Certosa di Vigodarzere - Giuliocesaro.it

Ettore Bressan
LA CERTOSA
DI VIGODARZERE
A cura del Lions Club Padova Certosa

Ettore Bressan
LA CERTOSA
DI VIGODARZERE
Analisi cntlca delle planimetrie di
G. Fossall e B Flandnni (1792)
Fotografie di A Zaffagnini
A cura del llons Club Padova Certosa

o
110m
CLUB
PADOVA CERTO~
Questo studio non avrebbe mai v/sIa la luce senza il
contributo concreto del Lions Club Padova Certosa. ma è
d'obbligo ricordare che mai sarebbe neppure miziato senza
la determinante collaborazione e l'appassionata opera
di soilecltazlOIle e di aiuto presta/ami dal Geom, LUIgi Parpalo/a,
che con pazienza veramente certosina - è il caso
di dirlo - mi ha assistito, con maestria frutto di lunga
esperienza, anche nella lettura dei materiali di riferimento.
~.
, .

LA CERTOSA DI VIGODARZERE
(analisi critica delle planimetrie del Fossati e del Fiandrini)
1. Premessa
Una Ira le molte sventure di questo nostro amatissimo
Paese è quella di essere superbamente dotato di Innumeri
meraviglie architettoniche. una vera e propria Inflazione.
È un tesoro che molti ci invidiano e che noi trascu·
rlamo.
Moderne nazioni di altissima tecnologia ma di recente
lignaggio. sarebbero disposte ad Incredibili follie pur di poso
sedere sul propflO territorio anche solo alcuni di quel mo·
numenti che noi. con tranqu illa incuria. abbiamo relegati
nell'oblio e condannati ad irrimediabile rovina.
Fra queste ~gemme In pattum i era~ spicca la Certosa di
Vigodarzere». certamente il più trascurato. sconosciuto e
dimenticato dei grandi monumenti cinquecenteschi del
comprensorio padovano.
Si presenta oggi la Certosa in grave stato di degrado e
fischia di scompanre del tutto pflma che sia data risposta
ai molti interrogativi sulla storia e le vicessitudini. anche architettoniche,
del monumentale complesso.
È per esempIO ancor oggi «vexata quaestio_ se mal la
Certosa di Vigodarzere fu compiuta totalmente o solo in
parte, e se inoltre porzioni già edificate siano state succes·
slvamente demolite a seguito di nuove esigenze e mutate
destinazioni.
È ad alcuni di questi interrogativi che il presente studio
vuole dare una risposta.

2, Cenni stofiCi
È una lunga, storia quella della Certosa, e non è questa
la sede per parlarne, né Ioscopo Il npercorrerl~: ma per
L.f'\a piU compiuta comprensIOne di quanto SI lIerra ragl~to,
è opportuno riChiamarla brevemente In una rapidissima
e telegrafiCa carrellata cronolOgica.
Nasce nel 1534 la Certosa di Vigodarzere in esecuzione
della VOlontà testamentaria del VescQllo Donato espressa
in codicillo nel 1445, e nel 1554 i Certosini, pur non essendo
ancora ultimati i IallOri, entrano nel nuollo conllenlo.
Nel 1560, operante una piccola comunità religiosa, è
consacrata la chiesa Qa data è incisa sopra l'acquasantiera)
mentre proseguono i lallOri sotto la direzione dell'architeno
Andrea da Valle, essendo morto. propria in quell'anno,
Andrea Morani, precedente progenista
Si ha notizia che nel 1623 la Certosa è «compiuta e
lunziOrlante- odOIIe anco era un castello». probabilmente di
proprietà dell'antica famiglia padovana dei Vigodarzere.
È datata 1760 una pianta generale del complesso
monumentale redana dall'architetto G Fossati, che erroneamente
attribuisce al Palladio la paternità dell'opera (Foto
,_ 2).
Il 1768 segna la fine della Certosa, in forza del decreto
del Senato che àllOCa alla Serenissima Repubblica la proprietà
dei monasteri COfl un numero di monaci addetti inferiore
a 12; a Vigodarzere ne risiedono in quell'anno solo 5,
e la piccola comunità religiosa lIiene rapidamente dispersa
È datata '792 una pianta della Certosa redatta dal monaco
bolognese Benedeno Fiandrini (Foto 4), quasi sicuramente
copiata da quella eseguita 32 anni prima dal FossatI.
Alla fine del Settecento tutto il complesso passa per
breve tempo In propnetà dei marchesi Maruzzi e successi·
vamente dei marchesi De Zigno che demoliscono buona
parte della chiesa ed apportano altre pesanti modifiche
trasformando la Certosa in nobile dimora di lIilleggiatura. '
. L'ultimo dei De Zigno. Marco, elegge la lIilla a sua stabile
reSidenza e li muore nel 1892.
Foto , - G Fossan, 1760
PIanta della Ce rtosa
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• utilizzata da famiglie di
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~ per via muliebre.
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'!'
già per sé azione
senza averla prima
i suoi molti segreti, è ingiuria
=::'~Ie nostre radici, della nostra di-
"'''''''''' è particolarmente meritorio l'inle­
Padova Certosa che, finanzian-
1IIÌII·~I .. anI si fa riferimento, ha permesso
..., deI'lgnoranza, conferendo a lalunaIIzIe
valore di tndiscussa verità.
...... - del Fiandrin; e lo stato attuale
alla. ftne dell'Ottocento c'è un grandella
Certosa; né i rarissimi
88., con cui i certosini opera-
illumiche
pur vi furono, e furono certa-
l'!~I ""'lenza dell'anno 1630 -
pOo_1Uli sono la pianta del Fosdel
fiandrini di 32 anni più
e te pietre che ancor oggi rimanaperto
che invita ad una attenta let-
~
~;~:~: d precisare che certamente la nolissi-
Benedetto Fiandrini altro non è che
ricopialura della planimetria del
-:::.:::: ~::: altra scala, ma per il resto quasi as­
I! alla precedente della quale riporta addrIIIIn
"'-'Iagenda e soprattutto gli stessi errori .
... alli_iDi, I fBAXX1i fra i vari corpi di fabbriéa vanno
............. Irdcativa, come si evince con chiarezza
_ ~_... dei .pettini_ delle celle, assai più modesta
....... d qlB'dD non fosse nella realtà (Foto 1, 4, 13).

