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Riggio Marilisa, Scudiero Rosaria, Borrelli Lucia, De Stasio Roberta ...

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I Vertebrati ectotermi<br />

del Parco Regionale del Matese, 2002<br />

A cura di Odierna G. e Guarino F.M., pp. 139-147<br />

Analisi del contenuto di “metalli traccia” e<br />

dei meccanismi molecolari che ne controllano l’omeostasi<br />

in Anfibi e Rettili del Parco del Matese<br />

RIGGIO MARILISA a , SCUDIERO ROSARIA a,b , BORRELLI LUCIA a<br />

DE STASIO ROBERTA a , FILOSA SILVANA a<br />

a<br />

Dipartimento di Biologia Evolutiva e Comparata<br />

Università degli Studi di Napoli Federico II<br />

b<br />

Istituto di Biochimica delle Proteine ed Enzimologia, CNR, Napoli<br />

Abstract<br />

Heavy metals such as Zn, Cu, Fe, Mn are essential for life. However, a paradox exists<br />

in that certain levels of heavy metals become toxic for organisms and, therefore, they<br />

may result environmental pollutants. A number of organisms are used in environmental<br />

biomonitoring as biological indicators to provide information about heavy metal pollution.<br />

The impacts that heavy metal pollution produce on biological systems drive the interest<br />

towards the mechanisms that organisms use to handle heavy metals.<br />

We have focus our attention on reptiles and amphibia living in the protected area of<br />

Matese Park, to be used potentially as indicator species of the environmental pollution.<br />

In particular, we have measured metal content (zinc, copper and cadmium) in different<br />

tissues and have cloned cDNA encoding metallothioneins (MTs) and high affinity copper<br />

transporter (CTR), that are proteins involved in the homeostasis of heavy metals.<br />

Introduzione<br />

I metalli pesanti (zinco, rame, cadmio, mercurio, argento, nichel, cobalto) sono<br />

componenti minori ed ubiquitari della biosfera. Essi sono presenti nell’ambiente<br />

in quantità generalmente bassa, essendo per lo più sequestrati nei sedimenti, nel<br />

suolo e nei giacimenti minerari. Per effetto di attività antropiche, la concentrazione<br />

dei metalli può aumentare di vari ordini di grandezza e, direttamente o attraverso<br />

la catena alimentare, essi possono essere accumulati nei tessuti degli organismi<br />

viventi.<br />

I suddetti elementi, definiti “metalli traccia” perché in condizioni fisiologiche sono<br />

presenti negli organismi viventi in quantità limitata, sono generalmente suddivisi<br />

in due classi: la prima è composta da elementi come Zn, Cu, Fe, Mn, Mg, Co che,<br />

a basse concentrazioni, si comportano come micronutrienti essenziali per la vita,<br />

mentre risultano notevolmente tossici a concentrazioni elevate; la seconda classe


140 RIGGIO ET AL<br />

comprende elementi quali Cd, Hg, Cr e Pb che risultano estremamente tossici<br />

per gli organismi anche a basse concentrazioni e non sembrano avere funzione<br />

biologica.<br />

L’assunzione degli oligoelementi metallici da parte degli organismi è mediata dall’alimentazione:<br />

lo zinco e il rame sono assorbiti attraverso l’apparato<br />

gastrointestinale, messi in circolo sotto forma di complessi proteici con l’albumina<br />

e rapidamente distribuiti agli organi (Cousin, 1985).<br />

A livello cellulare i meccanismi di trasporto dei metalli attraverso le membrane<br />

non sono completamente chiariti. Specifici trasportatori sono implicati nell’uptake<br />

e nella secrezione cellulare degli oligoelementi essenziali. Nei lieviti (Kamizono &<br />

Coll, 1989) e nei Mammiferi (Palmiter & Findley, 1995) sono state identificate le<br />

proteine omologhe ZnT1, localizzate a livello della membrana plasmatica, responsabili<br />

del trasporto dello zinco. L’assenza di tali proteine in linee cellulari<br />

mutate causa un’aumentata sensibilità alla tossicità dello zinco (Palmiter & Findley,<br />

1995). Analogamente, le ATPasi transmembrana ad elevata affinità per il rame<br />

(CTR) sono responsabili del trasporto del Cu attraverso le membrane plasmatiche<br />

in S. cervisiae, S. pombe (Eide, 1998; Labbe & Thiele, 1999) e nei Mammiferi<br />

