Ancora ai blocchi di partenza - Arcipelago Adriatico
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L’ARENA DI POLA N. 1 del 31 genn<strong>ai</strong>o 2004 PAG.3<br />
LXXXVII Giro d’Italia<br />
Trieste si tinge <strong>di</strong> rosa<br />
e <strong>di</strong> Tricolore...<br />
Ci sono fatti, persone e avvenimenti che come pochi riescono a<br />
far sentire un Paese unito e accomunato. Tra questi sicuramente<br />
va annoverato il Giro d’Italia. Le sue prime cronache,<br />
rigorosamente ra<strong>di</strong>ofoniche, parlavano <strong>di</strong><br />
luoghi, che da un estremo all’altro della<br />
penisola risultavano spesso ignoti per gli<br />
occhi <strong>di</strong> chi ascoltava ma che sapeva trattarsi<br />
d’Italia; ad essere attraversate erano le<br />
gran<strong>di</strong> città o molto più spesso piccoli Paesi,<br />
delle Alpi come delle coste meri<strong>di</strong>onali,<br />
ed è suggestivo pensare che nell’anno del<br />
cinquantesimo anniversario del ritorno all’Italia<br />
Trieste venga attraversata da questa<br />
competizione per ben tre volte, quasi a voler<br />
passare più e più volte quel tratto tricolore<br />
su questa città. L’emozione è ancora<br />
maggiore perché è la prima volta che la corsa<br />
“rosa” passa nello stesso luogo per tre<br />
volte in una sola e<strong>di</strong>zione.<br />
An<strong>di</strong>amo per or<strong>di</strong>ne. La sera del 21 maggio 2004 la carovana del giro<br />
arriverà in trasferimento nel capoluogo giuliano, dove il giorno seguente<br />
si svolgerà la tappa a cronometro. Alcune particolarità: quella<br />
<strong>di</strong> Trieste sarà l’unica crono – tappa <strong>di</strong> questa e<strong>di</strong>zione. 53 km <strong>di</strong> circuito<br />
tutt’altro che pianeggianti come solitamente accade nelle “cronometro”,<br />
che si snoderanno a partire da Piazza Unità lungo un percorso<br />
davvero spettacolare per i luoghi attraversati e per la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> alcuni<br />
tratti. Paesaggi <strong>di</strong> notevole bellezza, da quelli citta<strong>di</strong>ni a quelli<br />
carsici, strappi in salita, come quello che da strada del Friuli condurrà i<br />
corridori a Prosecco, o come il quasi certo Gran Premio della Montagna<br />
che avrà il suo traguardo a Sagrado del Carso, metteranno alla pro-<br />
GLI APPUNTAMENTI<br />
Sabato 22 maggio: 13 a tappa.<br />
TRIESTE - Altipiano Carsico<br />
(cronometro in<strong>di</strong>viduale) 52 Km<br />
Domenica 23 maggio: 14 a tappa.<br />
TRIESTE - POLA 166 Km<br />
Lunedì 24 maggio: 15 a tappa.<br />
PARENZO - SAN VENDEMIANO 229 Km<br />
va le gambe degli atleti che il 22 maggio avranno alle spalle già tre settimane<br />
<strong>di</strong> gara. Storia, sport, bellezze naturali e architettoniche, tutti<br />
elementi che preannunciano un grande avvenimento<br />
sportivo e me<strong>di</strong>atico. La carovana del<br />
Giro infatti approderà in città con un “organi-<br />
co” <strong>di</strong> 1200 persone. Tra queste sono annunciati<br />
tra i 250 e i 300 giornalisti accre<strong>di</strong>tati, che<br />
avranno il loro quartier generale al piano terra<br />
della Stazione marittima, davanti alla quale<br />
sarà situato un tendone fisso che la R<strong>ai</strong> userà<br />
per i suoi collegamenti nonché per le sue trasmissioni<br />
<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento sulla gara.<br />
Vetrina <strong>di</strong> non poco conto per Trieste, che<br />
per <strong>di</strong>versi giorni sarà al centro <strong>di</strong> questa manifestazione<br />
. Il 23 maggio, sarà infatti ancora<br />
