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ALEX BRITTI ALEX BRITTI

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<strong>ALEX</strong> <strong>ALEX</strong> <strong>BRITTI</strong><br />

<strong>BRITTI</strong><br />

biografia biografia biografia biografia<br />

"…suonavo "…suonavo "…suonavo il il blues blues- blues il il jazz qualche qualche volta m'assaliva di nascosto nascosto- nascosto<br />

però per i cantautori c'era<br />

sempre sempre posto…..ed posto…..ed anche anche se se il il mio mio suono suono può può sembrarvi sembrarvi strano strano<br />

- Io faccio pop italiano" italiano"<br />

Quella che avete appena letto rappresenta la dichiarazione d'intenti che Alex Britti ha posto tra le<br />

note ed i colori di “It. “It. Pop”, il brano che dà il titolo al suo primo album, pubblicato ad ottobre 1998.<br />

Questo vero e proprio “manifesto del Britti Pensiero” riassume le principali caratteristiche della<br />

proposta musicale di Alex.<br />

E' facile comprendere, scorrendo a ritroso il percorso della sua vicenda artistica, come il blues, il jazz,<br />

il pop e la canzone d’autore, riescano a fondersi efficacemente ogni volta che Alex si accinge a<br />

"produrre" note imbracciando la sua acustica. In effetti la chitarra è il primo amore di Britti, amore<br />

nato all'età di 8 anni che lo ha spinto a formare un proprio gruppo dieci anni dopo, suonando blues in<br />

giro per l'Europa. La tecnica di prim'ordine in suo possesso lo ha rapidamente reso appetibile ai<br />

migliori bluesman internazionali, tra cui Buddy Miles e Billy Preston, fino a spingerlo nel 1990 a<br />

seguire la bluesband olandese di Rosa King in un lungo tour europeo, con il suggello delle apparizioni<br />

alla manifestazione del 1° maggio a Roma nel 1994 e '95. E' questo il periodo in cui Alex allarga i<br />

suoi orizzonti componendo le colonne sonore per i film "Uomini senza donne" (di Alessandro Gassman<br />

e Gianmarco Tognazzi) e "Stressati” (Tognazzi).<br />

Nel frattempo matura in lui l'idea di convogliare i suoi sforzi e la sua creatività verso la forma<br />

canzone, con l'intento di proporre le proprie idee a qualche casa discografica; la più ricettiva in<br />

questo senso è risultata essere la Universal Music che nel 1997 lo mette sotto contratto e pubblica, in<br />

successione, due singoli: "Quello che voglio" e "Solo una volta (o tutta la vita)". Proprio quest'ultimo,<br />

un gioiellino di comunicativa e fruibilità musicale, dalla fine dell'estate '98 entra in classifica dove<br />

rimarrà per numerose settimane raggiungendo le 70.000 copie e creando il vero evento musicale<br />

italiano dell'anno.<br />

L'attesa per l'album "It.pop" viene soddisfatta in ottobre, e non solo conferma l'efficacia<br />

commerciale della proposta di Alex, ma schiude a coloro che si avvicinano al suo mondo un ventaglio<br />

di suoni e idee del tutto fuori dal comune ".


Non solo la critica ha eletto “It. pop” miglior debutto dell'anno (referendum di "Musica & Dischi"),<br />

ma di lui si sono accorti ben 350.000 acquirenti, consentendogli di ottenere il triplo disco di platino.<br />

Al Festival di Sanremo 1999 Alex ottiene un primo risultato prestigioso, vince nella categoria “nuove<br />

proposte” interpretando “Oggi sono io”, una splendida ballata che interpreta con grande scioltezza e<br />

coinvolgimento emotivo. Dopo qualche mese, viene un secondo riconoscimento gradito: quello del PIM<br />

(Premio Italiano della Musica), come “miglior artista esordiente” del 1998.<br />

“Oggi sono io” va al primo posto delle classifiche e spiana la strada per un pezzo ancora più forte e<br />

amato, “Mi piaci”, trascinante filastrocca che impazza per tutta l’estate 1999. Per Alex è un<br />

momento magico, scandito anche da esibizioni dal vivo; al concerto del 1° maggio a Roma, al<br />