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Foto
4 _ Benedetto F,analln" 1792 PIanta della Certosa di Vigodarzere
"

Le due planimetrie del monastero sono per alcuni versi
molto precise mentre SI nlevano erron anche grossolani
per es. nel numero dei fornici del chiostr~ maggiore che
vengono indicati in 13, mentre nella realta sono, e sono
sempre stati, 15 per lato (e non 16, come da taluno riportato).
Ma al di là di queste pur rilevanti anomalie, la compiutezza
planimetrica che si rivela dal disegno, oltre alla indicazione
della destinazione dei singoli locali, solleticano lo
studioso ad un approfondimento, non dovendosi certo altribuire
alle piante del Fossati e del Fiandrini la qualifica di
«opere di fantasia».
Ed invero su alcune porzioni del monumento, nella fattispecie
le olle celle che delimitano a sud-est e sud-ovest il
chiOstro maggiore, è apposta la lettera "F,. spiegata in legenda
come «sito di 8 celle disegnate dall'Autore ma non
per anche edificate» (Foto 1, 2, 4).
Tale precisa dizione apposta su corpi di fabbrica che
oggi non esistono (eccezione fatta per la 13- cella sul vertice
est del chiostro maggiore), fa supporre che tali celle
non siano mai state edificate: ma fa anche pensare che gli
altri volumi edilizi indicati nei disegni «presentemente edificati,.
con la loro precisa destinazione, ancorché oggi inesistenti,
siano stati effettivamente erelti e demoliti poi per vetustà,
incuria o mcx:lificate esigenze soprawenute in epoca
successiva a quella della stesura deU'ultima planimetria
(1792).
Le difformita più vistose che si evidenziano fra quanto
appare nel disegno del Fiandrini e l'attuale realtà, consisto·
no principalmente:
a) nella rilevante trasformazione del corpo della Chiesa ridotto
a circa 113 della sua primitiva consistenza:
b) nella demolizione del refettorio, della barbaria e di due
ali del chiostro ad essi afferente'
c) nella totale trasformazione della 'cella del Priore e del
relativo giardino, inglobati in una costruzione ollocentesca:
d) nella totale modifica dello spazio, oggi anonimo cortile,
a nord-ov~st del lungo salone d'ingresso, una volta adibito
a cortile del forno ed in parte edificato con strutture
ad uso domestico;
"

[J.
La Ccnosa di Vigodan:cn:
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FOIO 5 - Camoorese Sa laool~ . 1977. Pianta 00110 stato dI latto del~ Cet10sa
reallUilta pef C0I110 del L>ons 000 Padova Ce,t05il
e) nella cella posta sul vertice ovest del chiostro maggiore
indicata come edificata e oggi invece Inesistente;
f) nella eliminazione dei «pettim» delle celle, già adibiti a
logge coperte e servizi:
g) nella eliminazione di due lati del chiostro d'ingresso e
nell'inglobamento del terzo In strutture rurali (Foto 1,
4, 5).
Altre e plumne sono le differenze che si possono leggere
fra la realtà e la pianta del fiandrini; fra queste la «bus-
50 1a* esterna sul lato nord-esi, della Quale restano smoui·
cali simulacri; le notevoli trasformazioni della corte rustica
a nord-est del complesso: la diversa strulturazione Interna
degli ambienti della foresteria , la lombatura delle scale interne
che salivano dal plano canllnato delle quali ancora
esistono, a tale quota, gli scalini di partenza ..
"

Le u pllnmllrIe del monastero sono per alcuni versi
motto predae mentre li rilevano errori anche grossolam
per es . ... fUI8'O dai fornici del chiostr~ maggiore che
YIItIgOf'IO Irdcati In 13. mentre nella realta sono, e sono
sempre stati. 15 per lato (e non 16, come da taluno ripor·
tato)
Ma al cl'" cl queste por rilevanti anomalie, la compiutezza
..... iBllk:a che si rivela dal dISegno, Oltre alla indicazione
dalla destinazione dei SlIlgOb locali. solleticano lo
sttJdica) ad l.I'I ...... atodiillEhltO. non dovendosi certo attri·
Duint aie piante del Fossati e del Flandrini la Qualifica di
qJ8f8 cl fanI8sia.,
Ed iwefo su aIant porziOni del monumento, nella fatti·
spade la otI:8 cale che delimitano a sud-est e sud-ovest il
chiostro rraggiore. è apposta la lettera _F. spiegata in legenda
come -sfto di 8 celle dsegnate dall'Autore ma non
por anche _ ... (FoIo " 2, 4)
Tale precisa dizkJne apposta su corpi di fabbrica che
oggi non eaIaIcno (eccezk:lne fatta per la 13& cella sul verti.
ce est dal chiostro maggiOre), fa supporre che lali celle
non siano mBI state edificate; ma la anche pensare che gli
aIIn wkITIi ecIIIzi indicali nei disegni -presentemente edili.
caa. con la loro precisa deslinaziorle, ancorché oggi inesistenti.
siano stati effettivamente eretti e demolili poi per veluIIè.
incuria o modificate esigenze soprawenute in epoca
• '

