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Rapporto Ambientale 2011 - Federacciai

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Assemblea Annuale 2012RAPPORTO AMBIENTALE<strong>2011</strong>L’acciaioèsostenibilità


Assemblea Annuale 2012RAPPORTO AMBIENTALE<strong>2011</strong>


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>2


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>I numeri verdidella siderurgia italianaInvestimenti ambientaliCirca il 14% del totale degli investimenti in siderurgia è dedicato a interventidi carattere ambientale. Nel solo 2008 gli investimenti ambientali delleaziende siderurgiche italiane hanno superato i 200 milioni di euro e si sonomantenuti superiori a 150 milioni di euro anche nel 2009, nonostante la crisieconomica (Fonte ISTAT/<strong>Federacciai</strong>).14%Sistemi di Gestione <strong>Ambientale</strong>Oltre il 70% della produzione nazionale di acciaio viene realizzato in impiantidotati di sistemi volontari di gestione ambientali certificati ISO 14001 70%(Fonte ACCREDIA).Prevenzione e controllo integratodell’inquinamento – IPPC/IEDIl 100% degli impianti siderurgici italiani adotta le migliori tecniche disponibili(BAT) per la prevenzione e controllo integrati dell’inquinamento.100%RicicloL’acciaio è il materiale più riciclabile e riciclato al mondo. L’Italia è il 1° Paeseeuropeo per riciclo di rottame ferroso, con una media di circa 20 milioni ditonnellate annue di materiale che viene rifuso nelle acciaierie nazionali(Fonte Eurofer).20M. ton


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>Gestione dei residuiCirca il 70% di tutti rifiuti generati dai processi siderurgici sono avviati a recuperoper ricavarne nuove materie prime o prodotti.- Il 100% della scoria d’altoforno (loppa) viene destinata come sottoprodottoalla produzione di cemento;- circa il 75% della scoria da forno elettrico viene utilizzata nella realizzazionedi opere di ingegneria civile;- oltre il 90% delle polveri da abbattimento fumi delle acciaierie a forno elettricoviene sottoposta a operazioni di recupero dello zinco e altri metalli(Fonte <strong>Federacciai</strong>).70%CO 2La siderurgia italiana ha ridotto di oltre il 40% le proprie emissioni specifiche-40%di CO2 a partire dal 1990 (anno di riferimento del Protocollo di Kyoto) adoggi (Fonte UNFCCC).Emissioni in atmosferaL’industria siderurgica italiana negli ultimi 5 anni ha ridotto di circa il 40% le-40%proprie emissioni specifiche di polveri in atmosfera (Fonte <strong>Federacciai</strong>).Risorsa idricaI consumi specifici d’acqua per usi industriali delle acciaierie italiane si sono-14%complessivamente ridotti del 14% dal 2005 a oggi (Fonte <strong>Federacciai</strong>).Risorse energeticheI consumi energetici per tonnellata di acciaio prodotto in Italia si sono ridottidi circa il 20% dal 1990 a oggi. La siderurgia italiana si colloca ai primi postitra i grandi produttori europei per l’efficienza energetica complessiva (FonteOdyssee - Energy Efficiency Indicators).-20%


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>6


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>7INDICENota introduttiva 9MetodologiaRappresentatività e fonti dei datiLettera di validazione di IGQIl settore siderurgico italiano 15I dati di produzioneI processi di produzione e la filieradell’acciaioL’acciaio e i suoi molteplici utilizziAcciaio e sviluppo sostenibile 25La Carta dei Principi di Sostenibilità<strong>Ambientale</strong> di ConfindustriaPolitica ambientale di <strong>Federacciai</strong>Organizzazione e governancedell’ambienteFormazione e informazioneGli investimenti in campo ambientaleL’applicazione delle Migliori TecnicheDisponibili - BATSistemi di gestione ambientale 43Materie prime e riciclo 47Le materie prime e il ciclo dell’acciaioLa riciclabilità dell’acciaioIl rottame: una “banca” di energia e CO 2La cessazione della qualificadi rifiuto del rottameEmissioni di gas serra e prevenzione 59dei cambiamenti climaticiIl cambiamento climatico e le politichedell’Unione EuropeaLa Direttiva Emissions TradingIl periodo post-2012 e l’assegnazionedi quote tramite “benchmark”Prevenzione dell’inquinamento atmosferico 71Tutela della risorsa idrica 77Gestione dei residui 83Produzione e destinazione dei residuiLa valorizzazione degli aggregatiartificiali siderurgiciRisorse energetiche 95


L’acciaioèvisione


Notaintroduttiva


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Nota introduttiva12LETTERA DI VALIDAZIONE


Nota introduttiva - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>13


L’acciaioèsimbolo


Il settoresiderurgicoitaliano


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Il settore siderurgico italiano16I DATI DI PRODUZIONELa produzione nel mondoLa ripresa del 2010 dell’economia internazionale seguitaalla crisi economica del 2008-2009 ha favoritouna crescita della produzione mondiale di acciaio del15,6%, per raggiungere un livello pari a 1,4 Mld. t..Nel <strong>2011</strong>, malgrado l’assestamento e in alcuni casi ilrallentamento dello sviluppo, è stato registrato un nuovoaumento della produzione mondiale di acciaio cheha portato il livello a 1,5 Mld. t., +6,1%.M.t.1600Produzione mondiale di acciaio1500140013001200110010009008007001995199619971998199920002001200220032004200520062007200820092010<strong>2011</strong>Produzione mondiale di acciaioAfrica e M.O.2,5%Asia64,3 %Oceania0,5%Sud America3,2%Nord America7,8%CSI7,4%Unione Europea11,7%Altri Europa2,6%


Il settore siderurgico italiano - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>17La produzione in Asia, nel <strong>2011</strong>, ha raggiunto i975,9 M.t., pari al 64% del totale mondiale, ed èaumentata del 6,7% rispetto all’anno precedente. Iltasso di crescita della produzione in Cina è sceso al7,3%, dopo un lungo periodo di crescita a due cifre,portando la produzione annua a 684 M.t., il 45%del totale mondiale. Il Giappone, con 107,6 M.t.,nel <strong>2011</strong>, è restato il secondo Paese produttore diacciaio nel mondo, seguito dagli USA che, con 86,4M.t., hanno fatto registrare un aumento del 7,3%.Nei Paesi UE sono state prodotte 177,2 M.t. di acciaio,in crescita del 2,7%. La Turchia ha fatto registrareun aumento del 17% per raggiungere34,1M.t..Produzione acciaioM.t. 2005 2006 2007 2008 2009 2010 <strong>2011</strong>Unione Europea 195,5 206,9 210,2 198,2 139,4 172,6 177,2altri Europa 25,0 28,2 30,6 31,7 29,1 33,6 38,9CSI 113,2 119,9 124,2 114,3 97,6 108,2 112,7Nord America 127,6 131,8 132,6 124,5 82,6 111,6 118,9Sud America 45,3 45,3 48,2 47,4 37,8 43,9 48,3Africa e M.O. 33,1 34,1 35,1 33,6 33,0 36,6 37,6Asia 598,1 674,1 757,3 783,0 810,4 914,5 975,9Oceania 8,6 8,7 8,8 8,4 6,0 8,1 7,2Mondo 1146,5 1249,0 1347,0 1341,2 1235,8 1429,1 1516,8Cina 355,8 421,0 489,7 512,3 577,1 637,4 683,9Giappone 112,5 116,2 120,2 118,7 87,5 109,6 107,6USA 94,9 98,6 98,1 91,4 58,2 80,5 86,4Francia 19,5 19,9 19,3 17,9 12,8 15,4 15,8Germania 44,5 47,2 48,6 45,8 32,7 43,8 44,3Italia 29,4 31,6 31,6 30,6 19,8 25,8 28,7Polonia 8,3 10,0 10,6 9,7 7,1 8,0 8,8Regno Unito 13,2 13,9 14,3 13,5 10,1 9,7 9,5Spagna 17,8 18,4 19,0 18,6 14,4 16,3 15,5Altri 62,8 65,9 66,9 62,0 42,4 53,6 54,7Unione Europea 195,5 206,9 210,2 198,2 139,4 172,6 177,2Fonte: WSALa situazione in ItaliaIn Italia nel <strong>2011</strong> la produzione di acciaio ha raggiunto28,7 M.t. con un aumento rispetto all’annoprecedente pari al 11,6%, sensibilmente superiorealla media europea. La produzione risulta tuttaviaancora inferiore del 9,2% rispetto alla produzionemassima storica raggiunta nel 2006 (31,6 M.t.).L’Italia continua a essere il secondo maggior produttorefra i Paesi dell’UE dopo la Germania e copre il16,2% della produzione europea, oltre un puntopercentuale in più dell'anno precedente. In Italia laproduzione d’acciaio colato al forno elettrico nel<strong>2011</strong>, pari a 18,8 M.t., è aumentata del 9,8%,


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Il settore siderurgico italiano18rispetto l’anno precedente e ha rappresentato il34,4% del totale acciaio prodotto. Il restante è rappresentatodalla produzione da convertitore a ossigeno(ciclo integrale) che con 9,9 M.t, ha fatto registrareun aumento di oltre il 15% rispetto all’annoprecedente.Produzione acciaio in ItaliaProduzione acciaio in Italia(Variazioni %)M.t.Var %343230282640302010024-1022-2020-3018-4020002001200220032004200520062007200820092010<strong>2011</strong>20002001200220032004200520062007200820092010<strong>2011</strong>I PROCESSI DI PRODUZIONE E LA FILIERADELL’ACCIAIOPer consentire una migliore comprensione delle tematiche,e delle problematiche, oggetto di questo<strong>Rapporto</strong>, si ritiene opportuno presentare, seppurein forma molto sintetica, i processi industriali necessariper la produzione dell’acciaio.L’acciaio viene prodotto prevalentemente attraversodue processi industriali, il ciclo integrale e il fornoelettrico. Mentre il primo utilizza come materie primeessenziali il minerale di ferro e il carbon fossile, il secondosi realizza attraverso la fusione del rottameferroso, sfruttando le caratteristiche di completa riciclabilitàdell’acciaio.Ciclo integraleNel ciclo integrale si utilizzano il carbon fossile e alcuniminerali, che sono sottoposti a una serie di trattamentipreliminari in modo da renderli idonei allacarica nell’altoforno.Il carbon fossile viene trasformato in coke metallurgicoattraverso un processo termico di distillazione eseguitonelle cokerie. Esso costituisce un componenteindispensabile non solo perché rappresenta una fontedi calore, ma anche l’elemento chimico riducentenella trasformazione da ossido di ferro a ferro metalliconell’altoforno.I minerali vengono invece lavati, macinati e portatialla pezzatura adatta al processo chimico della riduzioneche nell’altoforno trasforma il minerale di ferroin una lega ferro-carbonio, chiamata ghisa, con untenore di carbonio intorno al 4-5%. I minerali di pezzaturafine, vengono trasformati in materiale adattoalla carica, attraverso l’impianto di agglomerazionedove avviene il processo di sinterizzazione.All’uscita dall’altoforno la ghisa viene generalmentecolata in un contenitore mobile su rotaie, chiamatocarro siluro, attraverso il quale viene trasportataall’acciaieria per la trasformazione definitiva in acciaiomediante il processo di affinazione che abbassail contenuto di carbonio e di impurezze (principalmentezolfo e fosforo).I forni di affinazione si basano prevalentemente sulprocesso di conversione con ossigeno, grazie al qualegli elementi come il carbonio, il silicio, il fosforo e


Il settore siderurgico italiano - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>19il manganese vengono completamente o in parte ossidati,mediante l’insufflazione di ossigeno puro attraversouna lancia introdotta dall’alto (processo LD),mentre le reazioni di ossidazione esotermiche fornisconoal processo il calore necessario per portare ilbagno di ghisa liquida alla temperatura necessariaper le successive operazioni (i cosiddetti trattamentifuori forno e la solidificazione per colaggio).La carica del forno di affinazione viene termicamentebilanciata con l’aggiunta di piccole quantità dirottame, nonché di componenti che consentono di ottenereil grado di durezza e resistenza desiderato.Attraverso il ciclo integrale viene prodotto un acciaiodi ottima qualità, adatto quindi a qualsiasi tipo diimpiego, in particolare la grande purezza analiticae il basso tenore di gas disciolti favoriscono la destinazionea settori nei quali la duttilità dell’acciaio ècritica, tipicamente i prodotti piani per lo stampaggioa freddo.Per contro, il processo è complesso e di lunga durata,e le grandi dimensioni dei convertitori e la loroininterrotta alimentazione da parte dell’altofornocondizionano la strategia produttiva e richiedono ladefinizione di flussi di impiego continui e di grossaportata.Analizzando il bilancio energetico complessivo del ciclointegrale, occorre sottolineare che i gas emessi comesottoprodotti nelle sue varie fasi vengono per lopiù recuperati e, dopo raffinazione, vanno ad alimentareun gran numero di utenze, permettendo così diprodurre acciaio con il miglior utilizzo di calore.Per quanto concerne la struttura del processo e l’organizzazionedel lavoro, pur rimanendo sostanzialmenteinvariati, è opportuno rimarcare che vengono introdotticontinui miglioramenti e innovazioni in modo taleda ridurre l’impatto ambientale, limitare il consumodi materie prime e incrementare la produttività.Ciclo a forno elettricoIl ciclo di produzione dell’acciaio attraverso il fornoelettrico risulta essere più compatto rispetto al ciclointegrale, poiché si fa uso direttamente di rottami diacciaio senza l’utilizzo di impianti e macchinari finalizzatialla produzione della ghisa e alla trasformazionedi questa in acciaio.Di conseguenza, la tecnologia del forno elettrico siè affermata grazie alla minore complessità del cicloproduttivo, alla capacità di adattarsi con rapidità eflessibilità agli orientamenti del mercato, nonché allaaccresciuta disponibilità di rottame di acciaio, in seguitoallo sviluppo dell’era industriale.Ulteriori vantaggi, che compensano il consumo dienergia elettrica, sono la rapidità di messa in marcia,la maggiore possibilità di controllare i processidi trasformazione chimica, e l’indipendenza dell’impiantoda porti o altre importanti stazioni di smistamentomerci.La produzione di acciaio avviene attraverso la fusionedi rottami, opportunamente preparati e selezionati,che ha luogo nel forno elettrico. Il forno può essere“ad arco elettrico”, quando il calore viene fornito dall’arcoelettrico che si forma all’interno del crogiolo,oppure “a induzione”, quando avviene il passaggiodi un intenso flusso elettromagnetico (e quindi di calore)tra un circuito primario e un circuito secondariocostituito dalla carica metallica che si vuole fondere.I costanti miglioramenti introdotti nel processo, tracui ad esempio l’impiego di ossigeno puro iniettatotramite apposite lance, hanno consentito di ridurresensibilmente i tempi di produzione dell’acciaio nelforno elettrico portandoli a valori di poco superiori aquelli di un convertitore a ossigeno.Per quanto riguarda i principali utilizzi dell’acciaioda forno elettrico, occorre considerare che il suocontenuto di elementi metallici residui (rame, cromo,nichel) e la maggiore presenza di azoto rispettoall’acciaio da ciclo integrale lo rendono meno adattoper alcune applicazioni, come ad esempio la produzionedi acciai da profondo stampaggio.


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Il settore siderurgico italiano20Per tale motivo la maggior parte dell’acciaio provenienteda forno elettrico viene impiegata per la produzionedi prodotti “lunghi” (barre, tondo per cementoarmato, vergella) e per applicazioni menosensibili alla presenza di elementi residui.La dimensione tipica delle acciaierie elettriche ècompresa tra 1 e 2 milioni di tonnellate per anno,con una capacità dei forni tendenzialmente limitata;tuttavia la frequenza delle colate negli impianti piùmoderni è tale da rendere necessario un proporzionaleaumento della capacità di colaggio, per eliminarela strozzatura del ciclo produttivo. Le acciaieriea forno elettrico sono pertanto di dimensioni minori,permettendo la realizzazione di stabilimenti anchedi capacità modesta (mini-acciaierie) con accettabilirapporti tra investimento e capacità produttiva, senzarinunciare a volumi di produzione anche ragguardevoli.LavorazioniSuccessivamente alla produzione dell’acciaio fuso (ciclointegrale o forno elettrico) e alla sua affinazioneper sottrazione e/o aggiunta di particolari elementichimici (trattamenti fuori forno), la produzione siderurgicaprevede il colaggio e la solidificazione in formepredeterminate (semilavorati), e infine la lavorazionedei semilavorati per deformazione plastica e la lorotrasformazione in prodotti che chiameremo finiti, anchese nella pratica rappresentano il materiale di partenzaper le industrie utilizzatrici.La maggior parte degli stabilimenti siderurgici èdotata di impianti di laminazione a caldo per la fabbricazionedi prodotti finiti riconducibili essenzialmentea tre categorie: prodotti piani, prodotti lunghi, tubi.- I prodotti piani sono caratterizzati da sezione quasirettangolare e larghezza molto maggiore dellospessore: si tratta di lamiere di alto spessore e nastriche, per l’elevato sviluppo in lunghezza, vengonoavvolti in rotoli. Per produrre nastri di spessoreinferiore a 1,5 mm circa si ricorre a una successivalaminazione a freddo; con cicli particolari si possonoottenere spessori dell’ordine di 0,15 mm.- I prodotti lunghi hanno sezione per lo più tonda,ma anche quadrata o esagonale. Sono disponibililaminati sotto forma di barre diritte o di vergellaavvolta in matasse. “Filo” con diametro inferiore a5 mm si ottiene dalla vergella mediante ulteriore riduzionea freddo; negli impianti specializzati sipuò arrivare fino a diametri finissimi. Nei prodottilunghi sono compresi anche piatti, travi e profilativari.- I tubi sono ottenuti direttamente per laminazione(tubi senza saldatura) o per saldatura da prodottipiani (tubi saldati). Le due classi si diversificano tral’altro per la gamma dimensionale, più limitata peri tubi senza saldatura, il cui diametro può variareindicativamente da 20 a 700 inni.Da segnalare infine che pezzi di dimensioni fuoridella norma o di forma particolare vengono prodottiper fucinatura di grossi lingotti o per colaggio dell’acciaiofuso in forma (fonderia).