“Pavarotti & Friends” (dove non solo canta ma si esibisce anche come chitarrista, accompagnando<br />

Joe Cocker e lo stesso Pavarotti), al “Monza Rock Festival” davanti a 30.000 persone. Ad agosto parte<br />

il tour più originale degli ultimi anni “Alex Britti – sulla spiaggia”; c’è Alex con la sua band, c’è<br />

Corrado Guzzanti, ci sono deejay amici per uno spettacolo insolito che ottiene grande fortuna. Il 1999<br />

finisce in gloria, con la vittoria al “Festivalbar”, altre date di successo e un nuovo singolo, “Se non ci<br />

sei”.<br />

All’inizio del 2000 Alex si riposa nella sua amata Amsterdam, poi torna a Roma con le idee più chiare<br />

e si mette a lavorare sodo. Tempo pochi mesi e il disco è finito; “fatto in casa”, giusto come il primo,<br />

con idee schiette e la grande forza comunicativa che gli è propria.<br />

Il titolo scelto è “La La Vasc Vasca”, Vasc<br />

e l’idea è quella di “un disco di crescita, il ventaglio che piano piano si<br />

apre”. Britti non si fossilizza all’interno della sua nicchia, come forse qualcuno si aspettava, ma va<br />

oltre. Il primo singolo tratto dall’album è “Una “Una su su 1.000.000” 1.000.000” 1.000.000” (scelta dalla Presidenza del Consiglio<br />

dei Ministri, dipartimento per gli affari sociali, quale colonna sonora della campagna per la giornata<br />

nazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza).<br />

In rapida successione i singoli “Una su 1.000.000” e “La Vasca” diventano campioni di<br />

programmazione radiofonica, entrambi conquistano il numero 1 nella classifica dell’airplay (per la<br />

prima volta un artista consegue lo straordinario risultato di “scalzarsi” dalla vetta di questa speciale<br />

classifica) e si affermano come due tra i brani più popolari della stagione. Intanto il pubblico riserva<br />

all’album una strepitosa accoglienza: prima di Natale “La Vasca” è già certificato doppio disco di<br />

platino. E’ un momento di importante conferma e soddisfazione per il lavoro svolto, ma Alex non si<br />

siede sugli allori. Si concede il piacere di suonare in televisione con Ray Charles, si “inventa la<br />

doppia versione” del divertente video di “La Vasca”, si “rimette in gioco” con l’applaudito e<br />

coraggioso ritorno sul palco del Festival di Sanremo dove presenta l’emozionante brano “Sono<br />

Contento” e soprattutto affronta il “suo primo vero tour”, sorprendendoci ancora una volta con il<br />

PalaVasca, una grande tenda gialla con cui gira l’Italia. Tra i momenti clou di questa tourneè va<br />

indubbiamente ricordato il concerto allo stadio Olimpico.<br />

Ancora una volta il riscontro del pubblico è davvero notevole, l’album “La Vasca” taglia il traguardo


del triplo disco di platino e supera le cifre raggiunte con “It pop”. pop”.<br />

Si chiude così l’ennesima stagione trionfale per Alex Britti che, come da copione, “sparisce” per<br />

tornare nell’amata Amsterdam dove si ritrova con la sua vecchia band e riparte per un “blues tour”<br />

in giro per tutta l’Olanda.<br />

Nel frattempo Mina decide di incidere, con grande successo, “Oggi “Oggi sono sono io”, ed il testo del brano<br />

“Fuori” viene inserito in “Io protagonista”, antologia per la terza media (nella sezione “Noi uomini e<br />

donne di domani”)….Alex partecipa, suonando la chitarra, alla realizzazione degli album di 883 e<br />

Mina e soprattutto continua, con grande piacere, le sue incursioni live nel mondo del blues (con<br />

Louisiana Red) o del jazz (con Stefano Di Battista ed il loro “laboratorio musicale).<br />

