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Arte e storiaConservato nel museo vescov<strong>il</strong>e di MontaltoIl Reliquiario di Sisto Vdi Eleonora PalmoniNel Museo Sistino Vescov<strong>il</strong>e di Montaltodelle Marche, è conservato uno splendidoreliquiario donato da Papa Sisto V alla cittadina,un oggetto molto particolare, dallaforma complessa, ricco di pietre preziose,che nel corso dei secoli ha subito moltemodifiche.Capolavoro di arte orafa francese del XIVsecolo, è stato attribuito alla bottega di Jeano “Hennequin” Du Vivier ed eseguitoforse per Carlo V entro <strong>il</strong> 1380. Dallacorte francese, confluisce nella collezionedi Federico IV del Tirolo e nel 1450viene acquistato da Lionello d’Este. Allamorte di quest’ultimo, si perdono le traccedell’oggetto che ricompare nel 1457 nellacollezione del cardinale Pietro Barbo, futuroPapa Paolo II e da qui nel Tesoro Vaticano.Durante <strong>il</strong> secondo anno di pontificato,nel 1587, Papa Sisto V dona <strong>il</strong> reliquiarioalla sua “patria carissima”, sottolineando<strong>il</strong> legame tra <strong>il</strong> pontefice e la cittadina marchigiana.Nel corso dei secoli, numerose sono statele modifiche apportate rendendolo diversodalla forma originale. Si tratta di un’operain oro, argento dorato, smalti en-ronde-boss(tecnica orafa sv<strong>il</strong>uppata in Francianel Trecento), perle pietre e un grandecammeo. Entrambe le facce sono diversamentelavorate. La parte anteriore del reliquiario,la più importante, ha come temaprincipale quello della Passione di GesùCristo, vissuta attraverso simboli, colorie forme. Al centro di una lastra di argentodorato, rettangolare e allungata, unAngelo dalle ali spiegate, sorregge <strong>il</strong> corposenza vita di Cristo dinanzi a una grandecroce gemmata. Nei due tondi lungola cornice esterna, si trovano le scene dellaCrocifissione e della Flagellazione conangeli che recano simboli della Passionedi Gesù. Nella parte alta della composizione,si trova la figura del Padre Eternoin una “spirale” fiorita e fra le perle montatea trifoglio e altre pietre preziose fannocapolino, fra le nuvole azzurre st<strong>il</strong>izzate,i busti di quattro angioletti. In basso,quasi in corrispondenza del piede di appoggiosi trova la scena con la Deposizioneda quattro piccoli riquadri con reliquiedell’epoca sistina. Due angeli in argentodorato con cartigli riportano frasi delCredo e sulla sommità, entro un timpanoclassicheggiate, un cammeo con l’effigedi Gesù circondato da una cornice di perlee pietre preziose. Secondo le fonti storiche,sul retro, doveva esserci un’Orazionenell’orto sostituita con un motivo di giralivegetali. L’attuale montatura fu realizzatadal Cardinale Pietro Barbo mentre la basea forma mist<strong>il</strong>inea, è decorata con motivivegetali e floreali. L’orafo Diomede Vanni,su incarico di Sisto V, ebbe <strong>il</strong> compitodi “ripulitura e riassettatura” del reliquiario,modificando le scritte fatte apporreda Pietro Barbo e incidendo lo stemma egli emblemi del pontefice, la stella e i tremonti.Quest’opera di alta oreficeria dimostraquale fosse <strong>il</strong> legame tra Sisto V e le Marchee contemporaneamente <strong>il</strong> raffinatogusto artistico del pontefice.22 |

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