpellice) e, per la<br />

prima volta, Asiago (sede del<br />

girone A, dove saranno di<br />

scena i padroni di casa,<br />

il Pontebba e gli sloveni<br />

del Maribor, che dovrebbe<br />

esserre la più accreditata<br />

pretendente alla vittoria<br />

finale). La finalissima,<br />

che vedrà di fronte le due<br />

vincenti dei gironi, si disputerà<br />

il 14 settembre a<br />

Claut.<br />

8<br />

l’Altopiano 28<br />

www.giornalealtopiano.it<br />

Raffica di conferme in casa giallorossa<br />

Ecco l’Asiago…aspettando Strazzabosco<br />

Nessuna novità sui volti nuovi<br />

John Parco<br />

Michele Strazzabosco<br />

CORTINA<br />

Arrivi: l’allenatore Paul<br />

Adey; Steve Gallace<br />

(Valpusteria), Martin Wilde<br />

(Vallentuna BK/Svezia)<br />

Partenze: Brandin Cote<br />

(REVBremerhaven/Germania/Bundesliga),<br />

Chris<br />

Dyment, Tim Wedderburn,<br />

Matt Smith, Jari Suorsa (EK<br />

Zell am See/AUT2)<br />

ALLEGHE<br />

Arrivi: l’allenatore Mike<br />

Kelly; Phil Groeneveld<br />

(Bolzano).<br />

Partenze: David Clarke<br />

(Nottingham Panthers/BEL/<br />

Gran Bretagna), Günther Hell<br />

BOLZANO<br />

Arrivi: Pasi Hakkinen<br />

(<strong>Il</strong>ves Tampere/Finlandia),<br />

Alexander Egger<br />

(Renon), Sergejs Durdins<br />

(Fort Wayne Komets/<br />

IHL), Carl-Johan<br />

Johansson (Moskitos<br />

Essen/Bundesliga/Germania),<br />

Andreas Bernard<br />

(Ora/Egna), Josh Olson<br />

(Renon), David Ceresa<br />

(Fassa), Nate Dicasmirro<br />

(Syracuse Crunch/AHL),<br />

Enrico Dorigatti (Renon)<br />

Partenze: Phil Groeneveld<br />

(Alleghe), Adam Russo<br />

(Tours/Francia), Chris Hajt,<br />

Neil Petruic, Arpad Mihaly<br />

(HC Csíkszereda), Ryan<br />

Jardine, Michael Stocker<br />

(Merano), Brandon Jon<br />

Abel, Max Ansoldi<br />

RENON<br />

Arrivi: l’allenatore Ron<br />

Ivany; Andreas Moborg<br />

(Straubing Tigers/DEL),<br />

Jan Nemecek (Odense/<br />

Danimarca), Corbeil<br />

Nicolas (Thetford Mines<br />

Isothermic/LNAH),<br />

Giulio Scandella (Milano<br />

Vipers)<br />

Partenze: Jan Vodrazka<br />

(Val Pusteria),<br />

Alexander Egger<br />

(Bolzano), Josh Olson<br />

(Bolzano), Kaspars<br />

Astashenko, Enrico<br />

Dorigatti (Bolzano), Paolo<br />

Bustreo.<br />

PONTEBBA<br />

Arrivi: l’allenatore Vesa<br />

Surenkin; Pippo Limnell<br />

(HIFK Helsinki/Finlandia),<br />

Patrick Rizzo (Val<br />

Pusteria), Arto Koivisto<br />

(Jokerit Helsinki/Finlandia),<br />

Daniel Sparre<br />

(Columbia Inferno/<br />

ECHL), Danny Stewart<br />

(Basingstoke Bison/<br />

EIHL/Gran Bretagna),<br />

Francois-Pierre Guenette<br />

(Alaska Aces/ECHL),<br />

Lukasz Kisiel (Zaglebie<br />

Sosnowiec/Polonia<br />

Partenze:Dan Cavanaugh<br />

(Villach/Austria), Nick Romano<br />

(Tours/Francia),<br />

Radoslav Hecl, Johan<br />

Carlsson, Konstantin<br />

Kalmikov, Ivan Demetz,<br />

David Burgess<br />

Damian Surma<br />

Partenze ed arrivi per le altre 7<br />

protagoniste della prossima stagione:<br />

FASSA<br />

Arrivi: l’allenatore<br />

Stèphane Python; Joseph<br />

Ori (Bossier-Shreveport<br />

Mudbugs/CHL), Jeremy<br />

Van Hoof (Rio Grande<br />

Valley Killer Bees/CHL),<br />

Owen Fussey (Columbia<br />

Inferno/ECHL), Jeff Paul<br />

(EV Duisburg Die Füchse/<br />

DEL/Germania)<br />

Partenze: Greg Barber (Val<br />

Pusteria), Greg Watson (Val<br />

Pusteria), David Ceresa<br />

(Bolzano), Jarad Bourassa,<br />

Terry Harrison Jamie<br />

Schaafsma (REV<br />

Bremerhaven/Germania)<br />

VALPUSTERIA<br />

Arrivi: l’allenatore<br />

Stephan Mair; Joe Tallari<br />

(Manchester Phoenix/<br />

Gran Bretagna), Jan<br />

Vodrazka (Val Pusteria),<br />

Brendan Bernakevitch<br />

(Tillburg Trappers), Greg<br />

Barber (Fassa), Greg<br />

Watson (Fassa), Thomas<br />

Trenker (Egna), Kelly<br />

Guard (Junost Minsk/<br />

Bielorussia)<br />

Partenze:Calle Bergström<br />

(Grenbole/Francia),<br />

Jeremy Adduono<br />

(Ravensburg/Germania),<br />

