Vela latinaquenti. Avremmo volentieri fattoa meno del glorioso motoreRuggerini, ma l’energia dibordo è necessario tenerla invita.L’Argentiera racchiude in sé ilfascino e l’antico sudore delleminiere. La mente ci riportaall’Iglesiente, a Porto Flavia.Sono sette le ore di navigazionequando, dall’entroterra, spuntaprepotente una ciminiera chesegnala Porto Torres.Stintino è lì con la Pelosa el’Asinara a proteggerla .Tutti hanno scritto di Stintino edelle sue bellezze. Non sappiamose si è scritto di zioFrancesco, vecchio marinaio diAlghero che, stagione su stagione,si impossessa dell’IsolaPiana, preparando stupendezuppe di pesce servite su vecchissimivassoi. Un doverososaluto per noi è sacrosanto.Portu Mannu ospita finalmenteEos e il suo equipaggio.Nautilus conferma la certezzadi un approdo con maestriamarinara e sarda ospitalità.Tra tutti gli equipaggi delSulcis Iglesiente, Eos è laprima all’appuntamento e meritale giuste attenzioni.E’ la famiglia Aiello che ci fa glionori di casa. L’incontro conzio Francesco e Giannina, suadolcissima e paziente consorte,ci confermano una serena permanenza.Mancano ormai dieci giornialla regata e ci godiamo un po’di tranquillità.L’incontro con Asinara Liberadell’amico Acciaro ci porta ascorrazzare per mare, divorandoacciughe e vino in quantità.Vacanze en plein air.Atterrano quindi i catalani diGoretti e Sa Rata e i giuochidiventano veramente pesanti.E’ in quei giorni che Eos simerita il titolo, con tanto diconsegna di targa speciale,quale migliore arrostitoree….santo bevitore.Il venerdì della discesa su CalaReale, nella superba Asinara, civede protagonisti di una attentainvasione, gradito premio per iregatanti.La prima prova di sabato civede ben piazzati, un po’ contrariatiper il vento leggero chenon porta Eos ai suo abitualirisultati, ma c’è ancora domenica.E che domenica! Prima partenzaannullata.Tra la prima e laseconda partenza, collisionecon Antioco il Moro Tre.Centrano in pieno la muratadestra di Eos, creando seridanni all’armo e al morale dell’equipaggio.Bene hanno fatto ifelloni a ritirarsi!Con una riparazione d’emergenzala seconda prova ècomunque affrontata ma,causa l’agonismo, siamo forsein anticipo sulla linea di partenza.Continuiamo sperandoin una semplice penalizzazione.Un vento sui dodici nodi spingeEos ad un buon quartoposto.E’ tutto inutile. La squalificaarriva inevitabile.Grazie comunque all’equipaggio:Angelo, Enrico e Enrico,Marco e Marco e Antioco.Partono i catalani per l’ovestspagnolo, Eos guadagna il sud.Nemo riprende la sua vitamarinara e ci assale un po’ ditristezza.Ci accompagna Fabio, giovanemarinaio di Alghero già in forzasu Asinara Libera. Prende labarra di Eos e, con un lungobordo di ben 6 ore, ci porta altraverso di Capo Caccia; quinditappa ad Alghero. Fabioverrà a Bosa per la regata.Venerdì a Bosa, dove Eos ormaisosta, arriva Giovanna D’Arcoda Alghero e il suo forte condottieroGiovanni Del Rio. E’sua “ont vols anà sens veras” (odove tu vai senza le vele!)Giovanni è un pescatore di aragostee il pranzo fu indimenticabile.La carnascialesca Bosa, i giuochie la sera, una favata sulTemo per gli equipaggi ci vedeattorno ad un enorme fuocoche indorava, ormai dopo seiore di lenta cottura, su unospiedo doppio di ben tre metri,un vitello, sacrificato da uncerto Naitana, neo ingegnere.La regata, ben riuscita, vedeEos in seconda posizione diclasse e quarta in tempo reale.L’ufficio preme, le vacanzesono finite. Domenica dopo laregata Eos invelata vola