Numero 3 - Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II
Numero 3 - Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II
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anno scolastico 2009/2010<br />
no BINDS N° 3<br />
Periodico degli studenti<br />
del <strong>Convitto</strong> <strong>Nazionale</strong><br />
<strong>Vittorio</strong> <strong>Emanuele</strong> <strong>II</strong><br />
Piazza Monte Grappa 5 - 00195 Roma<br />
3<br />
4<br />
6<br />
12<br />
13<br />
14<br />
18<br />
19<br />
20<br />
22<br />
23<br />
EDITORIALE<br />
Una gradita sorpresa<br />
Scambio con Ginevra<br />
Berlino val bene un viaggio<br />
Tunisia projet “Didone”<br />
Scambio con Francia<br />
Un, deux,Troyes: Voilà la France!<br />
Scambio con San Pietroburgo<br />
Scambio con Danimarca<br />
Sentiero della libertà<br />
Il Caravaggio<br />
Direttore<br />
Emilio Fatovic<br />
Direttore responsabile<br />
Francesco Alario<br />
Redazione<br />
Giorgio Armellini<br />
Giulia Baccarini<br />
Niccolò Bovicelli<br />
Rachele Buonomo<br />
Chiara Carrozzi<br />
Ludovica De Santis<br />
Fernando De Stefanis<br />
Andrea Frollà<br />
Giulia Gargano<br />
Andrea Luciani<br />
Maria Luisa Mancini<br />
Carlo Panella La Capria<br />
Francesca Sabatini<br />
Ginevra Sorbelli<br />
Carlo Tonello<br />
Giulia Valenti<br />
Filippo Vandenbulcke<br />
Francesca Ventimiglia<br />
Disegni / Base Immagini<br />
Giulia Valenti<br />
Edoardo Caroselli<br />
Foto<br />
Alunni del <strong>Convitto</strong><br />
Collaborazioni di<br />
Febronia Cappadona<br />
Maria Teresa Buonocore<br />
<strong>Vittorio</strong> Desideri<br />
Impaginazione e stampa<br />
Eurografsud srl<br />
via delle Grotte, 11<br />
00040 Ariccia (Roma)<br />
tel. 06 9344741<br />
www.eurografsud.it
EDITORIALE<br />
no BINDS 3<br />
Da circa vent’anni il <strong>Convitto</strong> <strong>Nazionale</strong> di Roma offre ai suoi studenti la possibilità di viaggiare<br />
perché il viaggio fornisce l’occasione per dilatare i cinque sensi: sentire e comprendere<br />
in modo più profondo, guardare e vedere in modo più intenso, assaporare e toccare con<br />
maggiore attenzione.Teso e pronto a nuove esperienze, l’individuo registra più dati rispetto al<br />
consueto.Viaggiare intima il pieno funzionamento dei sensi, ma anche della mente e della riflessione.<br />
Emozione, affezione, entusiasmo, stupore, domande, sorpresa, gioia e sbalordimento, ogni<br />
cosa si mescola nell’esercizio dello spaesamento e della differenza. Si scoprono i colori dell’altrove<br />
e gli odori dell’ignoto. E sentendo, si conosce e si capisce.<br />
Per tornare. Perché del viaggio fa parte anche il ritorno, non ricchi<br />
di cose, ma ricchi di diversità, della diversità che dona un senso<br />
all’essere partiti. I filosofi, gli scrittori, i poeti, l’hanno espresso<br />
bene e la loro riflessione, la loro emozione, che è cura dei docenti<br />
far conoscere agli studenti prima di partire, ci conforta. I nostri<br />
ragazzi scrivendo e versificando, anche in lingua straniera, esprimono<br />
le emozioni e la ricchezza che scaturiscono dalle esperienze<br />
vissute.<br />
Il Liceo Classico Europeo, tra le molte peculiarità ha, dall’inizio,<br />
quella, particolarissima, degli scambi linguistici e culturali con<br />
reciproca ospitalità in famiglia per docenti e alunni. Gli scambi<br />
sono organizzati ogni anno dalle docenti di lingua francese e<br />
di lingua inglese per, rispettivamente, le classi <strong>II</strong>I e IV. Le mete<br />
sono la Francia e le località del nord-Europa con radicato<br />
bilinguismo scolastico e culturale di lingua madre-inglese.<br />
Lo scambio permette quindi un salto di qualità, un plusvalore<br />
nelle emozioni e nella conoscenza dell’Altro-da-sé, poiché<br />
si entra nell’intimo delle famiglie, della vita scolastica e<br />
della vita tout court dei corrispondenti ; e poi si accoglie -<br />
e l’accoglienza ai giorni nostri è concetto importantissimo.<br />
Come illustrato nel precedente numero di No Binds, l’internazionalizzazione<br />
è la parola chiave dell’Atto d’indirizzo triennale del Rettore e degli organi<br />
commissariali, recepita nel Piano dell’Offerta Formativa e perciò, nelle molteplici declinazioni<br />
possibili, sarà il distintivo del <strong>Convitto</strong> <strong>Nazionale</strong> di Roma.<br />
È quindi verso lo scambio che evolveranno tutti i progetti del nostro Istituto, come preconizzato<br />
dal Libro Verde dell’Unione Europea che incoraggia la mobilità degli studenti per un processo<br />
di conoscenza dell’Altro e delle altre realtà. La conoscenza favorisce la convivenza, la pace<br />
fra le persone e fra i popoli.<br />
Gli scambi di quest’anno sono stati più numerosi del solito e sono stati realizzati anche dal<br />
Liceo Scientifico spaziando per l’intera Europa: significativo è stato lo scambio con Ginevra,<br />
come quello con San Pietroburgo. Quelli del Liceo Europeo hanno confermato lo schema positivamente<br />
consolidato: con Troyes et Menton (primo “assaggio” di scambio con una classe<br />
EsaBac) per la parte francofona e con la Danimarca per la parte anglofona. E poi, nell’ambito<br />
della francofonia araba… la Tunisia: i contatti presi per uno scambio futuro inserito in un progetto<br />
chiamato Didone che ci permetterà di (ri)scoprire un passato che è già un presente volto<br />
al futuro, quello del Mediterraneo.<br />
Non tralasciando il report del viaggio a Berlino della VA scientifico, No Binds dedica il giusto<br />
spazio agli scambi per documentare la valenza didattica e formativa di queste esperienze e le<br />
emozioni che gli studenti riescono a trasmettere al loro ritorno.<br />
Francesco Alario
4 no BINDS<br />
SCAMBIO CON GINEVRA<br />
Una gradita sorpresa<br />
Ogni esperienza imprime sempre un ricordo più<br />
o meno felice che può scemare velocemente<br />
senza suscitare in noi alcuna sensazione, oppure può<br />
resistere alla corrosione del tempo e regalarci un<br />
sorriso ogni volta che ci torna in mente; lo scambio<br />
culturale con la scuola di commercio Aimée<br />
Stitelmann fa sicuramente parte del secondo caso.<br />
La sorpresa è stata l’emozione principale di questo<br />
scambio linguistico, infatti non ci saremmo mai aspettati<br />
di vivere esperienze così nuove e coinvolgenti<br />
durante un progetto scolastico.<br />
All’ aeroporto Leonardo Da Vinci attendevamo i<br />
ragazzi di Ginevra, che da estranei sono entrati nelle<br />
nostre case, ma che ne sono usciti in tutt’altro modo.<br />
Hanno apprezzato la nostra accoglienza fin dall’inizio,<br />
sia nelle famiglie, sia nell’ambiente scolastico; sono<br />
rimasti affascinati da questa città, così piena di luoghi<br />
meravigliosi, suggestivi e al contempo banali ai nostri<br />
occhi perché accessibili quotidianamente.<br />
L’impegno e la partecipazione da parte di tutti noi hanno<br />
fatto si che le visite previste risultassero non solo educative<br />
ed interessanti, ma anche divertenti e memorabili<br />
per i ginevrini come per noi romani.<br />