Ricerca, sperimentazione, influenze, collaborazioni, il tutto esasperato dalla consueta straordinaria<br />

passione di Alex per la musica, ricreano gli stimoli giusti per iniziare il lavoro sul terzo album,<br />

previsto in uscita per la primavera del 2003….<br />

La crescita artistica di Alex Britti continua, il suo originalissimo “melting pot” (….ricordate il<br />

“manifesto” di cui si diceva poc’anzi) raggiunge nuovi apici che non mancheranno di sorprenderVi,<br />

ancora una volta.<br />

Nel marzo 2003 viene pubblicato il terzo album di Alex Britti preceduto dalla partecipazione al<br />

Festival Di Sanremo con il brano “70 “7000 “70<br />

00 Caffè”. Alex sfiora la vittoria piazzandosi al 2° posto della<br />

categoria big. Il titolo del nuovo album è semplicemente “3”, da cui sono stati estratti 3 singoli e 3<br />

videoclip; la lunga tournèe (estiva e teatrale) “Kitarra, Voce e Piede” lo ha visto in un allestimento<br />

originale ed impegnativo: Alex si presenta assolutamente solo sul palco e con l’aiuto di microfoni e<br />

campionatori crea atmosfere diverse per ogni brano.<br />

A settembre 2005, Universal Music Italia ha pubblicato l’ultimo album di studio “Fest Fest Festa”,<br />

a”, anticipato<br />

dal singolo ‘Prendere o Lasciare’ e dall’omonimo brano “Festa” e seguito poi dal singolo “Quanto<br />

ti ti ti Amo”. Amo”.<br />

Amo”.<br />

“Festa” “Festa” è un album che prende di sorpresa tutti quelli che, dopo i precedenti lavori, avevano creduto<br />

di poter già catalogare artisticamente in un clichè il cantautore romano. Niente di più lontano dal<br />

vero invece, perché Britti non ha mai pensato di “fermarsi al primo lampione”, anzi, in verità ha<br />

sempre guardato avanti, trovando il modo di portare la sua musica a un pubblico sempre più<br />

numeroso.<br />

Quelle di Britti sono canzoni che sanno di blues, di jazz, di tempi dispari, delle notti passate a<br />

suonare nei locali fumosi di mezza Europa. Sono canzoni che nascono “sporche” per diventare pop,<br />

dopo che Britti stesso, con la cura e il mestiere dell’artigiano, le ha lentamente trasformate.


La critica ascoltando“Festa” “Festa” “Festa”conferma “Festa” in modo definitivo le impressioni positive avute dai precedenti<br />

dischi annoverandolo definitivamente tra i migliori cantautori italiani. Il suono di Britti è unico ed<br />

originale ed immediatamente riconoscibile mentre la sua tecnica di strumentista lo posiziona, in una<br />

immaginaria classifica, tra i primi chitarristi d’ Europa,<br />

Nell’autunno 2005 Alex ha realizzato un tour teatrale che ha toccato tutta l’Italia accompagnato dalla<br />

sua band, dalla sua chitarra e dalla sua ormai inseparabile pedaliera, ottenendo un grande riscontro<br />

di pubblico e critica.<br />

Sul palco del Festival di Sanremo edizione 2006 abbiamo visto Alex Britti confermare, se ce ne fosse<br />

bisogno, la sua vocazione pop e la sua voglia di essere sempre in contatto diretto con il pubblico. Lo<br />

strepitoso brano dal titolo “…Solo “…Solo “…Solo “…Solo con con con con Te” Te” Te” Te” è anche questa volta scritto e prodotto da Alex Britti e<br />

arrangiato a due mani con un produttore di fama internazionale quale Geoff Westley (già<br />

collaboratore tra gli altri di Lucio Battisti, Renato Zero, Laura Pausini, Claudio Baglioni, Ron e<br />

Riccardo Cocciante) che segnerà certamente un ulteriore passo in avanti nel percorso artistico e<br />

musicale che da sempre contraddistingue il cantautore.


