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di galoppo a fargli riparo col suo cavallo, e gli grida: “Generale,<br />

così volete morire?” E lui risponde: “Come potrei morire meglio<br />

che pel mio paese?” e se ne va avanti senza curarsi di quella grandine<br />

di pallottole. In quel momento ho temuto che al generale<br />

paresse impossibile vincere, e cercasse di morire. Ma subito<br />

uno dei nostri cannoni tuona dalla strada. Ci pare di ricevere<br />

l’aiuto di mille braccia. Avanti, avanti, avanti! Non si ode più che<br />

quella tromba, che non aveva più cessato di suonare il passo di<br />

corsa. Superiamo alla baionetta il primo, il secondo, il terzo<br />

terrazzo, su per il colle, i battaglioni borbonici si ritirano più in<br />

alto, si raccolgono e sembrano crescere di forza. Sembra impossibile<br />

affrontarli ancora, sono tutti sulla vetta, e noi intorno al<br />

ciglio, stanchi, affranti. C’è un istante di sosta, loro là sopra, noi<br />

tutti a terra. Qua e là qualche schioppettata, i borboni rotolano<br />

massi, scagliano sassate, si dice che una abbia colpito il generale.<br />

Vedo tra i fichi d’India un giovane bello, ferito a morte,<br />

sorretto da due compagni. Sta pregando i compagni che siano<br />

pietosi coi napoletani, perché anch’essi sono italiani. Tutta l’erta<br />

è ingombra di caduti, ma non si ode un lamento. Dalla vetta i<br />

napoletani urlano a tratti: “Viva lo re!” Frattanto ci arrivano<br />

rinforzi. Ricordo che a quel punto sei arrivato tu, Bandi, tutto<br />

coperto di ferite ma in particolare con una palla che ti si era<br />

ficcata sopra la mammella sinistra, e ho pensato che entro<br />

mezz’ora saresti morto. E invece quando si fa l’ultimo assalto,<br />

eccoti davanti a tutti, quante anime avevi?<br />

– Sciocchezze, diceva il Bandi, erano graffi.<br />

– E i francescani che combattevano per noi? Ce n’era uno,<br />

magro e sudicio, che caricava un trombone con manate di<br />

palle e di pietre, poi si arrampicava e scaricava a mitraglia. Ne<br />

ho visto uno, ferito in una coscia, cavarsi la palla dalle carni e<br />

tornare a far fuoco.<br />

Poi Abba si metteva a rievocare la battaglia del ponte

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