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Quattro passi nel fiume - Agenzia provinciale per la protezione dell ...

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Sezione terzaLa foce - i rami fertili del Sarca 52Exhibit “La foce” 52Exhibit “Carte storiche” 53Quando lo chiamavamo “<strong>la</strong> Sarca” 54Il Sarca o <strong>la</strong> Sarca? 55Suggerimento didattico 9 - Mappa del mio Paesaggio 57Risorse e territorio: il paesaggio del Sarca e suoi frutti 59Exhibit “Mercato sul <strong>fiume</strong>” 59Fiume... funzioni e servizi gratuiti 62I tre exhibit “Intervista al <strong>fiume</strong>” 62Suggerimento didattico 10 - Funzionalità fluviale: intervista al <strong>fiume</strong> 65Suggerimento didattico 11 - Paesaggi e loro risorse, in evoluzione 66Suggerimento didattico 12 - Caccia al partico<strong>la</strong>re 68Sezione quartaBuona condotta... le derivazioni e le centrali idroelettriche 69Exhibit “Buona condotta” 69Exhibit “Il tun<strong>nel</strong> del<strong>la</strong> Centrale” 77Approfondimento 2 - Risorse e territorio: risorsa idrica e sua gestione 79Suggerimento didattico 13 - “Lampadina... ad acqua:effetti lontani di distrazioni vicine” 84Conclusioni - Paesaggio del Sarca, bene comune 85SECONDA PARTE - Sara Maino 87“Voci del <strong>fiume</strong>” 87Ricerca sonora sulle genti e l’ambiente del <strong>fiume</strong> Sarcadal<strong>la</strong> Val di Genova a Torbole sul GardaSuggerimento didattico 14 - come si può svolgere un’intervista? 93Riferimenti bibliografici e approfondimenti 994


<strong>Quattro</strong> <strong>passi</strong> <strong>nel</strong> <strong>fiume</strong>...e <strong>nel</strong> paesaggio judicarienseLymphae Sarchiades, “Onde del Sarca...”Il poema rinascimentale “Sarca” già attribuito al Bembo, ma più verosimilmentedel poeta rinascimentale Niccolò d’Arco, intende rendere un omaggio sentimentaleal corso d’acqua che <strong>nel</strong><strong>la</strong> sua storia è sempre convissuto con le popo<strong>la</strong>zionijudicariensi, <strong>nel</strong><strong>la</strong> buona e <strong>nel</strong><strong>la</strong> cattiva stel<strong>la</strong>.<strong>Quattro</strong> <strong>passi</strong> <strong>nel</strong> <strong>fiume</strong> è il nome del progetto realizzato con acume e forte impegnodal<strong>la</strong> dott.ssa Fiorenza Tisi <strong>per</strong> APPA e Centro Studi Judicaria <strong>per</strong> avvicinarsi alcorso d’acqua. Ma è anche l’invito ad apprezzare, vedere, gustare <strong>la</strong> mostra itinerantesul paesaggio e sull’acqua del Sarca, o meglio del<strong>la</strong> Sarca, come chiamavanoi nostri nonni il maggiore corso d’acqua che attraversa il Trentino sud-occidentaleprima di gettarsi <strong>nel</strong> <strong>la</strong>go di Garda e fuoriuscirne - caso unico - con un altro nome,quello di Mincio.Il progetto, del quale <strong>la</strong> presente o<strong>per</strong>a rappresenta <strong>la</strong> fedele trascrizione, assemb<strong>la</strong>taa mo’ di catalogo vero e proprio, intende fare conoscere e fare apprezzaredal <strong>la</strong>rgo pubblico il <strong>fiume</strong> nei suoi aspetti più affascinanti: <strong>per</strong> questo il lettorevisitatoreè invitato a un <strong>per</strong>corso di es<strong>per</strong>ienze uditive, sensoriali, visive a 360gradi, <strong>per</strong> entrare in sintonia con il <strong>fiume</strong> e con-dividerne <strong>la</strong> storia, il linguaggio,<strong>la</strong> stessa essenza.Ed ecco allora gli indovinati “exhibit” che mettono immediatamente in contattochi affronta il <strong>per</strong>corso con le storie fluviali che coincidono con <strong>la</strong> storia del territorioattraversato, dal<strong>la</strong> sorgente a monte di Pinzolo fino allo sbocco benacensedi Torbole.È un’es<strong>per</strong>ienza nuova, leggera, fascinosa, giocata sui cinque sensi ma anchesull’adesione sentimentale al progetto, che non esclude ma semmai include anchel’aspetto più squisitamente scientifico <strong>dell</strong>’approccio al <strong>fiume</strong> e alle sue caratteristiche.Lymphae Sarchiades, nimis rapaces,furaces nimis invidiaeque lymphae,heu quot carmina bel<strong>la</strong>... mihi abstulistis!“Onde del Sarca, ahi, troppo impetuose,onde troppo invidiose e <strong>la</strong>dre,ahi quanti carmi preziosi... mi avete rapito!”Graziano RiccadonnaPresidente del Centro Studi Judicaria5