Per una settimana abbiamo avuto la possibilità di coltivare<br />
la nostra istruzione anche lontano dai banchi di scuola,<br />
abbiamo osservato da un altro punto di vista l’arte di<br />
Roma ed il fervore della vita mattutina nella capitale.<br />
Con orgoglio abbiamo mostrato ai nostri ospiti i simboli<br />
della città eterna, quali il Colosseo ed i Fori<br />
Imperiali, la basilica di San Pietro ed i Musei Vaticani.<br />
In realtà chiunque si trovi a Roma può scoprire questi<br />
luoghi, ma noi abbiamo avuto la straordinaria<br />
occasione di visitare anche Palazzo Chigi, residenza<br />
del Presidente del Consiglio dei Ministri.<br />
Prima di un’uggiosa e fredda giornata di febbraio non<br />
sapevamo cosa si celasse dietro le linee rigide e
SCAMBIO CON GINEVRA<br />
no BINDS 5<br />
austere della facciata di un palazzo apparentemente<br />
anonimo, eppure sede del governo italiano e cuore di<br />
una nazione proiettata verso il progresso e il futuro.<br />
Palazzo Chigi è caratterizzato da una pianta regolare<br />
di forma rettangolare; l’ingresso principale è quello su<br />
via del Corso, anche se la facciata più celebre è quella<br />
che dà su Piazza Colonna.<br />
Il nome del palazzo è quella di una facoltosa<br />
famiglia di banchieri di origine senese, i Chigi<br />
che lo acquistarono nel 1659.<br />
Siamo stati emozionatissimi di poter occupare<br />
le sedie dei Ministri che abitualmente si<br />
riuniscono per discutere le questioni relative<br />
ad ogni ambito del nostro paese.<br />
Siamo saliti lungo l’imponente Scalone d’onore<br />
che si trova in fondo all’elegante cortile<br />
d’ingresso, consapevoli del grande numero<br />
di personaggi illustri che nel corso degli anni<br />
hanno effettuato il medesimo percorso.<br />
Abbiamo inoltre avuto la fortuna di incontrare<br />
il sottosegretario alla Presidenza del<br />
Consiglio, l’Onorevole Gianni Letta e di<br />
sentire le sue parole speranzose riguardo<br />
un nostro futuro come ministri.<br />
Oltre alle esperienze di questo tipo abbiamo<br />
avuto modo di concederci tanto divertimento<br />
in perfetto stile romano, abbiamo<br />
portato i nostri corrispondenti svizzeri alla<br />
scoperta del gusto della nostra cucina e<br />
delle attrazioni che animano la notte, anche<br />
solo il cielo della città era uno spettacolo<br />
da condividere insieme.<br />
I giorni dei ragazzi di Ginevra nella nostra<br />
città hanno colorato di ricordi magnifici le<br />
nostre giovani memorie e ci hanno fatto<br />
vivere in un’atmosfera di amicizia, estesa al<br />
di fuori dei legami che ci portiamo dietro<br />
da quattro anni ormai; tra promesse di rivederci e<br />
lacrime, sappiamo ora che non esistono barriere né<br />
confini, quando si tratta di affetto sincero.<br />
Carlotta del Serronne,<br />
Gianluca Graziosi e Carolina Miozzi
6 no BINDS<br />
SCAMBIO CON GINEVRA<br />
CERN<br />
ORGANIZZAZIONE EUROPEA PER LA RICERCA NUCLEARE<br />
GLI SCIENZIATI DEL CERN “SPERANO”<br />
CHE TUTTO CIÒ CHE È STATO IPOTIZZATO FINORA<br />
SULLA COSTITUZIONE DELLA MATERIA SIA FALSO<br />
PER POTER RICOMINCIARE DA CAPO UNA NUOVA<br />
ED INTRAPRENDENTE RICERCA SULLE ORIGINI<br />
DELL’UNIVERSO.
SCAMBIO CON GINEVRA<br />
no BINDS 7<br />
L<br />
’Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare,<br />
comunemente conosciuta con la sigla CERN, fu<br />
fondata nel 1954 ed è oggi un esempio straordinario<br />
di collaborazione internazionale (7000 scienziati da<br />
più di 80 Paesi) che conta 20 stati membri.<br />
È il laboratorio di fisica delle particelle più grande del<br />
mondo e si trova a cavallo della frontiera franco-svizzera,<br />
nei pressi di Ginevra.<br />
Al CERN, più precisamente, i fisici studiano i costituenti<br />
fondamentali della materia e le forze con cui sono<br />
legati utilizzando gli acceleratori di particelle, macchine<br />
che accelerano fasci di particelle fino a farli collidere<br />
uno contro l’altro oppure contro un bersaglio.<br />
Nelle collisioni, l’energia in gioco è molto grande e questo<br />
permette di ricreare in laboratorio delle condizioni<br />
simili a quelle esistenti pochi minuti dopo il Big Bang.<br />
Recentemente il CERN ha costruito la macchina più<br />
potente mai realizzata finora, il grande collisore di<br />
Adroni, o LHC (Large Hadron Collider).<br />
Questa macchina,che è stata installata in un tunnel di 27<br />
Km di circonferenza,scavato tra 50 e 150 m sotto terra,<br />
accelera due fasci di particelle a oltre il 99% della velocità<br />
della luce, per farli scontrare e creare una pioggia di<br />
nuove particelle che i fisici analizzano e studiano.<br />
Studiando le collisioni che avvengono ad energie mai<br />
raggiunte prima (circa 14 TeV), questo acceleratore di<br />
particelle contribuirà ad una migliore comprensione<br />
dei segreti più profondi dell’Universo.<br />
Qualche settimana prima del nostro arrivo a Ginevra,<br />
è stato effettuato lo scontro tra fasci di particelle più<br />
potente della storia, nella speranza che sia il primo di<br />
una lunga serie.<br />
I costituenti fondamentali della materia<br />
sono particelle minuscole, molto più piccole<br />
degli stessi atomi.<br />
Quattro tipi diversi di particelle elementari<br />
sono sufficienti a formare tutta la materia<br />
che ci circonda: il quark up, il quark down,<br />
l’elettrone e il neutrino elettronico.
8 no BINDS<br />
SCAMBIO CON GINEVRA<br />
Siamo dunque vicini alla soluzione finale di anni e anni<br />
di ricerche? …Gli scienziati del CERN sperano che<br />
tutto ciò che è stato ipotizzato finora sia falso per<br />
poter ricominciare da capo una nuova ed intraprendente<br />
ricerca sulle origini dell’Universo.<br />
L’esperienza del CERN è stata, senza dubbio, una<br />
delle più interessanti e formative del nostro viaggio<br />
culturale a Ginevra. Abbiamo avuto la straordinaria<br />
possibilità di visitare uno dei posti più esclusivi al<br />
mondo, un luogo unico nel suo genere.<br />
E’ stato straordinario sapere che i risultati di queste<br />
ricerche possono avere applicazioni molto vaste che<br />
vanno al di là della semplice ricerca scientifica; e,<br />
altrettanto stupefacente, è rendersi conto che una<br />
particella “così infinitesimale” come il Bosone di<br />
Higgs possa essere all’origine dell’intero Universo.<br />
Carolina Miozzi,<br />
Francesco Bonacci e Federica Costantini
SCAMBIO CON GINEVRA<br />
no BINDS 9<br />
UNA MIGLIORE GESTIONE DEI RIFIUTI PER UN AMBIENTE MIGLIORE<br />
Gli<br />
Cheneviers...<br />
Durante il nostro soggiorno a Ginevra<br />
abbiamo avuto la possibilità di visitare<br />
gli Cheneviers, un vasto complesso di inceneritori,<br />
dotato di una capacità pari a 350.000<br />
tonnellate che lo rende il più importante<br />
della Svizzera.<br />
Il trattamento dei rifiuti è una delle attività<br />
essenziali per la salvaguardia dell’ambiente e<br />
una tecnica molto intelligente sfruttata da<br />
questa struttura è quella di riutilizzare gli<br />