Il settore siderurgico italiano - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>21Produzione di acciaio via altofornoMineraledi ferroPelletsRottame di ferroProduzione di acciaio via forno elettricoSinterSiviera(affinazione)Rottame di ferroMineraledi ferroCarboneCalceCarbon cokeAltofornoConvertitoreSiviera(affinazione)Forno elettricoPelletsRiduzione direttaCarboneBrammaBiletteBlum iNastro a freddo e caldo Lamiera Rotoli Barre laminate a caldo Vergella Tondi per tubi Profili RotaieAutomobili - Elettrodomestici Navi - Tubi saldati Tondino nervato Filo per pneumatici -Filo - BulloneriaTubazioni Profili per costruzioni Rotaie ferroviarieSchema semplificato del processo produttivo e di alcuni prodotti siderurgici


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Il settore siderurgico italiano22LunghiTravi HETravi IPETravi URPNBarreTondo c.a.Travi ZTravi LRotaieMercantiliVergellaCostruzioniMeccanicaVeicoli a motoreLaminatiLunghiTubiOleodottiGasdottiTubature AcquaTubature GasMeccanicaTubi strutturaliCoils acaldoCoils afreddoBandastagnataElettrozincatiImballaggiVeicoli a motoreElettrodomesticiPianiTrasportiEdiliziaCostruzioniContainersSerbatoiLamieretrenoVeicoli a motoreElettrodomesticiFustiMobili in metalloTubiZincatia caldoAltririvestitiCostruzioniVeicoli a motoreElettrodomesticiCostruzioniVeicoli a motoreElettrodomesticiMobili in metalloProdotti dafonderiaCostruzioniVeicoli a motreNauticameccanicaCantieri NavaliOff-shoreCostruzioniCaldaieSerbatoiOleodottiGasdottiTubature AcquaTubature GasMeccanicaTubi strutturaliProdottiSettore di utilizzoSchema semplificato dei prodotti siderurgici e dei settori di utilizzoL’acciaioèmoda


Il settore siderurgico italiano - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>23L’ACCIAIO E I SUOI MOLTEPLICI UTILIZZIForse non tutti sanno che l’acciaio è il materiale piùriciclabile (al 100%) e riciclato al mondo e questoperché l’acciaio è uno dei pochi materiali che nonperdono le loro proprietà quando vengono riciclati.Nell’industria agro-alimentare dove oggi attraversol’utilizzo di acciai più leggeri e più forti sta migliorandoil rendimento energetico delle attrezzatureagricole meccaniche.…e forse non tutti conoscono i molteplici utilizzidell’acciaio e l’utilità che questo materiale garantiscenella vita di tutti i giorni, tra cui:Nei trasporti: ad esempio treni, navi, automobili, biciclettee molte altre forme di trasporto, si affidanoalla resistenza e alla versatilità dell’acciaio.Nel settore dell’energia: l’acciaio rappresenta unacomponente importante delle strutture che rendonopossibile l’utilizzo di fonti rinnovabili (ad esempiol’energia eolica), nelle centrali tradizionali e per lelinee di trasporto (ad esempio i tralicci).Nella protezione di una preziosa risorsa come l’acquaattraverso i serbatoi di raccolta dell’acqua, le tubazioni,ecc..Nell’edilizia dove l’acciaio è ampiamente utilizzatosoprattutto per costruzioni che devono essere più resistentie durare nel tempo.Nell’industria dell’automobile, dove si deve sottolinearela continua ricerca tesa all’utilizzo di materiali chesiano allo stesso tempo sicuri, non nocivi per l’ambiente,leggeri, economici e facili da riciclare; l’acciaiopossiede tutte queste caratteristiche.Nelle comunicazioni dove l’acciaio è parte fondamentalein tutti i dispositivi che permettono le trasmissionedelle informazioni. Si trova infatti nella pennaa sfera, nei cellulari, nei satelliti per telecomunicazioni,nelle torri di trasmissione radiotelevisiva, ecc..Molti sottoprodotti vengono riutilizzati per diversiscopi: per la realizzazione di strade, cemento, fertilizzanti,materiali di bonifica del suolo, e molti altri.Anche i gas prodotti durante il processo siderurgicopossono essere completamente riutilizzati come combustibileper il riscaldo dei forni o come fonte energeticaper gli impianti di generazione di potenza,contribuendo così all’efficienza energetica dell’acciaieria.Nell’imballaggio dove l’acciaio rappresenta un materialeparticolarmente duttile e versatile con proprietàuniche che offrono infinite possibilità di sagomaturae di utilizzo.


L’acciaioètecnologia


Acciaio esvilupposostenibileCirca il 14% del totale degli investimentiin siderurgia è dedicatoa interventi di carattere ambientale.Nel solo 2008 gli investimenti ambientalidelle aziende siderurgiche italiane hannosuperato i 200 milioni di euro e si sonomantenuti superiori a 150 milionidi euro anche nel 2009, nonostantela crisi economica.Il 100% degli impianti siderurgici italianiadotta le migliori tecniche disponibili (BAT)per la prevenzione e controllo integratidell’inquinamento.


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Acciaio e sviluppo sostenibile26LA CARTA DEI PRINCIPI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DI CONFINDUSTRIA<strong>Federacciai</strong>, nell’aprile 2012, ha aderito ufficialmentealla Carta dei Principi di Sostenibilità <strong>Ambientale</strong>di Confindustria. La Carta Confederale dei Principiper la Sostenibilità <strong>Ambientale</strong> è stata sviluppata epromossa in collaborazione con il Ministerodell’Ambiente Italiano nell’ambito delle iniziativepreparatorie alla Conferenza delle Nazioni Unitesullo sviluppo sostenibile “Rio +20” (Rio De Janeiro- giugno 2012). La Carta rappresenta, per le impresee le associazioni aderenti a Confindustria, la bussoladei valori di riferimento nel loro cammino peruno sviluppo sostenibile.<strong>Federacciai</strong> attraverso l’adesione alla Carta assumepertanto i valori e gli impegni ivi contenuti come parteintegrante della sua attività.Come sottolineato dal Presidente di Confindustrianella prefazione alla Carta “è necessario, infatti,che imprese, istituzioni e società civile collaborinoper costruire un nuovo modello economico fondatosul rispetto per l’ambiente e sull’attenzione alla scarsitàdelle risorse, attraverso la condivisione e l’applicazionedi principi di sostenibilità, la diffusione ditecnologie pulite e la promozione di consumi consapevoli.Le imprese italiane sono impegnate in questopercorso: collaborano con le istituzioni, la comunitàlocale e i partner commerciali e attuano politiche emisure per controllare il proprio impatto ambientale,utilizzare le risorse in maniera efficiente, realizzareproduzioni e prodotti ecocompatibili e ridurre i rifiuti.Seguendo questa direzione il sistema industriale potràcogliere nuove opportunità di sviluppo e acquisireanche un vantaggio competitivo a livello internazionale,trasformando la crisi in occasione di crescita.Gli sforzi del mondo produttivo, in ogni caso, devonoessere accompagnati e sostenuti da un quadrodi regole prevedibile e certo, che consenta di svilupparesoluzioni pratiche e progettare investimenti dilungo termine.La Carta dei Principi sulla sostenibilità ambientale e laguida operativa intendono confermare l’impegno diConfindustria in questo campo e stimolare le impresea un continuo miglioramento delle proprie attività.”Con lo scopo di declinare ciascuno dei principi di sostenibilitàin pratiche operative, la Carta è accompagnataanche da una Guida Operativa, concepita comestrumento di semplice lettura e applicazione, chepuò essere utilizzata dalle imprese per diverse finalità:(a) quale strumento di verifica circa il loro stato e il loroprofilo attuale ai fini di una valutazione di compatibilitàcon i criteri dello sviluppo sostenibile;(b) quale suggeritore di azioni da intraprendere;(c) quale strumento dinamico di controllo circa il gradodi implementazione delle varie azioni varate.L’acciaioèconquista


Acciaio e sviluppo sostenibile - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>275. “Centralità di tecnologie innovative”Investire in ricerca, sviluppo e innovazione, al finedi sviluppare processi, prodotti e servizi asempre minore impatto ambientale.10 “PRINCIPI”PER 10 “IMPEGNI”1. “Conseguimento di obiettivi di sostenibilitàambientale nel breve, medio e lungo periodo”Porre la tutela dell’ambiente come parte integrantedella propria attività e del proprio processo dicrescita produttiva.6. “Gestione responsabile del prodotto”Promuovere una gestione responsabile del prodottoo del servizio lungo l’intero ciclo di vita, al finedi migliorarne le prestazioni e ridurne l’impattosull’ambiente, anche informando i clienti sulle modalitàdi utilizzo e di gestione del “fine vita”.7. “Gestione responsabile della filiera produttiva”Promuovere la salvaguardia dell’ambiente nellagestione della catena produttiva, coinvolgendofornitori, clienti e parti interessate quali attori dellapropria politica di sostenibilità.2. “Adozione di un approccio preventivo”Valutare l’impatto delle proprie attività, dei propriprodotti e servizi, al fine di gestirne gli aspettiambientali secondo un approccio preventivo epromuovere l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili.3. “Uso efficiente delle risorse naturali”Promuovere l’uso efficiente delle risorse naturali,con particolare attenzione alla gestione razionaledelle risorse idriche ed energetiche.8. “Sensibilizzazione e Formazione”Promuovere iniziative di informazione, sensibilizzazionee formazione, al fine di coinvolgere l’organizzazionenell’attuazione della propria politicaambientale.9. “Trasparenza nelle relazioni con le partiinteressate”Promuovere relazioni, con le parti interessate, improntatealla trasparenza, al fine di perseguirepolitiche condivise in campo ambientale.4. “Controllo e Riduzione degli impatti ambientali”Controllare e, ove possibile, ridurre le proprieemissioni in aria, acqua e suolo; perseguire la minimizzazionedella produzione di rifiuti e la loroefficiente gestione privilegiando il recupero e ilriutilizzo in luogo dello smaltimento; adottare misureidonee a limitare gli effetti delle proprie attivitàsul cambiamento climatico; promuovere lasalvaguardia della biodiversità e degli ecosistemi.10. “Coerenza nelle attività internazionali”Operare in coerenza con i principi sottoscritti inquesta Carta in tutti i Paesi in cui si svolge la propriaattività.


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Acciaio e sviluppo sostenibile28POLITICA AMBIENTALE DI FEDERACCIAIIl contenimento delle emissioni in qualunque matriceambientale (aria, acqua, suolo), l’uso razionale dellerisorse (e in particolar modo dell’energia in considerazionedell’elevato contenuto energetico della produzionedell’acciaio), la gestione sostenibile degli impiantie il loro inserimento nel territorio rappresentanooggi per il settore siderurgico contemporaneamente unapriorità e una sfida che non può essere persa.La protezione dell’ambiente riveste un’alta valenzasociale oltre che un valore strategico nel prodotto enelle scelte industriali.I risultati raggiunti da molte aziende, i continui sforzi diaggiornamento e le problematiche e i vincoli semprepiù stringenti hanno indotto le imprese siderurgiche asviluppare una proposta di politica ambientale che,prendendo le mosse da una “fotografia” attuale e concretadel settore, aiuti ad individuare precisi obiettivi, ilcui raggiungimento potrà essere monitorato e seguitocon l’evoluzione del <strong>Rapporto</strong> ambientale.Principi• Tutela dell’ambiente.• Protezione del valore materialee delle conoscenze delle imprese.• Miglioramento degli standardambientali della produzione.• Miglioramento degli standardambientali del prodotto.Obiettivi strategici• Utilizzo delle migliori tecniche disponibiliper la prevenzione integrata dell’inquinamento.• Impiego razionale delle risorse energetichee delle materie prime.• Minimizzazione della produzione di rifiuti.• Massimizzazione dell’utilizzo dei rifiutie sottoprodotti derivanti dalla produzione.• Incremento dell’uso di sistemidi gestione ambientale certificati.• Comunicazione ai cittadini e agli Enti di governolocale e centrale sulla reale situazione ambientaledel settore e sulla sua gestione.L’acciaioègaranzia


Acciaio e sviluppo sostenibile - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>29ORGANIZZAZIONE E GOVERNANCE DELL’AMBIENTEIl sistema ambientale siderurgico può essere consideratocome se fosse organizzato su due livelli: unogenerale all’interno della Federazione di settore el’altro diffuso nelle singole aziende, con possibilitàdi verifica e interazione attraverso incontri, reporting,e un sistema strutturato di comunicazione.Il livello generale è costituito dagli Organi decisionalidi <strong>Federacciai</strong>: Comitato di Presidenza e ConsiglioDirettivo, e dall’Area Tecnica di <strong>Federacciai</strong>.Compiti specifici di questi attori sono:• definizione delle politiche e degli indirizzidel settore in campo ambientale;• individuazione delle esigenze e dei vincolinormativi e tecnici che coinvolgono il settore;• promozione delle politiche di settorecon le Autorità di governo nazionale territoriale;• individuazione degli indicatori e delle azioniper il monitoraggio ambientale;• predisposizione del <strong>Rapporto</strong> ambientale.Il livello diffuso è costituito dalle organizzazioni tecnichee ambientali di cui ogni azienda si è dotata, ein cui sono presenti professionalità tecnico-managerialicon compiti specifici di:• attuazione delle politichee degli indirizzi ambientali definiti;• attuazione e gestione dei sistemidi protezione e gestione ambientale;• monitoraggio e reporting dei risultati;• ricerca e sperimentazione.Questo modello organizzativo consente di governarei processi bidirezionali di tipo verticale, cioè il processo“top-down”, o applicativo, tipico della normativaattuale in campo ambientale, e il processo “bottom-up”di esplicitazione delle esigenze e delle criticitàproduttive, attraverso una forte omogeneità dicomportamento e di indirizzo che rinforza i possibilirisultati, concorrendo ad accrescere la credibilità socialedel settore.La governance ambientale è attuata tramite la formazione,l’informazione, i sistemi di gestione ambientalee l’attività di reporting.Mentre i primi tre aspetti, come si vedrà nel seguito,sono in diversa misura implementati nel settore, perquanto riguarda l’attività di reporting proprio il<strong>Rapporto</strong> ambientale vuole costituire la base su cuiinnestare una più costante e dettagliata attività.L’esercizio della governance non può inoltre prescindereda una valutazione delle risorse economicheutilizzate per la protezione dell’ambiente, e dallaloro efficacia; le aziende del settore hanno sostenutoin questi anni ingenti investimenti, che andrannoquantificati nel loro ammontare complessivo, inrelazione alle migliorie apportate.Non va infine dimenticata la gestione dei contenziosidi tipo legale derivanti dall’elevato grado di interpretabilitàdelle leggi e regolamenti nazionali ed europeiin tema di ambiente; contenziosi che vedono coinvoltein primo piano le aziende, supportate con diverse modalitàdall’organizzazione centrale.


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Acciaio e sviluppo sostenibile30FORMAZIONE E INFORMAZIONEDa sempre, formazione e informazione mantengonola loro centralità quali leve fondamentali per garantirela governance ambientale del sistema siderurgico.La loro “complementarietà”, rispetto naturalmente all’attivitàcore delle imprese, non deve infatti indurrea sottovalutarne il ruolo e il loro “peso specifico”,perché è grazie alla formazione e all’informazioneche il settore siderurgico può avvalersi di strumentiparticolarmente efficaci per armonizzare processi dinatura verticale (“top-down”) di tipo applicativo - l’esecuzionedelle norme - e processi di natura orizzontale,con l’esplicitazione delle esigenze e delle criticitàproduttive.In altri termini, le attività formative e informative consentonouna costante interazione e, soprattutto, unacostante verifica di coerenza e correttezza dei livellisui quali si basa il sistema ambientale siderurgico: illivello generale - che appartiene alla Federazionedel settore - e il livello specifico, cioè quello diffusonelle singole aziende.Per governare davvero con efficienza ed efficacia lamigliore politica di rispetto ambientale, il settore devepoter contare su strumenti formativi e informativiperfettamente coerenti e continuativi. In questo senso,formazione e informazione rispondono a dueobiettivi essenziali: garantire la qualificazione e l’accrescimentodelle competenze delle risorse umanededicate - a vario titolo - alla gestione dei temi ambientali;garantire l’attuazione più corretta e omogeneapossibile degli indirizzi e, naturalmente, dellenorme.La formazioneNell’ambito della formazione, inoltre, da diversi annisi è consolidata anche un’interazione con il sistemaConfindustriale che consente un intervento “a cascata”,ovvero basato sulla strutturazione di gruppidi lavoro omogenei impegnati a recepire, discuteree confrontarsi con le informazioni ricevute dal sistemaattraverso l’Area Tecnica della Federazione.Essenziale poi l’interazione con la Federazione europeadi settore (Eurofer), che da tempo ha istituitocomitati, gruppi di lavoro e task force dedicati a seguirela continua evoluzione della normativa comunitariain campo ambientale.Tutto ciò, naturalmente, si somma al livello “orizzontale”,ovvero all’attività formativa che, in contemporanea,viene svolta in tutte le aziende.Per dare un’idea degli interventi formativi, basti direche nel <strong>2011</strong>, relativamente alle sole tematiche ambientalil’Area Tecnica di <strong>Federacciai</strong> ha garantitola partecipazione a più di 10 diversi gruppi di lavoroistituiti in ambito Confindustria o Eurofer, ha inviatopiù di 50 circolari informative, ha organizzato numerosiseminari e riunioni tematiche, oltre alle consueteattività di aggiornamento normativo e di consulenzaspecifica alle singole aziende che ne hannofatto richiesta.


