Documento tecnico preliminare (parte seconda).pdf - Provincia del ...

Specie 

Nome scientifico 

Pigliamosche Muscicapa striata 3 

Codibugnolo Aegithalos caudatus - 

Cincia bigia Parus palustris C 3 

Cincia alpestre Poecile montanus - 

Cincia dal ciuffo Lophophanes cristatus C 2 

Cincia mora Periparus ater - 

Cinciarella Cyanistes caeruleus - E 

Cinciallegra Parus major - 

Picchio muratore Sitta europaea C - 

Rampichino alpestre Certhia familiaris C - 

Rampichino Certhia brachydactyla C - E 

Rigogolo Oriolus oriolus - 

Averla piccola Lanius collurio All. I 3 

Ghiandaia Garrulus glandarius V All.II/2 - 

Gazza Pica pica V All.II/2 - 

Nocciolaia Nucifraga caryocatactes C - 

Taccola Corvus monedula - E 

Cornacchia grigia Corvus corone cornix V All.II/2 - 

Corvo imperiale Corvus corax - 

Storno Sturnus vulgaris V (der) All.II/2 3 

Passero d’Italia Passer italiae V (der) NE 

Passero mattugio Passer montanus V (der) 3 

Fringuello Fringilla coelebs V (der) - E 

Venturone Serinus citrinella C - E 

Verdone Carduelis chloris - E 

Cardellino Carduelis carduelis - 

Lucherino Carduelis spinus - E 

Crociere Loxia curvirostra - 

Ciuffolotto Pyrrhula pyrrhula - 

Frosone 

Coccothraustes 

- 

C 

coccothraustes 

Zigolo giallo Emberiza citrinella - E 

Zigolo muciatto Emberiza cia C 3 

Ortolano Emberiza hortulana C 2 

Migliarino di palude Emberiza schoeniclus - 

Pernice bianca Lagopus muta C I 

Coturnice Alectoris graeca C I 

Francolino di monte Tetrastes bonasia C I 

Strillozzo Miliaria calandra 2 

Interesse 

2009/147/CE 

SPEC 

107

Elenco delle specie di Mammiferi presenti in provincia di VCO con specifiche relative alle 

tipologie di interesse 

Specie 


Interesse 

All. 92/43/CE 

Talpa europea Talpa europea C 

Toporagno nano Sorex minutus C 

Toporagno d’acqua Neomys fodiens C 

Crocidura minore Crocidura suaveolens C 

Rinolofo maggiore 

Rhinoluphus 

II 

C 

ferrumequinum 

Rinolofo minore Rhinoluphus hipposideros C II 

Vespertilio di Bechstein Myotis bechsteini C II 

Vespertilio di Blyth Myotis blythi C II 

Vespertilio di Capaccini Myotis capaccinii C II 

Vespertilio di Daubenton Myotis daubentoni C 

Vespertilio smarginato Myotis emarginatus C II 

Vespertilio maggiore Myotis myotis C II 

Vespertilio mustacchino Myotis mystacinus C 

Vespertilio di Natterer Myotis nattereri C 

Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhli C 

Pipistrello di Nathusius Pipistrellus nathusii C 

Pipistrello nano Pipistrellus pipistrellus C 

Nottola di Leisler Nyctalus leisleri C 

Serotino comune Eptesicus serotinus C 

Orecchione bruno Plecotus auritus C 

Orecchione meridionale Plecotus austriacus C 

Orecchione alpino Plecotus macrobullaris C 

Miniottero Miniopterus schreibersii C II 

Molosso di Cestoni Tadarida teniotis C 

Coniglio selvatico Oryctolagus cuniculus V 

Lepre comune Lepus capensis V 

Scoiattolo comune europeo Sciurus vulgaris 

C 

Nutria Myocastor coypus G 

Quercino Eliomys quercinus C 

Ghiro Myoxus glis C 

Moscardino Muscardinus avellanarius C 

Arvicola delle nevi Chionomys nivalis C 

Topo selvatico dorso striato Apodemus agrarius 

G C 

Topolino delle risaie Micromys minutus G C 

Volpe Vulpes vulpes V G 

Tasso Meles meles C 

Donnola Mustela nivalis C 

Puzzola Mustela putorius C 

Faina Martes foina C 

108

Specie 


Interesse 

All. 92/43/CE 

Martora Martes martes C 

Lupo Canis lupus C II 

Lince Lynx lynx C II 

Cinghiale Sus scrofa V G 

Cervo Cervus elaphus V 

Capriolo Capreolus capreolus V 

Muflone Ovis orientalis V G 

Camoscio delle Alpi Rupicapra rupicapra C V 

Stambecco Capra ibex C 

Elenco delle specie di Anfibi presenti in provincia di VCO con specifiche relative alle 


Specie 


Rospo smeraldino Bufo viridis C IV 

Raganella italiana Hyla intermedia C IV 

Rana lassonae Rana lessonae C IV 

Testuggine palustre europea Emys orbicularis C II-IV 

Interesse 

All. 92/43/CE 

Elenco delle specie di Rettili presenti in provincia di VCO con specifiche relative alle 


Specie 


Colubro liscio Coronella austriaca C IV 

Saettone Elaphe longissima C IV 

Biacco Hierophis viridiflavus C 

Ramarro occidentale Lacerta bilineata C 

Natrice Natrix tessellata C IV 

Lucertola muraiola Podarcis muralis C IV 

Interesse 

All. 92/43/CE 

109

Elenco delle specie Ittiche presenti in provincia di VCO con specifiche relative alle tipologie 

di interesse 

Specie 


Barbo canino Barbus meridionalis C II- V 

Barbo italico Barbus plebejus C II – V 

Lasca Chondrostoma genei C II – V 

Cobite fluviale Cobitis taenia C II 

Scazzone Cottus gobio C II 

Varione Leuciscus souffia C II 

Trota marmorata Salmo marmoratus C II 

Lampreda Lethenteron zanandreai C V 

Agone Alosa fallax lacustris C II 

Interesse 

All. 

92/43/CE 

Habitat di interesse conservazionistico 

Nella tabella seguente è riportato un primo elenco di habitat di interesse 

conservazionistico presenti sul territorio provinciale. 

Habitat di interesse conservazionistico 

Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition 

* Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion 

incanae, Salicion albae) 

* Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion 

* Foreste montane ed subalpine di Pinus uncinata (* su substrato gessoso o calcareo) 

* Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone montane 

(e delle zone submontane dell'Europa continentale) 

* Formazioni pioniere alpine del Caricion bicoloris-atrofuscae 

* Torbiere alte attive 

Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie igrofile 

Boscaglie subartiche di Salix spp. 

Faggeti del Luzulo-Fagetum 

Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea 

Foreste acidofile montane e alpine di Picea (Vaccinio-Piceetea) 

Foreste alpine di Larix decidua e/o Pinus cembra 

Formazioni erbose boreo-alpine silicee 

Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine 

Ghiacciai permanenti 

Ghiaioni calcarei e scistocalcarei montani e alpini (Thlaspietea rotundifolii) 

Ghiaioni silicei dei piani montano fino a nivale (Androsacetalia alpinae e Galeopsietalia 

ladani) 

Grotte non ancora sfruttate a livello turistico 

110

Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition 

Lande alpine e boreali 

Pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica 

Praterie montane da fieno 

Torbiere basse alcaline 

Torbiere di transizione e instabili 

111

Caratteri paesaggistici 

Fonti dei dati - Documenti 

- Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.) – Regione Piemonte 

Analisi dello stato attuale – Elementi critici e sensibili 

Il territorio provinciale, a causa della conformazione territoriale (ampia estensione di aree 

montane e di bacini lacustri e fluviali) presenta specifici connotati quali: 

- limitatezza degli spazi aperti e pianeggianti; 

- assenza di un retroterra storico di tipo rurale; 

- intensa antropizzazione delle aree pedemontane e di fondovalle, con 

conseguente alta densità degli abitati; 

- canalizzazione forzata delle vie di comunicazione 

In questo ambiente, per altro fortemente impresso dai suoi tratti geomorfologici, 

pedologici, vegetazionali e meteo-climatici, si sono quindi delineati i tratti peculiari quali: 

- l’accentuata diversità tra versanti in ombra e a solatio nelle vallate, con la 

prevalente destinazione forestale dei primi rispetto alla destinazione 

agricola e di insediamenti permanenti dei secondi; 

- una ben precisa e strutturata successione altimetrica degli insediamenti in 

funzione delle fasi stagionali di inalpamento del bestiame; 

- la concentrazione degli insediamenti urbani nei fondovalle oggetto di grandi 

trasformazioni demografiche ed industriali a partire dalla seconda metà 

dell’Ottocento (fondovalle del Toce e rive dei laghi Maggiore ed Orta) 

- la presenza di una conurbazione diffusa, in alcuni casi carente dal punto di 

vista infrastrutturale, determinata dalla perdita di ogni soluzione di continuità 

tra i diversi insediamenti (Omegna- Gravellona Toce - Verbania) 

- la concentrazione lungo le sponde e sui declivi collinari che costeggiano i 

laghi, negli spazi creati dagli estuari dei torrenti (Verbania, Stresa, 

Cannobio, Omegna, Mergozzo), e nei fondovalle, (Valle Ossola e piana 

basso Toce - bassa Val Strona), delle maggiori attività produttive; 

112

- la creazione di tessuti produttivi misti e diversificati connessi con i processi 

di deindustrializzazione. 

Definizione delle unità di paesaggio di interesse provinciale 

Il Piano Paesistico Regionale in coerenza con quanto previsto dal codice dei beni culturali 

e del paesaggio, ripartisce l’intero territorio regionale in “ambiti di paesaggio”, in base alle 

caratteristiche naturali e storiche. Tale suddivisione, ha portato all’individuazione, nel 

territorio provinciale del VCO, di 15 ambiti a loro volta suddivisi in unità di paesaggio, 

queste ultime basate su valutazioni inerenti la rilevanza, l’integrità e le dinamiche degli 

aspetti paesaggistici prevalenti. Esse sono dunque rappresentative del grado di 

naturalità/integrità di un dato paesaggio. 

I 16 ambiti di paesaggio presenti nel territorio del VCO sono rappresentativi di una 

pluralità e di una variabilità degli aspetti ambientali e paesaggistici che caratterizzano il 

territorio provinciale. La loro individuazione, come del resto quella degli altri ambiti 

regionali, non parte dal riconoscimento di aree omogenee, ma dal riconoscimento delle 

diversità locali e delle peculiarità del territorio, radicati anche in usi e costumi delle 

popolazioni. Tali aspetti sono però anche in stretta connessione con i caratteri strutturali, 

naturali o storici, dei luoghi in cui si sono sviluppati e possono dipendere, come accade in 

gran parte del territorio provinciale del VCO, dalla presenza di una matrice geomorfologia 

fortemente strutturata (montagne e laghi). 

Nella tabella seguente vengono elencati i 15 ambiti paesaggistici presenti nel territorio 

provinciale affiancando, ad ognuno di essi, la corrispondente unità e circoscrizione 

amministrativa comunale. 

Dalla lettura della tabella emerge chiaramente che non è quasi mai possibile far 

coincidere in modo netto il limite dell’ambito con il confine amministrativo comunale. 

Esistono inoltre, realtà comunali, il cui territorio ricade in due o più ambiti, è il caso ad 

esempio di Crevoladossola, Crodo, Masera, Montecrestese, Trontano, Varzo, Vogogna, 

San Bernardino Verbano ecc. 

113

Ambito Unità Comuni 

1 Alpe Veglia – Devero – U.P.01.01 – Alpe Veglia 

Formazza, Premia, 

Valle Formazza 

U.P.01.02 – Alpe Devero 

Baceno, Crodo e Varzo 

U.P.01.03 – Formazza e la sua 

Valle 

U.P.01.04 - Cascata del Toce e 

laghi della Formazza 

2 Valle Divedro 

U.P.02.01 – Varzo 

U.P.02.02 – San Domenico e la 

bassa Val Cairasca 

Varzo e Trasquera 

U.P.02.03 – Trasquera e il traforo 

del Sempione 

U.P.02.04 – Inverso della Val 

Divedro 

3 Valle Antigorio 

U.P.03.01 – Valle da Foppiano a Premia, Baceno, Crodo, 

Premia 

Montecrestese e 

U.P.03.02 – Valle da Premia a Crevoladossola 

Montecrestese 

4 Valle Isorno U.P.04.01 – Alta Val Isorno Montecrestese, Santa 

Maria Maggiore e Masera 

5 Val Vigezzo 

U.P.05.01 – La Valle dei pittori Druogno, Santa Maria 

U.P.05.02 – Gli alpeggi dell’alta Val Maggiore, Toceno, 

Vigezzo 

Craveggia, Villette, Re e 

Malesco 

6 Valle Bognanco 

U.P.06.01 – Bassa Val Bognanco Bognanco, 

U.P.06.02 – Alta Valle Bognanco Crevoladossola e 

Domodossola 

7 Valle Antrona 

U.P.07.01 – Laghi della Valle Antrona Schieranco, 

Antrona 

U.P.07.02 – Bassa Valle Antrona 

Viganella, Montescheno e 

Seppiana 

8 Valle Anzasca 

U.P.08.01 – Macugnaga e il Rosa Macugnaga, Ceppo 

U.P.08.02 – Valle Anzasca tra 

Bannio e Pestarena 

U.P.08.03 – Bassa Valle Anzasca 

Morelli, Vanzone con San 

Carlo, Bangio Anzino e 

Calanca Castiglione 

9 Valle Ossola U.P.09.01 – Domodossola e la sua Crevoladossola, 

piana 

Montecrestese, Masera, 

U.P.09.02 – Media Valle Ossola Trontano, Domodossola, 

U.P.09.03 – Bassa Valle Ossola Beura Cardezza, 

Villadossola, Pallanzeno, 

Piedimulera, Pieve 

Vergonte, Vogogna, 

Premosello Chiovenda, 

Anzola d’Ossola, 

Ornavasso e Mergozzo 

10 Val Grande U.P.10.01 – Cuore della Val Trontano, Beura 

Grande 

Cardezza, Vogogna, 

U.P.10.02 – Versanti esterni Premosello Chiovenda, 

della Val Grande 

Mergozzo, S. B. 

Verbano, Cossogno, 

Miazzina, Corsolo 

Orasso, Gurro, 

114

11 Val Cannobina 

12 Fascia costiera Nord 

del Lago Maggiore 

13 Valle Strona 

14 Lago d’Orta 

15 

* 

20 

* 

U.P.11.01 – Valli cannobine 

U.P.11.02 – Fascia 

settentrionale della val 

Cannobina 

U.P.12.01 – Stresa, Baveno e le 

Isole Borromee 

U.P.12.02 – Il Vergante 

Verbano 

U.P.12.03 – Mergozzo e il 

Montorfano 

U.P.12.04 – Verbania e la 

fascia lacustre 

U.P.12.05 – Nuclei rurali 

dell’alto Verbano 

U.P.12.06 – Cannero, Cannobio 

e l’alta riviera del Lago 

Maggiore 

U.P.13.01 – Campello Monti e 

l’alta Valle Strona 

U.P.13.02 – Bassa Valle Strona 

U.P.14.01 – Valle dello Strona 

tra Gravellona ed Omegna 

U.P.14.02 – Mottarone e l’alta 

riviera d’Orta 

U.P.14.03 – Orta San Giulio e la 

riviera 

U.P.14.04 – Dai “Castelli 

Cusiani” alle due “Quarte” 

U.P.14.05 – Gozzano e i territori 

meridionali del lago d’Orta 

Fascia costiera Sud U.P.15.01 – Alto vergante 

del Lago Maggiore novarese 

Alta Val Sesia U.P.20.01 – Alta Val Ma 

stallone 

Malesco, S.M.Maggiore 

Druogno 

Corsolo, Gurro, 

Falmenta, Trarego 

Viggiona, Cannobio e 

Cavaglio Spoccia 

Cannobbio, Trarego 

Viggiona, Cannero 

Riviera, Oggebbio, 

Aurano, Intragna, 

Premeno, Griffa, Bee, 

Verbania, Arizzano, 

Pignone, Carezzo, 

Miazzina, Cambiasca, 

Cossogno, San 

Bernardino Verbano, 

Mergozzo, Baveno, 

Stresa, Gignese e 

Brovello Carpugnino 

Valstrona, Massiola, 

Loreglia, Germagno, 

Quarta Sopra e Quarna 

Sotto 

Casale Corte Cerro, 

Gravellona Toce, 

Omegna, Armeno, 

Quarta Sopra, Quarna 

Sotto Nonio Cesara, 

Pella Pettenasco, 

Arola, Madonna del 

Sasso, San Maurizio 

d’Opalio, Pogno, 

Valduggia, Siriso, 

Gargallo, 

Borgomanero, 

Maggiora, Gozzano, 

Bolzano Novarese, 

Invorio, Ameno, Orta 

San Giulio, Miasino 

Belgirate 

Madonna del sasso 

* Ambiti di paesaggio con più UP con un solo comune appartenete al territorio del VCO. 

In riferimento all’analisi paesaggistica condotta sono emersi alcuni elementi sensibili e 

critici caratterizzanti l’ambito provinciale. 

115

In ordine agli elementi sensibili si evidenzia la presenza sul territorio di: 

- importanti sistemi di rilevanza sovra locale o di particolare leggibilità 

connesse con i temi storici, della religiosità e del turismo; 

- fattori di eccellenza e rilevanza visiva in grado di rafforzare il senso di 

identità e di distinzione della comunità a cui si fa riferimento; p 

- unti e percorsi panorami che offrono visuali su ampi contesti e/o elementi di 

pregio, nonché elementi del paesaggi visibili da più punti di osservazione 

Nel seguito si riportano degli estratti cartografici dal PPR che rappresentano i sopra citati 

temi. 

Tav 6: Sistemi di testimonianze storiche della religiosità, di fortificazione e della 

villeggiatura – Regione Piemonte 

116

Tav10: fattori di eccellenza e rilevanza – Regione Piemonte 

117

Tav7: Belvedere e bellezze panoramiche – Regione Piemonte 

118

I fattori critici o di detrazione visiva individuati per l’ambito provinciale sono riportati 

nell’estratto cartografico seguente. 

Estratto cartografico: Tav11: Fattori di criticità, degrado e detrazione visiva– Regione 

Piemonte 

In particolare si nota che le criticità connesse ai fenomeni di abbandono dei sistemi 

insediativi e colturali tradizionali interessano prevalentemente i nuclei minori e le aree di 

montagna. Diversamente le criticità condizionate dalla crescita urbana e dalle attività 

antropiche interessano prevalentemente le aree di fondovalle e i nuclei maggiori quali 

Verbania, Domodossola, Villadossola e Gravellona Toce. 

119

Emergenze archeologiche 

In ambito provinciale oltre ad un elevato numero di emergenze storiche, religiose e 

naturalistiche sono presenti un certo numero di elementi archeologici, tra i quali risultano 

tutelati ai sensi del Dlg. 42/2004: 

- l’insediamento mesolitico – Località Alpe Veglia – Comune di Varzo 

- le grotte con frequentazione - Località Sambughetto – Comune di 

Valstrona. 

La Provincia del Verbano Cusio Ossola è attualmente impegnata nel Progetto SITINET; 

progetto co-finanziato dal fondo europeo di sviluppo regionale e che vede coinvolta la 

Provincia come Ente capofila per la parte italiana. Il progetto, in avanzata fase di 

realizzazione, prevede di sviluppare un modello di descrizione, catalogazione e 

valorizzazione di siti geologici ed archeologici presenti nel territorio provinciale e della 

regione dell’Insubria. 

I risultati del censimento saranno tradotti nel Rapporto Ambientale e costituiranno 

riferimento per le scelte di piano e nell’analisi dei possibili impatti. 

120

Mobilità e trasporti 


- ARPA Piemonte – Rapporto sullo stato dell’Ambiente 2011 

- ACI – Automobile Club d’Italia. 


La rete infrastrutturale 

Dal punto di vista della rete stradale, il territorio provinciale è caratterizzato dalla 

presenza di importanti infrastrutture costituite da: 

- l’ Autostrada A26 (Voltri - Sempione) che interessa il territorio provinciale 

solo nel suo ultimo tratto (circa 11 km) ed è connessa con i tratti autostradali 

A8 e A4 che consentono il collegamento coni centri di Torino e Milano; 

- la Strada statale 33 del Sempione, che collega Milano con il confine di stato 

attraverso il passo del Sempione e da qui consente il collegamento con 

Briga ed il Cantone Vallese. Questa viabilità presenta nei tratti urbani 

(insediamenti residenziali) problematiche tipiche quali: scarsa sicurezza per 

le utenze deboli, arredo e attrezzature stradali inadeguate, immissioni 

laterali in sequenza; 

- la Strada Regionale 229 del Lago d’Orta che rappresenta il collegamento 

con Novara e termina in Gravellona Toce immettendosi sulla S.S. 33 del 

Sempione. Essa è caratterizzata da volumi di traffico elevati con presenza 

di gravi problemi in ordine alla sicurezza stradale e alla compatibilità 

ambientale; 

- la Strada Statale 34 del Lago Maggiore che rappresenta il collegamento con 

il capoluogo Verbania e da qui consenti il collegamento con Locarno nel 

Cantone Vallese. Si origina da Gravellona Toce come deviazione delle S.S. 