scarti per produrre elettricità e calore. Un<br />
impianto così bisognerebbe realizzarlo in<br />
diverse città italiane come Roma e soprattutto<br />
Napoli, dove alcuni mesi fa abbiamo assistito<br />
al caso dell’emergenza rifiuti (abbiamo<br />
appreso che anche parte dei rifiuti di Napoli<br />
sono stati trattati negli Cheneviers). In effetti<br />
nel nostro paese non abbiamo la fortuna di<br />
disporre di complessi così ben attrezzati che potrebbero<br />
risolvere numerosi problemi riguardanti lo<br />
smaltimento di rifiuti.<br />
Le scorie emesse nell’atmosfera dall’impianto degli<br />
Cheneviers rispettano i valori limite di emissioni fissati<br />
dall’Opair (ordinanza federale per la protezione<br />
dell’aria). Al fine di rispondere alle esigenze legali in<br />
materia di protezione dell’aria, i fumi prodotti dall’incenerimento<br />
subiscono diversi trattamenti come<br />
quello di essere ripuliti da un prodotto, composto da<br />
acqua e ammoniaca, per ridurre le emissioni di diossina.<br />
Gli Cheneviers oltre a queste funzioni principali<br />
ne svolgono altre secondarie come il controllo dell’impatto<br />
che le scorie potrebbero avere sulla fauna<br />
circostante.<br />
Molto innovativo è l’aspetto educativo di questo<br />
complesso. Infatti, al fine di sensibilizzare i giovani di<br />
fronte alla questione dei rifiuti e del loro impatto sull’ambiente,<br />
vengono organizzate delle visite guidate<br />
per le scuole. Noi abbiamo avuto la fortuna di poter<br />
visitare il complesso con un’ottima guida che ha ben<br />
spiegato le diverse fasi di lavoro e di verificare come<br />
gli operatori di questa struttura si impegnino per rendere<br />
il mondo più pulito.<br />
Orlandi Federico, Manzo Francesco,<br />
Federico Greca, Enrico Toccaceli<br />
Processo del trattamento dei rifiuti
10 no BINDS<br />
SCAMBIO CON GINEVRA<br />
Visita all’ONUG di Ginevra<br />
LE NAZIONI UNITE NEL CUORE DELL’EUROPA<br />
L<br />
’Office des Nations Unies à Genève (ONUG),<br />
situato nel Palazzo delle Nazioni, è la sede principale<br />
delle Nazioni Unite in Europa e al suo interno si<br />
trovano numerose agenzie dell’ONU, oltre a 167<br />
missioni nazionali permanenti; ciò fa sì che ogni anno<br />
si svolgano a Ginevra due terzi delle attività di questa<br />
organizzazione e più di 8000 incontri diplomatici. La<br />
sede dell’ONU a Ginevra consta di numerose sale,<br />
all’interno delle quali sono state intavolate trattative<br />
che hanno segnato in modo significativo il corso della<br />
storia moderna. Sale che fungono da teatri di eventi<br />
mediatici internazionali e che noi forse abbiamo<br />
inconsapevolmente visto nelle televisioni, nei quotidiani,<br />
ma senza prestarvi particolare attenzione; al<br />
contrario osservandole dal vivo si prova un’emozione<br />
indescrivibile e, seppure per breve tempo, ci si<br />
sente davvero parte del grande progetto di pace a<br />
livello mondiale, che costituisce l’obiettivo delle<br />
Nazioni Unite sin dalla sua fondazione.<br />
A tal proposito è opportuno menzionare la sala del<br />
Consiglio, inaugurata nel 1936 e ceduta dalla Spagna<br />
alla Società delle Nazioni, dove pulsa uno dei motori<br />
di questo articolato<br />
meccanismo, che si<br />
snoda e si dirama<br />
fino alle aree più<br />
remote del pianeta<br />
nella speranza di<br />
poter prevenire<br />
situazioni critiche e<br />
stemperare eventuali<br />
tensioni diplomatiche;<br />
ne è un<br />
esempio significativo<br />
il fatto che all’interno<br />
di quella<br />
semplice e sobria<br />
stanza sia stata<br />
infatti suggellata, nel<br />
1988, la pace che ha<br />
frenato il cruento<br />
conflitto che aveva<br />
separato per otto<br />
anni Iraq e Iran. I muri della sala sono decorati con<br />
colori dorati e con nero di seppia, per simboleggiare<br />
sia il progresso dell’umanità nel campo scientifico,<br />
sociale e culturale, sia la improduttività delle guerre,<br />
che con i loro bagni di sangue e le loro violenze non<br />
giovano né ai vincitori né tantomeno ai vinti. Si procede<br />
poi verso il centro del complesso, dove in<br />
un’ampia stanza nota come la “Sala dell’Assemblea”<br />
svetta il simbolo delle Nazioni Unite, una suggestiva<br />
immagine degli sforzi compiuti dai membri di questa<br />
organizzazione per rimediare agli errori del passato<br />
e garantire prosperità e pace a tutta l’umanità.<br />
La sede delle Nazioni Unite figura, dunque, quale sintesi<br />
della storia dell’uomo, il quale deve appunto confrontarsi<br />
con il proprio passato e con i propri errori,<br />
confidando in un futuro migliore all’insegna dell’impegno<br />
solidale e dell’aiuto reciproco.<br />
Andrea Pinelli, Gianluca Graziosi
SCAMBIO CON GINEVRA<br />
no BINDS 11<br />
Visita al Museo di<br />
Storia della scienza<br />
Durante la splendida esperienza dello scambio<br />
culturale con Ginevra, al termine di un’interessantissima<br />
visita all’ONU, ci siamo recati al museo di<br />
storia della scienza, situato in una bellissima villa del<br />
18° secolo, “Villa Bartholoni”, la più bella residenza<br />
neo-classica di Ginevra circondata dagli alberi del<br />
parco della “Perle du Lac”.<br />
Le varie sale sono decorate con degli affreschi in stile<br />
pompeiano. Una di queste è dedicata al fisico ginevrino<br />
“De Saussure”.<br />
Gli oggetti esposti nelle numerose sale sono testimonianze<br />
delle varie scoperte scientifiche degli scienziati<br />
ginevrini del XV<strong>II</strong>I e XIX secolo.<br />
Il museo espone una vasta gamma di strumenti scientifici<br />
antichi divisi in sezioni di astronomia, marina,<br />
medicina, fisica e meteorologia. Tra questi vi sono<br />
microscopi, barometri meridiane e astrolabi.<br />
Ad accompagnarci all’interno del museo c’era una<br />
guida che in un piccolo laboratorio ci ha mostrato<br />
alcuni esperimenti riguardanti il passaggio e gli effetti<br />
dell’elettricità. Tra questi vi era anche una piccola<br />
riproduzione della prima pila di Volta (in figura), costituita<br />
fondamentalmente da una colonna di più elementi<br />
sovrapposti. Nel dettaglio, è formata da un<br />
disco di zinco collegato ad uno di rame attraverso<br />
uno strato intermedio di feltro o cartone imbevuto<br />
in acqua salata. Ciò rendeva possibile il passaggio di<br />
elettricità, in quanto l’acqua salata risulta essere un<br />
buon conduttore.<br />
All’esterno della struttura erano esposti altri strumenti,<br />
come due parabole poste una di fronte all’altra<br />
che permettevano di parlarsi anche a una discreta<br />
distanza. Oltre a queste, interessanti erano anche<br />
una piccola macchina per creare il vuoto all’interno di<br />
due semisfere di metallo unite tra di loro e vari strumenti<br />
di misurazione del tempo e di osservazione<br />
astronomica.<br />
Al termine della visita è stato piacevole trascorrere<br />
del tempo con i nostri corrispondenti, sdraiati sul<br />
vasto prato verde circostante la vecchia villa, ammaliati<br />
da una splendida veduta del lago.<br />
