Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Narrazione e Mito (I parte)<br />
<strong>Claudio</strong> <strong>Naranjo*</strong><br />
"INformazione Psicologia Psicoterapia Psichiatria", n° 40, maggio - agosto 2000,<br />
pagg.<br />
2-7, Roma"<br />
http://www.<strong>in</strong>-<strong>psicoterapia</strong>.com<br />
Nel 1909 la pubblicazione del saggio di Otto Rank Il mito della nascita<br />
dell'eroe attirò l'attenzione sulla somiglianza fra molte leggende sulla vita<br />
di eroi e fondatori di religionisorte nell'ambito di contesti culturali<br />
differenti. In esse si potevano riscontrare - oltre alle imprese eroiche (e <strong>in</strong><br />
varie comb<strong>in</strong>azioni) - motivi quali la nascita da una verg<strong>in</strong>e, la<br />
persecuzione durante l'<strong>in</strong>fanzia, l'affidamento a genitori adottivi, il<br />
matrimonio con una pr<strong>in</strong>cipessa, il regno, il viaggio nell'aldilà e così via.<br />
Poiché queste leggende sembravano essersi sviluppate autonomamente,<br />
la loro somiglianza avviò una riflessione sulla possibilità che esse si<br />
riferissero a qualche verità psicologica universale.<br />
Al tempo <strong>in</strong> cui Rank scriveva, l'argomento era già stato ampiamente<br />
discusso fra gli studiosi; lo schema del"monomito" era stato del<strong>in</strong>eato per<br />
la prima volta dall'antropologo <strong>in</strong>glese Edward Taylor nel 1871, e il<br />
dibattito era andato avanti. Tralasciando, per il momento, la questione<br />
dell'<strong>in</strong>terpretazione del mito, si può dire che ulteriori elementi comuni<br />
alle leggende degli eroi furono <strong>in</strong> seguito osservati da Lord Raglan.<br />
Riproduco qui le sue osservazioni:<br />
o<br />
o<br />
o<br />
o<br />
o<br />
o<br />
o<br />
o<br />
o<br />
La madre dell'eroe è una verg<strong>in</strong>e di sangue reale;<br />
suo padre è un re e<br />
spesso anche un parente stretto della madre, ma<br />
le circostanze del suo concepimento sono <strong>in</strong>solite e<br />
egli è anche ritenuto figlio di una div<strong>in</strong>ità.<br />
Alla nascita si tenta di ucciderlo, <strong>in</strong> genere per opera del<br />
padre o del nonno materno, ma<br />
l'eroe viene allontanato dal pericolo da un <strong>in</strong>tervento<br />
soprannaturale e<br />
viene allevato da genitori adottivi <strong>in</strong> un paese lontano.<br />
Non si sa nulla della sua <strong>in</strong>fanzia ma
o<br />
o<br />
o<br />
o<br />
o<br />
o<br />
o<br />
o<br />
o<br />
o<br />
o<br />
o<br />
o<br />
raggiunta l'età adulta l'eroe ritorna o giunge per la prima<br />
volta nel suo futuro regno.<br />
Dopo aver sconfitto il re e/o un gigante, un drago o una belva<br />
feroce,<br />
l'eroe sposa una pr<strong>in</strong>cipessa, spesso figlia del suo<br />
predecessore e<br />
diventa re.<br />
Per un certo periodo egli regna senza che accada nulla di<br />
particolare e<br />
promulga leggi, ma<br />
<strong>in</strong> seguito perde il favore degli dei e/o dei suoi sudditi e<br />
viene scacciato dal trono e dalla città; dopodiché<br />
muore <strong>in</strong> modo misterioso<br />
spesso <strong>in</strong> cima a una coll<strong>in</strong>a.<br />
I suoi figli, se ne ha, non gli succedono sul trono.<br />
Il suo corpo rimane <strong>in</strong>sepolto e tuttavia<br />
vi sono uno o più luoghi ove si venera il suo sepolcro.<br />
Segal ha osservato che i primi tredici punti di quest'elenco<br />
corrispondono approssimativamente all'<strong>in</strong>tero schema proposto da<br />
Rank, sebbene Raglan non conoscesse il lavoro di Rank. Inoltre, sempre<br />
secondo Segal, "per Rank il punto centrale del percorso dell'eroe è<br />
l'acquisizione del regno. Per Raglan è <strong>in</strong>vece la perdita del regno".<br />
L'elenco di Raglan va dal concepimento dell'eroe alla sua morte, mentre<br />
quello di Rank (derivato dall'analisi di 22 miti) rispecchia l'<strong>in</strong>teresse<br />
