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La terapia immag<strong>in</strong>ativa <strong>in</strong> gruppo come strumento di<br />

crescita personale<br />

Maurizio Riccetti<br />

Psicologo, psicoterapeuta – socio ord<strong>in</strong>ario della Società Italiana di Psicos<strong>in</strong>tesi Terapeutica IGAT (S.I.P.T.)<br />

uNITà Operativa di Psicologi della AUSL 9 di Grosseto<br />

Maurizio Perrotti<br />

Psicologo, convenzionato con l’AUSL 9 di Grosseto per l’educazione sanitaria<br />

“INformazione Psicologia Psicoterapia Psichiatria”, n°38-39<br />

settembre-dicembre 1999 – gennaio aprile 2000, pagg. 28-33,<br />

Roma<br />

Note su un'esperienza di <strong>psicoterapia</strong> condotta <strong>in</strong> un servizio<br />

pubblico di Psicologia<br />

Paola " mi trovo <strong>in</strong> un tunnel lungo, scuro e sono a cavalcioni di un<br />

locomotore di un treno, lo guido come un'amazzone monta il suo cavallo, sto<br />

bene..."<br />

Francesca "ho sognato che dal mio ombelico usciva come <strong>in</strong> un'esplosione,<br />

come <strong>in</strong> un botto, della materia, del pus, del cibo. Era qualcosa che mi<br />

disgustava, ma mi faceva anche stare bene. Era liberatorio."<br />

Chiara " ho visualizzato due cascate, una schiumosa e una limpida; mi sono<br />

sentita avvolta nella luna, combatto con qualcuno senza volto, scuro, nero; ad<br />

un tratto mi è apparso qualcuno. Penso il diavolo, ma, improvvisamente tutto<br />

<strong>in</strong>torno a me e' pieno di colori, fasci di luce, fiori di loto..."<br />

Mirella " nelle visualizzazioni ritrovo spesso il vento, un vento che non<br />

mi dà fastidio, mentre nella realtà non lo sopporto, mi fa stare male. Il vento<br />

che avverto è <strong>in</strong>vece piacevole, spazza via qualcosa e mi fa stare bene."


Antonella: (rivolta al terapeuta) " le sue parole, nella scorsa<br />

visualizzazione mi hanno richiamato l'immag<strong>in</strong>e di mia madre, della fossa <strong>in</strong> cui<br />

giace nel cimitero, di quando io sola, non mio padre o i miei fratelli, sono<br />

andata alla sua riesumazione... giorni fa ho cercato una vecchia foto che non<br />

vedevo più da tempo, la foto di quella bella donna, grande e un po' sfatta che<br />

tiene <strong>in</strong> braccio una bamb<strong>in</strong>a piccola, con i capelli lunghissimi, quei capelli<br />

che dopo la morte della mamma furono subito, non so perché, tagliati."<br />

Queste parole, piccoli e significativi frammenti di un'esperienza di<br />

<strong>psicoterapia</strong> <strong>in</strong> gruppo, pur nella loro <strong>in</strong>completezza esprimono la profondità<br />

delle sensazioni, delle emozioni che le pazienti hanno vissuto nel percorso<br />

psicologico da loro <strong>in</strong>trapreso e durante il quale hanno <strong>in</strong>iziato a guardarsi<br />

dentro, <strong>in</strong>iziando così a sviluppare un processo di cambiamento teso alla<br />

riappropriazione delle proprie scelte di vita.<br />

Abbiamo sentito l'esigenza di raccontare questa esperienza perché ha<br />

costituito una novità all'<strong>in</strong>terno del nostro servizio di Psicologia, dove per la<br />

prima volta sono state <strong>in</strong>trodotte tecniche di <strong>psicoterapia</strong> che, solitamente,<br />

vengono utilizzate <strong>in</strong> ambienti privati, certo non per impreparazione<br />

professionale, quanto per semplice mancanza di tempi, spazi e arredi necessari.<br />

Tracciando velocemente la storia della nostra U.O. ci piace ricordare come<br />

questa sia nata Sezione aggregata alla Psichiatria nel 1988 e come nei suoi<br />

dieci anni di attività abbia visto crescere, <strong>in</strong> maniera rilevante, il numero<br />

delle persone che le si sono rivolte per visite, consulenze o cure<br />

psicoterapiche. Contemporaneamente si è registrato un forte aumento di<br />

prestazioni professionali, con netta prevalenza di queste nell'ambito<br />

strettamente cl<strong>in</strong>ico-psicoterapico e nella fascia dell'età giovanile ed adulta.<br />