Zdenek Sedlak (Totempo<br />

HVIK/Danimarca), Patrick<br />

Rizzo (Aquile Pontebba),<br />

Steve Gallace (Cortina),<br />

Brent Gauvreau, Joaquin<br />

Gage, Johan Ramstedt.<br />

Grafica Altopiano


Mappe, foreste e avventura: in<br />

una parola orienteering.<br />

L’Altopiano di Asiago, per la<br />

sua configurazione, si addice<br />

molto a questa disciplina sportiva<br />

che consiste nel giungere<br />

nel più breve tempo ai punti di<br />

controllo segnati in una cartina<br />

topografica appositamente disegnata.<br />

Uno sport per tutte le età,<br />

dai bambini sotto i 10 anni ai<br />

veterani over 70. Uno sport per<br />

Con un raduno di una settimana,<br />

la Nazionale degli aspiranti sci da<br />

fondo per Vancouver 2010 ha fatto<br />

ritorno ad Asiago. Nella splendida<br />

cornice del Kaberlaba, la federazione<br />

italiana ha portato i<br />

giovani atleti delle squadre maschili<br />

e femminili ad Asiago per<br />

osservarli nella preparazione estiva<br />

fatta di corsa, bici e skiroll.<br />

“Qui abbiamo sia atleti appena<br />

saliti dalla categoria juniores, sia<br />

Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano www.giornalealtopiano.it<br />

29<br />

Highlands Open 2008<br />

A fine agosto in Altopiano le gare<br />

internazionali di orienteering<br />

Ad Asiago il futuro dello<br />

sci da fondo italiano<br />

atleti con più esperienza, acquisita<br />

nel circuito mondiale under<br />

23 – spiega Carlo Zoller, primo<br />

allenatore della nazionale svizzera<br />

fino all’anno scorso – E’ chiaro<br />

che qui abbiamo giovani che<br />

sperano di poter fare il salto di<br />

qualità e gareggiare nella prossima<br />

Coppa del Mondo quindi<br />

molto motivati.” “<strong>Il</strong> gruppo è comunque<br />

affiatato – aggiunge<br />

Pierluigi Costantin alla sua prima<br />

rilassarsi, immersi nell’ambiente,<br />

o da praticare anche per mettersi<br />

alla prova in qualche competizione<br />

come ad esempio gli<br />

Highlands Open 2008 in programma<br />

sull’Altopiano dal 28<br />

al 31 agosto. La manifestazione<br />

è organizzata dall’Erebus<br />

Orientamento Vicenza.<br />

Quest’anno l’HOP è abbinato<br />

al Latinum Certamen, la Coppa<br />

del Paesi Latini, una competizione<br />

per le squadre nazionali<br />

di lingua latina, la cui terza<br />

prova, la long, è anche valida<br />

per la Coppa Italia. Le<br />

squadre sono composte da 6<br />

atleti, 1 concorrente femmina<br />

e 1 concorrente maschio nelle<br />

categorie Senior, Junior e Cadetti.<br />

Secondo il programma<br />

della manifestazione, giovedì<br />

esperienza da allenatore – tutti<br />

hanno delle buone possibilità di<br />

raggiungere traguardi importanti”.<br />

“Qui abbiamo il futuro dello<br />

sci da fondo italiano – commenta<br />

Guido Carli, assessore allo<br />

Sport asiaghese – E questo grazie<br />

anche all’ospitalità dell’albergo<br />

Orthal che ci permette di<br />

accolgiere nel migliore dei modi<br />

questi atleti che sicuramente ricorderanno<br />

l’Altopiano”.<br />

28 agosto sarà dedicato alle<br />

prove di allenamento. Venerdì<br />

29 alle 11 prenderà il via la<br />

Gara a media distanza, in località<br />

Val di Nos di Gallio, valida<br />

come 1^ prova della Coppa<br />

Latina (Latinum Certamen)<br />

e 1^ prova dell’ Highlands<br />

Open 2008. Alle 20, nel centro<br />

di Gallio, è in programma<br />

la cerimonia di apertura con<br />

sfilata delle rappresentative<br />

nazionali che parteciperanno<br />

alla Coppa Latina di Corsa<br />

Orientamento. Sabato alle 11<br />

Inizierà la Gara Trail Asiago<br />

Coppa Italia, alle 14.30 inizio<br />

della Gara Sprint, 2^ prova della<br />

Coppa Latina (Latinum<br />

Certamen) e 2^ prova dell’<br />

Highlands Open 2008. Alle 17.30<br />

si terrà la Sprint Campioni<br />

Giovani promesse cercansi<br />

A Canove uno stage con gli allenatori delle giovanili dell’Udinese per trenta calciatori<br />

