08.11.2014 Views

La storia (siamo noi) di Francesco De Gregori. - Biagio Carrubba

La storia (siamo noi) di Francesco De Gregori. - Biagio Carrubba

La storia (siamo noi) di Francesco De Gregori. - Biagio Carrubba

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>La</strong> <strong>storia</strong> (<strong>siamo</strong> <strong>noi</strong>)<br />

<strong>di</strong> <strong>Francesco</strong> <strong>De</strong> <strong>Gregori</strong>.<br />

Introduzione.<br />

<strong>La</strong> poesia-canzone fa parte dell'album musicale “Scacchi e tarocchi” <strong>di</strong> <strong>Francesco</strong> <strong>De</strong> <strong>Gregori</strong> del<br />

1985 <strong>di</strong> cui è autore e interprete.<br />

Testo della poesia-canzone “<strong>La</strong> <strong>storia</strong>” (<strong>siamo</strong> <strong>noi</strong>).<br />

<strong>La</strong> Storia <strong>siamo</strong> <strong>noi</strong>, nessuno si senta offeso,<br />

<strong>siamo</strong> <strong>noi</strong> questo prato <strong>di</strong> aghi sotto il cielo.<br />

<strong>La</strong> <strong>storia</strong> <strong>siamo</strong> <strong>noi</strong>, attenzione, nessuno si senta<br />

escluso.<br />

<strong>La</strong> Storia <strong>siamo</strong> <strong>noi</strong> queste onde del mare,<br />

questo rumore che rompe il silenzio,<br />

questo silenzio così duro da masticare.<br />

E poi ti <strong>di</strong>cono


tutti rubano alla stessa maniera>>.<br />

Ma è solo un modo per convincerti a restare chiuso<br />

dentro casa quando viene la sera.<br />

Però la <strong>storia</strong> non si ferma davvero davanti<br />

a un portone,<br />

la <strong>storia</strong> entra dentro le stanze, le brucia<br />

la <strong>storia</strong> dà torto e dà ragione.<br />

<strong>La</strong> <strong>storia</strong> <strong>siamo</strong> <strong>noi</strong>, <strong>siamo</strong> <strong>noi</strong> che scriviamo le lettere,<br />

<strong>siamo</strong> <strong>noi</strong> che abbiamo tutto da vincere, tutto<br />

da perdere.<br />

E poi la gente, (perché è la gente che fa la <strong>storia</strong>)<br />

quando si tratta <strong>di</strong> scegliere e <strong>di</strong> andare,<br />

te la ritrovi tutta con gli occhi aperti,<br />

che sanno benissimo cosa fare.<br />

Quelli che hanno letto milioni <strong>di</strong> libri<br />

e quelli che non sanno nemmeno parlare,<br />

ed è per questo che la <strong>storia</strong> dà i brivi<strong>di</strong>,<br />

perché nessuno la può fermare.<br />

<strong>La</strong> <strong>storia</strong> <strong>siamo</strong> <strong>noi</strong>, <strong>siamo</strong> <strong>noi</strong> padri e figli,<br />

<strong>siamo</strong> <strong>noi</strong>, bella ciao, che partiamo.<br />

<strong>La</strong> <strong>storia</strong> non ha nascon<strong>di</strong>gli,<br />

la <strong>storia</strong> non passa la mano.<br />

<strong>La</strong> <strong>storia</strong> <strong>siamo</strong> <strong>noi</strong>, <strong>siamo</strong> <strong>noi</strong> questo piatto<br />

<strong>di</strong> grano.<br />

Il tema della poesia-canzone.<br />

Il tema della poesia è il concetto <strong>di</strong> <strong>storia</strong> intesa come processo imperscrutabile e progresso<br />

inarrestabile degli uomini. <strong>La</strong> <strong>storia</strong> è vista, descritta e definita in vari mo<strong>di</strong> nella poesia ma ciò che<br />

risulta evidente dal testo è che la <strong>storia</strong> è fatta soprattutto dal popolo, dalla gente comune, dalla<br />

gente attiva che agisce e produce e non soltanto dagli in<strong>di</strong>vidui prescelti dalla sorte o da Dio.<br />

Dunque i protagonisti della poesia sono la <strong>storia</strong> e il popolo che agisce dentro lo <strong>storia</strong> e fa la <strong>storia</strong>.<br />

<strong>Francesco</strong> <strong>De</strong> <strong>Gregori</strong>, insomma, esclude, “l'astuzia della ragione” <strong>di</strong> G.W.F. Hegel (Stoccarda<br />

1770 – Berlino 1831) e anche la concezione provvidenzialistica della religione cattolica e delle<br />

filosofie teleologiche greche antiche e <strong>di</strong> quelle teologiche moderne. Inoltre <strong>De</strong> <strong>Gregori</strong> nella poesia<br />

non fa cenno alla teoria della <strong>storia</strong> <strong>di</strong> Karl Marx.<br />