33 del Sempione; 

121

- la Strada Statale 337 che attraverso la Valle Vigezzo consente il 

collegamento tra Domodossola e Locarno nel Canton Ticino attraversanto 

anche il territorio delle Centovalli svizzere; 

- la Strada Statale 549 della Valle Anzasca che collega, da Piedimulera, la 

S.S. 33 del Sempione con il comune di Macugnaga; 

- la Strada Statale 659 che collega, da Crevoladossola, la S.S. 33 del 

Sempione con il comune di Formazza e le Cascate del Toce. 

Su questa rete stradale principale si innesta il reticolo delle strade Provinciali come 

indicato nella tabella seguente “Elenco delle strade appartenenti al demanio della 

Provincia del Verbano Cusio Ossola”: 

N° DENOMINAZIONE LUNGHEZZA da km a km 

49 DI MADONNA DEL SASSO 5.492 2+168 7+660 

50 DI AROLA 2.492 0+00 2+492 

88 DELLA COLMA 5.471 2+492 7+963 

46 OCCIDENTALE DEL LAGO D'ORTA 9.005 7+665 16+670 

51 DELLE QUARNE 6.180 1+100 7+280 

52 DI VALLE STRONA 18.685 0+600 19+285 

52/a DI GERMAGNO 2.424 0+000 2+424 

52/b DI LOREGLIA 2.845 0+000 2+845 

52/c DI MASSIOLA 2.163 0+000 2+163 

128 GERMAGNO-LOREGLIA 2.356 0+000 2+356 

160 DI LUZZOGNO 1.845 0+000 1+845 

129 DI CHESIO 0,868 0+000 0+868 

53 DI CASALE CORTE CERRO 3.660 0+800 4+460 

229 ORIENTALE DEL LAGO D'ORTA 10.596 50+580 60+489 

42 ARMENO-OMEGNA 2.737 1+000 3+737 

127 DI PETTENASCO 1.240 3+375 4+615 

41 DEL MOTTARONE 2.557 11+268 13+825 

125 DI BELGIRATE 4.310 0+000 4+310 

38 DI BRISINO E MAGOGNINO 4.025 0+000 4+025 

34 DELL'ALTO VERGANTE 3.539 15+383 18+922 

39 DELLE DUE RIVIERE 10.524 0+000 10+524 

40 BAVENO-LEVO 7.757 0+325 8+082 

161 DI SOMERARO 3.572 0+000 3+572 

167 FERIOLO-FONDOTOCE 1.999 0+000 1+999 

54 DEL LAGO DI MERGOZZO 11.452 0+000 11+452 

54/a DI MONTORFANO 3.219 0+000 3+219 

116 ORNAVASSO-CANDOGLIA 0,897 0+000 0+897 

166 DELLA VAL D'OSSOLA 1° Tronco 25.540 0+000 25+540 

135 DI COLLORO 4.040 0+000 4+040 

61 TROBASO FONDOTOCE 4.950 0+000 4+950 

62 SANTINO ROVEGRO 3.870 0+000 3+870 

122

90 ROVEGRO-CICOGNA 7.516 3+870 11+386 

130 DI SANTINO 7.683 0+000 7+683 

60 DI COSSOGNO 2.260 1+610 3+870 

59 DI VALLE INTRASCA 9.797 0+580 10+377 

58 DI MIAZZINA 5.202 0+000 5+202 

131 DELL'ALPE PALA 1.872 5+202 7+074 

59/a DI CAPREZZO 2.971 0+000 2+971 

59/b DI INTRAGNA 3.464 0+000 3+464 

132 DI SCARENO 2.967 0+000 2+967 

133 DI PIANCAVALLO 5.425 10+377 15+802 

55 INTRA-PREMENO 9.239 2+000 11+239 

57 DI VIGNONE 2.306 0+760 3+066 

91 DI ESIO 1.293 0+000 1+293 

56 PREMENO-COLLE 13.065 11+239 24+304 

92 COLLE-TRAREGO 10.420 24+304 34+724 

63 GHIFFA-OGGEBBIO 9.050 0+000 9+050 

134 DI OGGIOGNO 4.116 0+000 4+116 

64 CANNERO-TRAREGO 6.952 0+000 6+952 

75 DI VALLE CANNOBINA 25.530 0+000 25+530 

94 DI TRAFFIUME 2.295 0+000 2+295 

75/a DI FALMENTA 3.444 0+000 3+444 

75/b DI GURRO 4.342 0+000 4+342 

75/c DI ORASSO 0,280 0+000 0+280 

75/d DI CURSOLO 1.365 0+000 1+365 

69 DI BEURA 11.239 0+000 11+239 

67 DI VALLE ANTRONA 16.240 0+000 16+240 

141 DI CHEGGIO 7.202 0+000 7+202 

67/a DI MONTESCHENO 2.366 0+000 2+366 

118 VILLADOSSOLA - BEURA 6.762 0+000 6+762 

162 DI VAGNA 9.701 0+000 10+225 

71 DI MASERA 1° Tronco 3.017 0+533 3+550 

70/a DI TRONTANO 3.970 0+000 3+970 

146 DI OLGIA 4.885 0+000 4+885 

144 DI COIMO 0,824 0+000 0+824 

70/b DI CRAVEGGIA 3.585 0+000 3+585 

115 DI CRAVEGGIA BIS 1° Tronco 1.734 0+000 1+734 

115 DI CRAVEGGIA BIS 2° Tronco 1.761 0+000 1+761 

70/c DI VILLETTE 1.975 0+000 1+975 

145 DI VILLETTE BIS 1.199 0+000 1+199 


71 DI MASERA 2° Tronco 4.445 0+000 4+445 

71/b DEL TORRENTE DIVERIA 0,803 0+000 0+803 

68 DI VALLE BOGNANCO 9.882 0+000 9+882 

71/a DI MONTECRESTESE 2.426 0+000 2+426 

143 DI ALTOGGIO 4.128 0+000 4+128 

73 CRODO-MOZZIO-CRAVEGNA 10.832 0+000 10+832 

147 DI CRINO 1.460 0+000 1+460 

74 BACENO-GOGLIO 6.968 0+000 6+968 

123


93 VARZO-GEBBO 7.503 0+000 7+503 

153 DI SAN DOMENICO 3.563 0+000 3+563 

120 DI TRASQUERA 7.456 0+000 7+456 

72 CREVOLADOSSOLA-PONTEMAGLIO 3.550 0+900 4+450 

65 DI PIEVE VERGONTE 1° Tronco 12.710 0+000 12+710 

65 DI PIEVE VERGONTE 2° Tronco 1.896 0+000 1+896 

117 VOGOGNA-PIEVE VERGONTE 1.596 0+000 1+596 

136 DI FOMARCO 1.960 0+000 1+960 

66 DI MACUGNAGA 30.740 0+000 30+740 

137 DI CIMAMULERA 1.576 0+000 1+576 

66/a DI CALASCA 2.002 0+000 2+002 

138 DI CALASCA CASTIGLIONE BIS 2.435 0+000 2+435 

66/b DI BANNIO 1.430 0+000 1+430 

139 DI ANZINO 1.673 0+000 1+673 

140 DI CARDEZZA 2.963 0+000 2+963 

Lo sviluppo della rete provinciale assomma ad un totale di 522,953 km. 

Alcune strade Provinciali insistono anche sul territorio della Provincia di Novara, si tratta in 

particolare:SP 49 “di Madonna del Sasso”, SP 46 “Occidentale del Lago d’Orta”, SP 42 

“Armeno - Omegna”, SP 127 “di Pettenasco”, Sp 41 “del Mottarone”, SP34 “dell’Alto 

Vergante”, SP39 “ delle Due Riviere”. 

Esiste inoltre un importante reticolo di strade individuate dal PPR della Regione Piemonte 

a “valenza paesaggistica” per uno sviluppo totale di 336,7 km. (valori calcolati in ambiente 

gis funzione calculate lenght): 

La rete ferroviaria provinciale è costituito dalle seguenti linee: 

- Linea ferroviaria Novara – Omegna – Domodossola; 

- Linea ferroviaria internazionale del Sempione che collega Milano con Briga 

attraverso i centri di Stresa, Verbania e Gravellona Toce; 

- Linea ferroviaria “Vigezzina” che collega Domodossola a Locarno attraverso 

la Valle Vigezzo. 

La quasi totalità della rete, che si estende per circa 140 chilometri, appartiene a Rete 

Ferroviaria Italiana (RFI) del Gruppo FS, fanno eccezione: 

- la linea Domodossola - confine svizzero (di circa km 32) in Val Vigezzo; 

124

- parte della linea internazionale Domodossola - Locarno (Vigezzina) a 

scartamento ridotto, in concessione a Ferrovie Domodossola Locarno, di 

competenza dello Stato. 

Il territorio provinciale occupa una posizione geografica strategica per i traffici 

internazionali verso la Svizzera ed infatti ospita due importanti collegamenti internazionali, 

percorsi sia da treni passeggeri a lungo percorso, sia da treni passeggeri regionali sia da 

treni merci, che attraversano le Alpi al valico del Sempione (Linee Milano/Novara - 

Sempione). 

Interventi di potenziamento previsti riguardano il raddoppio del binario Vignale - Arona per 

il potenziamento dell'itinerario Novara – Sempione. Domo 2. 

La previsione di incremento merci interessa circa 67,5 km della rete mentre le varianti 

proposte con il Piano Provinciale dei trasporti assommano a 36 km. 

La dotazione infrastrutturale per la provincia del Verbano Cusio Ossola, fatto 100 l’incide 

di dotazione infrastrutturale in Italia, è indicato nella tabella seguente: 

Estratto: Rapporto sullo stato dell’Ambiente – ARPA 2011 

Dalla sua analisi si rileva una stabilità per quanto concerne la rete viaria, viceversa si è 

avuto una notevole variazione per quanto concerne la rete ferroviaria. 

Il dato provinciale risulta comunque inferiore alla media provinciale e a quella nazionale 

ed appare influenzato dall’orografia del territorio, prevalentemente montano che ne limita 

l’accessibilità. 

125

Il Parco Veicolare 

Il Parco veicolare nella Provincia del VCO per il 2010 sulla base dei dati forniti dall’Aci è 

indicato nella tabella seguente: 

Tipo veicolo 

Numero 

Autobus 140 

Autocarri trasporto merci 12.333 

Autoveicoli speciali/ specifici 1.627 

Autovetture 101.257 

Motocarri quadri cicli trasporto merci 945 

Motocicli 17.214 

Motoveicoli e quadri cicli speciali/specifici 210 

Rimorchi e semirimorchi speciali / specifici 83 

Rimorchi e semirimorchi trasporto merci 449 

Trattori stradali o motrici 238 

Altri veicoli / 

TOTALE 134.496 

Parco veicolare al 2010 (Fonte ACI) 

Confrontando il dato relativo agli ultimi 5 anni, si è avuto un incremento del parco 

veicolare totale pari ad un 2,25%. Gli unici veicoli che hanno avuto una contrazione 

costante sono i trattori stradali o motrici e i rimorchi / semirimorchi per il trasporto delle 

merci. 

Tipo veicolo 2006 2007 2008 2009 2010 

Autobus 129 131 140 140 140 

Autocarri trasporto merci 12.120 12.190 12.200 12.236 12.333 

Autoveicoli speciali/ specifici 1.473 1.520 1.574 1.618 1.627 

Autovetture 99.525 99.698 100.017 100.708 101.257 

Motocarri quadri cicli trasporto 963 975 962 958 

merci 

945 

Motocicli 15.062 15.552 16.060 16.733 17.214 

Motoveicoli e quadri cicli 152 165 168 192 

speciali/specifici 

210 

Rimorchi e semirimorchi 1.176 1.164 1.158 79 

speciali / specifici 

83 

Rimorchi e semirimorchi 638 631 627 472 

trasporto merci 

449 

Trattori stradali o motrici 288 272 264 247 238 

Altri veicoli / / / / / 

TOTALE 134.496 

126

Il trasporto pubblico 

Il trasporto pubblico si innesta sul sistema viario e ferroviario esistente dove i poli 

principali sono rappresentati da: Domodossola, Gravellona Toce, Verbania, Stresa e 

Omegna. 

Le principali linee di trasporto su gomma garantistico i collegamenti urbani ed extraurbani 

e si sviluppano prevalentemente lungo l’asse Omegna-Verbania e Gravellona Toce - 

Domodossola. 

Le autolinee presenti sono: 

- Autolinee CONSERVCO che opera in ambito urbano nel Comune di 

Verbania e gestisce i collegamenti con Omegna e Domodossola 

- Autolinee Comazzi opera prevalentemente con i collegamenti verso 

Domodossola e con le vallate ossolane. 

- Autolinee Nerini incentrate nell’area di Omegna e gestisce i collegametne 

con la provincia di Novara (Borgomanero – Arona) 

127

Rumore 




Per la definizione dello stato della componente relativa al rumore è necessario fare 

riferimento sia alla caratterizzazione dell’ambiente da un punto di vista delle attività 

insediate e quindi delle possibili fonti di rumore sia alla caratterizzazione da un punto di 

vista dei possibili recettori (uomo e strutture). 

Per quanto riguarda le possibili fonti di emissione, queste sono rappresentate 

principalmente da: infrastrutture stradali, infrastrutture ferroviarie e attività puntuali 

(industriali e commerciali). 

Le infrastrutture dei trasporti costituiscono le sorgenti predominanti di immissione diffusa, 

esiste infatti un legame strettissimo tra emissione di rumori e traffico. Inoltre, il traffico è la 

causa principale del rumore in ambiente urbano. 

Le attività industriali e/o commerciali determinano prevalentemente situazioni di 

inquinamento e disturbo puntuali e localizzate. 

Per quanto riguarda la caratterizzazione dei possibili recettori essi sono rappresentati 

principalmente dai nuclei abitati presenti. 

L’inquinamento acustico è tra le principali cause del peggioramento della qualità della vita. 

La materia è disciplinata a livello nazionale dalla Legge quadro n.447/1995 e a livello 

regionale dalla Lr. 52/2000. Con tali normative si prevede l’obbligo di suddividere il 

territorio in aree acusticamente omogenee (zonizzazione acustica) e di adottare un Piano 

di Classificazione acustica. 

Mappatura acustica comunale 

Il Piano di classificazione acustica è uno strumento importante per la gestione 

dell’inquinamento acustico. In provincia di Verbania, dei 77 Comuni, 63 sono dotati di una 

Proposta di Zonizzazione Acustica, pari all’82%, e solo 39 comuni pari al 51% del totale, 

128

hanno un Piano di Classificazione Acustica definitivo (Rapporto Stato Ambiente 2011 – 

ARPA). 

Tali valori sono al di sotto della media regionale come è possibile evincere dalla tabella 

seguente. 

Stato di attuazione Piani di Classificazione Acustica comunali – febbraio 2011. Fonte ARPA 

Piemonte 

Lo stato di attuazione dei Piani di Classificazione Acustica 

è rappresentato nella 

cartografia seguente: (Fonte ARPA Piemonte – Rapporto sullo Stato dell’ambiente) 

Stato di attuazione Piani di Classificazione Acustica nei comuni – febbraio 2011. 

Cerchiata in rosso – Provincia del Verbano Cusio Ossola 

129

Rifiuti 



- http://extranet.regione.piemonte.it/ambiente/rifiuti 


La normativa di riferimento a livello nazionale è rappresentate dal Dlg 205/10 che ha 

modificato profondamente la parte quarta del Dlg 152/06. In particolare le novità 

riguardano la prevenzione nella produzione di rifiuti e le operazsuioni di recupero di 

materia ed energia. 

Il servizio di gestione dei rifiuti viene, prevalentemente, effettuato tramite raccolta 

differenziata con sistemi diversi a seconda dei comuni: domiciliare “a porta a porta” o 

stradale con i “cassonetti”. 

Produzione di rifiuti 

I dati provinciali relativi alla produzione di rifiuti (tonnellate/anno) riferite al 2010 sono i 

seguenti: 

Produzione totale annua di rifiuti (indifferenziati + differenziati) 81.093 t. 

Produzione annua di rifiuti indifferenziati 30.672 t 

Produzione annua di rifiuti differenziati 50.421 t 

I Rifiuti differenziati per l’anno 2010 risultano suddivisi come da tabella riportata di seguito. 

La compente principale della raccolta differenziata è rappresentato dalla frazione organica 

con oltre il 15%, seguita da carta e cartone (14%), multi materiale (8,6%) e vetro (7,6%). 

130

Materiale 

Quantità pro capite totale 

Totale t/a RD% 

mono Kg/ab mono + multi Kg/ab 

Frazione Organica 12.726 15,7 78,0 78,0 

Sfalci e Potature 5.189 6,4 31,8 31,8 

Carta e Cartone 11.338 14,0 69,5 69,5 

Vetro 6.153 7,6 37,7 37,7 

Multi Materiale 6.943 8,6 42,5 

Metalli e Contenitori Metallici 1.313 1,6 8,0 8,0 

Plastica 1.528 1,9 9,4 9,4 

Legno 3.150 3,9 19,3 19,3 

Tessili 608 0,8 3,7 3,7 

Ingombranti a Recupero 757 0,9 4,6 4,6 

RAEE a Recupero 653 0,8 4,0 4,0 

Totale 50.358 62,1 308,5 265,9 

I dati relativi alla produzione media pro-capite annua (2010) sono: 

Produzione totale annua pro-capite (indifferenziati + differenziati) 497 kg/ab 

Produzione annua pro-capite - rifiuti indifferenziati 188 kg/ab 

Produzione annua pro-capite -rifiuti differenziati 309kg/ab 

Analizzando l’andamento della produzione di rifiuti pro capite a livello provinciale negli 

anni dal 2000 al 2010, si assiste ad un incremento della produzione totale di rifiuti fino al 

2008 seguita da una lieve diminuzione negli ultimi due anni. 

La componente differenziata ha avuto invece un incremento costante e significativo 

passando dal 24,1% del 2000 al 62,2 % nel 2010. (Vedi tabella riportata di seguito riferita 

alla produzione di rifiuti pro capite in ambito provinciale). 

Produzione di rifiuti in kg/abitante 

RT RU RD % RD 

2000 436 331 105 24,1 

2001 480 310 170 35,4 

2002 425 237 189 44,4 

2003 471 263 208 44,2 

2004 487 269 218 44,7 

2005 505 265 241 47,6 

2006 513 248 265 51,7 

131

2007 513 226 287 56,0 

2008 514 215 299 58,2 

2009 508 212 296 58,3 

2010 497 188 309 62,2 

Il dato provinciale risulta estremamente positivo e conferma il raggiungimento 

dell’obbiettivo nazionale del 45% entro il 2008. 

Il valore percentuale di raccolta differenziata a livello provinciale si è mantenuto negli anni 

(2000-2010) superiore alla media regionale come indicato nella tabella seguente. 

Percentuale raccolta differenziata 

Regione Provincia 

2000 18,3 24,1 

2001 21,4 35,4 

2002 24,1 44,4 

2003 27,6 44,2 

2004 32,3 44,7 

2005 37,0 47,6 

2006 40,8 51,7 

2007 45,3 56,0 

2008 48,4 58,2 

2009 49,6 58,3 

2010 50,4 62,2 

A livello di singolo comune invece i dati risultano alquanto difformi, sono infatti presenti 

Comuni ove la percentuale della componente differenziata supera l’80 % e altri in cui non 

si arriva al 30%. 

Sono 48 i comuni che nel 2010 hanno raggiunto l’obiettivo del 45% di RD fissato a suo 

tempo dal D.lg 152/06 mentre ancora 4 comuni non raggiungono l’obbiettivo che la 

normativa fissava per il 2001 del 25% di RD. 

Per un maggior dettaglio si veda la tabella riportata di seguito e riferita alla percentuale di 

RD per singolo Comune. 

132

COMUNE RD % COMUNE RD % 

Antrona Schieranco 27,8 Madonna del Sasso 45,4 

Anzola d'Ossola 48,3 Malesco 52,9 

Arizzano 82,2 Masera 59,1 

Arola 52 Massiola 49,1 

Aurano 38 Mergozzo 56,7 

Baceno 27,7 Miazzina 31,3 

Bannio Anzino 30,2 Montecrestese 62,6 

Baveno 64,3 Montescheno 32,5 

Bee 82,3 Nonio 53,1 

Belgirate 61,7 Oggebbio 47,4 

Beura-Cardezza 62,1 Omegna 60,7 

Bognanco 22,2 Ornavasso 64,9 

Brovello-Carpugnino 50 Pallanzeno 65,5 

Calasca-Castiglione 22,6 Piedimulera 65 

Cambiasca 41,7 Pieve Vergonte 75,3 

Cannero Riviera 67,8 Premeno 82,6 

Cannobio 68 Premia 37,5 

Caprezzo 30,2 Premosello-Chiovenda 65,3 

Casale Corte Cerro 67,4 Quarna Sopra 50,1 

Cavaglio-Spoccia 36,3 Quarna Sotto 45,9 

Ceppo Morelli 23 Re 52,5 

San Bernardino 

Verbano 50,4 

Cesara 58,2 

Cossogno 39,7 Santa Maria Maggiore 54,9 

Craveggia 49,8 Seppiana 30,9 

Crevoladossola 57,4 Stresa 69,6 

Crodo 24,7 Toceno 38,7 

Cursolo-Orasso 31,4 Trarego Viggiona 51,1 

Domodossola 57,7 Trasquera 40,3 

Druogno 36,9 Trontano 58,3 

Falmenta 32,9 Valstrona 52,3 

Formazza 25,2 Vanzone con San Carlo 26,7 

Germagno 48,8 Varzo 31,1 

Ghiffa 68,8 Verbania 70,7 

Gignese 79,8 Viganella 40,1 

Gravellona Toce 77,9 Vignone 60,6 

Gurro 31,1 Villadossola 60,3 

Intragna 35,4 Villette 34,2 

Loreglia 50,5 Vogogna 72 

Macugnaga 26 

133

Smaltimento e recupero 

I rifiuti raccolti sono destinati allo smaltimento o al recupero e/o riciclaggio. 