Questa situazione ha così determ<strong>in</strong>ato una netta prevalenza della attività<br />

ambulatoriale con la formazione di lunghe liste di attesa per le visite e per le<br />

terapie e, di contrasto, una assenza della professionalità psicologica nelle


attività ospedaliere o dipartimentali cui la dimensione organizzativa di tipo<br />

manageriale della USL, ormai azienda, stava dando ampio rilievo.<br />

Il problema che la Psicologia si trovava ad affrontare è stato così<br />

duplice. Da un lato la necessità di uscire dall'ambito della stanza di terapia<br />

per costruire e proporre un modo diverso di fare psicologia e dall'altro la<br />

necessità di non <strong>in</strong>taccare la stima professionale che gli psicologi della U.O.<br />

si erano guadagnati sul campo.<br />

Così, per rispondere alle nuove richieste dell'azienda rispetto alla<br />

dimensione ambulatoriale, chi scrive si è sp<strong>in</strong>to a conoscere e utilizzare le<br />

terapie di gruppo come alternative alla <strong>psicoterapia</strong> <strong>in</strong>dividuale, valutando che<br />

f<strong>in</strong>o allora questa forma di terapia non era mai stata praticata nella U.O.<br />

La prima esperienza di gruppo è così nata nell'autunno del 1995 ed ha<br />

avuto una cadenza settimanale per sei mesi; a questa ne è seguita un'altra con<br />

la medesima cadenza ma con una durata annuale e una terza che si è strutturata<br />

per un arco di quattro mesi e che si è recentemente conclusa.<br />

Alcune caratteristiche hanno legato questi gruppi. Numero relativamente<br />

esiguo di persone (da 5 a 8), composizione esclusivamente femm<strong>in</strong>ile, condizioni<br />

di sofferenza o disagio psicologico nell'ambito nevrotico e nelle aree<br />

psicosomatiche, utilizzo di tecniche di lavoro agganciate alla coscienza e al<br />

mondo dell'<strong>in</strong>conscio.<br />

Come modello teorico-pratico di riferimento è stato utilizzato quello<br />

relativo alla Psicos<strong>in</strong>tesi, sistema psicologico di derivazione psicoanalitica,<br />

ideato agli <strong>in</strong>izi del secolo dallo psichiatra fiorent<strong>in</strong>o Roberto Assagioli. La<br />

Psicos<strong>in</strong>tesi, che appartiene al campo delle psicologie umanistico-esistenziali,<br />

sviluppa una concezione <strong>in</strong>tegrale e d<strong>in</strong>amica dell'essere umano come "una<br />

psicologia a tre dimensioni", che <strong>in</strong>clude non solo la personalità cosciente, ma<br />

anche gli aspetti <strong>in</strong>consci, tanto <strong>in</strong> profondità (<strong>in</strong>conscio <strong>in</strong>feriore), quanto <strong>in</strong><br />

altezza (<strong>in</strong>conscio superiore e Sé spirituale o transpersonale).<br />

Non è obiettivo di questo lavoro soffermarsi su questi ultimi concetti,<br />

per i quali si rimanda ovviamente ai testi di Assagioli e dei suoi allievi e


collaboratori, ma si ritiene utile specificare che <strong>in</strong> un processo psicoterapico<br />

orientato psicos<strong>in</strong>teticamente e che sempre favorisce la riarmonizzazione delle<br />

istanze della personalità, cercando di ancorare la persona ai dati di realtà e<br />

al possesso della capacità di autoidentificarsi, è sempre dato spazio ai momenti<br />

<strong>in</strong> cui si verifica un allargamento del proprio campo di coscienza verso l'alto,<br />

un contatto perciò con il transpersonale. La psicos<strong>in</strong>tesi si <strong>in</strong>serisce <strong>in</strong> quel<br />

movimento psicologico che, per contrapposizione al movimento analitico, fu anche<br />

def<strong>in</strong>ito "psicologia dell'alto" <strong>in</strong> quanto capace di riconoscere la peculiarità<br />

di taluni impulsi, desideri, tendenze, tutti contenuti nell'<strong>in</strong>conscio<br />

transpersonale. Il Sé non può pertanto essere ignorato <strong>in</strong> terapia, ma il grande<br />

rischio resta sempre quello di non poterlo spiegare perché <strong>in</strong> effetti, questo ne<br />