Una trentina di giovani calciatori<br />

in cerca di squadra sono<br />

ospiti da qualche giorno a<br />

Canove per uno stage con gli<br />

allenatori delle giovanili<br />

dell’Udinese Giorgio Zanier e<br />

Annunziato Zavettieri. Un idea<br />

nata da un incontro tra il presidente<br />

del Canove Calcio, Fabio<br />

Rebeschini, e i due tecnici che<br />

vorrebbero consolidare l’idea in<br />

un progetto continuativo da<br />

riproporre negli anni successi-<br />

(Elite)- ASIAGO, evento<br />

spettacolare con i migliori atleti<br />

mondiali di corsa orientamento.<br />

Alle 21 in Piazza Carli ad<br />

Asiago le premiazioni individuali<br />

(Middle e Sprint). Domenica<br />

31 agosto, alle 9.30, prenderà<br />

il via la gara a lunga distanza,<br />

in Val Magnaboschi di<br />

Cesuna, 3^ prova della Coppa<br />

Latina (Latinum Certamen) e<br />

3^ prova dell’ Highlands Open<br />

2008, 6^ prova Coppa Italia di<br />

Corsa Orientamento Wre<br />

World Ranking Event. Alle<br />

13.30, in centro a Cesuna, la<br />

premiazione della gara e la cerimonia<br />

di chiusura. S.L.<br />

vi per tutta l’estate in vari turni.<br />

“Sono giovani calciatori con tutte<br />

le carte in regola per proseguire<br />

la carriera professionistica, ma<br />

il sistema è talvolta contorto –<br />

spiega Zanier, allenatore della<br />

Beretti dell’Udinese che ha conteso<br />

la semifinale scudetto di categoria<br />

con la Juventus – Oltre a<br />

numerosi giocatori dell’Udinese<br />

e della Triestina abbiamo inserito<br />

qualche elemento valido locale.<br />

<strong>Il</strong> nostro scopo è duplice: quello<br />

di proseguire una preparazione<br />

tecnica e quello di dare un<br />

supporto psicologico e umano<br />

a chi, pur conscio delle sue<br />

potenzialità, si trova “disoccupato””.<br />

A dare man forte ai due<br />

tecnici anche il difensore<br />

dell’under 17 dell’Udinese e<br />

della Nazionale Juri Toppan in<br />

qualità di ex allievo; una presenza<br />

per dare lustro e stimoli<br />

agli altri giovani.<br />

G.R.<br />

Stage di allenamento per giovani pattinatori lombardi<br />

Asiago, quanto sei bella!<br />

Esperienza voluta dall’ex portiere dell’Asiago Franco Viale e la moglie Petra<br />

Chi mastica hockey non può non<br />

ricordare Franco Viale, portiere di<br />

valore assoluto per cinque stagioni<br />

ad Asiago nei primi anni<br />

Ottanta, rimasto legato a questa<br />

terra ed a questa gente di cui per<br />

anni ha sentito tutto l’abbraccio,<br />

il calore, l’affetto; un ricordo che<br />

conserva indelebile, che ben si<br />

percepisce, chiaro, quando si torna<br />

a parlare di quei tempi, belli<br />

ancor più perché allora l’hockey<br />

era ancora un vero e proprio fatto<br />

collettivo, un vero e proprio<br />

“sport nazionale” che raccoglieva<br />

attorno a sé un po’ tutta la<br />

gente.<br />

Lo incontro al Palodegar, dove<br />

mi aspetta con la moglie Petra<br />

Ruhrmann, ex pattinatrice tedesca<br />

oggi istruttrice di pattinaggio<br />

artistico: sono ad Asiago già<br />

dal 7 luglio con un bel nugolo di<br />

giovani leve lombarde di questa<br />

disciplina del ghiaccio per tre<br />

settimane di allenamento. “Era<br />

un suo pallino quello di tornare<br />

in qualche modo ad Asiago –<br />

esordisce Petra – e tanto ha fatto<br />

che siamo arrivati qua. Abbiamo<br />

portato qua , per ognuna<br />

delle tre settimane del programma,<br />

una cinquantina di ragazzi<br />

e ragazze di età compresa fra i<br />

4 ed i 25 anni e tesserati con la<br />

Datch Forum di Assago e la<br />

Palataurus di Lecco; le maestre<br />

hanno accettato di fare questa<br />

esperienza ed ora sono ben felici<br />

di questa scelta perché qui si<br />

sono trovate benissimo, tutto è<br />

così bello”.“E’ vero, l’ho proprio<br />

voluta questa esperienza – conferma<br />

Franco – ed è stato anche<br />

grazie all’interessamento di<br />

Angelo (Roffo) se la cosa si è<br />

potuta fare. Adesso tutti sono<br />

entusiasti, anche molti dei numerosi<br />

genitori venuti al seguito<br />

dei figli hanno sottolineato<br />

positivamente questa esperienza,<br />

decantando questa località.<br />

Chi non era mai venuto prima<br />

ha calorosamente espresso il dispiacere<br />

di non esserci venuto<br />

prima, tanto è stato colpito in<br />

positivo dall’ambiente, dal paesaggio,<br />

dalla gente. Io amo<br />

questa terra e ho cercato di far<br />

apprezzare a chi è venuto le diverse<br />

realtà ricettive,<br />

paesaggistiche, storiche e turistiche<br />

di tutto l’Altopiano”.“Ci<br />

è anche piaciuto avviare una<br />

sorta di interscambio di esperienze<br />

con le tre società locali<br />

di pattinaggio artistico – aggiunge<br />

Viale – così noi abbiamo<br />

utilizzato anche le loro ore di<br />

ghiaccio ed alcune loro atlete<br />

hanno seguito i nostri corsi.<br />

Una bella cosa, positiva; mi piacerebbe<br />

che loro potessero unirsi<br />

in una sola società più <br />

per ottenere traguardi<br />

ancor più elevati”. Anche le<br />

maestre sottolineano di essersi<br />

trovate bene, trovando molta disponibilità,<br />

strutture adeguate ed<br />

un ottimo ghiaccio, lamentando<br />

solo la mancanza di una palestra<br />

o una sala per il balletto. “D’estate<br />

si lavora sulla quantità e si fa<br />

apprendimento – aggiungono -<br />

è molto importante fare bene<br />

questa fase in vista dell’inizio<br />

della stagione agonistica, programmato<br />

per settembre. Qui<br />

stiamo lavorando benissimo”.<br />

“Sta andando tutto così bene –<br />

aggiunge Franco - che è nostra<br />

intenzione far sì che questa non<br />

resti un’esperienza positiva bensì<br />

diventi un appuntamento fisso,<br />

una sorta di <br />

fissa, stabile. Anzi, posso dire<br />

che stiamo già fissando l’appuntamento<br />

per il 2009 “.Certamente<br />

una cosa importante in chiave<br />

non solo sportiva ma anche sotto<br />

il profilo turistico.<br />

Cesare Pivotto<br />

L’A.C. Canove ricorda che sono aperte le iscrizioni al settore giovanile<br />

per la prossima stagione. Gli interessati possono contattare<br />

Stefano Frigo (tel. 0424 692630) o Desio Rossi (tel 0424 462426)


Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano 30<br />

www.giornalealtopiano.it<br />

“DICERIE” SULLE PATATE DI ROTZO<br />

Da qualche anno circolano<br />

delle voci assolutamente infondate<br />

e faziose circa le<br />

patate di Rotzo, che secondo<br />

alcuni soloni proverrebbero<br />

in parte da altri territori di<br />

produzione e verrebbero<br />

“spacciate” per patate di<br />

Rotzo. Certuni hanno addirittura<br />

dichiarato che si sono<br />

visti dei TIR scaricare<br />

quantitativi consistenti di patate<br />

allo scopo di essere messe<br />

in vendita come fossero<br />

doc.<br />

Queste accuse denigratorie<br />

sono del tutto prive di fondamenta<br />

per le ragioni che di<br />

seguito vado ad esporre.<br />

Come è noto è stata costituita<br />

mio tramite un’Associazione<br />

Produttori Patata di<br />

“Base Dal Molin, si tenga<br />

conto delle esigenze della<br />

Comunità locale”<br />

Che modi! Mentre il Nostro gli assicura lealtà e sconfinata<br />

gratitudine, l’amico yankee non ha riguardi. <strong>Il</strong> premier<br />

italiano Un dilettante della politica che ha conquistato l’importante<br />

carica solo grazie alla sua notevole influenza sui<br />

media nazionali. Con una accoglienza così il Nostro, anzichè<br />

reagire come giusto, giù invece a giurare che sì, il suo governo<br />

terrà fede agli impegni, che nessun ripensamento potrà<br />

esserci su una decisione già presa. Insomma il Dal Molin si<br />

farà, con buona pace dei vicentini. In forza di un ragionamento<br />

molto semplice: si tratta di onorare gli impegni assunti<br />

dal governo precedente. Che anche quello di prima<br />

rimandava alle intese concluse dal governo che lo aveva<br />

preceduto. Ma allora a che gioco giochiamo Niente; è che<br />

nella partita dei rimandi c’è sempre lui, oggi come l’altroieri;<br />

e con una logica così non c’è più spazio per replicare! Con<br />

tutto rispetto per l’alleato è possibile conoscere i termini<br />

dell’intesa o almeno le procedure seguite per raggiungerla<br />

Si fa un grande richiamo agli obblighi internazionali; ma questi<br />

obblighi non a tutti sono noti e comunque sarebbe opportuno<br />

farli conoscere per l’utilità generale. O sono tabù Ci<br />

saremmo aspettati che almeno le istituzioni preposte ne fossero<br />

informate. Ci si chiede perché tanto mistero perfino<br />

con gli addetti ai lavori: Governo, Parlamento, Comune. A<br />

proposito. Con il Comune si è andati alla leggera; approfittando<br />

del famoso legame con il premier, il sindaco ha dato<br />

la sua entusiastica adesione a scatola chiusa. <strong>Il</strong> piacere a<br />

un compare ha fatto aggio sulle sorti della città. Se da un<br />

lato rimane aperto il contenzioso sulle modalità con cui è<br />

stata raggiunta la fantomatica intesa tra governi, dall’altra i<br />

cittadini chiedono garanzie per la costruzione della base<br />

militare. Viene sacrificato l’aeroporto, si distrugge un quadrante<br />

di verde, si consumano servizi e si impegnano infrastrutture<br />

già insufficienti, si sottrae al controllo un importante<br />

settore della città. Aspetti tutti (servizi, verde, forniture, urbanistica,<br />