<strong>La</strong> poesia è costruita in modo particolare e poetico per dare maggiore vivacità alla poesia ed i versi<br />

cambiano in base al canto e al controcanto della voce del poeta e della gente che lui ascolta.<br />

<strong>La</strong> poesia è <strong>di</strong>visa in <strong>di</strong>verse parti:<br />

I versi 1 – 7 sono prettamente poetici perché formati da varie metafore (metafore <strong>di</strong> invenzione);<br />

I versi 8 - 11 rappresentano una specie <strong>di</strong> “controcanto” alla voce del poeta espressa nei primi sette<br />

versi;<br />

Nei versi 12 – 15 <strong>De</strong> <strong>Gregori</strong> rappresenta la <strong>storia</strong> come forza al <strong>di</strong> sopra degli in<strong>di</strong>vidui quin<strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>pendente e sovrain<strong>di</strong>viduale la quale nel suo cammino e percorso non si ferma davanti a niente e<br />

nessuno e anzi travolge e devasta ogni cosa.<br />

In questi quattro versi la <strong>storia</strong> <strong>di</strong>venta la Tyche degli antichi greci la quale, in quanto dea e giu<strong>di</strong>ce,<br />

“dà torto e dà ragione” (v.15). <strong>La</strong> <strong>De</strong>a Tyche dà ragione a chi segue la <strong>storia</strong> e dà torto a chi non la<br />

segue;<br />

Nei versi 16 – 18 emerge, con chiarezza e fermezza, la tesi del poeta e cioè che la <strong>storia</strong> è fatta<br />

soprattutto dal popolo e dalla gente comune la quale nella <strong>storia</strong> impegna la propria vita e rischia<br />

tutta la sua esistenza e ogni persona in questo gioco esistenziale può vincere o perdere tutto. Come<br />

2


scrive il poeta: “Siamo <strong>noi</strong> che abbiamo tutto da vincere, tutto da perdere” (vv. 17-18).<br />

Ma ciò che emerge in primo piano è la concezione della <strong>storia</strong> come frutto dell'opera della gente<br />

comune che si batte per realizzare i propri fini e non quelli dell'astuzia e della ragione <strong>di</strong> Hegel o il<br />

concetto <strong>di</strong> provvidenza <strong>di</strong> Dio o del logos <strong>di</strong> Aristotele.<br />

<strong>La</strong> gente comune <strong>di</strong>venta la protagonista della <strong>storia</strong> e qui il poeta usa la prima persona al plurale,<br />

<strong>noi</strong>, perché anche lui sente <strong>di</strong> far parte della gente comune anche se la <strong>storia</strong> è fatta non solo da<br />

gente comune e dal popolo ma anche, e soprattutto, dalle gran<strong>di</strong> personalità degli uomini che hanno<br />

maggior peso e maggior valore rispetto alla massa degli uomini che contribuiscono a fare la <strong>storia</strong><br />

ma non la determinano come è avvenuto nella rivoluzione francese in cui i capi politici, come<br />

Roberspierre, erano sostenuti dalle folle parigine;<br />

Nei versi 19 – 22 la poesia prosegue affermando che la <strong>storia</strong> è fatta dalla gente comune, ma attiva,<br />

la quale parte sempre sapendo cosa fare ma rischia la propria vita come nelle guerre.<br />

Nei versi 23 – 26 il poeta ritorna ad una visione della <strong>storia</strong> <strong>di</strong> forza sovrain<strong>di</strong>viduale e metafisica<br />

perché <strong>di</strong>ce che la <strong>storia</strong> è fatta dagli scienziati e dagli incolti e questa etorogeneità <strong>di</strong> tutta l'umanità<br />

dà i brivi<strong>di</strong> a tutti ma è la <strong>storia</strong> a dare i brivi<strong>di</strong> perché nessuno riesce a fermarla e quin<strong>di</strong> essa<br />

produce il cammino nonostante la volontà dei singoli;<br />

Nei versi 27 – 28, nella poesia ritorna la concezione della <strong>storia</strong> come prodotta da <strong>noi</strong> del popolo, e<br />

cioè dai padri e dai figli che partono per la guerra;<br />

Nei versi 29 – 30 emerge un'altra volta la concezione della <strong>storia</strong> come dea in<strong>di</strong>pendente e come<br />

processo che sta al <strong>di</strong> sopra delle forze umane. Infatti la <strong>storia</strong> non lascia nascon<strong>di</strong>gli e non lascia la<br />

mano agli uomini e procede per conto suo seguendo i suoi fini, inconoscibili agli uomini;<br />