Altri elementi inclrttivi, segni nascosti o palesi che si
evincQnOdaIIe pietre, hanno acuito l'interesse e la curiosità
di cercar di scoprire fino a che punto le piante del Fossat i
e del FI8ndrili siano effettivamente attendibili.
• . la chIasa
Nel terzo dei quattro volumi . Maisons de l'Ordre des
Oartreux: wes et notices- edili ;n Inghilterra nel 1916
presso la ~rafia dell'Ordine della Certosa di Parkminstar,"
un disegno prospettico della Certosa di Vigodarzere
eseguito sul finire del XVII secolo, si può osservare che la
chiesa è ISIB costruzione solenne, sormontata da una cupola
ottagonaae, illuminata da otto trifore, abbellita da sei
cappeIe sul lato verso nord-est e dotata di un campanile
stmie per tanura a quello di S. Marco in Venezia.
Tale prospettiva collima perfettamente. relativamente
ala. siIuazkJne planimetrica, con le piante del Fossati e del
F_.
A dO si aggiunga che lo storico e lelterato abate G.
Gemari. deprecando gli scempi perpetrati alla Certosa,
lCfMMI varao la fine del XVIII secolo che •.. Antonio Zio
gno ... damofI buona parte della chiesa e fece allri guasta·
na'Iti in quetIe fabbriche che erano oggetto di ammirazio·
ne ai dotti viaggiatori stranieri...~.
Appare logico pensare che l'antica costruzione sia sta·
ta pesantemente ridimensionata quando. trasformato
neII'8JO tutto Il complesso della Certosa in nobile residenza
esUva. siano venuti a mancare i presupposti per la utiliuazicne
di una struttura a così ampio respiro. e si sia solo
conservata una piccola porzione del primitivo manufatto.
adtIendoIa a funzione di cappella gentilizia.
A qJaf1tO sopra si aggiunga ciò che emerge e si rileva
da una attenta lettura delle strutlure murarie rimanenti .
Si puO lmanzitutto osservare come l'anomala dimeno
sione dall'altezza dell'atluale cappella. eccessiva rispetto
alla modestia della superficie, faccia già supporre che la
ravata Ofiginate fosse di ben più ampiO respiro. di una lun·
ghezza ameno doppia dell'esistente.
Se poi esaminiamo il lato sud-est della chiesa (Foto 6)
vecIamo con chiarezza come la PQ\Iertà architettonica del
•

Foto 6 - Chiesa della Certosa lato sud·est
tamponamento strida con l'aulica magnificenza del fronte
opposto principale; si può ancora notare come i mattoni
non siano immorsati con le strutture laterali, segno questo
evidente che si tralla di opere murarie di tamponamento
realizzate in epoca successiva alla originale.
Altre due significative tracce si possono osservare
sempre sul fronte sud-esI: in alto, rispettivamente a destra
e a sinistra degli attuali finestroni, si notano due elementi
monchi in pietra tenera (Foto 7, 8): risultano da un freltoloso
taglio del capitello che, alla stessa quota, si ritrova all'interno
sotto le volute dei pilastri d'angolo (Foto 9). È questo
un segno evidente che la navata centrale continuava prima
di essere bruscamente interrotta.
"

E ancora SI può notare, In corrispondenza dei pilastri
angolari, lo sbrigativo taglio dei mattoni dovuto all'interruzione
della strutlura murarla
Se poi osserviamo il lato nord-est di ciò che resta della
chiesa. troviamo elementi più significativi delle awenute
mutllazlooi (Foto IO)
Con estrema chiarezza si legge l'Imposta delle volle
delle prune due cappelle e del grande arcooe, parte Integrante
dell'alrio della chiesa. oggi tamponato come Il suo
opposto
Anche su Questo lato trOViamo modanature sbrigativamente
Interrotte e pilastri di mattOni sbrecclatl lì dove dovevano
essere Innestati I mUri ortogonall costlluenh le pareti
laterali delle cappelle
"

Ed ancora possiamo vedere che, all'esterno della tessi·
tura murana, ad una quota di certo superiore alla copertura
delle absidi laterali ora demolite, corre un corso orizzon·
tale di mattoni sporgente rispetto al filo esterno del muro
(Foto 11): è questo un elemento ricorrente che veniva
all'epoca usato con funZioni di scossallna a protezione
dell'innesto delle più basse strutture di copertura
Non va invece tenuta In alcun conto l'evidente traccia
d'lmposta di un tello recente. ad UniCO spiovente, realizzato
In lamiera ondulata. come si può desumere da alcuni re·
sidui In malta di cemento che nportano Impresso l'anda·
mento della falda sottoslante (Foto 10)
Anche le n01izie relative al campanile debbono certa·
mente avere un fondamento di verità, sia perché non appa·
re possibile che un organismo articolato e complesso co·
rne doveva essere quello detla chiesa della Certosa fosse
dotato della moclesta cella campanalla che oggi vediamo
(Foto 12), sia perché a destra della alluale torretta si nota·
no, chiaramente Impresse sulla faccia esterna del muro
d'ambito della navata , le tracce lasciate dallo scorrimento
delle funi delle campane sull'ordito di malloni
Foto 9
Oettagho cap,IPIIo nterno
"

Foto !O -
011es3 della Certosa
Lato no

"
Si può quindi supporre che in origine il campanile fosse
traslato più a destra dell'attuale, in corrispondenza delle
rampe di scale e del vano adiacente, interni alla chiesa , disegnati
nelle piante del Fossati e del Fiandrini (Foto t , 4).
Ma al di là delle testimonianze grafico-letterarie e delle
logiche deduzioni che derivano dalla osservazione di quanto
oggi rimane, una ulteriore inoppugnabile prova da' certezza
e verità alle planimetrie del Fossati e del Fiandrini:
recentissimi assaggi, realizzati con il determinante contributo
del Lions Club Padova Certosa, hanno riportato alla luce
ampi tratti delle fondazioni dei corpi demoliti, permettendo
di individuare l'effettivo perimetro del primitivo complesso
che corrisponde, come andamento planimetrico, a quello
disegnato nelle antiche piante (Foto 13),
Foto 12 -
CI1iesa della Certosa Attuale cell a campa nana sul lato SOO

