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Romanzi e racconti alla ricerca delle radici - Giuliocesaro.it

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scr<strong>it</strong>tori venetiPIETRO GALLETTOLa lepredi Vo' Euganeo<strong>Romanzi</strong> e <strong>racconti</strong><strong>alla</strong> <strong>ricerca</strong> <strong>delle</strong> <strong>radici</strong>Estrailo d<strong>alla</strong> Rivista"Selle Provincie Venete"IV" 1-2 - Giugno 1988


PIETRO GALLETTOPATfRMEUDOM S ET MATER MEA DEREUQVERVNT MINus AVH:M ASSUMPSIT ME.h.''''Pietro Galletto accanto <strong>alla</strong> ;anti a Padova, dove è statastoricamente ripristinata quest'anno ad uu secolod<strong>alla</strong> sua abolizione (a Vicenza era stata abol<strong>it</strong>a nel1875). fusa ispirò l'opera più nota di Galletto


La lepre di Vo'<strong>Romanzi</strong> e <strong>racconti</strong> --------- ~<strong>alla</strong> <strong>ricerca</strong> <strong>delle</strong> <strong>radici</strong>,Pietro Galletto, medico <strong>delle</strong> U LSS di Padova e diPiazzola sul Brenta, appartiene a famiglia vicentina.NaIa a Treviso nel 1929, nel 1938 passa a Padova, manelle vacanze scolastiche è sempre a Sandrigo, cui silega per amicizie e ideal<strong>it</strong>à, mantenendo continui contattianche attualmente.Ha esord<strong>it</strong>o con "Mio padre" 1963, cui è segu<strong>it</strong>o il"Dono di Brunella" 1965.Si è poi dedicato per lunghi anni <strong>alla</strong> costruzione delrom.anzo di costume "La firma" tutto ambientato interra vicentina, che narra le vicende di una famigliasandrighese tra '800 e '900. Questa sua opera apparenel '77.Su.ccessivamente si è dedicato ad un romanzo storico"La ruota" ambientato nel Padovano, i cui protagonistisono gli esposti (i figli non riconosciuti da entrambii gen<strong>it</strong>ori) che venivano accolti dal brefotrofioattraverso il congegno di una "ruota" che impediva all'accettantedi vedere il portatore. Essi venivano allevatida umili contadini del Padovano chiamati cesurantiperché lavoravano un piccolo podere (cesura).Appare nell'84. (Tutti i libri sono ed<strong>it</strong>i da Boria -Roma).Inoltre ha scr<strong>it</strong>to una quarantina di <strong>racconti</strong>, ambientatinel Veneto, pubblicati in varie riviste, e una decinadi profili di gente venera, dall'umile poeta e tess<strong>it</strong>ore diSandrigo, Raimondo Mirotti al 11010 filosofo padovanoNovello Papafava dei Carraresi. Spera di realizzareil suo tr<strong>it</strong>tico veneto con un futuro romanzo storico,che va dal primo dopoguerra (1919) al secondo (/945)ambientato nel Veronese e soprattutto a Treviso.