è il paradosso, esso è <strong>in</strong>spiegabile. Alcune persone come i mistici, gli eroi o i<br />

santi lo esprimono con esperienze di eccezionale valore e significatività, ma<br />

l'esperienza del Sé va considerata patrimonio potenziale di tutta l'umanità.<br />

Piero Ferrucci scrive che "il nostro senso comune dell'identità,<br />

è fondato<br />

sulla separazione dagli altri, sull'attaccamento a persone, ruoli o cose e<br />

sull'ansia di morte mentre il senso di identità del Sé è basato sulla percezione<br />

della propria unità col Tutto e la pura consapevolezza di essere... (il Sé) è il<br />

pr<strong>in</strong>cipio della vita <strong>in</strong> noi, forse il nucleo immortale <strong>in</strong> ogni essere umano".<br />

(1)<br />

E' pertanto fondamentale saper riconoscere e apprezzare nelle persone <strong>in</strong><br />

terapia l'apparire di un barlume dell'esperienza transpersonale. L'altro compito<br />

fondamentale per il terapeuta risulterà poi quello di permettere a queste<br />

esperienze, anche se limitate e embrionali, di essere subito e sempre ancorate<br />

alla realtà, di essere rese concrete nella propria vita e <strong>in</strong> quelle degli altri.<br />

L'attuazione di questo compito terapeutico sgombra facilmente il campo dalle<br />

critiche stereotipe per cui la dimensione transpersonale sia qualcosa di<br />

irreale, al massimo presentabile a ricchi pazienti nevrotici e certo non<br />

accessibile nei contesti terapeutici dei servizi pubblici, dove, come del resto<br />

è vero, afferiscono persone che spesso hanno da risolvere, per dirla con Maslow,


primari bisogni. Non è il contesto, pubblico o privato, non è l'esperienza, di<br />

elevata mistica o di semplice meraviglia, che determ<strong>in</strong>ano però la possibilità di<br />

curarsi tramite l'esperienza del Sé, ma la capacità di fermare nella propria<br />

vita questi contenuti di coscienza. Una mia paziente, correttamente<br />

diagnosticata da più servizi psichiatrici come affetta da grave disturbo<br />

bipolare, riferì <strong>in</strong> una seduta di avere avvertito un senso di grande serenità,<br />

di appartenenza al mondo, di espansione dopo che <strong>in</strong> una visualizzazione si era<br />

percepita come una pianta malamente cresciuta accanto ad un albero che con la<br />

propria chioma la copriva e percependone il senso di soffocamento. Dopo qualche<br />

giorno mi telefonò per comunicarmi di avere accettato un lavoro, che tuttora a<br />

distanza di un anno svolge egregiamente, quando f<strong>in</strong>o ad allora aveva pensato di<br />

non essere mai capace di lavorare.<br />

Credo che questo possa essere un semplice<br />

esempio di breve contatto con il mondo psicologico del transpersonale, di<br />

ancoraggio dell'esperienza <strong>in</strong> una paziente grave di un servizio pubblico.<br />

Chiudendo questa parentesi e tornando al nostro contributo vorremmo<br />

precisare<br />

come il lavoro si sia sviluppato sulla dimensione di terapia <strong>in</strong><br />

gruppo anziché di gruppo, anche se nelle prime due esperienze è stato dato<br />

spazio alla comprensione delle d<strong>in</strong>amiche sviluppatesi nel gruppo stesso; nella<br />

terza <strong>in</strong>vece il gruppo ha assunto il valore di contenitore reale e simbolico e<br />

ogni partecipante ha vissuto un percorso psicologico assimilabile ad una terapia<br />