CERTOSA DI VIGODARZERE
.
PIANTA PIANO TERRENO (- ~o
SCALA 1250 ,\-- J
J"
.EGENDA
_
STRUnURE IN ELEVAZIONE ESISTENTI
_ FONDAZIONI AlLEVATE NEL 1983
_
FONDAZIONI PRE!. JNTE
Ettote Bressan Are" >!IO
I
h
t .
Foto 13
Ell0re 8 ressa ... , 1983 Pianta de o stato attuale con Indicate le tracce
dE lle 10r.o.wom emerse negli a~ ~ggl dE 1983
Come si può osservare dal disegno della foto 13, gli assaggi
sono stati limitati ad alcuni tratti determinanti, sia per
la limitatezza dei fondi, sia per la presenza di alberature
d'alto fusto, sia infine per non creare eccessivi intralci al
movimento dei mezzi dell'azienda agricola che attualmente
occupa la parte rustica del complesso della Certosa.
22

FOIO l. - O1oesa oeBa Certosa FO

FOIO 16 -
Chiesa della Certosa V'sta sud-est della tondaz'Clne curva dell'abs>de
con gli 'Mesti relalM alla sacrestoa ,nd , Vldua~ dalle palone
In ogni caso quanto è già stato rinvenuto dà l'assoluta
certezza che - proseguendo gli assaggi - le fondazioni
della chiesa emergano nella loro completezza (Foto 14, 15,
16, 17, 18, 19, 20, 21).
Foto 17 -
ChIesa della Certosa Oenagho della tondanone dell"absIde
24

Foto 18
01.esa oolla certosa. Iato nord.es!
Fondaziol>e del seno d,,,,SOI IO Ira
I alJIO e la pm"" cappella
FOIO 19 - 011es

Fole 21
O>oe$II de4la Celesa della Certosa Finestre !M
IaTo r>ard-ovest parzialmente
Tamponate aWlfiteroo

Dietro la pala dell'altar maggiore si leggono una data
ed una firma: 1807, Zanini murator. È probabile che si tratti
di un artigiano chiamato in quell'anno ad eseguire alCUni
lavori di sistemazione: nel 1807 infatti le gravi mutilazioni al
corpo della chiesa dovevano già essere. almeno in parte.
awenute.
È forse interessante aggiungere che certamente la
chiesa fu realizzata in epoca antecedente a quella del raffi·
natissimo chiostro che si apre sul fronte principale a nord·
ovest e che probabilmente i disegni esecutivi dello stesso
non erano ancora stati redatti al tempo della costruziooe
della facciata a ponente.
Infatti le cornici delle due finestre che si aprono verso il
chiostro mancano dei bancati in pietra che, trovandosi ad
una quota piu bassa dell'attuale, sono stati coperti dagli
elementi architettonici di decorazione. mentre all 'interno
della chiesa si può cogliere la dimensione originale dei fori
con il parziale tamponamento della parte inferiore (Foto
22).
Foto 23 - Relettono Foo:la.zQ
rela!"", al lato md
del refe!tor(l
"

FOIO 24
Reletlono Cor1I'oca~ della fondazoOl"le
d, Cu< alla foto 23
Foto 25 -
Refetlon:) FondazIOne 'elalMl al lato sud
est del ' efetlOI!O
5. 1/ refettorio ed il chiostro adiacente
Non è certo ammissibile che un monastero dell'importanza,
della ampiezza e della magnificenza della Certosa di
Vigodarzere, non fosse dotato di un adeguato ambiente ad
uso refettorio, che non è solo luogo di relezione per il so·
stentamento fisico, ma anche luogo di preghiera e di bene·
dizione dei frulli elargili dalla Prowidenza Divina.
Oggi scomparso. il refettorio è ubicato nelle piante del
Fossati e del Fiandrini nell'attuale grande spazio scoperto
che separa la chiesa ed il suo chiostro dal chiostro maggiore
(Foto 1, 4).

Foto 26 - RefettorI() Forxj.;wone del muro dIVIsorI() Ira
• 'ele1tO' OO e la stanza per ~ Barbana
a (lOJetta ha 'elettoro e
barba"a ma spostata
mi 3 80 PIÙ a rord-est """
uOIfa COl'fS()OJ'lOellla roeI~
plan,melroe 00 Fossa'
e dei F'aMJIIl'
FQtQ '27 _ COrt,le !;Iella FOfesterla Fondazoone al
collegamenlQ Ira la Barba'.a t ka
FOfesler.a. che non l'IMI cornsp(llld(!'lU
neI't poante del Fossa!! e 001 F,ardl""
30

