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Degradazione polimeri parte 3 - carlo santulli home page

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FOTODEGRADAZIONE IDEALELe reazioni fotochimiche ideali sono regolate dalla legge di reciprocità, chesostiene che la velocità della reazione di fotodegradazione dipende dalprodotto dell'intensità del flusso radiante I per il tempo di irradiazione t. Inpratica, purché l'energia totale sia la stessa, è indifferente se ci siairradiazione con poco flusso per un lungo periodo o con molto flusso per unbreve periodo.In una situazione di fotodegradazione idealeche il flusso venga generato in uno qualunquedelle quattro modalità a-d non fa nessunadifferenza per la velocità di fotodegradazione,in quanto le aree (energie) sono uguali.La legge di reciprocità è utile come modelloper regolare i tempi di esposizione fotograficie radiografici, e non è troppo lontana dallarealtà per i <strong>polimeri</strong>.


FOTODEGRADAZIONE REALEIn pratica, per ogni materiale si può definire un intervallo divalori di flusso all'interno del quale la legge di reciprocitàvale.In altri casi, si può esprimere la fotodegradazione attraversouna legge generalizzata, detta legge di Schwarzschild, cheè data da I p t = costante.L'esponente p è dipendente, oltre che dal flusso radiante (perun certo valore del flusso radiante si ha una discontinuità,o variazione improvvisa di p), anche dalle proprietà internedel materiale (porosità, difettosità, ecc.), per cui non è unacaratteristica intrinseca del materiale.Per i <strong>polimeri</strong> solitamente i valori di p variano tra 0.5 ed 1.


PIROLISI DEI POLIMERIDEGRADAZIONE STATISTICA(rottura omolitica legami,infragilimento)DEPOLIMERIZZAZIONE(rottura di un legame ad unaestremità della catena, o piùdebole)Di solito la pirolisi è ottenuta da una combinazione di questi due processi(in funzione della specifica struttura chimica del polimero).La pirolisi può iniziare anche a temperature vicine a quella ambiente,mentre ad alte temperature si può avere pirolisi con combustione,in presenza di ossigeno.


PIROLISI CONTROLLATAD'altro canto, la pirolisi,se controllata e successivaad un'ossidazione mirata,può formare un' estesareticolazione della catena <strong>polimeri</strong>ca.Un tale processo viene utilizzatoper migliorare la resistenza delle resinenei materiali compositi, senzaeccessivoricorso a plastificanti o a riempitivi(filler), come lo stirene.


TECNICHE DI ANALISI DELLA PIROLISI:GASCROMATOGRAFIA-SPETTROMETRIA DI MASSANello spettrometro di massa la traiettoria percorsa finoall'emissione del segnale dipende dal peso molecolareGas-cromatografoLa spettrometria di massa separa una miscela di ioni tra loro in funzione del loro rapportomassa/carica generalmente tramite campi magnetici statici o oscillantiIn particolare, nella gas-cromatografia, il campione gassoso, posto in testa alla colonna esottoposto al flusso costante del gas di trasporto (carrier gas), viene separato nellesue componenti in funzione di quanto queste siano affini (di solito per polarità) allafase stazionaria.Un'altra variabile su cui si agisce spesso per migliorare la separazione è la temperaturadella colonna, che può essere tenuta costante (isoterma) o fatta variare secondo ungradiente programmato.


ANALISI DELLA PIROLISI CON GC-MSScissione casuale del polietilene(divisione in oligomeri)De<strong>polimeri</strong>zzazione (riduzione al monomero)del polimetilmetacrilatoEliminazione dei gruppi lateralinel PVC (diversi picchi):1: Acido cloridrico2: Benzene3: Toluene4: Xilene5: Naftalene(le emissioni sono dovute ai plastificanti,normalmente ftalati)


CONTRO-ESEMPIO: PIROLISI FINE VITA PVCLa pirolisi può essere appunto un possibile modo per eliminare il PVC afine vita.Tuttavia produce cloro-idrocarburi nocivi, come clorobenzeni, precursoridelle diossine policlorate, benzofurani e bifenili, e crea inoltre ilproblema della corrosione da acido cloridrico.Quindi si può preferire il riprocessamento, cui si oppongono lacontaminazione con altri <strong>polimeri</strong> o materiali organici,e la relativainstabilità termica (oltre che localmente la scarsa attitudine al riciclo).Il riprocessamento consiste nelle tre fasi di ristabilizzazione,riplasticizzazione compatibilizzazione (eliminazione dei contaminanti)ed avviene di solito a temperature tra i 170 ed i 200°C.