Nel 2008 i dati relativi al recupero dei rifiuti in Provincia di Verbania era il seguente (Fonte: 

http://extranet.regione.piemonte.it/ambiente/rifiuti /recupero_dati.htm): 

Oltre il 90% della raccolta differenziata era sottoposta a recupero con una media 

provinciale pari al 94% ed in aumento rispetto ai dati dell’anno precedente. 

Sul territorio provinciale risultano presenti 9 impianti per lo smaltimento dei rifiuti, alcuni di 

questi svolgono anche attività di recupero si tratta in particolare di CONSER VCO – 

Mergozzo; Tencoacque Cusio – Omegna ; Valleossola S.p.a. – Domodossola; Noveletrric 

sr.l – Cesara). 

Di seguito si riporta una tabella esplicativa degli impianti di smaltimento rifiuti presenti in 

ambito provinciale. 

134

Tabella: Impianti di smaltimento rifiuti 

Comune Rag. sociale Tipologia 

Cannobio 

Cesara 

Domodossola 

Mergozzo 

Mergozzo 

Omegna 

Pieve 

Vergonte 

Verbania 

Stabilimento 

Noveletric srl 

Valle ossola 

s.p.a. 

CONSER 

V.C.O. s.p.a. 

CONSER 

V.C.O. s.p.a. 

Tecnoacque 

cusio spa 

Tessenderlo 

italia s.r.l. 

Mirror di 

nicotera pietro 

e c. snc 

Trattamento 

Chimico-Fisico- 

Biologico 

Altra tipologia, 

Solo Stoccaggio 

e/o Messa in 

Riserva 



e/o Messa in 

Riserva 

Inceneritore 



e/o Messa in 

Riserva 


e/o Messa in 

Riserva, 

Trattamento 


Biologico 


e/o Messa in 

Riserva 

Trattamento 


Biologico 

Villadossola Stabilimento Inceneritore 

Operazioni di 

smaltimento 

D8 - Trattamento 

biologico non 

specificato altrove 


fisicochimico non 


D15 - Deposito 

preliminare 

D13 - 

Raggruppamento 


D14 - 

Ricondizionamento 




D13 - 

Raggruppamento 


D10 - 

Incenerimento a 

terra 













biologico non 





D10 - 

Incenerimento a 

terra 

Operazioni di recupero 

R3 - Riciclo/recupero delle sostanze 

organiche non utilizzate come solventi 

R4 - Riciclo/recupero dei metalli o dei 

composti metallici 

R13 - Messa in riserva di rifiuti per 

sottoporli ad una delle operazioni indicate 

nei punti da R1 a R12 





R5 - Riciclo/recupero di altre sostanze 

inorganiche 














135

Accanto agli impianti individuati nella tabella precedente sono presenti altre strutture in cui 

vengono eseguite operazioni di recupero rifiuti e in alcuni casi anche attività di recupero di 

energia e materia. L’elenco è riportato in allegato alla presente relazione. 

136

Energia 



- Provincia VCO – Piano Energetico Provinciale – Maggio 2005 

L’Unione Europea, in termini di energia, ha assunto negli anni impegni e stanziato risorse 

al fine di favorire e consolidare la pianificazione energetica locale e ricercare soluzioni per 

la riqualificazione dei sistemi energetici. 

L’efficienza energetica e lo sviluppo delle fonti rinnovabili sono tra gli elementi previsti dal 

protocollo di Kyoto e definiti chiaramente anche nelle direttive comunitarie. 

Le prime strategie elaborate dall’Unione Europea in materia di energia si ponevano tra gli 

obiettivi il raggiungimento della quota del 12% di energia rinnovabile, entro il 2010, nel 

consumo interno lordo della Comunità. 

L’attuale strategia energetica dell’Unione Europea, integrata nella legislazione 

comunitaria, si basa su tre obiettivi fondamentali: 

- ridurre del 20% entro il 2020 il consumo energetico previsto; 

- aumentare del 20% ,entro il 2020, la quota delle energie rinnovabili nel 

consumo energetico totale (elettricità, riscaldamento e raffreddamento, 

trasporti); 

- ridurre di almeno il 20% ,entro il 2020, le emissioni di gas a effetto serra. 

La nuova direttiva europea 2010/31/UE, rielaborazione della direttiva 2002/91/CE, 

prevede un aggiornamento degli indirizzi di matrice comunitaria sulle prestazioni 

energetiche nell’edilizia, mantiene e rafforza gli indirizzi e gli strumenti definiti in 

precedenza e prevede: 

- l’obbligo, in caso di offerta in vendita o in locazione di un edificio, di riportare 

l’indicatore di prestazione energetica in tutti gli annunci commerciali; 

- un sistema di controllo indipendente sugli attestati di prestazione energetica 

degli edifici e i rapporti di ispezione degli impianti di riscaldamento e 

condizionamento 

- regole più cogenti per le ispezioni periodiche degli impianti di riscaldamento 

e di condizionamento 

- la necessità di approntare sanzioni, effettive, proporzionate e dissuasive, 

per i trasgressori delle disposizioni adottate in forza della direttiva. 

137

Inoltre, per gli edifici pubblici, a partire dal 31 dicembre 2018, le nuove costruzioni 

dovranno essere “a energia quasi zero” e lo stesso obbligo è esteso a tutti gli edifici di 

nuova costruzione a partire dal 31 dicembre 2020. 

A livello nazionale le normative in campo energetico passano attraverso la 

liberalizzazione del mercato delle energie e l’incentivazione delle fonti rinnovabili. 

Il settore energetico è stato ulteriormente regolamentato con il D. Lg 79/99 (“Legge 

Bersani”) tramite la definizione delle fonti rinnovabili, la totale liberalizzazione delle attività 

di produzione e importazione di energia elettrica, la fissazione di quote per la produzione 

di energia elettrica e di percentuali minime di produzione da energie rinnovabili. Il mercato 

del gas, invece, è stato definitivamente liberalizzato con il D. Lg 164/2000 introducendo 

incentivi per il potenziamento della rete e dei terminati di gas naturali liquido. 

Nel processo di liberalizzazione dei mercati dell’energia elettrica e del gas si inseriscono i 

decreti ministeriali del 24 aprile 2001 recante l’individuazione degli obiettivi quantitativi 

nazionali di risparmio energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili e l’individuazione degli 

obiettivi quantitativi per l’incremento dell’efficienza energetica negli usi finali. 

La legge 120 del 2002 ha previsto, infine, un “Piano nazionale di riduzione dei gas serra” 

che deve consentire all’Italia di rispettare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas 

serra del 6,5% entro 2008-2012. L’Italia è tenuta a ridurre le emissioni di gas serra del 

6,5% rispetto al 1990 passando dai 521 Mt del 1990 alle 487 Mt. 

Tra gli ultimi provvedimenti si citano, il Decreto 10 settembre 2010 del Ministero dello 

Sviluppo Economico, con il quale sono state pubblicate le linee guida per l’autorizzazione 

degli impianti da fonti rinnovabili e il DLgs 28/11, che recepisce la direttiva 2009/28/CE in 

tema di energia da fonti rinnovabili. L’obiettivo comunitario del 20% di energia da fonti 

rinnovabili entro il 2020 è stato tradotto in obiettivi individuali per ogni Stato membro. Per 

l’Italia la quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale di energia al 2020 è stata 

fissata al 17%; nel 2005, preso come anno base di riferimento, la quota era pari al 5,2%. 

La Regione Piemonte ha provveduto con specifica normativa a definire le competenze in 

materia energetica tra Regioni, Province e Comuni . 

In particolare con la LR 44/2000 e la LR 23/2002 la Regione Piemonte ha individuato / 

assegnato una serie di compiti / funzioni alle Provincie in tema energetico ambientale. 

138

In ordine alle energie rinnovabili la Regione Piemonte, a seguito del decreto 10 settembre 

2010 del Ministero dello Sviluppo Economico, ha provveduto a definire con DGR 14 

dicembre 2010, n° 3-1183 le aree e i siti non idone i all’installazione di impianti fotovoltaici 

a terra (le procedure autorizzative di impianti fotovoltaici non integrati su alcune tipologie 

di terreni erano state nel frattempo sospese in attesa appunto delle linee guida nazionali). 


Bilancio energetico provinciale 

Il Piano Energetico Provinciale (2005) ha provveduto a determinare il proprio “Bilancio 

energetico” atto alla definizione degli indirizzi e delle politiche energetico - ambientali del 

Piano. 

In particolare nel bilancio è stato rappresentato il territorio provinciale come un sistema 

termodinamico dove sono state valutate le energie prodotte, reperite, trasformate e 

consumate. 

Di seguito si riporta il quadro riassuntivo del bilancio energetico provinciale nell’anno 2001 

tratto dal – Piano Energetico Provinciale (Provincia VCO - Maggio 2005). 

In termini generali è risultato che il VCO mostra un deficit energetico di circa 131,86 ktep 

(dati 2001-:domanda energetica complessiva 352,7 ktep – offerta totale 220,89 ktep). 

139

La provincia importa energia in relazione ai combustibili fossili destinati a usi energetici 

per un totale di 276,1 ktep. Questi sono rappresentati da: gas naturale per uso domestico 

ed industriale (circa 70%), benzine per i trasporti (circa 18%) e gasolio (circa 9%). 

Per contro produce energia idroelettrica in grado di soddisfare circa il 62% del fabbisogno 

interno a cui si aggiunge una piccolissima quota di termoelettrico (0.6%). Tali produzioni 

compensano in parte l’indisponibilità di fonti energetiche primarie. 

La produzione idroelettrica garantisce un surplus che è stimato pari a circa 144,20ktep e 

che fornisce ricadute positive in termini economici locali. 

Dall’analisi del bilancio energetico sono emerse tuttavia carenze in ordine al recupero 

energetico (produzione di energia elettrica da fonti di recupero – RSU-; impianti di 

cogenerazione) e di impiego di fonti rinnovabili diverse dall’idroelettrico. 

Le ipotesi formulate prevedono di implementare l’apporto energetico in Provincia 

attraverso: 

- azioni tese al risparmio energetico; 

- implementazione di impianti a fonti pulite (solare, biomasse); 

- azioni migliorative del parco impiantistico esistente. 

140

Inquinamento elettromagnetico 

Fonti dei dati – Documenti 


Il fenomeno comunemente definito “inquinamento elettromagnetico” è legato alla 

generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali, cioè non attribuibili 

al naturale fondo terrestre o ad eventi naturali (quale ad esempio può essere il campo 

elettrico generato da un fulmine), ma prodotti da impianti realizzati per trasmettere 

informazioni attraverso la propagazione di onde elettromagnetiche come impianti radio TV 

e per telefonia mobile, da impianti utilizzati per il trasporto e la trasformazione dell’energia 

elettrica dalle centrali di produzione fino all’utilizzatore in ambiente urbano, da apparati 

per applicazioni biomedicali, da impianti per lavorazioni industriali, nonché da tutti quei 

dispositivi il cui funzionamento è subordinato a un’alimentazione di rete elettrica come gli 

elettrodomestici. 

L’interesse verso questo argomento sviluppatasi soprattutto negli ultimi anni è dovuto 

soprattutto alla frenetica diffusione di nuovi sistemi di telecomunicazione soprattutto in 

ambito urbano, nonché l’intensificazione della rete di trasmissione elettrica e la diffusione 

dell’urbanizzazione in territori, un tempo non urbanizzati, è caratterizzati dalla presenza di 

elettrodotti. 

Sono soprattutto gli impianti per telecomunicazione che continuano a crescere in seguito 

allo sviluppo e diffusione delle nuove tecnologie di telefonia mobile e della Tv digitale 

In particolare è possibile distinguere i campi elettromagnetici in funzione delle loro 

frequenza, soprattutto perché al variare di queste variano i meccanismi di interazione con 

i tessuti biologici e quindi le possibili conseguenze correlate con la salute pubblica. 

Possiamo distinguere: 

- inquinamento elettromagnetico generato dagli elettrodotti (campo 

elettromagnetico 50 Hz), classificabile come a bassa frequenza (0 Hz - 10 

kHz); 

- inquinamento elettromagnetico generato dagli impianti radio TV e di 

telefonia mobile, classificabile come ad alta frequenza (10 kHz - 300 GHz), 

La normativa di riferimento nazionale è rappresentata da: 

- Legge Quadro n.36 del 22 febbraio 2001 "legge quadro sulla protezione 

dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici"; 

141

- DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) dell' 8 luglio 2003 

"Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi 

di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi 

elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti". 

Questo decreto impone limiti di esposizione, valori di attenzione e obiettivi di qualità come 

meglio specificato in tabella: 

Limiti di esposizione 

Intensità di campo 

elettrico E (V/m) 

Intensità di campo 

magnetico H (A/m) 

0,1 < f =< 3 MHz 60 0,2 

3 MHz < f =< 3000MHz 20 0,05 

3000MHz < f =< 300 GHz 40 0,01 

Valori di attenzione 

0,1 MHz < f =< 300GHz 

Obiettivi di qualità 

0,1MHz < f =< 300 GHz 

6 0,016 

6 0,016 


Le fonti di emissione principali presenti nel territorio provinciale sono costituite dagli 

elettrodotti e dagli impianti per telecomunicazione (telefonia e radio-televisivi). 

Elettrodotti 

Gli elettrodotti rappresentano una realtà importante per la provincia in quanto l’energia 

viene sia prodotta che trasportata. 

Il territorio è infatti interessato dalla presenza di linee elettriche ad alta e media tensione 

così come riportato nella tabella seguente: 

Sviluppo lineare 

(km) (*) 

Densità 

(km/kmq) 

142

Linea ad alta tensione 546,861 0,0024 

Linee a media tensione 1.177,541 0,0052 

TOTALE 1.724.402 0,0076 

(*) valori determinati mediate calcolo semiautomatico in ambiente GIS 

Il reticolo delle linee elettriche attraversa il territorio provinciale da nord a sud lungo l’asse 

del fiume Toce e trasversalmente lungo le aree dei diversi fondovalle. 

Lo sviluppo delle linee, soprattutto quelle a media tensione, interessa direttamente le aree 

antropizzate provinciali. Punti di forte concentrazione, per passaggio di linee e cabine di 

consegna, sono rappresentati dai territori comunali di Domodossola, Villadossola, 

Gravellona Toce e Verbania. 

Di seguito, a fini esplicativi, si riporta una rappresentazione cartografica del territorio 

provinciale con lo sviluppo delle linee elettriche distinte in media e alta tensione ed i punti 

di consegna. (Elaborazione file georeferenziato – Settore Ambiente Provincia di Verbania). 

143

144

Impianti di telecomunicazione 

Il Piemonte è una delle regioni con la maggior presenza di impianti per 

telecomunicazione. La densità degli impianti continua a mostrare una crescita anche se 

leggera soprattutto connessa con la telefonia mobile. 

Nella provincia di Verbania il valore di densità è pari a 0,12 impianti/km 2 per la telefonia 

mobile (anno 2010) e 0,183 impianti/km 2 per i radiotelevisivi (anno 2007). Si tratta di 

valori minimi per quanto concerne i primi e di massimi per i secondi. Quest’ultimo dato 

risulta condizionato soprattutto dalle caratteristiche orografiche del territorio 

prevalentemente montuoso. 

I grafici riportati di seguito mostrano la densità degli impianti per telecomunicazione 

presenti nelle diverse provincie piemontesi nel periodo compreso tra il 2000 e il 

2010(Fonte: ARPA Piemonte). 

. 

Densità impianti per 

telecomunicazioni anni 2000- 

2010 

La distribuzione delle emittenti radio-televisive e telefoniche sul territorio provinciale 

presenta una distribuzione disomogenea con forti concentrazioni in prossimità dei centri 

abitati. 

Di seguito, a fini esplicativi, si riporta una rappresentazione cartografica del territorio 

provinciale con individuati i punti di emissione relativi alle emittenti radio-televisive e 

telefoniche. (Elaborazione file georeferenziato – Provincia di Verbania). 

145

146

Monitoraggio 

Sul territorio regionale è presente un’azione di monitoraggio (ARPA) volta a misurare i 

livelli di campo elettromagnetico presenti nell’ambiente, al fine di valutare i livelli di 

esposizione della popolazione e di verificare il rispetto dei limiti di legge. 

Anche il territorio provinciale è interessato da queste azioni di monitoraggio, in particolare 

vengono effettuati sia rilevazioni in continuo che misure puntuali (spot) di campo 

elettromagnetico. 

Nel 2010 sono stati compiuti 48 interventi di misura dei campi a radiofrequenza. Dal 

monitoraggio non si sono riscontrati livelli di campo superiori al limite di 

esposizione. 

147

Industrie Rischio di Incidente Rilevante (R.I.R.) 


- Regione Piemonte - S.I.A. Sistema Informativo delle Attività a Rischio di Incidente 

Rilevante 

- http://extranet.regione.piemonte.it/ambiente/siar/registro.htm 

Per rischio industriale - tecnologico si intende il rischio associato alle attività antropiche 

che comportano la presenza sul territorio di impianti produttivi, infrastrutture e reti 

tecnologiche che possono costituire fonti di pericolo per l’uomo e/o per l’ambiente. 

La produzione industriale comprende infatti una serie di operazioni quali il trattamento, la 

fabbricazione, il trasporto e il deposito di sostanze che possono risultare pericolose. 

Il rischio industriale - tecnologico è dunque potenzialmente presente in ogni fase 

dell’attività produttiva – a causa di anomalie o guasti nei processi o negli impianti – e nelle 

successive fasi relative al trasporto delle sostanze prodotte. 

La situazione più complicata si riscontra nei casi di impianti industriali collocati all’interno 

di aree urbanizzate ad alta densità abitativa o limitrofi ad infrastrutture di collegamento 

quali autostrade, linee ferroviarie o aeroporti. 

Per far fronte a tale rischio è indispensabile che la popolazione sia informata riguardo al 

comportamento da tenere in caso di criticità. E’ pertanto necessario predisporre strategie 

volte a ridurre il deficit informativo affinché gli individui coinvolti possano essere messi in 

grado di affrontare le situazioni di emergenza. 

Fermo restando che un certo margine di rischio è inscindibile da talune attività industriali, 

l’intervento combinato di aziende, autorità pubbliche e cittadini può consentire di adottare 

misure per controllarlo e minimizzarlo. 

In generale gli insediamenti industriali possono presentare rischi di entità e natura diverse, 

a seconda delle tecnologie impiegate, delle sostanze e delle quantità trattate. 

Sostanzialmente il rischio industriale si può manifestare principalmente in: 

- rischio di incendi; 

- rischio di esplosioni; 

- rischio di fughe di sostanze tossiche o nocive; 

- combinazione dei tre rischi citati. 

Le soglie di tollerabilità del rischio cui far riferimento devono essere armonizzate con due 

148

livelli di rischio: 

1) elevata possibilità di letalità; 

2) danni gravi a popolazione sana descritti in seguito. 

Le attività a rischio di incidente rilevante, sono state definite e vengono normate tramite le 

disposizioni del D.Lgs n. 334/1999 e s.m.i. 

Tale decreto è stato emanato in attuazione della Direttiva della Comunità Europea n. 

82/1996 (Seveso II), e le sue successive modificazioni hanno recepito le indicazioni della 

Direttiva CE n. 105/2003 (Seveso III), relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti 

connessi con determinate sostanze pericolose. 

La normativa stabilisce (art. 14) la necessità, per le aree interessate dalla presenza di 

attività a rischio di incidente rilevante, di prevedere disposizioni di controllo 

dell’urbanizzazione, regole che sono state fornite con il Decreto del Ministero dei Lavori 

Pubblici n° 151 del 9 Maggio 2001 e che ha, inoltre , stabilito i requisiti minimi di sicurezza 

in materia di pianificazione urbanistica e territoriale. 

Il decreto sopra citato delega, inoltre, le Regioni alla gestione del territorio in relazione alle 

attività a Rischio di Incidente Rilevante stabilendo anche i compiti specifici per i diversi 

livelli amministrativi (Regione, Provincia; Comune). 

Le Regioni devono assicurare il coordinamento delle norme in materia di pianificazione 

urbanistica, territoriale e di tutela ambientale con quelle derivanti dal decreto legislativo 17 

agosto 1999, n. 334 e s.m.i., nonché stabilire i siti idonei all’insediamento di nuove 

strutture a rischio incidente rilevante in accordo con il D.P.R. n 447/1998 “Regolamento 

recante norme di semplificazione dei procedimenti di autorizzazione per la realizzazione, 

l’ampliamento, la ristrutturazione e la riconversione di impianti produttivi, per l'esecuzione 

di opere interne ai fabbricati, nonché per la determinazione delle aree destinate agli 

insediamenti produttivi, a norma dell’articolo 20, comma 8, della legge 15 marzo 1997 n. 

59”. 