Acciaio e sviluppo sostenibile - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>31L’informazionePer quanto riguarda l’informazione, anche nel <strong>2011</strong><strong>Federacciai</strong>, a nome del settore, ha proseguito nellacreazione e nella diffusione di un ampio e diversificatomix di strumenti, in modo da rispondere contempestività e trasparenza alle esigenze di informazionedegli stakeholder (esterni e interni).Accanto alle attività più tradizionali - per esempio lerelazioni con i media, rivolte agli stakeholder diogni livello, e garantite con continuità e tempestivitàattraverso incontri con la stampa, diffusione di notee comunicati stampa, ecc. - la Federazione ha proseguitonella elaborazione di strumenti mirati, di cuiquesto stesso <strong>Rapporto</strong> è un esempio, per dialogarein maniera più diretta e personalizzata con i diversiinterlocutori.Per esempio, il sito web (www.federacciai.it), continuamenteaggiornato e implementato, dove glistakeholder possono trovare, in tempo reale, tutte leinformazioni che riguardano il settore, dai dati economicialle iniziative più varie, e, naturalmente, alleiniziative di governance ambientale.E sempre nell’ambito della comunicazione più miratasi inserisce la newsletter elettronica, ideata nel2010, che anche nel <strong>2011</strong> ha consentito a<strong>Federacciai</strong>, e dunque al settore siderurgico nazionale,di raggiungere un vasto, ancorché selezionato,numero di stakeholderv (in particolare il mondopolitico-istituzionale), rappresentando, con tempestivitàe trasparenza, non solo i dati e le informazionisull’andamento del settore, ma anche le posizionidel comparto sulle problematiche aperte e sui temi dipiù stringente attualità, con lo scopo di stimolare unconfronto e un dialogo con tutti coloro che, a variotitolo, sono interessati al destino di un settore industrialefondamentale per l’economia del Paese.


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Acciaio e sviluppo sostenibile32Periodico dell’associazioneFebbraio 2012 - numero 1IN QUESTO NUMERO• Il “set-aside” delle quote di CO 2nella direttiva sull’efficienza energetica:una proposta fuori luogo e fuori tema• EUROFER Press Statement• Accordi di libero scambio con India e Ucraina:l’UE a testa alta nella lotta alle restrizioniall’esportazione di materie primeACCIAIO:LIBERO SCAMBIOIl “set-aside” delle quote di CO 2 nella direttivasull’efficienza energetica: una proposta fuori luogoe fuori temaIl prossimo 28 Febbraio, la Commissione Industria,Ricerca ed Energia (ITRE) del Parlamento Europeosarà chiamata a esprimere un parere sulla propostadi direttiva in materia di efficienza energetica elaboratadalla Commissione Europea. Tra le propostedi emendamenti che saranno sottoposti a votazionedesta particolare stupore e preoccupazione quellarelativa al cosiddetto “set-aside” delle quote di CO 2dello schema di Emissions Trading (ETS – EmissionsTrading Scheme).Questa proposta, inclusa nella direttiva sull’efficienzaenergetica, non è però in realtà diretta amisure di efficienza, bensì interviene direttamentesulle disposizioni di un'altra direttiva, la2003/87/CE, relativa all’ Emissions Trading. Vieneinfatti previsto l’accantonamento (“set aside”) diun numero significativo di quote di CO 2 attualmentecalcolate per il terzo periodo dello schemaETS comunitario (2013-2020), sottraendoleall’ammontare destinato alle aste gestite dagli Statimembri, con l’obiettivo dichiarato di aumentareartificiosamente il prezzo della quota di CO 2, giudicatoattualmente troppo basso. L’ammontare diquote da sottrarre al mercato sarebbe indicativamentepari alle quote in eccedenza alla fine delsecondo periodo ETS, surplus che si è venuto acreare per effetto della crisi economica e dellaconseguente riduzione delle produzioni e delleemissioni registrate negli ultimi anni.Questa proposta è fortemente criticabile sia nel metodoche nel merito, perché in evidente contrastocon i principi su cui si fonda lo schema di EmissionsTrading europeo, e addirittura controproducente rispettoagli stessi obiettivi di contrasto globale alcambiamento climatico.Vediamo in sintesi quali sono le principali criticitàper le quali è opportuno che il Parlamento Europeoeffettui una attenta valutazione respingendo l’introduzionedel meccanismo del set aside: Prima pagina Newsletter <strong>Federacciai</strong> - Febbraio 2012


Acciaio e sviluppo sostenibile - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>33Il dialogo con gli stakeholder: un’indaginenazionaleL’industria siderurgica italiana, come più volte sottolineato,ha compiuto e sta compiendo, ormai da diversianni, un grande e costante sforzo per abbatterel’impatto ambientale che, inevitabilmente, ogniproduzione “pesante” comporta.Lo ha fatto investendo nelle tecnologie più avanzateoggi disponibili, e i buoni risultati sono concretamentepalpabili e misurabili.Ma, si è chiesta l’industria, le comunità, la collettività hannola percezione di questo impegno? E cosa si può fareper darne una maggiore e tempestiva comunicazione?Da qui è nata l’idea di realizzare, affidandola a un enteterzo e professionalmente deputato e specializzato,un’indagine presso un campione statisticamente rappresentativodell’intera popolazione italiana.Ma non solo. Perché <strong>Federacciai</strong> ha voluto cogliere, attraversoquesta ricerca, l’opportunità di un vero e proprioconfronto con la collettività, sondando sì la percezionedegli italiani nei confronti dell’industria siderurgicaper quanto attiene alla materia ambientale, ma, piùin generale, la loro opinione su molteplici aspetti legatianche all’essenza stessa dell’acciaio, dei suoi utilizzi,e così via. Parliamo di confronto perché la ricerca nonmirava soltanto a raccogliere giudizi, ma anche suggerimenti,critiche, aspettative, ecc..La ricerca, pertanto, condotta dall’ISPO delProfessor Renato Mannheimer, nella primavera2010, non voleva semplicemente “fotografare”, comesi dice, una situazione, ma si poneva l’obiettivodi offrire al comparto siderurgico uno strumento criticosulla base del quale meglio orientare le propriepolitiche di sviluppo, compenetrando maggiormentegli interessi imprenditoriali e i legittimi interessi dellacollettività.Senza retorica, diciamo che la ricerca si poneva l’obiettivo,nel rispetto dei propri limiti oggettivi e delleproprie dimensioni, di dare un contributo a favore diun condiviso progetto di sviluppo sostenibile.I criteri e la metodologia dell’indagineAl fine di ottenere un quadro il più ampio e completopossibile sull’oggetto della ricerca (la reputazione el’immagine del comparto siderurgico) e poterne analizzarele diverse sfaccettature e percezioni esistenti,lo studio è stato svolto in 3 moduli, ciascuno dedicatoa un target differente:Fase A – Lo studio reputazionale qualitativo provinciale24 interviste nelle 6 province individuate come strategicheper il comparto (Trieste, Vicenza, Bergamo,Brescia, Livorno – Piombino e Taranto). Sono stati intervistatigiornalisti economici, accademici e docenti,sindacalisti ed esponenti di associazioni per i consumatorio associazioni ambientaliste, esponenti delleamministrazioni locali.Fase B – Lo studio reputazionale quantitativo pressotestimoni privilegiati100 top opinion a livello nazionale (appartenenti almondo aziendale – circa il 40% –, ai media, alla PAed Enti locali, associazioni – ambientaliste, di consumatori,consorzi – e sindacati, accademici e professionisti).Fase C – Lo studio reputazionale quantitativo pressola popolazione800 cittadini maggiorenni, a livello nazionale.I risultati dell’indagine in sintesiLa ricerca è interamente consultabile sul sito dellaFederazione, ma, per comodità, si indicano qui, inestrema sintesi, i risultati.I tre studi realizzati hanno restituito una percezionedi un comparto siderurgico che a oggi fa i conti con:• un’immagine solida, per quanto anche piuttostoambivalente e con importanti questioni da affrontaree in qualche modo risolvere;


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Acciaio e sviluppo sostenibile34• un sedimentato di percezioni che ne fanno uncomparto tutt’altro che obsoleto, se è vero che lestrategie per il futuro indicate da qualificati topopinion riguardano soprattutto: innovazione - diprodotto e di processi - sicurezza e qualità, che,nel settore siderurgico, è come dire, soprattutto,sostenibilità ambientale;• una sfida, che è poi la sfida per eccellenza, dellacompetitività globale;• una richiesta di maggiore comunicazione versol’esterno;• un’opinione pubblica non necessariamente moltoinformata, ma sicuramente ben disposta: che dimostrainfatti una notevole familiarità con il temaacciaio, e che teme l’acciaio molto meno di altricomparti.I prossimi step<strong>Federacciai</strong> si è posta l’obiettivo di ripetere, periodicamente,a intervalli significativi, l’indagine, in mododa poter definire una sorta di “benchmark” rispettoal quale misurare - di volta in volta - gli “scostamenti”,ovvero l’evoluzione, auspicabilmentepositiva, del profilo reputazionale del comparto.Il che significa, da un lato, verificare quanto la siderurgiasappia percorrere processi di sviluppo sostenibile;dall’altro, quanto l’opinione pubblica abbiala percezione di questo processo.E, in tutti casi, poter eventualmente mettere in campotutti i più opportuni correttivi.L’acciaioèigiene


Acciaio e sviluppo sostenibile - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>35GLI INVESTIMENTI IN CAMPO AMBIENTALENegli ultimi anni le aziende del settore siderurgicohanno investito ingenti risorse economiche nel miglioramentodei propri impianti produttivi. Una parteimportante di questi investimenti è riconducibile direttamenteo indirettamente al miglioramento delleperformance ambientali e al contenimento dell’impattoambientale dell’attività industriale sul territorio.Dal 2006 al 2009 gli investimenti in campo ambientalesi sono sempre mantenuti ampiamente al di sopradel 10% degli investimenti totali nella siderurgia.Da sottolineare che nel 2009, nonostante la crisieconomica e la drastica riduzione della produzione,gli investimenti ambientali si sono mantenuti su livellimolto elevati coprendo il 14% del totale e confermandol’impegno costante della siderurgia per la riduzionedegli impatti sull’ambiente.Percentuale investimenti ambientali sul totale investimenti siderurgia%16141210864202006200720082009Fonte: <strong>Federacciai</strong> Area StatisticaIn particolare gli investimenti ambientali delle aziendesiderurgiche italiane nel 2008 hanno superato i200 milioni di euro e si sono mantenuti superiori ai150 milioni di euro anche nel 2009.


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Acciaio e sviluppo sostenibile36Investimenti in campo ambientale nella siderurgiaM. €M. t.acciaio25035,020028,015021,010014,0507,000,02006200720082009ProduzioneInvestimenti in campo ambientaleFonte: <strong>Federacciai</strong> Area StatisticaGrazie a questi crescenti investimenti, gli impianti siderurgicinazionali sono oggi in grado di soddisfarei sempre più stringenti requisiti ambientali impostidalla normativa comunitaria e nazionale e applicanole Migliori Tecniche Disponibili in campo ambientale(BAT – Best Available Techniques), seguendonel’evoluzione e i costanti aggiornamenti.Sulla base degli aggiornamenti pubblicati dall’ISTATsulle spese per la protezione dell’ambiente sostenutedalle imprese industriali italiane nel 2009 (“Gli investimentiper la protezione dell’ambiente delle impreseindustriali - Anno 2009” – ISTAT, Statistiche report,17 gennaio 2012), il settore metallurgico nazionale,di cui la siderurgia è la parte maggiormenterilevante, si conferma ai primi posti tra i diversi settoriindustriali per l’entità degli investimenti in campoambientale, con una quota pari al 17% degli investimentiambientali complessivi dell’industria nazionale.L’acciaioèuniverso


Acciaio e sviluppo sostenibile - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>37Ripartizione degli investimenti in campo ambientale tra i diversi settori industriali (anno 2009)2,6% 7,6% 8,2% 3,8%17,2%6,0%2,6%1,6%0,3%4,7%16,9%18,4%10,1%Metallurgia e fabbricazione di prodotti in metalloFabbr. di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferiFabbr. coke, raffinerie di petrolio, trattam. combustibili nucleariFabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificialiIndustrie alimentari, delle bevande e del tabaccoFabbr. pasta-carta, carta e prod. di cartaFabbricazione di macchine ed apparecchi meccaniciFabbr. macchine elettriche e apparecchiature elettroniche ed otticheFabbricazione di mezzi di trasportoIndustrie tessili e dell’abbigliamentoFabbricazione di articoli in gomma e materie plasticheIndustrie del legno e dei prodotti in legnoIndustrie conciarie, fabbricazione dei prodotti in cuoio,pelle e similariAltroFonte: ISTATPer ciascun settore industriale oggetto di indagine, lostudio riporta inoltre la ripartizione degli investimentiper tipologia di intervento e matrice ambientale, secondola classificazione internazionale CEPA 2000(Classification of Environmental Protection Activitiesand expenditure), che costituisce lo standard di riferimentodel Regolamento comunitario n. 2056/2002sulle statistiche strutturali delle imprese.Nel 2009 gli investimenti nel settore metallurgico/siderurgicohanno riguardato in misura pressochéuguale le differenti tipologie di intervento e matriceambientale, con una prevalenza per quelli destinatialla protezione dell’aria e del clima (36%), seguitidalla gestione dei rifiuti e delle acque (entrambe al22%). Nel restante 20% riferibile alla voce “altro”,sono raggruppati interventi per la protezione e recuperodel suolo, l’abbattimento del rumore e delle vibrazioni,la protezione della biodiversità e del paesaggio,la protezione dalle radiazioni, oltre le speseper ricerca e sviluppo finalizzate alla protezione dell’ambiente,e le altre attività non riferibili esclusivamentea una delle precedenti classi.Si precisa che, in base alla metodologia adottatadall’ISTAT, sono invece escluse dalle rilevazioni lespese sostenute per limitare l’utilizzo di risorse naturali(ad esempio il risparmio energetico) e le speseper attività che, pur esercitando un impatto favorevolesull’ambiente, vengono effettuate per perseguirealtri scopi principali, quali, ad esempio, igiene e sicurezzadell’ambiente di lavoro.