OZONOLISIFrattura caratteristica della gomma vulcanizzatadovuta alla rottura del doppio legame,conseguente all'attacco da <strong>parte</strong> di ozonosolitamente prodotto dalla presenza di scarichedi elettricità statica.L'ozonolisi viene però anche utilizzata per de<strong>polimeri</strong>zzare selettivamentealcuni <strong>polimeri</strong>, per esempio per trattare i polisaccaridi per uso alimentare


CURVE STABILITA' TERMICA(sviluppo sostanze volatili e/o de<strong>polimeri</strong>zzanti)La presenza di beta-glucani è per esempio un indizio di degradazione termica pertermoplastiche a base di amido


MISURE CON IL CALORIMETRODIFFERENZIALE A SCANSIONELa presenza di picchi corrispondentia differenze di entalpia permette dirilevare il non completamento(o la degradazione) della <strong>polimeri</strong>zzazione.Il DSC si usa per esempio per verificare sei giunti adesivi sono perfettamente incollati


RILEVAMENTO DELL'OSSIDAZIONENEI POLIMERILo studio dell'invecchiamento ossidativo dei <strong>polimeri</strong> pone due problemi: Trovare un sensore (spesso catalitico) capace di identificare il fenomeno diossidazione, ben prima della rottura. Nel sensore di ossidazione colorimetrica,per esempio, la formazione dei radicali può essere rilevata ed utilizzata comeindicazione di degradazione del polimero. Si può utilizzare un composto chereagisca con il radicale formantesi durante l'ossidazione, tale che questareazione causi un cambiamento di colore nel cromoforo (in modo simile aisensori di pH). Sviluppare mezzi appropriati per accelerare il processo di ossidazione, in mododa poter studiare l'invecchiamento del materiale in tempi realistici. Unapossibilità per accelerare il processo di ossidazione è l'invecchiamento in altapressione di ossigeno, che evita anche la necessità di giungere ad altatemperatura per studiare la fragilizzazione sotto spettroscopia infrarossa, il chepermette di non confondere il fenomeno dell'ossidazione con quelli connessi alrammollimento del polimero.


STABILIZZAZIONE IONICAIl processo di stabilizzazione, avviene di solito perché una <strong>parte</strong>della molecola presenta forze attrattive rispetto ad un'altra <strong>parte</strong>di essa, sotto forma di legami ionici, questo accadenormalmente dei <strong>polimeri</strong> in forma di gel, come sopra, o legamicovalenti, come nel caso dei <strong>polimeri</strong> basati sul legame S-S (tioaniline)(la vulcanizzazione delle gomme è una forma distabilizzazione ionica)


ALTRO ESEMPIO DI STABILIZZAZIONECOVALENTE CON LEGAME S-S :CISTINAUn altro esempio di legame S-Sche stabilizza la molecola èquello tra due molecole dicisteina che formano la cistina,proteina che è la maggiore fontedi zolfo per servire almetabolismo animale. E' laforma molecolare preferita dallecellule del sistema immunitario,ed è la base della naturastrutturale (e altamenteretiolata) della cheratina, chepuò essere considerata l'unicopolimero naturale probabilmentetermoindurente.


DISSOLUZIONE DEI POLIMERIIl gel è un polimero colloidale con sufficiente attrazione elettrostatica dacomportarsi elasticamente durante l'applicazione di carichi modesti.