Nei versi 31 – 32 la poesia termina ritornando all'incipit e cioè alla tesi forte, con una chiusa poetica<br />

e cioè con l'ultima metafora inventiva: “la <strong>storia</strong> <strong>siamo</strong> <strong>noi</strong>, questo piatto <strong>di</strong> grano”.<br />

3


Sintesi della poesia.<br />

In questa poesia-canzone, <strong>De</strong> <strong>Gregori</strong> espone il concetto della <strong>storia</strong> inteso come processo e<br />

progresso che sta al <strong>di</strong> sopra degli uomini. <strong>La</strong> <strong>storia</strong> è definita in vari mo<strong>di</strong>:<br />

• come una dea greca, Tyche,<br />

• come una forza sovrain<strong>di</strong>viduale ed in<strong>di</strong>pendente che domina gli uomini,<br />

• come forza razionale che non lascia nascon<strong>di</strong>gli e che non lascia la mano agli uomini.<br />

Ma ciò che più emerge dalla poesia è l'immagine che a fare la <strong>storia</strong> non sono solo i gran<strong>di</strong> uomini<br />

ma è anche il popolo che agisce e che non ha paura <strong>di</strong> vivere.<br />

Il messaggio della poesia.<br />

Il messaggio della poesia è dato dal fatto che la <strong>storia</strong> è fatta da tutti: sia dai gran<strong>di</strong> personaggi<br />

storici, sia da persone umili che dal popolo mentre la storiografia <strong>di</strong> una volta affermava che a fare<br />

la <strong>storia</strong> erano solo i gran<strong>di</strong> uomini. Anche il grande Voltaire pensava che soltanto i gran<strong>di</strong> uomini e<br />

le persone illuminate facessero la <strong>storia</strong> come lo spirito dei sovrani illuminati.<br />

Ma è solo con il Romanticismo che si afferma il concetto <strong>di</strong> popolo che fa la <strong>storia</strong> perché il<br />

Romanticismo affermava la trasformazione delle masse in popolo, popolo che ha i suoi obiettivi,<br />

come la patria e la libertà, e lotta per raggiungerli.<br />

<strong>La</strong> tesi della poesia.<br />

<strong>La</strong> tesi della poesia è data dal fatto che la <strong>storia</strong> è scritta da gente comune e quin<strong>di</strong> implicitamente il<br />

poeta invita la gente, che si sente esclusa, a non autoescludersi dalla <strong>storia</strong> e quin<strong>di</strong> a non<br />

emarginarsi dagli altri per così insieme sentirsi uniti nel partecipare alla <strong>storia</strong>.<br />

<strong>La</strong> tesi della poesia è data dal fatto che <strong>storia</strong> e popolo corrono su due binari paralleli tra <strong>di</strong> loro che<br />

non si incontrano mai ma sia la <strong>storia</strong> che il popolo hanno l'obiettivo comune <strong>di</strong> non farsi<br />

schiacciare da una sorte cieca ed impreve<strong>di</strong>bile ma il popolo (gente comune) deve contribuire a<br />

formare una <strong>storia</strong> chiara, che ci vede bene e dove ognuno aiuta a vedere per sé stesso e per gli altri.<br />

Il genere della poesia.<br />

<strong>La</strong> poesia è una poesia-canzone <strong>di</strong> argomento sociale e filosofico.<br />

Il linguaggio della poesia.<br />

Il linguaggio della poesia è molto poetico perché è formato da <strong>di</strong>verse “metafore <strong>di</strong> invenzione”<br />

quali:<br />

<strong>siamo</strong> <strong>noi</strong> questo prato <strong>di</strong> aghi sotto il cielo;<br />

<strong>La</strong> <strong>storia</strong> <strong>siamo</strong> <strong>noi</strong> queste onde del mare;<br />

questo rumore che rompe il silenzio,;<br />

questo silenzio così duro da masticare.;<br />

la Storia <strong>siamo</strong> <strong>noi</strong>, <strong>siamo</strong> <strong>noi</strong> questo piatto<br />

<strong>di</strong> grano.<br />

Il tono emotivo<br />

Il tono emotivo della poesia è solenne e grave perché in<strong>di</strong>ca ed incita gli uomini comuni a<br />

partecipare alla <strong>storia</strong> e a non sentirsi esclusi e a non isolarsi dagli altri.<br />

<strong>La</strong> lexis della poesia.<br />

<strong>La</strong> lexis della poesia è originale e personale perché composta da un linguaggio poetico alto ed<br />

accompagnato dalla melo<strong>di</strong>a del canto della voce del poeta.<br />

<strong>La</strong> bellezza della poesia.<br />

I motivi che rendono bella, interessante e melo<strong>di</strong>ca questa poesia-canzone sono:<br />

4


• L'uso accorto e numeroso delle metafore <strong>di</strong> invenzione. Oltre alle metafore <strong>di</strong> invenzione ci<br />

sono altre figure retoriche come l'epifora, l'ellissi e l'iperbole che servono a dare un tono<br />

poetico a tutta la poesia;<br />

• L'uso <strong>di</strong> due intercalari che servono a richiamare l'attenzione del lettore ed ascoltatore sul<br />