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Acciaio e sviluppo sostenibile38Ripartizione degli investimenti per tipologia di intervento nel settore metallurgiae fabbricazione prodotti in metallo (anno 2009)22%20%22% 36%Protezione aria e climaGestione rifiutiGestione acque reflueAltro (suolo, falda, rumore, biodiversità, paesaggio, radiazioni)Fonte: ISTAT


Acciaio e sviluppo sostenibile - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>39L’APPLICAZIONE DELLE MIGLIORI TECNICHE DISPONIBILI –BAT (BEST AVAILABLE TECHNIQUES)Il settore siderurgico è soggetto alla disciplina comunitariain materia di prevenzione e controllo integratodell’inquinamento (IPPC – Integrated PollutionPrevention and Control), come recentemente modificatae integrata a seguito dell’entrata in vigore dellaDirettiva in materia di emissioni industriali (IED –Industrial Emissions Directive, Dir. 2010/75/UE).Ai sensi di questa normativa tutti gli impianti di produzionee trasformazione dell’acciaio sono tenuti allarigorosa applicazione delle Migliori TecnicheDisponibili (BAT – Best Available Tecniques), che sonocosì definite dalla Direttiva 2010/75/UE.Migliori tecniche disponibili: la più efficiente e avanzatafase di sviluppo di attività e relativi metodi di esercizioindicanti l’idoneità pratica di determinate tecniche a costituirela base dei valori limite di emissione e delle altrecondizioni di autorizzazione intesi a evitare oppure,ove ciò si riveli impraticabile, a ridurre le emissioni el’impatto sull’ambiente nel suo complesso:a) per «tecniche» sia le tecniche impiegate sia le modalitàdi progettazione, costruzione, manutenzione,esercizio e chiusura dell’installazione;b) per «tecniche disponibili» le tecniche sviluppatesu una scala che ne consenta l’applicazione incondizioni economicamente e tecnicamente attuabilinell’ambito del pertinente comparto industriale,prendendo in considerazione i costi e i vantaggi,indipendentemente dal fatto che siano o menoapplicate o prodotte nello Stato membro di cui sitratta, purché il gestore possa avervi accesso acondizioni ragionevoli;c) per «migliori», si intendono le tecniche più efficaciper ottenere un elevato livello di protezione dell’ambientenel suo complesso.L’acciaioèinformazione


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Acciaio e sviluppo sostenibile40Le BAT applicabili per ciascun aspetto ambientale(emissioni in atmosfera, scarichi idrici, gestione deirifiuti, risparmio energetico, ecc.) e per ciascuna tipologiadi processo produttivo o impianto sono individuatee descritte all’interno di un documento tecnicodi riferimento settoriale denominato BRef (BATReference) che viene elaborato dall’European IPPCBureau della Commissione Europea a seguito di unconfronto tecnico che vede la partecipazione diesperti nominati dagli stati membri e dall’industria. IlBRef viene periodicamente aggiornato per tenereconto delle evoluzioni e dei progressi delle tecnicheesistenti o di nuove tecniche applicabili.La versione aggiornata del BRef per la siderurgia(che ha aggiornato la precedente edizione risalenteal 2001) e la Decisione sulle Conclusioni sulle BATper il settore siderurgico sono state pubblicate amarzo 2012. Con la pubblicazione delle “BATConclusions” il settore siderurgico è il primo compartoindustriale europeo in ordine di tempo, ad avereun documento di tale natura in conformità alle piùrecenti e stringenti disposizioni in materia di emissioniindustriali e prevenzione dell’inquinamento.La recente Direttiva in materia di emissioni industriali,che ha rivisto e integrato la precedente DirettivaIPPC, ha previsto inoltre che, per ciascun settore industrialecoinvolto, la Commissione europea, parallelamenteal percorso di approvazione del BRef e incoerenza con i suoi contenuti, adotti le “Conclusionisulle BAT” in forma di vero e proprio atto di esecuzione(Decisione pubblicata sulla Gazzetta Ufficialedell’UE). La Decisione sulle Conclusioni elenca e descrivele tecniche BAT riportando in particolare i livellidi emissione associati (BAT-AEL: BAT AssociatedEmission Levels) e le informazioni per valutarne l’applicabilità.Le Conclusioni sulle BAT costituisconol’atto di riferimento vincolante per le autorità competentidegli Stati membri ai fini della fissazione dellecondizioni e delle prescrizioni nelle AutorizzazioniIntegrate Ambientali (AIA) dei singoli impianti.Particolare importanza per la fissazione dei limiti diemissione in autorizzazione assumono i “livelli diemissione associati alle BAT” (cd BAT-AEL) , definitidalla Direttiva come “intervalli di livelli di emissioneottenuti in condizioni di esercizio normali utilizzandouna migliore tecnica disponibile o una combinazionedi migliori tecniche disponibili,come indicatonelle conclusioni sulle BAT, espressi come media inun determinato arco di tempo e nell’ambito di condizionidi riferimento specifiche”.Tenuto conto degli elevatissimi livelli di prestazione richiestidall’applicazione delle Conclusioni sulle BAT perla siderurgia, che si traducono in livelli di emissione associati(BAT-AEL) estremamente ambiziosi, il processodi adeguamento degli impianti costituirà nei prossimianni un’importante sfida per le imprese del settore siadal punto di vista tecnico che economico.


Acciaio e sviluppo sostenibile - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>41Per meglio capire la portata delle precedenti affermazionipuò essere utile, attraverso alcuni esempi,effettuare un confronto tra i livelli di emissione associatialle BAT (BAT-AEL) riportati nella versione delprimo BRef siderurgico (pubblicato nel 2001) e quellicontenuti nel BRef recentemente aggiornato ai sensidella Direttiva IED (pubblicato a marzo 2012).- Sempre in tema di elettrosiderurgia ancora più accentuataè la riduzione del livello di emissione associatoall’applicazione combinata delle tecnichedi abbattimento di PCDD/F che è passata da unrange avente come estremo superiore 0,5 ng I-TEQ/Nm 3 a un valore singolo di 0,1 ng I-TEQ/Nm 3 .- Per quanto riguarda le emissioni in atmosfera di polverida forno elettrico per gli impianti esistenti, nell’arcodi poco più di dieci anni trascorsi dal primo BRefal suo recente aggiornamento, il relativo BAT-AEL si èridotto a un terzo passando da 15 a 5 mg/Nm 3 (determinatocome valore medio giornaliero).- Per quanto riguarda la produzione di acciaio a ciclointegrale si può citare l’esempio delle emissioni primariedi polveri dalle linee di sinterizzazione: il BAT-AEL associato all’applicazione della tecnica di abbattimentocon precipitatori elettrostatici si è ridottoda 50 mg/Nm 3 a un range 20-40 mg/Nm 3 .L’acciaioèarte


L’acciaioèperfezione


Sistemidi gestioneambientaleOltre il 70% della produzione nazionaledi acciaio viene realizzato in impiantidotati di sistemi volontari di gestioneambientali certificati ISO 14001.


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Sistemi di gestione ambientale44Lo sviluppo di procedure operative di gestione e controllodegli aspetti ambientali coinvolti dai processiproduttivi, la disponibilità di informazioni in formaorganizzata, l’elaborazione di programmi di miglioramentosono alcuni degli elementi essenziali perun’azienda che intenda perseguire obiettivi strategicinell’ambito della propria politica ambientale.Per questo motivo il settore ha da sempre sostenutocon convinzione l’adesione ai sistemi volontari di gestioneambientale, che hanno dato prova nel tempodi essere strumenti efficaci per gestire in maniera integratai diversi aspetti ambientali, per tenere sottocontrollo le prestazioni in un’ottica di miglioramentocontinuo e rispondere alla crescente sensibilità deiclienti e dei consumatori nei confronti delle tematicheambientali.Gli ultimi dati disponibili (fonte Accredia) dimostranocome sia in continuo aumento il numero di aziendedell’industria dei metalli che hanno introdotto nellapropria organizzazione un sistema di gestioneambientale certificato ISO 14001.Se focalizziamo l’attenzione in particolare sulle acciaierie,si può notare come negli ultimi anni, in uncontesto di sensibile rallentamento dell’attività produttivadovuta alla crisi economica, le aziende abbianocontinuato a credere e a investire nei sistemidi gestione ambientale, facendo registrare un’accelerazionenella crescita delle certificazioniISO14001. A oggi più della metà degli stabilimentidi produzione acciaio a livello nazionale sono dotatidi un sistema di gestione ambientale certificato, conun numero di impianti certificati alla fine del <strong>2011</strong>che è cresciuto di oltre il 50% rispetto al 2008.Se rapportiamo questi numeri alla produzione, sipuò affermare che oltre il 70% dell’acciaio italianoviene prodotto in impianti dotati di un sistema di gestioneambientale certificato ISO 14001.Nonostante lo sviluppo e i buoni risultati derivantidalla adozione di questi sistemi volontari, ancoratroppo limitati sono i meccanismi di premialità, agevolazionee semplificazione, che la normativa comunitariao nazionale ha introdotto per incentivarne ladiffusione.La normativa nazionale riconosce - ad esempio - unamaggior durata dell’Autorizzazione Integrata<strong>Ambientale</strong> (AIA) alle imprese con sistemi di gestionecertificati e alcune minori facilitazioni sono riconosciuteda alcune normative regionali (ad esempio la riduzionedell’importo delle fideiussioni in tema di gestionedei rifiuti), ma queste misure andrebbero rafforzatee incrementate soprattutto come strumento di semplificazioneper la Pubblica amministrazione.Recentemente, un primo passo in questa direzione,che deve tuttavia essere seguito dalla concreta attuazione,è rappresentato dal Decreto Legge n. 5 del 9febbraio 2012, cd. “Decreto Legge Semplificazioni”,laddove è prevista l’emanazione di appositiregolamenti interministeriali allo scopo di ridurre oaddirittura eliminare i controlli sulle imprese, qualoraqueste siano in possesso di certificazione del sistemadi gestione per la qualità ISO o di altra appropriatacertificazione emessa, a fronte di norme armonizzate,da un organismo di certificazione accreditato.


Sistemi di gestione ambientale - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>45Certificazioni ISO 14001 dell’industria dei metalli dal 1995 al <strong>2011</strong>1.4001.2001.0008006004002000dic - 95dic - 96dic - 97dic - 98dic - 99dic - 00dic - 01dic - 02dic - 03dic - 04dic - 05dic - 06dic - 07dic - 08dic - 09dic - 10dic - 11Fonte: AccrediaCertificazioni ISO 14001 delle acciaierie dal 2001 al <strong>2011</strong>%60504030201002001200220032004200520062007200820092010<strong>2011</strong>Fonte: Accredia


L’acciaioèvelocità


Materieprimee ricicloL’acciaio è il materiale più riciclabilee riciclato al mondo.L’Italia è il 1° Paese europeo per riciclodi rottame ferroso, con una media dicirca 20 milioni di tonnellate annuedi materiale che viene rifuso nelleacciaierie nazionali.


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Materie prime e riciclo48LE MATERIE PRIME E IL CICLO DELL’ACCIAIOLa figura riportata in queste pagine vuole rappresentarein modo sintetico e illustrativo lo schema ciclicodei flussi di materia coinvolti nel processo produttivodell’acciaio, fornendo al contempo i principali datirappresentativi del consumo di materie prime e di risorsericiclate da parte della siderurgia italiana negliultimi quattro anni.Si tratta di una schematizzazione del ciclo di vitaIl ciclo dell’acciaioin ItaliaI dati riportati in figura, espressi inmilioni di tonn. si riferiscono a:anno 2008anno 2009anno 2010anno <strong>2011</strong>SCORIEDA ALTOFORNOIMPORTAZIONIDI ACCIAIO GREZZOESPORTAZIONEDI GHISASCORIE DA CONVERTITORESCORIE DA FORNO ELETTRICOIMPORTAZIONIDI GHISA2,00,91,01,3CONVERTITOREAD OSSIGENO (BOF)10,95,88,69,9ESPORTAZIONEDI ROTTAME0,40,30,40,3CONSUMODI GHISA E ROTTAMEFORNO ELETTRICO(EAF)19,714,017,018,8PRODUZIONEACCIAIO GREZZO30,619,825,628,7PRODUZIONEDI GHISA10,45,78,59,8FONDERIECALCE CALCARE CARBONICONSUMODI ROTTAME23,916,118,019,4PRODUZIONEDI PRODOTTI FINITIE SEMIFINITI IN ACCIAIOPRODOTTIIN ACCIAIOROTTAMENAZIONALE18,112,713,413,7SCARTI D’ACCIAIODAI PROCESSIMINERALEDI FERRO16,38,211,313,9SCARTI D’ACCIAIODALLA PRODUZIONEDI MANUFATTIIMPORTAZIONI DI PRODOTTI FINITIE SEMIFINITI IN ACCIAIOIMPORTAZIONIDI MANUFATTI IN ACCIAIOESPORTAZIONIDI ACCIAIO GREZZOESPORTAZIONI DI PRODOTTI FINITIE SEMIFINITI IN ACCIAIO


Materie prime e riciclo - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>49IMBALLAGGIvita media 1 annodell’acciaio, in cui, evidenziate in diversi colori, sonopresenti le varie fasi che a partire dal reperimentodelle materie, attraverso i processi di produzione elavorazione portano alla realizzazione di beni diconsumo, che a loro volta giunti a fine vita utile ritornanoin ciclo per produrre nuovamente acciaio:- reperimento delle materie prime;- produzione di acciaio grezzo e affinazione;- trasformazione e lavorazione;- manifattura di prodotti;- utilizzo dei prodotti nella società;- fine vita, recupero e riciclo.IMPORTAZIONEDI ROTTAME5,83,44,65,7ALTRIvita media 5 anniACCIAIO NELLA SOCIETÀAUTOMOTIVEvita media 12 anniESPORTAZIONIDI MANUFATTI IN ACCIAIOBENI DI CONSUMOvita media 13 anniMACCHINARIvita media 25 anniCOSTRUZIONIvita media 60 anniLe materie prime principali utilizzate per la produzionedi acciaio a ciclo integrale, passando attraversola produzione di coke (in cokeria) e di ghisa (inaltoforno), sono i minerali di ferro e i carboni fossili,unitamente ad altre materie prime e ausiliarie (comead esempio calcare, dolomite, calce, ecc). Mineralidi ferro e carboni sono essenzialmente materiali diimportazione che arrivano agli stabilimenti a ciclointegrale in Italia via mare.La materia prima principale per la produzione di acciaioa forno elettrico è invece costituita dai rottamiferrosi che derivano in parte da scarti provenienti direttamentedai processi di produzione, ma soprattuttodai prodotti in acciaio che hanno terminato il lorociclo di vita. I rottami vengono parzialmente utilizzatianche nel convertitore a ossigeno in aggiunta allaghisa proveniente dall’altoforno.Mediante l’apporto di energia, nel forno elettrico enel convertitore a ossigeno il rottame ferroso e la ghisa(proveniente dell’altoforno) si trasformano in acciaioche viene successivamente affinato per raggiungerela qualità desiderata e poi sottoposto a ulteriorilavorazioni/trasformazioni.I prodotti che derivano dalle operazioni di modificazioneplastica, chiamati impropriamente “finiti”, costituisconoil materiale di partenza per altre industrie(meccanica, edilizia, automotive, oil&gas, elettronica,ecc.) che li utilizzano o li lavorano per la realizzazionedi beni di consumo.Se si considera perciò la quantità di oggetti e dicomponenti in acciaio presenti nei più diversi ambitidella società (nella sfera dell’abitare, del lavorare,del tempo libero, ecc.) o per la realizzazione deiquali è stato utilizzato l’acciaio, si può legittimamenteaffermare che l’acciaio è il materiale più importantee presente nella vita dell’uomo. Senza l’acciaio,non sarebbe possibile alcun progresso.I prodotti così realizzati hanno una durabilità più omeno lunga, in funzione della tipologia e dell’utilizzoa cui sono destinati, come si può vedere dalla figura.


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Materie prime e riciclo50Mentre ad esempio gli imballaggi in acciaio raggiungonoil fine vita e tornano in ciclo in tempi estremamenterapidi (circa 1 anno), l’acciaio da costruzionepuò durare svariate decine di anni (vita media60 anni) prima di terminare la sua funzione ed essereanch’esso avviato al riciclo.L’acciaio a fine vita viene raccolto separatamente e,a seconda della sua origine, può esser già sostanzialmenteidoneo come materia prima o avere bisognodi trattamenti (ad esempio le tecniche magnetichedi separazione dai materiali estranei indesiderati)prima di essere destinato alla rifusione in acciaieriae ritornare così all’inizio del ciclo e dare quindivita a nuovi acciai.I dati a livello nazionale evidenziano, dopo la crisidel 2009, un progressivo aumento della produzionedi acciaio grezzo e un conseguente incremento dellequantità delle principali materie prime utilizzate,senza tuttavia ancora raggiungere i livelli pre-crisidel 2008: il consumo di rottame passa da 16,1 M.di tonnellate consumate nel 2009 a 19,4 M. di tonnellatenel <strong>2011</strong> e il minerale di ferro da 8,2 M. ditonnellate a 13,9 M. di tonnellate.LA RICICLABILITÀ DELL’ACCIAIOLo schema del ciclo di vita dell’acciaio rende immediatamentevisibile una delle sue principali caratteristiche,vale a dire di essere un materiale riciclabile al 100%che può venire riciclato virtualmente infinite volte senzache siano perse le qualità strutturali e di resistenza.Infatti, dal punto di vista chimico il legame metallicodi cui è costituito consente all’acciaio di ripristinare,durante il processo di solidificazione che segue lafase di fusione, le sue originarie proprietà prestazionali,al contrario di quanto avviene per i materialinon metallici le cui proprietà degradano progressivamentedurante il riciclaggio.Il recupero dei rottami ferrosi, rispetto agli altri metalli,viene inoltre particolarmente favorito dalle loroproprietà magnetiche che li rendono più facilmenteseparabili da altre componenti di materiali diversipresenti nei prodotti industriali o nei beni di consumo.Attraverso questa separazione i prodotti checontengono acciaio possono così dare origine, allafine del loro ciclo di vita utile, a nuovi acciai per altreapplicazioni.Per questi motivi l’acciaioè di gran lunga il materiale più riciclabilee riciclato al mondo.Secondo i dati della World Steel Association, nel2008 oltre 475 milioni di tonnellate di rottame ferrososono state avviate a riciclo, una cifra che superada sola il totale combinato fatto registrare dall’insiemedi altri materiali riciclabili, inclusa la carta, laplastica, il vetro, il rame e l’alluminio.Grazie alle operazioni di riciclo a cui è sottopostol’acciaio, è possibile ottenere una produzione ambientalmentesostenibile che consente la riduzione delconsumo di risorse naturali e di energia, una minoremissione di CO 2 e una minor produzione di rifiuti.Nella tabella seguente vengono riportati i risultati diuno studio della World Steel Association che ha stimatole percentuali di acciaio che, applicando le attualitecniche, è possibile recuperare da alcune categoriedi prodotti e beni di consumo.