EuganeoUn'allegraquestionedi cacciain un caldoagosto d<strong>it</strong>anti anni faNell' Agosto 1952, il sabato seguente <strong>alla</strong> festa dell' Assunta. Anche se sono le undicidi sera, il caldo persiste: dai sovrastanti colli non scende la minima brezza, nésu Vo' Vecchio, né su Vo' Centro.All'osteria Stella, nella frazione di Zovon, due giovanotti , di quelli baldanzosi, lascianola loro allegra brigata per far r<strong>it</strong>orno a casa. Sono felici. Fuori della portali attende una Guzzi, una nuovissima 150.Partono di gran carriera, entrambi curvi sull'unico destriero per favorire la veloc<strong>it</strong>à;ma l'ebbrezza dei novanta orari non può essere raggiunta: fatto nemmeno unchilometro, l'occhio del guidatore si dilata incredulo:- Ostrega! che lievorona! .Carlo allunga il collo sopra la testa dell'amico per vederla ... ed è là , in mezzo <strong>alla</strong>"crosara" .- Eccola, prende la strada di Vo' Centro. Inseguiamola!A Berto le mani quasi tremano, il cuore sembra voglia uscir dalle costole. Trascorreun attimo, e l'atavica passione per la caccia vince, gli brucia l'animo. Superatol'incrocio della provinciale Este-Bastia con quella di Teolo-Noventa, la seguonotenendola sotto il fascio luminoso. Minuti di grande tensione, di oculato pilotaggio,ed ecco le prime case di Vo' Centro.La grossa lepre, in vicinanza della Trattoria di Abramo Nicoletto, forse insospett<strong>it</strong>adalle insegne al neon colorate, rallenta la corsa. Alcuni clienti stanno sorseggiandoai tavolini all'aperto l'ultima bevanda del sabato sera; se ne accorgono,scattano dalle sedie, le sbarrano il cammino.L'insegu<strong>it</strong>a, con uno scarto improvviso, ev<strong>it</strong>a la barriera e fila dir<strong>it</strong>ta nel locale illuminatoattraverso la porta spalancata. Di fronte al banco, compie bruscamenteun secondo scarto e penetra nella sala da gioco.- Sacramentona, che spettacolo!- Ciapémola, ciapémola!Un giocatore si slancia a chiudere gli scuri della finestra e uno blocca la porta spingendofuori un compagno e gridandogli:- Presto, un sacco !Anche gli altri cinque buttano via le carte, si scagliano <strong>alla</strong> cattura della corpulentalepre, che, spaventata, spicca salti fulminei da un tavolo all'altro più lontano, edal pavimento fin quasi al soff<strong>it</strong>to.- Ciapéla par la schena, no par le rece , Dio creatore!- Attento che la sgrafa a sangue, Toni!Un paio di bottiglie e vari bicchieri vanno in frantumi , più di una sedia viene buttataa terra, e un insegu<strong>it</strong>ore inciampa andando lungo disteso sul parché, dal qualesi eleva un acre profumo di vino spanto misto a odore di vecchia polvere. Di momentoin momento la caccia si fa più accan<strong>it</strong>a, ma la velocissima rod<strong>it</strong>rice non silascia ghermire: calcola con esattezza le distanze, inganna nella direzione, ev<strong>it</strong>aogni punto morto, si rigira con scatto sorprendente, e ad ogni tentativo di manooppone le unghie aguzze <strong>delle</strong> sue zampe anteriori, ergendosi dir<strong>it</strong>ta, con l'occhio


Ulla vedutadi Va' Eugalleo.Riconoscibile, al celi traspostato verso la sinistra,il MlIllicipioaltermille del biallcopiazzale alberato.torre campanaria con alcuni tocchi argentini avverte che sono le due c mezza dinotte: ma anche questa voce rimane inascoltata: d'altra parte, per chi cerca la giustizia,le ore piccole non esistono.Ed ecco la centenaria caserma dci Carabinieri, che, oltre a Lozzo, hanno giurisdizionesu VA' e su Cinto Euganeo. Marco depone il sacco davanti al portoncino edà alcuni scossoni al tirante del campanello.Impressionato dall'ora, il piantone, appuntato Egelindo Ori, un tarchiato c rubicondofriulano , apre la finestra soprastante l'ingresso, con molta cautela; però sub<strong>it</strong>osi tranquillizza vedendo alcuni volti conosciuti e di persone stimate.Che volete, buona gente?- Vogliamo il maresciallo, vogliamo il maresciallo.- A quest'ora? Cosa c'è di grave? E così in tanti?Ma i c<strong>it</strong>tadini di Va', temendo un rifiuto , non danno spiegazioni e ripetono incoro: "Vogliamo il maresciallo".Per il corridoio interno che mette in comunicazione la caserma con la casa del comandante,l'appuntato giunge <strong>alla</strong> stanza matrimoniale e vi bussa, rispettoso masenza indugi.Cosa c'è?La gente di Va' la desidera, Signor Maresciallo.Cosa è successo?Non vogliono dir niente ... vogliono solo lei.E in quanti sono?Molti: settanta, ottanta ... con lo scuro è difficile farsi un 'idea.Vengo sub<strong>it</strong>o. Sveglia il carabiniere Andriola e fanne entrare non più di dieci.Il Maresciallo Bortolotlo balza in piedi e indossa in fretta l'uniforme, mentre lamoglie, alzatasi anche Ici, gli porge trepidante il cinturone con la relativa pistolanella fondina.