Anche in questo cortile, partendo dal presupposto che
se S! abbatte un corpo di fabbrica appare inutilmente oneroso
demolire anche le relative fondamenta, soprattutto in
un'epoca in cui non esistevano mezzi meccanici si sono
eseguiti degli assaggi che hanno messo in luce tr~cce suf.
ficientemente cospicue del preesistente edificio si da poter
con tranquilla certezza decretarne la passata esistenza
(Foto 13).
In particolare è emerso un lungo tratto del lato nord.
ovest del refettorio (Foto 23, 24) e parte del fronte parallelo
a sud-est (Foto 25).
Si sono anche rinvenute le fondamenta del setto mura.
rio ortogonale ai precedenti e di collegamento fra gli stessi.
corriSpondente al muro di separazione fra il locale refellorio
e la stanza per la "Barbaria~ (Foto 26). Tale londaZ!CH1e
però prosegue in direziorle nord~est verso il corpo principale
(Foto 27): il prolungamento non trova corriSpondenza
nelle mappe: si può peraftro supporre che appartenesse ad
una galleria coperta di collegamento fra la foresteria e la
stanza per la barbaria.
È emerso anche un Iratto di fondazione parallela a
quello della foto 26. traslato verso nord-est di mI. 3.29. che
non trova corrispondenza nelle planimetrie sopra richiamate
(Foto 28).
È una fondazIone più superficiale e meglio lavorata del·
le precedenti ma realizzata con gli stessi componentI. de·
stinata probabilmente a sorreggere un setto divisono della
stessa consistenza di quello della stanza per la barbaria.
forse già demolito all'epoca della stesura della planimetria
del Fossati. o forse mai real izzato.
Dell'edificio destinato a refettorio restano poche tracce
sulle murature residue delle testate: nulla sul lato sud·
ovest a ridosso del chiostro maggiore. mentre verso la
chie~ in corrispondenza del lato esterno dell'ultimo fornice,
si nota con chiarezza una scalpellatura dei mattoni che
sta ad indicare. con tutta evidenza. l'innesto con la struttu·
ra muraria mancante (Foto 29).
C'è ancora da osservare, a proposito del refettorio. che
il lato lungo di tamponamento a nord-ovest va a cadere a
circa 1/3 della luce del primo dei tre archi che rendono ag.
"

Foto 29 -
!>.elettono A tato della semicolonna Iracce
lletl-altacCO della parete ~ lefellono
foto 30 _ eone fUSI.ca della cuc.oa setle dr tre a,
iii cor1e rus!.ca con ~ ChOOSl'O della ch.esa
"

gl comunicanti il chiostro della chiesa con la carie rustica
aggregata alla cucina (Foto 30): se ne deve dedurre che tali
aperture risalgono ad epoca recente, coeva o successiva
alla demOliZione del refettorio se ne ha Infatti conferma 01-
Ire che dalle piante del Fossati e del Fiandrini, ave il chiostro
antistante la chiesa appare totalmente chiuso verso
sud-ovest. anche dall'osservazione - sotto l'intonaco -
del mattoni dei pilastri che appaiono chiaramente lagliali
proprio per la realizzazione delle arcature_
È assai interessante passare ora ad esaminare con attenzione
il chiostro del refettorio (Foto 3t), realizzato In cotlo
finemente lavorato con colonne d'ordine dorico; di esso
oggi res tano solo due ali: furono mai realizzate le due braccia
mancanti
FOIO 31 _ ChIostro ~ ,etet10ll0 Soluaz>one alluale

Foto l~ G FQliSat,. 1760 DIsegno d> parte del
cMoosT'O l" '-'10 eietTO ~Ia chteSa e
(lei ''l'fe~'''''
Foto 33

Stando al Fiandrin i dovremmo dire di sì, e pu re il Fossati
lo Indica completo nella sua planimetria allegandovi
anche uno sqUiSito disegno di parte della pianta e dell'alzato
(Foto 32, 3).
lì dove, in corrispondenza dell'ultimo fornice, dovevano
Inneslarsi le altre due ali, vediamo le semicolonne d'attacco
delle campate ortogonali oggi scomparse (Foto 33)
Ora, seppur è giusto - nell"ipotesi che nel passato il
chiostro fosse completo sui quattro lati - che la cOlonna
angolare esterna fosse dotata di semicoloona di innesto.
non si capisce perché essa compaia anche sul lato interno
del portico ave la tessitura muraria non dovrebbe presentare
soluzlooe di continuità
Se ne dedurrebbe che i due lati mancanti non siano
mai stati esegUiti
Foto 34 35
- cruosr,o 0eI relena,o. Rallrooto tra l'esecuzoone 0eI tarnpQl'\(lmento dellornoçtt &ngOiare e del suo
_.00
"

Altro elemento che può indurre a tale ipotesi è il tamponamento
superiOre ed inferiOre delle arcate di voltatesta,
trattate come i fornici residui (Foto 35).
Ma un più attento esame rivela come il livello di esecuzione
dei tamponamenti delle testate sia di gran lunga inferiore
alla consumata perizia dimostrata nella esecuzione
dei rimanenti (Foto 34, 35); e ancora come i mattoni di base
delle semicolonne presenllno all'esterno un lato malamente
sbazzato, o meglio tagliato; errore che nessun muratore
avrebbe commesso soprattutto In un'epoca in cui si
dava notevole valore alla finitura del dettaglio (Foto 36, 37).
C'è poi un ulteriore elemento a favore della tesi che sostiene
la validità, almeno sotto questo aspetto, dei disegni
del Fossati e del Fiandrini. Sul lato ove l'ala mancante del
chiostro del refettoriO si SViluppa parallela e a ridosso del
portico del chiostro maggiOre, ad una quota di poco inferiore
a quella che avrebbe dovuto costItUIre Il plano di calpestio,
si trova un costipamento continuo di circa 20 cm di
spessore, realizzato con materiali di recupero (in particolare
brecciame di cotto) impastati con calce.
Tale strato continuo aveva la funzione di preservare il
pavimento del chiostro della umidità del sotto-suolo attenuando
la formazione di condensa sul pavimento finito.
Foto 36-37 - Ol+ostro del fe!ettOI"lO RalffOlltO fra il basamento Clelia semlcolonna
di voHatesfa e Clelia sua contigua
"