Le Province, devono individuare, nell'ambito dei propri strumenti di pianificazione 

territoriale, quale il Piano Territoriale di Coordinamento (PTC), le aree sulle quali ricadono 

gli effetti prodotti dagli stabilimenti soggetti al D.Lgs n.334/1999 e s.m.i., nonché le 

relazioni degli stabilimenti con gli elementi territoriali e ambientali vulnerabili, con le reti e i 

nodi infrastrutturali, di trasporto, tecnologici ed energetici esistenti e previsti. Le Province 

devono inoltre tenere conto delle ulteriori criticità del territorio connesse con il rischio 

naturale ed emerse nella stesura dei piani di protezione civile. 

149

I Comuni, infine, nel rispetto ed in coerenza con i piani sovraordinati redatti da Province e 

Regioni, devono dotarsi di strumenti urbanistici finalizzati alla definizione delle aree da 

sottoporre a specifica regolamentazione (es. aree limitrofe ad attività Seveso), e per le 

quali, nella fase di sviluppo del territorio, debbano essere previsti specifici vincoli e 

prescrizioni. Gli strumenti urbanistici comunali dovranno essere integrati con un Elaborato 

Tecnico "Rischio di Incidenti Rilevanti (RIR)". 

La Regione Piemonte, relativamente all’applicazione del decreto menzionato, ha 

predisposto, in collaborazione con il Politecnico di Torino, “Linee guida relative 

all’applicazione del DM 9.05.2001 in materia di pianificazione territoriale in prossimità di 

aziende a rischio di incidente rilevante”, approvate con D.G.R. 20/13359 in data 

22/02/2010. Tale delibera, e le relative linee guida, sono state abrogate con D.G.R. 

31/286 del 5/07/2010. Oggi, le nuove linee guida sono allo studio presso la regione 

Piemonte. 


In Provincia risultano attualmente presenti (aggiornamento 26 aprile 2012) 7 attività a 

Rischio di Incidente Rilevante soggetti a D.lgs. 334/99 e s.m.i. 

Di queste, quattro sottoposte agli adempimenti di cui agli articoli 6 e 7 (impianti con 

quantitativi di sostanze pericolose al di sotto del primo valore di soglia) e tre sottoposte 

agli adempimenti di cui agli articoli 6, 7 e 8 (impianti con quantitativi superiori al secondo 

valore di soglia) così come indicato nella tabella, nel grafico e nella rappresentazione 

cartografica seguente. 

Ragione sociale Assoggettabilità Comune Attività 

Cromatura 2T S.r.l. Art. 6 e 7 Omegna 

Produzione metalmeccanica o di 

manufatti con trattamenti galvanici 

Galvanoplast S.r.l. Art. 6 e 7 

Gravellona Produzione metalmeccanica o di 

Toce 

manufatti con trattamenti galvanici 

Liquigas S.p.a. Art. 6 e 7 

Premosello Deposito e/o imbottigliamento di gas 

Chiovenda liquefatti infiammabili 

Pravisani S.p.a. Art. 6 e 7 Ornavasso Produzione e/ o deposito di esplosivi 

Tecnoacque Cusio 

S.p.A. 

Art. 6, 7 e 8 Omegna Trattamento rifiuti 

Tessenderlo Italia 

Produzione chimica di base o 

Art. 6, 7 e 8 Pieve Vergonte 

S.r.l. 

intermedi 

Vinavil S.p.A. Art. 6, 7 e 8 Villadossola 

Produzione chimica di base o 

intermedi 

150

Assoggettabilità 

43% 

57% 

Localizzazione stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante – Provincia di Verbania (Fonte: 

Regione Piemonte - aggiornamento 26.04.2012) 

151

Rispetto alla situazione regionale, la provincia del VCO presenta una bassa densità di 

aziende soggette alla normativa Seveso (Vedi immagine seguente). 

Elaborato RIR 

Il Documento RIR consente la valutazione del rischio industriale ed ha come obiettivo 

principale la valutazione continua della compatibilità tra le attività industriali e le strutture 

insediative presenti o in progetto sul territorio comunale al fine di mantenere costante o 

diminuire il preesistente livello di rischio del territorio. 

Tale documento si deve integrare con gli strumenti urbanistici di pianificazione comunali 

esistenti ed è richiesto per i Comuni che risultano interessati dalla presenza, sul proprio 

territorio comunale, di aziende RIR, oppure dagli effetti di aziende RIR insediate nei 

comuni limitrofi. 

A livello provinciale in ordine alla presenza, negli strumenti urbanistici comunali, 

dell’Elaborato Tecnico "Rischio di Incidenti Rilevanti (RIR)" in adeguamento alla disciplina 

specifica, allo stato attuale si evidenzia la seguente situazione: 

Comune di Casale Corte Cerro: Variante strutturale al PRG di adeguamento (esclusivo) 

alla valutazione del rischio di incidente rilevante. Adozione del progetto preliminare con 

deliberazione di Consiglio Comunale n. 5 del 08.02.2012; 

152

Comune di Gravellona Toce: Nuovo Piano Regolatore – Progetto Definito adottato con 

Delibera di Consiglio Comunale n. 11 del 15/03/2012; 

Variante strutturale n. 22 al PRG di adeguamento alla valutazione del rischio di incidente 

rilevante. Approvazione del progetto preliminare 

Comune di Omegna: Variante strutturale n. 22 al PRG di adeguamento alla valutazione 

del rischio di incidente rilevante. Approvazione del progetto preliminare con deliberazione 

di Consiglio Comunale n. 98 del 09.11.2011; 

Comune di Ornavasso: Adozione del Progetto Definitivo elaborato tecnico R.I.R. 

(Rischio di Incidente Rilevante) ai sensi del S.M. 03.05.01 nell’ambito della Variante 

strutturale n. 1 al P.R.G.C. adottata con delib. N 12 del 28.04.04; 

Comune di Pieve Vergonte: Deliberazione della Giunta Regionale 15 ottobre 2007, n.33- 

7092 Legge Regionale n. 56/77 e s.m.i. Comune di Pieve Vergonte (V.C.O.) Variante 

Generale al vigente Piano Regolatore Generale Comunale. Approvazione. (Elaborato RIR 

1 – Relazione; TAV RIR2 “Caratterizzazione del territorio e scenari incidentali”); 

Comune di Premosello Chiovenda: Con DGR del 17.03.2003 n. 5-8696 è stata 

approvata una variante al PRGC vigente, adottata e successivamente modificata ed 

integrata con deliberazioni consiliari subordinatamente all’introduzione dell’ “ex opificio” di 

ulteriori modifiche negli elaborati della variante. Tra le modifiche introdotte l’individuazione 

cartografica e l’introduzione di indicazioni normative sulle “fasce di rispetto attorno ai 

depositi di materiali pericolosi” in attuazione dell’art.14 del D.lgs 334/199 e del DM del 9 

maggio 2001. 

Comune di Villadossola: Con D.C.C. n. 16 del 24.04.2012 è stata rinviata l’adozione del 

documento programmatico R.I.R. 

153

Popolazione – dinamica sociale ed economica 



- ISTAT “14° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni” – 2001 

- http://demo.istat.it 

- C.C.I.A.A. Verbano Cusio Ossola – Dinamica delle imprese e evoluzione della 

domanda di lavoro nella provincia del Verbano Cusio Ossola 


Popolazione residente e trend demografici 

La Provincia di Verbania ha una popolazione residente (1 gennaio 2011) pari a 163.247 

unità di cui 78.836 maschi e 84411 femmine. La densità di popolazione risulta pertanto di 

72 ab/km 2 . 

Confrontando i dati delle altre provincie Piemontesi, riportati nella tabella seguente, la 

provincia di Verbania risulta caratterizzata dal più basso valore di densità di popolazione. 

Il dato provinciale risulta assimilabile a quelli delle provincie di Vercelli e Cuneo, valori di 

molto superiori si registrano, invece, nelle altre realtà provinciali. 

Provincia Popolazione Superficie Densità 

Torino 2.302.353 6.830,25 337 

Novara 371.802 1.338,12 278 

Biella 185.768 917,30 203 

Asti 221.687 1.510,78 147 

Alessandria 440.613 3.560,42 124 

Vercelli 179.562 2.088,08 86 

Cuneo 592.303 6.902,68 86 

Verbano Cusio 163.247 2.254,83 72 

Ossola 

TOTALE 4.457.335 25.402,46 175 

Dati ISTAT 2011 

Analizzando il dato su scala comunale è possibile verificare come l’orografia del territorio 

provinciale (presenza di pendenze significative, quote elevate ecc.) abbia determinato una 

limitata presenza antropica e una sua non omogenea distribuzione. 

154

I dati sulla densità di popolazione in ambito comunale evidenziano, appunto, come la 

conformazione territoriale abbia inciso sulle scelte insediative della popolazione. In 

particolare la cartografia riportata alla pagina seguente mette in evidenza come le aree di 

fondovalle e quelle immediatamente adiacenti alle fasce costiere del lago Maggiore e del 

lago d’Orta sono le più densamente popolate (tra i 100 e i 1000 ab./Kmq), con un'unica 

eccezione rappresentata dal Comune di Oggebbio. 

Un unico comune della provincia ha una densità di popolazione superiore ai 1000 ab/kmq 

ed è il comune di Arizzano. 

155

156

Dall’analisi dei dati relativi alla distribuzione della popolazione nei comuni per “classi di 

ampiezza demografica” (dati 2001 riportati in tabella), il comune di Verbania (capoluogo) è 

l’unico a presentare una popolazione oltre i 30.000 abitanti mentre solo due altri comuni 

hanno una popolazione oltre i 15.000. In soli 3 comuni risiede oltre il 40% della 

popolazione provinciale. 

Il risultato è una forte frammentazione amministrative e la pressoché assenza di medi e 

grandi comuni. 

Classi di ampiezza N. comuni Popolazione (ob) % sul totale 

Inferiore a 500 ab 25 7.243 44,56 

Da 500 a 1.000 ab 20 13.975 8,79 

Da 1.000 a 2.000 ab 16 22.448 14,12 

Da 2.000 a 5.000 ab 11 36.913 23,22 

Da 5.000 a 15.000 ab 2 14.448 9,09 

Da 15.000 a 30.000 ab 2 33.893 21,32 

Oltre i 30.000 ab 1 30.79 18,92 

TOTALI 77 158.999 100,00 

Di seguito si propone una rappresentazione cartografica del territorio provinciale suddivisa 

per classi di popolazione residente. 

157

158

Analizzando il trend demografico a livello provinciale, si può notare come la popolazione 

residente abbia subito un decremento costante negli anni 90 seguito da una crescita, dal 

2002, ad oggi determinata soprattutto dai flussi migratori. 

Provincia V.C.O. 

Popolazione residente 

164000 

163000 

162000 

161000 

160000 

159000 

158000 

162215 

162047 

161528 

160997 

160521 

160245 

160137 

160005 

159802 

159438 

159302 

158941 

159636 

160697 

161575 

161580 

161640 

162333 

162775 

163121 

163247 

157000 

156000 

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 

Anni dal 1991 al 2011 

Trend demografico (1991/2011) - Provincia del V.C.O. 

Osservando la distribuzione della popolazione a seconda delle classi d’età (tabella alla 

pagine successiva), si può notare come nella Provincia di Verbania circa il 45% della 

popolazione sia rappresentata dalle classi comprese tra i 29 e i 59 anni considerate la 

fascia “attiva” della popolazione. Questo dato è un indice di una realtà piuttosto dinamica 

anche se la popolazione superiore ai 65 anni pari al 23,5% sia nettamente superiore alla 

quota delle classi di età comprese tra gli 0 e i 14 anni (12% circa). L’indice di vecchia, 

oggi (2011), risulta, infatti, pari a 193,13. Tale valore se confrontato con il dato del 

censimento 2001, pari a 177,27, mostra la tendenza in atto all’invecchiamento della 

popolazione. 

159

Popolazione residente al 1 Gennaio 2011 per età e sesso Provincia: Verbano-Cusio-Ossola 

. Fonte ISTAT – Geo DEMO 

Eta' Totale Maschi Totale Femmine Maschi+Femmine Eta' Totale Maschi Totale Femmine Maschi+Femmine 

0 652 602 1254 56 1065 1180 2245 

1 668 641 1309 57 1122 1132 2254 

2 688 604 1292 58 1047 1085 2132 

3 631 619 1250 59 1034 1073 2107 

4 677 658 1335 60 1157 1146 2303 

5 672 636 1308 61 1096 1129 2225 

6 720 636 1356 62 1150 1216 2366 

7 707 667 1374 63 1123 1218 2341 

8 674 570 1244 64 1140 1159 2299 

9 731 649 1380 65 812 850 1662 

10 700 678 1378 66 883 1025 1908 

11 668 622 1290 67 835 955 1790 

12 709 662 1371 68 893 999 1892 

13 691 660 1351 69 965 1099 2064 

14 681 666 1347 70 1062 1146 2208 

15 673 644 1317 71 985 1136 2121 

16 692 653 1345 72 969 1112 2081 

17 727 653 1380 73 846 1045 1891 

18 657 633 1290 74 793 943 1736 

19 704 683 1387 75 752 931 1683 

20 716 675 1391 76 660 991 1651 

21 682 643 1325 77 614 965 1579 

22 721 669 1390 78 595 889 1484 

23 725 632 1357 79 542 868 1410 

24 707 682 1389 80 539 875 1414 

25 763 717 1480 81 471 799 1270 

26 721 755 1476 82 413 803 1216 

27 808 736 1544 83 373 714 1087 

28 825 783 1608 84 364 659 1023 

29 849 769 1618 85 268 578 846 

30 843 816 1659 86 236 543 779 

31 935 847 1782 87 221 533 754 

32 995 949 1944 88 156 453 609 

33 1011 1006 2017 89 122 390 512 

34 1073 1101 2174 90 111 315 426 

35 1161 1167 2328 91 60 190 250 

36 1225 1201 2426 92 41 134 175 

37 1281 1265 2546 93 33 125 158 

38 1245 1283 2528 94 23 132 155 

39 1375 1333 2708 95 18 106 124 

40 1391 1269 2660 96 20 87 107 

41 1381 1394 2775 97 14 84 98 

42 1405 1426 2831 98 10 52 62 

43 1339 1393 2732 99 6 34 40 

44 1450 1409 2859 100 e più 7 44 51 

45 1460 1384 2844 

46 1450 1426 2876 TOTALE 78836 84411 163247 

47 1417 1371 2788 

48 1330 1303 2633 

49 1245 1236 2481 

50 1234 1215 2449 

51 1157 1200 2357 

52 1174 1170 2344 

53 1195 1158 2353 

54 1092 1118 2210 

55 1087 1132 2219 

160

Previsioni demografiche 

L’ISTAT fornisce previsioni demografiche realizzate per il periodo dal 1° gennaio 2007 al 

1° gennaio 2051 e finalizzate a definire l’evoluzio ne demografica futura del Paese. 

In tale stima la popolazione viene determinata tenendo conto del naturale processo di 

avanzamento dell’età, aggiungendo le nascite e i movimenti migratori in entrata, 

sottraendo i decessi e i movimenti migratori in uscita. 

Ovviamente, i dati di lungo termine, vanno trattati con estrema cautela. 

I dati disponibili sono aggregati per provincia (vedi tabelle ISTAT allegate) e distinti in 

diversi scenari (centrale, alto, basso). 

Nel caso specifico si sono utilizzati i dati relativi allo “scenario centrale” che si configura 

come il più “probabile” ovvero determinato su un set di stime puntuali ritenute “verosimili”. 

Nell’area in studio (provincia V.C.O.) si può osservare come l’andamento della 

popolazione residente presenti un saldo totale (naturale +flussi migratori) positivo fino al 

2016 per poi assumere valori via via sempre più negativi. 

Il valore positivo dei primi anni è determinato esclusivamente dai flussi migratori in quanto 

il saldo naturale (nascite/decessi) risulta costantemente negativo. 

Successivamente la contrazione del saldo migratorio totale non sarà più in grado di 

coprire il valore negativo del saldo naturale. 

Nei grafici seguenti sono indicate le previsioni relative alla Popolazione residente 

(provincia del V.C.O.) per gli anni dal 2011 al 2031 e l’andamento del Saldo totale tra il 

2007 e il 2051. 

161

Previsione - Popolazione residente 

Provincia Verbano Cusio Ossola 

Popolazione residente 

166.600 

166.400 

166.200 

166.000 

165.800 

165.600 

165.400 

165.200 

165.000 

164.800 

165.474 

165.976 

166.268 

166.436 

166.486 

166.506 

166.507 

166.490 

166.461 

166.401 

166.344 

166.273 

166.193 

166.107 

166.015 

165.929 

165.844 

165.752 

165.665 

165.574 

165.491 

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 

Anni dal 2011 al 2031 

1.400 

Previone andamento saldo totale popolazione residente 

Provincia del Verbano Cusio Ossola 

1.200 

1.000 

Saldo totale 

800 

600 

400 

200 

0 

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 37 39 41 43 

-200 

-400 

Anni dal 2007 -2051 

162

Le attività produttive 

Nell’economia provinciale il terziario commerciale, avanzato ed il turismo rappresentano la 

voce principale (55%), l’agricoltura occupa un ruolo pressoché marginale (2%) mentre un 

ruolo altrettanto significativo è svolto dall’industria (40%). (vedi grafico seguente: Fonte 

ISTAT 14 Censimento popolazione) 

Occupati per settore di attività - ISTAT 2001 

2% 

40% 

58% 

Agricoltura 

Industria 

Altre attività 

Nell’area in studio, il maggior sviluppo economico, ha riguardato in modo particolare i 

settori dell’industria e del terziario, tuttavia anche il turismo costituisce una risorsa per gli 

abitati del territorio. 

Si tratta in particolare del turismo lacustre, concentrato nei comuni del “lungo lago” 

(Verbania, Mergozzo, Baveno, Stresa e Omegna) che attira molti turisti stranieri 

soprattutto dalla vicina Svizzera e dalla Germania. Determinante, in questo caso, la 

presenza del lago come meta di turismo estivo a cui si aggiunge un importante aspetto 

storico-culturale legato alla presenza di emergenze architettoniche (centri storici, ville 

ottocentesche, parchi e giardini monumentali). 

Nell’Ossola importate è il turismo invernale che interessa in particolar modo le diverse 

località sciistiche presenti. 

Infine il turismo naturalistico che interessa l’intero territorio provinciale per la presenza di 

peculiarità ambientali diffuse. 

163

Nel 2007 uno studio operato dalla CCIAA del Verbano Cusio Ossola definiva la provincia 

di Verbania ancora industriale con una significativa componente turistica. 

Il dettaglio di settore era il seguente (CCIAA del VCO archivio SMAIL): 

Imprese Unità locali Addetti 

Settore 

n 

n 

n 

Agricoltura, silvicoltura e pesca 810 827 1.012 

Industria 2.115 2.473 13.669 

Industria alimentare e delle bevande 222 258 809 

Industrie tessili e dell’abbigliamento 101 107 590 

Industrie del legno e del mobile 305 336 801 

Industrie della carta, stampa e 

editoria 

82 95 763 

Chimica – plastica - lavorazioni 

minerali 

221 265 2.043 

Industria del metalli e meccanica 855 966 6.845 

Altre industrie 329 446 1.818 

Costruzioni 2.350 2.498 5.735 

Servizi 7.441 8.649 21.364 

Commercio 3.450 4.045 8.606 

Alberghi, ristoranti e servizi turistici 1.464 1.682 3.517 

Trasporto e attività connesse 359 407 1.644 

Credito, assicurazioni e servizi 

finanziari 

293 421 1.664 

Servizi alle imprese 1.093 1.220 3.183 

Servizi alle persone 779 874 2.750 

Imprese non classificate 52 52 52 

TOTALE PROVINCIALE 12.768 14.499 41.832 

Mentre i dati di incidenza percentuale dei diversi settori erano (CCIAA del VCO archivio 

SMAIL): 

Settore 

Imprese Addetti 

(%) 

(%) 

Agricoltura, 6 2 

Industria Metalmeccanica 7 16 

Altre industrie 10 16 

Costruzioni 18 14 

Commercio 27 21 

Alberghi ristoranti e servizi turistici 12 8 

Altri servizi 20 23 

164

6. QUADRO DI SINTESI DELLE QUESTIONI AMBIENTALI RILEVANTI 

L’analisi precedente ha consentito di evidenziare le specificità territoriali e di individuare i 

tematismi principali su cui porre l’attenzione. 

Di seguito si propone una sintesi di quanto analizzato in precedenza suddiviso per singolo 

tematismo. 

TEMATISMO 

ARIA 

ELEMENTI CRITICI 

(negativi) 

Superamento delle soglie 

di legge per il livello di 

ozono (O 3 ) 

ELEMENTI SENSIBILI / 

POSITIVI 

La provincia presenta i 

valori meno critici rispetto 

alla situazione regionale. 

Valori massimi di 

emissione interessino i 

comuni caratterizzati da 

un maggior grado di 

urbanizzazione. 

Il trasporto su strada ha 

una forte incidenza sulla 

produzione di monossido 

di carbonio (CO) 

contribuendo, per oltre il 

65% del totale. 

ACQUA Presenza, nel Fiume 

Toce, di VOC (composti 

organici volatili), 

riconducibili a processi di 

tipo 

industriale 

(Clorobenzene collegato 

alla presenza del sito 

contaminato di Pieve 

Vergonte). 