EDOARDO BENNATO<br />

biografia<br />

Il cortile di Bagnoli, alla periferia di Napoli. È il classico cortile di periferia, in un’area, quella dei<br />

Campi Flegrei, dotata di immense ricchezze termali, archeologiche e paesaggistiche; tanto verde e<br />

persino un’isoletta, Nisida, congiunta alla terraferma attraverso un pontile artificiale. Ma anche con<br />

un’aria tossica, un cielo innaturale e il mare malato. La grande fabbrica, l’Italsider, ha inquinato<br />

l’ambiente rendendolo insano, desolato ed equivoco come quello di una metropoli disfatta dalle<br />

guerre industriali.<br />

Quel cortile fu il primo palcoscenico di Edoardo.<br />

È stata la madre ad assecondare le attitudini musicali di Edoardo, Eugenio e Giorgio mandandoli a<br />

lezione da un maestro di fisarmonica un giorno d’estate.<br />

In quel periodo – nel cuore degli anni Sessanta – alla melodia napoletana dei vari Sergio Bruni e<br />

Mario Abbate, Edoardo preferiva i suoni della nuova America come un ragazzo di New York, Londra o<br />

Milano. Il juke-box eccitava la sua fantasia. Elvis, Paul Anka e Neil Sedaka i suoi idoli.<br />

Era il 1970, l’anno in cui furono pubblicati i primi due 45 giri di Edoardo: “Marylou” e “1941”. Seguì,<br />

dopo una decina di mesi, il terzo, “Goodbye Copenaghen”, tutti incisi per la Numero Uno. Nel 1973<br />

pubblicò il suo primo album “Non farti cadere le braccia” con la produzione di Sandro Colombini: in<br />

un primo momento, l’album doveva chiamarsi “L’ultimo fiammifero”, perché la copertina riproduceva<br />

una scatola di Minerva con un solo cerino. Alla realizzazione dell’album parteciparono, fra gli altri,<br />

Roberto De Simone, il fratello Eugenio e Patrizio Trampetti, che in quello stesso periodo stavano<br />

lavorando al progetto della Nuova Compagnia di Canto Popolare.<br />

Nel 1974 Edoardo realizzò un altro album, “I buoni e i cattivi”, perfettamente in sintonia con il clima<br />

che si stava instaurando. Il nuovo disco ironizzava beffardamente sulla cultura manichea del<br />

perbenismo borghese. Chi sono i buoni? Chi sono i cattivi?<br />

Emblematica la copertina dell’album che raffigura due misteriosi gendarmi vicendevolmente<br />

ammanettati: pochi sanno che i due erano Raffaele Cascone e lo stesso Edoardo.<br />

Preceduto dal singolo “Meno male che adesso non c’è Nerone”, uscì nella tarda primavera del ’75, il<br />

terzo ellepì intitolato “Io che non sono l’Imperatore” un altro concept-album. Edoardo sbeffeggia i<br />

potenti prendendo di mira perfino il Papa Paolo VI a cui dedica un brano “Affacciati, affacciati”<br />

registrato dal vivo alla Bocconi di Milano durante un concerto gratuito organizzato dal movimento<br />

studentesco.


Grande interesse suscitò la copertina del disco, che riportava il progetto di Edoardo sulla<br />

metropolitana napoletana messo a confronto con quello del Piano Regolatore predisposto dal Comune<br />

di Napoli.<br />

Sulla copertina dell’album “La Torre di Babele” del 1976, invece, è raffigurata un’impalcatura<br />

composta da un centinaio di soldatini, ognuno appartenente a un periodo storico: dall’uomo primitivo<br />

armato di clava fino all’astronauta. La Torre, che nella Genesi rappresenta la massima espressione<br />

dell’orgoglio umano, diventa, nel certosino disegno di Edoardo, un emblematico monumento alla<br />

guerra e alla violenza perpetrata nei secoli dall’uomo contro la natura e i suoi simili. Intorno a questo<br />

tema ruotano i nove brani dell’album: da “Viva la guerra” a “Franz è il mio nome”, da “Quante brave<br />

persone” a “Venderò”. Ma in quest’album Edoardo ironizzava anche su se stesso nel brano<br />