infrastrutture) di stretta competenza comunale; il governo<br />

non può ignorare quelle preoccupazioni né, tanto peggio,<br />

passarvi sopra con aria di supponenza. Farebbe bene invece<br />

confrontarsi con il sindaco per contemperare le giuste esigenze<br />

della comunità locale con le scelte, appunto perché neppure<br />

nazionali, dalle imprevedibili implicazioni. Che se l’amico yankee<br />

non ha avuto riguardi neppure per il premier nell’incontro in<br />

Giappone, non possiamo illuderci su quello che ci toccherà per<br />

aver espresso perplessità sul progetto. Mi sa che invece di<br />

avere il governo a fianco per sostenere le nostre esigenze<br />

dovremo contattare direttamente la Casa Bianca improvvisando<br />

ministro degli esteri il nostro sindaco. Ma che modi.<br />

Giovanni Bertacche info@bertacche.com<br />

Rotzo con una sorta di marchio<br />

che è ben visibile<br />

stampigliato sui sacchi di iuta<br />

di varie dimensioni, per contenere<br />

3 kg, 5 kg, 10 kg, 20<br />

kg.<br />

Inoltre i Produttori Associati<br />

sono regolarmente iscritti<br />

alla Camera di Commercio<br />

e pertanto muniti di partita<br />

IVA, nonché hanno aderito<br />

e sottoscritto un Disciplinare<br />

di Produzione “Qualità<br />

Ambiente” in attuazione delle<br />

Direttive europee in materia<br />

di immissione in commercio<br />

di prodotti fitosanitari, ivi<br />

compresa l’igiene dei prodotti<br />

alimentari.<br />

Tali discipline sono anche riportate<br />

nell’Atto Costitutivo<br />

e nello Statuto dell’Associazione<br />

“Produttori<br />

Patata di<br />

Rotzo”. Ogni<br />

anno la semente, come<br />

ho già scritto in precedenza,<br />

arriva<br />

direttamente dall’Olanda e<br />

su ogni sacco è apposto un<br />

cartellino con il certificato di<br />

provenienza e le varie componenti<br />

della patata da<br />

semente, nella quale l’Olanda<br />

si è specializzata.<br />

Nel Disciplinare è anche riportata<br />

la descrizione del<br />

prodotto e dell’organizzazione,<br />

che riporto testualmente:<br />

“La patata coltivata nella<br />

zona di Rotzo è riconosciuta<br />

da tempo per le caratteristiche<br />

organolettiche che la<br />

contraddistinguono e la fanno<br />

apprezzare tra i piatti della<br />

cucina veneta. Le qualità<br />

specifiche derivano dalle<br />

condizioni ambientali e<br />

C’era una volta.. perché é<br />

così che cominciano tutte le<br />

favole, un albero di nome<br />

PepPino.<br />

Viveva in un grande e verde<br />

parco di un piccolo paesino<br />

che nessuno conosceva,<br />

PepPino era stato per molto<br />

tempo un albero felice, era<br />

cresciuto saldo e forte e ne<br />

aveva viste di tutti i colori...si,<br />

tutti i colori, dal bianco freddo<br />

dell’inverno, al verde acceso<br />

e intenso che nasce con<br />

la primavera e che esplode<br />

in un tripudio di colori durante<br />

l’estate per arrivare ai colori<br />

spenti dell’autunno che<br />

ricordano l’arrivo di un’ altro<br />

inverno. Durante uno di quegli<br />

autunni tristi Peppino cominciò<br />

a soffrire di solitudine,<br />

durante l’estate una tromba<br />

d’aria aveva spazzato via<br />

i suoi amici più cari, quelli che<br />

vivevano attorno a lui da<br />

moltissimi anni ormai.<br />

PepPino voleva andarsene<br />

da quel parco, voleva viaggiare<br />

e vedere finalmente il<br />

pedologiche<br />

dell’area di<br />

coltivazione. Condizioni ambientali<br />

caratterizzate da temperature<br />

medie estive ottimali<br />

per la crescita della pianta (<br />

18 – 20° C) e piovosità primaverile<br />

elevata ne assicurano<br />

la perfetta maturazione.<br />

L’escursione<br />

termica tra giorno e notte<br />

favorisce l’accumulo di amido.<br />

I parametri pedologici<br />

rappresentano l’altro fattore<br />

valorizzante grazie alla<br />

tessitura prevalentemente<br />

sabbiosa dei depositi<br />

morenici, al drenaggio dell’acqua<br />

assicurato dalla<br />

natura calcarea del<br />

sottosuolo e una profondità<br />

superiore ai 60 cm”. E’ evidente<br />

che avendo sottoscritto<br />

questo disciplinare, i<br />

produttori associati sono<br />

soggetti a dei controlli e<br />

possono essere anche<br />

prelevati dei tuberi per<br />

l’analisi presso l’Istituto<br />

di Genetica di<br />

Lonigo.<br />

Pertanto sono assolutamente<br />

improponibili<br />

delle contraffazioni o<br />

delle immissioni<br />

sul mercato di un<br />

prodotto analogo<br />

con le stesse<br />

caratteristiche.Alcuni<br />

portano in campo l’argomentazione<br />

che non è<br />

possibile che la modesta<br />

quantità di patate prodotta<br />

nella campagna di Rotzo sia<br />

presente sul mercato per<br />

diversi mesi anche nei centri<br />

e negozi di pianura, nonché<br />

nei supermercati o nei<br />

centri di smistamento<br />

ortofrutticoli, ecc.<br />

Quest’anno sono state avvertite<br />

le finanze, le quali<br />

faranno un’indagine a tappeto<br />

