IL TRENTODOc
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marketing&normativa<br />
quelli riguardanti la resa colturale e il limite<br />
minimo d’altitudine; viene, ancora, ipotizzata<br />
una concertazione dei prezzi praticati dai<br />
produttori di Trentodoc.<br />
Poiché sulla validità delle ipotesi sopra<br />
prospettate si riscontrano valutazioni divergenti<br />
all’interno del sistema vitivinicolo trentino,<br />
diventa strategico conoscere le opinioni dei<br />
produttori che applicano il marchio Trentodoc.<br />
A tale scopo è stato predisposto e somministrato<br />
ai produttori di Trentodoc un apposito<br />
questionario. Si tratta di un metodo d’indagine<br />
già sperimentato con successo da ricerche sulla<br />
filiera vitivinicola trentina. Il presente articolo si<br />
propone di discutere i risultati più significativi<br />
ottenuti dall’elaborazione dei dati raccolti<br />
con il questionario. Per rendere più agevole la<br />
comprensione delle risposte e delle osservazioni<br />
fornite degli intervistati, sarà preliminarmente<br />
tracciato il quadro della base produttiva di<br />
Trentodoc, spiegato brevemente il profilo<br />
organizzativo dell’Istituto Trento Doc nonché<br />
proposta un’analisi comparata con il disciplinare<br />
del Franciacorta Docg, l’altro marchio<br />
collettivo di punta dello spumante italiano a<br />
metodo classico.<br />
LA BASE PRODUTTIVA<br />
La base produttiva riferita alle uve che sono<br />
trasformate in spumante Trentodoc è costituita<br />
da circa 1.500 ettari, 1.000 dei quali sono iscritti<br />
alla Doc Trento, mentre i restanti 500 ettari<br />
derivano da scelte vendemmiali di vigneti iscritti<br />
alle Doc Trentino Chardonnay, Trentino Pinot<br />
nero e Trentino Pinot bianco.<br />
La superficie vitata dei produttori di Trentodoc è<br />
coperta al 90% circa da Chardonnay; in seconda<br />
posizione si colloca il Pinot nero, mentre sono<br />
marginali le percentuali di Pinot bianco e di<br />
Pinot meunier. Relativamente all’attività di<br />
trasformazione delle uve, si possono individuare<br />
tre classi prevalenti di produttori di Trentodoc:<br />
le grandi imprese formate da società per azioni<br />
e da alcune cooperative, le imprese di medie<br />
dimensioni in forma di S.r.l. e S.a.s. e infine<br />
le piccole imprese agricole. La stragrande<br />
maggioranza delle imprese oggetto d’indagine<br />
ha piccole e medie dimensioni, e rientra quindi<br />
nelle ultime due classi.<br />
Le poche grandi<br />
A fronte di un’incidenza numerica assai ridotta,<br />
il ruolo produttivo delle grandi imprese che<br />
applicano il marchio Trentodoc è del tutto<br />
preponderante: Ferrari con circa 4,8 milioni di<br />
bottiglie all’anno e Rotari – prodotto da Nosio<br />
S.p.A., controllata dalle Cantine Mezzacorona –<br />
con 2,5 milioni di bottiglie all’anno rivestono un<br />
ruolo predominante nell’ambito di Trentodoc.<br />
Questa forte concentrazione della produzione<br />
di Trentodoc rappresenta un punto di forza se<br />
si ragiona in termini di capacità di penetrazione<br />
del mercato, ma diventa un punto di debolezza<br />
nella misura in cui tende a conferire rilevanza<br />
alla marca aziendale. Non sorprende allora che<br />
l’analisi del mercato italiano dello spumante<br />
a metodo classico sia spesso sviluppata<br />
(Osservatorio delle produzioni Trentine, 2009)<br />
su base aziendale piuttosto che territoriale.<br />
L’ASSETTO ORGANIZZATIVO<br />
Trento Doc è il nome dell’Istituto, costituitosi<br />
come consorzio di imprese, che gestisce<br />
la Denominazione di Origine Controllata.<br />
L’Istituto Trento Doc ha un proprio Statuto<br />
che specifica le finalità da perseguire. Quella<br />
prioritaria è “promuovere l’immagine e<br />
la notorietà del Trentodoc, pertanto la<br />
qualità, l’origine, il metodo e la diffusione<br />
dello spumante di sicura origine trentina<br />
ottenuto con il metodo classico”.<br />
Per beneficiare di economie di scala e sinergie<br />
con altre produzioni del territorio trentino, la<br />
funzione di comunicazione/promozione è stata<br />
delegata a Trentino Marketing S.p.A.,<br />
una società pubblica che svolge le funzioni in<br />
parola per l’intera enogastronomia trentina.<br />
La funzione di tutela della denominazione<br />
Trento Doc è invece svolta dal Consorzio Vini<br />
del Trentino.<br />
La gestione dell’Istituto Trento Doc compete al<br />
Consiglio di Amministrazione e all’Assemblea<br />
dei soci. Le deliberazioni vengono assunte<br />
seguendo il principio una testa un voto,<br />
ovverosia ogni impresa associata ha uguale<br />
peso. Si prescinde dunque nella fattispecie<br />
dal numero di bottiglie prodotte dall’azienda<br />
associata. A ogni modo è bene precisare che<br />
per diventare soci dell’Istituto Trento Doc<br />
occorre raggiungere una produzione annua di<br />
almeno 3.000 bottiglie.<br />
Trentodoc dispone di un rigoroso disciplinare<br />
di produzione che: elenca le varietà ammesse;<br />
prescrive le regole per la produzione dell’uva;<br />
impone la spumantizzazione secondo il metodo<br />
classico; delimita il territorio di produzione;<br />
stabilisce la resa massima a ettaro.<br />
Altre prescrizioni attengono: il titolo<br />
alcolometrico volumico minimo naturale<br />
delle uve; la resa di trasformazione; il<br />
periodo minimo di affinamento sui lieviti di<br />
rifermentazione; l’estratto secco netto minimo;<br />
l’acidità totale minima.<br />
Alcune prescrizioni del disciplinare sembrano<br />
obsolete e meritevoli di rivisitazione, in modo<br />
da rendere il marchio collettivo più adatto<br />
a svolgere le proprie funzioni e in grado di<br />
assumere il ruolo di portabandiera della filiera<br />
vitivinicola trentina.<br />
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VQ numero quattro - luglio duemila12