dell'autore per le esperienze dell'età <strong>in</strong>fantile.<br />
Se consideriamo <strong>in</strong>sieme le osservazioni di Rank e quelle di Raglan,<br />
otteniamo una sequenza dove l'eroe, dopo una vittoria temporanea,<br />
viene sconfitto e muore, e tuttavia alla f<strong>in</strong>e raggiunge uno stato div<strong>in</strong>o o<br />
semidiv<strong>in</strong>o, tanto che la memoria di lui e il suo <strong>in</strong>segnamento gli<br />
sopravvivono. Penso che questa struttura possa paragonarsi a quella<br />
emersa da un parallelo campo di studi: quello che ha per oggetto le<br />
somiglianze strutturali nelle fiabe popolari. Tali somiglianze erano già<br />
state osservate da studiosi russi quali R.M. Volkov, il quale aveva<br />
evidenziato qu<strong>in</strong>dici temi comuni, come la persecuzione di un <strong>in</strong>nocente,<br />
la caduta <strong>in</strong> discredito dell'eroe, il combattimento con un drago, la<br />
conquista di una sposa, l'eroe che rimane vittima di un <strong>in</strong>cantesimo, la<br />
presenza di un talismano e altri. Ma il saggio di Vladimir<br />
Propp Morfologia della fiaba, pubblicato a Len<strong>in</strong>grado nel 1928 è uno<br />
studio completo ed esaustivo sulla materia Nell'<strong>in</strong>troduzione all'edizione<br />
portoghese il prof. Adriano Duarte scrive che il lavoro di Propp <strong>in</strong>fluenzò<br />
profondamente quello di Levy-Strauss e che "il formalismo russo,<br />
guardato con sospetto dai marxisti e ignorato nei paesi occidentali,<br />
giunse a <strong>in</strong>fluenzare <strong>in</strong> modo decisivo il pensiero strutturalista".
Nella sua <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e sui racconti di fate Propp formulò non meno di 31<br />
"funzioni" che considerava i "costituenti fondamentali" del racconto di<br />
magia e aveva osservato <strong>in</strong> essi il ripetersi di un'identica sequenza.<br />
Riporto <strong>in</strong> nota la lunga lista di tali funzioni e osservo solo che lo<br />
schema narrativo di Propp contiene non una ma due vittorie nel corso<br />
della vita dell'eroe: una prima vittoria temporanea e <strong>in</strong> seguito una<br />
def<strong>in</strong>itiva, preceduta da una sconfitta, dal tradimento e da una serie di<br />
difficili prove.<br />
Questo schema sembra concordare con le leggende sorte <strong>in</strong>torno a figure<br />
storiche di eroi; anche <strong>in</strong> queste vi è una prima vittoria terrena seguita,<br />
alla f<strong>in</strong>e, da un'apoteosi celeste (dopo un apparente fallimento, come nel<br />
racconto della resurrezione di Cristo).<br />
Molto più note delle idee di Rank, Raglan e Propp sono oggi quelle di<br />
Joseph Campbell il quale, va detto subito, non rileva la presenza di due<br />
dist<strong>in</strong>ti episodi <strong>in</strong> cui l'eroe supera le avversità. Alla f<strong>in</strong>e della prima<br />
parte del suo saggio L'eroe dalle mille facce egli riassume così la propria<br />
visione del"monomito":<br />
L'eroe del mito, muovendo dalla sue sede abituale - capanna<br />
o castello che sia - è condotto, trasc<strong>in</strong>ato, oppure procede<br />
volontariamente f<strong>in</strong>o alla soglia del suo viaggio avventuroso.<br />
Qui egli <strong>in</strong>contra una presenza posta a guardia del passaggio.<br />
L'eroe può sconfiggere questa potenza o venire a patti con<br />
essa ed entrare vivo nel regno delle tenebre; oppure può<br />
essere sconfitto e discendervi da morto. Oltre la soglia l'eroe<br />
viaggia <strong>in</strong> un mondo popolato da forze sconosciute, alcune<br />
delle quali lo mettono a dura prova, mentre altre gli<br />
forniscono un aiuto magico. Giunto al nadir del percorso<br />
mitologico, l'eroe viene sottoposto a una prova suprema e<br />
guadagna il proprio premio. Il trionfo può essere<br />
rappresentato dall'unione sessuale dell'eroe con la dea-madre<br />
del mondo, dal suo riconoscimento da parte del padrecreatore,<br />