<strong>di</strong>scorso. Gli intercalari sono attenzione (v. 3) e bella ciao (v. 28). Quest'ultimo intercalare<br />

richiama alla mente la bellissima canzone “Bella ciao” cantata dai partigiani durante la<br />

seconda guerra mon<strong>di</strong>ale;<br />

• <strong>La</strong> poesia-canzone <strong>di</strong> <strong>De</strong> <strong>Gregori</strong> richiama anche la bellissima e struggente poesia <strong>di</strong><br />

Eugenio Montale sullo stesso argomento della <strong>storia</strong>. <strong>La</strong> poesia <strong>di</strong> Montale “<strong>La</strong> Storia” è<br />

pubblicata nell'opera Satura. Montale tratta male la <strong>storia</strong> perché non ci crede e perché la<br />

<strong>storia</strong> non sa un bel niente degli uomini, come scrive nei versi 24 – 25: “<strong>La</strong> <strong>storia</strong> non è<br />

magistra/ <strong>di</strong> niente che ci riguar<strong>di</strong>”. Invece <strong>De</strong> <strong>Gregori</strong> rivaluta la <strong>storia</strong> perché è fatta<br />

dalla gente del popolo che vuole lottare per conquistare i propri ideali. In <strong>De</strong> <strong>Gregori</strong> inoltre<br />

emerge la concezione solidale e cooperativa degli uomini. Un'altra particolarità tra le due<br />

poesie è che <strong>De</strong> <strong>Gregori</strong> ad<strong>di</strong>rittura usa una parola, nascon<strong>di</strong>gli, usata da Montale nella sua<br />

poesia.<br />

• Un altro motivo <strong>di</strong> bellezza è l'uso <strong>di</strong> due voci: la voce principale del poeta (primo canto) e<br />

la voce del contro canto (vv- 8 – 11). In questi versi <strong>De</strong> <strong>Gregori</strong> immagina <strong>di</strong> ascoltare una<br />

voce suadente ed ammaliante che lo vorrebbe convincere che non ha importanza come si<br />

entra nella <strong>storia</strong> ma il poeta ribatte che è meglio entrare nella <strong>storia</strong> come persone normali<br />

ed oneste e come citta<strong>di</strong>ni che partecipano attivamente al bene comune invece che essere un<br />

delinquente, un ladro o un assassino o un mafioso pur <strong>di</strong> entrarci. Il primo esempio <strong>di</strong> questo<br />

modo <strong>di</strong> passare alla <strong>storia</strong> in modo negativo e sciocco è quello <strong>di</strong> Erostrato, un pastore, che<br />

pur <strong>di</strong> passare alla <strong>storia</strong> bruciò il tempio mausoleo <strong>di</strong> Alicarnasso nel 356 a.C.;<br />

• <strong>La</strong> tesi della poesia che invita tutti a non sentirsi esclusi dalla <strong>storia</strong> e quin<strong>di</strong> anche la gente<br />

comune, anche gli umili, devono entrare nella <strong>storia</strong> non con atti criminali ma come gente<br />

normale, comune, onesta e pulita anziché come delinquenti che rubano agli altri o come<br />

assassini violenti come è successo ultimamente con un ex muratore che ha sparato a<br />

carabinieri che svolgevano il loro onesto lavoro. E' meglio essere un normale e leale uomo<br />

comune e non entrare nella <strong>storia</strong> per atti violenti che non servono a niente e contribuiscono<br />

ad alimentare un clima <strong>di</strong> negatività e <strong>di</strong> violenza nella <strong>storia</strong>.<br />

• Il titolo stesso della poesia è già molto forte perché identifica la <strong>storia</strong> con il popolo e con la<br />

gente attiva che non vuole emarginarsi e che non lascia la propria sorte solo ai gran<strong>di</strong> uomini<br />

ma la <strong>storia</strong> <strong>siamo</strong> <strong>noi</strong> gente comune.<br />

• A tutti questi motivi <strong>di</strong> bellezza se ne aggiunge un settimo che è dato dal fatto che la <strong>storia</strong><br />

non si ferma davanti a nessuno e dà i brivi<strong>di</strong> a tutti perché nessuno la riesce a fermare e lei<br />

prosegue, al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> tutti, per il suo cammino guidando l'umanità verso un destino <strong>di</strong> cui<br />

non si conosce il fine e la fine.<br />

<strong>Biagio</strong> <strong>Carrubba</strong>.<br />

5


Il Professore <strong>Biagio</strong> <strong>Carrubba</strong>.<br />

Mo<strong>di</strong>ca, 14 Maggio 2013<br />

6

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!