PrefazioneE’ con viva soddisfazione che l’<strong>Agenzia</strong> <strong>provinciale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>protezione</strong> <strong>dell</strong>’ambientesaluta <strong>la</strong> realizzazione del catalogo e guida didattica del<strong>la</strong> mostra itinerante sul<strong>fiume</strong> Sarca “<strong>Quattro</strong> <strong>passi</strong> <strong>nel</strong> <strong>fiume</strong>”, frutto del<strong>la</strong> convenzione con il Centro StudiJudicaria <strong>per</strong> “<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione <strong>nel</strong>l’ambito di attività di educazione, informazionee sensibilizzazione ambientale <strong>nel</strong> territorio <strong>dell</strong>e Giudicarie e dei territori finitimi”.Capire cos’è un <strong>fiume</strong> e come funziona, sa<strong>per</strong>e <strong>per</strong>chè è così importante recu<strong>per</strong>are<strong>la</strong> naturalità e il buono stato ecologico dei corpi idrici, conoscere <strong>la</strong> cultura<strong>dell</strong>’acqua così come viene espressa dall’attuale società, non sono o<strong>per</strong>azioni banalie scontate. Hanno a che fare con l’intrinseco valore <strong>dell</strong>’acqua e con il significatopiù autentico del<strong>la</strong> stessa civiltà umana e dei suoi sviluppi. Eppure, a frontedel moltiplicarsi di informazioni da cui siamo quotidianamente bombardati, èsorprendente constatare quanta poca attenzione venga data, al giorno d’oggi, alvalore proprio del <strong>fiume</strong>.Recu<strong>per</strong>are una nuova sensibilità nei confronti <strong>dell</strong>’acqua passa necessariamenteattraverso il ruolo <strong>dell</strong>’educazione e del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>, attraverso il paziente <strong>la</strong>voro diinsegnanti, di cittadini e di quanti, attenti ai delicati equilibri del mondo in cui viviamo,hanno a cuore che un bene prezioso come l’acqua possa essere tute<strong>la</strong>to esalvaguardato <strong>per</strong> le future generazioni, senza dimenticare le culture che l’acquaha espresso storicamente e localmente.Il ricco contenuto del catalogo e i molti suggerimenti didattici rappresentano unavalida proposta <strong>per</strong> attività pratiche, <strong>per</strong>sonalizzabili a piacere.Nel ringraziare quanti hanno reso possibile <strong>la</strong> realizzazione del volume, frutto diun progetto pluriennale che ha coinvolto varie realtà, si esprime l’auspicio che ancoraaltre sedi possano richiedere <strong>la</strong> mostra <strong>nel</strong>l’ottica del<strong>la</strong> partecipazione e <strong>dell</strong>esinergie territoriali, <strong>per</strong> diffondere il messaggio del<strong>la</strong> sostenibilità ambientale inmodo concreto e responsabile.Chiara DefrancesoDirigente Settore Informazione e monitoraggi<strong>Agenzia</strong> <strong>provinciale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>protezione</strong> <strong>dell</strong>’ambiente6