il capoluogo giuliano il punto <strong>di</strong> <strong>partenza</strong> della<br />
tappa successiva che si sposterà oltre confine<br />
per raggiungere l’Arena <strong>di</strong> Pola prima e<br />
Parenzo il giorno dopo, che almeno idealmente in quei giorni saranno<br />
riuniti al resto d’Italia. Ai festeggiamenti, per questo ritorno, si uniranno<br />
anche gli italiani della nostra minoranza.<br />
Il 24 maggio la corsa ciclistica infatti si trasferirà nel comune istriano<br />
dove sarà situata la <strong>partenza</strong> della tappa fino a S.Vendemiano, per<br />
raggiungere la quale punto obbligato <strong>di</strong> passaggio sarà ancora una<br />
volta Trieste e la sua strada costiera.<br />
Tre giorni dunque per onorare il cinquantesimo anniversario del ritorno<br />
all’Italia che il patron del giro Castellano ha voluto regalare a<br />
questa città e cre<strong>di</strong>amo, per lo spettacolo che verrà offerto, a tutti gli<br />
italiani.<br />
Quin<strong>di</strong>ci “girini” per Trieste italiana<br />
i tutto questo dà insospettabile prova lo scrittore<br />
...DGiovanni Padoan, il partigiano Vanni <strong>di</strong> fede comunista,<br />
nella più volte citata opera “Un’epopea partigiana alla<br />
frontiera tra due mon<strong>di</strong>”. Egli ci offre sull’episo<strong>di</strong>o del Giro<br />
d’Italia una testimonianza che vale la pena <strong>di</strong> ripotare.<br />
“Il 30 giugno al momento dell’arrivo del giro ciclistico d’Italia<br />
al ponte <strong>di</strong> Pieris, su consiglio del <strong>di</strong>rigente sloveno<br />
Franc Stoka, i<br />
comunisti <strong>di</strong><br />
quella sezione<br />
bloccarono il giro<br />
che si doveva<br />
portare a Trieste.<br />
Franc Stoka, allora<br />
uno dei massimi<br />
<strong>di</strong>rigenti del<br />
Pcrg a Trieste, si<br />
recò a Monfalcone a chiedere <strong>ai</strong> comunisti <strong>di</strong> quella sezione<br />
che impe<strong>di</strong>ssero il passaggio del Giro d’Italia. Questi comprendendo<br />
l’enormità della richiesta, si rifiutarono recisamente<br />
<strong>di</strong> attuare una azione così <strong>di</strong>ssennata. Non rinunciando<br />
al suo progetto, lo Stoka si recò a Pieris e qui, purtroppo, i<br />
comunisti locali aderirono all’invito che venne messo in atto<br />
e che, come è noto provocò stupore e reazione anche in ambienti<br />
non nazionalisti che, in un clima già arroventato e<br />
scosso d<strong>ai</strong> conflitti sociali e scontri <strong>di</strong> piazza quasi quoti<strong>di</strong>ani<br />
(non si <strong>di</strong>mentichi che siamo nel giugno-luglio 1946) , sfociò<br />
nelle violenze squadriste a Trieste e in uno sciopero ben noto<br />
<strong>di</strong> carattere antislavo e anticomunista e questa volta con il<br />
consenso <strong>di</strong> molta gente che prima era rimasta neutrale”.<br />
In definitiva, il primo Giro d’Italia del dopoguerra, terminò<br />
a Pieris. I corridori non vollero più procedere, perché mancavano<br />
le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sicurezza. Lo sport più popolare d’Italia,<br />
che sapeva infiammare gli italiani e metterli al <strong>di</strong> sopra delle<br />
parti, era stato tra<strong>di</strong>to dall’atto insano degli slavotitini. Le<br />
cronache del tempo ci riferiscono che lo stesso Bartali, sollecitato<br />
ad intervenire presso gli altri corridori perché si proseguisse<br />
alla volta <strong>di</strong> Trieste, si uniformò alla volontà dei più.<br />
Fu così che il grosso della carovana si mosse alla volta <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne.<br />