<strong>in</strong>dividuale, senza toccare elementi di relazionalità percepiti o agiti nel<br />

gruppo.<br />

Oggetto del nostro articolo è proprio questa terza esperienza che, come<br />

già detto, si presenta particolare per avere <strong>in</strong>trodotto nell'azienda grossetana<br />

una strategia terapeutica, la terapia immag<strong>in</strong>ativa, e nello specifico le<br />

visualizzazioni guidate, che prevalentemente viene elaborata <strong>in</strong> contesti<br />

privati.<br />

L'autore a cui è stato fatto riferimento è il dr Bruno Caldironi,<br />

neuropsichiatra e psicoterapeuta ravennate.<br />

Le visualizzazioni guidate, che<br />

Caldironi def<strong>in</strong>isce psicofiabe perché debitrici alla letteratura fiabesca di


numerosi spunti e temi, presentano <strong>in</strong>fatti con le fiabe numerosi punti di<br />

contatto che possiamo qui riassumere nelle specifiche funzioni regressive,<br />

proiettive, rassicuranti, d<strong>in</strong>amiche e soprattutto s<strong>in</strong>tetiche perché, <strong>in</strong><br />

un'ultima analisi, volte a favorire il processo di <strong>in</strong>tegrazione della<br />

personalità.(2) Come la fiaba la visualizzazione conduce chi l'ascolta a vivere<br />

realmente <strong>in</strong> un mondo immag<strong>in</strong>ario e fantastico, protetto come un bamb<strong>in</strong>o dal<br />

terapeuta-genitore che nel racconto porta la propria partecipazione e<br />

disponibilità rassicurante. Altri parallelismi sono r<strong>in</strong>tracciabili nella<br />

presenza e nell'uso dei silenzi, nella descrizione dell'eroe o dell'ero<strong>in</strong>a,<br />

simbolo dell'io, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i assolutamente positivi, nella proiezioni di aspetti<br />

conflittuali presenti nel paziente <strong>in</strong> varie figure psicologicamente monovalenti.<br />

(3) E' pertanto facile comprendere come l'efficacia terapeutica di questo metodo<br />

si fondi, <strong>in</strong> un'ultima analisi, sull'azione d<strong>in</strong>amica del simbolo e<br />

dell'immag<strong>in</strong>azione ad un livello prevalentemente <strong>in</strong>consapevole; essendo le<br />

visualizzazioni strategie terapeutiche basate sui simboli si confida nella<br />

capacità dell'immag<strong>in</strong>e di superare le barriere della razionalità e dunque di<br />

agire sul nucleo dell'<strong>in</strong>conscio.<br />

Come scrive Assagioli "la primaria funzione (del simbolo) è quella di<br />

essere degli accumulatori...la seconda è quella di essere dei trasformatori di<br />

energie psichiche, la terza è quella di conduttori di quelle stesse energie e la<br />

loro quarta funzione è quella della <strong>in</strong>tegrazione." (4). I simboli possono<br />

<strong>in</strong>fatti sia causare una profonda trasformazione nella psiche, sciogliendo i<br />

condizionamenti del passato e creando nuovi sbocchi all'energia, sia sviluppare<br />

la funzione conoscitiva ponendoci <strong>in</strong> contatto con parti di noi stessi<br />

<strong>in</strong>accessibili alla mente analitica, e avvic<strong>in</strong>andoci così al capire vedendo<br />

anziché pensando.<br />

In seduta terapeutica al paziente, dopo che questi è entrato <strong>in</strong> uno stato di<br />

rilassamento, vengono proposti dei simboli o delle catene di simboli all'<strong>in</strong>terno<br />

di una struttura narrativa e ne vengono poi ascoltate le esperienze, cercando di<br />

cogliere sempre i sentimenti che accompagnano le immag<strong>in</strong>i. Esiste sempre <strong>in</strong>fatti


uno spazio di colloquio, che può contenere associazioni, ricordi, riflessioni,<br />

<strong>in</strong>sight. Questo perché, come sostiene Caldironi, "ogni terapia si avvale di due<br />

percorsi paralleli e complementari: quello logico- analitico-<strong>in</strong>tepretativo e<br />

quello simbolico-analogico. Attraverso il primo si permette al paziente di<br />

utilizzare l'io e le sue strutture logiche, le sue conoscenze, i suoi strumenti<br />

per operare una lenta modificazione del modo di vedere la realtà, che gli<br />

consenta un relativo adattamento al proprio ambiente ed uno stato di discreto<br />

benessere. Sarà però solo attraverso il secondo percorso, quello simbolico, che<br />

il paziente riuscirà, come <strong>in</strong> processo magico, alchemico, a trasmutare la<br />