Massimiliano Mangia<br />
Pila di Alessandro Volta
12 no BINDS<br />
SCAMBIO BERLINO<br />
Berlino<br />
val bene un viaggio<br />
Dal 2 al 6 marzo 2010 si è svolto a Berlino il viaggio<br />
d’istruzione della classe VA del liceo scientifico<br />
accompagnata dalla prof. ssa S. Fasciolo e dal<br />
Rettore E. Fatovic. La meta è stata la tappa finale di<br />
un percorso sulla storia del ‘900 intrapreso lo scorso<br />
anno con un approfondimento sul gruppo resistenziale<br />
la Rosa Bianca che ha visto la stessa classe protagonista<br />
di un itinerario didattico di grande interesse<br />
tra le città di Trento, Monaco e Bolzano.<br />
Berlino, la storica capitale tedesca, è oggi considerata<br />
l’epicentro storico del XX secolo. Poche città portano<br />
così marcatamente i segni delle vicende del secolo<br />
scorso: un’ immancabile meta per tutti coloro che<br />
si avvicinano all’esame di maturità. Non potrebbero<br />
bastare queste poche righe per descrivere i luoghi<br />
e le emozioni che questa città è capace di offrirti,<br />
camminare per Berlino è come camminare fra le<br />
pagine di un libro di storia.<br />
Distrutta per il 90% dai bombardamenti della seconda<br />
guerra mondiale, emblema della divisione U.S.A-<br />
URSS, Berlino è oggi una città completamente ricostruita<br />
e inserita nel quadro delle grandi capitali europee,<br />
una città giovane che ha saputo conservare intatta<br />
la sua storia.<br />
I resti della Kaiser Wilhelm-Gedächtniskirche (Chiesa<br />
della Memoria), i “brandelli” di muro e i berlinesi<br />
stessi sono un segno tangibile di come questa città<br />
non dimentichi il suo passato ma allo stesso modo i<br />
suoi enormi cantieri e la sua modernità sono un<br />
esempio di come questa metropoli sia in continua<br />
trasformazione.<br />
“Ci vogliono cinquecento anni per fare una città e<br />
cinquanta per fare un quartiere.A noi hanno chiesto<br />
di costruire una bella fetta di Berlino in cinque anni”<br />
queste le parole dell’architetto Renzo Piano riguardo<br />
a Potsdamer Platz, cuore pulsante negli anni 20 della<br />
vita berlinese oggi sede del centro Sony. Imponente<br />
esempio di architettura moderna, Potsdamer Platz è<br />
un archetipo di come la guerra e la successiva divisione<br />
non abbiano mai impedito al popolo tedesco di<br />
ricominciare, di riuscire a guardare avanti.<br />
Camminare lungo i viali di Unter den Linden, girare per<br />
i grandi magazzini di Alexander Platz, osservare le enormi<br />
abitazioni del regime sovietico o semplicemente<br />
prendere un tè all’Adler Hotel sono solo alcuni dei<br />
modi per respirare l’aria dell’ormai decaduta DDR, 40<br />
anni di comunismo, che hanno lasciato un profondo<br />
segno nell’urbanistica e negli sguardi dei berlinesi.<br />
Vittime per anni di oppressioni, di una ingiusta divisione:<br />
di regimi dispotici, oggi la politica tedesca ha assunto un<br />
nuovo aspetto fondato sulla trasparenza e la democrazia,<br />
un aspetto che si traduce anche architettonicamente<br />
nel nuovo Reichstag (parlamento) progettato dall’architetto<br />
inglese Forster.<br />
Berlino è questo, una città legata al suo doloroso passato,<br />
ai suoi errori, alla sua storia, complessa e tormentata<br />
con la quale il popolo tedesco, oggi riunificato, ha<br />
saputo coraggiosamente fare i conti. Ne sono testimonianza<br />
Memoriali e Centri di documentazione e di<br />
Ricerca sulla storia del ‘900.Una memoria accuratamente<br />
elaborata e rivisitata che ha consentito al popolo<br />
tedesco di affermarsi come modello per i paesi europei.<br />
Andare oggi a Berlino significa saltare a bordo di<br />
un’esaltante macchina del tempo, capace di sbalzarci<br />
senza tregua fra il passato e il futuro: glorie dell’arte<br />
e della cultura, memorie tragiche, progetti fantascientifici<br />
che si traducono in realtà trascinati da un’incontrollabile<br />
energia.<br />
Berlin ist Reise wert (Berlino val bene un viaggio).<br />
Giacomo Ricci<br />
Michele Ippolito
SCAMBIO TUNISIA<br />
no BINDS 13<br />
Tunisia<br />
projet Didone<br />
La Tunisie est fascinante: elle passionne, elle fait<br />
tomber amoureux. Ses campagnes, vastes comme<br />
on ne les a jamais vues, font venir à l’esprit celles de<br />
la chaude Puglia; et Carthage, “delenda” mais de<br />
nouveau vivante, la “Fregene tunisienne”, comme<br />
quelqu’un a dit. Le souk, un autre monde, joyeux et<br />
sautillant, dont les couleurs confondent et les parfums<br />
enchantent (et donnent de l’appétit, aussi!);<br />
des voix qui reconnaissent les Italiens, et l’offre au<br />
prix le plus bas (ou le meilleur?). Dromadaires,<br />
désert, mosquées, et, hélas, pas de jambon… mais<br />
dattes, et kebab.<br />
Notre séjour n’a pas été le typique voyage scolaire, ni<br />
un voyage d’instruction dans le véritable sens du mot,<br />
mais il a été un voyage de découvertes : du monde et<br />
de nous-mêmes. Il nous a<br />
enrichis en unité et en<br />
expérience: quarante<br />
lycéens de terminale se<br />
sont transformés tout d’un<br />
coup en quarante petits<br />
Montaigne! Et avec la rencontre<br />
des villes, l’on a fait<br />
aussi la rencontre des personnes<br />
du lieu. On a eu des<br />
contacts avec un lycée<br />
local, un lycée pilote très<br />
prestigieux à Nabeul, ce qui<br />
sera certainement très<br />
positif du point de vue<br />
didactique pour ce qui concerne les rapports entre<br />
nos Etablissements (projet DIDONE), mais ce qui a<br />
été le plus intéressant, c’est qu’on a fait la connaissance<br />
des jeunes lycéens tunisiens et on a remarqué les<br />
différences entre nos façons de vivre, nos habitudes…<br />
qui, avec surprise, sont beaucoup moins évidentes de<br />
ce que l’on peut croire. Beaucoup d’entre eux vivent<br />
«à l’occidentale», certaines filles ne portent pas le<br />
voile, et ne sont pas liées aux règles de la religion.<br />
Un voyage parfait, le meilleur que l’on a jamais fait,<br />
complet en expériences, en sensations et en émotions.<br />
Un voyage de ceux qui font comprendre la<br />
vérité du proverbe qui disait que «Partir, c’est mourir<br />
un peu». La Tunisie va garder sans aucun doute un<br />
petit morceau de nos cœurs.<br />
Rachele Buonomo
14 no BINDS<br />
SCAMBIO FRANCIA<br />
NOTRE EXPERIENCE<br />
D’ECHANGE VUE D’UN<br />
INTERNAT<br />
Du 19 au 24 avril 2010, la classe de <strong>II</strong>IA a participé à<br />
l’échange culturel avec le Lycée Pierre et Marie Curie<br />
de Menton.<br />
Cet échange nous a donné la possibilité non seulement<br />
de découvrir une culture différente, mais aussi<br />
de vivre la vie frontalière.<br />
D’autre part, notre situation était particulière: internes<br />
nous-mêmes, nous avions des correspondantes<br />
internes. Nous avons donc eu l’occasion de connaître<br />
un autre Internat et de faire la comparaison entre<br />
deux expériences d’internes.<br />
En réalité, notre séjour à Menton n’a pas été vraiment<br />
positif. En premier lieu, même si nous sommes<br />