“Cantautore”.<br />

Sempre nel 1976, Edoardo suonò per la prima volta al Montreux Jazz Festival (ci tornerà nel 1992 con<br />

i Blue Stuff sotto le mentite spoglie di Joe Sarnataro). Successivamente fu impegnato nel primo tour<br />

europeo, che fu preparato dalla diffusione delle versioni in inglese di “Cantautore” e “La torre di<br />

Babele”, diventate rispettivamente “Rock’n’roll Hero” e “Tower of Babel”.<br />

Ed eccoci al 1977, l’anno di “Burattino senza fili”, un lavoro discografico che costituisce la sintesi di<br />

tutto quanto maturato negli anni precedenti. La favola (di Pinocchio) diventa un mezzo assai efficace<br />

per parlare alla gente semplificando i discorsi, rendendoli didascalici, senza apparire saccenti come<br />

il grillo parlante. In questa chiave Mangiafuoco è il potere, che appena nasci ti lega ai suoi fili e ti<br />

governa a suo piacimento. Il gatto e la volpe sono i suoi consapevoli o inconsapevoli servi.<br />

In una mattinata di metà marzo del 1980 un colossale TIR con targa belga si fermò davanti allo<br />

stabilimento milanese della Ricordi e tra lo stupore generale furono scaricati quintali di casse<br />

contenenti le 200 mila copie di “Uffà, Uffà”, il nuovo album di Edoardo Bennato.<br />

I “Supercritici” si scatenarono: considerata la lunga assenza dal mercato, durata circa tre anni, il<br />

nuovo disco sembrava povero-povero, senza contenuti, quasi raffazzonato.<br />

Brano come “Li belli gladioli”, una specie di salmo cantato in un allucinante stile chiesastico, o “Sei<br />

come un juke-box” provocarono disorientamento. Altri sembravano assolutamente ermetici come<br />

“Avete capito o no”, un blues in cui Edoardo cantava anche: “Ma dove sta scritto? Ma chi l’ha deciso.<br />

È una regola, è una convenzione. Si era sempre fatto uno per volta… ah … e invece a me piace due<br />

per volta…”.<br />

I giornali, intanto, annunciavano la notizia secondo la quale Edoardo avrebbe presentato l’ultimo<br />

album nel corso del programma televisivo Variety. E così fu.<br />

A un certo punto della seguitissima trasmissione, viene annunciata la presentazione dell’ultimo disco di<br />

Bennato. All’annuncio, Edoardo e la sua band attaccarono a cantare “Ciurma!… Questo silenzio cos’è?<br />

Sveglia!… Tutti a rapporto da me… Spugna! Pendaglio da forca…possibile che nessuno si muove. Sono o<br />

non sono il comandante di questa lurida nave…Sono o non sono Capitan Uncino”…


Sbigottimento generale, confusione generale. Edoardo stava effettivamente presentando il suo ultimo<br />

disco, ma non era “Uffà, Uffà” bensì “Sono solo canzonette”.<br />

Con i due dischi, “Uffà, Uffà” e “Sono solo canzonette”, Edoardo riuscì a vendere quasi un milione di<br />

copie, rimanendo al primo posto delle classifiche per molte settimane.<br />

L’immensa popolarità di Edoardo fu misurata durante una tourneè trionfale che, primo fra gli italiani,<br />

lo vide approdare allo stadio S.Siro di Milano per un memorabile concerto davanti a 70 mila persone e<br />

che successivamente lo portò di nuovo in Europa, con gli entusiasmanti concerti all’Hallenstadium di<br />

Zurigo e al Prater di Vienna.<br />

Nel 1983 arriva l’accoppiata ellepì + mix “E’ arrivato un bastimento”, album questa volta ispirato<br />

alla favola del Pifferaio magico e prodotto da Garland Geffreys, che missa l’album al Power Station di<br />