Assaggi recentissimi, eseguiti per cercare conferma al·
le deduzioni derivate dalla interpretazione dei segni che ap·
paiooo sulle pietre, hanno anche qui messo In luce Iracce
delle fondazioni relative al colonnato dell'ala sud-ovest .
Per quanto riguarda quindi queslo grande e oggi variamente
Composito SpaZIO Interno, si può affermare con tran·
quilla consapevolezza che il refettorio ed il chiOstro, così
come appaiono nelle piante del Fossati e del Fiandrini, sono
stati effettivamente edificati.
In epoca successiva e coincidente con i grandi lavori di
trasformazione Intrapresi dai De Zigno, forse per la vetustà
del manufath che sconsigliava un recupero certamente
oneroso, furooo abbattuh il refettorio e due ali del chiostro,
tamponando con una esecuzione abbastanza maldestra i
voltatesta del portiCO lì dove più evidenti apparivano le ferite
dovute alla mutilazione ed aggiungendo le semlcolonne,
per ornamento e Simmetria, In corrispodenza della struttura
muraria demolita.
Gli assaggi In quest'area della Certosa potrebbero continuare
con il risultato di evidenziare altri tratti di fondamenta
nonostante che lutto il grande cortile sia stalo più volte
arato e trasformato prima in frulteto, poi in vigneto ed ora
a praia mandando perduti importanti reperti che sarebbero
oggi preZiosi documenti per una sempre più precisa mdividuazione
delle preesistenze
Foto 31
"

_.
Foto 38 - VertICE! nord della ceHa del
Pnore con ragg iunta
onocentesea vIstosamente
denunCiata dal punto di
6. La cella e il giardino del Priore
Certamente ai De Zigno si deve la tolale trasformazione
della cella del Priore e del suo spazio esterno di competenza,
inglobati con pesantI modifiche In un edificio ottocentesco
- in parte orribilmente merlato - che venne a
costituire il nucleo principale della loro residenza estiva.
Della origiMria costruzione rimangono il muro di tamponamento
a nord-est e circa metà del fronte opposlo; su
entrambi, fe attuali foronomie sono diverse dalle originali.
Rimane ancora un breve tratto della parete esterna a nord·
ovest 0Ye si legge con estrema chiarezza la lunga crepa
verticale in corrispodenza del punlo di sutura con l'amplianam
ottocentesco, ovviamente realizzato senza l'opportlnJ
inmDfsamento dei mattoni (Foto 38).
Dale strotture interne originali rimangono la scala di
plano superiore e l'ubicazione del gabinetto ri­
II. dDwa tTovavasi quello del Priore.

La villa dei De Zigno si articolava principalmente
sull'ala risu ltante dalla trasformazione e dall"ampliamento
della cella del Priore. adattata a salotti al piano terreno e
stanze da letto al livello superiore, Cucina. servIzI e pranzo
erano invece ubicati nel corpo prinCipale. negli ambienti a
lato del lungo salone di ingresso
I De Zigno utilizzarono poi le tre celle residue come ap.
partamenti per gli ospiti e trasferirono sul fronte sud~est.
verso l'argine del Brenta. !"ingresso principale (Foto 39)
che in origine era ubicato sul lato opposto della Certosa.
prospiciente la campagna (Foto 40)
AI monastero Infatti si accedeva da nord·est e dopo
aver atlraversato la zona rustica. che fungeva da filtro. si
perveniva. tramite un lungo passaggio. al chiostro Interno
sul quale Si aprivano le celle dei cenobiti
Foto 39 1rt9" o p"nclpale ul tront!!
m-ov .. s! voluto da. DI! Zlgf)()
39

FOIO 40
Il ve

7 Corte familiare del forno
Individuata con la lettera "K" nelle planimetrie del Fos,
sati e del Fiandrini (Foto 1, 4), la corte familiare era una
volta destinata a servizi inerenti alla comunità, come il far,
no da pane , la lavanderia e i magazzini che erarlO ubicati in
una costruzione di tipo rurale, realizzata in accostamento
alla mura di cinta che a ponente separa il cortile dai campi
coltivatI.
L'edifiCIO rustiCo era la coollnuazlone di quello ancor
oggi esistente sul lato nord-ovest del primo chiostro (Foto
l , 4 - lettera ~ L ,,), del quale aveva la stessa consistenza
planivolumetrica; come quello era dotato di un portico anti,
stante e terminava a ridosse della cella del Priore,
f OlO 41 -
Corle rusllca del tomo Pro/rlo della sagoma do rrgombro ~le.NICIQ
demolIta che SI d,segna sulla pa rele nord1lSI della cella del Priore
foto 42 _ Corle 'ustica del 10,no CoIlegamenlo ad a'co, ora IalTl()Cltlato tra j
DQ

Sono ancor oggi chiaramente visibili sia la sagoma del
corpo demolito (Foto 41) sia l'arco - poi murato - di col·
legamento fra i due porticah (Foto 42)
E Interessante notare che sul lato Interno della mura
verso ponente , una volta parete perimetrale di ambienti
chiusi, si vede ancora l'incavo dovuto alla cappa di un vecchio
camino (FOIO 43).
Anche In questo cortile recentissimi assaggi hanno riportato
alla luce alcune fondazioni relative ai setti divisori
del rustico demolito (Foto 44, 45, 46).
FOIO 43 -
COfle rUShca (lei forno
Incavo SUl muro a
oone.1Ie (Ne e'a la
cappa d' un an~oo
~,~
Folo 44 -
Gor le fusllca 00 forno Fl)"Idal iO"ll r elò T~a
dllllso" ciel rustIco demOlilO