dalla div<strong>in</strong>izzazione dell'eroe stesso (apoteosi)<br />
oppure - se le potenze gli sono rimaste nemiche - dal furto del<br />
beneficio che era venuto a guadagnarsi (una sposa, il fuoco,<br />
etc.). Si tratta essenzialmente di un'espansione della<br />
coscienza e con essa dell'essere (illum<strong>in</strong>azione,<br />
trasfigurazione, liberazione). L'ultimo compito è quello del<br />
ritorno. Se le potenze hanno benedetto l'eroe egli ora procede<br />
sotto la loro protezione; altrimenti deve fuggire e viene<br />
<strong>in</strong>seguito. Le potenze trascendentali devono fermarsi sulla<br />
soglia del ritorno e l'eroe riemerge dal regno delle tenebre. Il<br />
premio che egli porta con sé rigenera il mondo".
Campbell ha ulteriormente riassunto l'<strong>in</strong>tero processo nel seguente<br />
paragrafo:<br />
Un eroe compie un viaggio dal mondo di tutti i giorni verso<br />
una regione di meraviglie soprannaturali. Incontra forze<br />
favolose e consegue una vittoria decisiva. Egli poi ritorna<br />
dalla sua misteriosa avventura con il potere di distribuire<br />
benefici agli altri uom<strong>in</strong>i<br />
O ancora:<br />
Il percorso standard dell'avventura mitologica è<br />
un'accentuazione della formula rappresentata nei riti di<br />
passaggio: separazione/<strong>in</strong>iziazione/ritorno. Esso può essere<br />
considerato il nucleo centrale delmonomito.<br />
Come vedremo, il fatto che Campbell non prenda <strong>in</strong> considerazione la<br />
dist<strong>in</strong>zione tra una prima vittoria temporanea e una successiva vittoria<br />
f<strong>in</strong>ale nel corso del viaggio mitologico impedisce una completa<br />
corrispondenza fra il suo schema e quanto viene riferito a proposito delle<br />
esperienze di espansione e contrazione della coscienza che precedono<br />
l'illum<strong>in</strong>azione f<strong>in</strong>ale.<br />
Ciò che <strong>in</strong>tendo dimostrare <strong>in</strong> questo capitolo - e che servirà da punto di<br />
partenza per l'analisi, nel seguito del libro, di documenti letterari che<br />
presentano un unico schema - è che il momento dell'"<strong>in</strong>iziazione",<br />
situato tra la "separazione" e il "ritorno", si divide <strong>in</strong> tre fasi dist<strong>in</strong>te e<br />
che una descrizione completa del "monomito" deve comprendere due<br />
episodi culm<strong>in</strong>anti separati da una sconfitta. Due vittorie dist<strong>in</strong>te tra<br />
loro, così come il regno orig<strong>in</strong>ale è diverso da quello riconquistato; come<br />
l'<strong>in</strong>v<strong>in</strong>cibile Achille è diverso dall'Ulisse reso esperto dai suoi viaggi. O<br />
come il Monte S<strong>in</strong>ai è diverso dalla terra promessa. Il lettore <strong>in</strong>contrerà<br />
lo schema della doppia vittoria lungo tutto il libro: prima una vittoria<br />
temporanea e poi una vittoria f<strong>in</strong>ale, separate da un periodo di difficoltà.<br />
Dapprima nei miti e nelle fiabe popolari, poi nel processo di espansione<br />
e contrazione della coscienza che precedono l'illum<strong>in</strong>azione completa e<br />
poi, nei capitoli che seguono, nel racconto dei due viaggi di Gilgamesh,<br />
nei due libri di Omero, <strong>in</strong> Dante - dalla Vita Nova alla r<strong>in</strong>ascita spirituale<br />
della Commedia - nei due libri di Faust e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e nell'esperienza delle due<br />
nascite riportata dall'epica di Totila Albert.<br />
L’osservazione di Levy-Strauss secondo la quale nel mito si trova un’eco<br />
di fenomeni sociali può essere valida ma riguarda ciò che io considero<br />
un epifenomeno del "vero" significato che il mito vuole trasmettere. In<br />
altre parole è vero che i miti patriarcali "usano il l<strong>in</strong>guaggio" delle<br />
antiche monarchie, ma non sarebbe corretto dire che ne siano una<br />
rappresentazione, se non <strong>in</strong> senso figurato.