versosud. Tappa prevista TorreGrande. Ed è qui che gli deiabbandonano Eos. Gelosi perchéamante di Zeus?E’ ormai notte senza luna quandotraversiamo Capo SanMarco per un atterraggio suTorre Grande.Ed è una secca di fronte S.Giovanni che impedisce l’andaredi Eos, quindi una rete chene blocca l’elica e ci feriscetutti nella libertà.La notte è buia e tempestosa,in compagnia di un forte ventosciroccale. La mattina, liberatialla meglio dalla rete, col genoaguadagniamo posizione fuori lesecche.Una barca di Barcellona ci trainapoi nel sicuro porto di TorreGrande, dove Eos è assistita .E’ infine una Freccia Sarda euna ferrovia meridionale ariportare un Nemo, ora profetain patria, ancora sicuro di esserecane, e uno sfiancatoComandante Pietro LuigiCossu alla propria isola e dimora,dimenticata da 25 giorni.EOS, NEMO e C.te PietroLuigi Cossu.-5 settembre 1999Testo e foto di Antonio MannuIl circo dellavela latinaVela latina e Stintino, inSardegna, son virtualmentesinonimi. Nelpiccolo villagio, un tempoquasi esclusivamente abitatoda pescatori, si svolge a fineagosto il più importante radunoal mondo dedicato a questoaffascinante armo tradizionale,tipico delle imbarcazioni dalavoro mediterranee di piccoloe medio cabotaggio. Anchequest’anno, e ne diamo contoin un articolo interamentededicato alla regata, la manifestazionestintinese è stata ungrande successo. Ma non soloa Stintino gli armatori e gliequipaggi, protagonisti principalidel revival di questa attrezzaturavelica possono cimentarsitra loro. Vi sono infattimolte altre occasioni, in varieparti dell’isola, di misurarsi ingara con gozzi, guzzette elance, le tre principali categoriedi barche ammesse a parteciparea queste gare. Gozzi,guzzette e lance che, a secondadel luogo, si chiamano piloghee bilancelle, spagnolette eleudi, schifetti e canotti,vascelli e gussette.Il Sulcis, e le isole di S. Pietroe S. Antioco in primis, dellavela latina son la secondapatria. E proprio a Carloforte,dove in giugno si disputa ilTrofeo S. Pietro, si ha laperturastagionale del circuito sulcitanodedicato alle vele latine.Quest’anno la vittoria assolutaè andata al Bestini, veloce lanciaproveniente da Porto Scuso,timonata dall’armatore LazzaroFisanotti. L’ Eos, il panfilo difamiglia del comandante PietroLuigi Cossu, porto d’armamentoS. Antioco, secondo assoluto,si è imposto tra i gozzi. Acoadiuvarlo nell’impresa il suopersonale timoniere Angelo“Concas” Corrias. Tra le guzzettevittoria di Luisella diFrancesco Cherchi, altro legnoproveniente da S. Antioco.Dopo Carloforte si regata aPorto Scuso, centro famoso perla pesca al tonno, sede di unastorica e splendida tonnara del1400, drammaticamente inabbandono e bisognosa direstauro. A Porto Scuso il 17 ePaolina.il 18 luglio, alla sesta edizionedel “Memorial Ennio Loddo”,già presidente della Pro Loco,associazione che, insieme alWindsurfing Vela Club diPortoscuso, organizza la manifestazione,la lancia Altair si èimposta su tutti. Tra i gozziancora un legno carlofortino, ilGiuseppe Padre di SalvatoreAste, mentre nella categoriaguzzette vinceva la Luisella diFrancesco Cherchi, imbarcazionedi S. Antioco. Tra le lancettevittoria per Ulisse, provenienteda Calasetta.Quindi il 26 luglio a Calasetta,3233