Solo una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> corridori decise <strong>di</strong> non arrendersi e<br />
<strong>di</strong> proseguire sino al traguardo <strong>di</strong> Montebello. Tra questi vi<br />
era anche il nostro Cottur. I quin<strong>di</strong>ci “girini” furono fatti salire<br />
su alcune automobili della carovana e <strong>di</strong>rottati lungo una<br />
strada <strong>di</strong>versa da quella prevista. Ma anche questa era stata<br />
cosparsa <strong>di</strong> chio<strong>di</strong> dall’o<strong>di</strong>o sciocco e brutale dei malintenzio-<br />
Testo tratto dal libro <strong>di</strong> Alfio Morelli<br />
“Trieste, l’altra faccia della storia. 1943-1953”<br />
nati, sicchè la carovana dovette procedere con molta lentezza.<br />
Essa potè proseguire grazie <strong>ai</strong> molti sportivi locali che fecero<br />
il possibile per rimuovere chio<strong>di</strong>, filo spinato, vetri ed altri<br />
ostacoli. Al bivio <strong>di</strong> Miramare questi corridori rimontarono in<br />
sella e i numerosi bagnanti lungo la scogliera li accolsero facendo<br />
siepe attorno a loro, applaudendoli vivacemente. A Barcola<br />
già sventolavano le prime ban<strong>di</strong>ere tricolori. Il centro citta<strong>di</strong>no,<br />
dopo aver appreso la notizia dell’inau<strong>di</strong>to gesto, aveva<br />
reagito riversandosi per le vie e imban<strong>di</strong>erando le finestre.<br />
Circa alle 15 iniziarono a sopraggiungere le prime macchine<br />
al seguito della sparuta pattuglia dei superstiti. Nonostante<br />
l’ora meri<strong>di</strong>ana e la calura estiva, ali <strong>di</strong> folla si strinsero intorno<br />
a loro.<br />
Ovunque la folla inneggiava all’Italia.<br />
Giunti all’ippodromo, i corridori vollero che fosse proprio il<br />
triestino Cottur, davanti a migli<strong>ai</strong>a <strong>di</strong> spettatori, a compiere il<br />
giro d’onore. Il risultato sportivo non contava più nulla, ma<br />
ancora una volta fu importante l’attaccamento dei triestini all’Italia.<br />
Tutti i giornali naziona-<br />
li, all’epoca dei fatti, riportando<br />
la notizia rilevarono<br />
che la misura era<br />
colma. Il significato politico<br />
e morale, <strong>di</strong> quell’avvenimento<br />
può essere<br />
riassunto nella <strong>di</strong>chiarazione<br />
semplice e spontanea<br />
rilasciata dal corridore<br />
torinese Giacometti,<br />
del Fronte della Gioventù<br />
(all’epoca dei fatti questa<br />
era la denominazione<br />
dell’organizzazione giovanile<br />
del Partito comunista<br />
italiano). Questi,<br />
mostrando <strong>ai</strong> giornalisti<br />
un pezzetto <strong>di</strong> ferro a più<br />
punte, da reticolato, uno<br />
dei tanti cosparsi lungo<br />
la strada , <strong>di</strong>sse: “Lo<br />
porto a casa per far vedere<br />
agli amici <strong>di</strong> che<br />
sono capaci gli slavocomunisti”...<br />
I VINCITORI<br />
DELLE TAPPE<br />
TRIESTINE<br />
1919/1923 Costante Girardengo<br />
1920 Gaetano Belloni<br />
1927 Giovanni Brunero<br />
1934 Fabio Battesini<br />
1938 Cesare Del Cancia<br />
1939 GIORDANO COTTUR<br />
1940 Mario Vicini<br />
1951 Luciano Frosini<br />
1955 Alessandro Fantini<br />
1960 Dino Bruni<br />
1961 Rick VanLooy<br />
1966 Vendramino Bariviera<br />
1968 Guido Reybroeck<br />
1973 Marino Basso<br />
1977 Ercole Gualazzini<br />
1981 Knut Knudsen<br />
1998 Alex Zulle<br />
I percorsi<br />
della storia<br />
Appassionato <strong>di</strong> ciclismo,<br />
ho seguito, qualche<br />
domenica fa, la<br />
presentazione alla stampa<br />