DIPENDENZA CURVE DI DISSOLUZIONEDALL'ACIDITA' (pH SWITCHING)In alcuni gel (p.es. PVA/chitosano) si hanno due comportamenti diversi a secondadell'acidità della soluzione in cui sono immersi: si sfrutta il cambiamento di moduloelastico per produrre energia (“memoria di forma”)


ATTUAZIONE(applicazione del pH switching)Il pH switching può essere applicato per consentire un'attuazione, cioè la produzione dicicli di swelling-deswelling reversibili, cambiando il pH della soluzione, per esempioimmergendo il gel in un diverso solvente (qui gel acrilamidico in soluzione di acqua edacetone)


MODALITA' DI FUNZIONAMENTO ATTUATORIPOLIMERICI (muscoli artificiali)


CINETICA DI FICKCi sono due processi che possono essere descritti dalle leggi di Fick, nel primo(diffusione viscosa) il rilassamento molecolare è molto più veloce deltrasporto diffusivo e le variazioni della struttura del polimero sembranoavvenire istantaneamente, mentre nel secondo (diffusione elastica) non c'èuna variazione nel tempo della struttura <strong>polimeri</strong>ca durante il processo didiffusione. La diffusività nel processo viscoso dipende dalla concentrazione,mentre in quello elastico è indipendente.Se i processi di rilassamento molecolare e di trasporto diffusivo avvengono suscale temporali confrontabili, si parla di diffusione viscoelastica e il processodi trasferimento di massa non può essere descritto con la teoria classicadella diffusione.


CINETICA REALEIn pratica, quando due catene di polimero sono sufficientementeseparate, le molecole penetranti si spostano attraverso la zonaamorfa lungo l’asse del tubo formato dalle catene <strong>polimeri</strong>cheparallele e periodicamente saltano perpendicolarmente a quest’asse.Le regioni di cristallinità o i punti di reticolazione chimica hanno uneffetto piuttosto simile sulle proprietà di trasporto, limitando sia loswelling che i movimenti di catena a lungo raggio. L'aggiunta dicariche ad un polimero amorfo può causare gli stessi effetti dellacristallinità se l'adesione interfacciale tra la carica e la fase matrice èbuona.L'effetto pratico della presenza di regioni cristalline e/o di punti direticolazione chimica è che il coefficiente di diffusione effettiva De èinferiore al coefficiente di diffusione teorico D, dato che ci sono partidella catena <strong>polimeri</strong>ca in cui l'acqua non riesce a penetrare.


TIPI DI BIO-DEGRADAZIONEIn generale, la presenza di eteroatomi nell'idrocarburoè un possibile innesco di degradazione del polimero


ESEMPIO: RIGONFIAMENTOE DISSOLUZIONE LATTICE DI GOMMA(poli-isoprene pre-vulcanizzato)Nel comportamento di penetranti altamente solubili nei <strong>polimeri</strong> cristallini e semicristallini,c'è una grande complessità nelle cinetiche di assorbimento per la dipendenza dal tempo del riassettodelleregioni cristalline in risposta allo stress swelling. Queste sono chiamate cinetiche non fickiane.


CINETICA DI RIGONFIAMENTO GEL(Carbopol: polimero acrilico reticolato)Contenuto di polimeroForza ionicaIl polimero risponde all'invasione iniziale da <strong>parte</strong> del solventespostandosi in direzione opposta al fronte del solvente,così da neutralizzare la « tensione di rigonfiamento » (swelling stress)


DIPENDENZA MODULO ELASTICODAL PESO MOLECOLARE(STIRENE)La spiegazione più ragionevole di questo comportamento nei <strong>polimeri</strong> è dovutaalla maggiore difficoltà di compressione mista a flessione(imbozzamento o buckling) di polmeri a più alto peso molecolare.


BIO-COMPATIBILITA': DEFINIZIONELa proprietà di essere biologicamente compatibile è in linea diprincipio quella di non produrre una risposta tossica, lesiva oimmunologica nel tessuto vivente.In effetti, la biocompatibilità è una nozione complessa che deveessere interpretata come una serie di eventi od interazioni cheavvengono all'interfaccia tra il tessuto ed il materiale, il cuirisultato deve essere almeno soddisfacente o possibilmenteottimale.Queste interazioni sono influenzate dalle caratteristiche intrinsechedei materiali, ma anche dalle circostanze di confronto, inparticolare il sito biologico destinato all'implantazione, esoprattutto dal contesto infiammatorio indotto dall'atto chirurgicoe mantenuto dalla presenza del materiale.


