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Sergio Corazzini - Biagio Carrubba

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Nel 1904 <strong>Corazzini</strong> pubblicò la sua prima raccolta di poesie dal titolo "Dolcezze";<br />

nel 1905 pubblicò la sua seconda raccolta di poesie dal titolo "L'amaro calice";<br />

nel 1905 <strong>Corazzini</strong> pubblicò la terza raccolta di poesie dal titolo "Le aureole";<br />

nel 1906 pubblicò la quarta raccolta di poesie dal titolo "Piccolo libro inutile";<br />

nel 1906 <strong>Corazzini</strong> pubblicò la quinta raccolta di poesie dal titolo "Libro per la sera<br />

della domenica".<br />

<strong>Sergio</strong> <strong>Corazzini</strong> aveva già pubblicato diverse poesie sparse in alcune riviste romane<br />

e napoletane che costituiscono parziali anticipazioni o rifacimenti delle poesie poi<br />

raccolte in volume. Le prime poesie sono in dialetto romanesco.<br />

La formazione culturale e poetica di <strong>Sergio</strong> <strong>Corazzini</strong> è formata, prevalentemente, sui<br />

alcuni poeti francesi simbolisti come Francis Jammes (1868 - 1938) e Georges<br />

Rodenbach (1855 - 1898), oltre ai grandi poeti italiani: Pascoli, d'Annunzio e Govoni.<br />

La poetica di <strong>Sergio</strong> <strong>Corazzini</strong>.<br />

Insieme a Guido Gozzano e a Marino Moretti, <strong>Sergio</strong> <strong>Corazzini</strong> è il padre fondatore<br />

della nuova poetica, definita da Giuseppe Antonio Borgese "Crepuscolarismo",<br />

intendendo definire i nuovi temi di questi giovani poeti che si affacciavano all'alba<br />

del nuovo secolo, apportando una nuova linfa alla poesia tradizionale, dominata da<br />

Carducci, Pascoli e da d'Annunzio. Le poesie di <strong>Corazzini</strong> si soffermano su ambienti<br />

oscuri, come chiese, ospedali, luoghi solitari e su personaggi malati destinati<br />

precocemente alla morte. Come scrive Maurizio Dardano nel volume "I testi, le<br />

forme, la storia" a pagina 492 i temi di questi poeti sono: "il senso di estenuazione<br />

spirituale (etisia), rifiuto del ruolo impegnativo del poeta, il distacco dai problemi<br />

politici e sociali del tempo".<br />

E poco dopo a pagina 493 Dardano scrive:

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