- Ti raccomando, Silvio, ti raccomando: prudenza, prudenza. Pensa ai nostri trefigli ... Attento, sai ...- Ma non sarà niente di grave, benedetta donna! Per essere venuti in molti , nonsi tratterà certo d'un del<strong>it</strong>to ... e nemmeno di pol<strong>it</strong>ica, perché manca ancora quasiun anno alle elezioni ... E poi la gente di questi eomuni è tutta pacifica ...A passo lento, domandandosi chissà mai quale strano fatto abbia indotto tantagente a venirlo a trovare di notte, il tutore dell'ordine arriva al suo ufficio, dovedieci rappresentanti <strong>delle</strong> tre fazioni l'attendono, seri e dign<strong>it</strong>osi. Con un idiomacolor<strong>it</strong>issimo, in cui ogni tanto qualche parola <strong>it</strong>aliana priva di ogni doppia rafforzail valore di tutte le altre dialettali, Marco riepiloga la vicenda, mentre il voltodel giudice ascolta benevolo, senza ombra di derisione.L'esposizione dei fatti appare sincera, nessuna <strong>delle</strong> parti obbietta.Nell'ufficio il sil enzio è assoluto, in attesa della sentenza, che r<strong>it</strong>arda un po'.La mano del maresciallo passa e ripassa sull'ampia fronte e poi si arresta a reggereil capo ancora greve per il sonno interrotto:- Casp<strong>it</strong>a! Mai sent<strong>it</strong>o un caso tanto complicato, e io proprio non mi sento di risolvcrloseduta stante. Facciamo così: la lepre, la mettiamo in camera di sicurezza,e voi tornate domani alle dieci , dato che è domenica e non dovete lavorare;intanto io avrò un po' di tempo per pensarci.- Giusto: parole di cr<strong>it</strong>erio!Con rispetto e aumentata serietà, lasciano l'ufficio, mentre la lepre viene portatadall'appuntato Egelindo nella camera di sicurezza per le donne, dove, liberata dalsacco, passa a miglior prigionia.l due più grandicelli sono in chiesa, e la piccola Norma dorme nella sua culla: incucina si può, quindi , parlare anche di segreti d'ufficio.- Vedi, V<strong>it</strong>toria: la lepre, secondo mc, dovrebbe toccare ai due motociclisti, macome faccio dar torto a tutti gli altri ...- Silvio, se vuoi ascoltare il mio parere, te la cavi dicendo che un po' di ragionel'hanno tutti, ma che, non essendo chiara, l'unica è regalare la lepre alle suoredell'asilo. E vedrai che nessuno si rifiuterà, perché la gente, qui , vuoi bene allesuore.- Ti sbagli ... è una questione di principio, e su questo vogliono soddisfazione ...Sono le nove, si sentono salir per le scale i vivaci figlioletti. Entrano: si cambia discorso,si parla della sagra del vicino paese, e poi il maresciallo lascia la cucina,scende nel suo ufficio a confidare il suo dubbio al fedele appuntato. 11 buon Egelindo,però, gli fa notare come il codice venatorio d'onore sancisca che la selvaggina,scovata da un cacciatore e uccisa da un altro, sia rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a allo scovatore, purché quest'ultimo sia in assetto di caccia, cosa non verificatasi. Alle parole "assettodi caccia" , il comandante s'illumina ed esplode:- Tutto risolto, Egelindo! Ma guarda che stupido a non averci pensato prima!Manca una settimana all'apertura della caccia e quindi sono tutti in contravvenzioneperché la legge dice "chiunque uccida o catturi" e qui siamo proprio nel casodella cattura. Vedrai che sistemiamo bene la faccenda. Quando arrivano, non farcapire niente, e fanne entrare nella saletta d'attesa più che puoi.Un bonario furbesco sorriso sfugge al rappresentante della legge, che già ha inmente una soluzione pacifica, senza danno di alcuno.Alle dieci attorno <strong>alla</strong> caserma c'è quasi un centinaio di convenuti, sbarbati e vest<strong>it</strong>ia festa, che discutono animatamente. L'appuntato, grave e solenne, ne fa entrareuna ventina, e chiude a chiave la porta. Nell'ufficio, serio oltre il suo costume,il maresciallo dà ordine al subalterno di far passare una persona <strong>alla</strong> volta , ead ognuna chiede le general<strong>it</strong>à, che trascrive senza aggiungere particolari.Nella saletta, dopo circa un quarto d'ora di questo tipo di cerimonia impreveduto,incomincia un brusio di sospetto.Parcossa domande lo tute ste robe ...- Che bagolo xelo questo ...- Varda ti dove semo andà a ingrejarse ...L'appuntato, richiesto sul motivo di tali formal<strong>it</strong>à , spiega che ciò è necessario per