Sospetto che, a parte certi psicoanalisti ortodossi, pochi possano<br />
accontentarsi dell’affermazione di Rank secondo cui la facola dell’eroe ci<br />
parla delle esperienze comuni dell’<strong>in</strong>fanzia, a meno di prendere anche<br />
questa come metafora, trasponendo per esempio la "nascita dell’eroe" <strong>in</strong><br />
una "seconda nascita" di tipo spirituale, o <strong>in</strong>terpretando le frustrazioni<br />
legate al rapporto con la madre co con il padre come simbolo di una<br />
vittimizzazione dello spirito <strong>in</strong> un mondo percorso da forze oscure. E<br />
considero anche troppo limitata la posizione di Campbell quando dice<br />
che "attraverso i racconti fantastici che sembrano narrare la vita di eroi<br />
leggendari, la potenza delle div<strong>in</strong>ità della natura, lo spirito dei morti o gli<br />
antenati leggendari di una comunità, viene data un’espressione<br />
simbolica a desideri, paure e tensioni <strong>in</strong>consce che sono alla base dei<br />
meccanismi coscienti del comportamento umano. In altri term<strong>in</strong>i la<br />
mitologia non è altro che psicologia <strong>in</strong> forma di biografia, storia e<br />
cosmologia."<br />
Campbell è certamente un precursore, almeno per quanto riguarda il<br />
credito che egli dà alla teoria psicoanalitica. Ma <strong>in</strong> questo caso mi<br />
sembra che abbia dato un peso eccessivo al pregiudizio psicoanalitico.<br />
Egli cita anche un passo di Geza Roheim: "Bisogna dimostrare che lo<br />
stregone/sciamano è un neurotico o uno psicotico, o almeno che la sua<br />
arte si basa sugli stessi meccanismi di una neurosi o psicosi. Le<br />
aggregazioni umane si fondano su ideali di gruppo che sono sempre<br />
riconducibili all’<strong>in</strong>fanzia dell’uomo. Pertanto gli stregoni si limitano a<br />
rendere visibile e pubblico il sistema di fantasie simboliche presente <strong>in</strong><br />
ogni membro adulto della loro comunità".<br />
Anche l’<strong>in</strong>terpretazione junghiana dell’eroe come archetipo dotato di una<br />
propria struttura (una sorta di "organo della mente") ci lascia<br />
<strong>in</strong>soddisfatti. Parafrasando un’osservazione di Segal a proposito del<br />
saggio Lo schema eroico nella vita di Gesù di Alan Dundes, diremo che<br />
<strong>in</strong>terpretare la vita di Gesù come mero simbolo dell’evoluzione dell’ego a<br />
partire dall’<strong>in</strong>conscio e del ritorno f<strong>in</strong>ale dell’ego all’<strong>in</strong>conscio sarebbe<br />
una banalizzazione di un <strong>in</strong>segnamento <strong>in</strong>iziatico.<br />
Sebbene vic<strong>in</strong>o alle idee di Jung, Joseph Campbell era dichiaratamente<br />
non junghiano. Sono certo che egli non avrebbe dato <strong>in</strong>izio al "revival<br />
mitologico" dei nostri tempi se non per seguire l’esempio del suo amico e<br />
maestro He<strong>in</strong>rich Zimmer, che aveva assorbito <strong>in</strong>segnamenti tradizionali<br />
sui simboli religiosi <strong>in</strong>diani per farne parte della propria ermeneutica.<br />
Pur dando atto a Campbell di avere utilizzato le scoperte della psicologia<br />
evitando di cadere nello psicologismo, mi sembra però che per meglio<br />
diffondere il suo valido contributo alla comprensione del mito egli abbia<br />
fatto eccessivo credito tanto a Freud quanto a Jung. Facendo leva sulla<br />
moda diffusa presso le élites del suo tempo, egli riuscì a "<strong>in</strong>trufolare"