New York.<br />

Un anno dopo viene pubblicato il primo live intitolato “È goal” come l’omonimo pezzo che diventa la<br />

sigla della popolare trasmissione televisiva “La domenica sportiva”.<br />

L’anno successivo, siamo nel 1985, porta la pubblicazione di “Kaiwanna”, che segna una svolta nella<br />

carriera di Edoardo, che si spinge decisamente verso l’elettronica.<br />

“O.K. Italia” è il titolo dell’album pubblicato nel 1987, un disco che racconta una realtà nazionale in<br />

apparente espansione economica, ma in forte crisi di valori. Nell’album è contenuto il brano “La città<br />

obliqua”, che ancora porta Edoardo, laureato in architettura, a parlare della sua Napoli. Dal cd sono<br />

tratti due videoclip; segue una lunga stagione di concerti che propiziano l’uscita del secondo disco<br />

live dal titolo “Edoardo” ed un longform video che ne immortala il successo.<br />

A chiusura di quest’anno particolarmente proficuo, Edoardo suona all’Apollo Theater nel cuore di<br />

Harlem a New York.<br />

L’amore per il rock’n’roll impregna l’album del 1989 “Abbi dubbi”: “W la mamma” è il brano più noto,<br />

essendo rimasto in classifica per quattordici settimane, ma in cui spiccano per contenuto e forma brani<br />

come “ZEN”, “Vendo Bagnoli”, “La chitarra” e “Abbi dubbi”.<br />

L’anno successivo è quello dei mondiali di calcio di “italia 90” ed Edoardo, da sempre calciatore<br />

praticante, vive l’evento da protagonista incidendo con Gianna Nannini la sigla del campionato<br />

“Un’estate italiana”. Il 45 giri resta in testa alle classifiche per quattro mesi e fa il giro del mondo.<br />

Nello stesso anno viene pubblicata la raccolta “Rinnegato”, un album in cui Edoardo ripropone molti<br />

brani del suo ormai consistente repertorio in chiave rigorosamente unplugged e precorrendo ancora<br />

una volta le tendenze future.


A dodici anni di distanza Edoardo pubblica ancora una volta due album nello stesso anno. Questa<br />

volta però la sorpresa sta nel fatto che il primo dei due cd viene pubblicato sotto lo pseudonimo di Joe<br />

Sarnataro. Esce così “È asciuto pazzo ‘o padrone”, nel quale Edoardo è accompagnato dai Blue Stuff,<br />

poderosa blues band napoletana. I brani, tutti cantati in napoletano, parlano ancora di Napoli, dei<br />

suoi problemi, della sua lasciva classe dirigente e della rassegnazione della sua gente. Quando<br />

l’album viene pubblicato nessuno pensa che brani come “Sotto viale Augusto”, “‘Obilloco l’acqua” e<br />

“Vutammo pe’ te” di li a poco diventeranno di stringente attualità a seguito della Tangentopoli<br />

napoletana.<br />

Dopo poche settimane viene pubblicato anche “Il paese dei balocchi”, in cui spiccano brani come “Se<br />

non ci fosse lei” e “Tutto sbagliato baby”, oltre a presenze musicali di peso come quella di Bo<br />

Diddley, un altro grande bluesman americano che ha suonato con Edoardo, così come avevano fatto<br />

in passato B.B. King e Jeff Healey.<br />

Nel 1993 viene pubblicato il video-album antologico “Persone Pulite”, dal titolo ironico che ben si<br />

ricollega all’attualità della tangentopoli italiana.<br />

L’anno dopo arriva “Se son rose fioriranno” una grande produzione discografica che vede la<br />

collaborazione di Guido Elmi come produttore artistico e di due grandi musicisti come Kenny Aronoff e<br />

Steve Farris, che conferiscono all’album una gradevole atmosfera dove le ballate acustiche come<br />

“Milano” e “La fiera dei buoni sentimenti” si fondono perfettamente con il blues di altri brani come<br />