su tutti i negozi dove<br />

sono esposti i cartelli “PA-<br />

TATE DI ROTZO” e verificheranno<br />

se sui sacchi<br />

compare la<br />

stampigliatura del marchio,<br />

il cartellino con il nome del<br />

produttore e partita IVA,<br />

allo scopo di accertare l’origine<br />

del prodotto.<br />

Com’è risaputo la patata di<br />

Rotzo è molto apprezzata e<br />

sempre più richiesta, al di<br />

là delle malignità e delle in-<br />

La nostalgia dell’albero PepPino<br />

mondo perché pensava di ritrovare<br />

la felicità che aveva<br />

perso dopo quella inaspettata<br />

tromba d’aria. Ci pensò<br />

parecchi giorni e, appena prima<br />

dell’ arrivo della neve,<br />

sfilò pian piano le sue radici<br />

dal terreno e si incamminò<br />

verso paesi lontani. Oltrepassò<br />

le montagne verso la<br />

Svizzera, l’Austria e la<br />

Francia dove si fermò in<br />

attesa del passare dell’ inverno,<br />

alla nascita del primo<br />

fiore si diresse verso la<br />

Spagna e il Portogallo, conobbe<br />

tantissimi alberi dei<br />

quali non conosceva neppure<br />

l’esistenza, vide giardini<br />

coperti da mille colori diversi,<br />

parchi e boschi e amici<br />

animali che provenivano da<br />

mare, terra e cielo. Passò<br />

dei momenti incantevoli ma<br />

anche in quei momenti così<br />

gioiosi sentiva nel cuore una<br />

sensazione strana, come una<br />

tristezza di fondo che<br />

PepPino non riusciva proprio<br />

a spiegarsi!<br />

Si stabilì in un boschetto non<br />

molto lontano dal mare in<br />

quanto un’ altro inverno era<br />

alle porte e una sistemazione<br />

fissa era indispensabile.<br />

Passò non molto tempo e<br />

PepPino cominciò a sentire<br />

che quella tristezza che sentiva<br />

cresceva ogni giorno di<br />

più, ora riusciva a darle un<br />

nome: era nostalgia del suo<br />

parco, delle sue care montagne.<br />

Deperiva giorno per<br />

giorno, i suoi aghi ingiallivano<br />

e poi cadevano e un fiume<br />

di lacrime di resina lo<br />

ricoprivano. Voleva tornare<br />

a casa sua, si lo voleva<br />

veramente!! Non sapeva<br />

come fare quando ad un<br />

certo punto ricordò che una<br />

volta suo nonno gli aveva<br />

parlato di una fatina dei<br />

boschi che “aiutava chi aiuto<br />

cercava”, così ci provò!<br />

Chiamò la fatina dicendo<br />

che voleva tornare a casa,<br />

dov’era nato e cresciuto,<br />

ad un certo punto apparve<br />

una meravigliosa fatina che,<br />

sinuazioni che molti perdigiorno<br />

da bar continuano a<br />

blaterare, senza cognizione<br />

di causa.<br />

Può bastare la parola autorevole<br />

del compianto Mario<br />

Rigoni Stern, che sapeva<br />

veramente apprezzare<br />

la qualità delle nostre patate,<br />

al punto da fare nel suo<br />

libro la seguente citazione:<br />

“Sempre più vuoti sono i<br />

paesi della Alpi. Eppure<br />

amiamo la nostra terra.<br />

Oggi sono andato a fare<br />

provvista di patate in un<br />

paese di 600 abitanti diviso<br />

in tre frazioni.<br />

I campi al sole, gli orti davanti<br />

alle case, il bosco che<br />

avanza e la montagna alle<br />

spalle; lindore, aria pulita,<br />

gente serena che poco<br />

chiede. Gli altri nativi sono<br />

andati in Canada, Australia,<br />

Francia … il ragazzo dal<br />

quale ho comprato due<br />

quintali di patate concimate<br />

con il letame e coltivate<br />

senza prodotti chimici dopo<br />

aver dissodato un terreno<br />

vegro (pascolo non brucato),<br />

è diplomato, ma piuttosto<br />

che scendere a lavorare<br />

in città o emigrare, preferisce<br />

stare quassù con<br />

maggior lavoro e minor<br />

guadagno” da “Sentieri<br />

sotto la neve” Ed. Einaudi<br />

Edoardo dr. Sartori<br />

In nome e per conto dei<br />

Produttori Associati<br />

nel vederlo così malconcio,<br />

si commosse e con uno<br />

schioccar di dita riportò<br />

PepPino proprio nel suo parco,<br />

nello stesso posto di prima!<br />

Attorno a lui riconobbe<br />

le sue amate montagne e gli<br />

alberi amici, respirò a pieni<br />

polmoni l’aria di casa e subito<br />

gli sembrò di non essersene<br />

mai andato!<br />

Anche la natura quel giorno<br />

volle festeggiare il suo<br />

ritorno e così dal cielo cominciarono<br />

a scendere tanti<br />

piccoli fiocchi di neve che<br />

lo ricoprirono dolcemente,<br />

come un mantello, a poco<br />

a poco tutto intorno diventò<br />

silenzioso e candido.<br />

Quante volte PepPino aveva<br />

sognato quel momento,<br />

la nostalgia di casa era<br />

troppo forte ma ora era in<br />

pace e calde lacrime di resina<br />

scesero dai suoi rami,<br />

era veramente felice. Era<br />

a casa!<br />

Marina Bussolaro


Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano www.giornalealtopiano.it<br />

31<br />

a cura di Giovanni Dalle Fusine<br />

Da sabato 26 luglio a venerdì 8 agosto<br />

<strong>Il</strong> Sole ai primi di agosto sorge alle 4.58 e tramonta alle 19.42<br />