concetti spirituali nel mondo accademico proprio come aveva fatto Jung<br />
prima di lui, con la trasformazione delle antiche div<strong>in</strong>ità nel più elegante<br />
e accettabile concetto di archetipo.<br />
In contrapposizione alla pretesa junghiana che il mito si riferisca alla<br />
seconda metà della vita dell’uomo comune, io sostengo che il più <strong>in</strong>timo<br />
significato dei miti sia qualcosa di raro e stra-ord<strong>in</strong>ario. Credo che la<br />
magia dei cosiddetti "racconti meravigliosi" (per usare il l<strong>in</strong>guaggio di<br />
Propp) abbia lo scopo preciso di evidenziare il fatto che gli eventi della<br />
vita dell’eroe spirituale sono del tutto straord<strong>in</strong>ari, poiché gli eroi vivono<br />
<strong>in</strong> un mondo <strong>in</strong> cui tali eventi ed esperienze sono rari.<br />
Gli <strong>in</strong>iziati e gli artisti di molte parti del mondo lo hanno capito da<br />
tempo. Ad esempio, quando Dante spiega a Cangrande di Verona come<br />
si debba leggere la suaCommedia, fa ricorso ai quattro livelli di<br />
significato del<strong>in</strong>eati da Tommaso d’Aqu<strong>in</strong>o per l’<strong>in</strong>terpretazione delle<br />
sacre scritture: prendendo <strong>in</strong> considerazione il Salmo 114, l’Aqu<strong>in</strong>ate<br />
nota che se ci si limita alla lettera del testo, esso si riferisce alla fuga<br />
degli ebrei dall’Egitto al tempo di Mosè; <strong>in</strong> senso allegorico, esso<br />
suggerisce la redenzione attraverso il Cristo; <strong>in</strong> senso morale allude alla<br />
conversione dell’anima dalla condizione di peccato allo stato di grazia; <strong>in</strong><br />
senso anagogico, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, si riferisce all’"uscita dell’anima immortale dalla<br />
schiavitù della corruzione verso la libertà della gloria eterna".<br />
Proprio come la storia di Mosè echeggia lo schema del racconto dell’eroe,<br />
l’Esodo costituisce una variazione del monomito, nel senso che l’eroe qui<br />
non è un <strong>in</strong>dividuo ma un popolo. Mosè arriva nella terra del Faraone<br />
sulle acque di un fiume, viene cresciuto da genitori adottivi, sfugge alle<br />
persecuzioni, riceve una chiamata soprannaturale, fa esperienza di una<br />
grande epifania, subisce processi e tribolazioni e muore <strong>in</strong> vista della<br />
terra promessa. E la storia prosegue dopo la sua morte, attraverso il<br />
Deuteronomio e tutte le sacre scritture f<strong>in</strong>o alla costruzione del Tempio<br />
di Salomone. Non c’è dubbio che per i commentatori antichi e per gli<br />
attuali rabb<strong>in</strong>i la storia nonriguardi la natura né l’esperienza<br />
dell’<strong>in</strong>fanzia nell’<strong>in</strong>conscio collettivo dell’uomo comune. Ma chiunque<br />
ammetterebbe che essa contiene un <strong>in</strong>segnamento che riguarda il<br />
processo di maturazione <strong>in</strong>dividuale lungo un percorso mistico, e che<br />
costituisce una mappa degli stadi avanzati dello sviluppo dell’uomo.<br />
Il mio scopo <strong>in</strong> questo libro sarà di procedere oltre nella direzione del<br />
chiarimento del significato <strong>in</strong>timo delmonomito, per poi mostrare che i<br />
diversi stadi del viaggio dell’eroe corrispondono precisamente a quelli di<br />
un "viaggio <strong>in</strong>teriore" dell’<strong>in</strong>dividuo nel corso della sua evoluzione psicospirituale.