Trend degli inquinanti 

atmosferici in diminuzione 

Presenza di elementi 

dell’idrografia superficiale 

classificati come significativi 

a livello regionale (corsi 

d’acqua e laghi); 

Discreta qualità delle risorse 

idriche presenti (corsi 

d’acqua) con limitati casi di 

superamento degli SQA 

(Standar Qualitativi delle 

Acque). 

SUOLO E SOTTOSUOLO 

Adeguamento dei PRGC 

al Piano Stralcio per 

l'Assetto Idrogeologico 

(PAI) non ancora 

completato per l’intero 

territorio. 

Presenza di dissesti di 

Buono stato qualitativo di 

tutti i bacini lacustri. 

Limitata presenza di suoli 

ricadenti nelle primi classi 

d’uso del suolo 

caratterizzate da maggior 

valore produttivo. 

Elevato indice di boscosità 

(47%) è la provincia che 

165

FLORA, FAUNA 

BIODIVERSITA’ 

diversa natura che 

interessano il territorio 

provinciale e riconducibili 

a: 

fenomeni franosi 

fenomeni valanghivi; 

aree di conoide; 

aree di esondazione; 

dinamiche gravitative e 

torrentizie. 

Presenza di siti 

contaminati alcuni 

bonificati altri in corso di 

bonifica altre in fase di 

verifica. 

presenta valori massimi di 

incidenza delle superfici 

boscate e naturali. 

Incrementi di consumo del 

suolo contenuti rispetto alle 

altre realtà piemontesi; 

Estesa diffusione delle 

superfici boscate. 

Presenza di un’elevata 

diversità ambientale. 

Elevata ricchezza faunistica 

CARATTERI 

PAESAGGISTICI 

Abbandono dei sistemi 

insediativi tradizionali. 

Crescita urbana nelle aree 

di fondovalle. 

Sviluppo lineare lungo 

alcune arterie principali. 

MOBILITA’ E TRASPORTI Livello di 

infrastrutturazione 

inferiore rispetto alla 

media regionale e 

nazionale. 

Elevata estensione delle 

superfici soggette a forme 

diverse di protezione 

naturalistica (oltre il 50%) 

Territorio caratterizzato da 

una pluralità e variabilità 

degli aspetti ambientali e 

paesaggistici. 

Ricchezza di elementi 

storici, religiosi naturalistici e 

panoramici. 

Presenza di importanti 

collegamenti internazionali. 

RUMORE 

Territorio montano 

connotato da aree 

inaccessibili o difficilmente 

accessibili. 

Stato di attuazione dei 

Piani di Classificazione 

acustica al disotto della 

media regionale. 

Non rilevate situazioni 

critiche in ordine al 

problema dell’inquinamento 

acustico. 

166

RIFIUTI 

ENERGIA Il territorio del VCO 

mostra un bilancio 

energetico in deficit per un 

totale di 043,1ktep. 

INQUINAMENTO 

ELETTROMAGNETICO 

Carenze rilevate in ordine 

al recupero energetico. 

Presenza di linee a media 

e alta tensione che 

interessano anche le aree 

urbanizzate. 

Valori positivi in ordine alla 

gestione dei rifiuti con il 

raggiungimento dell’obiettivo 

nazione del 45% di raccolta 

differenziata per il 2008 

(valore medio provinciale 

nel 2010 oltre il 60%). 

Produzione significativa di 

energia elettrica da fonti 

rinnovabili (idroelettrico); 

creazione di un surplus in 

termini energetici dalle fonti 

idroelettriche 

Valori minimi di densità in 

ordine alla presenza di 

impianti di telefonia mobile. 

Non sono stati rilevati campi 

superiori al limite di 

esposizione. 

INDUSTRIE R.I.R. Presenza di industrie RIR. Densità bassa rispetto al 

dato regionale di aziende 

sottoposte a normativa 

Seveso. 

POPOLAZIONE 

DINAMICA SOCIALE ED 

ECONOMICA 

Significativa incidenza del 

comparto industriale. 

Bassa densità territoriale. 

Ottime potenzialità per il 

settore del turismo. 

167

7. CONTESTO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO, VINCOLISTICO E OBIETTIVI DI 

SOSTENIMIBILITA’ AMBIENTALE INTERNAZIONALI, COMUNITARI E NAZIONALI 

ANALISI DEL CONTESTO PROGRAMMATICO DI RIFERIMENTO 

Il Piano territoriale costituisce uno degli strumenti operativi della pianificazione previsti 

dalla legge urbanistica nazionale (LUN 1150/1942 la quale organizza la disciplina per 

strumenti urbanistici sovrapposti ed ordinati gerarchicamente. 

Con la legge 142/1990 viene però individuato, quale soggetto di livello intermedio, 

competente in materia di pianificazione territoriale la Provincia (art. 15 e 19 L.142/1990). 

Prima secondo l’art. 15 della legge 142/1990 ed oggi tramite l’art. 20 del Testo unico degli 

Enti Locali D.lgs n. 267/2000 spetta alla Provincia il compito di concorrere alla 

programmazione regionale (economica – territoriale – ambientale) raccogliendo e 

coordinando le proposte avanzate dai Comuni. 

Con la redazione del Piano Territoriale di Coordinamento vengono determinati gli indirizzi 

generali di assetto del territorio attraverso l’identificazione delle diverse destinazioni d’uso 

dello stesso, la localizzazione di massima delle maggiori infrastrutture e delle principali 

linee di comunicazione, la definizione delle linee di intervento per la sistemazione idrica, 

idrogeologica ed idraulico forestale e in genere per il consolidamento del suolo e per la 

regimazione delle acque, la segnalazione di aree da destinare a parchi o riserve naturali. 

Il P.T.P. si configura, pertanto, come l’elemento sul quale basare le diverse opportunità di 

sviluppo e di intervento sul territorio. 

Di seguito si procederà alla ricognizione del quadro pianificatorio vigente in ambito 

regionale, utile all’esame di coerenza esterna tra gli obiettivi di Piano e gli obiettivi della 

pianificazione regionale. 

I piani sovra ordinati di livello regionale che si è scelto di esaminare sono: 

- Piano Territoriale Regionale (P.T.R.); 

- Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R); 

- Piano stralcio per l’assetto idrogeologico (PAI); 

- Piano regionale per la tutela delle acque (P.T.A.); 

- Piano Forestale Territoriale (PTF); 

- Piano faunistico venatorio regionale; 

- Piano Regionale di gestione dei Rifiuti; 

168

- Piano Energetico Ambientale Regionale (PAER); 

- Piano Regionale dei Trasporti e delle Comunicazioni; 

- Piano d’Area del Parco naturale dell’alpe Veglia e Devero; 

- Piano Paesistico per la zona di salvaguardia dell’Alpe Devero; 

- Piano naturalistico della Riserva naturale speciale del “fondo Toce”. 

169

Il Piano Territoriale Regionale della Regione Piemonte (P.T.R.) costituisce il quadro di 

riferimento per tutte le politiche della regione e ne esplica ed ordina gli indirizzi. Più in 

particolare il PTR rappresenta lo strumento che interpreta la struttura del territorio, 

riconosce gli elementi fisici, ecologici, culturali, insediativi infrastrutturali e urbanistici 

caratterizzanti le varie parti del territorio regionale e stabilisce le regole per la 

conservazione, riqualificazione e trasformazione. Esso rappresenta, dunque, 

l’interpretazione strutturale del territorio e il riferimento, anche normativo per la 

pianificazione e programmazione territoriale di province, comunità montane e comuni. 

In sintesi il PTR è il documento per determinare le regole per il governo delle 

trasformazioni territoriali in un quadro di coerenze definite e di obiettivi specificati. 

Le strategie e gli obiettivi individuati sono riportati nella tabella seguente e sono stati 

basati su indicazioni provenienti dal documento strategico in stretta correlazione con gli 

obiettivi di altri atti e documenti regionali. 

Strategie 

1.riqualificazione territoriale, tutela e 

valorizzazione del paesaggio 

Obiettivi 

1.1. 

Valorizzazione del policentrismo e delle identità 

culturali e socio-economiche dei sistemi locali 

1.2. 

Salvaguardia e valorizzazione della biodiversità 

e del patrimonio naturalistico-ambientale 

1.3. 

Valorizzazione del patrimonio culturale materiale 

e immateriale, insediativi e colturale del territorio 

1.4. 

Tutela e riqualificazione dei caratteri e 

dell’immagine identitaria del paesaggio 

1.5. 

Riqualificazione del contesto urbano e 

periurbano 

1.6. 

Valorizzazione delle specificità dei contesti rurali 

1.7. 

Salvaguardia e valorizzazione integrata delle 

fasce fluviali e lacuali 

1.8. 

Rivitalizzazione della montagna e della collina 

1.9. 

Recupero e risanamento delle aree degradate, 

abbandonate e dismesse 

170

2. sostenibilità ambientale, efficienza 

energetica 

3. integrazione territoriale delle infrastrutture 

di mobilità, comunicazione, logistica 

4. ricerca innovazione e transizione 

produttiva 

5. valorizzazione delle risorse umane e delle 

capacità istituzionali e delle politiche sociali 

2.1. 

Tutela e valorizzazione delle risorse primarie: 

acqua 

2.2. 


aria 

2.3. 


suolo e sottosuolo 

2.4. 


patrimonio forestale 

2.5. 

Promozione di un sistema energetico efficiente 

2.6. 

Prevenzione e protezione dai rischi naturali e 

ambientali 

2.7. 

Contenimento della produzione e ottimizzazione 

del sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti 

3.1. 

Riorganizzazione della rete territoriale dei 

trasporti, della mobilità e delle relative 

infrastrutture 

3.2. 

Riorganizzazione e sviluppo dei nodi della 

logistica 

3.3. 

Sviluppo equilibrato della rete telematica 

4.1. 

Promozione selettiva delle attività di ricerca, 

trasferimento tecnologico, servizi per le imprese 

e formazione specialistica 

4.2. 

Promozione dei sistemi produttivi locali agricoli e 

agro-industriali 

4.3. 

Promozione dei sistemi produttivi locali industriali 

e artigianali 

4.4. 

Riqualificazione e sviluppo selettivo delle attività 

terziarie e commerciali 

4.5. 

Promozione delle reti e dei circuiti turistici 

5.1. 

Promozione di un processo di governante 

territoriale e promozione della progettualità 

integrata sovracomunale 

5.2. 

Organizzazione ottimale dei servizi sul territorio 

171

Il Piano Paesaggistico Regionale della Regione Piemonte (P.P.R.) costituisce un 

importante atto di pianificazione che si pone con un ruolo strategico nel quadro degli 

strumenti di tutela e valorizzazione del paesaggio per promuovere e diffondere la 

conoscenza del paesaggio piemontese ed attivare un processo di condivisione con gli enti 

pubblici a tutti i livelli. 

Allo stato attuale il Piano risulta adottato con DGR n. 53 - 11975 del 04/08/2009 e con 

medesimo atto viene inoltre stabilito che non sono consentiti sugli immobili e sulle aree 

tutelate ai sensi dell’art. 134 del Codice, interventi in contrasto con le prescrizioni degli art. 13 

– 14 – 16 – 18 – 26 – 33, le quali sono sottoposte alle misure di salvaguardia di cui all’art. 

143, comma 9, del Codice stesso. 

Il PPR rappresenta quindi lo strumento principale per fondare sulla qualità del paesaggio e 

dell’ambiente lo sviluppo sostenibile del territorio regionale. L’obiettivo principale, quindi, è la 

tutela e la valorizzazione del patrimonio paesaggistico, naturale e culturale, definito su un 

quadro di riferimento strutturale e strategico comune a quello del PTR. 

Le strategie e gli obiettivi generali, poiché basati su un quadro di riferimento comune, sono 

dunque gli stessi individuati per il P.T.R., a cui si rimanda, a garanzia di connessione e 

coordinamento tra i due piani. 

Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) disciplina le azioni riguardanti la difesa 

idrogeologica del territorio e della rete idrografica del bacino del Po ed estende la 

delimitazione delle fasce fluviali (già individuata con il relativo Piano Stralcio vigente) ai 

restanti corsi d’acqua principali del bacino. 

Il P.A.I. ha valore di piano territoriale di settore ed è lo strumento conoscitivo, normativo, 

tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme 

d’uso riguardanti l’asseto idraulico e idrogeologico del bacino idrografico. 

L’obiettivo generale del Piano è garantire al territorio del bacino del fiume Po un livello di 

sicurezza adeguato rispetto ai fenomeni di dissesto idraulico e idrogeologico, attraverso il 

ripristino degli equilibri idrogeologici e ambientali, il recupero degli ambiti fluviali e del 

sistema delle acque, la programmazione degli usi del suolo ai fini della difesa, della 

stabilizzazione e del consolidamento dei terreni, il recupero delle aree fluviali, con 

particolare attenzione a quelle degradate, anche attraverso usi ricreativi. 

Pertanto gli obiettivi possono essere così strutturati: 

172

Obiettivi generali 

Garantire al territorio del bacino del fiume Po 

un livello di sicurezza adeguato rispetto ai 

fenomeni di dissesto idraulico e idrogeologico; 

Obiettivi specifici 

ripristino degli equilibri idrogeologici e 

ambientali; 

recupero degli ambiti fluviali e del sistema 

delle acque; 

programmazione degli usi del suolo ai fini 

della difesa, della stabilizzazione e del 

consolidamento dei terreni 

recupero delle aree fluviali 

Il Piano di Tutela delle acque della Regione Piemonte (P.T.A.) persegue gli obiettivi 

generali del d.lgs.152/1999 ovvero: 

- prevenire e ridurre l’inquinamento ed attuare il risanamento dei corpi idrici 

inquinanti; 

- migliorare lo stato delle acque ed individuare adeguante protezioni di quelle 

destinate a particolari usi; 

- perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche; 

- mantenere la capacità naturale di auto depurazione dei corpi idrici, nonché 

la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben 

diversificate. 

Inoltre, è coerente con le linee strategiche e gli strumenti di azione del Piano di Bacino del 

fiume Po, infatti esso si ispira agli stessi principi, regole e criteri fondamentali delle 

politiche di pianificazione dell’Autorità di bacino del fiume Po riportati nel documento di 

impostazione strategica “Il Po fiume d’Europa: riflessioni e proposte sulle strategie di 

pianificazione - 2001” e la cui finalità principale è la protezione e la valorizzazione del 

sistema idrico piemontese (art. 1 n.t.a.). 

Il Piano Territoriale Forestale della Regione Piemonte (P.T.F.) costituisce lo strumento 

di programmazione e pianificazione per la valorizzazione polifunzionale del patrimonio 

forestale e pastorale a livello di Area Forestale. Esso determina le destinazioni d’uso delle 

superfici boscate e le relative forme di governo e trattamento, nonché le priorità 

d’intervento per i boschi e i pascoli, è sostitutivo delle “Prescrizioni di Massima e di Polizia 

Forestale” per tutte le aree boscate individuate e assume valore prescrittivo per le 

proprietà comunali e di indirizzo per quelle private. 

173

I piani forestali territoriali per singola aree sono stati predisposti a livello di studio ma non 

sono ancora introdotti a livello normativo. Costituiscono la piattaforma conoscitiva del 

territorio per la definizione delle politiche forestali. 

Il Piano faunistico - venatorio regionale è lo strumento che realizza la pianificazione 

faunistica e venatoria, così come previsto dalla legislazione nazionale e regionale in 

materia. Allo stato attuale il Piano risulta adottato ma non approvato. 

L’obiettivo della pianificazione è il mantenimento della diversità biologica della fauna 

selvatica e del territorio in cui vive. 

Tale obiettivo è perseguito tramite la riqualificazione delle risorse ambientali, la 

conservazione delle capacità riproduttive delle specie omeoterme e la regolamentazione 

del prelievo venatorio. 

Il Piano oggi costituisce la prima fase di raccolta ed elaborazione dei dati e di indicazioni 

gestionali finalizzate alla protezione della fauna selvatica omeoterma ed alla 

regolamentazione di un’attività venatoria compatibile con l’ambiente. 

Il Piano Regionale di gestione dei rifiuti è stato aggiornato in ottemperanza della Lr 

24/02. Il Nuovo progetto individua priorità ed obiettivi principali da perseguire entro il 

2015. 

Le priorità individuate sono: 

- riduzione della produzione dei rifiuti; 

- recupero di materia; 

- recupero di energia; 

- smaltimento in discarica esclusivamente per scarti, sovvalli, ceneri e scorie. 

Gli obiettivi principali sono: 

- riduzione della produzione dei rifiuti urbani, espressa in termini di 

produzione annua pro capite, pari a circa 500 kg, in modo tale da ottenere il 

valore di produzione di rifiuti urbani rilevato nel 2003; 

- raccolta differenziata (RD) al 65% (riferimenti di legge nazionale 31 

dicembre 2012) a livello di ciascun Ambito Territoriale Ottimale (ATO) 

finalizzata al recupero di materia di qualità; 

174

- soddisfacimento delle esigenze di trattamento della frazione organica 

raccolta differenziatamente per produrre ammendante compostato utile per 

aumentare il contenuto di carbonio organico nel suolo; 

- autosufficienza di smaltimento del rifiuto indifferenziato presso ciascun ATO 

attraverso: 

• recupero dell’energia presente nei rifiuti mediante termovalorizzazione 

e/o coincenerimento, in modo tale da aumentare la produzione di 

elettricità da fonti energetiche rinnovabili; 

• presenza di una discarica di servizio per lo smaltimento finale delle 

ceneri e delle scorie non pericolose provenienti dai termovalorizzatori, ai 

fini di una chiusura complessiva del ciclo di gestione dei rifiuti urbani 

indifferenziati e la presenza di una discarica a livello regionale per rifiuti 

pericolosi (ceneri); 

• trattamento degli scarti provenienti dagli impianti di compostaggio, 

ricorrendo eventualmente ad un recupero energetico degli stessi; 

- utilizzo dei fanghi di depurazione delle acque reflue civili con l’obiettivo 

specifico di ridurre il conferimento in discarica dei fanghi provenienti dalla 

depurazione delle acque civili e industriali. 

Il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) è uno strumento di 

programmazione e di indirizzo per assicurare al territorio regionale una politica energetica 

rispettosa delle esigenze della società, della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini 

e proprio per tali ragioni concorre all’attuazione degli impegni assunti a livello europeo ed 

internazionale dal nostro Paese, per la riduzione delle emissioni climalteranti. 

Il Piano è stato approvato con DCR n. 351-3642 del 3.2.2004 e tra i suoi obiettivi si 

possono individuare: 


Diversificazione delle fonti energetiche ai fini 

della riduzione delle emissioni climaalteranti; 


Sviluppo del ricorso della produzione di energie 

da fonti rinnovabili; 

Riduzione dei consumi energetiche delle 

emissioni inquinanti nel settore dei trasporti 

pubblici e privati; 

Allocazione degli impianti secondo il criterio 

prioritario del minore impatto ambientale 

175

Innovazione Tecnologica; 

Finanziamento ed attuazione dei programmi di 

ricerca per la realizzazione di prodotti in grado di 

essere riciclabili e di sistemi produttivi che 

favoriscano il massimo utilizzo delle materie 

prime seconde derivanti da processi di 

riciclaggio; 

Sviluppo della raccolta differenziata, del 

riciclaggio e riutilizzo dei rifiuti, con ricorso 

residuale alla termovalorizzazione 

Incentivazione dell’innovazione e della ricerca 

tecnologica finalizzata al sostegno di progetti 

sperimentali e strategici, anche mediante la 

valorizzazione dei centri e dei parchi tecnologici 

esistenti, nonché la creazione di poli misti che 

associno l’attività di ricerca in campo energetico 

ambientale la localizzazione di insediamenti 

produttivi in aree contraddistinte dalla presenza 

di importanti infrastrutture di generazione 

elettrica; 

Razionalizzazione della produzione elettrica; 

Razionalizzazione dei consumi energetici. 

Sostegno alle politiche di riconversione del parco 

di generazione termo – elettrico ed idro-elettrico, 

al fine di garantire l’efficienza energetica in un 

territorio fortemente industrializzato 

Promozione della formazione e dell’informazione 

Riduzione dell’intensità energetica nei settori 

industriale, terziario e civile attraverso 

l’incentivazione di interventi volti ad aumentare 

l’efficienza energetica ed il rispetto dell’ambiente; 

Promozione di comportamenti energeticamente 

efficienti attraversoil sostegno e l’incentivazione 

di progetti qualificanti volti al miglioraneto 

dell’efficienza energetica negli edifici; 

Promozione della formazione e dell’informazione 

3° Piano Regionale dei Trasporti e delle comunicazi oni è stato adottato con DGR n. 

16-14366 del 20.12.2004 ed è lo strumento che definisce le politiche di settore per 

incrementare l’accessibilità del territorio e per perseguire una mobilità sostenibile. I due 

obiettivi generali perseguiti dal Piano, rimangono gli assi strategici dello sviluppo della 

politica regionale e vengono ripresi dal Documento “Accessibilità e mobilità in Piemonte: 

la gestione del processo di pianificazione”, in coerenza con le politiche prioritarie per il 

settore definite dall’Unione Europea. 

176

Questo ultimo documento, adottato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 27-13113 

del 25.1.2010, mette in evidenza che i problemi della mobilità richiedono la definizione di 

strategie, coerenti e condivise dai vari livelli delle pubbliche amministrazioni e dalle 

diverse politiche settoriali. 

