Capitolo 19 [.pdf 1,32 Mb] - Regione Lazio
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di degrado, come descritto inizialmente, sono principalmente<br />
rappresentati dall’antropizzazione dei litorali,<br />
dall’erosione costiera, da una fruizione turistica<br />
incontrollata, fondamentalmente causati dalla<br />
mancanza di pianificazione - programmazione e di<br />
corretta gestione, sia dei litorali che del territorio<br />
interno.<br />
Le problematiche della conservazione degli ambienti<br />
dunali attuali sono, dunque, estese a larga parte<br />
dei territori costieri del Bacino del Mediterraneo<br />
e dei Paesi Nord Europei, ma è lungo la costa italiana<br />
che si rilevano le condizioni di degrado e distruzione<br />
più avanzate.<br />
Sulla base dell’analisi della documentazione cartografica<br />
(Atlante delle Spiagge Italiane, CNR <strong>19</strong>85<br />
–<strong>19</strong>97) gli scriventi hanno rilevato come lungo la costa<br />
nazionale, sino alla metà degli anni 90’, i depositi<br />
dunali costieri presentavano uno sviluppo residuo<br />
complessivo pari a circa 700 km: vale a dire meno<br />
del 10% dello sviluppo costiero nazionale e solo<br />
circa il 20 % di quello interessato da litorali sabbiosi.<br />
Più in dettaglio, la ripartizione tra dune naturali e<br />
dune antropizzate risultava pari a circa il 50 %. Ma<br />
tale dato non deve trarre in inganno poiché nel corso<br />
degli ultimi anni la maggior parte delle dune naturali<br />
ha denunciato condizioni di forte aggressione<br />
e sensibile degrado principalmente per effetto della<br />
pressione turistica e per l’ormai generalizzata erosione<br />
costiera.<br />
Allo stato di conservazione delle dune e delle<br />
spiagge è strettamente legato quello di altri ecosistemi,<br />
di estrema importanza, quali gli ambienti umidi<br />
retrodunali, le lagune ed i laghi costieri, le foci fluviali,<br />
sino alle praterie di Posidonia oceanica e di altre<br />
fanerogame marine, tutti ecosistemi che, oltre al<br />
valore strettamente ecologico, hanno notevole valore<br />
economico, diretto ed indiretto.<br />
Se una spiaggia sottoposta ad erosione può ricostituirsi<br />
anche in pochi giorni, le dune costiere, specie<br />
quelle ricoperte di vegetazione, una volta demolite,<br />
si ricostruiscono in tempi tanto lunghi che alla<br />
scala umana il fenomeno può essere considerato scarsamente<br />
reversibile.<br />
In materia di conservazione e restauro ambientale,<br />
gli ambienti dunali, pur con le loro specificità pedologiche,<br />
fisico-climatiche e biologiche, si prestano<br />
anch’essi all’impiego di tecniche naturalistiche<br />
coerenti con i principi dell’ingegneria naturalistica.<br />
Anzi, poiché la vegetazione (in interazione diretta<br />
con i meccanismi esogeni), rappresenta l’elemento<br />
principale di edificazione/stabilizzazione delle strutture<br />
geomorfologiche, è proprio nel dinamismo di tali<br />
ambiti che l’approccio naturalistico risulta particolarmente<br />
coerente ed è in grado di raggiungere i<br />
risultati più interessanti.<br />
In Italia, le esperienze di protezione e consolidamento<br />
delle dune costiere risultano relativamente diffuse<br />
e con un background non trascurabile, legato alla<br />
storica esperienza degli interventi forestali in ambito<br />
litorale; esse sono tuttavia scarsamente riconducibili<br />
a criteri di approccio univoci e gli interventi<br />
risultano spesso scollegati, condotti isolatamente<br />
e con scarsa considerazione del patrimonio conoscitivo,<br />
delle esperienze pregresse e dell’utilità della diffusione<br />
e del confronto dei risultati ottenuti..<br />
Un caso di studio particolarmente significativo<br />
sia per lo sviluppo e l’importanza dei depositi dunali,<br />
che per le interazioni ambientali, è dato dalle dune<br />
del Parco Nazionale del Circeo nel tratto costiero<br />
immediatamente a nordovest dell’omonimo promontorio.<br />
La duna del Circeo non sfugge all’inquadramento<br />
delle problematiche ambientali descritto in precedenza.<br />
Con uno sviluppo lineare di circa 25 Km ed<br />
un’altezza che varia da quote di 8 ÷ 10 m sino ad un<br />
massimo di 27 m, essa costituisce un cordone sabbioso,<br />
in larga parte consolidato da vegetazione specializzata,<br />
bloccato nella propria dinamica e nel meccanismo<br />
di autoprotezione (cioè dal libero avanzamento<br />
ed arretramento che le consentirebbe di limitare<br />
i danni delle energiche azioni erosive), dalla strada<br />
costiera realizzata su di essa negli anni trenta: una<br />
struttura rigida che oltre ad impedire, appunto, l’evoluzione<br />
morfologica naturale, concentra le acque<br />
di pioggia determinando meccanismi di erosione da<br />
ruscellamento concentrato. A questi si sommano l’erosione<br />
del vento che approfondisce le canalizzazioni<br />
asportando la sabbia e sottraendola in tal modo<br />
definitivamente al bilancio della duna e conseguentemente<br />
a quello della spiaggia. Solchi ed altre<br />
superfici di erosione sono poi frequentemente utilizzate<br />
per l’accesso incontrollato alla spiaggia da parte<br />
di una popolazione di bagnanti e turisti che in occasione<br />
della stagione estiva raggiunge punte esorbitanti,<br />
di fatto insostenibile per un ambiente così<br />
vulnerabile (Foto <strong>19</strong>.2.1).<br />
Nell’arco temporale compreso tra gli anni<br />
<strong>19</strong>95/<strong>19</strong>98, attraverso finanziamenti del Ministero<br />
dell’Ambiente e comunitari (strumenti Life Natura)<br />
oltre 14 Km di dune sono stati interessati da interventi<br />
di restauro e protezione. A seguito di rilievi ed<br />
analisi delle diverse forme di erosione agenti e delle<br />
loro interazioni critiche, sono stati progettati specifici<br />
interventi sperimentali (a carattere sia puntuale<br />
che diffuso) di controllo delle diverse forme di erosione<br />
e dissesto:<br />
➩ passerelle per l’accesso accesso diretto alla spiaggia<br />
➩ recinzioni dissuasive, realizzate in legno ed associate<br />
a schermi frangivento<br />
➩ picchetti per l’interdizione del parcheggio delle<br />
auto sulla duna<br />
➩ capannini infomativi sulla corretta fruizione dell’ambiente<br />
e sull’origine e finalità dell’azione di<br />
restauro e protezione<br />
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