internes, nous avons eu des problèmes pour nous<br />
adapter à l’Internat mentonnais. On a constaté que le<br />
<strong>Convitto</strong> et l’Internat sont aux antipodes.<br />
Au <strong>Convitto</strong> il y a trop de contrôles, trop de règles,<br />
souvent on est opprimé par la surveillance que les<br />
éducatrices exercent sur nous. A l’Internat, on avait<br />
plus de liberté, on pouvait sortir tous les jours jusqu’à<br />
18 heures et on n’était pas très surveillé, mais ils<br />
étaient beaucoup plus rigides en ce qui concerne le<br />
respect des horaires et, peut-être à cause de la présence<br />
d’un plus grand nombre d’internes, les institutions<br />
nous semblaient moins disponibles. Ce qui était<br />
vraiment dramatique, était de voir nos journées commencer<br />
à 6h30 au son désabréable d’une alarme qui<br />
durait une bonne minute!<br />
Mais en général, on a beaucoup appris sur la vie scolaire<br />
en France et surtout sur la vie frontalière.<br />
Beaucoup de correspondants habitaient très près de<br />
l’Italie ou bien carrément à Vintimille et souvent ils<br />
allaient y faire des courses. A Menton, on entendait<br />
dans les rues autant de personnes parler italien que<br />
français. Néanmoins, la culture fran çaise était bien<br />
visible partout dans la ville, dans les façons de faire,<br />
dans l’organisation du temps.<br />
Tous nos camarades ont eu la possibilité de connaître<br />
d’autres types de familles et les rôles des différents<br />
membres à l’intérieur de ces familles.<br />
Chacun a pu témoigner un différent type de situation<br />
et chacun a grandi à partir de cette nouvelle expérience.<br />
A notre avis, ce que cet échange nous a fait comprendre<br />
est le fait de mieux apprécier la vie chez nous ;<br />
nous avons, par exemple, pris conscience de tous les<br />
avantages de notre <strong>Convitto</strong> et nous ne croyons plus<br />
à présent qu’ailleurs tout est meilleur.<br />
Domitilla Mattia<br />
Francesca Ventimiglia
SCAMBIO FRANCIA<br />
no BINDS 15<br />
COME SI CRESCE<br />
DURANTE LO SCAMBIO<br />
Uno scambio culturale, oltre a essere un efficace strumento<br />
per apprendere una lingua straniera e per conoscere la tradizione<br />
di un paese estero,è anche e soprattutto un’esperienza che<br />
può insegnarci molto. I suoi pregi sono molti e noti, ribaditi in ogni<br />
maniera, ma è importante anche mettere in evidenza i momenti di<br />
difficoltà e disagio che essa può presentare.<br />
Nella settimana che abbiamo passato a Mentone, ognuno di noi ha<br />
vissuto (bene o male) a stretto contatto con il proprio corrispondente,<br />
imparando a convivere con ogni suo pregio e difetto.<br />
Questo tipo di esperienza a volte difficoltosa è molto importante<br />
per la nostra crescita, in quanto ci mette di fronte a situazioni che<br />
non sempre possono sembrarci piacevoli,ma che dobbiamo ad ogni<br />
modo affrontare. Può capitare, infatti, di non trovarsi a proprio agio<br />
con una persona con cui,però,si debba passare del tempo,e in questi<br />
casi è assolutamente necessario imparare a mettere da parte i<br />
malumori e munirsi di pazienza. Situazioni del genere, per quanto<br />
poco gradevoli, possono essere molto utili per cominciare ad esercitare<br />
il proprio autocontrollo e per mettere un po’ da parte il proprio<br />
ego, soprattutto per noi adolescenti; infatti, l’irritabilità, l’insofferenza<br />
e la scarsa adattabilità che sono nella nostra indole, in questi<br />
casi cominciano a essere controllate per lasciare posto a una<br />
maggiore tolleranza, che ci risulterà preziosissima per il futuro.<br />
Questo,tuttavia,è soltanto uno degli aspetti difficoltosi di uno scambio,<br />
a cui se ne accompagnano altri ben più piacevoli.<br />
La conoscenza di una persona a noi estranea e la convivenza con<br />
essa possono arricchirci molto.Trascorrendo molto tempo insieme,<br />
infatti, scopriamo e capiamo la personalità dell’altro, riconoscendone<br />
e apprezzandone i pregi e accettandone i difetti. Questo diventa<br />
anche un modo per conoscere meglio noi stessi, perché la condivisione<br />
di spazi e momenti della vita quotidiana con qualcuno che non<br />
conosciamo così bene (non si tratta infatti di un amico abituale con<br />
cui abbiamo stretto un legame spontaneo,basato su ciò che ci accomuna<br />
o sulla simpatia reciproca o sull’affetto) mettono alla prova il<br />
nostro carattere e il nostro modo di reagire a una situazione nuova.<br />
È in questi casi che prendiamo maggiore coscienza dei nostri limiti<br />
e delle nostre qualità e che impariamo a convivere con essi e a<br />
gestirli a seconda del momento.<br />
Questo scambio ha visto ognuno di noi ragazzi immergersi in<br />
micro-realtà familiari o personali diverse, tutte con differenti pro e<br />
contro e tutte con particolarità uniche; tutti quanti, però, abbiamo<br />
dovuto fare i conti con situazioni a noi estranee e qualunque sia<br />
stato il nostro modo di affrontare queste novità, ne abbiamo tratto<br />
una lezione che per noi sarà una grande ricchezza e a cui potremo<br />
sempre guardare di fronte agli imprevisti.<br />
Bianca Ceriani
16 no BINDS<br />
SCAMBIO FRANCIA<br />
CÔTE D’AZUR<br />
Poesie di Federico Fuggitti<br />
Dans ma mer…<br />
Grande…<br />
Immense…<br />
Et toujours en mouvement…<br />
Entre une barque et une autre,<br />
Danser comme une mouette<br />
Sous les étoiles et la lune rêvant,<br />
Soleils et nuages d’ouate…<br />
Encore…<br />
Suivant<br />
Le vent et ses humeurs<br />
Inconstants…<br />
Maintenant, au rythme des tambours<br />
Et puis sur les sons des guitares<br />
On fait la fête,<br />
Parmi feux de joie crépitants<br />
Et rires en quantités…<br />
Explorer et regarder<br />
Ames inquiètes,<br />
Errantes parmi de nouveaux espoirs<br />
Et d’antiques légendes…<br />
Des terres nouvelles et<br />
Etrangères…<br />
Parmi des langues et<br />
Des cultures différentes…<br />
Mais seulement<br />
Dans mon âme…<br />
Dans ma mer…<br />
Je ne sais pas pourquoi<br />
Je ne sais pas pourquoi,<br />
Mais je suppose que je sentirai votre absence.<br />
Je te connais maintenant,<br />
Mais, c’est comme si je t’avais déjà aimé depuis longtemps.<br />
Pays où tous sont amis de tous,<br />
Regards qui se croisent<br />
Et visages qui ne s’oublient jamais<br />
Je ne pourrai jamais oublier leur «bonjour»<br />
Qui te fait sentir partie d’entre eux.<br />
Il va me manquer ce goût sucré de l’air de la mer,<br />
Qui te fait être toujours dans l’été,<br />
Alors que la brise fraîche qui te caresse les cheveux<br />
Et te fait rendre compte que vous avez eu tort<br />
Parce que l’hiver règne.<br />
Maintenant, je vais loin.<br />
Je reviens en Italie<br />
Mais dans mon cœur tu es venu<br />
En le rendant propre.<br />
Voyages… voyages<br />
Au gré<br />
D’un geste<br />
D’un regard<br />
D’une image<br />
L’on fait<br />
Souvent<br />
Les plus beaux<br />
Voyages…<br />
Car<br />
L’imaginaire<br />
N’a pas<br />
D’horizons<br />
N’a pas<br />
De frontières.