“Meglio Topolino”.<br />

Nel 1995 esce “Le ragazze fanno grandi sogni”: è l’album più sofferto di Edoardo, sicuramente uno<br />

dei più belli. Dieci canzoni scritte di getto che sono un omaggio al mondo femminile, canzoni che<br />

ripercorrono territori onirici come “Afferrare una stella” o la title-track “Le ragazze fanno grandi<br />

sogni”, altre che esplorano i meandri oscuri della pazzia come “Elogio alla follia” o “Cerco il mio<br />

amore”. Un disco che esprime il più classico fra i sentimenti ispiratori delle canzoni di tutti i tempi:<br />

l’amore.<br />

Dopo due anni di intensa attività dal vivo con il quartetto d’archi Solis String Quartet, nel 1996 nasce<br />

“Quartetto d’Archi”, una raccolta di sedici brani registrati e riarrangiati che evidenziano la particolare<br />

adattabilità del repertorio dell’artista in chiave classica.<br />

Edoardo ha realizzato un duetto speciale per i brani “Troppo troppo” e “Tutti insieme lo denunciam”<br />

con Katia Ricciarelli, la straordinaria voce della lirica italiana. Un disco intenso che regala piacevoli<br />

sensazioni ai cultori della musica classica e rock.<br />

Nel 1998 esce il nuovo cd “Sbandato”: 12 brani più la traccia interattiva CD-ROM in cui figurano le<br />

varie fasi dell’evoluzione creativa, con divertenti filmati in studio durante le registrazioni, effettuate<br />

fra Napoli e l’Irlanda. Il suono del disco nasce dalla fusione delle chitarre acustiche ed elettriche con<br />

la solida ritmica di basso e batteria. Niente tastiere, solo l’appoggio sonoro degli archi dell’orchestra


Scarlatti di Napoli.<br />

Testualmente “Sbandato” si presenta come un concept album, un disco che è come un musical: nel<br />

loro succedersi le canzoni diventano tasselli che sviluppano due temi. Il primo tema è quello della<br />

verità: ci sono due verità, quella che ci rassicura e che fa comodo a tutti e l’altra più difficile da<br />

accettare.<br />

Il secondo tema è l’energia: il buon senso e l’istinto femminile come unico punto di riferimento nella<br />

confusione e nello sbandamento generale.<br />

Il 29 settembre 2000 viene pubblicata “Sembra ieri - La prima vera raccolta dei più grandi successi<br />

di Edoardo Bennato”. Anticipato dal singolo “Si tratta dell’amore”, il cd contiene tre brani inediti (“Si<br />

tratta dell’amore”, “Sembra ieri”, “Taraunta Tatà”) e quindici canzoni riviste e riarrangiate, che<br />

raccontano la carriera di un grande artista. I brani che compongono questo cd, ripercorrono le più<br />

importanti tappe artistiche di Edoardo Bennato: sono tutti successi che fanno rivivere le emozioni e i<br />

ricordi, come se fossero la colonna sonora degli ultimi trent’anni.<br />

Nel giugno 2001, visto il successo di “Sembra ieri”, è stata pubblicata “Afferrare una stella”, una<br />

nuova raccolta che integra la precedente con altri 34 brani, tutti bellissimi, scritti da uno dei più<br />

importanti cantautori italiani. “Afferrare una stella” è stato uno dei successi dell’estate 2001, per<br />

diverse settimane ai primi posti della classifica dei dischi più venduti. Nell'album sono contenute<br />

tutte le canzoni degli spot TIM, “Le ragazze fanno grandi sogni”, “L'isola che non c'è”, “Fantasia”,<br />

“Ogni favola è un gioco”… fino all'ultimo, in ordine di tempo, “Afferrare una stella”. Un viaggio<br />

musicale splendido ed emozionante corredato da un libretto di ben 32 pagine con uno stupendo<br />

fumetto disegnato da Loredana Nicosia.<br />

Il 2001 si rivela un anno particolarmente impegnato per Edoardo Bennato, infatti nell’inverno<br />

pubblica la colonna sonora del film “Il Principe e il Pirata” di Leonardo Pieraccioni, che come sempre<br />

ha chiamato a comporre le musiche un artista importante e famoso. Nella colonna sonora “Il Principe<br />

e il Pirata”, oltre a “Puramente Casuale”, brano portante nella parte finale del film, altre canzoni<br />

rivestono un ruolo importante della pellicola, tra queste ricordiamo: “È stata tua la colpa”, “Tema di<br />

