RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong> - Acciaio e sviluppo sostenibile32Periodico dell’associazioneFebbraio 2012 - numero 1IN QUESTO NUMERO• Il “set-aside” delle quote di CO 2nella direttiva sull’efficienza energetica:una proposta fuori luogo e fuori tema• EUROFER Press Statement• Accordi di libero scambio con India e Ucraina:l’UE a testa alta nella lotta alle restrizioniall’esportazione di materie primeACCIAIO:LIBERO SCAMBIOIl “set-aside” delle quote di CO 2 nella direttivasull’efficienza energetica: una proposta fuori luogoe fuori temaIl prossimo 28 Febbraio, la Commissione Industria,Ricerca ed Energia (ITRE) del Parlamento Europeosarà chiamata a esprimere un parere sulla propostadi direttiva in materia di efficienza energetica elaboratadalla Commissione Europea. Tra le propostedi emendamenti che saranno sottoposti a votazionedesta particolare stupore e preoccupazione quellarelativa al cosiddetto “set-aside” delle quote di CO 2dello schema di Emissions Trading (ETS – EmissionsTrading Scheme).Questa proposta, inclusa nella direttiva sull’efficienzaenergetica, non è però in realtà diretta amisure di efficienza, bensì interviene direttamentesulle disposizioni di un'altra direttiva, la2003/87/CE, relativa all’ Emissions Trading. Vieneinfatti previsto l’accantonamento (“set aside”) diun numero significativo di quote di CO 2 attualmentecalcolate per il terzo periodo dello schemaETS comunitario (2013-2020), sottraendoleall’ammontare destinato alle aste gestite dagli Statimembri, con l’obiettivo dichiarato di aumentareartificiosamente il prezzo della quota di CO 2, giudicatoattualmente troppo basso. L’ammontare diquote da sottrarre al mercato sarebbe indicativamentepari alle quote in eccedenza alla fine delsecondo periodo ETS, surplus che si è venuto acreare per effetto della crisi economica e dellaconseguente riduzione delle produzioni e delleemissioni registrate negli ultimi anni.Questa proposta è fortemente criticabile sia nel metodoche nel merito, perché in evidente contrastocon i principi su cui si fonda lo schema di EmissionsTrading europeo, e addirittura controproducente rispettoagli stessi obiettivi di contrasto globale alcambiamento climatico.Vediamo in sintesi quali sono le principali criticitàper le quali è opportuno che il Parlamento Europeoeffettui una attenta valutazione respingendo l’introduzionedel meccanismo del set aside: Prima pagina Newsletter <strong>Federacciai</strong> - Febbraio 2012
Acciaio e sviluppo sostenibile - RAPPORTO AMBIENTALE <strong>2011</strong>33Il dialogo con gli stakeholder: un’indaginenazionaleL’industria siderurgica italiana, come più volte sottolineato,ha compiuto e sta compiendo, ormai da diversianni, un grande e costante sforzo per abbatterel’impatto ambientale che, inevitabilmente, ogniproduzione “pesante” comporta.Lo ha fatto investendo nelle tecnologie più avanzateoggi disponibili, e i buoni risultati sono concretamentepalpabili e misurabili.Ma, si è chiesta l’industria, le comunità, la collettività hannola percezione di questo impegno? E cosa si può fareper darne una maggiore e tempestiva comunicazione?Da qui è nata l’idea di realizzare, affidandola a un enteterzo e professionalmente deputato e specializzato,un’indagine presso un campione statisticamente rappresentativodell’intera popolazione italiana.Ma non solo. Perché <strong>Federacciai</strong> ha voluto cogliere, attraversoquesta ricerca, l’opportunità di un vero e proprioconfronto con la collettività, sondando sì la percezionedegli italiani nei confronti dell’industria siderurgicaper quanto attiene alla materia ambientale, ma, piùin generale, la loro opinione su molteplici aspetti legatianche all’essenza stessa dell’acciaio, dei suoi utilizzi,e così via. Parliamo di confronto perché la ricerca nonmirava soltanto a raccogliere giudizi, ma anche suggerimenti,critiche, aspettative, ecc..La ricerca, pertanto, condotta dall’ISPO delProfessor Renato Mannheimer, nella primavera2010, non voleva semplicemente “fotografare”, comesi dice, una situazione, ma si poneva l’obiettivodi offrire al comparto siderurgico uno strumento criticosulla base del quale meglio orientare le propriepolitiche di sviluppo, compenetrando maggiormentegli interessi imprenditoriali e i legittimi interessi dellacollettività.Senza retorica, diciamo che la ricerca si poneva l’obiettivo,nel rispetto dei propri limiti oggettivi e delleproprie dimensioni, di dare un contributo a favore diun condiviso progetto di sviluppo sostenibile.I criteri e la metodologia dell’indagineAl fine di ottenere un quadro il più ampio e completopossibile sull’oggetto della ricerca (la reputazione el’immagine del comparto siderurgico) e poterne analizzarele diverse sfaccettature e percezioni esistenti,lo studio è stato svolto in 3 moduli, ciascuno dedicatoa un target differente:Fase A – Lo studio reputazionale qualitativo provinciale24 interviste nelle 6 province individuate come strategicheper il comparto (Trieste, Vicenza, Bergamo,Brescia, Livorno – Piombino e Taranto). Sono stati intervistatigiornalisti economici, accademici e docenti,sindacalisti ed esponenti di associazioni per i consumatorio associazioni ambientaliste, esponenti delleamministrazioni locali.Fase B – Lo studio reputazionale quantitativo pressotestimoni privilegiati100 top opinion a livello nazionale (appartenenti almondo aziendale – circa il 40% –, ai media, alla PAed Enti locali, associazioni – ambientaliste, di consumatori,consorzi – e sindacati, accademici e professionisti).Fase C – Lo studio reputazionale quantitativo pressola popolazione800 cittadini maggiorenni, a livello nazionale.I risultati dell’indagine in sintesiLa ricerca è interamente consultabile sul sito dellaFederazione, ma, per comodità, si indicano qui, inestrema sintesi, i risultati.I tre studi realizzati hanno restituito una percezionedi un comparto siderurgico che a oggi fa i conti con:• un’immagine solida, per quanto anche piuttostoambivalente e con importanti questioni da affrontaree in qualche modo risolvere;