Settembre2014

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P A G I N A 2 Rieccoci per voi... Seguiteci anche su Twitter con Subbuteo Report All’interno: L’Editoriale Di David Lazzari PAGINA 3 Mondiali Fistf L’Italia vince tutto (o quasi) PAGINA 4 Mondiali Fistf Lamberti: Ecco il nostro Mondiale del sorriso PAGINE 5 - 6 Mondiali Fistf Brillantino: Che bello tremare con gli Under 12 PAGINA 7 Mondiali Fistf In Italia i prossimi tre mondiali PAGINA 7 Tornei Federali Coppa Italia Individuale, via al conto alla rovescia PAGINA 8 Tornei Federali La Supercoppa all’ombra del Vesuvio PAGINA 8 Internazionale di Napoli Altro capolavoro di Flores. Reggio trionfa PAGINA 9 EW Florentia Cup Firenze, un cielo “Stellato” per Nikke. Perugia Artiglia la coppa PAGINA 10 Open Fisct Vivo Valentia Gentile e Messina sugli scudi PAGINA 11 La Vignetta Di Marco Baj PAGINA 11 Open Fisct Lugo Esultano Schiavone e Black & Blue Pisa PAGINA 12 Regole di gioco Il comitato Fistf continua a lavorare PAGINA 12 Regole di gioco Ciano: Nuove regole, ridare bellezza al Subbuteo PAGINE 13 - 17 Regole di gioco Cambiano le regole: Ecco come PAGINA 17 Mercato Tutti i movimenti della campagna 2014 PAGINA 17 Pianeta Under Di Emanuele Gessi PAGINA 18-19 Pianeta Under Palmieri Under da favola. Ma ore le scuole PAGINA 20 Subbuteo In campo il presidente del Coni Malagò PAGINA 20 Circuiti Regionali Il 4 e 5 Ottobre tornano i Circuiti Regionali PAGINA 21 Circuiti Regionali Circuito Triveneto: Eddie Bellotto trionfa nella seconda tappa PAGINA 21 Circuiti Regionali Schiavone domina il GP delle Marche PAGINA 22 Circuiti Regionali Doppietta Panebianco al Regionale di Catania PAGINA 22 Subbuteo Rugby Di Flavio FIrmo PAGINA 23-24
N U M E R O 1 A N N O 2 “Detto tra noi” L’Editoriale di David Lazzari P A G I N A 3 Bicchiere mezzo pieno o bicchiere mezzo vuoto La verità sta sempre nel mezzo. Bello iniziare un editoriale con due verità (assolute) per spiegare la situazione del calcio tavolo nazionale (ma non solo). Una situazione un po’ “work in progress” – che fa tendenza. Una situazione che rispecchia un po’ la confusione generale che si sta attraversando. Punti di vista certo, ma in quest’ottica è un po’ come si muove tutto il movimento. Tanti o pochi: Siamo in quattro gatti Chi parla di 1500 tesserati, chi di mille, chi di 600 giocatori reali. Tutti a salvaguardare tutti, tutti a pensare per tutti. E via a proliferare tornei su tornei, e categorie più svariate. A questo punto perché non scindere i tornei stessi Quelli open con i top player da quelli di fascia “più bassa” aperti solo a giocatori di classifica più bassa Ma senza sconvolgere il calendario. Tenete pure i Super tornei programmati (oggi gli M6) ma in altri periodi in un week end ci potrebbe essere un bel GP (aperto anche ai top) al Nord ed un Open (no ai top) al Sud, due week end dopo dei tornei ma “a parti” invertite. Personalmente non sono fai stato favorevole al Challenge e tantomeno al Future. Preferisco un torneo unico di base per poi scinderlo in due semmai ma con partite di piazzamento per tutti i posti. Perché se è vero che il Challenge permette di avere gironi (furbi permettendo) più abbordabili è anche vero che con la disputa dei Future (e delle eliminazioni dirette) sempre metà dei giocatori iscritti al tornei fanno solo una partita in più (perché comunque vengono eliminati al 1 turno). Con le partite di piazzamento per tutte le posizioni, il 17mo classificato (ma anche il 5o o il 22imo) fa quasi le stesse partite (se non le stesse) di chi sale al primo posto. Un movimento aperto ai più giovani, in un momento in cui si fa un gran parlare del proliferare di giocatori stranieri in Italia (in quasi tutti gli sport) che tolgono spazio ai giocatori italiani, il calcio tavolo SUBBUTEO forse sta attraversando una via di mezzo. Almeno nei nostri club abbiamo ancora dei giocatori nati almeno della città (o almeno nella regione) del club per cui giocano, anche se qualche eccezione iniziamo a vederla pure nel nostro movimento. Quella dei giovani però è un falso obiettivo ed una triste verità associata alle categorie. Si sta parlando di innalzare l’età dei Veteran Mi chiedo perché. A 40 anni in tanti sport giocare nelle categorie d’elite è l’eccezione, da noi è l’assoluta normalità. Si è gridato allo scandalo quando un giocatore veteran austriaco ha segnato un goal irregolare (personalmente non ho proprio visto l’azione) ad un ragazzo 16enne italiano ad un torneo Major. Ma signori, queste sono scene che si vedono anche in Italia. Guardatevi l’età media dei giocatori delle