(Pena & Coll, 1999). All’interno della cellula, i metalli possono reagire con vari<br />

componenti citosolici, essere compartimentalizzati in organuli come i lisosomi e i<br />

mitocondri o essere trasportati nel nucleo. È noto che la maggior parte dei metalli<br />

risultano notevolmente tossici se presenti in forma libera nella cellula. Essi non<br />

subiscono biotrasformazione e la tolleranza biologica nei loro confronti non può<br />

essere realizzata, come nel caso delle sostanze organiche, da processi di demolizione<br />

in prodotti meno tossici. Pertanto la loro omeostasi è finemente regolata e la<br />

richiesta fisiologica di oligoelementi metallici è correlata a meccanismi molecolari<br />

adibiti al trasporto e al deposito di metalli in forma non tossica. Tali meccanismi<br />

sono rappresentati dalle metallotioneine (MT), proteine di basso peso molecolare<br />

(6-8 KDa), ricche di residui cisteinici in grado di formare complessi con i metalli<br />

pesanti. Le MT sono state rinvenute in taluni procarioti, nei microrganismi<br />

eucarioti, in molti vegetali e in numerosi phyla del regno animale (Kojima &<br />

Hunziker, 1991). Le MT sono particolarmente abbondanti nei tessuti<br />

parenchimatosi (il fegato e il rene mostrano la più forte immunoreattività), ma<br />

esse sono presenti anche in altri tessuti e tipi cellulari (Shimada et al., 1997).<br />

L’espressione delle MT è indotta in seguito all’esposizione dell’organismo ad elevate<br />

concentrazioni di metalli pesanti e questa risposta costituisce una difesa rapida<br />

ed efficiente da parte degli organismi viventi all’esposizione indesiderata ai<br />

metalli tossici come il cadmio.<br />

Attualmente è di grande interesse il monitoraggio della contaminazione ambientale<br />

da metalli pesanti attraverso l’utilizzo di bioindicatori. L’alga marina Fucus


Micronutrienti metallici e metalli pesanti in Anfibi e Rettili del Matese 141<br />

vesciculosis è capace di accumulare metalli, e il contenuto intracellulare di metalli<br />

pesanti è un indice dei livelli di inquinamento dell’ambiente in cui l’alga vive.<br />

Altri organismi modello, come il verme Lumbricus rubellus e la trota, possono<br />

essere impiegati come indicatori dell’inquinamento da metalli pesanti rispettivamente<br />

negli ecosistemi terrestri e di acqua dolce (Morris et al., 1999). Studi condotti<br />

su organismi acquatici, come molluschi e pesci, sottoposti ad un forte inquinamento<br />

ambientale hanno dimostrato che ad un aumento di contaminanti quali<br />

cadmio e mercurio corrisponde un’aumentata sintesi di MT (Overnell & Combs,<br />

1978; Kito et al., 1982). D’altra parte l’inquinamento degli ecosistemi acquatici<br />

da parte di sali di metalli tossici sta seriamente minacciando la sopravvivenza di<br />

numerose popolazioni di pesci.<br />

Di particolare interesse per lo studio dei meccanismi coinvolti nella detossificazione<br />

da contaminanti metallici risultano non solo le specie che vivono in ambienti<br />

fortemente contaminati, ma anche quelle che sono sottoposte a minimi livelli di<br />

inquinamento. Pertanto l’area del parco del Matese costituisce un laboratorio utile<br />

per lo studio di specie che vivono in ambienti non direttamente sottoposti ad<br />

attività antropiche. Inoltre, tale area può risultare utile per valutare gli effetti degli<br />

inquinanti presenti in aree limitrofe sugli animali che vivono in zone protette.<br />

L’obiettivo del presente studio è stato quello di determinare il contenuto di “metalli<br />

traccia” nei tessuti di Anfibi e Rettili che vivono nel parco del Matese, nonché<br />

di accertare la presenza di proteine adibite al trasporto e all’omeostasi dei metalli<br />

nelle cellule. In particolare, abbiamo focalizzato la nostra attenzione sugli<br />

oligoelementi zinco e rame, in qualità di metalli “fisiologici”, e sul cadmio, in<br />

qualità di metallo tossico, essendo tale elemento uno dei contaminanti ambientali<br />

più diffusi. Per quanto riguarda le proteine coinvolte nell’omeostasi dei metalli,<br />

abbiamo verificato sia la presenza di proteine di membrana implicate nel trasporto<br />

del rame, sia la presenza di MT.<br />

Materiali e metodi<br />

Animali<br />

In tutti gli esperimenti sono stati utilizzati esemplari adulti dei Rettili Podarcis<br />

sicula e Podarcis muralis (famiglia Lacertidae), Anguis fragilis (famiglia Anguidae) e<br />

dell’Anfibio Rana synklepton esculenta (famiglia Ranidae), catturati nel Parco del<br />