Una parte delle mie argomentazioni sarà dedicata a del<strong>in</strong>eare lo schema<br />
di tale evoluzione nella vita reale degli eroi spirituali i quali, dopo aver<br />
sperimentato una "seconda nascita", devono ancora affrontare un<br />
viaggio, e poi il ritorno dopo aver completato un pellegr<strong>in</strong>aggio<br />
apparentemente governato dal fato. L’accento posto sui diversi stadi<br />
dello sviluppo spirituale potenzialmente aperti all’<strong>in</strong>dividuo corrisponde<br />
a ciò che nella tradizione cristiana viene chiamato "teologia mistica", da<br />
cui il titolo di questo capitolo.<br />
Mentre la maggior parte di questo libro sarà dedicata al tentativo di<br />
decifrare il significato anagogico di alcune delle più grandi opere della<br />
letteratura occidentale, nel seguito di questo capitolo mi concentrerò nel<br />
rendere esplicito il significato generale della "favola dell’eroe" così come è<br />
stato generalmente riconosciuto nel campo del mito e del folclore. Nel far<br />
ciò tenterò anche di dimostrare l’affermazione di un antico maestro Sufi<br />
(Daudzadah) secondo la quale la "summa di ogni saggezza" è contenuta<br />
nei diversi livelli di <strong>in</strong>terpretazione della storia che segue:<br />
In una remota terra regnava un monarca giusto che aveva<br />
una moglie e due meravigliosi figli, un maschio e una<br />
femm<strong>in</strong>a. Essi vivevano felici <strong>in</strong>sieme.<br />
Un giorno il padre chiamò davanti a sé i suoi figli e disse: "E’<br />
giunto il tempo, come succede per tutti. Dovete partire per<br />
una terra lontana, percorrere un’enorme distanza. Dovrete<br />
cercare, trovare e portare <strong>in</strong>dietro con voi una gemma<br />
preziosa".<br />
I viaggiatori furono condotti <strong>in</strong> <strong>in</strong>cognito <strong>in</strong> una strana terra, i<br />
cui abitanti vivevano un’esistenza oscura. Il posto aveva un<br />
effetto tale che i due, vagabondando come addormentati,<br />
persero le rispettive tracce.<br />
Ogni tanto essi vedevano dei fantasmi, qualcosa di simile alla<br />
loro terra di orig<strong>in</strong>e o alla gemma, ma queste cose non<br />
facevano che peggiorare le loro alluc<strong>in</strong>azioni, che stavano<br />
com<strong>in</strong>ciando a confondersi con la realtà. Quando al re giunse<br />
notizia dello stato dei suoi figli, egli mandò loro un messaggio<br />
tramite un servitore fidato, un uomo saggio: "Ricordatevi la<br />
vostra missione. Risvegliatevi dai sogni e rimanete <strong>in</strong>sieme".<br />
Quando giunse loro il messaggio essi si risvegliarono, e con<br />
l’aiuto della loro guida affrontarono mostruosi pericoli per<br />
trovare la gemma, e con l’aiuto magico di questa tornarono
nel loro regno di luce, per rimanervi ancora più felici e per<br />
sempre.<br />
Dire che questo racconto sia la "summa di ogni saggezza" si riferisce<br />
ovviamente a un tipo di comprensione che non può essere espresso<br />
precisamente a parole e che non può essere raggiunto completamente da<br />
chi non abbia completato il viaggio. Tuttavia, proprio il fatto che storie<br />
come questa sono state raccontate e hanno costituito una parte<br />
importante della tradizione spirituale del mondo implica che le parole<br />
possono almeno <strong>in</strong>dicare la strada ai viaggiatori.<br />
La storia del<strong>in</strong>eata sopra - nota <strong>in</strong> molte variazioni (la più famosa delle<br />
quali è la parabola del figliol prodigo nei Vangeli) - non è altro che il<br />
mitologema che gli studiosi moderni hanno chiamato "favola dell’eroe".<br />
Ma poiché gli studiosi, come la maggior parte delle persone, sono di<br />
solito meno saggi dei mistici (i quali, io credo, hanno creato il prototipo<br />
della favola) molto del significato <strong>in</strong>timo delle storie giace dimenticato<br />
come un tesoro sepolto sotto la loro superficie familiare. Spero che il<br />
resto di questo capitolo contribuirà alla comprensione della<br />
corrispondenza fra il contenuto <strong>in</strong>timo del "folclore" (favole, leggende e<br />
miti) e la comprensione dello sviluppo umano nelle tradizioni spirituali<br />
viventi.<br />
Psichiatra, psicoterapeuta