IL TRENTODOc
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marketing&normativa<br />
non avevano le informazioni necessarie per<br />
rispondere alle domande più importanti.<br />
I produttori che hanno fatto pervenire in<br />
tempo utile i questionari compilati sono stati<br />
20. Il campione delle risposte corrisponde<br />
numericamente all’incirca al 67% delle imprese<br />
che applicano il marchio Trentodoc. Ben<br />
superiore risulta la copertura del campione<br />
nell’ottica del numero di bottiglie di Trentodoc<br />
prodotte dalle stesse, che raggiunge il 95%.<br />
Le principali tematiche trattate dall’indagine<br />
sono elencate di seguito:<br />
• punti deboli del disciplinare di produzione;<br />
• eventuale passaggio alla Docg;<br />
• canali della distribuzione;<br />
• promozione del marchio;<br />
• complementarità con il marchio Talento;<br />
• posizionamento di prezzo.<br />
Per raccogliere le opinioni in merito a tali<br />
argomenti è stato privilegiato lo schema di<br />
domanda a risposta chiusa (crocette).<br />
È stato però frequentemente lasciato uno spazio<br />
per consentire agli intervistati di motivare la<br />
scelta effettuata.<br />
I risultati<br />
La discussione dei risultati ottenuti dalla<br />
somministrazione del questionario non<br />
considera tutte le domande/risposte, ma si<br />
limita solo a quelle maggiormente significative<br />
per disegnare il futuro del marchio Trentodoc.<br />
Riguardo alle modifiche da apportare al<br />
disciplinare di produzione di Trentodoc, anche<br />
in un’ottica di passaggio alla Docg (vedere<br />
box), le domande più importanti poste dal<br />
questionario riguardavano: a) il contenimento<br />
delle rese a ettaro; b) il livello ideale della resa di<br />
trasformazione dell’uva; c) l’introduzione di un<br />
limite minimo di altitudine dei vigneti.<br />
La modifica che ha incontrato il maggior<br />
consenso è quella del contenimento della resa<br />
massima ammessa, oggi fissata a 150 q/ha. A<br />
tale riguardo va precisato che sarebbe molto<br />
più appropriato assumere a riferimento la resa<br />
a ceppo anziché la resa a ettaro; il disciplinare<br />
di Trentodoc non stabilisce di fatto alcun<br />
limite al numero di ceppi per ettaro; viene solo<br />
specificato, molto sbrigativamente, che: “I sesti<br />
d’impianto, le forme di allevamento ed i<br />
sistemi di potatura devono essere atti a non<br />
modificare le caratteristiche qualitative delle<br />
uve e del vino”. Si tratta di un’affermazione<br />
di principio, piuttosto vaga, che non trova<br />
una diretta valenza operativa. Prescrivere un<br />
intervallo numerico di ceppi per ettaro, com’è<br />
stato fatto dal disciplinare Franciacorta Docg<br />
(densità non inferiore ai 4.500 ceppi per ettaro<br />
nel caso di nuovi impianti, eccezion fatta per i<br />
terreni terrazzati, il cui limite minimo risulta<br />
inferiore) rafforzerebbe la fondazione viticola<br />
dell’eccellenza dello spumante Trentodoc e<br />
fornirebbe ai soci un’indicazione assai utile per<br />
il rinnovo dei loro vigneti. In ogni caso, siccome<br />
è fuori discussione che la qualità delle uve<br />
dipenda dalla produzione a ceppo (nell’ordine di<br />
1-2 kg), il riferimento alla resa a ceppo è quello<br />
più corretto. Imporre limiti alla resa a ettaro<br />
anziché alla resa a ceppo può comportare,<br />
ceteris paribus, livelli divergenti e disomogenei<br />
di qualità delle uve prodotte dai soci se il<br />
numero di ceppi per unità di superficie non<br />
viene prefissato. L’aspetto della qualità dell’uva<br />
è stato ulteriormente affrontato nel questionario<br />
dalla domanda sul livello massimo della resa a<br />
ettaro da prescrivere. I produttori hanno optato<br />
nella stragrande maggioranza per il range 101-<br />
120 q/ha, avvicinandosi molto alla resa massima<br />
stabilita dal disciplinare Franciacorta Docg.<br />
Riguardo invece al livello della resa di<br />
trasformazione dell’uva in vino spumante a<br />
metodo classico, le valutazioni dei produttori<br />
di Trentodoc divergono e non si raggiunge<br />
un’indicazione univoca: le risposte sono<br />
distribuite equamente fra due range 60-65%<br />
e 65-70%.<br />
LA DOP LAScIA PERPLESSI<br />
una questione controversa di grande rilievo<br />
riguarda il passaggio alla Docg. Su questo<br />
punto non si rileva una posizione chiara degli<br />
intervistati, né a favore né contraria: i numeri<br />
si equivalgono. Da notare che, tra i motivi della<br />
contrarietà alla Docg segnalati dagli intervistati<br />
spicca il fatto che la nuova ocm vino prevede<br />
l’abolizione delle Doc e Docg a favore della Dop.<br />
Riceve d’altra parte un consenso<br />
sufficientemente ampio l’ipotesi di introdurre un<br />
limite minimo d’altitudine per i vigneti. Si tratta<br />
di un’indicazione molto interessante non tanto<br />
nella prospettiva, assai improbabile, di esclusioni<br />
di alcune superfici vitate oggi ammesse, quanto<br />
per un’eventuale segmentazione territoriale<br />
della produzione di Trentodoc.<br />
Una domanda del questionario (la numero<br />
7) richiedeva ai produttori di Trentodoc<br />
di articolare le loro vendite in funzione dei<br />
canali della distribuzione. Dai dati raccolti<br />
è emerso che, in media, il Retail assorbe il<br />
47,5% della produzione e l’Horeca il 42,5%.<br />
Seguono nell’ordine d’importanza le enoteche<br />
con il 7% e la vendita diretta al minuto con<br />
il 3%. Queste percentuali sono congruenti<br />
con quelle fornite da altri studi su Trentodoc.<br />
Emerge un’incidenza elevata della produzione<br />
indirizzata al canale Retail, gestito per lo più<br />
dalla Grande distribuzione Organizzata (Gdo).<br />
Ciò è spiegato dal ruolo produttivo nettamente<br />
dominante rivestito dalle 4 grandi imprese<br />
nell’ambito della produzione di Trentodoc. I dati<br />
sulle vendite per canale distributivo dimostrano<br />
infatti che esiste all’interno di Trentodoc una<br />
forte differenziazione in funzione delle classi<br />
di imprese produttrici; solo quelle più grandi si<br />
avvalgono massicciamente della Gdo.<br />
Un altro aspetto cruciale per il futuro del<br />
marchio Trentodoc è costituito dalle iniziative<br />
di promozione/comunicazione. Un’ampia<br />
maggioranza dei produttori ritiene sia preferibile<br />
concentrare la promozione/comunicazione nel<br />
Nord Italia. Tra i Paesi esteri su cui concentrare<br />
queste iniziative, gli intervistati privilegiano<br />
il mercato tedesco. Sempre in merito<br />
alla promozione/comunicazione,<br />
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VQ numero quattro - luglio duemila12