Materie prime e riciclo - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>51Grazie allo sviluppo industriale, alla ricerca e allamigliore efficienza dei processi, è possibile ipotizzarei valori che potrebbero essere raggiunti nel 2050.Per la World Steel Association, il raggiungimento diquesti obiettivi nel 2050 significherebbero ulteriori38 milioni di tonnellate di acciaio riciclato a livellomondiale.Tassi di riciclo dell’acciaio2007 2050Materiali da costruzione (edifici, infrastrutture viarie, ecc.) 85% 90%Automobili e altri veicoli 85% 95%Macchinari 90% 95%Elettrodomestici 50% 75%Contenitori 69% 75%Totale 83% 90%Fonte: “Metals for buildings. Essential & fully Recyclable”, European Metals Associations


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Materie prime e riciclo52IL ROTTAME: UNA “BANCA” DI ENERGIA E CO 2Oltre il 45% della produzione siderurgica europeasi fonda sul recupero e riciclo del rottame, che vienerifuso per dare vita a nuovi prodotti in acciaio.In particolare l’Italia è al primo posto in UE per laproduzione di acciaio a forno elettrico, che utilizzacome materia prima essenzialmente il rottameferroso, e fa registrare il più elevato consumo annuodi questo materiale all’interno della Comunità.Le acciaierie italiane nel <strong>2011</strong> hanno riciclato quasi20 milioni di tonnellate di rottame ferroso, di cui circail 70% proveniente dalla raccolta nazionale, il18% importato da altri Paesi Europei e il rimanente12% da Paesi Terzi.Provenienza del rottame consumato dalle acciaierie italiane (Anno <strong>2011</strong>)Italia70%Paesi Terzi12%Francia4%Altri Europa5%Germania9%Fonte: <strong>Federacciai</strong>In considerazione della scarsa dotazione di risorseprimarie in Europa e in Italia, in particolare di quellederivanti da attività estrattiva, il rottame ferroso puòessere legittimamente considerato come una vera epropria “miniera” europea che deve essere attentamentepreservata e valorizzata.Negli ultimi dieci anni si è assistito a una crescita allarmantedelle esportazioni di rottame dall’UE versoi Paesi Terzi: in dieci anni le esportazioni sono quasiraddoppiate, mentre le importazioni sono significativamentediminuite. Come evidenziato nel grafico l’esportazionenetta è di conseguenza cresciuta del350% dal 2000 al 2010.Inoltre il mercato internazionale del rottame apparefortemente sbilanciato e distorto: alla libera esportazioneeuropea fanno riscontro barriere di protezionedelle proprie risorse innalzate da Paesi Terzi attraversoil sempre più diffuso e frequente ricorso a misureeconomiche quali i dazi all’esportazione.Ma il fenomeno del crescente drenaggio della risorsa“rottame” dall’UE verso i Paesi Terzi non può enon deve esser valutato esclusivamente da un puntodi vista strettamente commerciale, in quanto essocostituisce una pericolosa deriva anche da un puntodi vista ambientale, energetico e dell’efficienzanell’utilizzo delle risorse, come brevemente illustratodi seguito.Come ben evidenziato in forma grafica dalla rappresentazionedel ciclo dell’acciaio, è bene sottolineareche l’acciaio deve essere prodotto “la prima volta”partendo dal minerale di ferro attraverso il processoa ciclo integrale che lo porta nelle condizioni fisiche


Materie prime e riciclo - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>53e chimiche adatte al suo impiego e di conseguenzaal suo successivo riutilizzo come rottame.Il contenuto energetico (e il conseguente contributoemissivo di CO 2 ) di questo processo rimane “imprigionato”nell’acciaio prodotto e di conseguenza nelrottame alla fine del ciclo di vita.Considerando il sistema siderurgico nel suo complesso(che in Italia è particolarmente ben bilanciato concirca il 35-40% di produzione da minerale e il restante65-60% da forno elettrico, a fronte di percentualiinverse nella media dei Paesi UE), in virtù delleprecedenti considerazioni, al rottame può essere legittimamenteattribuito un valore intrinseco di energiae di CO 2 imprigionata.Considerando i volumi di materiale annualmente riciclatiin Europa, il rottame può essere in questo sensoconsiderato una vera e propria “banca” di energiae CO 2 . Ogni tonnellata netta di rottame che lascial’Europa costituisce di fatto una perdita in terminidi costi energetici e ambientali, ponendosi in contrastocon obiettivi strategici dell’UE quali l’uso efficientedelle risorse energetiche, la realizzazione diuna economia “low carbon” e di una “società del recuperoe del riciclo”.Rottame ferroso: andamento delle importazioni ed esportazioni UE vs. Paesi Terziton22.000.00021.000.00020.000.00019.000.00018.000.00017.000.00016.000.00015.000.00014.000.00013.000.00012.000.00011.000.00010.000.0009.000.0008.000.0007.000.0006.000.0005.000.0004.000.0003.000.0002.000.0001.000.000020002001200220032004200520062007200820092010<strong>2011</strong>ImportExportFonte: Eurofer


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Materie prime e riciclo54LA CESSAZIONE DELLA QUALIFICA DI RIFIUTO DEL ROTTAMELa Direttiva europea in materia di rifiuti, Direttiva2008/98/CE, al fine di favorire e incentivare il mercatoeuropeo del recupero dei materiali secondari haindividuato alcune condizioni armonizzate a livellocomunitario da rispettare affinché una sostanza o unoggetto, a seguito di un operazione di recupero, possacessare di essere considerato rifiuto ed esserecommercializzato come vero e proprio “prodotto”.Le condizioni individuate dalla Direttiva sono:• la sostanza o l’oggetto è comunemente utilizzatoper scopi specifici;• esiste un mercato o una domanda per tale sostanzaod oggetto;• la sostanza o l’oggetto soddisfa i requisiti tecniciper gli scopi specifici e rispetta la normativa e glistandard esistenti applicabili ai prodotti;• l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto non porteràa impatti complessivi negativi sull’ambiente o sullasalute umana.L’8 aprile <strong>2011</strong> è stato infatti pubblicato il Rego-lamentoUE n. 333/<strong>2011</strong> del Consiglio recante i criteriche determinano quando alcuni tipi di rottamimetallici (ferro, acciaio e alluminio) cessano di essereconsiderati rifiuti ai sensi della Direttiva2008/98/CE. Il Regolamento, dopo un periodotransitorio di sei mesi per consentire agli operatoricoinvolti di adeguarsi alle nuove disposizioni, è entratodefinitivamente in applicazione in tuttal’Unione Europea a partire dal 9 ottobre <strong>2011</strong>. Insintesi il Regolamento consente, nel rispetto di unaserie di requisiti tecnici e gestionali, di escludere dalregime dei rifiuti alcune tipologie di rottami una voltache abbiano subito un’operazione di recupero, richiedendoin particolare al soggetto “recuperatore”l’adozione di un Sistema di Gestione della Qualitàverificato da un ente certificatore accreditato e lasottoscrizione per ogni partita di materiale di una dichiarazionedi conformità ai requisiti delRegolamento stesso.La Direttiva ha poi individuato alcuni materiali (carta,vetro, metalli, rifiuti tessili, aggregati) per i qualirisulta prioritario, nel rispetto delle suddette condizionigenerali, definire specifici requisiti per la cessazionedella qualifica di rifiuto (“End of Waste”) attraversoregolamenti tecnici direttamente applicabiliin tutti gli Stati membri dell’UE.In considerazione del fatto che il mercato del recuperodel rottame è ormai una realtà da tempo consolidatain Europa e che le quattro condizioni generalidefinite dalla Direttiva sono manifestamente soddisfatteda questo tipo di materiale, il primoRegolamento europeo in materia di “End of Waste”è stato dedicato proprio ai rottami metallici.Il Regolamento ha il pregio di uniformare a livellocomunitario i criteri di classificazione, dopo che differentitrasposizioni nazionali della precedenteDirettiva quadro sui rifiuti e multiformi interpretazionida parte degli enti di controllo avevano prodotto neltempo criticità e incertezze a grave danno deglioperatori del settore. Il Regolamento in particolare riconoscepienamente lo status di materia prima (cessazionedella qualifica di rifiuto) di certe tipologie dirottami e la necessità di favorirne il riciclaggio inUE, estendendo di fatto a livello europeo alcuni concettiche l’Italia per prima aveva già da tempo applicatoal rottame in maniera isolata nel contesto europeocon la disciplina delle MPS (Materia PrimaSecondaria) e le procedure semplificate per il recuperodi rifiuti non pericolosi (Decreto Ministeriale5/2/98).


Materie prime e riciclo - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>55Un aspetto particolarmente rilevante del Regolamentorisiede nell’adozione di un approccio che tiene inadeguata considerazione la tipologia di materiale inquestione, per sua natura difficilmente campionabilee analizzabile, prendendo le mosse dal riconoscimentoche tutte le acciaierie europee a cui il rottameè destinato, sono soggette alla più stringente normativaapplicabile in materia di prevenzione e controllodelle emissioni (normativa IPPC/IED – Direttiva2010/75/UE) e applicano le miglior tecniche disponibili(BAT) per l’abbattimento degli inquinanti.L’acciaioècasa


L’acciaioèenergia


Emissionidi gas serrae prevenzionedei cambiamenticlimaticiLa siderurgia italiana ha ridottodi oltre il 40% le proprie emissionispecifiche di CO 2a partire dal 1990(anno di riferimento del Protocollodi Kyoto) a oggi.


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Emissioni di gas serra e prevenzione dei cambiamenti climatici58IL CAMBIAMENTO CLIMATICO E LE POLITICHE DELL’UNIONE EUROPEANegli ultimi anni è cresciuta enormemente la consapevolezzadi governi, istituzioni, imprese e privaticittadini della necessità di ridurre il contributo antropicoal riscaldamento globale e ai cambiamenti climatici,attraverso impegni condivisi e assunzioni diresponsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti.Come noto, la CO 2 e gli altri principali gas serranon sono inquinanti a livello locale, ma produconoeffetti di alterazione del clima a scala globale.Pertanto, come unanimemente sostenuto dalla comunitàscientifica internazionale, un contrasto efficaceal cambiamento climatico è possibile solo se la sfidaè condotta a livello globale attraverso politiche estrategie di riduzione delle emissioni di gas serra,applicate a livello internazionale con il coinvolgimentodi tutti i Paesi grandi emettitori e di tutte le fontidi emissione.Nonostante ciò, negli ultimi anni, anche a fronte dellagrave crisi che ha investito l’economia globale apartire dal 2008, mentre nell’Unione Europea il temaè rimasto tra le priorità strategiche dell’agendapolitica e viene perseguito con decisione attraversoun costante innalzamento dell’asticella degli obiettivie dei vincoli, gli altri principali soggetti internazionalihanno decisamente allentato l’attenzione su questaproblematica, sfilandosi dal Protocollo di Kyoto opreferendo rimandare a “tempi migliori” la definizionedi ulteriori obiettivi vincolanti.Questa situazione è emersa in maniera eloquente inoccasione del consueto vertice annuale delleNazioni Unite sui cambiamenti climatici, che è statoospitato a fine novembre <strong>2011</strong> a Durban in SudAfrica, il quale ha sancito, in vista dello scadere delProtocollo di Kyoto, l’impossibilità di definire nell’immediatoun nuovo accordo internazionale sulla riduzionedelle emissioni di gas a effetto serra, che coinvolgain maniera vincolante tutti i paesi industrializzatie i paesi emergenti. Le conclusioni del vertice,pur garantendo una sopravvivenza formale delProtocollo (a cui dopo il 2012 manterranno l’adesionesolo i Paesi dell’Unione Europea e un numero esiguoe irrilevante di altri Stati), rimandano di fatto alladefinizione di un futuro e indefinito accordo conimpegni da formalizzare non prima del 2015, chenon potranno essere in ogni caso applicati e divenirevincolanti prima del 2020.Al contrario l’Unione Europea, come noto, cominceràda subito a imporre unilateralmente alla propriaindustria i nuovi vincoli sulla riduzione delleemissioni di CO 2 per il periodo 2013-2020, resi piùonerosi dalla revisione dello schema di EmissionsTrading comunitario.In questo contesto l’industria siderurgica italiana èda tempo impegnata responsabilmente a minimizzarele proprie emissioni di CO 2 e può vantare rilevantissimirisultati in questo campo, ottenuti negli ultimivent’anni attraverso ristrutturazioni, avanzamenti tecnologici,miglioramenti nell’efficienza dei processi enel risparmio energetico. A partire dal 2005 il settoreè incluso nel campo di applicazione dellaDirettiva ETS: tutti gli impianti soggetti sono tenuti arigorose procedure di monitoraggio, verifica e comunicazionedelle proprie emissioni di CO 2 , chevengono annualmente certificate da enti terzi indipendentie pubblicate su una apposito registro nazionaleed europeo (si veda il paragrafo seguentededicato all’applicazione dello schema ETS).Il contributo del settore siderurgico nazionale alla riduzionedelle emissioni di CO 2 è testimoniato dagliultimi dati ufficiali pubblicati dall’UNFCCC (Organodelle Nazioni Unite), come rappresentati nel graficoriportato di seguito.Escludendo l’anno 2009, che ha fatto registrare uncrollo delle emissioni a causa del drastico calo della


Emissioni di gas serra e prevenzione dei cambiamenti climatici - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>59produzione nazionale d’acciaio, dal 1990, anno diriferimento del Protocollo di Kyoto, fino al 2008 la siderurgiaitaliana ha ridotto le proprie emissioni intermini assoluti del 30%.Emissioni di CO 2 della siderurgia italiana dal 1990 al 2009 (valori indicizzati, 1990=100)1301<strong>2011</strong>0100908070605040302010019901991199219931994199519961997199819992000200120022003200420052006200720082009Produzione Emissioni CO 2Fonte: UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change)L’acciaioèscoperta


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Emissioni di gas serra e prevenzione dei cambiamenti climatici60Come evidenziato dal grafico, la riduzione in terminiassoluti delle emissioni è stata realizzata anche afronte di volumi produttivi crescenti negli anni, valea dire attraverso una riduzione del fattore specificodi emissione per unità di prodotto, che a partire dal1990 al 2009 è migliorato di oltre il 40% come evidenziatodal grafico seguente.Emissioni specifiche di CO 2 della siderurgia italiana dal 1990 al 2009 (valori indicizzati, 1990=100)12010080604020019901991199219931994199519961997199819992000200120022003200420052006200720082009Emissioni specifica CO 2Fonte: UNFCCCIl contributo del settore siderurgico agli obiettivi nazionalidi riduzione delle emissioni è pertanto di assolutorilevo e l’entità di tale risultato appare ancorpiù degna di nota se si considera che:- ai sensi del protocollo di Kyoto l’Italia si è impegnataa raggiungere una riduzione complessiva delleemissioni del 6,5% dal 1990 al 2012;- altri settori che contribuiscono in maniera ben piùrilevante alle emissioni complessive nazionali (settoretermoelettrico, trasporti, civile/terziario) nelmedesimo periodo hanno significativamente aumentatole proprie emissioni.Raggiunti gli obiettivi di Kyoto al 2012, l’UnioneEuropea, attraverso l’approvazione del pacchetto“clima-energia” si è impegnata unilateralmente a ridurredel 20% le proprie emissioni complessive digas serra al 2020 rispetto al 1990, indipendentementedalla finalizzazione di nuovi accordi internazionali.Per raggiungere questo ulteriore obiettivo ilcontributo che è stato posto a carico del compartoindustriale è quello di gran lunga più impegnativo:ai settori inclusi nel campo di applicazione dellaDirettiva Emissions Trading sarà infatti imposta unariduzione del tetto delle emissioni di CO 2 (cap) al2020 pari a -21% rispetto i livelli del 2005.Si noti che per l’industria siderurgica nazionale, afronte dei dati mostrati in precedenza, tale tagliocorrisponde di fatto a una riduzione di oltre il 50%delle proprie emissioni rispetto al 1990.