sostanza delle esperienze, dei vissuti, dei ricordi e delle immag<strong>in</strong>i. Questo<br />

potrà avvenire perché <strong>in</strong> questo percorso terapeutico si trascende il livello<br />

logico e si <strong>in</strong>veste il livello preverbale dal momento che tutto o gran parte è<br />

accaduto prima del l<strong>in</strong>guaggio." (5)<br />

Durante le visualizzazioni <strong>in</strong>fatti lo stato di rilassamento profondo<br />

produce un restr<strong>in</strong>gimento del campo di coscienza, un allentamento della<br />

concentrazione attiva e vigile che permette il passaggio di messaggi<br />

radicalmente <strong>in</strong>novatori e risananti perché veicolanti una superiore armonia e<br />

colmanti antichi vuoti. Come <strong>in</strong> un lento e cont<strong>in</strong>uo processo di nutrizione, il<br />

terapeuta offre al paziente un <strong>in</strong>sieme di immag<strong>in</strong>i e messaggi analogici fertili<br />

e nutritivi e contribuisce al lento processo di r<strong>in</strong>ascita psicologica.<br />

Nessuna delle persone seguite nel gruppo ha raggiunto un traguardo<br />

def<strong>in</strong>ito e def<strong>in</strong>itivo, anche se qualcuna ha effettivamente scandito, <strong>in</strong> un<br />

personale stato di crescita, tappe oggettivamente verificabili. Ognuna ha però<br />

messo <strong>in</strong> moto un <strong>in</strong>teriore processo di ascolto di sé risvegliando la capacità<br />

personale di volersi bene e di contribuire così ad un lavoro <strong>in</strong>terno ed esterno<br />

di maturazione psichica e relazionale.<br />

Le problematiche presenti nelle componenti del gruppo ci hanno <strong>in</strong>dotto a<br />

scegliere un ciclo di dodici visualizzazioni "La r<strong>in</strong>ascita", (6) costruite per<br />

guidare il paziente a rivivere tappe evolutive non sufficientemente <strong>in</strong>tegrate<br />

nella propria esperienza. Ognuna delle c<strong>in</strong>que donne presentava <strong>in</strong>fatti un


profondo blocco <strong>in</strong>teriore, che impediva a ciascuna di riconoscersi come soggetto<br />

determ<strong>in</strong>ante la propria vita. Erano fortemente presenti nelle loro storie delle<br />

esperienze con la figura materna che, realmente o fantasticamente, erano state<br />

vissute come <strong>in</strong>ibenti e colpevolizzanti. Tutte avevano così sviluppato<br />

un'<strong>in</strong>capacità a viversi come persone degne di rispetto e amore di sé,<br />

manifestando condizioni depressive che si esprimevano <strong>in</strong> frequenti stati di<br />

ansia, disturbi dell'alimentazione, <strong>in</strong>ibizioni nei rapporti <strong>in</strong>terpersonali,<br />

astenie e perdite di <strong>in</strong>teressi.<br />

Non abbiamo lavorato sui s<strong>in</strong>tomi, su una ricostruzione artificiale della<br />

loro vita, non abbiamo <strong>in</strong>segnato loro tecniche o strategie di cambiamento,<br />

abbiamo cercato <strong>in</strong>vece di attivare un lento ma costante processo di cambiamento<br />

della rappresentazione che ognuna aveva della propria vita, un'attivazione delle<br />

capacità di trasformazione che ognuno si porta sempre e comunque dentro di sé.<br />

Chiara porta nelle sedute una storia di legami genitoriali caratterizzati<br />

da ricatti affettivi e sottomissione ed una conseguente difficoltà a pensarsi e<br />

viversi autonoma, al punto che la madre aveva libero accesso anche alla stanza<br />

matrimoniale, senza che Chiara riuscisse a limitare questa pesantissima<br />

<strong>in</strong>trusione nella vita personale e di coppia. Sembra quasi superfluo sottol<strong>in</strong>eare<br />

come la coppia avesse, s<strong>in</strong> dagli <strong>in</strong>izi del matrimonio, sviluppato una serie di<br />

disturbi nella dimensione sessuale.<br />

Le persone che soffrono vivono se stesse come totalmente identificate <strong>in</strong><br />

immag<strong>in</strong>i fisse di sé e delle loro relazioni, come sclerotizzate <strong>in</strong> una sola<br />

