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l. SPallutO - P. Pieri - l. SabatO - M. trOPeanO: Revisione stratigrafica delle unità quaternari...ed in base a considerazioni di carattere regionale, alPleistocene superiore.3.3 supersintema delle lame delle MurgeIl supersintema delle lame delle Murge comprendetutti i depositi alluvionali terrazzati posti qualchemetro al di sopra dell’attuale alveo dei principali corsid’acqua presenti nell’area (Fig. 2). Tali corsi d’acquaformano il reticolo idrografico delle Murge basse esono attualmente incassati nel substrato. I depositi delsupersintema delle lame delle Murge, poggianti conlimite inconforme sul Calcare di Bari, presentano caratteristichelitologiche e tessiturali molto simili e sonostati inseriti in due differenti sintemi: il sintema di Madonnadelle Grotte ed il sintema di Costa S. Giovanni.Il supersintema delle lame delle Murge corrispondealle alluvioni terrazzate incluse nei “Depositi alluvionali”dagli autori della precedente edizione della Carta<strong>Geologi</strong>ca d’Italia (Fig. 3).sintema di Madonna delle Grotte (MBl)Tale sintema, poggiante con limite inconforme sulCalcare di Bari (Figg. 4, 5), è costituito da depositi alluvionalicementati che affiorano in lembi terrazzatilungo i maggiori solchi erosivi (Lama Balice e Lamasinata).Si tratta di conglomerati ben cementati con spessorivariabili da pochi centimetri a circa 2-3 m costituiti daciottoli carbonatici in matrice siltoso-sabbiosa rossastra.Si trovano a quote comprese tra i 4 e gli 8 m sopral’alveo dei principali corsi d’acqua; pertanto, si sonodeposti prima dell’incassamento delle lame in strettevalli all’interno dei calcari mesozoici.A tale sintema sono attribuite brecce cementate dimodesto spessore (2-3 m) riconosciute in alcuni scavidi fondazione dell’abitato di Bitonto.L’età è riferibile, per la posizione stratigrafica e perconsiderazioni di carattere regionale, al Pleistocenemedio-superiore?sintema di Costa s. Giovanni (MBn)Tale sintema è costituito da depositi alluvionali conservatiin piccoli lembi terrazzati lungo il tratto più amonte dei maggiori solchi erosivi (Lama Balice, Lamasinatae Picone) (Fig. 5).Si tratta di ghiaie spesse 2-3 m, solo a luoghi cementate,con ciottoli calcarei subarrotondati e matricesiltoso-sabbiosa di colore bruno-rossastro. Si rinvengonoa quote comprese tra 1 e 2 m sopra l’alveo deiprincipali corsi d’acqua.Il limite inferiore è inconforme sul Calcare di Bari.L’età è riferibile, per la posizione stratigrafica e perconsiderazioni di carattere regionale, al Pleistocene superiore.3.4 deposito alluvionale recente ed attuale (b)Si tratta di sedimenti di origine alluvionale che occupanoil fondo di numerosi solchi erosivi, e ampiearee a ridosso del sintema di San Pasquale e del sintemadi San Girolamo (Fig. 2). Sono costituiti da ghiaieformate da clasti calcarei subarrotondati in matricesiltoso-terrosa rossastra, con rare intercalazioni di siltargillosi. Il loro spessore varia notevolmente da luogoa luogo, raggiungendo nelle zone più prossime al marei 10 metri.L’età è riferibile al Pleistocene superiore-Olocene.4. COnFROntO FRA vECCHiO E nUOvOQUAdRO stRAtiGRAFiCO dEllE Unità dElQUAtERnARiO AFFiORAnti nEl FOGliO 438"BARi".Viste le notevoli differenze riscontrate dal confrontofra vecchio (fogli 177 "Bari" e 178 "Mola di Bari"della Carta <strong>Geologi</strong>ca d'Italia alla scala 1:100 000) enuovo quadro stratigrafico delle unità del Quaternarioaffioranti nel Foglio 438 "Bari" (vedi Fig. 6), si ritieneopportuno ribadire i motivi che hanno portato all’adozionedi un diverso criterio di classificazione stratigraficapresente in quest'ultimo, che riafferma una sceltagià operata in precedenza a livello regionale da altriautori (Ciaranfi et al., 1988). Come esposto, parte deidepositi definiti come Tufi delle Murge nel Foglio 177"Bari" della Carta <strong>Geologi</strong>ca d'Italia in scala 1:100 000sono stati ora attribuiti alla Calcarenite di Gravina, cosìcome suggerito da Iannone & Pieri (1979) (Fig. 6). Occorresottolineare che non si è trattato né di una sceltasemantica né di una scelta dettata da priorità di istituzioneformazionale. All'epoca dei rilevamenti compiutinegli anni '60 per la realizzazione della Carta <strong>Geologi</strong>cad'Italia alla scala 1:100 000 (e tutt'ora in ambitocommerciale o applicativo) tutti i litotipi calcarenitici,prevalentemente organogeni e facili da tagliare in concida costruzione, venivano informalmente definiti tufio tufi calcarei. era questa anche l'accezione utilizzatada D'erasmo (1934) per identificare tutti i depositi discordantisui calcari cretacei delle Murge, pur essendol'autore consapevole della esistenza di più facies postein posizione stratigrafica differente: alcune depositatesiin un contesto di generalizzata ingressione marina, altreinvece durante diverse fasi di ritiro del mare. È soloa quest'ultimo contesto che Azzaroli & Valduga (1967)attribuiscono tutti i depositi della formazione dei Tufidelle Murge, con un significato opposto a quello datodallo stesso Azzaroli (1968) alla Calcarenite di Gravinacosì come definita sul lato bradanico delle Murge. Utilizzarequindi quest'ultimo termine formazionale peridentificare alcuni dei depositi in precedenza attribuitiai Tufi delle Murge significa posizionare diversamentetali depositi in un contesto lito- e cronostratigraficoregionale ed attribuire loro un significato geodinamico- 18 -

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