Vela latinal’Antonietta Madre, lancettacarlofortina di Pino Damele,vinceva, per il secondo annoconsecutivo, il Trofeo CittàCalasetta, quest’anno alla suaottava edizione. Timonata dalcarlofortino Giuseppe Rosso,con l’armatore Damele alledrizze, Nino Puggioni al fioccoe Giuseppe Cherchi a prua,l’Antonietta Madre ha vintouna regata difficile, durante laquale il vento andava e veniva,spirando da ogni direzione eavvantaggiando, di volta involta, le barche che avevanoscelto di stare a terra, viceversaquelle che avevano optato percercare l’aria verso l’isola di S.Pietro. Alla fine hanno avuto lameglio i più prudenti: quelli nelmezzo, non troppo fuori nètroppo a terra; comel’Antonietta Madre, appunto.Che con questa vittoria si èanche aggiudicato definitivamenteil Trofeo Challenge AvisCalasetta. O il Luigi Padre diAdolfo Simonetti, classicoschifetto carlofortino, che havinto nella classe gozzi. Tra leguzzette vittoria di Antioco ilMoro 2, di Giorgio Marongiu,con Andrea Mura al timone.Tra i canotti, piccolissimi gozzettio lancette di meno di cinquemetri di lunghezza, quasiun’istituzione di Calasetta, vittoriadel minuscolo Geo, 3metri e 83 di lunghezza, vittoriada ascriversi al fiuto infallibiledell’omonimo Geo, simpaticissimocane che, da sempre, faequipaggio insieme all’armatoree signora. Vittoria anche peril Cesare Padre, barca da pescain attività, con verricello salparetia bordo, e per il suo equipaggio,Antonio e MarioGranara, allegri orchi di mare,oltre centocinquant’anni indue. Pescatori da sempre, conl’avvento del motore fecero ciòche in tanti non han fatto, chiprima e chi dopo.Conservarono l’armo velico eancora lo conservano, perché,come ci ha detto Antonio: “se ilmotore ha un guasto bisognachiedere aiuto. Noi con la velain porto torniamo da soli. Unpaio di volte, in più di quarant’anniche andiamo a motore,ci siamo trovati in panne.Grazie alle vecchie vele nonabbiamo dovuto disturbarenessuno.”A questo punto l’intera flotta sisarebbe dovuta trasferire a S.Antioco per la Regata dellaVela Latina-Trofeo Presidentedella Giunta Regionale.Purtroppo difficoltà di carattereorganizzativo hanno determinatola cancellazione dellamanifestazione, un fatto sentitoda molti regatanti della zonaquasi come un tradimento. Unvero peccato, anche perchéquesta regata, che quest’annoavrebbe compiuto nove anni,era sempre stata un successo dipartecipazione e una vera festa.Ci auguriamo che, un prossimoanno, gli amici del Circolo VelaLatina di S. Antioco riescanoad impegnarsi colletivamenteper organizzare al meglio lamanifestazione.Archiviata la stagione estivasulcitana, il circo della vela latinasi sposta al nord dellaSardegna, precisamente adAlghero, dove, da sette anni laLega Navale Italiana organizzala “Regata de Sant Elm-reservadaa barques a vela llatina”.Diverse barche che dal Sud sispostano verso Stintino fannotappa all’Alguer, altre lo raggiungonoda Bosa e da Stintino.La regata, corsa il 21 e il 22 diagosto, ha visto imporsi su tuttiil gozzo Luly II, dell’armatorealgherese Antonello Maciotta,che si è aggiudicato il trofeoCaixa del Coral. Organizzatadalla locale sezione della LegaNavale Italiana la regata, quest’annogiunta alla settima edizione,si è disputata nell’arco didue giornate. Il Luly II, cheaveva al timone AlessandroCabras, si è naturalmenteaggiudicato anche la vittorianella sua classe, mentre ilPaolina di Pasquale Chessavinceva tra i gozzetti. Altair, lalancia del Nautico diCarloforte, timonata daSebastiano Napoli, si imponevatra le lance; nella classe G,che raggruppava le lancemonotipo denominateGuzzette, vittoria dell’Alubé diCarlo Azzena. Tra i velieritagliava per primo il traguardoGeo, vincente tra i canotti aCalasetta.A destra, Antonietta Madre allaVinetta.