Matese.<br />

<strong>De</strong>terminazione del contenuto di “metalli traccia”<br />

I tessuti prelevati sono stati sottoposti a combustione in HNO3 e analizzati per<br />

contenuto di zinco, rame e cadmio mediante spettrofotometria ad assorbimento<br />

atomico. L’analisi statistica dei dati è stata effettuata utilizzando il programma<br />

Systat (Systat, Intelligent Software, Evaston, IL).


142 RIGGIO ET AL<br />

Cromatografia per gel filtrazione di un estratto da fegato di Podarcis sicula<br />

Campioni di fegato prelevati dal lacertiliano Podarcis sicula sono stati omogenizzati<br />

in acetone preraffreddato e centrifugati. I residui sono stati essiccati sotto vuoto a<br />

temperatura ambiente. Le polveri acetoniche ottenute sono state estratte in tampone<br />

Tris-HCl 50 mM pH 8,6 e successivamente sottoposte ad un doppio trattamento<br />

con solventi organici, che determina la precipitazione selettiva delle<br />

metalloproteine (Comeau et al., 1992). Il campione ottenuto è stato incubato<br />

con CdCl 2<br />

e cromatografato su una colonna di Sephadex G-75 equilibrata con<br />

tampone Tris-HCl 20 mM pH 8,6. L’eluato è stato analizzato per contenuto di<br />

Cu e Cd ed assorbanza a 280 nm (<strong>Scudiero</strong> et al., 1997).<br />

Retrotrascrizione dell’RNA epatico, amplificazione del cDNA codificante le proteine<br />

MT e CTR e 5' RACE<br />

L’RNA totale è stato estratto dal fegato di P. sicula e A. fragilis utilizzando il reagente<br />

TRI-REAGENT (Sigma Chemical), secondo il metodo messo a punto da<br />

Chomcyznski & Sacchi (1987). Il cDNA a singola elica è stato prodotto dall’<br />

RNA totale da tessuto epatico di P. sicula e A. fragilis mediante polimerizzazione<br />

con l’enzima Trascrittasi inversa.<br />

La PCR è stata condotta utilizzando come DNA stampo il cDNA a singola elica<br />

ottenuto dalla reazione di trascrizione inversa. Per ciascuna reazione sono stati<br />

utilizzati un primer non specifico e un primer specifico disegnato sulla base di<br />

sequenze consenso delle proteine MT e CTR. I prodotti da PCR sono stati clonati<br />

in vettori plasmidici (<strong>Riggio</strong> et al., 2000).<br />

La 5'-RACE è stata effettuata utilizzando il kit di amplificazione Marathon (fornito<br />

dalla Clontech). Per la reazione di PCR sono stati utilizzati come primer<br />

specifici oligonucleotidi disegnati sulla base delle sequenze parziali delle proteine<br />

MT e CTR precedentemente ottenute. Le sequenze nucleotidiche e<br />

amminoacidiche sono state analizzate utilizzando programmi al computer, quali<br />

Blast, Fasta e Clastal X, presenti al sito www.ebi.ac.uk.<br />

Risultati e discussione<br />

Accumulo di metalli pesanti nei tessuti di P. muralis e di Rana synklepton esculenta<br />

Allo scopo di determinare il contenuto di “metalli traccia” nei tessuti delle specie<br />

esaminate, frammenti di tessuto sono stati sottoposti a combustione totale<br />

come descritto nei metodi, e il contenuto di zinco, rame e cadmio è stato determinato<br />

mediante spettrofotometria ad assorbimento atomico. I risultati ottenuti,<br />

riportati nelle tabelle I e II, dimostrano che lo zinco e il rame sono presenti in tutti<br />

i tessuti esaminati e il contenuto di zinco è generalmente maggiore rispetto a<br />

quello del rame. Ciò non è sorprendente perché, di norma, in situazioni fisiologiche,<br />

il contenuto tissutale di rame è di uno o più ordini di grandezza inferiore a


Micronutrienti metallici e metalli pesanti in Anfibi e Rettili del Matese 143<br />