Gimondi” (un brano suonato col kazoo vero tormentone nel film) ed “Every Morning”.<br />

Nel 2002 accadono molte cose… Il cantautore rock partenopeo riceve il Tribe Award come miglior<br />

colonna sonora per le canzoni del film “Il Principe e il Pirata” e inizia a collaborare con il quartetto<br />

d’archi Quartetto Flegreo, avvalendosi della loro collaborazione soprattutto nei concerti dalle<br />

atmosfere acustiche più classiche. In seguito, incide la canzone “Mascalzone Latino” dedicata al<br />

varo dell’omonima imbarcazione che partecipa alla Coppa America di vela ad Auckland (Nuova<br />

Zelanda): questo brano è stato cantato in un unico concerto e mai registrato su disco.<br />

Sempre nel 2002, i Velvet incidono la cover di “Una settimana, un giorno” con la partecipazione<br />

vocale dello stesso Edoardo, che suona anche l’armonica. Infine Bennato scrive la canzone “Lo<br />

stelliere” (colui che accende le stelle) e partecipa come autore al 45° Zecchino d’Oro, aggiudicandosi


il premio “G d’Oro” assegnato ogni anno da “Il Giornalino” al miglior testo.<br />

Nel 2003 ricorre il trentesimo anniversario dell’uscita del primo album “Non farti cadere le braccia”.<br />

In maggio la mostra di quadri intitolata “Color Blues”, al Palazzo Durini di Milano, espone opere di<br />

Bennato trattate a china e con altre tecniche, che richiamano soggetti dei suoi dischi e tematiche<br />

sociali.<br />

A fine maggio 2003, a distanza di quasi cinque anni dall’ultimo album in studio, Edoardo Bennato ha<br />

pronto un nuovo lavoro di canzoni inedite: “L’uomo occidentale”, anticipato dal singolo “Stop<br />

America”. Il tema generale delle nuove canzoni individua nella scansione latitudinale della Terra la<br />

spiegazione di tutti i problemi che affliggono il mondo: problemi morali, psicologici, etici, tecnologici<br />

e sociologici.<br />

Il 2003 si chiude con “Totò Sapore e la magica storia della pizza”, la colonna sonora dell’omonimo<br />

film a cartoni animati: la realizzazione di questo disco vede uniti per la prima volta Edoardo ed<br />

Eugenio Bennato, che sono protagonisti insieme anche di due spettacoli al teatro Politeama di Napoli,<br />

nei quali raccontano una Napoli lontana dai luoghi comuni attraverso un’impeccabile fusione di<br />

musica etnica e rock.<br />

Nel 2004 Edoardo Bennato si divide con uguale entusiasmo e successo fra i concerti del tour dedicato<br />

all’album “L’uomo occidentale” e le esposizioni delle sue opere in qualità di pittore.<br />

Il 21 settembre 2005 esce il nuovo cd "La fantastica storia del pifferaio magico", nel quale il "menestrello<br />

rock" ritorna alla forma di comunicazione musicale che predilige: la favola rock. Si tratta di un concept<br />

album sulla favola del pifferaio magico con l’aggiunta di canzoni inedite a fianco di nuovi arrangiamenti<br />

dei brani già presenti nel disco "È arrivato un bastimento” del 1983.<br />

In questo rock-musical Bennato coinvolge una ventina di artisti del panorama rock-pop italiano: Irene<br />

Grandi, Max Pezzali, Raf e Alex Britti, Piero Pelù, Jovanotti, Sugarfree, Neffa, Roy Paci, Sud Sound System,<br />

Zeropositivo, Africa Unite, Daniele Groff, Negrita, Maurizio Capone & Bungt Bangt, Velvet e Morgan dei<br />

Bluvertigo. Inoltre, Edoardo canta il brano “La fantastica storia” con un coro di bambini ed il brano<br />

tipicamente rossiniano “Troppo, troppo” assieme a Maria Chiara Chizzoni accompagnati dal<br />

QuartettoFlegreo.

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