SISTEMI PER IL RILASCIO DI SOSTANZEMEDICINALI (DDS: Drug Delivery Systems)Il rilascio controllato di un medicinale avviene quando un polimero è combinatoin dosi adeguate con un medicinale od altro agente attivo in modo che essosia rilasciato in modo prevedibile. Il rilascio dell'agente attivo può esserecostante o ciclico sul lungo periodo, o può essere innescato dall'ambiente oda altri eventi esterni.Lo scopo è ottenere terapie più efficaci, eliminando la possibilità del dosaggioinsufficiente o eccessivo, con un minor numero di applicazioni (idealmenteuna sola). Svantaggi sono tuttavia la possibile tossicità o non biocompatibilitàdei materiali utilizzati, il possibile fastidio sul paziente deisistemi di rilascio, le operazioni destinate all'impianto e rimozione delsistema, e il più alto costo rispetto alle terapie tradizionali.


MICRO- E NANOGEL PERSOMMINISTRAZIONE MEDICINALIIl sonotrodo (elettrodo “acustico” di un sistema di mescolamento con ultrasuoni)viene anche utilizzato per velocizzare la dissoluzione attraverso la rottura delleinterazioni intermolecolari. Questo accade nei nanogel per l'impossibilità diprovvedere al mescolamento con metodi convenzionali.


MICELLE COME SISTEMI DI RILASCIOMicella in sistema dirilascio medicinalecon molecole “bersaglio”Micelle nella schiuma tensioattivaLe micelle <strong>polimeri</strong>che responsive agli stimoli sonocomposte da un centro (core) idrofobo e da unaperiferia (shell) idrofila con solubilità regolabile chedipende dagli stimoli esterni.Si hanno anche altre micelle (per esempio, a forma similea vermi). Le dimensioni delle micelle <strong>polimeri</strong>che sonotipicamente tra 10 e 100 nm.I centri idrofobi delle micelle servono come serbatoi delmedicinale, mentre le periferie formano barrieresteriche all'aggregazione della micella e assicurano lasolubilità della micella nell'ambiente acquoso.


SISTEMI DI RILASCIO IN POLIMERI AD ALBEROIl rilascio del medicinale può avvenire anche in sistemi coniugati (drug-polymerbranched systems).Si ha insomma un sistema costituito da un poliolo (alcool complesso,con molti gruppi ossidrile) iper-ramificato (termoplastico con struttura ad albero,quindi non soggetti alla teoria del districamento, come i termoindurenti ad altapercntuale di retiolazione), che costituiscono il dendrimero (molecola altamenteramificata intorno ad un centro “attivo”, per esempio poliamidoamina intorno almetil prednisolone).Il medicinale è coniugato al polimero attraverso uno “spaziatore” che fornisce lagiusta misura di idrofilicità, per esempio acido glutarico o succinico.


POLIMERI PER UNIRENANOPARTICELLE METALLICHE(p.es. magnetiche)Uno sviluppo recente dellananotecnologia è la produzione diparticelle “rugose” (rippled) chehanno caratteristiche locali ealternate di idroficilicità e idrofobicità.Tuttavia, tali nanoparticelle mancanodi per sé della capacità di legarsilungo direzioni specifiche, quindi nonriescono normalmente a legarsiper formare strutture lineari (fibrille)o bidimensionali (film)Ci sono sistemi <strong>polimeri</strong>ci, p.es. basati sui tioli,che riescono ad interrompere la continuità fisica delleparticelle, senza alterarne il carattere di auto-protezione.La possibilità di legare le nanoparticelle,p.es. di ferro, nichel o cobalto, in catene<strong>polimeri</strong>che permette un controllo della porositàsulla nanoscala, ed inoltre consente di inglobarele potenzialità magnetiche all'interno di un sistema<strong>polimeri</strong>co, quindi per esempio dare diverse funzioni(tracciatore di sostanze nell'organismoed erogatore di medicinali).


RIASSUMENDO: MINOR VITA DEL PRODOTTOPER DEGRADAZIONE POLIMERICACauseScissione catene molecolariPresenza di cricche superficialiEffetto evidente (misurabile): variazione del modulo elasticoLa riduzione del peso molecolare facilita il movimento all'interno dellamolecola (iI modulo scende)L'aumento della cristallinità rende il polimero più fragile (il modulo sale)

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