FOIO 45 -
Con~ rusllCa del IOr"" Fonoa.zooru
,e\a~ve 31 dr",sorl

• r1tJthWiadO clldcune delle fondazioni e gli. inequivo·
cd IIIJ'I rtrnasII sulle strutture ancora eSistenti, permet·
di d8CfU8 con certezza la passata esistenza del ru·
:: irdcatO nella pIanirn8Irie del Fossati e del Fiandrinl;
alla sua .
,iiJIbdOfl8, per dare continUità al 1110 di gronda
SIA ilio rmrd-eSt da' cortile, fu erena la spina di muro docu·
marUI8 nelle IustraziOnl allegate (Foto 47) .
.... altri è più dtfici\i Interrogativi si pongono a chi vo·
fIi8 oarcar di capire come era strutturato - funzlOOante il
ii101 I o - questo aJT1lIO cortile.
Se Infatti osserviamO la parete che oggi lo delimita a le·
VlW118. in corrispOndenZa della lunga sala interna vediamo
Lfl8 serie li arcale di costante altezza ma assai dissimili
per .,.,mza del fornici (Foto 48).
Credo cl poter affermare con bUOni margini di sicurez·
za che in origine la galleria, anziché chiusa come oggi ap·
pare, fosse portata verso il cortile.
l 'osservazione di alcuni dettagli (Foto 49) e un recen·
tissimo assaggio sulla strunura muraria di tamponamento,
hanno peml8SSO di accertare che essa è stata realiuata
ricbssando a1lilo interno dei pilastri un muro da 13 collega·
to con morse discontinue con un muro da 26.
Tale soIuzlOlle fu evidentemente adottata per motivi di
econcmia, essendo meno oneroso lavorare la struttura da
13 con mattoni -nUOVi-, utilizzando per il muro più interno
da 26 matenale di rec~ro, anziché realizzare una muratura
a tre leste I~egando necessariamente - in Questo
caso - solo mattoni di Qualità.
la chiusura degli archi fu probabilmente motivata ano
che da ragioni staliche dala la compleSSità delle spinte la·
terali sui pilastri dovute alla vanabilità della luce delle arca·
te ed alla pressione esercitala dalla volta interna realiuata
in mattoni a spina di pesce. leggermente ribassata e priva
di tiranti
Per illuminare la sala ottenuta con la chiusura dei fornici,
furono aperte una porta ancor oggi esistente e due finestre
laterali posizionate sugli assi degli archi contigui .
..

Foto 49 - eone rusllca del forno T~\o
senza morse deU"aroo ~ venICe SUtI
del corMe
Tali aper1ure avevano una notevole altezza tanto da interrompere
- sul lato interno - il fregk) in cotto, interessando
anche una buona par1e della volta in mattooi sulla
quale si veniva cosi a creare il caratteristico _spicchio a
vela_ (Foto SO)
..
FOIO 50 -
Galle" a Interna InterruZione del fregIO
m cono dovuta al rid,menslOI"Iarll6

-
Nell'Ottocento la foronomia fu mcx:lificata sia come numero
delle aperture, sia come dimensione, sia infine come
posiziOne che se appare oggi assurda vista dall'esterno _
alcune cornici in pietra 50no addirittura coperte dai pilastri
(FOIO 48) - è Invece euritmica all'interno; si è in sostanza
previlegiata l'armonia dei volumi chiusi senza curarsi del
prospetto sul cortile che non aveva alcuna funzione di rapo
presentanza
8 Le celle
Inglobata, come abbiamo già visto, quella del Priore in
strutture ottocentesche, rimangono oggi quallro celle dei
monacI. il che concorda - come numero - con le antiche
piante più volle richiamate.
Non c'è Invece coincidenza di ubicazione fra i disegni
e la real1à.
Infatti la cella sila al vertice ovest del complesso mona.
stico oggi non esiste, mentre è ben conservata ~ seppur
manomessa - quella diagonalmente opposta che il Fossa·
ti dichiara far parte delle «... 8 celle disegnate dall"Autore
ma non per anche edificaten (Foto l - lettera F).
Errore del Fossati pedissequamenle ripreso 32 anni più
tardi dal Fiandrini Possibile.
E il numero degli archi del chiostro maggiore disegnali
ed indicall in numero di 52 da entrambi gli autori mentre
dovrebbero essere BO
Altra svista di entrambi
Anche questo è possibile. ma strano, considerando che
il Fossati ha addirittura disegnato in dettaglio parte del pro·
filo del chiostro e della relativa pianta (Foto 51).
Ma ritorniamo alle celle. ed in particolare a quella del
vertice ovest: anche qui assaggi recenti hanno permesso
di Individuare tratti di fondazioni che fanno supporre che
essa sia stata effettivamente edificata (Foto 52, 53).
Ma c'è di più .
"

Foto 51 -G D Fossati 1760
Lsegno ~
magglO

Foto 53 - Cella scomparsa al ""rtK:e avest
Traiti) dI lon1;wone
In asse con la fuga delle arcate del lato di ponente del
chiostro maggiore, all'esterno dell'alluale perimetro della
Certosa , nel punto esatto ave il Fossati ed il Fiandrini dlse·
gnano l'ultima delle 8 celle •... non per anche edlficate _. è
invece emersa una chiariSSima fondazione corrispondente
all'innesto del pettine con la struttura della cella (Foto 13,
54. 55).
Ouesto nnvenlmento, che reputo importantissimo. pone
un serio Interrogativo sulla affidabilità da attribuire alla piU
volte menzionata legenda .... disegnate dall'Autore ma nOf'l
per anche edificate».
Si deve a tal punto doverosamente ipotizzare che vi sia
stato un periodo in cui - se non tutte - almeno alcune
delle celle scomparse siano state effettivamente erette: è
un interrogativo troppo importante per rimanere senza ri·
sposta
"