dell’87° giro ciclistico d’Italia.<br />
Con mia grande sorpresa, ed altrettanto<br />
piacere, ho così appreso<br />
che una delle tappe della notissima<br />
competizione avrà come<br />
sede <strong>di</strong> tappa la città <strong>di</strong> Pola.<br />
Nel mio intimo ed anche conversando<br />
con alcuni amici polesani<br />
avevo più volte auspicato<br />
che un evento simile potesse verificarsi.<br />
Il Giro, peraltro, aveva<br />
già in passato toccato altre località<br />
al <strong>di</strong> fuori del confine nazionale<br />
facendo anche tappa a Lubiana.<br />
Questo, comunque, per me,<br />
era stato vissuto come un trasferimento<br />
<strong>di</strong> routine.<br />
Gli appassionati che hanno seguito<br />
alla tv le ra<strong>di</strong>ocronache<br />
delle tappe del Giro sanno quanto<br />
spazio è de<strong>di</strong>cato d<strong>ai</strong> vari servizi<br />
alla storia delle se<strong>di</strong> <strong>di</strong> tappa<br />
con riprese filmate degli angoli<br />
più caratteristici delle città stesse,<br />
dei loro monumenti con ampi<br />
riferimenti alla loro storia. Non<br />
mancano poi le interviste, gli<br />
spettacoli che fanno da corollario<br />
all’evento sportivo. Nel caso<br />
particolare, quin<strong>di</strong>, l’evento potrebbe<br />
assumere un significato<br />
particolare ed utile per riproporre<br />
ad una vasta platea la nostra<br />
storia e gli eventi che hanno<br />
concorso alla per<strong>di</strong>ta della penisola<br />
istriana.<br />
E’ facile intuire che la concessione<br />
della città <strong>di</strong> Pola come sede<br />
<strong>di</strong> tappa sia stata preceduta da<br />
trattative riguardanti l’aspetto<br />
puramente sportivo come i risvolti<br />
<strong>di</strong> natura politica, ma l’aver<br />
raggiunto un accordo significa<br />
anche che le due controparti<br />
hanno ritenuto che il ritorno economico<br />
e pubblicitario della manifestazione<br />
pagherà ampiamente<br />
la scelta fatta.<br />
La penisola istriana, dopo la<br />
fine delle tensioni a seguito della<br />
guerra nei Balcani, sta <strong>di</strong>ventando<br />
sempre più meta ambita dagli<br />
operatori turistici con un potenziale<br />
<strong>di</strong> incremento certo già in<strong>di</strong>viduato<br />
dal mondo economico<br />
che gestisce questo tipo <strong>di</strong> risorse.<br />
Far conoscere <strong>ai</strong> potenziali<br />
utenti tutte le bellezze della penisola<br />
rientra nella politica che<br />
ha come obiettivo sia il semplice<br />
soggiorno che il suscitare quell’interesse<br />
che spingerà in loco<br />
molti investitori una volta che il<br />
mercato immobiliare verrà liberalizzato.<br />
Al <strong>di</strong> là dell’evento sportivo,<br />
quin<strong>di</strong>, questa scelta ricade, a<br />
mio avviso, anche in questa ottica<br />
per la vasta eco che l’avvenimento<br />
suscita attorno a sé in Italia<br />
come in Europa e che coinvolge,<br />
oltre alla stampa prettamente<br />
sportiva, anche i maggiori<br />
quoti<strong>di</strong>ani nazionali.<br />
Una gestione oculata ed equilibrata<br />
<strong>di</strong> questo avvenimento da<br />
parte delle nostre associazioni,<br />
mirata non a scatenare polemiche<br />
né impossibili rivalse ma a<br />
far conoscere all’Italia intera la<br />
nostra storia dovrebbe essere per<br />
tempo intrapresa.<br />
Una storia che tutti noi sappiamo<br />
essere stata occultata per<br />
troppi anni e che potrebbe essere<br />
riproposta inaspettatamente seguendo<br />
strani percorsi per mezzo<br />
<strong>di</strong> un avvenimento sportivo.<br />
PIO MARCOZZI