Emissioni di gas serra e prevenzione dei cambiamenti climatici - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>61Nel <strong>2011</strong> la Commissione Europea ha inoltre avviatoun ampio dibattito sulle strategie più a lungo termineper la realizzazione di un’economia europeaa basso contenuto di carbonio, attraverso la presentazionedella proposta denominata “Low carbonroadmap 2050”. Il documento indica come obiettivistrategici europei una riduzione delle emissioni paria -80% al 2050 rispetto al 1990, da raggiungere attraversotappe intermedie corrispondenti a -25% al2020, -40% al 2030, -60% al 2040.Il settore siderurgico, pur pronto a compiere ulteriorisforzi e investimenti in questa direzione, deve fare iconti con l’evidenza oggettiva che l’utilizzo del carbonee dei materiali carboniosi nella produzione diacciaio è insostituibile e risponde a precise esigenzestechiometriche di processo: in termini di abbattimentodella CO 2 emessa per tonnellata di acciaioprodotto non si è lontani dal raggiungimento di un limitetecnologico di processo, che non potrà essereulteriormente abbassato in assenza di tecnologie“breaktrough” che a oggi certamente non si intravedonoall’orizzonte.Questa situazione è ben evidenziata dal grafico cheriporta l’andamento indicizzato delle emissioni specifichedel settore, che negli ultimi anni tendono a livellarsisu una linea orizzontale.Alla luce di quanto sopra è essenziale che eventualiulteriori sforzi di riduzione delle emissioni climalterantiper il post 2020, da definire all’interno di nonpiù rimandabili accordi vincolanti a livello internazionale,siano calibrati in funzione delle reali potenzialitàdei diversi comparti (produzione di energia,trasporti, agricoltura, residenziale, ecc.) sulla basedi rigorosi studi di impatto economico e sociale, delladisponibilità economica e tecnica di soluzioni percorribilie tenendo conto dei costi benefici complessividerivanti dall’utilizzo di certi materiali in tutto illoro ciclo di vita.Se si affronta infatti il problema del contrasto ai cambiamenticlimatici con una prospettiva più ampia,non può essere trascurato il ruolo insostituibile chel’acciaio riveste e potrà rivestire in futuro nello sviluppodi una società a basso contenuto di carbonio tenendoconto delle sue proprietà, del suo ciclo di vitacomplessivo, e delle sue infinite applicazioni. Si pensiad esempio all’incomparabile resistenza e durabilitàdell’acciaio, unitamente alla sua completa riciclabilità;al suo impiego nell’industria energetica adalta efficienza; alle applicazioni nell’industria delleenergie rinnovabili.Una turbina eolica in acciaio da 3 MW, per esempio,nell’arco di 20 anni può produrre 80 volte piùenergia di quella necessaria per la sua produzionee/o manutenzione. Inoltre al termine del suo ciclodi vita tutta la struttura e i componenti in acciaio sonocompletamente riciclabili, contribuendo nuovamenteal risparmio di risorse naturali e al contenimentodelle emissioni di CO 2 .Se il vero obiettivo è il contrasto al cambiamento climatico,condizione imprescindibile per il raggiungimentodel risultato, è la definizione di obiettivi all’internodi accordi globali che garantiscano il mantenimentodi un “level playing field” internazionale. Purriconoscendo l’importanza che l’UE mantenga unruolo di leadership “trainante” nei confronti degli altriPaesi, è ormai unanimemente riconosciuto che ilpersistere di un’azione unilaterale da parte dell’UE,senza un corrispondente impegno da parte degli altriPaesi, rischia di compromettere seriamente lacompetitività di alcuni settori dell’industria manifatturieraeuropea, senza al contempo garantire alcun risultatoambientale a livello globale.La Cina (primo produttore mondiale di acciaio) dasola è responsabile di oltre il 50% delle emissioniglobalmente imputabili alla siderurgia e questa percentuale,in considerazione del tasso di sviluppo edella installazione di nuova capacità sul suo territorio,è costantemente crescente negli anni con incrementidelle emissioni che, considerando solo la siderurgia,proseguono al ritmo di centinaia di milioni di


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Emissioni di gas serra e prevenzione dei cambiamenti climatici62tonnellate di CO 2 all’anno (in base a stime prudentie in assenza di un sistema internazionale che garantiscala verifica e il controllo dei dati di emissione).Alla luce di questi numeri si può facilmente comprenderecome lo sforzo unilaterale di riduzione della siderurgiaeuropea sia del tutto irrisorio in un’otticaglobale.Al contempo la crescente perdita di competitività deiproduttori europei nei confronti dei Paesi emergenti,non vincolati a “obiettivi ambientali”, potrebbe accelerarelo spostamento già in atto verso questi Paesidi sempre maggiori quote di produzione di beni, conconseguente aumento delle emissioni complessive,rendendo del tutto inefficaci le politiche sul clima affrontatea livello locale.Il raggiungimento dell’obiettivo condiviso della riduzioneglobale delle emissioni, ancor più oggi che lacrisi economica ha messo in difficoltà molti settoriindustriali, è raggiungibile solo salvaguardando lacompetitività dell’industria europea, la sua capacitadi crescere e di reinvestire in ricerca e sviluppo.L’acciaioèsicurezza


Emissioni di gas serra e prevenzione dei cambiamenti climatici - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>63LA DIRETTIVA EMISSIONS TRADINGNell’ambito delle politiche di contrasto ai cambiamenticlimatici, il principale strumento adottatonell’Unione Europea per il controllo delle emissionidi gas serra di alcuni settori industriali (produzionetermoelettrica, raffinazione, cemento, acciaio, carta,ecc.) è costituito dalla Direttiva 2003/87/CE (cd.Direttiva “Emissions Trading”) che ha istituito un sistemadi scambio delle quote di emissione di tipo“cap and trade”, diventato operativo a partire dal2005.Il sistema si articola attualmente in tre periodi distintidi durata crescente: 2005-2007; 2008-2012;2013-2020.Mentre i primi due periodi sono regolati dallaDirettiva 2003/87/CE nella sua versione originaria,il terzo periodo sarà regolato dalle nuove disposizioniintrodotte dalla Direttiva 2009/29/CE e applicabilidal 1 gennaio 2013.Gli impianti di produzione acciaio (sia a ciclo integraleche a forno elettrico) sono soggetti agli obblighiimposti dalla normativa Emissions Trading fin dal2005. A partite dal 2008 il campo di applicazioneè stato esteso anche alle attività di trasformazioneacciaio (ad esempio laminazione a caldo) integratenei siti di produzione, mentre dal 2013 in avanti tuttele attività di lavorazione e trasformazione siderurgiche(con potenza termica complessiva superiore ai20MW) rientreranno nel sistema.Tutti gli impianti soggetti applicano un rigoroso“Piano di monitoraggio” approvato dal Ministerodell’Ambiente nel rispetto di precisi standard di accuratezzae comunicano annualmente le proprieemissioni a seguito di una rigorosa procedura di verificae di convalida effettuata da soggetti terzi, verificatoriaccreditati.Emissioni di CO 2 nel 1° periodo ETSM.t. CO 2 M.t.acciaio14,040,013,530,013,020,012,510,012,02005200620070,0Produzione Emissioni CO 2Fonte: CITL (Community Independent Trasaction Log)


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Emissioni di gas serra e prevenzione dei cambiamenti climatici64Si riportano le emissioni aggregate di settore nel primoperiodo (anni 2005-2007) e nei primi quattroanni del secondo periodo ETS (anni 2008-<strong>2011</strong>) comericavate dal Registro europeo delle emissioni (CI-TL). Si precisa che i dati per il settore siderurgicoestratti dal registro CITL, per diversa modalità di inclusioneo aggregazione delle attività, non sonoperfettamente confrontabili con i dati UNFCCC.Si sottolinea inoltre che alla luce dell’estensione delcampo di applicazione intervenuta nel 2008, cheha fatto includere nel conteggio anche la CO 2 derivantedalle attività di trasformazione dell’acciaio integratealle acciaierie, le emissioni di settore riportatesul registro CITL nel secondo periodo (anni 2008e seguenti) non sono direttamente confrontabili conquelle del primo periodo.Come evidenziato nel grafico relativo al primo periodo(2005-2007), le emissioni complessive degli impiantisiderurgici italiani contabilizzate sul registroCITL nel triennio mostrano un andamento leggermentedecrescente, nonostante la produzione di acciaioabbia fatto registrare un incremento.Emissioni di CO 2 nel 2° periodo ETSM.t. CO 216,0M.t.acciaio40,013,030,01020,07,010,04,00,0200820092010<strong>2011</strong>Produzione Emissioni CO 2Fonte: CITL (Community Independent Trasaction Log)Per quanto riguarda il secondo periodo, dopo il crollodelle emissioni (- 45%) registrato nel 2009 rispettoal 2008 per effetto del drastico calo della produzionesiderurgica, le emissioni sono risalite nel 2010 e<strong>2011</strong> in maniera sostanzialmente proporzionale allaproduzione, fatte salve variazioni dovute alla diversaripartizione della produzione nazionale traciclo integrale e forno elettrico. Le emissioni di CO 2del settore per l’anno <strong>2011</strong> in termini assoluti simantengono ancora inferiori del 7,5% rispetto aquelle registrate nel 2008, a fronte di una produzione<strong>2011</strong> inferiore del 6,1% rispetto a quella del2008.


Emissioni di gas serra e prevenzione dei cambiamenti climatici - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>65IL PERIODO POST 2012 E L’ASSEGNAZIONE DI QUOTE TRAMITE “BENCHMARK”A partire dal 1 gennaio 2013 le assegnazioni diquote di CO 2 ai singoli impianti nell’ambito delloschema ETS sono calcolate in base a nuove e piùstringenti regole armonizzate a livello comunitario,come stabilite dalla Decisione della Commissione<strong>2011</strong>/278/CE.L’ammontare massimo di quote assegnate annualmenteai singoli impianti nel periodo 2013-2020 è calcolatoin base a una serie di fattori tra i quali assumonoparticolare rilevanza i cosiddetti “benchmark”, parametriprestazionali espressi generalmente in termini diCO 2 emessa per tonnellata di prodotto, che secondoquanto previsto dalla Decisione Comunitaria devonoessere individuati per ciascun settore o sottosettore sullabase della performance degli impianti più virtuosidal punto di vista emissivo a livello comunitario all’internodi ciascun settore o sottosettore. L’art 10-bis,comma 2 della Direttiva 2003/87/CE (come modificatadalla Direttiva 2009/29/CE) recita infatti: “Neldefinire i principi per la determinazione dei parametridi riferimento ex ante [benchmark] per i singoli settorio sottosettori, il punto di partenza è il livello medio delleprestazioni del 10 % degli impianti più efficienti diun settore o sottosettore della Comunità nel periodo2007-2008.”L’acciaioèviaggio


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Emissioni di gas serra e prevenzione dei cambiamenti climatici66Si segnalano di seguito i benchmark di principale interesseper il settore siderurgico, come riportati inAllegato I alla Decisione <strong>2011</strong>/278/CE (per eventualiapprofondimenti si segnala che per ciascuno diquesti benchmark l’Allegato I riporta tra l’altro i confinidi impianto a cui il benchmark è riferito).SIDERURGIA A CICLO INTEGRALEProdotto Un.misura BenchmarkCoke t CO 2 / t coke 0,286Sinter (agglomerato) t CO 2 / t sinter 0,171Hot metal (ghisa) t CO 2 / t hot metal 1,328SIDERURGIA A FORNO ELETTRICOProdotto Un.misura BenchmarkEAF carbon steel (acciaio comune al carbonio da forno elettrico) t CO 2 / t carbon steel 0,283EAF high alloy steel (acciaio alto legato da forno elettrico) t CO 2 / t high alloy steel 0,352Nota: i benchmark in questo caso tengono conto sia delle emissioni dirette che di quelle indirette, queste ultime dovute alla produzionedell’energia elettrica consumata nei processi di produzione dell’acciaio.ATTIVITA DI TRASFORMAZIONE DELL’ACCIAIOUn.misuraBenchmarkFuel Benchmark t CO 2 / TJ 56,1Nota: in questo caso, applicabile a forni di riscaldo, trattamento, ricottura, ecc., utilizzati nelle attività di lavorazione e trasformazionedell’acciaio, non viene individuato un benchmark di prodotto, ma un parametro riferito al consumo di combustibile fissato con riferimentoal fattore di emissione del gas naturale, considerato il combustibile commerciale più efficiente in termini di emissione di CO 2 .


Emissioni di gas serra e prevenzione dei cambiamenti climatici - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>67Nella logica della Direttiva questi parametri dovrebberopertanto essere indicativamente rappresentatividelle migliori performance attualmente raggiungibilidai relativi processi produttivi.Si sottolinea tuttavia che nel caso specifico dei benchmarkapplicabili alla produzione di acciaio a ciclointegrale, a causa della metodologia con la quale sonostati determinati, i valori sono in realtà significativamentepiù bassi delle migliori prestazioni a oggitecnicamente possibili.Infatti i valori sono stati desunti da dati teorici di letteraturae non da una raccolta dati rappresentativadelle effettive realtà impiantistiche e tecnologichepresenti sul territorio dell’UE. Inoltre il calcolo non hatenuto integralmente conto delle emissioni associatealla combustione dei gas di recupero siderurgico(cd. “waste gases”), inevitabilmente generati daiprocessi e recuperati in maniera efficiente per la produzionedi energia elettrica e calore.In aggiunta nel caso specifico della produzione diagglomerato (sinter) il benchmark è stato ricavatodalla prestazione di un singolo impianto europeocon una produzione particolare e singolare che dalpunto di vista tecnico non può essere considerata inalcun modo rappresentativa degli impianti a cui ilbenchmark verrà in realtà applicato.Per queste ragioni, ritenuto che tali determinazionisiano apertamente in contrasto con alcune disposizionidella Direttiva, Eurofer (la federazione dei produttorisiderurgici europei) a Luglio <strong>2011</strong> ha presentatoricorso alla Corte di Giustizia Europea chiedendol’annullamento della Decisione <strong>2011</strong>/278/CE.L’acciaioèamore


L’acciaioèluce


Prevenzionedell’inquinamentoatmosfericoL’industria siderurgica italiananegli ultimi 5 anni ha ridottodi circa il 40% le proprie emissionispecifiche di polveri in atmosfera.


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Prevenzione dell’inquinamento atmosferico70Le emissioni in atmosfera, in considerazione della tipologiadi processi produttivi coinvolti, sono uno degliaspetti ambientali maggiormente rilevanti per l’industriasiderurgica. La prevenzione e il contenimentodell’inquinamento atmosferico sono di conseguenzatra gli obiettivi ambientali prioritari con cui leaziende del settore si sono costantemente misuratenegli ultimi anni.A conferma di ciò, nell’ambito degli ingenti investimentiambientali stanziati dall’industria siderurgicaitaliana negli ultimi anni, la voce relativa agli interventifinalizzati alla tutela dell’aria si mantiene digran lunga la più importante.Tutte le imprese siderurgiche italiane negli ultimi annisi sono dotate delle migliori tecniche disponibili siadi carattere impiantistico che gestionale, in attuazionedella normativa comunitaria sulla prevenzione econtrollo integrato dell’inquinamento (IPPC) e inconformità ai documenti tecnici di riferimento elaboratidalla Commissione Europea. Questo consenteoggi di raggiungere elevatissime prestazioni in terminidi abbattimento delle emissioni in atmosfera,nel rispetto di limiti, fissati nell’AutorizzazioneIntegrata <strong>Ambientale</strong>, che in Italia sono tra i più stringentia livello europeo e internazionale.In alcuni casi, in contesti territoriali nei quali sonostate ritenute necessarie particolari misure di salvaguardiale Autorità competenti per l’autorizzazionesi sono spinte ad adottare limiti anche più severi,che vanno oltre le indicazioni previste a livello comunitarioo ad adottare prescrizioni di controllo piùstringenti, come ad esempio il monitoraggio in continuoper alcune tipologie di inquinanti.La recente revisione dei documenti di riferimento perl’individuazione delle migliori tecniche disponibili(“Iron and Steel BRef 2012”) e la Decisione sulleConclusioni BAT per il settore siderurgico pubblicataa marzo 2012, si spingono a prevedere livelli diprestazione associati alle BAT in alcuni casi ancorapiù ambiziosi. L’applicazione dei contenuti di questidocumenti, che dovrà avvenire nei prossimi anni aseguito del recepimento nazionale della Direttiva sulleemissioni industriali (Dir. 2010/75/UE) e nel rispettodi una congrua tempistica di adeguamento,costituirà un’ulteriore importante sfida tecnica edeconomica che le imprese già oggi si stanno preparandoad affrontare.Emissioni di polveriTra i vari inquinanti atmosferici, anche in funzionedegli obiettivi generali di miglioramento della qualitàdell’aria, le polveri e in particolare quelle cosiddette“sottili” (PM10), sono diventate oggetto negliultimi anni di sempre maggiore attenzione e considerazione.In questo contesto, le aziende siderurgiche sono datempo impegnate a minimizzare le emissioni polverosederivanti dai propri impianti e possono oggivantare importanti risultati raggiunti, sia in termini diriduzione delle concentrazioni di polveri residue alcamino, sia in termini di contenimento delle emissionidiffuse.