possibile dimensione, quella negativa della malattia, della sofferenza,<br />

dell'immutabilità. E' stato nostro compito cercare di aiutare le pazienti a<br />

costruirsi, con le parole e le immag<strong>in</strong>i, una rappresentazione diversa della<br />

realtà, dove ognuno poteva ritrovare una possibilità di libertà nel percepire il<br />

mondo, gli altri, il tempo, il corpo, lo scorrere dell'esistenza, ciò che si<br />

vuole e ciò di cui si ha paura.<br />

Antonella, che di per sé non ha ottenuto durante la terapia apprezzabili<br />

cambiamenti nelle sue relazioni significative ha espresso al Gruppo la novità


per lei piacevole e stimolante di avere imparato ad ascoltare l'altro senza<br />

provare fastidi o disagi. La capacità di ascoltare l'altro è contemporaneamente<br />

causa ed effetto della capacità di decentrarsi da un eccessivo ripiegamento su<br />

se stesso per giungere a considerare la prospettiva di pensiero dell'altro e per<br />

allargare il campo <strong>in</strong>terno della propria relazionalità.<br />

Francesca, al contrario, pur <strong>in</strong> mezzo a difficoltà oggettive e soggettive<br />

riesce, durante il percorso di terapia, a rompere un rapporto che la<br />

imprigionava <strong>in</strong> una dimensione relazionale e psichica di sopraffazione le cui<br />

radici affondavano nella sua <strong>in</strong>fanzia violentata. Il silenzio è stata la sua<br />

nota dom<strong>in</strong>ante nei primi <strong>in</strong>contri, un silenzio carico di dolore che la<br />

comprimeva <strong>in</strong>teriormente f<strong>in</strong>o alla conversione s<strong>in</strong>tomatica <strong>in</strong> seduta. La<br />

dimensione del gruppo ha avuto <strong>in</strong> questa situazione una particolare importanza,<br />

<strong>in</strong> quanto che ognuno è riuscito a trasmettere a Francesca affetto e solidarietà,<br />

empatia e aiuto reale.<br />

Le sedute hanno cercato di toccare i problemi delle pazienti, ma l'<strong>in</strong>tento<br />

pr<strong>in</strong>cipale è sempre stato quello di creare, come dice Piero Ferrucci, una nuova<br />

area di salute all'<strong>in</strong>terno della quale riuscire a progettare e a coltivare un<br />

nuovo atteggiamento verso la vita, un rapporto, un centro positivo dove poter<br />

organizzare le proprie energie. (7) Questo stile terapeutico non ha significato<br />

però non affrontare la patologia; le visualizzazioni, pur cariche di stimoli<br />

benefici e positivi, ristrutturanti e s<strong>in</strong>tetizzanti, hanno favorito <strong>in</strong> ogni caso<br />

anche l'afflusso di simboli e temi disturbanti e distruttivi, che venivano<br />

sempre discussi ed elaborati <strong>in</strong> seduta con l'apporto anche degli altri pazienti.<br />

Ignorare la patologia può <strong>in</strong>fatti significare reprimerla; bisogna<br />

<strong>in</strong>iziare a deflettere l'attenzione dalle nostre aree problematiche solo dopo<br />

averle conosciute ed esplorate a fondo.<br />

Mirella che viveva nella morsa di una sofferenza maturata <strong>in</strong> un'<strong>in</strong>fanzia<br />

<strong>in</strong> cui le era stata precluso dalla madre l'accesso emotivo al padre e<br />

contemporaneamente le era stato affidato un ruolo di partner sostitutivo a cui<br />

aveva reagito nell'<strong>in</strong>fanzia con gravi crisi asmatiche e nell'adolescenza con


disturbi anoressici, ha affrontato un percorso doloroso di riflessione che l'ha<br />

condotta a scoprire che ciò che credeva di essere <strong>in</strong> realtà non era mai stato.<br />