Sabato 26 luglio. SS. Anna e Gioachino. È il 207° giorno dell’anno,<br />

mancano 158 giorni alla fine del 2008<br />

Domenica 27. SS. Natalia e Liliana<br />

Lunedì 28. SS. Nazario e Celso<br />

Martedì 29 . S. Marta.<br />

Mercoledì 30. SS. Pietro Crisol. e Donatella<br />

Giovedì 31. S. Ignazio di Loyola. Luna nuova alle ore 03.20<br />

Venerdì 1 agosto. S. Alfonso. Luna nuova alle ore 11.14<br />

Sabato 2. S. Eusebio.<br />

Domenica 3. S. Lidia<br />

Lunedì 4. S. Giovanni m.v.<br />

Martedì 5. S. Emidio.<br />

Mercoledì 6. Trasfigurazione di Gesù.<br />

Giovedì 7. SS. Gaetano e Donato. Primo quarto di Luna alle ore 05.35<br />

Venerdì 8. S. Domenico. Primo quarto di Luna alle ore 21.21<br />

Appuntamenti: 10^ Festa dell’Emigrante 27 agosto, Piazza dei Signori,<br />

Vicenza è stata scelta come sede per ospitare quest’evento in<br />

concomitanza con l’anniversario del cinquecento anni dalla nascita<br />

di Palladio. Programma: 10.00 ritrovo in Piazza dei Signori seguito<br />

dalla sfilata in centro storico; ore 11.00 celebrazione della Santa Messa<br />

presso il Duomo.<br />

Ente organizzatore: Ente Vicentini nel Mondo in collaborazione con il<br />

Comune e la Provincia di Vicenza e la Camera di Commercio<br />

Infoline: 0444/325000<br />

Un santo per volta: Gaetano di Thiene (Vicenza, ottobre 1480 – Napoli,<br />

7 agosto 1547) è stato un sacerdote italiano, cofondatore dell’Ordine<br />

dei Chierici Regolari Teatini; nel 1671 è stato proclamato santo da<br />

papa Clemente X ed è detto il Santo della Provvidenza. Sulla data di<br />

nascita non ci sono certezze, la famiglia era dei conti di Thiene, ultimo<br />

dei tre figli del conte Gasparo di Thiene e della contessa Maria da<br />

Porto: gli venne imposto il nome di uno zio appena scomparso, un<br />

canonico docente di diritto all’Università di Padova, che era nato a<br />

Gaeta. Nel 1504 si laureò a Padova in diritto civile e canonico; venne<br />

chiamato a Roma come segretario particolare di papa Giulio II nel 1506<br />

e gli venne anche conferito il titolo di Protonotario Apostolico. Divenne<br />

sacerdote. Iniziò a prestare servizio presso l’ospedale di San<br />

Giacomo degli Incurabili e si iscrisse alla Compagnia dell’Oratorio<br />

del Divino Amore. Tra il 1520 e il ‘23 fu a Venezia, dove fondò l’Ospedale<br />

degli Incurabili alla Giudecca. Per difendere i poveri dagli usurai,<br />

promosse l’istituzione del Monte di Pietà, nel 1539, da cui poi trarrà<br />

Domenica 27 luglio<br />

SASSO DI ASIAGO: TOTAL – Via Chiesa<br />

TRESCHE’ CONCA: AGIP – Via<br />

Campiello 56<br />

Domenica 3 agosto<br />

CANOVE: OIL – Via Roma 105<br />

In periodo stagionale il turno di chiusura è<br />

facoltativo. Riportiamo i nominativi dei<br />

distributori in turno di apertura<br />

Domenica 27 luglio<br />

SASSO DI ASIAGO: TOTAL – Via Chiesa<br />

TRESCHE’ CONCA: AGIP – Via Campiello 56<br />

Domenica 3 agosto<br />

CANOVE: OIL – Via Roma 105<br />

<strong>Il</strong> <strong>Giornale</strong> pubblica le Vostre lettere!<br />

Inviatele a: <strong>Giornale</strong> dell’Altopiano<br />

e-mail: redazione.altopiano@tiscali.it<br />

Per favorire il lavoro della redazione sarebbe<br />

preferibile riceverle via posta elettronica. E’ comunque<br />

possibile inviarle all’indirizzo: Piazzetta delle<br />

Poste n.3 36012 Asiago<br />

Si ricorda che, per poter essere pubblicate, le lettere<br />

devono riportare sempre firma e indirizzo e numero<br />

di telefono del mittente. La redazione si<br />

riserva anche eventualmente di ridurre, modificare o<br />

non accettare eventuali testi di cattivo gusto.<br />

origine il Banco di Napoli. Morì domenica 7 agosto 1547 e fu sepolto<br />

nella basilica di San Paolo Maggiore.<br />

<strong>Il</strong> 7 agosto 1957 moriva l’attore comico Oliver Norvell “Babe” Hardy,<br />

meglio conosciuto in Italia col nome d’arte di Ollio, compagno di<br />

scena dell’altrettanto noto Stanlio. Laurel e Hardy avevano creato<br />

una delle più famose<br />

coppie comiche di tutti<br />

i tempi. Cominciarono la<br />

loro produzione di<br />

lungometraggi alla fine<br />

del ’27, con capolavori<br />

della comicità quali The<br />

Battle of the Century<br />

(1927) (un film memorabile<br />

per la più grande<br />

battaglia di torte mai girata),<br />

e molti altri. Oliver<br />

era un grande esecutore<br />

delle indicazioni di<br />

Stan, regista-attoremontatore-scrittore<br />

dei<br />

loro film. «Chiedi a<br />

Stan» era la frase che<br />

diceva spesso quando gli venivano chieste delle opinioni sul copione.<br />

Perciò Stanlio, che sullo schermo appariva come un mentecatto,<br />

era in realtà il genio creativo, mentre Ollio, il saccente nei film, nella<br />

vita privata era piuttosto pigro ma si impegnava a fondo sul set per<br />

realizzare le idee degli altri. Questa grande forma di rispetto reciproco<br />

rese salda l’amicizia tra i due durata per più di trent’anni, senza mai un<br />

litigio - almeno stando a tutte le fonti ufficiali. Hardy fu colpito da un<br />

forte attacco di cuore verso la fine del 1955, un anno dopo un ictus lo<br />

portò alla semiparalisi. Muore 7 agosto del 1957 all’età di 65 anni, E’<br />

oggi seppellito nel Masonic Garden del cimitero Valhalla Memorial<br />

Park Cemetery a nord di Hollywood.<br />

Due proverbi due<br />

Bear lusteg ist in vraitag, boant in sastag (trad: Chi è allegro il venerdì,<br />

piange il sabato). Iuk me hunte, iuk me bolfe, iuk net’ in kindarn<br />

un ‘me alten manne. (trad: Batti il cane, batti il lupo, ma non batter<br />

però i bimbi e l’uomo vecchio).<br />

ARIETE<br />

Siete alle prese già da qualche tempo con la presenza di Urano nel<br />

vostro segno: per molti di voi questo sta significando sconvolgimenti<br />

speciali, che porteranno però a una nuova stabilità. Chi ha già fatto<br />

un incontro può cominciare di renderlo stabile con un matrimonio o<br />

un divorzio, a seconda della situazione personale.<br />

TORO<br />

Nettuno resterà ancora a lungo nel vostro segno, aprendovi nuovi<br />

inesplorati orizzonti. L’amore sarà al centro di cambiamenti epocali,<br />

seguito dal lavoro, e soprattutto dalla vita spirituale, di cui ultimamente<br />