edigere il verbale di contravvenzione, dopo il quale si potrà discutere sul dir<strong>it</strong>to dci possessodella lepre. Allora un brusio di nuovo timbro invade la saletta.- Mi no ghe gera ... Mi no la go gnanca tocà ...Qualcuno tenta di uscire, ma la porta è bloccata, e va supplichevole dal buon Egelindo, chepurtroppo resta insensibile alle preghiere: il regolamento impone la chiusura a chiave anchese fosse entrato il generale, e la porta può venire riaperta solo con ordine del superiore. Aquella rivelazione , s'alzano voci di protesta, alcune irr<strong>it</strong>ate.- Dodese carte da mile de multa! Me toca vendare tre quintali de formento, santa Maria!- Ma xelo deventà mato, ostiona!Il maresciallo ha ud<strong>it</strong>o quel vocativo, e s'affaccia con lo sguardo addolorato dal suo ufficio.- Brava gente, io devo fare il mio dovere, e vi raccomando: attenti con la bocca: in baseall'articolo 724 del codice penale, chi bestemmia finisce dal Pretore e può bruscare 15 giornidi gattabuia, mica scherzi ...Un silenzio glaciale invade la saletta; poi una voce si eleva pietosa e passa soprale teste affl<strong>it</strong>te.- Go sinque fioi , dove vao a trovarle dodese carte da mile ...Il maresciallo ha ud<strong>it</strong>o, ed ora è sicuro che è giunto il momento ideale per risolverela questione nel modo migliore.- Buona gente, io vi capisco, ma la legge è la legge ... Ad ogni modo, mi son messouna mano sul cuore, e appena arriverà il presidente dei cacciatori della zona, che dovrebbeessere qui a minuti , gli esporrò un mio progetto ...Proprio in quel momento, si sente squillare il campanello: assieme al carabiniere Andriola,entra il presidente Bruno Furlan, tutto accigliato:- Ah boia scheo! dove avevate la testa! .. .- Bruno, te racomando ...Ma lui , sempre nero in volto, pare non voglia udire supplica alcuna, e segue il carabiniereche lo conduce ad osservare la lepre dallo spioncino della porta:- Ah, Giuda cane! Non me l'aspettavo! E tutto perché non conoscono la civiltà!Dopo l'amara constatazione, viene condotto nell'ufficio del comandante per un colloquio aquattro occhi e a porta chiusa.I minuti , nella saletta, sembrano eterni, in quella strana prigionia inaspettata: c'è un grandesiderio di tornare a vedere il sole.Finalmente la porta s'apre, e tutti s'accorgono che il maresciallo è tornato lui, con il suo voltogioviale di sempre.- Anche per mer<strong>it</strong>o del signor Furlan, sono addivenuto ad un compromesso. Niente contravvenzione,niente più parlar di dir<strong>it</strong>ti , e andiamo sub<strong>it</strong>o tutti insieme fino <strong>alla</strong> local<strong>it</strong>à "LaMalandrina" a rimettere in libertà la lepre.- Giusto! Parole grandi, parole sante!Dopo breve tenzone in camera di sicurezza, la lepre, già prostrata e ormai instupid<strong>it</strong>a, vienerimessa nel sacco dallo stesso Marco, che, nonostante sia sempre convinto del suo dir<strong>it</strong>to, selo carica sulle spalle, contento anche lui della pacifica soluzione.Si parte, quasi in corteo: davanti l'appuntato c il portatore, per ultimi le massime autor<strong>it</strong>à,maresciallo e presidente.Dove andate?- Alla Malandrina, per questione di caccia.Altri si uniscono; e di fronte <strong>alla</strong> grande di stesa degli erbai del comprensorio di bonifica,si forma un semicerchio di visi divert<strong>it</strong>i , allegri e curiosi.- Va, libera!La lepre sta ferma, smarr<strong>it</strong>a, incredula. Allarga le sue nari , private per un a notte intera dell'ariapura; drizza le sue orecchie, per molte ore abbassate in terrificante umiliazione; si ergesulle zampe posteriori , gira intorno i suoi occhioni neri , che tanto hanno sofferto; ha ancoraun attimo di indugio, che è forse un ringraziamento, e poi ... con un balzo da canguro, si tuffanel verde del trifoglio e scompare nel suo meraviglioso mondo di libertà.Su, in alto, sopra l'acuta cima del monte Lozzo, anche la statua di San Giuseppe, baciata dalsole del mezzodì , ride e applaude.


Un folto erbaio ai piedi dei colli Monte Piccolo e Ventolone .... e scompare nel suo meraviglioso mondo di libertà.


Un angolo dei Colli Euganei dall'alto di Rocca Pendice.

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