Lo sforzo emotivo compiuto da Mirella è stato grande nella sua duplicità; mentre<br />

scavava dentro di sé e nelle immag<strong>in</strong>i <strong>in</strong>teriorizzate dei suoi rapporti<br />

fondamentali e ne vedeva la mistificazione, contemporaneamente riusciva a<br />

costruirsi quella che abbiamo detto un'area sana, dove c'era posto per vestiti<br />

colorati, per la ripresa dell'antico amore della lettura, per un pensarsi anche<br />

buona come madre e moglie, per respirare e per lasciarsi alle spalle l'immag<strong>in</strong>e<br />

antica di cane abbandonato.<br />

L'<strong>in</strong>tera esperienza è risuonata anche dentro noi terapeuti come<br />

un'esperienza di viaggio, un processo di accompagnamento verso una prospettiva<br />

di crescita e di salute che ci ha permesso di capire come, <strong>in</strong> questo momento,<br />

sia veramente importante preservare dentro le aziende USL che si muovono sempre<br />

più esplicitamente verso una meccanizzazione della risposta psicologica<br />

<strong>in</strong>trappolata <strong>in</strong> calcoli aziendali, uno spazio dove alla persone sia permesso<br />

soffrire, stare accanto al proprio dolore, senza vergognarsene e senza sentirsi<br />

<strong>in</strong> colpa. A chi scrive sembra <strong>in</strong>fatti che il pensiero e la prassi psicologica<br />

dentro le ASL stia rispondendo sempre più, sia per lo psicologo sia per il<br />

cliente, all'idea generale della risposta tecnica per tutto e per tutti, con il<br />

rischio di far perdere all'uomo la sua identità profonda, sp<strong>in</strong>gendolo <strong>in</strong>vece<br />

verso il solo immedesimarsi <strong>in</strong> una vita legata a criteri di efficienza e<br />

produttività.<br />

Paola si e' rivolta allo psicologo per affrontare le condizioni di depressione<br />

che vive dopo la scoperta di un lungo tradimento dal parte del marito. Si sente<br />

svuotata ed umiliata, ma vuole mostrare al mondo doti eccezionali di freddezza e<br />

controllo. Nel gruppo trova <strong>in</strong>vece uno spazio per piangere, maledirsi e maledire<br />

e per rifugiarsi nell'immag<strong>in</strong>e maliziosa e timida di una gatt<strong>in</strong>a <strong>in</strong>difesa, per<br />

giungere <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e al sogno, un po' onnipotente, un po' rabbioso, un po' giocoso di<br />

cui si è scritto <strong>in</strong> apertura. Paola lascia smuovere dentro di sé un mondo di


emozioni forti, non si dà una risposta precisa e sicura ma un tempo <strong>in</strong>terno ed<br />

esterno per ridef<strong>in</strong>irsi.<br />

Si è spesso detto o scritto che la <strong>psicoterapia</strong> ha qualcosa di poetico,<br />

come la poesia misteriosamente può allargare un'anima, così la parola di<br />

qualcuno, terapeuta o paziente, può altrettanto misteriosamente <strong>in</strong>dirizzare<br />

verso una strada di crescita. Ci è venuto così da pensare che dentro ognuno di<br />

noi si condens<strong>in</strong>o quei famosi versi di Montale (8):<br />

" Ciò che di me sapeste<br />

non fu che la scialbatura,<br />

la tonaca che riveste<br />

la nostra umana ventura."<br />

Bibliografia<br />

1) Ferrucci P., Esperienze delle vette, Astrolabio, Roma, 1989, p.291<br />

2) Caldironi B., Sem<strong>in</strong>ari di psicopatologia e <strong>psicoterapia</strong>, Nanni, Ravenna 1992,<br />

p.375<br />

3) Caldironi B. e Widmann C., Visualizzazioni guidate <strong>in</strong> <strong>psicoterapia</strong>, Piovan,<br />

Abano Terme 1980<br />

4) Assagioli R., Pr<strong>in</strong>cipi e metodi della psicos<strong>in</strong>tesi terapeutica, Astrolabio,<br />

1973, pg.151<br />

5) Caldironi B., Sem<strong>in</strong>ari di terapia immag<strong>in</strong>ativa, Nanni, Ravenna 1992, pg 35-36<br />

6) Caldironi B., ibidem, pg. 197<br />

7) Ferrucci P., Alchimia di ogni giorno: la trasformazione delle energie <strong>in</strong><br />

Introduzione alla Psicos<strong>in</strong>tesi, Mediterranee, Roma 1994<br />

8) Montale E., "Ciò che di me sapeste" <strong>in</strong> Ossi di seppia, Mondadori, 1973

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