Tale documento si pone il raggiungimento dei seguenti obiettivi: 

- perseguire la realizzazione di un processo di innovazione fondato sul 

principio della mobilità sostenibile e pertanto indica interventi adeguati alle diverse 

esigenze di mobilità extraurbana ed urbana, incentiva l’uso di sistemi di mobilità collettiva 

e un più ampio utilizzo delle integrazioni tecnologiche disponibili; 

- incrementare l’accessibilità, sia interregionale che intraregionale, 

individuando nel potenziamento delle reti regionali e nella realizzazione delle grandi opere 

strategiche, gli elementi che possono contribuire ad un equilibrato sviluppo. 

Piano d’Area del Parco naturale dell’alpe Veglia e Devero è lo strumento che pianifica 

e organizza il territorio del parco, tenendo conto delle relazioni ecosistemiche, 

socioeconomiche, paesistiche, culturali e turistiche dell’area. 

Il Piano d’area ha inoltre valore di piano territoriale regionale e si sostituisce alle norme 

difformi contenute negli altri atti di pianificazione urbanistica e territoriale, fatta eccezione 

per il piano paesaggistico (il PPR all’art. 2 delle NTA, riconosce i contenuti del piano 

d’Area del Parco Veglia Devero). 

Il Piani d’Area dell’alpe Veglia Devero è stato approvato con DCR n. 617 -3419 del 24 

febbraio 2000 e dall’analisi dei suoi documenti si possono estrapolare i seguenti obiettivi: 

- tutelare e migliorare le caratteristiche e le potenzialità naturali e 

paesaggistiche delle aree in funzione delle qualità ambientali; 

- garantire usi dei suoli e dei beni compatibili con le qualità naturalistiche; 

- favorire la conservazione dell’ambiente e sua ricostruzione in presenza di 

fenomeni di degrado; 

- promuovere e controllare l’uso delle aree ai fini scientifici, culturali ed 

educativi; 

Piano Paesistico per la zona di salvaguardia dell’Alpe Devero. Con legge regionale 

24 aprile 1990 n. 50 viene istituita la zona di salvaguardia dell’Alpe Devero, con la finalità 

177

di raccordare paesaggisticamente e funzionalmente il territorio del parco con il territorio 

non soggetto a tutela; salvaguardare il contesto ambientale e naturale dei luoghi; 

programmare interventi di utilizzo ricettivo e di fruizione compatibili con il contesto 

ambientale e naturale; programmare interventi di utilizzo del territorio in considerazione 

delle esigenze economiche e di sviluppo, compatibilmente con le caratteristiche 

ambientali dei luoghi. 

Il Piano che è stato formalmente approvato con DCR n. 618-3421 del 24 febbraio 2000 e 

presenta un’impostazione e un assetto comune al Piano d’area dell’alpe Veglia Devero. A 

riprova dell’uniformità di lettura e studio del territorio del Parco e della sua zona di 

salvaguardia la definizione del quadro della conoscenza e l’individuazione di obiettivi 

comuni. 

Il Piano naturalistico della Riserva naturale speciale del “fondo Toce” è stato 

approvato con DCR n. 239-8808 del 24.2.2009 ed assume anche gli effetti di piano di 

gestione del sito di importanza comunitaria (SIC) e della zona di protezione speciale 

(ZPS) “Fondo Toce” codice IT1140001, in quanto assicura al sito le opportune e 

necessarie misure di conservazione degli habitat naturali e degli habitat di specie per cui il 

sito è stato designato. 

Il Piano disciplina il territorio della riserva perseguendo le finalità stabilite dalla legge 

istitutiva (LR 51 del 24.4.1990), ovvero tutelare, conservare e valorizzare le caratteristiche 

naturali ed ambientali dell’area, con particolare riferimento alle zone umide e agli 

ecosistemi che le caratterizzano; organizzare il territorio per la fruizione a fini didattici, 

scientifici, culturali, turistici e ricreativi; consentire il normale svolgimeto delle attività 

agricole e selvicolturali. 

Seguendo tali finalità, il piano disciplina e organizza il territorio perseguendo il seguente 

obiettivo generale: tutelare e valorizzare l’attuale soprasuolo dal punto di vista 

naturalistico, nonché la riqualificazione paesaggistica dell’intera area. 

178

INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI AMBIENTALI SOVRAORDINATI (COMUNITARI E NAZIONALI) 

Lo sviluppo sostenibile è stato definito come “un processo nel quale l’uso delle risorse, la 

direzione degli investimenti, la traiettoria del processo tecnologico ed i cambiamenti 

istituzionali concorrono tutti assieme ad accrescere le possibilità di rispondere ai bisogni 

dell’umanità, non solo oggi, ma anche in futuro.” 

Il modello di sviluppo sostenibile deve quindi tener conto dei seguenti quattro aspetti: 

- sostenibilità ambientale, come capacità di mantenere nel tempo qualità e 

riproducibilità delle risorse naturali; mantenimento della integrità 

dell'ecosistema per evitare che l'insieme degli elementi da cui dipende la 

vita sia alterato; preservazione della diversità biologica; 

- sostenibilità economica, come capacità di generare, in modo duraturo, 

reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione; eco-efficienza 

dell'economia intesa, in particolare come uso razionale ed efficiente delle 

risorse, con la riduzione dell'impiego di quelle non rinnovabili; 

- sostenibilità sociale, come capacità di garantire condizioni dì benessere 

umano e accesso alle opportunità (sicurezza, salute, istruzione, ma anche 

divertimento, serenità, socialità), distribuite in modo equo tra strati sociali, 

età e generi, ed in particolare tra le comunità attuali e quelle future; 

- sostenibilità istituzionale, come capacità di rafforzare e migliorare la 

partecipazione dei cittadini alla gestione dei processi decisionali; i processi 

di decisione politica devono corrispondere ai bisogni ed alle necessità degli 

individui, integrando le aspettative e le attività di questi ultimi. Capacità di un 

buon governo. 

In generale per la definizione degli obiettivi di sostenibilità è necessario soddisfare, in 

primo luogo, le condizioni di accesso alle risorse ambientali coerentemente con i seguenti 

principi di sostenibilità: 

- il tasso di utilizzazione delle risorse rinnovabili non deve essere superiore al 

loro tasso di rigenerazione; 

- l’immissione di sostanze inquinanti e di scorie nell’ambiente non deve 

superare la capacità di carico dell’ambiente stesso; 

- lo stock di risorse non rinnovabili deve restare costante nel tempo. 

Per definire degli obiettivi di sostenibilità da prendere a riferimento è necessario 

consultare documenti a valenza internazionale (Agenda 21, Protocollo di Kyoto, direttiva 

179

Habitat II, ecc), europea (V e VI programma europeo d’azione per l’ambiente, Strategia 

dell’UE per lo sviluppo sostenibile, Libro Bianco sulla Governance, Guida del Consiglio 

Europeo degli Urbanisti. Relazione “Città europee sostenibili” del Governo di esperti 

sull’ambiente urbano della Commissione Europea, ecc.) e nazionale (Strategia ambientale 

per lo sviluppo sostenibile in Italia – Agenda 21 Italia, linee guida per l’integrazione della 

componente ambientale in piani e programmi). 

In questi ultimi anni, dalle diverse politiche per lo sviluppo sostenibile promosse, sono 

emersi una serie di criteri e obiettivi generali a cui ogni territorio può fare riferimento per 

definire i propri obiettivi locali di sostenibilità, che raccolgono i parametri su cui effettuare 

la Valutazione Ambientale Strategica dei piani e dei programmi. 

Inoltre, il Manuale della Ce, redatto per la definizione degli obiettivi di sostenibilità dei 

programmi legati ai Fondi Strutturali, ha individuato dieci criteri chiave di sostenibilità ai 

quali andranno correlati gli obiettivi individuati dal Piano (Commissione Europea -1998- 

Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di sviluppo regionale e dei Programmi dei Fondi 

strutturali dell’Unione Europea, ERM, Londra ; - ANPA (1999), Linee guida per la Valutazione 

Ambientale Strategica – Fondi strutturali 2000-2006, ANPA, Roma). 

Di seguito si riportano i dieci criteri di sostenibilità precedentemente citati. 

180

I dieci criteri chiave per la sostenibilità 

Criteri per la 

sostenibilita’ 

1 Ridurre al minimo 

l’impiego delle risorse 

energetiche non 

rinnovabili 

2 Impiego delle risorse 

rinnovabili nei limiti 

delle capacità di 

rigenerazione 

3 Uso e gestione 

corretta, dal punto di 

vista ambientale, 

delle sostanze e dei 

rifiuti 

pericolosi/inquinanti 

4 Conservare e 

migliorare lo stato 

della fauna e flora 

selvatiche, degli 

habitat e dei 

paesaggi 

Descrizione 

L’impiego di risorse non rinnovabili, quali 

combustibili fossili, giacimenti di minerali e 

conglomerati riduce le riserve disponibili per le 

generazioni future. Un principio chiave dello 

sviluppo sostenibile afferma che tali risorse non 

rinnovabili debbono essere utilizzate con 

saggezza e con parsimonia, ad un ritmo che non 

limiti le opportunità delle generazioni future. 

Ciò vale anche per fattori insostituibili –geologici, 

ecologici o del paesaggio – che contribuiscono 

alla produttività, alla biodiversità, alle 

conoscenze scientifiche e alla coltura. 

Per quanto riguarda l’impiego di risorse 

rinnovabili nelle attività di produzione primarie, 

quali la silvicoltura, la pesca e l’agricoltura, 

ciascun sistema è in grado di sostenere un 

carico massimo oltre il quale la risorsa si inizia a 

degradare. Quando si utilizza l’atmosfera, i fiumi 

e gli estuari come “depositi” di rifiuti, li si tratta 

anch’essi alla stregua di risorse rinnovabili, in 

quanto ci si affida alla loro capacità spontanea di 

autorigenerazione. Se si approfitta 

eccessivamente di tale capacità, si ha un 

degrado a lungo termine della risorsa. L’obiettivo 

deve pertanto consistere nell’impiego delle 

risorse rinnovabili allo stesso ritmo (o 

possibilmente ad un ritmo inferiore) a quello 

della loro capacità di rigenerazione spontanea, 

in modo da conservare o anche aumentare le 

riserve di tali risorse per le generazioni future. 

In molte situazioni, è possibile utilizzare 

sostanze meno pericolose dal punto di vista 

ambientale, ed evitare o ridurre la produzione di 

rifiuti, e in particolare dei rifiuti pericolosi. Un 

approccio sostenibile consisterà nell’impiegare i 

fattori produttivi meno pericolosi dal punto di 

vista ambientale e nel ridurre al minimo la 

produzione di rifiuti adottando sistemi efficaci di 

progettazione di processi, gestione dei rifiuti e 

controllo dell’inquinamento. 

In questo caso, il principio fondamentale 

consiste nel conservare e migliorare le riserve e 

le qualità delle risorse del patrimonio naturale, a 

vantaggio delle generazioni presenti e future. 

Queste risorse naturali comprendono la flora e 

la fauna, le caratteristiche geologiche e 

geomorfologiche, le bellezze e le opportunità 

ricreative naturali. Il patrimonio naturale pertanto 

comprende la configurazione geografica, gli 

Esempi di aree 

tematiche ad 

esso collegate 

Energia 

Trasporti 

Industria 

Energia 

Agricoltura 

Silvicoltura 

Turismo 

Risorse idriche 

Ambiente 

Trasporti 

Industria 

Industria 

Energia 

Agricoltura 


Ambiente 

Ambiente 

Agricoltura 

Silvicoltura 


Trasporti 

Industria 

Energia 

Turismo 

181


migliorare la qualità 

dei suoli e delle 

risorse idriche 



delle risorse storiche 

e culturali 



dell’ambiente locale 

8 Protezione 

dell’atmosfera 

habitat, la fauna e la flora e il paesaggio, la 

combinazione e le interrelazioni tra tali fattori e 

la fruibilità di tale risorse. Vi sono anche stretti 

legami con il patrimonio culturale. 

Il suolo e le acque sono risorse naturali 

rinnovabili essenziali per la salute e la ricchezza 

dell’umanità, e che possono essere seriamente 

minacciate a causa di attività estrattive, 

dell’erosione o dell’inquinamento. Il principio 

chiave consiste pertanto nel proteggere la 

quantità e qualità delle risorse esistente e nel 

migliorare quelle che sono già degradate. 

Le risorse storiche e culturali sono risorse 

limitate che, una volta distrutte o danneggiate, 

non possono essere sostituite. In quanto risorse 

non rinnovabili, i principi dello sviluppo 

sostenibile richiedono che siano conservati gli 

elementi, i siti o le zone rare rappresentativi di 

un particolare periodo o tipologia, o che 

contribuiscono in modo particolare alle tradizioni 

e alla cultura di una data area. Si può trattare, 

tra l’altro, di edifici di valore storico e culturale, di 

altre strutture o monumenti di ogni epoca, di 

reperti archeologici nel sottosuolo, di architettura 

di esterni (paesaggi, parchi e giardini) e di 

strutture che contribuiscono alla vita culturale di 

una comunità (teatri, ecc.). Gli stili di vita, i 

costumi e le lingue tradizionali costituiscono 

anch’essi una risorsa storica e culturale che è 

opportuno conservare. 

Nel conteso del presenti dibattito, la qualità di un 

ambiente locale può essere definita dalla qualità 

dell’aria, dal rumore ambiente, dalla 

gradevolezza visiva e generale. La qualità 

dell’ambiente locale è importantissima per le 

aree residenziali e per il luoghi destinati ad 

attività ricreative o di lavoro. La qualità 

dell’ambiente locale può cambiare rapidamente 

a seguito di cambiamenti del traffico, delle 

attività industriali, di attività edilizie o estrattive, 

della costruzione di nuovi edifici e infrastrutture 

e da aumenti generali del livello di attività, ad 

esempio da parte di visitatori. E’ inoltre possibile 

migliorare sostanzialmente un ambiente locale 

degradato con l’introduzione di nuovi sviluppi. 

Una delle principali forze trainanti dell’emergere 

di uno sviluppo sostenibile è consistita nei dati 

che dimostrano l’esistenza di problemi globali e 

regionali causati dalle emissioni nell’atmosfera. 

Le connessioni tra emissioni derivanti dalla 

combustione, piogge acide e acidificazione dei 

suoli e delle acque, come pure tra 

clorofluorocarburi (CFC), distribuzione dello 

strato di ozono ed effetti sulla salute umana 

sono stati individuati negli anni Settanta e nei 

Agricoltura 

Silvicoltura 


Ambiente 

Industria 

Turismo 

Turismo 

Ambiente 

Industria 

Trasporti 

Ambiente 

(urbano) 

Industria 

Turismo 

Trasporti 

Energia 


Trasporti 

Energia 

Industria 

182

9 Sensibilizzare 

maggiormente alle 

problematiche 

ambientali, 

sviluppare l’istruzione 

e la formazione in 

campo ambientale 

10 Promuovere la 

partecipazione del 

pubblico alle 

decisioni che 

comportano uno 

sviluppo sostenibile 

primi anni Ottanta. Successivamente è stato 

individuato il nesso tra anidride carbonica e altri 

gas serra e cambiamenti climatici. Si tratta di 

impatti a lungo termine e pervasisi, che 

costituiscono una grave minaccia per le 

generazioni future. 

Il coinvolgimento di tutte le istanze economiche 

ai fini di conseguire uno sviluppo sostenibile è 

un elemento fondamentale dei principi istituiti a 

Rio (Conferenza delle Nazioni Unite 

sull’ambiente e lo sviluppo, 1992). La 

consapevolezza dei problemi e delle opzioni 

disponibili è d’importanza decisiva: 

l’informazione, l’istruzione e la formazione in 

materia di gestione ambientale costituiscono 

elementi fondamentali ai fini di uno sviluppo 

sostenibile. Li si può realizzare con la diffusione 

dei risultati della ricerca, l’integrazione dei 

programmi ambientali nella formazione 

professionale, nelle scuole, nell’istruzione 

superiore e per gli adulti, e tramite lo sviluppo di 

reti nell’ambito di settori e raggruppamenti 

economici. E’ importante anche l’accesso alle 

informazioni sull’ambiente a partire dalle 

abitazioni e nei luoghi ricreativi. 

La dichiarazione di Rio (Conferenza delle 

Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo, 1992) 

afferma che il coinvolgimento del pubblico e 

delle parti interessate nelle decisioni relative agli 

interessi comuni è un cardine dello sviluppo 

sostenibile. Il principale meccanismo a tal fine è 

la pubblica consultazione in fase di controllo 

dello sviluppo, e in particolare il coinvolgimento 

di terzi nella valutazione ambientale. Oltre a ciò, 

lo sviluppo sostenibile prevede un più ampio 

coinvolgimento del pubblico nella formulazione e 

messa in opera delle proposte di sviluppo, di 

modo che possa emergere un maggiore senso 

di appartenenza e di condivisione delle 

responsabilità. 

Ricerca 

Ambiente 

Turismo 

Tutti 

183

ANALISI DI COERENZA ESTERNA 

La verifica di coerenza delle indicazioni contenute nel P.T.P. (obiettivi generali e specifici) 

con le relative indicazioni contenute nei piani sovra-ordinati si rende necessaria, in un 

sistema organizzato a “cascata”, anche al fine di evitare contrasti che renderebbero 

inefficaci le disposizioni contenute nel Piano. 

Tale analisi costituisce un fondamento del processo della Valutazione Ambientale 

Strategica a cui si fa esplicito riferimento nella normativa (allegato VI, lett. a), 

…..nell’ambito del Rapporto Ambientale è necessario provvedere alla illustrazione ”[…] 

dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri 

pertinenti piani o programmi”) 

Per tali ragioni gli obiettivi di Piano definiti in precedenza (cap. 2) e riportati di seguito 

verranno incrociati in apposite “Matrici di coerenza” con gli obiettivi della pianificazione 

sovra - ordinata Regionale e con quelli di sostenibilità di scala europea e nazionali. 


Sviluppo sostenibile del territorio 


1 Salvaguardia e tutela dei valori ambientali 

2 Tutela e governo delle risorse naturali 

3 Difesa dei rischi per l’ambiente e la collettività 

4 Uso e sfruttamento equilibrato delle risorse 

5 Tutela e valorizzazione del paesaggio 

Coordinamento e sostegno delle scelte attuative della 

6 

pianificazione locale 

Costruire/consolidare il posizionamento del VCO negli 

7 

scenari di vasta scala 

8 Contrastare la marginalizzazione del territorio montano 

Favorire la qualità ambientale quale fattore della scelta 

9 

localizzativa 

10 Migliorare l’accessibilità del territorio 

11 Valorizzare l’identità del territorio. 

184

Coerenza con la pianificazione sovra-ordinata 

Individuato il quadro di riferimento della programmazione territoriale si procederà ora 

all’analisi di coerenza esterna attraverso il confronto tra gli obiettivi generali e specifici del 

Piano con quelli del quadro programmatico precedentemente definito. 

La verifica porterà alla definizione di eventuali conflitti esistenti tra i diversi livelli di 

pianificazione ed accerterà la presenza di corrispondenze. 

In particolare le coerenze saranno misurate secondo la seguente scala di riferimento: 

Presenza di coerenza (diretta o indiretta): 

Incoerenza: 

Indifferenza: 

Coerenza indica che le azioni individuate dalla nuova pianificazione presentano elementi 

di integrazione (diretta) o sinergici (indiretta) con quelli dello strumento pianificatorio 

esaminato. 

Incoerenza indica che le azioni individuate dalla nuova pianificazione presentano elementi 

in contrapposizione con quelli dello strumento esaminato. 

Indifferenza indica che le azioni individuate dalla nuova pianificazione non presentano 

elementi correlati con quelli dello strumento esaminato. 

La presenza di obiettivi in atti o norme regionali non presi in considerazione in sede 

provinciale, non deriva da inadempienza ma dalla relativa ripartizione delle competenze. 

Dal confronto tra gli obiettivi del PTP del VCO con gli altri strumenti di pianificazione a 

livello regionale sono emersi i risultati sintetizzati nella tabella sottostante: 

185

Obiettivi P.T.P. V.C.O. 


1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 

Piani sovra-ordinati di livello 

regionale 

P.T.R. e P.P.R. 