SCAMBIO FRANCIA<br />
no BINDS 17<br />
Ogni scuola francese, di qualsiasi tipo e di qualsiasi<br />
livello sia, è fornita di un CDI (Centro di<br />
Documentazione e Informazione). I vantaggi e gli<br />
svantaggi dell’avere un CDI all’interno del nostro istituto?<br />
I primi abbondano e riempiono una lunga lista.<br />
Il secondo?...Anche a volerne cercare, non se ne trovano.<br />
Il CDI è un grande ambiente, una sorta di<br />
biblioteca, gestita da una o due documentaliste.<br />
All’interno, si possono trovare romanzi, classici, enciclopedie,<br />
dizionari, libri scolastici, svariati tipi di riviste<br />
(per l’orientamento, di sport, di svago), DVD e<br />
VHS. Inoltre gli alunni dispongono di postazioni internet<br />
e possono accedere al CDI in qualsiasi momento<br />
della giornata, specialmente nelle ore di assenza dei<br />
docenti. Il ruolo della documentalista è fondamentale:<br />
decide dell’acquisto dei libri, tenendo conto dei<br />
professori e degli alunni e del budget della scuola,<br />
produce una scheda riassuntiva relativa a ciascun<br />
libro, seleziona ciascun libro, seleziona le riviste e i<br />
libri da conservare all’interno del CDI, aiuta gli studenti<br />
a fare ricerche e a produrre lavori scolastici, si<br />
occupa del prestito settimanale dei libri e aggiorna<br />
continuamente i documenti a disposizione di alunni e<br />
professori.<br />
Anche il <strong>Convitto</strong> si<br />
doterà del suo CDI<br />
Gli studenti si recano al CDI per studiare e fare<br />
ricerche di qualsiasi tipo.<br />
Per combattere il fenomeno del furto dei libri, vengono<br />
applicate su ciascuno di essi delle etichette antifurto<br />
che mettono in funzione l’allarme in vicinanza<br />
delle barre poste ai lati delle porte.<br />
L’importanza del CDI è incommensurabile: i libri<br />
devono essere alla portata d’uomo, il ragazzo deve<br />
avere la possibilità di prenderli con le proprie mani,<br />
sfogliarli, ammirarli, scrutarli nei minimi particolari e<br />
decidere se prenderli in prestito o meno.<br />
Fondamentale è la presenza di un documentalista,<br />
responsabile dei libri e del loro aggiornamento, che<br />
guidi ed assista il ragazzo nelle sue ricerche.<br />
Il CDI offre la possibilità ad alunni e docenti di aggiornarsi<br />
costantemente circa le ultime novità editoriali.<br />
Se gestito con efficienza e serietà, il CDI esercita<br />
sicuramente una funzione efficace di diffusione della<br />
cultura, elemento fondamentale per la crescita di<br />
allievi e professori.<br />
In conclusione, il CDI rappresenta di sicuro un ottimo<br />
strumento per integrare e arricchire le attività<br />
curriculari.<br />
Domitilla Mattia
18 no BINDS<br />
SCAMBIO FRANCIA<br />
Un, deux, Troyes:<br />
Voilà la France!<br />
Incroyable! Une autre année scolaire va se terminer<br />
dans peu de jours.Il me semble que nous sommes rentrés<br />
hier au lycée, après les vacances d’été… Cette<br />
année aurait pu sembler pareille à toutes les autres,mais,<br />
en ce qui nous concerne,elle a été très particulière:nous<br />
avons commencé la troisième année et c’est pendant<br />
cette période qu’on parle vraiment de l’échange culturel<br />
avec la France. Les années passées nous écoutions les<br />
expériences des autres élèves en nous émerveillant et<br />
cette année on les a vécues directement. Cette année,<br />
pour la première fois, notre classe a participé à l’échange<br />
avec le Lycée «Camille Claudel» de Troyes, ville située<br />
dans la région de la Champagne-Ardennes. Nos correspondants<br />
ont eu le plaisir de découvrir Rome, la Ville<br />
Eternelle, nous de connaître leur ville, qui était un grand<br />
centre commercial au Moyen Âge. Cette expérience a<br />
eu deux phases: nos correspondants sont arrivés chez<br />
nous fin mars, et nous sommes partis pour Troyes un<br />
mois plus tard, une semaine seulement! Sans aucun<br />
doute notre expérience sera inoubliable:certains d’entre<br />
nous ne connaissaient pas la France et personne n’avait<br />
jamais été hébergé dans une famille française. L’émotion<br />
a été générale. Nous avons aussi bien eu la possibilité de<br />
découvrir de nouvelles façons de vivre et d’améliorer<br />
nos compétences linguistiques que de visiter des<br />
endroits nouveaux,pleins d’histoire et de merveilles.<br />
Cet échange a été une expérience de vie qui, à<br />
travers le partage du train-train quotidien, nous<br />
a permi de connaître, même pour un temps limité,<br />
une différente réalité culturelle et sociale. En<br />
effet, nous avons eu la chance de vivre personnellement<br />
comme un «Français doc» depuis le<br />
petit-déjeuner, les cours au lycée, jusqu’au soir<br />
quand certains d’entre nous ont même pu regarder<br />
«Les Simpson» en version française (une<br />
expérience à vivre!). Sûrement du point de vue<br />
linguistique, être au contact du contexte français<br />
pendant une semaine entière a été bénéfique<br />
pour pratiquer la langue française, mais nous<br />
avons beaucoup appris aussi en ce qui concerne<br />
le milieu artistique.Troyes, au-delà de ses usines<br />
(célèbre l’usine Lacoste), offre un grand patrimoine<br />
artistique: elle est connue comme «la ville des dix<br />
églises», en style gothique, et en même temps elle<br />
abrite un musée d’art moderne qui vante des peintres<br />
comme Derain, Matisse, Picasso, Seurat et beaucoup<br />
d’autres. Chaque jour était une occasion pour<br />
apprendre des nouveautés, même seulement en suivant<br />
les cours: philosophie, Histoire et Géo,<br />
Sciences, Maths, etc.<br />
Malheureusement, le temps passe vite et on ne s’aperçoit<br />
pas que la fin de la semaine est proche et<br />
qu’on est déjà à l’aéroport de Paris-Charles de<br />
Gaulle, prêts à partir pour Rome.Toutefois, ce qui est<br />
sûr, c’est que cet échange avec la France a été une<br />
expérience unique pour tous et que difficilement<br />
nous oublierons «la ville au bouchon de<br />
Champagne», ses maisons à pans de bois, ses crêperies<br />
superbes, ses vélos et les élèves du lycée<br />
«Camille Claudel», mais surtout nos amis français!<br />
On pourrait dire que tout cela a été une des premières<br />
clés qui nous a ouvert les portes du monde et<br />
nous a fait comprendre ce que veut dire «être des<br />
citoyens sans frontières».<br />
Julia Rajani et Valeria Ferrari
SCAMBIO SAN PIETROBURGO<br />
no BINDS 19<br />
Uno scambio<br />
particolare<br />
“Grazie a questo scambio siamo riusciti a<br />
conoscere la diversità delle culture e della<br />
gente e ci siamo resi conto di quanto siamo<br />
fortunati”.<br />
Un gruppo di ragazzi del primo anno, tanta eccitazione<br />
e due professoresse magnifiche: questi sono gli<br />
ingredienti del nostro fantastico scambio.<br />
Perché così particolare?<br />
E’ il primo anno che dei ragazzi del primo liceo partecipano<br />
ad uno scambio culturale; infatti lo scambio<br />
è di norma destinato a ragazzi più maturi. Questo<br />
scambio con San Pietroburgo non aveva lo scopo di<br />
migliorare una lingua straniera ma di farci conoscere<br />
un nuovo paese diverso per cultura e stile di vita.<br />
Tutto cominciò quando ci venne proposto dalle<br />
prof.sse Atzeri e Cammarota di prender parte ad uno<br />
scambio con la scuola “Dante Alighieri’’ di San<br />
Pietroburgo, unico istituto russo che studia come<br />
prima lingua straniera l’italiano.<br />
All’arrivo in Italia dei nostri corrispondenti si è diffusa<br />
nell’atmosfera la paura di non riuscire a coinvolgere<br />
al meglio i ragazzi russi che erano più grandi di noi,<br />
pieni di energia e con tanta voglia di godere di una<br />
città così grande e bella come Roma.<br />
Nonostante la tensione iniziale tutto è andato per il<br />
meglio, ci siamo divertiti ed abbiamo instaurato dei legami<br />
molto forti con tutti i partecipanti allo scambio.<br />
Quando siamo arrivati a San Pietroburgo abbiamo<br />
trovato una nuova e diversa realtà, grazie alla quale<br />
siamo riusciti a crescere ed abbiamo compreso il<br />
valore della diversità.<br />
La bellissima e fredda città di San Pietroburgo sembra<br />
una città europea: infatti venne costruita da Pietro il<br />
Grande che, dopo essere stato affascinato dalle grandi<br />
città della Francia e soprattutto dalla Reggia di<br />
Versailles, ha voluto costruire una propria capitale<br />
dalle caratteristiche occidentali che le eguagliasse.<br />
Intorno alla città di San Pietroburgo nascono altre<br />
città russe, da noi visitate, come Puskin e Novgorod,<br />
città più piccole, ma ugualmente interessanti e affascinanti<br />