Prevenzione dell’inquinamento atmosferico - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>71Il grafico che riporta l’andamento indicizzato delleemissioni convogliate di polveri al camino in funzionedell’andamento della produzione, evidenzia un significativomiglioramento delle performance. Le emissionicomplessive di polveri imputabili alla siderurgiasono calate in maniera drastica negli ultimi anni, pereffetto di un fattore specifico di emissione che si è ridottodi circa il 40% negli ultimi 5 anni.Emissioni PTS della siderurgia italiana (valori indicizzati 2005 = 100)120100806040200200520062007200820092010<strong>2011</strong>ProduzioneEmissione totale PTSFonte: Elaborazione <strong>Federacciai</strong> su dati questionarioEmissioni specifiche PTS della siderurgia italiana (valori indicizzati 2005 = 100)120100806040200200520062007200820092010<strong>2011</strong>Emissione specifica PTSFonte: Elaborazione <strong>Federacciai</strong> su dati questionario


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Prevenzione dell’inquinamento atmosferico72Questi risultati sono stati raggiunti sia dagli impiantiellettrosiderurgici che da quelli a ciclo integrale principalmenteattraverso miglioramenti o installazionedi nuovi e più efficaci dispositivi di captazione, aspirazionee filtrazione, ma anche attraverso la messain opera di pratiche gestionali, di monitoraggio emanutenzione volte a garantire il mantenimento diprestazioni elevate in maniera costante nel tempo.Tutti gli interventi mirati all’abbattimento delle concentrazionidi polveri al camino e gli importanti risultatiraggiunti in questo ambito hanno inoltre contribuitoin maniera significativa anche alla minimizzazionedelle emissioni di altri inquinanti che sonocorrelati alla concentrazione di polveri come i metallipesanti (Zn, Pb,Cd, As, ecc.) e i microinquinantiorganici (inclusi diossine e furani - PCDD/F).In particolare in Regione Lombardia (che vanta lamaggior concentrazione di impianti elettrosiderurgici)questo risultato è stato possibile anche grazie auna proficua collaborazione tra le aziende, le istituzionie gli enti di controllo, che ha portato alla firmadi un protocollo di intesa e all’avvio di un percorsodi sperimentazione specifico.La sperimentazione ha portato all’approvazione edel “Manuale delle migliori pratiche per la gestionee il controllo delle emissioni atmosferiche del compartoelettrosiderurgico” (manuale BEP - BestEnvironmental Practices), il cui percorso di applicazioneè stato poi integrato all’interno dell’iter autorizzativoper il rilascio dell’AIA. In attuazione di questedisposizioni gli impianti hanno individuato emesso in opera le migliori tecniche gestionali, di monitoraggioe di manutenzione volte a garantire ilraggiungimento e il mantenimento di prestazioni elevate;inoltre il controllo in continuo di alcuni parametricorrelati alla efficienza di aspirazione o alla prestazionedei filtri consente di verificare l'insorgere disituazioni di deriva e di intervenire in maniera tempestivae mirata.Per quanto riguarda le emissioni fuggitive e diffuse,sono di assoluto rilievo inoltre i numerosi e importantiinterventi messi in atto negli ultimi anni presso glistabilimenti di produzione acciaio a ciclo integrale,sia per la minimizzazione delle emissioni fuggitivederivanti dai processi produttivi (cokeria, altoforno,acciaieria) sia per il contenimento della polverositàche può generarsi in fase di carico/scarico, trasportoo stoccaggio di materie prime quali i minerali e icarboni di granulometria più fine.Questi ultimi interventi prevedono sia sistemi di protezioneattiva (ad esempio il contenimento dell’altezzadi caduta del materiale, l’umidificazione, il trattamentodei cumuli con agenti filmanti, la razionalizzazionedei parchi e delle movimentazioni, la coperturadei nastri trasportatori, ecc.) sia misure di protezionepassiva come strutture di barrieramento a protezionedi punti sensibili. Gli interventi messi in atto,unitamente all’istallazione di sistemi di monitoraggio,hanno consentito di ridurre drasticamente negliultimi anni l’indice di polverosità nelle aree dei parchiprimari.Emissioni di ossidi di azotoTra gli altri inquinanti che sono generalmente consideratinell’ambito del monitoraggio della qualità dell’ariameritano attenzione gli ossidi di azoto (NOx),che si generano inevitabilmente in qualunque processodi combustione ad alta temperatura e le cuifonti di emissione principali sono le centrali termoelettriche,i motori a scoppio e sostanzialmente tuttigli impianti termici.Le elevate efficienze energetiche raggiunte dagli impiantidi produzione e trasformazione dell’acciaiounitamente all’impiego di nuovi e più efficienti bruciatori,si riflette anche nel contenimento delle emissionidi NOx.I grafici seguenti relativi al periodo 2005-<strong>2011</strong> evidenzianonon solo la riduzione delle emissioni diNOx in termini assoluti, ma anche un significativomiglioramento dell’emissione specifica che risultascesa di oltre il 20%.


Prevenzione dell’inquinamento atmosferico - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>73Si precisa che il grafico, realizzato in base a uncampione di impianti di produzione acciaio chehanno risposto al questionario, comprende anche leemissioni attribuibili alle attività di trasformazione(es. laminazione a caldo) collegate alle acciaierie.Emissioni NOx dell’industria siderurgica italiana (valori indicizzati 2005 = 100)120100806040200Fonte: Elaborazione <strong>Federacciai</strong> su dati questionarioEmissioni specifiche NOx dell’industria siderurgica italiana (valori indicizzati 2005 = 100)120100806040200200520062007200820092010<strong>2011</strong>200520062007200820092010<strong>2011</strong>ProduzioneEmissione totale NOxEmissione specifica NOxFonte: Elaborazione <strong>Federacciai</strong> su dati questionario


L’acciaioèfuturo


Tuteladella risorsaidricaI consumi specifici d’acquaper usi industriali delle acciaierieitaliane si sono complessivamente ridottidel 14% dal 2005 a oggi.


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Tutela della risorsa idrica76La risorsa idrica ha un grande valore nel ciclo produttivodell’acciaio per il suo impiego nel raffreddamentodei macchinari e nel raffreddamento/condizionamentodi materie prime, prodotti della lavorazionee materiali di scarto.Il ciclo di lavorazione non necessita, però, di acquedi qualità elevata e i prelievi dagli acquedotti sonomolto limitati e circoscritti essenzialmente agli usi civili.Va inoltre considerato che una parte dell’acqua prelevata,impiegata quale fluido freddo negli scambiatoritermici (raffreddamento indiretto), viene restituitaall’ambiente senza avere subito di fatto nessuna contaminazione.L’altra acqua utilizzata nei siti, viene rilasciata nell’ambientein forma di vapore (la maggior parte dei cosiddetti“fumi” delle acciaierie non sono altro che vaporeacqueo) oppure avviata allo scarico, dopo gli opportunitrattamenti chimico-fisici. In una misura molto ridottaaccompagna fanghi e altri materiali di risulta.La scelta delle fonti di approvvigionamento e dellemigliori soluzioni tecniche per i sistemi di raffreddamentoè influenzata in modo significativo dalla localizzazionee dalle condizioni climatiche dei siti.I grafici seguenti mostrano, sulla base del campionedi impianti del questionario di <strong>Federacciai</strong>, la distribuzionepercentuali delle fonti di prelievo, sia con riferimentoalla produzione di acciaio con processo aciclo integrale che a forno elettrico:• gli impianti a ciclo integrale, situati in zone costiere,attingono soprattutto dal mare le acque impiegateper il raffreddamento indiretto degli impianti;• gli impianti a forno elettrico, tipicamente situati inzone interne del territorio, impiegano acque prelevateprincipalmente dai corpi idrici superficiali.L’acciaioèpace


Tutela della risorsa idrica - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>77Ripartizione percentuale delle fonti di approvvigionamento idrico (anno <strong>2011</strong>)Ciclo integraleForno elettricoMare96,2%Corpi idricisuperficiali89,0%Corpi idricisuperficiali2,1%Falda1,5% Acquedotto0,2%Falda10,5%Acquedotto0,5%Fonte: Elaborazione <strong>Federacciai</strong> su dati questionarioCome evidenziato dai grafici, tra il 2005 e il <strong>2011</strong>,per effetto del continuo ammodernamento degli stabilimenti,con il ricorso ai più moderni ed efficienti sistemidi raffreddamento, che prevedono, tra gli altri,l’impiego di impianti di trattamento a ricircolo el’uso di sistemi di raffreddamento in cascata, si è registratain termini assoluti una riduzione dei prelieviidrici del 15% a fronte di un calo della produzionedel 2%.


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Tutela della risorsa idrica78Se si osserva l’andamento dei prelievi in termini specificiper unità di prodotto si può notare come nel2009, per effetto della crisi economica che ha drasticamenteridotto le produzioni costringendo gli impiantia marciare in modo discontinuo, anche l’efficienzacomplessiva dei sistemi di raffreddamento siacomplessivamente peggiorata, per poi tornare a livellipre-crisi con la ripresa delle produzioni nel2010 e <strong>2011</strong>.Complessivamente dal 2005 al <strong>2011</strong> il grafico evidenziauna riduzione del 14% dei prelievi idrici specificiper unità di prodotto.Prelievi di acqua dal 2005 al <strong>2011</strong> (valori indicizzati, 2005 = 100)120100806040200200520062007200820092010<strong>2011</strong>Produzione acciaioPrelievi totali di acquaFonte: Elaborazione <strong>Federacciai</strong> su dati questionarioL’acciaioèprotezione


Tutela della risorsa idrica - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>79Prelievi specifici di acqua dal 2005 al <strong>2011</strong> (valori indicizzati, 2005 = 100)140120100806040200200520062007200820092010<strong>2011</strong>Prelievi specifici di acquaFonte: Elaborazione <strong>Federacciai</strong> su dati questionarioIl ricorso al reimpiego delle acque prelevate, con impiantiche raggiungono livelli di recupero fino al98%, rappresenta una prassi consolidata per il settoresiderurgico.Data l’importanza che le risorse idriche andranno semprepiù assumendo negli scenari ambientali futuri (cambiamenticlimatici e possibili fenomeni di desertificazione),la ricerca e l’imprenditoria dovranno continuare illoro impegno nell’implementare soluzioni tecniche e gestionaliche permettano un’ulteriore riduzione dei fabbisogniidrici nella siderurgia attraverso:- il recupero dei vapori rilasciati in atmosfera (spegnimentocoke e loppa, raffreddamento secondariocolata continua, ecc.);- l’impiego spinto dell’utilizzo in cascata da un impiantoa un altro;- l’ottimizzazione continua dei fabbisogni effettividei singoli processi/impianti.


L’acciaioèequilibrio


Gestionedei residuiCirca il 70% di tutti i rifiuti generati daiprocessi siderurgici sono avviatia recupero per ricavarne nuove materieprime o prodotti.


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Gestione dei residui82PRODUZIONE E DESTINAZIONE DEI RESIDUINel corso della produzione dell’acciaio, sia a ciclo integraleche a forno elettrico, vengono originate quantitàrilevanti di residui e di scarti di lavorazione, così comeavviene normalmente in ogni processo industriale.Nel caso dell’industria siderurgica, in funzione dellecaratteristiche fisiche e della composizione chimicache possiedono, la maggior parte di tali materialipuò essere valorizzata utilizzandola o direttamenteall’interno dello stesso processo o in altri ambiti industriali.Tenendo conto di ciò, in Italia l’industria dell’acciaioè da sempre impegnata a ottimizzare la gestione deipropri residui per i vantaggi che ne derivano sia dinatura ambientale che economica, attuando in particolarel’approccio gerarchico sancito dalla normativacomunitaria e nazionale in materia: prevenire eminimizzare la produzione di rifiuti (dove possibile),e privilegiare allo smaltimento finale tutte le soluzionidi riutilizzo, riciclaggio e recupero.I dati relativi all’andamento nel tempo della produzionecomplessiva di rifiuti, sulla base del campionedi impianti di produzione acciaio risultante dalle risposteal questionario, evidenziano come negli ultimianni si registri un calo di circa il 20% dei rifiuti generatiper unità di prodotto. Questo indicatore, qualorasi confermasse e consolidasse nel tempo, costituirebbeun dato molto significativo con riferimentoall’obiettivo prioritario di prevenzione e minimizzazionedella generazione di rifiuti.Produzione totale di rifiuti dal 2005 al <strong>2011</strong> (valori indicizzati, 2005 = 100)120100806040200200520062007200820092010<strong>2011</strong>Produzione acciaioProduzioni rifiutiFonte: Elaborazione <strong>Federacciai</strong> su dati questionario


Gestione dei residui - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>83Produzione specifica di rifiuti dal 2005 al <strong>2011</strong> (valori indicizzati, 2005 = 100)120100806040200200520062007200820092010<strong>2011</strong>Produzione specifica rifiutiFonte: Elaborazione <strong>Federacciai</strong> su dati questionarioPer quanto riguarda invece la destinazione dei rifiuti,in base ai dati raccolti negli ultimi anni, mediamenteil 70% dei rifiuti che sono generati dai processidi produzione dell’acciaio è avviato a operazionidi recupero e solo il restante 30% è ancora destinatoa smaltimento.I grafici di seguito riportano le percentuali di destinazionedei rifiuti registrate nell’anno <strong>2011</strong> elaboratesulla base del campione di impianti risultante delquestionario di <strong>Federacciai</strong>.Si sottolinea in particolare, nel caso del ciclo integrale,come la percentuale di rifiuti avviata a operazioni direcupero raggiunga e superi il 90% nel <strong>2011</strong>.Nella lettura e interpretazione dei grafici presentatiin queste pagine, occorre sottolineare che i dati riguardanosolo quanto viene classificato come “rifiuto”(con relativa assegnazione del codice CER), manon comprendono i riutilizzi/recuperi interni o laproduzione di sottoprodotti, che concorrono invecealla riduzione della produzione di rifiuti.Destinazione dei rifiuti totali prodotti (Anno <strong>2011</strong>)Avviati a recupero68%Avviati a smaltimento32%Fonte: Elaborazione <strong>Federacciai</strong> su dati questionario


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Gestione dei residui84Destinazione dei rifiuti prodotti (Anno <strong>2011</strong>)Ciclo integraleForno elettricoAvviati a recupero92%Avviati a recupero56%Avviati a smaltimento8%Avviati a smaltimento44%Fonte: Elaborazione <strong>Federacciai</strong> su dati questionarioRifiuti totali prodotti avviati a smaltimento dal 2005 al <strong>2011</strong> (valori indicizzati, 2005=100)120100806040200200520062007200820092010<strong>2011</strong>Produzione acciaioRifiuti avviati a smaltimentoFonte: Elaborazione <strong>Federacciai</strong> su dati questionarioTra i principali residui dei processi siderurgici, aventicaratteristiche idonee per una loro valorizzazionee reimpiego in diverse applicazioni, meritano particolareattenzione le scorie siderurgiche (loppa d’altoforno,scoria da convertitore, scorie da forno elettrico)a cui è dedicato integralmente il seguente capitolodel presente <strong>Rapporto</strong>.Significativo è anche il caso delle polveri, che derivanodal processo di trattamento dei fumi, rifiuti chesono in massima parte avviati a processi di recuperodello zinco o altri metalli. In particolare è da sottolinearecome, nel caso delle polveri derivanti dalleacciaierie a forno elettrico italiane, la percentualeavviata a tali processi di recupero si avvicinial 90%.Tra gli altri esempi di valorizzazione dei residui


Gestione dei residui - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>85derivanti dai processi siderurgici, già in alcuni casiattuati, ma che potrebbero trovare ulteriore sviluppoin futuro, si possono citare l’impiego della scaglie dilaminazione (ossido di ferro) in diverse applicazionio la rigenerazione dell’acido cloridrico esausto derivantedal processo di decapaggio.LA VALORIZZAZIONE DEGLI AGGREGATIARTIFICIALI SIDERURGICIdi processi produttivi controllati, attingendo alle miglioritecnologie disponibili e al più avanzato knowhowpresente sul mercato, è infatti possibile ottenereaggregati conformi alle esigenze del mondo delle costruzioniedili e stradali, materiali che possono sostituirein parte o totalmente i prodotti tradizionali.Se si considerano i dati e le esperienze disponibili alivello europeo e in tutti i principali Paesi avanzatidel mondo, emerge che l’utilizzo degli aggregati diorigine siderurgica, aventi caratteristiche idonee peruna loro valorizzazione e reimpiego nella realizzazionedi nuovi prodotti e manufatti, rappresenta ormaiuna prassi consolidata in risposta alla necessitàe allo stimolo di realizzare un modello di svilupposostenibile, fondato sulla riduzione del consumo dirisorse naturali e sulla minimizzazione della produzionedi rifiuti.I residui che originano dai processi di produzionedell’acciaio, quali la loppa di altoforno, la scoria daconvertitore, le scorie da forno elettrico, in possessodelle caratteristiche idonee, se opportunamente gestitirappresentano oggi sempre più un’ottima risorsasostitutiva o complementare dei prodotti derivantidalle risorse naturali.A partire da questi residui, grazie alla messa a puntoDa queste considerazioni ne deriva che l’impiegodegli aggregati di origine siderurgica, materiali similia quelli naturali, deve essere sempre più sostenutoe incentivato attraverso politiche adeguate eun’ampia collaborazione tra imprese, enti e istituzionicompetenti finalizzata a risolvere le incertezze diPer tali ragioni <strong>Federacciai</strong>, con la collaborazionedegli esperti tecnici delle acciaierie, ha realizzatoun documento che affronta in dettaglio il tema dellavalorizzazione degli aggregati di origine siderurgica.Il documento, disponibile sul sito web di<strong>Federacciai</strong>, intende fornire a tutti i soggetti interessati(imprese, enti, istituzioni) un quadro di riferimentosintetico sulla materia, anche alla luce dei più recentisviluppi della normativa Comunitaria eNazionale, presentando in termini illustrativi le diversetipologie e le principali caratteristiche qualitativee quantitative delle scorie siderurgiche da cui si originanoaggregati artificiali, evidenziando i vantaggiderivanti da un loro utilizzo sostenibile, in piena rispondenzaalle norme tecniche dei settori utilizzatorie nel più rigoroso rispetto della normativa a tuteladella salute dell’uomo e dell’ambiente.