Zinco (ng/mg tessuto)<br />

Tessuti 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13<br />

Fegato 76.00 132.00 84.00 240.00 120.00 24.00 70.00 140.00 90.00 40.00 50.00 40.00 35.00<br />

Intestino N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. 110.00 N.D. 110.00 50.00 80.00 40.00 60.00<br />

Pelle 142.00 40.00 42.00 68.00 36.00 N.D. 40.00 43.00 50.00 60.00 50.00 40.00 70.00<br />

Muscolo 40.00 240.00 58.00 82.00 35.00 53.00 50.00 N.D. 50.00 50.00 N.D. 60.00 60.00<br />

Lingua 100.00 148.00 226.00 44.00 47.00 N.D. N.D. 55.00 100.00 90.00 N.D. 130.00 70.00<br />

Rame (ng/mg tessuto)<br />

Tessuti 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13<br />

Fegato 4.50 10.50 11.56 44.2 6.8 4.00 1.70 16.5 6.10 2.80 2.30 3.90 2.80<br />

Intestino N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. 7.10 N.D. 7.40 3.30 2.80 3.60 4.10<br />

Pelle 4.44 2.74 1.38 3.20 2.70 N.D. 1.70 2.30 2.20 0.80 1.50 1.40 1.13<br />

Muscolo 1.34 8.06 6.06 7.420 3.30 6.20 1.30 N.D. 1.05 5.30 N.D. 1.50 3.26<br />

Lingua 5.20 17.54 42.00 2.60 5.20 N.D. N.D. 2.90 2.10 3.20 N.D. 3.00 2.30<br />

Cadmio (ng/mg tessuto)<br />

Tessuti 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13<br />

Fegato 0.90 1.19 2.40 3.10 0.97 1.70 0.80 1.50 1.00 2.40 1.60 1.00 0.32<br />

Intestino N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. 2.30 N.D. 0.90 1.60 1.70 1.20 1.10<br />

Pelle 0 0 0 0 0 N.D. 0 0 0 0 0 0 0<br />

Muscolo 0 0 0 0 0 0 0 N.D. 0 0 N.D. 0 0<br />

Lingua 0 0 0 0 0 N.D. N.D. 0 0 0 N.D. 0 0<br />

Tabella I. Contenuto di zinco, rame e cadmio nei tessuti di P. muralis<br />

quello dello zinco. Dall’analisi statistica dei dati, non si riscontrano differenze<br />

significative nel contenuto di zinco e rame nei vari tessuti. Il cadmio è presente in<br />

quantità rivelabili solo nel fegato e nell’intestino degli individui esaminati. Poiché<br />

l’assunzione degli oligoelementi metallici è mediata dall’alimentazione, è verosimile<br />

ipotizzare la presenza di una contamiznazione ambientale da cadmio. Tuttavia<br />

tale eventuale contaminazione non è necessariamente riconducibile ad attività<br />

antropiche localizzate nell’area del Matese, essendo il cadmio un elemento volati-


144 RIGGIO ET AL<br />

Zinco (ng/mg tessuto)<br />

Tessuti 1 2 3 4 5 6<br />

Fegato 34.00 29.00 47.00 46.00 39.00 36.00<br />

Pelle 55.00 30.00 62.00 60.00 40.00 29.00<br />

Muscolo 27.00 35.00 15.00 17.00 9.00 11.00<br />

Lingua 14.00 16.00 21.00 19.00 11.00 19.00<br />

Rame (ng/mg tessuto)<br />

Tessuti 1 2 3 4 5 6<br />

Fegato 119.2 122.7 74.10 79.4 104.7 22.30<br />

Pelle 5.87 5.89 3.30 6.0 1.28 2.93<br />

Muscolo 1.34 1.70 2.46 1.54 0.77 0.66<br />

Lingua 1.47 1.72 1.22 0.96 0.85 4.20<br />

Cadmio (ng/mg tessuto)<br />

Tessuti 1 2 3 4 5 6<br />

Fegato 0.64 0.35 0.37 1.35 0.069 0.120<br />

Pelle 0 0 0 0 0 0<br />

Muscolo 0 0 0 0 0 0<br />

Lingua 0 0 0 0 0 0<br />

Tabella II. Contenuto di zinco, rame e cadmio nei tessuti di R. synklepton esculenta<br />

le che può essere trasportato a grandi distanze dagli agenti atmosferici.<br />

Proteine coinvolte nel trasporto del rame<br />

Al fine di studiare i meccanismi cellulari coinvolti nell’uptake dei metalli pesanti,<br />