Foto >4 T' ce 0eIIe fordaoon,
at'w' ...... ~
~ O,."
.~
;comparsa

Foto 55 - Cella scomparsa Dettaglio delle fOl'ldanOtH di CUI alla foto 54
Unica POSSibilità per accertare la verità è il riprendere
con rigore scientifico gli assaggi interrotti, completandoli
ed estendendoli, per strappare alla terra i tesori di risposte
che essa può forse ancora nascondere.
Da sempre , e le Certose di tutta Europa ne fanno testimonianza,
i quartieri dei cenobiti - perpendicolari ai lati
del chiostro maggiore - sono costitUiti olt re che da un
piccolo edificio, generalmente quadrato, ave trovano ubicazione
il focolare ed il cubiculum , anche da un PICCOtO portico
e da una loggia, disposta a pettine, coperta e chiusa,
sempre dotata dei servizi igienici.
Di quest'ultima struttura, che si innesta ai quartieri come
un lungo peduncolo. sono prive le celle della Certosa di
Vigodarzere, eccezion falta per quella del Priore. radicalmente
trasformata. e per la sua opposta ubicata al vertice
est del chiostro maggiore
Ma Fossati e Fiandrini. seppur con vistosi errori di proporziont.
disegnano i Quartieri dei monacI strutturati in linea
con la tradizione certosina del1ata mille anni fa da S. 8runone
.
"

Foto 56
Celle de< monacI S\JIIO S()IgoIo SI 1eQ9000 tracce dI In oosto

L'osservazione attenta clelia spigolo esterno della tessi·
tura murafla delle celle ha permesso di rilevare, al di là del
rlmanegglamenh ottocenteschl, consistenti tracce di Inne·
Stl con strulture oggi perdute (Foto 56)
Oueste dovevano elevarsi per un sol plano: oltre tale
quota infatti Il lilo della muratura risulta perfetto. ollreché
realizzato con notevole perizia (Foto 57)
Ancora una volta gli assaggi effeltuatl hanno permesso
di stabilire con assotuta certezza l'esalto perimetro dei corpi
demolili e la validità, seppur nei limiti dianzi citati, delle
antiche planlmetrle (FoIO 58. 59)

FOIO 59
JtIIe del mo:.nacI ~1tag1

OJasi alla stessa epoca, al 1802. risale la demolizione
delle due ah residue che certamente esistevano. la fonda·
zione del pilastro angolare (vertice sud). repenla nel corso
degli assaggi realizzati alla Certosa nel 1983. ne dà ampia
testimomanza
FOIa 60 - 0"05t10 di "'9'95&0 S

FOIO 6:2 ~ Passo ca.rl>Q d' accesso alla lDr!a r~tlc~, posto sut t~10 nord-est e
""'~""
Proprio lo stesso vertice del portico è stato disegnato
dal Fossati nel 1760 (F010 61) e mostra un accesso secoodario
al corpo centrale del monastero mentre sulla sinistra
si vede la porta di ingresso al chiostro antistante la chiesa;
passaggio quasi mal usato dai cenoblll che raggiungevano
la chresa direttamente dalla clausura attraverso percorsi
interni
Ouanto poi all'ampio cortile prospiciente il lato nord-est
della chiesa (Foto 1, 4, lettera a), esso costituiva la parte
più prettamente agncola di tutto il complesso monastico:
era dotato di stalle, depositi, legnaie, portici per la rimessa
e locali per la manutenzione dei carri.
Ad esso si accedeva anche dall'esterno tramite I"antico
~passo carraio», oggi mu rato (Foto 62), che si apriva sulla
mura perimetrale a nord·est del convento, prima che le 01-
tocenlesche mOdifiche lo trasferissero sul fronte di levante,
merlandone addirittura la sommità.
50

Conclusioni
la pubblicazione di questa inedita Indagine, realizzata
come già nportato - con il determinante contnbuto li·
nanziario dellions Club Padova Certosa , non significa certo
automatica soluzione degli interrogatIVi e dei problemi
della nostra Certosa; molti dubbi ancora debbono essere n­
salti, molte intuizioni verilicate. molte verità. ancora nascoste,
svelate.
Occorre proseguire gl i assaggi sul terreno ed estenderli
agli intonaci. occorre un 'attenta analisi stilistica degli elementi
decorativI, occorre ... occorrono ... tante cose, ma in
particolare la volontà di farle
Le osservazioni sin qui ragionate stanno comunque a
dimostrare che il metodo seguito è valido; le energie Iinora
spese hanno già permesso di assumere alcune importanti
certezze ed insultati. seppur parziali, hanno anche un sign
ificato di stimolo ad un sempre maggior approfondimento
del tema, che vuoi dire stimolo a conoscere meglio noi
stessi e le nostre radici.
Questo studio è si un contributo di conoscenza, ma è
anche un altro segnale di allarme. un altro sasso nello stagno,
ma soprattutto un altro ~grido di dolore_ per le condizioni
di questo stupendo ma morente complesso
C'è solo da augurarsi, che al di là della buona volontà
di pochi. il ~problema Certosan non venga sbflgalivamente
riposto nel cassetto e confinalo nel limbo delle buone Intenzioni.
Il tempo, che è galantuomo. ci lasc ia ancora poco mar·
gine per un 'operazione di recupero: non tocchi a noi - domani
- lo sterile rimpianto di essere stati ottusi ed inerti
spettatori della irrimediabile rovina .

Foto 63 - Tullo c..neva". 1983 P\ils1>CO ClelIO S!il1O al1ua1e C1e11iI Ce

z
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Foto 31 - QIoIIro diii .......,. ~ ....
FolIO 32 _ G l'WIII. 178Cl DIa910 di .. 1111 eMI thoo$t'O lI'I1e,no dello QIIa
et.-.dIII.....,.
1'

INDICE
,. Premessa
pago 7
2. Cenni storici
3. Le piante del Fossati. del Fiandrini e lo stato
attuale
4. La chiesa
8
12
16
5. Il refettorio e il chiostro adiacente
29
6. la cella e il giardino dei Priore
38
7. Corte familiare del forno 41
8. Le celle 47
g. Il chiostro di ingresso
54
Conclusioni
57
Indice delle il lustrazioni 59
Bibliografia
63

BIBLIOGRAFIA
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