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Atti del congresso - Associazione Italiana Epidemiologia

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SESSIONI PARALLELEObiettivo. Quantificare il numero di casi attribuibili all’inquinamentoatmosferico nella Regione Piemonte, considerandocome indicatori le medie annuali di PM10 e di PM2.5,per ciascun scenario di qualità <strong>del</strong>l’aria previsto.Metodi. Sono state effettuate simulazioni dal Dipartimento diqualità <strong>del</strong>l’aria di ARPA Piemonte, per valutare la diminuzionedi particolato in corrispondenza a diversi ipotesi di intervento(quali blocco <strong>del</strong> traffico ai mezzi pesanti, eliminazionedi tutte le fonti non rinnovabili per il riscaldamentoeccetto il metano ecc.). Tali scenari sono stati considerati sututto il Piemonte, sia nelle zone urbane sia in quelle rurali.Sono stati stimati i casi attribuibili, che possono essere prevenutiriducendo i livelli di esposizione <strong>del</strong>la popolazione a particolato,per diverse soglie assunte come obiettivi di potenzialeriduzione (diversi counterfactual).Insieme agli scenari, quindi, per valutare gli effetti sulla salutesono stati definiti: le curve dose-risposta desunte dalla letteraturaepidemiologica, la dimensione <strong>del</strong>la popolazione e la frequenzacon la quale la popolazione si ammala o decede di base(baseline). Tali informazioni sono poi combinate per eseguireil calcolo <strong>del</strong>la frazione attribuibile di popolazione.Al momento è concluso uno studio pilota effettuato sulla cittàdi Torino per il periodo dall’1 gennaio 2005 al 31 dicembre2007, in cui sono state scelte come soglie per il PM10 un valoredi 40 µg/m 3 (che rappresenta il valore vincolante <strong>del</strong>lanormativa da raggiungere come media annuale) e un valore di20 µg/m 3 , che rappresenta il valore da raggiungere secondol’OMS per la tutela <strong>del</strong>la salute. Soglie equivalenti sono statescelte per il PM2.5. In tale studio pilota sono stati scelti duescenari semplificati; nel primo si è considerato come valoremedio cittadino, quello derivante da una stazione da trafficoposta in area urbana (Consolata) e un punto di misura residenziale,di background (Gaidano – Rubino), nel secondo scenariosi è considerata la sola stazione di background come mediasu tutta la città.Risultati. Se si considerano gli effetti a breve termine, i risultatipreliminari sull’area urbana di Torino mostrano che a unmiglioramento <strong>del</strong> livello medio di PM10 di circa 10 µg/m 3(passando da 57 µg/m 3 a 47 µg/m 3 e scegliendo come counterfactualil valore di 40 µg/m 3 ), si può attribuire un decrementoatteso di circa lo 0.70% dei decessi annuali, passandoda 1.16% (IC 0.67%;1.65%) a 0.48% (IC 0.28%;0.69%).Nello stesso scenario, per le cause cardiache la percentuale dicasi attribuibili al PM10 passa dallo 0.43% (IC 0.17%;0.63%)allo 0.17% (IC 0.07%;0.27%), mentre per le cause respiratoriesi passa dallo 0.19% (0.07%;0.32%) allo 0.08%(0.03%;0.13%).Tali risultati cambiano se si considera come counterfactual il valoredi 20 µg/m 3 , per il quale la percentuale di decessi attribuibiliall’inquinamento è di circa 1.84% (1.07%;2.60%). I risultatiper l’intera Regione sono in corso di analisi e sarannodisponibili alla fine di ottobre 2011.Conclusioni. Lo studio pilota effettuato sulla città di Torino, hapermesso di quantificare la percentuale di decessi per cause naturali,malattie cardiache e respiratorie, attribuibili all’inquinae&panno 35 (5-6) settembre-dicembre 2011 • Suppl. 1da patologie respiratorie croniche siano suscettibili ai danni degliinquinanti atmosferici più <strong>del</strong>la popolazione generale. Tuttaviapochi studi hanno confrontato i soggetti affetti da broncopneumopatiacronico-ostruttiva (BPCO) e quelli che nonsoffrono <strong>del</strong>la malattia.Obiettivi. Abbiano condotto uno studio per valutare gli effetti<strong>del</strong>l’inquinamento atmosferico sulla mortalità giornaliera insoggetti con e senza BPCO, nella città di Roma.Metodi. Abbiamo identificato una coorte dinamica di soggettidi 35+ anni, residenti a Roma con BPCO, utilizzando i registri<strong>del</strong>le dimissioni ospedaliere (1998-2005) e <strong>del</strong>le prescrizionifarmaceutiche (2005-2009). I decessi dei soggetti di 35+anni, residenti a Roma, non affetti da BPCO sono stati identificatidal registro di mortalità <strong>del</strong>la popolazione; la BPCO èstata esclusa utilizzando tutti i database sanitari. Il follow-updi mortalità è durato dal 31 gennaio 2005 al 31 dicembre2009. Gli effetti degli inquinanti atmosferici (PM10, PM2.5,NO 2 e ozono) sono stati stimati mediante approccio casecrossover;il confronto <strong>del</strong>le stime nei gruppi con e senza BPCOsi è basato sul test di modificazione d’effetto relativa.Risultati. Ci sono stati 16 177 decessi per cause naturali tra i147 541 soggetti BPCO arruolati dalle dimissioni ospedaliere(23%) e dalle prescrizioni farmaceutiche (77%). I decessi nellapopolazione non-BPCO (1 710 557 soggetti) sono stati 84974. L’effetto <strong>del</strong> PM10 sulla mortalità naturale è stato cinquevolte più elevato nei soggetti BPCO (3.5%; da -0.1 a 7.2) chenei non-BPCO (0.7%; da -0.8 a 2.2), suggerendo una differenza<strong>del</strong>l’effetto tra i due gruppi (p-value REM=0.16). L’incrementodi rischio più elevato nei BPCO si è osservato per lamortalità respiratoria, per aumento <strong>del</strong>le concentrazioni diPM2.5 e NO 2 (11.6%; 2.0-22.2 e 19.6%; 3.5-38.1, rispettivamente).Nei non-BPCO l’incremento <strong>del</strong>la mortalità, a paritàdi esposizione, era più contenuto (4% e 3%, rispettivamente),con una differenza suggestiva di modificazioned’effetto per l’NO 2 (p-value REM=0.13).Conclusioni. E’ stato confermato un incremento più elevato<strong>del</strong>la mortalità nei soggetti BPCO rispetto ai non-BPCO peresposizione agli inquinanti atmosferici. La differenza di rischiotra i due gruppi indica una modificazione <strong>del</strong>l’effetto <strong>del</strong> PM10e <strong>del</strong>l’NO 2 che potrebbe essere spiegata da una maggiore suscettibilitàdei soggetti BPCO agli inquinanti atmosferici.252SCENARI DI QUALITÀ DELL’ARIA IN REGIONE PIEMONTE EIMPATTO SULLA SALUTEGandini M, Berti G, Cadum EDipartimemento tematico di epidemiologia ambientale,ARPA PiemonteIntroduzione. Negli ultimi anni si è diffusa la mo<strong>del</strong>listica previsionaledi potenziali scenari di qualità <strong>del</strong>l’aria a livello vasto(Provincia, Regione). Sono poche le valutazioni <strong>del</strong>l’impattosulla salute dei possibili scenari previsionali. Nella Regione Piemonteè in corso la costruzione di scenari differenziati sulla basedi scelte strategiche, per i quali sono state definite anche le ricadutesulla salute umana.28 XXXV CONGRESSO ANNUALE AIE

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