è stato clonato e sequenziato il cDNA codificante una ATPasi Cu-dipendente<br />

dal fegato di P. sicula. Per tale scopo sono state applicate tecniche di RT-<br />

PCR e 5' RACE descritte nei metodi. Il cDNA a doppio filamento è stato amplificato<br />

usando come primer 5' specifico un oligonuclotide degenerato denominato<br />

CTR Forw, complementare alla sequenza codificante la regione consenso<br />

(MMMMP/HM) presente nelle proteine di trasporto del rame. Per la 5' RACE è<br />

stato utilizzato il primer specifico CTR Rew. La sequenza nucleotidica ottenuta<br />

consiste di una regione codificante di 576 bp, fiancheggiata da due sequenze non<br />

tradotte al 5' e al 3', di 35 e 135 nucleotidi rispettivamente. La sequenza nucleotidica<br />

di 576 bp codifica una proteina di 191 aminoacidi che presenta l’85.9% di similarità<br />

con la Ctr1 umana e l’82.1% di similarità con la Ctr1 di ratto. Le tre proteine


Micronutrienti metallici e metalli pesanti in Anfibi e Rettili del Matese 145<br />

condividono le stesse caratteristiche topologiche, con tre domini transmembrana<br />

e un dominio idrofilico extracellulare aminoterminale comprendente regioni ricche<br />

di istidina e di metionina.<br />

Proteine coinvolte nell’accumulo di metalli traccia nei lacertiliani P.sicula e P. muralis<br />

Le metalloproteine contenute nel fegato di Podarcis sicula sono state identificate<br />

mediante la procedura descritta nei materiali e metodi. L’estratto epatico, dopo<br />

precipitazione con solventi organici, è stato incubato con CdCl 2<br />

al fine di sostituire<br />

lo Zn ++ , naturalmente complessato con le proteine, con il Cd ++ . Tale sostituzione<br />

è stata effettuata allo scopo di rendere più sensibile la determinazione del contenuto<br />

di metallo mediante lo spettrofotometro ad assorbimento atomico. L’estratto<br />

è stato frazionato per cromatografia di permeazione molecolare su colonna di<br />

Sephadex G-75. Il profilo di eluizione dimostra che i due metalli coeluiscono<br />

sotto forma di due picchi (I e II). Il picco I eluisce con proteine di elevato peso<br />

molecolare, il picco II eluisce nella zona in cui eluisce la MT di mammifero utilizzata<br />

come standard.<br />

Le sequenze aminoacidiche delle metallotioneine di P. sicula e di P. muralis sono<br />

state dedotte dalle sequenze nucleotidiche dei cDNA clonati. I cDNA a doppio<br />

filamento sono stati amplificati usando come primer 5' specifico un oligonuclotide<br />

denominato PMT1 disegnato sulla sequenza codificante i primi sette aminoacidi<br />

della sequenza N-terminale di una MT di osteitto. I prodotti da PCR ottenuti, di<br />

circa 350 bp, contenevano l’estremità carbossiterminale della proteina e la regione<br />

non tradotta al 3'. La sequenza completa del cDNA è stata ottenuta applicando il<br />

protocollo per la 5' RACE descritto nei Metodi, usando come primer specifico un<br />

oligonucleotide denominato PMT2, complementare ad un tratto di sequenza<br />

comune ad entrambe le MT. I prodotti da PCR sono stati ligati nel vettore<br />

plasmidico TOPO TA vector, clonati in E. coli e sequenziati. La sequenza<br />

nucleotidica della MT di P. sicula consiste di una regione codificante di 189 bp,<br />

fiancheggiata da due sequenze non tradotte al 5' e al 3' di 30 e 108 nucleotidi<br />

rispettivamente. La sequenza della MT di A. fragilis comprende una regione codificante<br />

di 189 nucleotidi e due regioni non codicanti al 5' e al 3' di 12 e120<br />

nucleotidi rispettivamente.<br />

Dall’allineamento delle sequenze aminoacidiche delle MT di Podarcis sicula e Anguis<br />

fragilis con le MT di altri Vertebrati risulta che la sequenza N-terminale (MDPQD),<br />

il maggiore epitopo antigenico della molecola, è identica in Podarcis, Anguis, Xenopus<br />

e negli Uccelli, mentre differisce da quella degli Osteitti, nella quale mancano i<br />

residui glutammina (Q) e acido aspartico (D), e da quella dei Mammiferi, in cui<br />

manca la glutammina (Q) e l’ acido aspartico (D) è sostituito dall’asparagina (N).<br />

