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Dischetti di emergenza con GNU/Linux 23<br />

occorre sceglierlo in base alle indicazioni che si trovano nei file di testo inclusi nelle directory<br />

indicate.<br />

L’immagine ‘rootdsks/rescue.gz’ è compressa e contiene in pratica un disco in formato<br />

Ext2 di qualche mebibyte (simbolo: Mibyte). Questo implica che per poterne fare uso occorre<br />

molta memoria RAM.<br />

Nelle prime versioni della distribuzione Slackware era distribuita un’immagine ‘rescue.gz’<br />

molto più piccola, che poteva essere espansa e collocata comodamente su un dischetto da<br />

1440 Kibyte. Questa immagine è ancora disponibile e si trova nel percorso ‘rootdsks/<br />

obsolete/rescue.gz’. Il fatto di poterla decomprimere su un dischetto da 1440 Kibyte permette<br />

di evitare il caricamento nella RAM. Per elaboratori aventi fino a 8 Mibyte di memoria<br />

RAM, questo è l’unico dischetto di emergenza che possa essere utilizzato ragionevolmente.<br />

Se si intende utilizzare l’immagine ‘rootdsks/obsolete/rescue.gz’, è necessario<br />

avviare con un kernel in grado di gestire i vecchi binari a.out.<br />

352.3.1 Organizzazione dei dischetti Slackware<br />

Come già accennato, la distribuzione Slackware mette a disposizione immagini di dischetti di avvio,<br />

contenenti essenzialmente il kernel, assieme a immagini di dischetti contenenti il file system<br />

principale (root).<br />

Le immagini per l’avvio rappresentano dischetti con un file system normale, contenente un settore<br />

di avvio, la directory ‘/boot/’ e il kernel. Si tratta in pratica di dischetti realizzati in modo<br />

analogo a quanto descritto in precedenza nella sezione 352.1.1, quando si faceva riferimento a<br />

dischetti contenenti questi elementi. Le immagini dei dischetti di avvio, anche se non sono di<br />

dimensioni pari a quelle di un dischetto normale, non dovrebbero essere compresse e si possono<br />

copiare semplicemente sul dispositivo del dischetto di destinazione.<br />

# dd if=net.i <strong>of</strong>=/dev/fd0<br />

Le immagini dei dischetti contenenti il sistema minimo (root), sono invece dischetti di qualche<br />

mebibyte, compressi in modo da poter essere collocati all’interno di un dischetto da 1440 Kibyte,<br />

costringendo però all’uso di un disco RAM.<br />

352.3.2 Utilizzare un kernel personalizzato<br />

Per abbinare un kernel personalizzato a un dischetto contenente il sistema minimo della distribuzione<br />

Slackware, si potrebbe ricostruire un dischetto di avvio seguendo le stesse modalità usate<br />

dalla distribuzione stessa, oppure in maniera più semplice, copiando il kernel in un dischetto<br />

direttamente attraverso il suo dispositivo e poi intervenendo con il programma ‘rdev’. Viene<br />

descritta l’ultima di queste modalità.<br />

# dd if=bzImage <strong>of</strong>=/dev/fd0<br />

La copia di un kernel in un dischetto, attraverso il suo dispositivo, genera il solito dischetto<br />

di avviamento già descritto tante volte. Questo kernel su dischetto deve però essere informato<br />

di dove e come fare il caricamento del sistema. Il file system principale viene caricato da un<br />

dischetto, quindi si scrive questo messaggio nel kernel attraverso ‘rdev’.

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