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Bernardo di Chiaravalle - Associazione Nuova Citeaux

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<strong>Bernardo</strong> <strong>di</strong> <strong>Chiaravalle</strong> 7• È detta Stella del mare e la denominazione ben si ad<strong>di</strong>ce alla Vergine Madre. Ella con la massima convenienza èparagonata ad una stella; perché come la stella sprigiona il suo raggio senza corrompersi, così la Verginepartorisce il Figlio senza lesione della propria integrità.• Se insorgono i venti delle tentazioni, se incappi negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria. Sesei sballottato dalle onde della superbia, della detrazione, dell'invi<strong>di</strong>a: guarda la stella, invoca Maria.• Se tu la segui, non puoi deviare; se tu la preghi, non puoi <strong>di</strong>sperare; se tu pensi a lei, non puoi sbagliare. Se ellati sorregge, non ca<strong>di</strong>; se ella ti protegge, non hai da temere; se ella ti guida, non ti stanchi; se ella ti è propizia,giungerai alla meta.La lotta contro gli infedeliIl "De Laude Novae Militiae" fu composto tra il 1128, anno del concilio <strong>di</strong> Troyes ed il 1136, anno della morte <strong>di</strong>Ugo <strong>di</strong> Payns, Maestro dell'Or<strong>di</strong>ne dei Templari, cui fu de<strong>di</strong>cata l'opera.San <strong>Bernardo</strong> in<strong>di</strong>ca la figura del Cavaliere del Tempio come un monaco-guerriero, che fa uso <strong>di</strong> due spade: una, daimpiegarsi nella lotta contro il Male, una lotta prettamente interna alla persona e spirituale, e l'altra rivolta verso inemici esterni: gli infedeli, i pagani, gli eretici. Come si evince dal De laude e da altre opere a lui appartenenti,<strong>Bernardo</strong> è animato da un o<strong>di</strong>o estremo verso tutto ciò che si oppone alla vera fede, per come egli la intende. Controtali nemici, considerati come categorie inferiori, incarnazione del male, agenti del demonio, conduce una guerra incui pietà e carità sono escluse. I nemici per antonomasia sono eretici e infedeli, per i quali <strong>Bernardo</strong> utilizza lacalunnia e l'ipocrisia, fondandosi sulle <strong>di</strong>cerie più inverosimili. Gli eretici sono «zotici e imbecilli spregevoli, [...]povere donne i<strong>di</strong>ote, profondamente ignoranti, [...] gente grossolana, rozza, incolta e inadatta al combattimento». [8]Dal momento che sono ottusi, ripugnanti e irrecuperabili, «è meglio ucciderli <strong>di</strong> spada che lasciare che numerosi sitrascinino nell'errore». [9] Lo stesso atteggiamento riserva a infedeli e pagani. I musulmani sono «vasi d'iniquità»,posseduti dal demonio. Con loro, una sola soluzione è possibile, lo sterminio: «Uccidete! Uccidete! E fatevi ucciderese necessario: è per Cristo». [10]Anche secondo lo storico Tommaso Stancati, [11] <strong>Bernardo</strong> incitava ad ogni sorta <strong>di</strong> violenza nei confronti <strong>di</strong> infedelied eretici, giustificando tale comportamento con argomenti teologici <strong>di</strong> tipo salvifico. [12] <strong>Bernardo</strong> afferma:« I soldati <strong>di</strong> Cristo combattono sicuri le battaglie del loro Signore, non temendo affatto <strong>di</strong> peccare quando uccidono inemici né <strong>di</strong> perdere la vita, in quanto la morte inferta o subita per Cristo non ha nulla <strong>di</strong> delittuoso, anzi rende piùmeritevoli <strong>di</strong> gloria… il soldato <strong>di</strong> Cristo uccide sicuro e muore ancora più sicuro. Giova a se stesso se muore, a Cristo seuccide… Quando uccide il malfattore, non deve essere considerato un omicida, ma, per così <strong>di</strong>re, un malicida… in occasionedella morte <strong>di</strong> un pagano, il cristiano si gloria <strong>di</strong> quanto Cristo viene glorificato »(<strong>Bernardo</strong> <strong>di</strong> <strong>Chiaravalle</strong>, Liber ad milites templi. De laude novae militiae, 3,4, in T. Stancati, Ecclesiologa. Biblica edogmatica. Lezioni universitarie, E<strong>di</strong>trice Domenicana Italiana, Napoli, 2008, p. 123)Dunque, secondo <strong>Bernardo</strong> l'uccisione <strong>di</strong> un infedele, <strong>di</strong> un eretico o <strong>di</strong> un pagano non è da considerarsi come un attocriminoso: nihil habeat criminis (non c'è crimine). L'uccisione <strong>di</strong> un nemico della fede da parte <strong>di</strong> un soldato <strong>di</strong>Cristo non rappresenta un omici<strong>di</strong>o ma un "malici<strong>di</strong>o", ossia l'uccisione dell'incarnazione del male. [13]<strong>Bernardo</strong> contrappone la guerra in nome <strong>di</strong> Cristo alla guerra condotta dalle milizie secolari, dove «Christus non estcausa militan<strong>di</strong>». Secondo <strong>Bernardo</strong> nessuna causa può rendere buona una guerra profana: né le biasimevolipassioni, né il desiderio <strong>di</strong> vendetta, né la necessità <strong>di</strong> eludere un pericolo incombente. Ma, se la causa è Cristo,allora l'usare la spada è ad<strong>di</strong>rittura meritorio: con questo argomento <strong>Bernardo</strong> intendeva volgere completamente gliideali cavallereschi al servizio della chiesa nella lotta agli infedeli. [14]

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