per la bellezza naturalistica, ma anche per la<br />
abbondanza di oro, sete preziose, ambra che rivestivano<br />
le sale dei palazzi e la ricchezza degli oggetti,<br />
quadri e arredi.<br />
Inizialmente abbiamo avuto alcuni problemi di adattamento<br />
alle loro usanze; le loro case sono molto piccole<br />
e prive di comforts, ma il calore e la dignità dei<br />
genitori e dei ragazzi russi ci ha profondamente colpito<br />
ed aiutato a superare le difficoltà. La scuola, al<br />
contrario, è seria, bene organizzata e molto accogliente.<br />
Il primo giorno, appena arrivati, eravamo<br />
molto spaventati poiché, essendo il I Maggio festa del<br />
lavoro, dovevamo stare per due giorni con le famiglie<br />
ospitanti, ma ci hanno fatto gustare le loro specialità,<br />
ci hanno portato nelle “Dacie” ed organizzato delle<br />
giornate stupende al di sopra del loro tenore di vita.<br />
Sicuramente le condizioni di vita in Russia sono<br />
molto migliorate rispetto al periodo comunista; la<br />
popolazione crede di godere di un tenore di vita<br />
molto elevato; ma, rapportato al nostro modo di<br />
vivere, decisamente inferiore.<br />
E’ stato davvero uno scambio “particolare” e il più<br />
grande insegnamento che ne è derivato, quello di<br />
farci “comprendere che abbiamo tanto ma non lo<br />
apprezziamo e che spesso le persone semplici sono<br />
le migliori e da tutti abbiamo da imparare”<br />
Antonazzi Edoardo, D’Orazio Francesca<br />
Picone Francesca, Coccia Leonardo<br />
Fraulini Federica,Travagli Pier Mario
20 no BINDS<br />
SCAMBIO DANIMARCA<br />
LO SCAMBIO È UN PROGETTO LINGUISTICO CHE SI PREFIGGE DI<br />
ACCRESCERE LA MOTIVAZIONE, LA CAPACITÀ E LA SICUREZZA<br />
DEI GIOVANI NEL COMUNICARE IN LINGUA STRANIERA, DI<br />
MIGLIORARE LA QUALITÀ DELL’ISTRUZIONE SCOLASTICA E RAF-<br />
FORZARNE LA DIMENSIONE EUROPEA.<br />
PROMUOVE,ALTRESÌ, UNA SENSIBILITÀ PER LE DIVERSE CULTURE,<br />
MIGLIORA LE COMPETENZE ED EDUCA I GIOVANI AI VALORI<br />
DELLA CITTADINANZA D’EUROPA E DEL MONDO…<br />
IVAE: our cultural exchange<br />
with Aalborg, Denmark<br />
“Sometimes it snows in March…”<br />
Cultural Exchange. Chunks of lifestyle freely mixed and<br />
shuffled in the hands of high school students from all<br />
over the world. Frightening proposal indeed.<br />
A challenging goal involving the Liceo Europeo since<br />
1997.<br />
This year Italian capital Rome met Denmark’s third<br />
town,Aalborg.<br />
First thing you learn is that you pronounce Aalborg<br />
“oobog” and not “Aalborg”.<br />
That it might snow in March, and that it generally goes<br />
below zero in the evening.You warm up with a few conscientious<br />
sips of alcohol - not too much! - and then<br />
you’re ready for Danish life.<br />
Once the conventional information needed for survival<br />
is exchanged, the thrilling experience begins. Sure some<br />
won’t start off in the right mood because they don’t<br />
know the language well enough or feel “strangers”, on<br />
the other hand some others will show a positive attitude<br />
for the opposite reasons. Everyone is anyway going<br />
to enjoy it.<br />
As far as our culture is concerned, lasagne -<br />
most of our families thoughtfully welcomed<br />
us with Italian food - do not include ricotta<br />
and, yes, spaghetti are not supposed to be<br />
topped with… ketchup.We anyway do appreciate<br />
the effort, though.<br />
That’s some “raw background” teenage students<br />
share and attempt to use the best<br />
way they can to step into a completely different<br />
reality.<br />
There is a focal point in a cultural exchange:<br />
during both phases you live an altered portion of life.<br />
But as the week abroad only gets you on your own, as<br />
you may have experienced already,the home one makes<br />
a situation you may yet have found yourself in: you’re<br />
asked to look after someone your age you barely know.<br />
It’s not only taking care of yourself, you must “think of<br />
two” –I’m quoting some classmates of mine.<br />
That’s extremely important and fundamental for the<br />
individual growth, especially during these years of transition<br />
from childhood to the adult age, better known as<br />
adolescence.<br />
You must plunge into a cultural exchange.<br />
Everyone needs to interact with the hosting family and,<br />
either to avoid silent five pm dinners or to chat with his<br />
match, he will figure out a way to communicate. I think<br />
also not being under pressure should make things<br />
easier.You’re not going to be marked, so you can just<br />
make up words you don’t know and give it a shot,rather<br />
than keep silent. At the worst you’ll be laughed at and<br />
maybe some smarter one will eventually even understand<br />
what you meant. It is worth trying anyway!
SCAMBIO DANIMARCA<br />
no BINDS 21<br />
Moreover, you’re dealing with a peer, so there’s no reason<br />
to be embarrassed or to feel uneasy.<br />
This does make a difference.<br />
Let me tell you: don’t ever miss an opportunity because<br />
of fear or insecurity, because you don’t trust yourself<br />
enough, take everything comes along your way as an<br />
occasion to prove yourself.<br />
Don’t be afraid of making up words you wouldn’t know<br />
how to say in another language, of asking to repeat<br />
something because you haven’t understood. Once,<br />
twice, three times, and end up telling the person: “I’m<br />
sorry, I can’t understand you. Could you write that<br />
down, please?”<br />
I did that too…<br />
A cultural exchange is nothing but a great opportunity<br />
to challenge you.<br />
I personally saw all of my classmates getting to speak<br />
English, even those I never thought would be able to<br />
(too shy). In the end they were finished up speaking<br />
good English too.<br />
Whatever you feel, whether you think it good or bad,<br />
you’ve got no choice.<br />
If you want to take a step further, to get the deeper<br />
meaning of the exchange, to understand what’s going<br />
on,to interact,to know,you have to speak.And you have<br />
to speak English.<br />
This apparent and most likely annoying “coercion” at<br />
the beginning will eventually turn into a shared merry<br />
approval,because you discover a way to enjoy it.It is not<br />
merely a fact of valuable academic skills; it’s not only<br />
having classes, studying and taking quizzes. It is getting to<br />
know another country, another culture, different habits<br />
and customs.It is being able to translate your whole existence<br />
into another code without losing your identity: it<br />
is living the language.<br />
It is very rare not to get anything out of such an experience.<br />
If not your speaking skills, you will at least improve<br />
your pronunciation, which isn’t to be sneezed at!<br />
Another remarkable aspect is the effect the exchange<br />
has on the individual both as a social being and on a<br />
psychological level.<br />
The students have to share things far from what they’re<br />
used to at school,to help each other out if necessary and<br />
to come closer. It is fundamental to see someone involved<br />
in certain situations in order to actually know and<br />
either appreciate or dislike him or her. The exchange<br />
helps you do that.People will be likely to show their most<br />
intimate selves and who they really are.You need to be<br />
with a person outside the school context to understand<br />
whom you’re spending most of your time with.<br />
And then I think the shared feeling of cheerfulness that<br />
spreads during the exchange, no matter how things go,<br />
will get the students to feel more united. I even believe<br />
“negative” happenings can help to create this feeling.<br />
Not that we need the plane to crash, but some small<br />
issues can be extremely profitable.<br />
Last but not least, a cultural exchange, improves the<br />
relationship between teachers and students as well.<br />
What I just said about students works for teachers too.<br />
The nastiest teenager can be a good guy outside the<br />
school walls; endless walking and four-hour-sleep nights<br />
are something miraculous. You will eventually yield to<br />
the evidence that teachers are human beings too, and<br />
might even start to think after all they’re not that bad.<br />
But let’s go back to some more edifying aims…<br />
Speaking a foreign language allows you to come into<br />
contact with people way different from you and share<br />
your world with theirs: that’s quite interesting, in my<br />
opinion.Then it’s useful: it gives you more chances for<br />
your future, and more choices as well, which I think is<br />
