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BRESCIA RIVISITA LA SUA STORIA LONGOBARDA Rileggere ed interpretare la storia sulla scorta delle pi recenti conoscenze, di nuove scoperte archeologiche, di intuizioni e confronti tra esperti, liberandosi cos“ da vecchi stereotipi e facili preconcetti, operazione doverosa e insieme affascinante. Brescia, guardando al suo passato, si proposta questo intento affrontando la sfida di ripercorrere le vicende che lÕhanno vista grande ducato longobardo, protagonista di una fase cruciale nella storia della formazione dellÕEuropa di Carlo Magno. Cos“ la grande mostra allestita fino a fine novembre nelle sale del Museo di Santa Giulia, Ò<strong>Il</strong> <strong>Futuro</strong> <strong>dei</strong> <strong>Longobardi</strong>Ó - promossa dal Comune di Brescia - Civici Musei dÕArte e Storia - dalla Fondazione CAB e dal Banco di Brescia con il sostegno dellÕASM - non una semplice esposizione di opere dÕarte straordinarie e di testimonianze archeologiche provenienti da tutto il mondo ma soprattutto lÕoccasione per riconsiderare, sotto una nuova e inedita luce, vicende, personalitˆ, popoli e culture che ci appaiono ora molto diversi da quanto eravamo abituati a ritenere. Fin dalle scuole elementari ci avevano insegnato che i <strong>Longobardi</strong>, giunti in Italia dalla Pannonia nel VI secolo, erano un popolo di invasori, rozzi e ignoranti, capaci solo di distruggere quanto era sul loro cammino e non di costruire, sviluppare, tramandare. Ci avevano insegnato che solo grazie a Carlo Magno lÕItalia si era liberata dagli invasori barbari e lÕEuropa era riuscita a sviluppare unÕarte e una cultura raffinate e mature. La mostra di Brescia sfata tutto questo, guardando ai longobardi nel loro divenire, nel loro trasformarsi da guerrieri a politici e cultori delle arti, da pagani a cattolici, da invasori ad abitanti integrati con le popolazioni locali - nelle regioni del nord come in quelle del sud - tanto da dar vita ad una nuova cultura e identitˆ, non pi germanica nŽ latina ma, in un certo senso, italiana; tanto da lasciare unÕereditˆ importante e feconda a quellÕEuropa che i Franchi, con lÕaiuto del Papa, sarebbero riusciti a formare a scapito <strong>dei</strong> sogni politici di unificazione della nostra penisola inseguiti dai <strong>Longobardi</strong>. Una tesi ÒforteÓ dunque, che trovava riscontro in anni di studi, ricerche, indagini in diversi siti archeologici e su importanti architetture in alzato, condotti da numerosi studiosi: Gian Pietro Brogiolo, archeologo e cura- Valva di dittico in avorio con la lavanda <strong>dei</strong> piedi e la Crocifissione, IX secolo (Bonn, Rheinisches Landesmuseum). A fianco: Brescia, aula superiore di Santa Maria in Solario. 48 • RASSEGNA N. 9 NOVEMBRE 2000