È noto che l’espressione tissutale delle MT può aumentare in conseguenza dell’<br />

incremento della concentrazione di metalli pesanti presente nell’ambiente in cui


146 RIGGIO ET AL<br />

gli organismi vivono. L’utilizzo dei profili di espressione delle MT, in qualità di<br />

indicatori dei livelli di metallo presenti nell’ambiente, è attualmente oggetto di<br />

studi (Morris et al., 1999). Pertanto potrebbe risultare vantaggioso utilizzare il<br />

cDNA codificante le MT di P. sicula e P. muralis come sonda in esperimenti di<br />

Northern blotting, per valutare l’eventuale correlazione tra l’esposizione sperimentale<br />

ai metalli pesanti e l’espressione genica delle MT nei lacertiliani dell’area<br />

del Matese.<br />

Conclusioni<br />

L’analisi del contenuto tissutale dei metalli nei Rettili e negli Anfibi del parco<br />

del Matese dimostra che lo zinco e il rame, oligoelementi essenziali che svolgono<br />

un ruolo fisiologico, sono presenti in tutti i tessuti esaminati mentre il cadmio,<br />

oligoelemento notevolmente tossico, è contenuto in quantità rivelabili solo nel<br />

fegato e nell’intestino. La contaminazione ambientale da cadmio potrebbe derivare<br />

dal trasporto del cadmio proveniente da zone limitrofe all’area protetta del Matese<br />

ad opera degli agenti atmosferici. Nei Rettili studiati, la presenza delle proteine<br />

CTR e MT, il cui cDNA è stato clonato e sequenziato dal fegato, dimostra l’esistenza<br />

di meccanismi omeostatici coinvolti nel trasporto e nel deposito di metalli<br />

in forma non tossica. In prospettiva, lo studio del profilo di espressione di tali<br />

proteine in animali sottoposti a trattamenti sperimentali con metalli potrebbe<br />

essere vantaggioso per valutare la capacità di risposta degli animali ad una situazione<br />

di stress.<br />

Ringraziamenti<br />

Questa ricerca è stata effettuata nell’ambito del programma di ricerca “Salvaguardia<br />

dei Vertebrati del Parco del Matese attraverso lo Studio delle caratteristiche Genomiche,<br />

Riproduttive e di Struttura di Popolazione”. Programma finanziato dalla Regione<br />

Campania (Programma POP, azione 5.4.2). Esemplari catturati con autorizzazione<br />

del 1/06/2000 n. SCN/2D/2000/9213 del Ministero dell’Ambiente.<br />

Riassunto<br />

I metalli pesanti Zn, Cu, Fe, Mn sono indispensabili per gli organismi viventi. Tuttavia,<br />

quando sono presenti in concentrazioni elevate, essi risultano tossici e di conseguenza<br />

possono rappresentare contaminanti ambientali. I danni agli organismi derivanti dall’inquinamento<br />

da metalli pesanti spiegano l’interesse verso i meccanismi biomolecolari responsabili<br />

dell’omeostasi dei metalli pesanti. Attualmente numerosi organismi indicatori<br />

sono utilizzati nel biomonitoraggio ambientale dell’inquinamento da metalli pesanti.<br />

Nel presente studio abbiamo preso in considerazione, in qualità di potenziali bioindicatori<br />

ambientali, Rettili e Anfibi che vivono nell’area del Parco del Matese. In particolare, abbiamo<br />

misurato il contenuto di metallo (Zn, Cu e Cd) in diversi tessuti e abbiamo clonato<br />

il cDNA codificante le metallotioneine (MT) e le proteine di trasporto ad elevata affinità per<br />

il rame (CTR) , che sono coinvolte nell’omeostasi dei metalli pesanti.


Micronutrienti metallici e metalli pesanti in Anfibi e Rettili del Matese 147<br />

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