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Settembre2014

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P A G I N A 6<br />

to. Ma non rischiamo che<br />

questa manifestazione si<br />

svaluti e perda di contenuto.<br />

“Il problema non è<br />

tanto l’Italia che vince sempre,<br />

che dovrebbe essere da stimolo<br />

per gli altri e in alcuni<br />

casi lo è. Io sono tra quelli<br />

che considera poco stimolante<br />

giocare ogni anno i mondiali<br />

e in non perfette condizioni<br />

organizzative. Reputo che<br />

sarebbe più idoneo giocare<br />

ogni due anni. Anzi, addirittu-<br />

che ho disputato posso considerare<br />

tali solo quelli di Palermo,<br />

Bologna e Madrid. Non si<br />

può dormire a trenta chilometri<br />

rispetto a dove si gioca<br />

e per questo mangiare in<br />

orari assurdi. Non bisogna<br />

mai dimenticare che nelle<br />

comitive delle nazionali ci<br />

sono anche bambini di 10<br />

anni".<br />

Cosa le rimarrà dentro di<br />

questi campionati “Quello<br />

tutti insieme, con il nostro<br />

pullman, come la nazionale di<br />

una disciplina più importante.<br />

Questo, a mio avviso, deve<br />

essere il traguardo per il futuro:<br />

crescere ancora sotto<br />

l’aspetto dell’immagine e<br />

dell’organizzazione. Sogno il<br />

giorno in cui tutta la comitiva<br />

indosserà la stessa divisa anche<br />

in borghese, avrà lo stesso<br />

trolley, giungerà insieme in<br />

aeroporto e così via. So che la<br />

federazione sta lavorando su<br />

questo aspetto. E non ho<br />

alcun dubbio che se i mondiali<br />

si disputeranno a San Benedetto<br />

del Tronto disporremo<br />

finalmente di una vera “casa<br />

azzurri”.<br />

”Io sono tra quelli<br />

che considera<br />

poco stimolante<br />

giocare ogni anno i<br />

mondiali e in non<br />

perfette condizioni<br />

organizzative”<br />

ra a mio avviso il massimo<br />

sarebbe alternare ogni due<br />

anni un Mondiale e un Europeo,<br />

in questo modo la competizione<br />

iridata ci sarebbe<br />

ogni quattro stagioni e avrebbe<br />

un sapore davvero diverso<br />

e probabilmente sarebbe<br />

organizzata come Dio comanda”.<br />

A proposito di organizzazione,<br />

come è andata a<br />

Rochefort “Campi perfetti,<br />

bene i turni di gioco. Ma quello<br />

che abbiamo disputato era<br />

un normale torneo internazionale.<br />

Per me un mondiale è<br />

un’altra cosa. Si gioca in<br />

location consoni ad ospitare<br />

una manifestazione sportiva di<br />

alto livello. In città dove ci<br />

sono strutture alberghiere e<br />

di ristorazione vicine<br />

all’impianto e all’altezza. E non<br />

si paga sei euro una bottiglia<br />

d’acqua al bar. Purtroppo nel<br />

calcio da tavolo Subbuteo<br />

manca ancora la cultura dello<br />

sport nel resto del mondo.<br />

L’estero deve imparare<br />

dall’Italia. Io di tutti i mondiali<br />

che mi interessa davvero è<br />

quello che è successo. Per<br />

quanto l’albergo fosse distante<br />

e l’utilizzo del pullman praticamente<br />

continuo, è stata una<br />

esperienza di vita bellissima<br />

stare tutti insieme dalla mattina<br />

alla sera. Abbiamo costruito<br />

una sorta di casa azzurri ed<br />

ha funzionato alla perfezione.<br />

L’armonia del gruppo ha consentito<br />

a tutti, ma proprio<br />

tutti, di divertirsi e di vivere<br />

completamente questa avventura.<br />

Ho visto gente col il<br />

sorriso sulle labbra quattro<br />

giorni su quattro. Questo ci<br />

ha permesso di sviluppare un<br />

grandissimo spirito di gruppo<br />

che a mio avviso è stato ad<br />

esempio fondamentale per<br />

ribaltare una partita che sembrava<br />

persa, come la finale<br />

open. Di sicuro il passo che<br />

abbiamo fatto con la professionalizzazione<br />

del centro<br />

federale e il coinvolgimento di<br />

una azienda specializzata come<br />

la Stemar Viaggi, ha avuto<br />

i suoi effetti anche sul gruppo<br />

azzurro. Ci siamo presentati<br />

Cosa farà Marco Lamberti<br />

da grande “Se la federazione<br />

mi confermerà ancora,<br />

continuerò a fare il commissario<br />

tecnico e a portare avanti<br />

il progetto, che è inserire<br />

piano piano in prima squadra i<br />

ragazzi più giovani quando<br />

sono pronti. Un’operazione<br />

complessa, in cui a volte si<br />

può sbagliare. Due anni fa a<br />

Manchester l’inserimento di<br />

Calonico non fu subito vincente<br />

ma si è rivelato fondamentale<br />

per il futuro, visto<br />

che poi ha vinto tutto quello<br />

che si poteva vincere e a Rochefort<br />

si è fermato solo in<br />

finale contro un fenomeno<br />

come Mattiangeli. Quest’anno<br />

è toccato a Luca e il segnale è<br />

stato bello. La finale l’abbiamo<br />

ripresa per i capelli grazie ai<br />

giocatori più esperti, bravi a<br />

trascinare la Spagna ai supplementari,<br />

ma poi l’acuto vincente<br />

nell’extra time è stato il<br />

suo. Che è stato come urlare:<br />

ragazzi, sto arrivando! Ecco, la<br />

strada è questa”.<br />

Giuseppe Silvestri

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