squadre di Serie A e di Serie B. Proviamo a fare un giochino Quante squadre di Serie A e Serie B sono in grado di fare la squadra giovanile Quante squadre di Serie A e Serie B sono in grado di fare la squadra Veteran Ed obbligando i Veteran a giocare Veteran, quante squadre di Serie A e Serie B sarebbero – con i giocatori rimasti – in grado di schierarsi in campo Poche, davvero poche. Allora ripristiniamo la categoria Veteran ma obblighiamo i Veteran a giocare la loro categoria e tutti gli altri giochino la categoria Open, under e femminile compresi. Perché vedere un Bertelli contro De Francesco (o Calonico, o Belloni, o metteteci chi vi pare) sarà anche una bella partita ma (perdonatemi) non serve a nessuno. Ma vedere magari un Intra contro Gessi, o Bolognino junior, o Di Vito, o Vezzuto, o Ciccarelli, o Borgo, o Giudice junior o Natoli junior può essere che serva a questi ultimi che sono under e che devono crescere. Per il futuro. Perché si parla di futuro, vero E’ un problema vedere una Categoria Open con meno iscritti dei Veteran e con partite più scontate Il problema dovrebbe essere non vedere più un cambio generazionale di qualità tra qualche anno. Nei tornei di oggi ci sono tanti giocatori che arrivano tra le prime posizioni come … 20 anni fa. Le novità vere (intesi come giocatori) Pochi se parliamo in termine di percentuale. Recentemente si è fatto un gran chiacchiericcio sulla categoria femminile. D’altronde è una casta, le solite che giocano sempre tra loro. Piuttosto che giochino Open. In altri sport (sport termine che trovate anche sul vocabolario) usano questi sistemi per far crescere i giocatori (e giocatrici) più giovani e far fare a loro il salto di qualità. E non parliamo dei tornei under, relegati ai 2 campetti che rimangono liberi nell’angolo più sperduto della sala (se rimangono liberi) dopo aver messo in elenco le fondamentali partite tra giocatori molti dei quali magari sono prossimi a festeggiare le nozze d’argento (se non lo hanno già fatto). Controindicazioni ma è questione di educazione. Si dice che nel rugby una squadra che sta vincendo facile deve continuare a giocare al massimo in segno di rispetto verso l’avversario, può essere. Vedere dei 10 a zero o 16 a zero nel nostro movimento non è un bel biglietto da visita. E’ un rischio che si potrebbe correre con le categorie Open di cui sopra, ma è una cosa oggi già vista e rivista in molti tornei (anche Major) e peggio anche ai recenti mondiali di Rochefort. Dopo il 5 a zero, l’arbitro porta già il risultato al tavolo della giuria, e può arbitrare in santa tranquillità con buona pace di chi vuole infierire. Ed ecco anche il motivo delle partite di piazzamento - per il sottoscritto anche ai Mondiali. Perché se poi uno non vuole, può dare forfait ma non ha senso che brasiliani, asiatici, australiani, americani, ma anche alcuni europei di seconda se non terza fascia, vengano per farsi due o tre partite al massacro e poi solo amichevoli occasionali (se sono fortunati). L’Italia sulla vetta del mondo, anche ai Mondiali di Rochefort l’Italia ha fatto incetta di medaglie. Bene così. E bene anche l’assegnazione dei prossimi tre mondiali all’Italia (che la Federazione ha poi “rettificato” in 2015 in Italia e gli altri anni se non ci sono altre candidature – altrimenti sarebbe stata la fine dei Mondiali, rischio che rimane però) segno di un movimento che comunque è in salute, nonostante i quattro gatti, e nonostante alla cerimonia di apertura dei Mondiali di Rochefort in fase di sorteggio tutta le delegazione azzurra fosse nel ristorante di fronte al centro culturale sede dei sorteggi. Servirebbe una presenza un po’ diversa, secondo me, non da superiore o peggio da snob ma una presenza forte, autoritaria e di controllo. Oltre che di trasparenza. Perché poi a criticare sempre l’attività all’estero non ci si perde nemmeno un secondo, salvo poi arrivare in situazioni un po’ alla “missing” come l’Open Internazionale di Napoli, dove le informazioni sono passate con il contagocce. Perché il giochino (perché tale è) non è fatto solo dalle regole di gioco ma anche dall’organizzazione generale. In Belgio il sabato i tempi sono stati sforati di 4 ore per esempio. Belli i banchetti dei 2 o 3 produttori di materiale (uno solo però un’azienda vera con partita iva) che hanno pagato il loro spazio a discapito di chi si aggirava tra i tavoli di gioco per offrire le proprie produzioni artigianali. Opss … ma questo accade anche in Italia e non in … spiaggia. Buon gioco a tutti. David Lazzari
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