fairly important.<br />
Experiencing living in another country unlocks a different<br />
reality, helps you to grow up, opens your mind,<br />
makes you aware.And more responsible, I’d dare say.<br />
Or maybe, this last is just a vain hope of mine.<br />
Lisiane Gobbicchi
22 no BINDS<br />
SENTIERO DELLA LIBERTÀ<br />
Sentiero della Libertà<br />
Da dieci anni il liceo scientifico Fermi di Sulmona organizza,in<br />
occasione del 25 Aprile,giorno della liberazione,<br />
una manifestazione in cui i ragazzi attraversano a piedi il<br />
tragitto che va da Sulmona a Casoli ,passando per il massiccio<br />
della Maiella. Un percorso tutt’altro che semplice, che<br />
quest’anno è stato accompagnato da pioggia e nebbia<br />
costringendo il gruppo a fare anche qualche deviazione.<br />
Questo tratto di terra abruzzese è lo stesso che più di sessanta<br />
anni fa fu percorso da partigiani italiani ed ex prigionieri<br />
britannici,che volevano unirsi agli alleati per liberare l’ Italia<br />
dall’occupazione nazifascista. La manifestazione, che dà il<br />
nome anche all’associazione culturale che se ne occupa, si<br />
chiama non a caso “Sentiero della Libertà”. Quest’anno in<br />
occasione della 10° edizione la nostra scuola,che ha sempre<br />
partecipato all’iniziativa, è intervenuta con trenta studenti<br />
delle classi V A , <strong>II</strong>I A e <strong>II</strong>I B del liceo scientifico, accompagnati<br />
dalla professoressa Fasciolo e dal nostro Rettore. Con il<br />
Sentiero della Libertà si ripercorre un pezzo della nostra storia<br />
italiana spesso dimenticata entrando a contatto con<br />
uomini, come quelli della brigata Maiella , che da ragazzi<br />
hanno combattuto per la libertà e la giustizia,fino a sacrificare<br />
la propria vita. Uomini che provenivano da ogni parte<br />
d’Italia come il martire friulano Ettore De Corti, ucciso il 18<br />
Settembre 1943 da sentinella tedesche a soli 22 anni nel tentativo<br />
di raggiungere gli alleati oltre la Maiella. Per queste<br />
terre è passato anche un giovane destinato ad avere un ruolo<br />
di primo piano nella storia politica italiana, l’ex Presidente<br />
della Repubblica C.A. Ciampi, che in un intervista proposta<br />
durante la marcia ha ribadito l’importanza di mantenere viva<br />
la memoria storica di questi luoghi che hanno pagato un tributo<br />
altissimo dopo l’occupazione tedesca seguita all’armistizio<br />
dell’8 Settembre 1943. L’esperienza del Sentiero della<br />
Libertà è una lezione di storia vissuta in prima persona, in<br />
compagnia degli amici: un modo per staccare dal caos della<br />
città, per fermarsi a conoscere meglio se stessi e riflettere<br />
sul senso della libertà.Una tappa importante per i ragazzi che<br />
si affacciano,spesso senza modelli,al mondo degli adulti.In un<br />
momento in cui, pur avvicinandosi il 150° anniversario<br />
dell’Unità d’Italia, alcuni pensano e propongono di dividerla,<br />
è necessario che i giovani conoscano la storia del nostro<br />
paese, delle persone che lo hanno fatto grande e che per<br />
unirlo hanno dato la propria vita.<br />
Vito Dante<br />
Premiato il <strong>Convitto</strong><br />
ed una ex alunna<br />
Il giorno 29 aprile 2010,accompagnata dalla prof.ssa Silvia Fasciolo e dall’educatore<br />
Francesco Alario, sono stata convocata a Sulmona, per la premiazione<br />
assegnata al <strong>Convitto</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Vittorio</strong> <strong>Emanuele</strong> <strong>II</strong> dall’associazione culturale<br />
“Il Sentiero della libertà-Freedom Trail”.<br />
Questa manifestazione si è svolta nella cittadina abruzzese alla presenza di vari illustrissimi ospiti tra cui i rappresentanti delle<br />
scuole che hanno sempre partecipato a questa marcia, e alcuni membri della famiglia di Roberto Cicerone, detto “pazzone”,<br />
il più insigne partigiano della regione. Sono stati proprio loro a consegnare i premi ai vincitori con una cerimonia molto toccante<br />
e piena di emozioni che ha risvegliato la memoria di persone che hanno lottato fino a morire per quello in cui credevano:<br />
la libertà e la democrazia, i pilastri della nostra Costituzione.<br />
Al momento della premiazione, con mia sorpresa, mi hanno chiamata sul palco, con grande commozione mi sono avvicinata<br />
a colui che mi avrebbe premiata, il figlio di Cicerone, il cuore batteva all’impazzata, l’emozione mi faceva tremare le gambe e<br />
la voce, la mia testa era affollata da mille pensieri, una sensazione unica e indescrivibile.<br />
Ero proprio io, lì in quel momento, ad essere stata scelta tra tanti studenti, non potevo crederci, non mi capacitavo, ne ero<br />
onorata. La motivazione del premio a me assegnato diceva:<br />
“Noemi Rares,ex alunna e convittrice del <strong>Convitto</strong> <strong>Vittorio</strong> <strong>Emanuele</strong> <strong>II</strong> di Roma,ora al primo anno di università,ha<br />
vissuto l’esperienza del Sentiero della Libertà come una sfida personale dando inizio a un percorso<br />
che l’ha portata ad essere una studentessa esemplare dedita agli altri,in particolare alla propria famiglia<br />
con un genitore che deve affrontare gravi problemi di salute”.<br />
Un ringraziamento particolare va alla professoressa Fasciolo che con perseveranza ha “inseguito” noi alunni nei corridoi per<br />
partecipare a questa iniziativa e ci ha fatto capire l’importanza della memoria.<br />
Noemi Rares
CARAVAGGIO<br />
no BINDS 23<br />
Il Caravaggio<br />
Molti dicono che la macchina del tempo non esiste,<br />
ma credeteci: “Siamo riusciti a viaggiare,<br />
attraverso i dipinti del Caravaggio, nel lontano 1600”.<br />
La mostra allestita alle Scuderie del Quirinale su<br />
Michelangelo Merisi, meglio conosciuto come “Il<br />
Caravaggio”, ha dato l’opportunità a migliaia di visitatori<br />
provenienti da tutto il mondo di entrare in contatto<br />
con parte dell’arte italiana.<br />
Se unissimo tutti i quadri in senso cronologico, ci<br />
accorgeremmo che la vita dell’artista è raccontata<br />
attraverso schizzi di olio su tela, che hanno fatto di lui<br />
un grande esponente della scuola barocca. Tutta la<br />
classe ha riconosciuto nel suo stile delle caratteristiche<br />
ricorrenti; infatti bastano solamente quattro<br />
aggettivi per descrivere la figura di Caravaggio:“ religioso,<br />
omosessuale, trasgressivo, maledetto”.<br />
La “Conversione di Saulo” è il quadro che ai nostri<br />
occhi ha rappresentato di più la devozione di<br />
Caravaggio a Dio, anche se questa figura è ricorrente<br />
nella maggior parte delle sue opere.Tra i personaggi<br />
in primo piano vediamo dall’alto l’apparizione di un<br />
angelo, simbolo della forza divina in Caravaggio. Lo<br />
spirito Santo irrompe nello scenario di una lotta,<br />
accecando Saulo e dimostrandogli la presenza di Dio.<br />
Un’altra delle sue caratteristiche era l’omosessualità,<br />
che intravediamo nei tratti femminei dei personaggi.<br />
Una delle sue opere più belle e significative sotto i<br />
differenti punti di vista è la “Cena di Emmaus”.<br />
Questa tela è stata riprodotta più volte, per le diverse<br />
esigenze dei committenti. Nella terza riproduzione<br />
Gesù è dipinto con tratti dolci ed effeminati che<br />
pronunciavano la pienezza del viso, proprio come<br />
quello di una donna.<br />
La trasgressione è stata sempre uno dei punti deboli<br />
del pittore. La possiamo scorgere soprattutto nel<br />
dipinto “San Giovanni Battista”. Attraverso le sue<br />
pennellate dure e veementi, che lasciano trasparire i<br />
segni di una pittura trasgressiva, riusciamo a vedere<br />
gli stati d’animo dell’artista, rappresentati con il<br />
rosso: rosso come il mantello del San Giovanni<br />
Battista e rosso come l’amore, la disperazione e il<br />
sangue che hanno segnato la vita di Caravaggio.<br />
Con il quadro “Davide con la testa di Golia” risaliamo<br />
all’ultimo periodo di vita del Caravaggio, segnata<br />
dalla condanna a morte per decapitazione. In quest’ultimo<br />
momento domina la presenza inquietante di<br />
una nuova figura: “la morte”, rappresentata da un<br />
cavaliere oscuro ma non trionfante, sempre pronto<br />
ad assalirlo nei momenti più tragici della sua malattia,<br />
che lo porterà nel 1610 alla morte.<br />
Tutto quel che ci rimane, a quattrocento anni di<br />
distanza dalla morte di Michelangelo Merisi, non è il<br />
suo corpo, disperso nelle vicinanze della spiaggia della<br />
Feniglia dove ci ha abbandonato, bensì le sue doti e i<br />
suoi insegnamenti che sono sopravvissuti attraverso<br />
epoche e secoli diversi, fino a oggi.<br />
Giulia Gori, Chiara Mearelli