Strategie 

1.Riqualificazione territoriale, tutela e valorizzazione del 

paesaggio 

2. sostenibilità ambientale, efficienza 

energetica 

3. 

integra 

zione 

territori 

ale 

Obiettivi 

1.1. Valorizzazione del policentrismo e 

delle identità culturali e socioeconomiche 

dei sistemi locali 

1.2. Salvaguardia e valorizzazione 

della biodiversità e del patrimonio 

naturalistico-ambientale 

1.3. Valorizzazione del patrimonio 

culturale materiale e immateriale, 

insediativi e colturale del territorio 

1.4. Tutela e riqualificazione dei 

caratteri e dell’immagine identitaria del 

paesaggio 

1.5. Riqualificazione del contesto 

urbano e periurbano 

1.6. Valorizzazione delle specificità 

dei contesti rurali 

1.7. Salvaguardia e valorizzazione 

integrata delle fasce fluviali e lacuali 

1.8. Rivitalizzazione della montagna e 

della collina 

1.9. Recupero e risanamento delle 

aree degradate, abbandonate e 

dismesse 

2.1. Tutela e valorizzazione delle 

risorse primarie: acqua 


risorse primarie: aria 


risorse primarie: suolo e sottosuolo 


risorse primarie: patrimonio forestale 

2.5. Promozione di un sistema 

energetico efficiente 

2.6. Prevenzione e protezione dai 

rischi naturali e ambientali 

2.7. Contenimento della produzione e 

ottimizzazione del sistema di raccolta 

e smaltimento dei rifiuti 

territoriale dei trasporti, della mobilità 

e delle relative infrastrutture 

delle 3.1. Riorganizzazione della rete 

186

4. ricerca innovazione e 

transizione produttiva 

5.valorizzazione 

delle risorse 

umane e delle 

capacità 

istituzionali e 

delle politiche 

Obiettivi 

generali 

Garantire al territorio del 

bacino del fiume Po un 

livello di sicurezza 

adeguato rispetto ai 

fenomeni di dissesto 

idraulico e idrogeologico; 

3.2. Riorganizzazione e sviluppo dei 

nodi della logistica 

3.3. Sviluppo equilibrato della rete 

telematica 

4.1. Promozione selettiva delle attività 

di ricerca, trasferimento tecnologico, 

servizi per le imprese e formazione 

specialistica 

4.2. Promozione dei sistemi produttivi 

locali agricoli e agro-industriali 

4.3. Promozione dei sistemi produttivi 

locali industriali e artigianali 

4.4. Riqualificazione e sviluppo 

selettivo delle attività terziarie e 

commerciali 

4.5. Promozione delle reti e dei circuiti 

turistici 

5.1. Promozione di un processo di 

governante territoriale e promozione 

della progettualità integrata 

sovracomunale 

5.2. Organizzazione ottimale dei 

servizi sul territorio 

P.A.I. 


ripristino degli equilibri idrogeologici e 

ambientali; 

recupero degli ambiti fluviali e del 

sistema delle acque; 

programmazione degli usi del suolo ai 

fini della difesa, della stabilizzazione e 

del consolidamento dei terreni 

recupero delle aree fluviali 

P.T.A. 

Obiettivi 

prevenire e ridurre l’inquinamento ed 

attuare il risanamento dei corpi idrici 

inquinanti; 

migliorare lo stato delle acque ed 

individuare adeguante protezioni di 

quelle destinate a particolari usi; 

perseguire usi sostenibili e durevoli 

delle risorse idriche; 

mantenere la capacità naturale di auto 

depurazione dei corpi idrici, nonché la 

capacità di sostenere comunità 

animali e vegetali ampie e ben 

diversificate. 

187

P.T.F. 

Obiettivi 

Obiettivi 

generali 

Mantenimento 

della diversità 

biologica della 

fauna selvatica e 

del territorio 

valorizzazione polifunzionale del 

patrimonio forestale e pastorale 

Piano Faunistico venatorio 

regionale. 


riqualificazione delle risorse 

ambientali 

la conservazione delle capacità 

riproduttive delle specie omeoterme 

la regolamentazione del prelievo 

venatorio 

Piano Regionale di gestione dei 

Rifiuti 

Obiettivi 

riduzione della produzione dei rifiuti 

urbani, espressa in termini di 

produzione annua pro capite, pari a 

circa 500 kg, in modo tale da ottenere 

il valore di produzione di rifiuti urbani 

rilevato nel 2003; 

raccolta differenziata (RD) al 65% 

(riferimenti di legge nazionale 31 

dicembre 2012) a livello di ciascun 

Ambito Territoriale Ottimale (ATO) 

finalizzata al recupero di materia di 

qualità; 

soddisfacimento delle esigenze di 

trattamento della frazione organica 

raccolta differenziatamente per 

produrre ammendante compostato 

utile per aumentare il contenuto di 

carbonio organico nel suolo; 

autosufficienza di smaltimento del 

rifiuto indifferenziato presso ciascun 

ATO 

utilizzo dei fanghi di depurazione delle 

acque reflue civili con l’obiettivo 

specifico di ridurre il conferimento in 

discarica dei fanghi provenienti dalla 

depurazione delle acque civili e 

industriali 

188

Piano Energetico Ambientale 

Regionale (PAER) 

Obiettivi 

generali 

Diversificazione delle 

fonti energetiche ai 

fini della riduzione 

delle emissioni climaalteranti; 

Innovazione Tecnologica; 

Razionalizzazione 

della produzione 

elettrica; 

Razionalizza 

zione dei 

consumi 

energetici. 

Obiettivi 

Sviluppo del ricorso della produzione 

di energie da fonti rinnovabili; 

Riduzione dei consumi energetiche 

delle emissioni inquinanti nel settore 

dei trasporti pubblici e privati; 

Allocazione degli impianti secondo il 

criterio prioritario del minore impatto 

ambientale 

Finanziamento ed attuazione dei 

programmi di ricerca per la 

realizzazione di prodotti in grado di 

essere riciclabili e di sistemi produttivi 

che favoriscano il massimo utilizzo 

delle materie prime seconde derivanti 

da processi di riciclaggio; 

Sviluppo della raccolta differenziata, 

del riciclaggio e riutilizzo dei rifiuti, con 

ricorso residuale alla 

termovalorizzazione 

Incentivazione dell’innovazione e della 

ricerca tecnologica finalizzata al 

sostegno di progetti sperimentali e 

strategici, anche mediante la 

valorizzazione dei centri e dei parchi 

tecnologici esistenti, nonché la 

creazione di poli misti che associno 

l’attività di ricerca in campo energetico 

ambientale la localizzazione di 

insediamenti produttivi in aree 

contraddistinte dalla presenza di 

importanti infrastrutture di 

generazione elettrica; 

Sostegno alle politiche di 

riconversione del parco di 

generazione termo – elettrico ed idroelettrico, 

al fine di garantire l’efficienza 

energetica in un territorio fortemente 

industrializzato 

Promozione della formazione e 

dell’informazione 

Riduzione dell’intensità energetica nei 

settori industriale, terziario e civile 

attraverso l’incentivazione di interventi 

volti ad aumentare l’efficienza 

energetica ed il rispetto dell’ambiente; 

189

Promozione di comportamenti 

energeticamente efficienti attraverso il 

sostegno e l’incentivazione di progetti 

qualificanti volti al miglioraneto 

dell’efficienza energetica negli edifici; 

Promozione della formazione e 

dell’informazione 

Piano Regionale dei trasporti e 

delle Comunicazioni 

Obiettivi 

perseguire la realizzazione di un 

processo di innovazione fondato sul 

principio della mobilità sostenibile e 

pertanto indica interventi adeguati alle 

diverse esigenze di mobilità 

extraurbana ed urbana, incentiva l’uso 

di sistemi di mobilità collettiva e un più 

ampio utilizzo delle integrazioni 

tecnologiche disponibili 

incrementare l’accessibilità, sia 

interregionale che intraregionale, 

individuando nel potenziamento delle 

reti regionali e nella realizzazione 

delle grandi opere strategiche, gli 

elementi che possono contribuire ad 

un equilibrato sviluppo 

Piano d’Area del Parco Naturale 

alpe Veglia e Devero 

Piano Paesistico per la zona di 

salvaguardia dell’Alpe Devero 

Obiettivi 

tutelare e migliorare le caratteristiche 

e le potenzialità naturali e 

paesaggistiche delle aree in funzione 

delle qualità ambientali; 

garantire usi dei suoli e dei beni 

compatibili con le qualità 

naturalistiche; 

favorire la conservazione 

dell’ambiente e sua ricostruzione in 

presenza di fenomeni di degrado; 

promuovere e controllare l’uso delle 

aree ai fini scientifici, culturali ed 

educativi; 

190

Piano Naturalistico della Riserva 

Naturale speciale di Fondo Toce 

Obiettivi 

tutelare e valorizzare l’attuale 

soprasuolo dal punto di vista 

naturalistico, nonché la 

riqualificazione paesaggistica 

dell’intera area. 

In conclusione è possibile affermare che gli obiettivi generali e specifici posti alla base del 

P.T.P del Verbano Cusio Ossola trovano nel quadro degli strumenti di pianificazione a 

livello regionale una sostanziale coerenza e una diretta ispirazione. 

191

Coerenza con gli obiettivi di sostenibilità di scala europea e nazionale 

Al fine di verificare la correlazione tra obiettivi individuati dal Piano e i dieci criteri di 

sostenibilità ambientale, è stata prodotta una matrice dove le correlazioni sono state 

definite secondo la seguente legenda. 

☺ 

☹ 

☹☹ 

Potenzialmente positiva 

Potenzialmente negativa 

Incompatibile / Incoerente 

Obiettivi P.T.P. V.C.O. 


1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 

Criteri per la sostenibilità 

Criteri 

1 

Ridurre al minimo l’impiego delle ☺ ☺ ☺ ☺ ☺ 

risorse energetiche non rinnovabili 

2 

Impiego delle risorse rinnovabili nei ☺ ☺ ☺ ☺ 

limiti delle capacità di rigenerazione 

Uso e gestione corretta, dal punto di 

☺ 

☺ 

3 vista ambientale, delle sostanze e dei 

rifiuti pericolosi/inquinanti 

Conservare e migliorare lo stato della ☺ ☺ ☺ 

4 fauna e flora selvatiche, degli habitat e 

dei paesaggi 

5 

Conservare e migliorare la qualità dei ☺ ☺ ☺ ☺ 

suoli e delle risorse idriche 

6 

Conservare e migliorare la qualità ☺ 

☺ 

delle risorse storiche e culturali 

7 

Conservare e migliorare la qualità ☺ ☺ ☺ ☺ ☺ ☺ ☺ ☺ 

dell’ambiente locale 

8 Protezione dell’atmosfera ☺ ☺ ☺ 

Sensibilizzare maggiormente alle 

☺ 

9 

problematiche ambientali, sviluppare 

l’istruzione e la formazione in campo 

ambientale 

Promuovere la partecipazione del 

10 pubblico alle decisioni che 

comportano uno sviluppo sostenibile 

Dall’analisi non si è evidenziata la presenza di obiettivi incoerenti e/o incompatibili. 

Gli obiettivi proposti, sottesi da un unico obiettivo generale rappresentato dallo “Sviluppo 

sostenibile del territorio” generano esclusivamente corrispondenze positive. 

192

8. INDIVIDUAZIONE DEI SOGGETTI DA COINVOLGERE 

I soggetti che partecipano alla VAS sono individuati dalla normativa e sono costituiti da: 

il proponente: pubblica amministrazione o soggetto privato, che elabora il piano o 

programma da sottoporre a valutazione ambientale; 

l’autorità procedente – la pubblica amministrazione che attiva le procedura di redazione e 

di valutazione del piano/programma; nel caso in cui il proponente sia la pubblica 

amministrazione, l’autorità procedente coincide con il proponente; nel caso, invece, il 

proponente sia un soggetto privato, l’autorità procedente è la pubblica amministrazione 

che recepisce il piano o programma, lo adotta e lo approva; 

l’autorità competente in materia di VAS: autorità che ha compiti di tutela e valorizzazione 

ambientale. Essa collabora con l’autorità procedente /proponente nonché con i soggetti 

competenti in materia ambientale al fine dell’applicazione della normativa; 

i soggetti competenti in materia ambientale: le strutture pubbliche con competenze in 

materia ambientale e della salute che possono essere interessati dagli effetti dovuti 

all’applicazione del Piano / Programma sull’ambiente; gli Enti territorialmente interessati – 

le amministrazioni pubbliche geograficamente coinvolte dal piano/programma; 

il pubblico: uno o più persone fisiche o giuridiche e le loro associazioni, organizzazioni o 

gruppi. 

Tra questi il ruolo dei soggetti competenti in materia ambientale nel processo di VAS è 

estremamente importate perché costituisce uno strumento di trasparenza e garanzia per 

la collettività. 

In base ai contenuti e alle analisi condotte e illustrate nei precedenti capitoli, verificati i 

contenuti della pianificazione territoriale, gli ambiti di influenza e le caratteristiche 

ambientali significative dell’ambito di intervento, al fine di provvedere al coinvolgimento 

“mirato” di soggetti diversi (competenti in materia ambientale), che possano apportare al 

processo complessivo un contributo di conoscenza e di identificazione delle 

problematiche e delle potenzialità, si sono individuati come soggetti competenti in materia 

ambientale che parteciperanno all’analisi “condivisa” del processo pianificatorio i seguenti 

uffici: 

- Regione Piemonte 

- Regione Lombardia 

- Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici 

- Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte 

193

- Canton Ticino 

- Canton Vallese 

- Provincia di Novara 

- Provincia di Vercelli 

- Provincia di Varese 

- Parco Nazionale Val Grande 

- Ente di gestione delle aree protette della Valle Sesia; 

- Ente di gestione delle aree protette dell’Ossola; 

- Ente di gestione dei Sacri monti; 

- Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore; 

- ARPA; 

- ASL; 

- Corpo Forestale dello Stato; 

- Autorità di Bacino del Fiume Po; 

- Comunità Montana delle Valli dell’Ossola; 

- Comunità Montana due laghi, Cusio Mottarone e Valle Strona; 

- Comunità Montana del Vebano; 

- Comuni del VCO (77). 

194

9. INDICAZIONI GENERALI PER LA STESURA DEL RAPPORTO 

AMBIENTALE 

INQUADRAMENTO LEGISLATIVO 

Il Rapporto Ambientale sarà basato sul seguente corpo legislativo e di indirizzo: 

- Direttiva Europea 2001/42/CE e relativi allegati; 

- D.lgs 152/06 e s.m.i. “Norme in materia ambientale”; 

- D.lgs. 16 gennaio 2008 n.4 “Ulteriori disposizioni correttive e integrative del 

decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 recante norme in materia 

ambientale” 

- D.lg n. 128/2010 “Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 

2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell’art. 12 

della legge 18 giugno 2009, n. 69” 

- Lr. 14 dicembre 1998 n.40 “Disposizioni concernenti la compatibilità 

ambientale e le procedure di valutazione”. 

- Deliberazione della Giunta Regionale 9 giugno 2008 n. 12- 8931 

195

SCHEMA DEL RAPPORTO AMBIENTALE 

Il Rapporto Ambientale seguirà le indicazioni fornite dall’allegato I della direttiva europea 

2001/42 nonché dall’allegato VI Parte Seconda del D.Lgs 152/2006 e s.m.i. punti a) - j). In 

particolare dovrà contenere tutti di tematismi di seguito elencati: 

a) Illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e 

del rapporto con altri pertinenti piani e programmi. 

b) Aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione 

probabile senza l’attuazione del piano o programma 

c) Caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che 

potrebbero essere significativamente interessate 

d) Qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, 

ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza 

ambientale, culturale e paesaggistica 

e) Obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, 

comunitario o degli stati membri, pertinenti al piano o programma e il modo 

in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di 

ogni considerazione ambientale 

f) Possibili impatti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la 

biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, 

l’acqua, l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, 

architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti 

fattori. Devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi 

quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, 

permanenti e temporanei, positivi e negativi 

g) Misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo 

possibile gli eventuali impatti negativi significativi sull’ambiente 

dell’attuazione del piano o programma. 

h) Sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una 

descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali 

difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o difficoltà derivanti dalla 

novità dei problemi e delle tecniche per risolverli) nella raccolta delle 

informazioni richieste. 

196

i) Descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli 

impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del piano o del 

programma proposto definendo, in particolare, le modalità di raccolta dei 

dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli 

impatti, la periodicità della produzione di un rapporto illustrante i risultati 

della valutazione degli impatti e le misure correttive da adottare. 

j) Sintesi non tecnica 

Parte dei contenuti, già affrontati in questa fase, verranno riproposti ed eventualmente 

approfonditi in funzione delle indicazioni pervenute durante la “Fase di specificazione”. 

In particolare si propongono, fin da ora, i seguenti approfondimenti: 

L’analisi dei contenuti della pianificazione verrà completata attraverso la definizione, in 

maniera puntuale, delle azioni individuate per il raggiungimento degli obiettivi proposti, 

con particolare attenzione agli aspetti che verranno modificati o implementati rispetto al 

Piano in essere. Si procederà, inoltre, alla verifica di coerenza interna atta ad accertare 

l’esistenza di contraddizioni all’interno del Piano. 

Gli aspetti pertinenti allo stato attuale dell’ambiente (descrizione ed analisi dei caratteri 

ambientali), già affrontati nel presente elaborato, verranno approfonditi ed integrati in 

relazione alle indicazioni emerse durante la fase di specificazione. 

Per i diversi elementi di progetto verrà compiuta un’analisi dei possibili impatti. 

La valutazione verrà effettuata anche attraverso l’impiego di matrici di verifica degli impatti 

che pongano in correlazione le proposte di piano con le diverse componenti ambientali 

consentendo di individuare gli elementi critici positivi o negativi e gli effetti complessivi o 

sinergici. Le componenti ambientali saranno organizzati secondo quanto individuato 

nell’Allegato VI ovvero: biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la 

fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio 

culturale, architettonico e archeologico, il paesaggio. 

In relazione alle risultanze dell’analisi prevista al punto precedente verranno individuate 

ed analizzate idonee misure di mitigazione con l’intento di ridurre od escludere la 

generazione dell’impatto o di renderlo maggiormente compatibile con l’esigenza di tutela 

della salute pubblica e dell’ambiente. 

197

In ragione degli obiettivi proposti e degli impatti individuati, verranno specificate le 

dinamiche ed, eventualmente, i siti da sottoporre a monitoraggio durante la fase di 

attuazione del Piano. 

La scelta degli indicatori dovrà considerare che lo scopo principale sarà quello di 

verificare l’effettivo raggiungimento degli obiettivi proposti da un lato e di verificare gli 

effetti diretti delle azioni di piano sull’ambiente dall’altro. 

L’insieme degli indicatori costituiranno il programma di monitoraggio. 

Infine verrà prodotta una sintesi dei contenuti del Rapporto Ambientale in linguaggio non 

tecnico allo scopo di rendere accessibili e facilmente comprensibili al pubblico i principali 

elementi contenuti nel Rapporto Ambientale. 

La sintesi non tecnica, verrà strutturata sotto forma di documento separato onde favorirne 

una semplice diffusione. Allo scopo di semplificarne la lettura alcuni elementi verranno 

riassunti graficamente con l’ausilio di tavole. 

I documenti di VAS verranno corredati da un Relazione di sintesi con la quale si darà atto 

degli esiti del processo di VAS. 

198

PROPOSTA DI INDICE DEL RAPPORTO AMBIENTALE 

1. Premessa 

2. Quadro normativo di riferimento 

In questo capitolo verranno illustrate le disposizioni normative a livello 

comunitario, nazionale e regionale in materia di VAS e verrà valutata la 

corrispondenza fra le indicazioni normative e i contenuti del Rapporto 

Ambientale. 

3. L’approccio metodologico 

In questa parte verranno illustrati i principi generali che indirizzano il 

processo di VAS e il percorso adottato. 

4. Il Piano, contenuti, obiettivi e correlazione con altri pertinenti piani e 

programmi 

Contenuti ed obiettivi del Piano 

Analisi del contesto programmatico 

Analisi di coerenza esterna 

Analisi di coerenza interna 

In questo capitolo verranno illustrati contenuti del Piano anche attraverso 

una schematizzazione degli indirizzi, obiettivi e strategie, saranno 

individuati i diversi piani e programmi esistenti a livello sovraordinato che 

costituisco il riferimento per il P.T.P. e ne saranno verificate le coerenze . 

Infine sarà verificata la coerenza interna tra il sistema di obiettivi individuati 

e le azioni proposte. 

5. Quadro conoscitivo ambientale provinciale 

Aria 

Acqua – sistema idrico 

Suolo e sottosuolo 

Flora, fauna e biodiversità 

Caratteri paesaggistici 

Mobilità e trasporti 

Rumore 

Rifiuti 

Energia 

Inquinamento elettromagnetico 

Industrie R.I.R. 

Popolazione – dinamica sociale ed economica 

Quadro di sintesi delle tendenze e delle criticità 

In questo capitolo verrà fornita una descrizione dello stato attuale 

dell’ambiente suddiviso per le diverse componenti ambientali. 

Sarà prodotta una valutazione sintetica delle tendenze e delle criticità e 

sensibilità in atto, saranno individuate e caratterizzate le aree interessate 

dalle azioni di Piano. 

199

6. Valutazione di incidenza ecologica 

In questa parte verranno individuate e caratterizzate le aree interessate da 

specifici obiettivi di protezione ambientale (Aree S.I.C – ZPS.). 

Successivamente verrà compiuta la Valutazione di Incidenza Ecologica atta 

a valutare le possibili incidenze delle scelte di piano sui Siti di Interesse 

Comunitario. 

7. Descrizione e Valutazione degli effetti conseguenti alle scelte di piano 

In questo capitolo verranno individuati e analizzati gli effetti, sulle diverse 

componenti ambientali, conseguenti alle azioni proposte con il Piano. 

Gli esisti dell’analisi verranno tradotti mediante l’uso di matrici. 

8. Definizione delle misure di mitigazione e compensazione ambientale 

In questo capitolo verranno individuate e descritte un insieme di misure atte 

a mitigare o compensare i possibili effetti negativi derivanti dall’attuazione 

del piano. 

9. Analisi delle possibili alternative e dell’alternativa 0 

In questo capitolo verranno illustrate le alternative individuate nonché la 

possibile evoluzione dell’ambiente in assenza di pianificazione (alternativa 

0). 

10. Il sistema di monitoraggio ambientale del PTP 

In questo capitolo saranno definiti una serie di indicatori atti a monitorare gli 

effetti del Piano sulle componenti ambientali nonché a verificare il 

raggiungimento degli obiettivi. 