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Gestione dei residui86Le novità normative a supporto dell’utilizzodi aggregati di origine siderurgicaLe nuove nozioni di “sottoprodotto” e di “end of waste”,introdotte dalla Direttiva CE 98/2008 e recepitein Italia nel Codice <strong>Ambientale</strong>, evidenziano inmaniera chiara il più recente orientamento della disciplinacomunitaria, inteso a limitare a certe condizionil’ambito di applicabilità della nozione di “rifiuto”,nel più ampio contesto della realizzazione della“società del recupero e del riciclo”, che costituisceuno degli obiettivi strategici primari dell’UnioneEuropea in tema di sostenibilità.Mentre in passato, anche a livello giurisprudenziale,la tendenza era quella di ampliare il più possibile lanozione di rifiuto, oggi si è fatta strada la tendenzaopposta che porta a escludere dal novero dei rifiutiuna serie di sostanze o materiali che originano comeresidui di attività industriali e che possono essere valorizzatie impiegati come veri e propri prodotti.Nel caso delle scorie siderurgiche questa tendenzaè testimoniata anche dall’ampio spazio dedicato allaloro valorizzazione e alle tecniche di preparazioneper il loro utilizzo illustrate nel BRef, il documentotecnico di riferimento a livello comunitario che individuae descrive per ogni settore industriale le miglioritecniche disponibili in campo ambientale (BAT-Best Available Techniques).Inoltre, l’avvenuta registrazione presso l’AgenziaEuropea delle sostanze chimiche (ECHA) delle diversetipologie di scorie siderurgiche, ai sensi del REA-CH, Regolamento che si applica a sostanze, preparatie articoli immessi sul mercato, ma non ai rifiuti,costituisce un chiaro impulso verso l’attribuzione allescorie siderurgiche della qualifica di prodotto, oltrea fornire una approfondita conoscenza delle loroproprietà chimico-fisiche e del loro impatto sulla salutee sull’ambiente in modo da renderne idoneo econsapevole l’impiego.I test e le prove di laboratorio, a cui sono state sottopostele scorie siderurgiche per la preparazionedel dossier di registrazione REACH, hanno confermatola loro somiglianza alle rocce naturali, trattandosidi un materiale composto prevalentemente dacalcio, silice e ossigeno, e il <strong>Rapporto</strong> sulla sicurezzachimica (CSR) ha posto in evidenza che la scoriasiderurgica non presenta caratteristiche di pericolosità,ai sensi del Sistema Globalizzato diClassificazione ed Etichettatura delle SostanzeChimiche (GHS).Gli utilizzi degli aggregati di originesiderurgicaLa scarsità di inerti naturali nelle zone dei cantieri, adesempio stradali, e la conseguente necessità di utilizzarecave geograficamente sempre più distanti hannoportato gli operatori a considerare l’uso di materialialternativi allo scopo di contrastare l’eccessivo allungamentodella catena di approvvigionamento e i relativirisvolti economici e ambientali. Tale indagine haevidenziato come gli aggregati che si originano dallescorie siderurgiche rappresentano una valida alternativaagli inerti naturali, e rispondono pienamente ai requisititecnici richiesti nei capitolati.In base alle varie esperienze l’impiego di questa tipologiadi aggregati artificiali non richiede infattiaccorgimenti specifici o adattamenti da parte delletradizionali tecniche costruttive.I risultati consolidati derivanti dall’utilizzo di aggregatidi origine siderurgica sono molti, e alcuni tra ipiù interessanti, che pongono tali materiali tra gli aggregatisintetici più prestazionali, sono:- riduzione dello sfruttamento delle risorse naturali edel ricorso ad attività impattanti sul territorio qualile cave per l’estrazione di inerti;- creazione di fonti prossime di approvvigionamentodi materia prima, con riduzione del trasporto sugomma e quindi inquinamento;- risparmio energetico e riduzione delle emissioni diCO 2 in quanto si evita di estrarre, lavorare e tra-


Gestione dei residui - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>87sportare materiali di origine naturale;- costanza nelle caratteristiche chimico-fisiche e meccanicheconseguenti ai processi produttivi dell’acciaioben definiti e standardizzati.Grazie all’impegno tecnologico ed economico spesi,le aziende siderurgiche sono oggi in grado di offriremateriali derivanti dalle proprie scorie, in gradodi rispondere alle pertinenti specifiche tecniche disettore, operando nel rispetto della normativa a tuteladella salute umana e dell’ambiente.L’aggregato ottenuto dalla lavorazione della scoria siderurgicaè un materiale meccanicamente comparabilea un aggregato naturale inerte, per cui rappresentaun’alternativa alle sabbie o ghiaie in diverse applicazioni(aggregato per calcestruzzi o miscele bituminose,materiale con cui si costruiscono i sottofondi stradalio le massicciate ferroviarie), e viene commercializzatocon l’apposita Marcatura CE, in quanto rispondentealle Norme tecniche di riferimento:- EN 12620 “Aggregati per calcestruzzo”, recepitacome UNI EN 12620;- EN 13242 “Aggregati per materiali non legati e legaticon leganti idraulici per l’impiego in opere diingegneria civile e nella costruzione delle strade”,recepita come UNI EN 13242;- EN 13450 “Aggregati per massicciate per ferrovie”,recepita come UNI EN 13450;- EN 13043 “Aggregati per miscele bituminose etrattamenti superficiali per strade, aeroporti e altrearee soggette a traffico”, recepita come UNI EN13043.La produzione e l’utilizzo di scoriesiderurgiche in italiaNell’ambito della realizzazione del documento sullavalorizzazione degli aggregati di origine siderurgica,<strong>Federacciai</strong> ha svolto un’indagine conoscitivamediante un apposito questionario, raccogliendoper il triennio 2008-2010 i dati relativi alla produzionedi scoria siderurgica e ai principali ambiti diutilizzo degli aggregati da essa originati.Nel caso della produzione di acciaio dal ciclo a fornoelettrico (EAF) si originano essenzialmente 3 tipologiedi scoria:- scoria da forno elettrico dalla produzione di acciaioal carbonio (Electric Arc Furnace Slag –Carbon steel – EAF-C);- scoria da forno elettrico dalla produzione di acciaioinossidabile/altolegato (Electric Arc FurnaceSlag – Stainless/high alloy steel – EAF-S);- altra scoria da metallurgia secondaria(Steelmaking slag – SMS).Se si analizzano in modo aggregato i dati raccolti relativial periodo 2008-2010, si rileva una produzionemedia di scoria da forno elettrico di oltre 3 milionidi tonnellate annue, di cui oltre il 75% viene utilizzatain opere di ingegneria civile, evitando il ricorso allosmaltimento.


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Gestione dei residui88Dai dati relativi al 2010, ultima rilevazione disponibile,la scoria che proviene dal ciclo a forno elettrico,e non avviata a smaltimento, è stata utilizzata soprattuttoper la realizzazione dei sottofondi stradali(38%) e dei conglomerati cementizi (28%), mentre laresidua quantità ha trovato impiego soprattutto perla realizzazione di conglomerati bituminosi (13%) edi rilevati stradali (13%).Utilizzo della scoria da ciclo a forno elettrico 2010, dati aggregatiRiutilizzo interno3%Sottofondi stradali38%Rilevati stradali13%Conglomerati bituminosi13%Conglomerati cementizi28%Produzione cemento2%Recuperi ambientali3%Fonte: Elaborazione <strong>Federacciai</strong> su dati questionarioOsservando i principali ambiti di utilizzo nel corsodell’anno 2010 per ciascuna tipologia di scoria, si ricavache la scoria EAF-C, derivante dal ciclo a fornoelettrico per la produzione di acciaio al carbonio eidonea a ottenere aggregati, viene utilizzata principalmenteper la realizzazione di sottofondi stradali(44%) e conglomerati cementizi (27%), mentre laquantità residuale è destinata alla fabbricazione di rilevatistradali (15%) e conglomerati bituminosi (11%).Da sottolineare come questa tipologia di scoria raggiungapercentuali di utilizzo pari al 90% e solo in minimaparte venga destinata allo smaltimento.Utilizzo della scoria EAF-C 2010Recuperi ambientali3%Sottofondi stradali44%Conglomerati bituminosi11%Conglomerati cementizi27%Rilevati stradali15%Fonte: Elaborazione <strong>Federacciai</strong> su dati questionario


Gestione dei residui - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>89Differenti sono le percentuali di utilizzo della scoriaEAF-S da forno elettrico per la produzione di acciaioinossidabile/altolegato. In questo caso, l’utilizzoprincipale della scoria non inviata a smaltimento èper la realizzazione di conglomerati bituminosi(53%), mentre le restanti quantità sono destinate aiconglomerati cementizi (29%) e alla produzione dicemento (13%).Utilizzo della scoria EAF-S 2010Recuperi ambientali1%Sottofondi stradali4%Conglomerati bituminosi53%Produzione cemento13%Conglomerati cementizi29%Fonte: Elaborazione <strong>Federacciai</strong> su dati questionarioNel caso infine della scoria da metallurgia secondariaderivante dal ciclo a forno elettrico e avente lecaratteristiche adatte a essere utilizzata, le maggioriquantità impiegate nel settore delle costruzioni sonodestinate alla produzione di conglomerati cementizi(33%) e sottofondi stradali (18%). Sfruttando inoltreil suo contenuto di ossido di calcio di alta qualità,una buona parte di questa tipologia di scoria (30%)viene utilizzata in forno in sostituzione della calce,con un ulteriore risparmio di risorse naturali.Utilizzo della scoria SMS da EAF-S 2010Riutilizzo interno30%Sottofondi stradali18%Produzione cemento9%Recuperi ambientali3%Rilevati stradali2%Conglomerati cementizi33%Conglomerati bituminosi5%Fonte: Elaborazione <strong>Federacciai</strong> su dati questionario


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Gestione dei residui90Il ciclo integrale per la produzione di acciaio generaessenzialmente 4 tipologie di scorie siderurgiche:- scoria da altoforno granulata (Granulated Blast furnaceSlag – GBS);- scoria da altoforno raffreddata ad aria (Air-cooledBlast furnace Slag – ABS);- scoria da convertitore a ossigeno (Basic Oxygenfurnace Slag – BOS);- altra scoria da metallurgia secondaria (Steelmakingslag – SMS).Considerando in modo aggregato i dati raccolti relativial triennio 2008-2010, si ha una produzione mediadi scoria da ciclo integrale di ben oltre 3 milionie mezzo di tonnellate all’anno, con un massimo nel2008 di oltre 4 milioni e mezzo di tonnellate, che vieneassorbita quasi completamente dal settore dellecostruzioni; meno dell’1% viene inviato a smaltimento.Utilizzo della scoria da ciclo integrale 2010, dati aggregatiRecuperi ambientali8%Riutilizzo interno6%Rilevati stradali19%Produzione cemento67%Fonte: Elaborazione <strong>Federacciai</strong> su dati questionarioLa maggior parte della scoria derivante dal ciclo integraleviene generata dall’altoforno nel corso delprocesso di produzione della ghisa, viene comunementechiamata loppa da altoforno e rientra da tempotra i materiali classificabili come “sottoprodotto”.La loppa granulata da altoforno (GBS) è quasitotalmente utilizzata per la produzione di cemento.Per quanto riguarda invece la scoria che viene prodottadal convertitore a ossigeno (BOS) i dati 2010evidenziano che il principale utilizzo è la formazionedi rilevati stradali.Utilizzo della scoria BOS 2010Riutilizzo interno20%Rilevati stradali80%Fonte: Elaborazione <strong>Federacciai</strong> su dati questionario


Gestione dei residui - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>91


L’acciaioèsfida


RisorseenergeticheI consumi energetici per tonnellatadi acciaio prodotto in Italia si sonoridotti di circa il 20% dal 1990a oggi. La siderurgia italiana si collocaai primi posti tra i grandi produttorieuropei per l’efficienza energeticacomplessiva.


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Risorse energetiche94La produzione siderurgica si caratterizza per unaelevata incidenza dei costi energetici sul totale deicosti di trasformazione. Tale aspetto è di particolarerilievo in Italia dove, a causa della dipendenza energeticadai Paesi esteri, del mix produttivo di energiaelettrica e degli elevati oneri sulle bollette energetiche,le aziende pagano prezzi di approvvigionamentopiù alti rispetto ai principali competitors europeie internazionali.L’efficienza energetica dei processi costituisce pertantoun fattore determinate per la competitività dellasiderurgia italiana.Un importante strumento di valutazione dei risultatiraggiunti nell’efficienza energetica può essere fornitodagli indicatori energetici del database ODYSSEE– Energy Efficiency Indicators, nell’ambito del progettoIEE (Intelligent Energy Europe) della CommissioneEuropea.In base a questi dati dal 1990 a oggi la siderurgiaitaliana, grazie alla continua innovazione dei propriimpianti e all’introduzione di sistemi di gestioneenergetica sempre più efficienti, ha ridotto i propriconsumi di energia per tonnellata di acciaio prodottodi circa il 20%.Efficienza energetica della siderurgia italiana dal 1990 al 2009toe/tsteel0,40,30,20,1019901995200020052009toe = tonnellata equivalente di petrolioFonte: Odyssee Database


Risorse energetiche - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>95Particolarmente interessante è l’analisi dell’andamentodel consumo energetico unitario della siderurgia,espresso in tonnellate equivalenti di petrolio per tonnellatadi acciaio prodotto, nei diversi Paesi Europei.Nella valutazione di questo indicatore è necessariotenere conto sia dell’efficienza energetica propriamentedetta (uso delle tecnologie e gestione energetica)che della ripartizione della produzione tra i duecicli produttivi (ciclo integrale e forno elettrico).Nel confronto con i principali Paesi produttori d’acciaioeuropei, l’Italia si colloca ai primi posti perl’efficienza energetica complessiva, presentando untrend decrescente in linea con la media europea.Se si analizzano i dati considerando la ripartizionetra i due cicli produttivi dell’acciaio (ciclo integrale eforno elettrico), di particolare interesse è il raffrontotra l’Italia e la Spagna, due tra i maggiori produttorieuropei di acciaio da forno elettrico. Nonostante laSpagna si caratterizzi per un mix produttivo decisamentepiù spostato verso il ciclo a forno elettrico (circal’80% della produzione totale, contro il 60%dell’Italia) la siderurgia italiana fa registrare consumispecifici più bassi.Efficienza energetica della siderurgia - Confronto europeo dal 1990 al 2009toe/tsteel0,50,450,40,350,30,250,2199019911992199319941995199619971998199920002001200220032004200520062007200820092010UKGermaniaEU15FranciaSpagnaItaliatoe = tonnellata equivalente di petrolioFonte: Odyssee Database


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Risorse energetiche96Importanti, in termini di efficienza energetica, sono irisultati ottenuti con il recupero dei gas siderurgiciderivanti dalla cokeria, dall’altoforno e dall’acciaieria.Nel <strong>2011</strong>, è stato riutilizzato l’83% dei gas di recupero,impiegato per usi energetici interni al ciclo oper la produzione di energia elettrica.Recupero energetico dei gas siderurgici (anno <strong>2011</strong>)Residui13.946.954 GJ17%Riutilizzato internamente23.312.052 GJ29%Produzione energia elettrica44.279.939 GJ54%Fonte: Elaborazione <strong>Federacciai</strong> da questionarioConsumi energetici dell’industriasiderurgica italianaCon una quota pari al 13% dei consumi di energiaelettrica e gas naturale del totale dell’industria italiana,la siderurgia rappresenta il principale consumatoredi energia dell’industria manifatturiera di base.Dopo un periodo di progressiva riduzione dei consumispecifici di energia elettrica, nel 2008 e nel2009, per effetto della crisi economica che ha costrettogli impianti a lavorare con discontinuità e inmodo non ottimizzato, si è registrato un peggioramentodei dati di consumo specifico. Nel 2010, comeconseguenza del ripristino delle condizioni produttivepiù stabili, il consumo specifico è tornato ascendere su valori più rappresentativi del settore.Consumo specifico di energia elettrica nell’industria siderurgica dal 2003 al 2010MWh/t. acciaio1,000,900,800,700,600,500,4020032004200520062007200820092010Consumo specifico Energia ElettricaFonte: Terna


Risorse energetiche - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>97GWh25.000Consumo di energia elettrica nell’industria siderurgica dal 2003 al 2010M. t.acciaio3420.0002615.0001810.0001020032004200520062007200820092010Produzione acciaioConsumo Energia ElettricaFonte: TernaI consumi specifici di gas naturale, nonostante il peggioramentodelle prestazioni verificatosi nel 2008 e2009 da attribuire al funzionamento non ottimaledegli impianti indotto dalla crisi economica, tra il2003 e il 2010 si riducono complessivamente del7%, a dimostrazione dei buoni risultati ottenuti congli investimenti intrapresi per il potenziamento el’ammodernamento degli impianti.Consumo specifico di gas naturale nell’industria siderurgica dal 2003 al 2010m 3 /t. acciaio110100908070605020032004200520062007200820092010Consumo specifico Gas NaturaleFonte: Ministero dello Sviluppo economico


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Risorse energetiche98Consumo di gas naturale nell’industria siderurgica dal 2003 al 2010Milioni di m 3 M. t.acciaio3.100342.400261.700181.0001020032004200520062007200820092010Produzione acciaioConsumo Gas naturaleFonte: Ministero dello Sviluppo economicoL’acciaioèsimpatia


Risorse energetiche - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>99


RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>100SUPERVISIONE E COORDINAMENTODirezione <strong>Federacciai</strong>REDAZIONEArea Tecnica <strong>Federacciai</strong>PROGETTO GRAFICOFranco GaffuriSTAMPAPrografSi ringraziano le Aziende associate che hanno contribuito alla realizzazione del <strong>Rapporto</strong> <strong>Ambientale</strong>

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