vis siete occupati poco o che reclama maggiore attenzione.<br />

Vi si prospetta, insomma, una nuova e più complessa dimensione<br />

della psiche.<br />

GEMELLI<br />

Giove protegge ogni vostra iniziativa e lo sapete: siete quindi nelle<br />

condizioni di realizzare un vostro antico desiderio sia che riguardi<br />

l’amore, sia che si tratti di rapporti di amicizia o di lavoro. Dovrete<br />

però scegliere in quale settore vivere il favore del destino, magari<br />

trascurando tutto il resto, per concentrarvi su ciò che in questo<br />

momento è più importante.<br />

CANCRO<br />

Cominciate a riflettere su come affrontare le positive novità che<br />

stanno per travolgervi o rischiate di trovarvi impreparati e quindi<br />

poco pronti a cogliere l’essenza degli eventi. In amore si aprono<br />

nuove prospettive, specialmente se saprete riconoscere i segnali<br />

che il destino vi sta inviando. Nel lavoro invece sarà meglio procedere<br />

con più ordine.<br />

LEONE<br />

Quando qualcuno ha l’ardire di criticarvi esplodete, senza riflettere<br />

sulle conseguenze, rischiando spesso di ferire chi vi vuole bene.<br />

Eppure nel campo degli affetti c’è aria di novità, peccato che la<br />

l’Altopiano<br />

Sabato 26 luglio 2008<br />

L’Altopiano srl - Società unipersonale<br />

Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002<br />

presso il tribunale di Bassano del Grappa<br />

Telefono servizio lettori: 348 - 3138606<br />

Telefono servizio abbonati 349 - 6548872<br />

Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517<br />

E-mail: redazione.altopiano@tiscali.it<br />

Direttore responsabile: Stefania Longhini<br />

Segretaria di redazione: Silvana Bortoli<br />

In redazione:<br />

Giovanni Dalle Fusine, Cesare Pivotto, Luigi Frigo Bettinado,<br />

Egidio Zampese, Martina Rossi, Gerardo Rigoni,<br />

Stefano Angonese, Stefania Simi, Giovanni Rattini,<br />

Beppa Rigoni Scit<br />

Hanno collaborato:<br />

Virginia Gianello, Aurora Carli, don Marco Pozza,<br />

Sergio Bonato, Francesca Rodeghiero, Danilo Bogoni<br />

Responsabile grafico e impaginazione: Fabrizio Favaro<br />

Impaginazione: Davide Degiampietro - Grafica Altopiano<br />

Foto: Foto Verona - Archivio <strong>Giornale</strong><br />

Stampa: Centro Stampa delle Venezie<br />

Via Austria, 19/b - 35217 Padova<br />

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mancanza di chiarezza guasti l’atmosfera. Rinviate un incontro che<br />

appare impegnativo a quando avrete migliori elementi di giudizio.<br />

VERGINE<br />

Otterrete un grande risultato con uno sforzo minimo, a patto di<br />

saper mettere in pratica suggerimenti del destino, che vi propone di<br />

rinunciare al superfluo e consolidare il necessario. Nella vita di coppia<br />

lavorate a una migliore impostazione del rapporto, per quel che<br />

riguarda non solo l’intimità, ma anche la collaborazione reciproca.<br />

BILANCIA<br />

Saturno vi fornisce elementi per una più attenta valutazione della<br />

realtà, che vi saranno utili per trovare nuove soluzioni a vecchi<br />

problemi. Nell’amore sarà meglio abbandonare un’illusione e lavorare<br />

alla realizzazione di un rapporto più stabile, anche se non meno<br />

passionale. Nel lavoro e nelle questioni di denaro fatevi avanti con<br />

prudenza e tempismo.<br />

SCORPIONE<br />

Marte nel vostro segno continua a infondervi coraggio, ottimismo<br />

e capacità d’azione, con vantaggi evidenti sia in amore, sia nei<br />

rapporti di lavoro. Nelle amicizie è il momento di fare un’accurata<br />

selezione. Nell’amore, invece, siate in grado di farvi avanti con successo,<br />

anche nel caso ci fossero difficoltà marginali da non<br />

sopravalutare.<br />

SAGITTARIO<br />

Attenti come siete ai mutamenti astrali, vi sarete sicuramente accorti<br />

che Giove è opposto al vostro segno. La sua presenza si traduce in<br />

quel tanto di fredda ragionevolezza che vi aiuta a frenare gli eccessi<br />

e a bilanciare la vostra estrosa sensibilità. Nei sentimenti siate generosi<br />

e affronterete con il partner quegli argomenti che finora avete<br />

cercato di evitare.<br />

CAPRICORNO<br />

Potete serenamente affrontare un argomento che avete finora considerato<br />

tabù, sulla base di recenti novità che hanno arricchito il<br />

vostro panorama e vi danno ora modo di affrontare con successo<br />

ciò che vi sta più a cuore. Se è l’amore, potete perfino permettervi un<br />

approccio originale che sorprenda piacevolmente il partner.<br />

ACQUARIO<br />

La protezione di Giove vi permette di realizzare un progetto cui<br />

tenete e che avete tenuto in caldo, in attesa di ulteriori elementi di<br />

valutazione. Se è l’amore il campo dove volete ottenere di più, sforzatevi<br />

di mostrare maggiore generosità verso il partner, che si sente<br />

un po’ trascurato. Nelle questioni di lavoro tenete sotto controllo le<br />

voci di corridoio.<br />

PESCI<br />

Le novità che attendete da tempo sono vicine, quindi evitate di<br />

sollecitarle a sproposito, spinti dalla vostra abituale fretta. Negli<br />

affetti utilizzate saggiamente una breve vacanza e vedrete che l’amato<br />

bene vi cadrà ai piedi. Nel lavoro, invece, cercate di mostrare la<br />

nostra disponibilità ai cambiamenti, ma fatelo con discrezione.


Sabato 26 luglio 2008<br />

8<br />

l’Altopiano 32<br />

www.giornalealtopiano.it

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