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Ente Vicentini nel Mondo

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mai utile leggere la pag. 41 del testo<br />

“Talian, la nostra vera lingua” di Onorio<br />

Tonial – EDIFAPES – Erechim 2001. Una<br />

pagina dialettale incisiva, pregnante di<br />

intensa italianità, ma pertinente al fatto<br />

che la “Costitussion brasiliana <strong>nel</strong> 1988 a<br />

dise che tutte le maniere da manifestarse,<br />

materiali e no materiali, dei popoli e dela<br />

gente che ga popolà el nostro territorio,<br />

ze patrimonio culturale brasiliano”.<br />

A questo proposito lo studente Luca Cortese<br />

(2L) ha letto alcuni brani della favola<br />

“Capuceto Rosso dei Fradel Grimm” tradotta<br />

in dialetto veneto da una redazione di<br />

emigranti veneti in Rio do Sul (Brasile). Altri<br />

studenti, Kevin Bisi<strong>nel</strong>la, Fabio Sesti, Stefano<br />

Ferronato, Marco Disegna (5L), si sono<br />

susseguiti per affermare con le loro letture<br />

che ogni uomo porta con sè un bagaglio di<br />

valori e di bisogni trasmessi dai propri avi<br />

e deve essere educato a comprendere che<br />

ogni emigrante, come lui, dispone di un’<br />

eredità culturale alla quale non vuole rinunciare.<br />

E citando Claude Levi Strauss hanno<br />

ribadito che è grazie allo scambio di idee<br />

e relazioni tra gli uomini di culture diverse<br />

che si è andato formando il patrimonio di<br />

sapienza collettivo. Testimonianze di emigranti<br />

bassanesi sono state lette da Steven<br />

Pellizzer (2L) mentre Filippo Crestani (2T) ha<br />

letto la poesia “Ragazzo<br />

immigrato”.<br />

IL relatore Benito Sasso<br />

ha concluso i lavori rilevando<br />

la pertinenza,<br />

data la particolarità della<br />

mattinata, <strong>nel</strong> ricordare<br />

quanto scrisse Mario Rigoni<br />

Stern, <strong>nel</strong> concludere<br />

la presentazione del<br />

libro “Merica!, Merica!”<br />

– 1994 - di E. Franzina<br />

“Dalla storia della nostra<br />

emigrazione dobbiamo<br />

trarre motivo di riflessione<br />

e quindi di comportamento<br />

verso coloro<br />

che vengono in Italia per<br />

sfamarsi. Già! Da terra di<br />

emigranti siamo diventati<br />

terra di immigrati”.<br />

“Gli studenti provenienti dalla Moldavia,<br />

dal Marocco e dal Ghana”- ha ribadito<br />

Benito Sasso-“ci hanno dimostrato come<br />

si sono inseriti <strong>nel</strong>la scuola e nei paesi<br />

veneti dove risiedono con le loro famiglie.<br />

Sta a noi ora approfondire il fenomeno<br />

e agevolarne la coesione”. Una giornata<br />

speciale questa dedicata alla storia dei<br />

movimenti dei popoli di tutti i tempi che<br />

ha sorpreso<br />

i relatori per<br />

la larga partecipazione<br />

di studenti,<br />

italiani e stranieri,<br />

dell’istituto,<br />

ai quali la curatrice del Progetto è<br />

grata anche per le emozioni che hanno<br />

saputo suscitare nei presenti e dentro di<br />

lei in modo particolare. Emozioni e riflessioni<br />

contenute nei versi di un suo libro di<br />

poesie di recente pubblicazione: "Di ogni<br />

tempo e di ogni terra gli emigranti/ Gli<br />

son sembianze sofferenti in movimento/<br />

viaggiatori, nomadi e laceri viandanti/<br />

dall'inizio dei tempi son per primi riscattati/dall'Alfa<br />

e l'Omega dei segni onnipotenti"<br />

(Maria Antonia Forte, da "L'Alfa<br />

e l'Omega dei cammini" in "Di sogno in<br />

sogno"- Libreria Editrice Francesco Urso-<br />

Avola - Marzo 2013)<br />

Maria Antonia Forte<br />

In apertura, uno scorcio dei partecipanti con in<br />

primo piano le storiche valigie di cartone<br />

In questa pagina, in alto, il relatore Benito Sasso in<br />

primo piano e sullo sfondo il testimone Luigi Frigo<br />

Qui a fianco, da destra, la prof.ssa Maria Antonia<br />

Forte, Benito Sasso e Luigi Frigo<br />

numero 5.2013 | 17

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