200

ALLEGATI 

201

ELENCO DELLE STRUTTURE IN CUI VENGONO ESEGUITE OPERAZIONI DI RECUPERO RIFIUTI E/O 

DI RECUPERO DI ENERGIA E MATERIA 

Comune 

Anzola 

d'Ossola 

Anzola 

d'Ossola 

Baveno 

Baveno 

Bognanco 

Rag. sociale Tipologia 

ATECO s.r.l. 

CELSIA 

S.P.A. 

Comoli 

Massimilaino 

Impresa 

PRINI SRL 

Altra tipologia 

Altra 

tipologia, 

Solo 

Stoccaggio 

e/o Messa in 

Riserva 

Altra 

tipologia, 

RAEE 


Operazioni di 

recupero rifiuti 

R13 - Messa in 

riserva di rifiuti per 

sottoporli ad una 

delle operazioni 

indicate nei punti da 

R1 a R12 

R4 - 

Riciclo/recupero dei 

metalli o dei 







R1 a R12 






R1 a R12 

R5 - 

Riciclo/recupero di 

altre sostanze 

inorganiche 






R1 a R12 

Attività di 

recupero rifiuti Altra tipologia R5 - 


Attività di recupero 

energia e materia in 

procedura semplificata 

3. 1 - rifiuti di ferro, acciaio e 

ghisa e, limitatamente ai 

cascami di lavorazione, i 

rifiuti identificati dai codici 

[100299] [120199] 

3. 7 - rifiuti di lavorazione, 

molatura e rottami di metalli 

duri 





[100299] [120199] 3. 2 - 

rifiuti di metalli non ferrosi o 

loro leghe] e, limitatamente 

ai cascami di lavorazione i 

rifiuti individuati dai seguenti 

codici [100899] [110104] 

5.16 - apparecchi elettrici, 

elettrotecnici ed elettronici, 

rottami elettrici ed elettronici 

contenenti e non metalli 

preziosi 5.19 - apparecchi 

domestici, apparecchiature 

e macchinari post-consumo 

non contenenti sostanze 

lesive dell'ozono 

stratosferico di cui alla legge 

549/93 o HFC 

7. 1 - rif. costit. da 

laterizi,intonaci e conglomer. 

di cemento arm. e non, 

comprese traverse e 

traversoni ferrov. e pali in 

calcestr. armato proven. da 

linee ferrov.,telemat. ed 

elettr. e framm. di rivestim. 

strad.,purché privi di 

amianto 

202

Cannobio 

Cannobio 

Casale Corte 

Cerro 

Casale Corte 

Cerro 

Autodemolizio 

ni VERBANO 

di Grignaschi 

Francesco 

Bergamaschi 

s.a.s. di 

Bergamaschi 

Pietro e 

Enrico & c. 

sas 

CONSER 

V.C.O. S.p.A. 

F.lli Fioritto 

Mario e 

Stefano snc 

Autodemolitor 

e 


Solo 

Stoccaggio 

e/o Messa in 

Riserva 



inorganiche 






R1 a R12 






R1 a R12 

Solo Stoccaggio e/o 

Messa in Riserva 

R3 - 

Riciclo/recupero 

delle sostanze 

organiche non 

utilizzate come 

solventi 

R4 - 


metalli o dei 







R1 a R12 



di cemento arm. e 

non,comprese traverse e 






amianto 

1. 1 - rifiuti di carta, cartone 

e cartoncino, inclusi 

poliaccoppiati, anche di 

imballaggi 3. 1 - rifiuti di 

ferro, acciaio e ghisa e, 

limitatamente ai cascami di 

lavorazione, i rifiuti 

identificati dai codici 

[100299] [120199] 3. 2 - 


loro leghe e, limitatamente 



codici [100899] [110104] 

3. 3 - sfridi o scarti di 

imballaggio in alluminio, e di 

accoppiati carta plastica e 

metallo [ 

5. 7 - spezzoni di cavo con il 

conduttore di alluminio 

ricoperto 

5. 8 - spezzoni di cavo di 

rame ricoperto 6. 1 - rifiuti 

di plastica, imballaggi usati 

in plastica compresi i 

contenitori per liquidi, con 

esclusione dei contenitori 

per fitofarmaci e per presidi 

medico-chirurgici 8. 4 - 

rifiuti di materiali tessili 

compositi e della 

lavorazione di fibre naturali, 

203

Cesara 

Craveggia 

Impianto 

recupero rifiuti 

Gubetta Aldo 

Altra 

tipologia, 

PFU, RAEE 

R5 - 



inorganiche R13 - 

Messa in riserva di 

rifiuti per sottoporli 

ad una delle 

operazioni indicate 

nei punti da R1 a 

R12 






R1 a R12 

sintetiche e artificiali 9. 1 - 

scarti di legno e sughero, 

imbal. di legno 










amianto 




imballaggi 2. 1 - 

imballaggi, vetro di scarto ed 

altri rifiuti e frammenti di 

vetro, rottami di vetro 3. 1 - 

rifiuti di ferro, acciaio e ghisa 

e, limitatamente ai cascami 

di lavorazione, i rifiuti 


[100299] [120199] 3. 2 - 





codici [100899] [110104] 3. 

3 - sfridi o scarti di 



metallo 3. 5 - rifiuti 

costituiti da imballaggi, fusti, 

latte, vuoti, lattine di 

materiali ferrosi e non ferrosi 

e acciaio anche stagnato 


molatura e rottami di metalli 

duri 5. 6 - rottami elettrici 

ed elettronici contenenti e 

non metalli preziosi 5. 7 - 

spezzoni di cavo con il 


ricoperto 5. 8 - spezzoni di 

cavo di rame ricoperto 5.16 - 

apparecchi elettrici, 








204

Crevoladossola 

Impresa 

Amigliarini 

snc.di 

Amigliarini 

Adolfo,Luigi 

ed Alfio snc 

Crevoladossola Recupero 

Ambientale 

Domodossola 

Solo 

Stoccaggio 

e/o Messa in 

Riserva 


C.R.R. 

METALLI di 

Ruga Giuliano 

e Ruga Maria Altra 

Angela & C. tipologia, 

snc ex CRR RAEE 

METALLI di 

Ruga Carlo & 

C. s.n.c. 






R1 a R12 

R10 - Spandimento 

sul suolo a 

beneficio 

dell'agricoltura o 

dell'ecologia 






R1 a R12 



549/93 o HFC 10. 2 - 

pneumatici non ricostruibili, 

camere d'aria non riparabili 

e altri scarti di gomma 




imballaggi 3. 1 - rifiuti di 

ferro, acciaio e ghisa e, 




[100299] [120199] 3. 2 - 





codici [100899] [110104] 

3. 5 - rifiuti costituiti da 

imballaggi, fusti, latte, vuoti, 

lattine di materiali ferrosi e 

non ferrosi e acciaio anche 

stagnato 

4. 1 - scorie provenienti 

dall'industria della 

metallurgia dei metalli non 

ferrosi, ad esclusione di 

quelle provenienti dalla 

metallurgia termica del Pb, 

Al e Zn, scorie dalla 

produzione del fosforo, 

scoria Cubilot [060902] 


rame ricoperto 5.14 - 

scaglie di laminazione 

5.16 - apparecchi elettrici, 






205





549/93 o HFC 

6. 1 - rifiuti di plastica, 

imballaggi usati in plastica 

compresi i contenitori per 

liquidi, con esclusione dei 

contenitori per fitofarmaci e 

per presidi medico-chirurgici 

6. 2 - sfridi, scarti, polveri e 

rifiuti di materie plastiche e 

fibre sintetiche 

Gravellona 

Toce 

Gravellona 

Toce 

Gravellona 

Toce 

Gravellona 

Toce 

CONSER 

V.C.O. S.p.A. 

Solo 

Stoccaggio 

e/o Messa in 

Riserva 

Firenze 

Giancarlo Di 

Ex 

Autodemolitor 

Autodemolizio e 

ni Firenze 

Giancarlo 

Petagine 

Antonio & 

Figli snc. di 

Petagine Aldo 

e Raffaele 

Snc 

SILA SRL 








R1 a R12 






R1 a R12 

R5 - 



inorganiche 






R1 a R12 

R3 - 



organiche non 


solventi 

R4 - 


metalli o dei 







R1 a R12 










amianto 

. 1 - rifiuti di carta, cartone e 

cartoncino, inclusi 


imballaggi 





[100299] [120199] 

3. 2 - rifiuti di metalli non 

ferrosi o loro leghe e, 


lavorazione i rifiuti individuati 

dai seguenti codici [100899] 

[110104] 

5. 1 - parti di autoveic.,di 

veic. a motore,di rimorchi e 

206

Gurro 

Impianto Mobile Impianto 

mobile 

R5 - 

Impresa Edile 

Cerioli Marino Altra tipologia Riciclo/recupero di 


inorganiche 


R5 - 



inorganiche 

simili,risultanti da operaz. di 

messa in sicurez. di cui 

all'art.46 del Dlgs 

5Feb1997,n.22 e successive 

modifiche e integraz. e al 

Dlgs 24Giu2003,n.209,e 

privati di pneumatici e delle 

compon. plast. Recuperab 


rame ricoperto 










6. 5 - paraurti e plance di 

autoveicoli in materie 

plastiche 

9. 1 - scarti di legno e 

sughero, imballaggi di legno 



7. 6 - conglomerato 

bituminoso, frammenti di 

piattelli per il tiro al volo 

Impianto 

Mobile 

Impianto 

Mobile 

Masera 

Masera 

Impianto 

mobile 

Impianto 

mobile 

Cantiere per 

recupero 

fresato 

Internazional 

e Graniti spa 

Altra 

tipologia 

Altra 

tipologia 

Altra 

tipologia 

Altra 

tipologia 

R5 - 



inorganiche 

R5 - 



inorganiche 

R5 - 

7.6 - conglomerato 

Riciclo/recupero di bituminoso, frammenti di 

altre sostanze piattelli per il tiro al volo 

inorganiche 

R5 - 

7. 2 - rifiuti di rocce da 

Riciclo/recupero di cave autorizzate 12. 3 - 

altre sostanze fanghi e polveri da 

inorganiche segagione e lavorazione 

pietre, marmi e ardesie 

207

Mergozzo 

Omegna 

Omegna 

Omegna 

Ornavasso 

Autodem Di 

Trezzi Ezio e 

Autodemolit 

C. Sas Ex 

ore 

Autodem 

Snc 

CONSER 

V.C.O. 

S.p.A. 

Perucchini 

SPA 

Sede Legale 

Fratelli 

Zoppis s.n.c. 

di Zoppis 

Solo 

Stoccaggio 

e/o Messa in 

Riserva 

Altra 

tipologia 

Altra 

tipologia 





indicate nei punti 

da R1 a R12 






da R1 a R12 

R5 - 



inorganiche 






da R1 a R12 

R5 - 



inorganiche 






da R1 a R12 

R3 - 



12. 4 - fanghi e polveri da 

segagione, molatura e 

lavorazione granito 

7.25 - terre e sabbie 

esauste di fonderia di 

seconda fusione dei 

metalli ferrosi 

3. 1 - rifiuti di ferro, 

acciaio e ghisa e, 

limitatamente ai cascami 



[100299] [120199] 3. 2 

- rifiuti di metalli non 



di lavorazione i rifiuti 

individuati dai seguenti 

codici [100899] [110104] 


rame ricoperto 5.19 – 

apparec. domestici, 

apparecch. macchinari 

post-consumo non 

contenenti sostanze 


stratosferico di cui alla 

legge 549/93 o HFC 

8. 4 - rifiuti di materiali 

tessili compositi e della 

lavorazione di fibre 

208

Giuliano e c. 

snc 

organiche non 


solventi 






da R1 a R12 

naturali, sintetiche e 

artificiali 

Piedimulera 

Piedimulera 

B. & B. 

Autodemolizi 

Autodemolit 

oniore 

Autotrasporti 

Snc 

METAL 

TRADING 

SRL 

Altra 

tipologia 

R4 - 


dei metalli o dei 







da R1 a R12 






da R1 a R12 






[100299] [120199] 






codici [100899] [110104] 

5. 7 - spezzoni di cavo 

con il conduttore di 

alluminio ricoperto 








[100299] [120199] 






codici [100899] [110104] 

5. 6 - rottami elettrici ed 

elettronici contenenti e 

non metalli preziosi 

7 - spezzoni di cavo con il 


ricoperto 



8. 9 - indumenti, 

accessori di 

209

Pieve 

Vergonte 

Ruga Angelo 

Di Ruga 

Luigi 

Altra 

tipologia, 

PFU, RAEE 

abbigliamento ed altri 

manufatti tessili 

confezionati postconsumo 

R13 - Messa in 1. 1 - rifiuti di carta, 

riserva di rifiuti per cartone e cartoncino, 

sottoporli ad una inclusi poliaccoppiati, 

delle operazioni anche di imballaggi; 2. 

indicate nei punti 1 - imballaggi, vetro di 

da R1 a R12 scarto ed altri rifiuti e 

frammenti di vetro, 

rottami di vetro; 3. 1 - 

rifiuti di ferro, acciaio e 




[100299] [120199] 3. 2 - 

rifiuti di metalli non ferrosi 

o loro leghe e, 




codici [100899] [110104] 

3. 5 - rifiuti costituiti da 

imballaggi, fusti, latte, 

vuoti, lattine di materiali 

ferrosi e non ferrosi e 

acciaio anche stagnato; 


molatura e rottami di 

metalli duri; 5. 1 - parti di 

autoveic.,di veic. a 

motore,di rimorchi e 

simili,risultanti da operaz. 

di messa in sicurez. di cui 


5Feb1997,n.22 e 

successive modifiche e 

integraz. e al Dlgs 

24Giu2003,n.209,e privati 

di pneumatici e delle 

compon. plast. 

Recuperab 

5. 7 - spezzoni di cavo 

con il conduttore di 

alluminio ricop. 



5.19 - apparecchi 

domestici, 

210

Pieve 

Vergonte 

Pieve 

Vergonte 

SITINDUST 

RIE Altra 

INTERNATI tipologia 

ONAL S.p.A. 

societa' 

Italiana 

CUPRO 

S.P.A. 

Altra 

tipologia, 

RAEE 

R4 - 









da R1 a R12 

R4 - 









da R1 a R12 

apparecchiature e 

macchinari post-consumo 



stratosferico di cui alla 

legge 549/93 o HFC; 6. 

1 - rifiuti di plastica, 

imballaggi usati in 

plastica compresi i 

contenitori per liquidi, con 

esclusione dei contenitori 

per fitofarmaci e per 

presidi medico-chirurgici 

6. 2 - sfridi, scarti, polveri 

e rifiuti di materie 

plastiche e fibre 

sintetiche; 8. 9 - 

indumenti, accessori di 


manufatti tessili 

confezionati postconsumo; 

9. 1 - scarti di 

legno e sughero, 

imballaggi di legno; 10. 

2 - pneumatici non 

ricostruibili, camere d'aria 

non riparabili e altri scarti 

di gomma 


ferrosi o loro e, 




codici [100899] [110104] 




ferrosi o loro e, 




codici [100899] [110104] 



Premosello ECOSTONE Altra R10 - 7. 2 - rifiuti di rocce da 

211

Chiovenda S.r.l. tipologia Spandimento sul 

suolo a beneficio 



Premosello 

Chiovenda 

Premosello 

Chiovenda 

Trontano 

Impianto 

recupero 

rifiuti 

TOCE 

GRANITI 

SRL 

Compostagg 

io 

Altra 

tipologia 

R.D.S. 

recupero 

demolizioni 

stoccaggio Autodemolit 

rottami su ex ore 

RDS srl di 

Squieri 

Mirella 

R3 - 



organiche non 


solventi 






da R1 a R12 

R5 - 



inorganiche 

R10 - 

Spandimento sul 

suolo a beneficio 








da R1 a R12 

cave autorizzate fanghi e 

polveri da segagione e 

lavorazione pietre, marmi 

e ardesie 




12. 7 - fanghi costituiti da 

inerti 

7. 2 - rifiuti di rocce da 

cave autorizzate 


segagione e lavorazione 

pietre, marmi e ardesie 




Verbania 

Verbania 

Beltrami 

Sandro di Ex 



Autodemolizio Autodemolitor sottoporli ad una 

ni Renco di 

Beltrami 

Sandro 

e 



R1 a R12 

Borgotti 

Teresa srl 

Altra 

tipologia, 

PFU, RAEE 

R5 - 



inorganiche 







212

Verbania 

Verbania 

Verbania 

Cooperativa 

Sociale 

Risorse srl 

Cooperativa 

Sociale 

Risorse srl 

Cooperativa 

Sociale 

Risorse srl 

Compostaggi 

o 

Altra 

tipologia, 

Solo 

Stoccaggio 

e/o Messa in 

Riserva 

Altra 

tipologia, 

Compostaggi 

o, Solo 

Stoccaggio 

e/o Messa in 

Riserva 





R1 a R12 

R3 - 



organiche non 


solventi 






R1 a R12 

R3 - 



organiche non 


solventi 

R5 - 



inorganiche 







amianto 

16. 1 - rifiuti compostabili 

per la produzione di 

compost di qualità 




imballaggi 

2. 1 - imballaggi, vetro di 

scarto ed altri rifiuti e 

frammenti di vetro, rottami di 

vetro 3. 1 - rifiuti di ferro, 





[100299] [120199] 






[110104] 







8. 9 - indumenti, accessori di 


manufatti tessili confezionati 

post-consumo 



213

Verbania 

OMEPLAST 

s.a.s. di 

Cristina, 

Emanuele 

Morandini & 

C. sas 





R1 a R12 

R3 - 



organiche non 


solventi 






R1 a R12 

2. 1 - imballaggi, vetro di 

scarto ed altri rifiuti e 

frammenti di vetro, rottami di 

vetro 6. 1 - rifiuti di plastica, 









Verbania 

Verbania 

Villadossola 

Villadossola 

RAFFINERIA 

METALLI 

CUSIANA 

SCHOLZ 

ITALIA S.r.l. 

FERRIERA 

SIDER SCAL 

FRUA 

CAV.MARIO 

SPA 


Solo 

Stoccaggio 

e/o Messa in 

Riserva 

Altra 

tipologia, 

Discarica 


R4 - 3. 2 - rifiuti di metalli non 

Riciclo/recupero dei ferrosi o loro leghe e, 

metalli o dei limitatamente ai cascami di 

composti metallici lavorazione i rifiuti individuati 

R13 - Messa in dai seguenti codici [100899] 


[110104] 




R1 a R12 






R1 a R12 

R5 - 



inorganiche 






R1 a R12 

R3 - 



organiche non 


solventi 

R5 - 



inorganiche 


7. 1 - rif. costit. da laterizi, 

intonaci e conglomer. di 

cemento arm. e non, 

comprese traverse e 


calcestr. armato da linee 

ferrov., telemat. ed elettr. e 

framm. di rivestim. strad., 

purché privi di amianto 

7. 1 - rif. costit. da laterizi, 

intonaci e conglomer. di 

cemento arm. e 




linee ferrov., telemat. ed 


strad., purché privi di 

amianto 

7. 2 - rifiuti di rocce da cave 

214

Villadossola 

Villadossola 

Impianto di 

recupero rifiuti Altra tipologia 

inerti 

RO.METAL 

SRL di Ruga 

Giovanni e 

figli 

Altra 

tipologia, 

RAEE 





R1 a R12 

R5 - 



inorganiche 






R1 a R12 

R4 - 


metalli o dei 







R1 a R12 

autorizzate 7.11 - pietrisco 

tolto d'opera 9. 1 - scarti di 

legno e sughero, imballaggi 

di legno 16. 1 - rifiuti 

compostabili per la 

produzione di compost di 

qualità 16. 1.C - Rifiuti 

compostabili per la 

produzione di compost di 

qualità composti da 

segatura, trucioli, frammenti 

di legno, di sughero 16. 

1.H - Rifiuti compostabili per 

la produzione di composti di 

qualità composti da scarti di 

legno non impregnato 16. 

1.L - Rifiuti compostabili per 

la produzione di compost di 

qualità composti da Rifiuti 

ligneo cellulosici derivanti 

dalla manutenzione del 

verde ornamentale 










amianto 


ghisa [e, limitatamente ai 



[100299] [120199] 






[110104] 

3. 3 - sfridi o scarti di 



metallo 

5. 1 - parti di autoveic.,di 

veic. a motore,di rimorchi e 

simili,risultanti da operaz. di 

messa in sicurez. di cui 


5Feb1997,n.22 e successive 

modifiche e integraz. e al 

Dlgs 24Giu2003,n.209,e 

215

Vogogna 

Vogogna 

FRANTOSSO 

LA S.R.L. 

Altra 

tipologia, 

Solo 

Stoccaggio 

e/o Messa in 

Riserva 

Giacomini 

Comm.Alberto Altra tipologia 

Spa 

R5 - 



inorganiche 






R1 a R12 

R5 - 



inorganiche 






R1 a R12 

privati di pneumatici e delle 

compon. plast. Recuperab 

5. 6 - rottami elettrici ed 

elettronici contenenti e non 

metalli preziosi 

5. 7 - spezzoni di cavo con il 


ricoperto 



5.19 - apparecchi domestici, 

apparecchiature e 

macchinari post-consumo 




549/93 o HFC 










amianto 7. 6 - conglomerato 

bituminoso, frammenti di 

piattelli per il tiro al volo 

216

Documento tecnico preliminare (parte seconda).pdf - Provincia del ...

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