PrefazioneL’acqua dei fiumi, dei torrenti e dei <strong>la</strong>ghi, segna da sempre l’immaginario <strong>dell</strong>egenti rivierasche con immagini forti e di grande fascino. Immagini che nonsvaniscono <strong>nel</strong><strong>la</strong> quotidianità del rapporto ma rimangono lì, sopite <strong>nel</strong><strong>la</strong> loroforza ma sempre pronte ad essere risvegliate.La mostra itinerante “<strong>Quattro</strong> <strong>passi</strong> <strong>nel</strong> <strong>fiume</strong>” si dà anche lo scopo di servireda spunto evocativo di queste forti sensazioni, e riesce a farlo sommandovi inmaniera moderna e molto interessante spunti didattici ed es<strong>per</strong>ienze diverse.Il B.I.M. del Sarca, Consorzio di Comuni che nasce proprio dal rapporto <strong>dell</strong>eComunità con le acque del <strong>fiume</strong> che le attraversa, non poteva sottrarsi alfascino di questa es<strong>per</strong>ienza; a maggior ragione <strong>nel</strong>l’attuale stato di maturità delsentire, che assomma <strong>la</strong> volontà di procurare al territorio uno sviluppo pieno esostenibile ma anche di coltivare e salvaguardare le radici del<strong>la</strong> nostra cultura edapprofondirne <strong>la</strong> conoscenza divulgando<strong>la</strong> quale patrimonio comune.Per questi motivi il B.I.M. del Sarca ha dato volentieri il proprio patrocinio a questamostra itinerante che, tra gli altri pregi, ha quello di avvicinarsi essa stessa al<strong>la</strong>gente.L’auspicio, che è anche certezza, è che questa edizione goda del<strong>la</strong> stessa splendidariuscita <strong>dell</strong>e precedenti.Gianfranco PederzolliPresidente del B.I.M. Sarca-Mincio-Garda7


Il progettoFiorenza Tisi<strong>Quattro</strong> <strong>passi</strong> <strong>nel</strong> <strong>fiume</strong>mostra itinerante sul paesaggio e sull’acqua del SarcaLa mostra itinerante sul paesaggio e sull’acqua del Sarca “<strong>Quattro</strong> <strong>passi</strong> <strong>nel</strong> <strong>fiume</strong>”viene realizzata <strong>nel</strong> 2008 dal Centro Studi Judicaria e dall’<strong>Agenzia</strong> <strong>provinciale</strong> <strong>per</strong><strong>la</strong> <strong>protezione</strong> <strong>dell</strong>’ambiente, a seguito del<strong>la</strong> convenzione “<strong>per</strong> <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione<strong>nel</strong>l’ambito di attività di educazione, informazione e sensibilizzazione ambientale<strong>nel</strong> territorio <strong>dell</strong>e Giudicarie e dei territori finitimi” sottoscritta <strong>nel</strong> 2007.L’obiettivo del progetto è quello di proporre diverse es<strong>per</strong>ienze <strong>per</strong> avvicinarsiall’ecosistema fluviale ed approfondire <strong>la</strong> conoscenza del paesaggio, attraversoun <strong>per</strong>corso multisensoriale che coinvolge molteplici fonti e discipline: dal<strong>la</strong> geologiaal<strong>la</strong> cartografia storica, dal<strong>la</strong> storia industriale e sociale all’ecologia.La narrazione segue <strong>la</strong> corrente <strong>dell</strong>’acqua lungo <strong>la</strong> valle e lungo le derivazioni, attraversogli ostacoli naturali e artificiali, fino al<strong>la</strong> foce e alle destinazioni d’uso, cercandodi mantenere uno sguardo panoramico e attento alle re<strong>la</strong>zioni, agli eventiumani e alle dinamiche naturali, tra memoria e contemporaneità.Il <strong>fiume</strong> Sarca viene presentato nei suoi tre segmenti caratteristici (sorgente, forra,foce), ognuno dei quali corrisponde ad una sezione; vi è inoltre una quarta sezionetrasversale, è quel<strong>la</strong> dedicata alle centrali idroelettriche con il re<strong>la</strong>tivo sistemadi canalizzazione. L’allestimento si compone di “exhibit” (mobili tematici o oggetticuriosi) che possono essere fruiti autonomamente, e quindi facilmente adattabilianche a spazi espositivi insoliti.I visitatori sono invitati ad un <strong>per</strong>corso di es<strong>per</strong>ienze sensoriali, anche grazie adimmagini video ed allestimenti sonori.La visita consente di ri<strong>per</strong>correre il paesaggio del Sarca, lungo tratti e tappe del corsod’acqua più vicino a noi, ma a volte poco osservato e conosciuto solo parzialmente.La storia naturale e quel<strong>la</strong> umana del<strong>la</strong> valle hanno formato un paesaggio culturale:un insieme di luoghi e di tradizioni d’uso <strong>dell</strong>e risorse, evoluti insieme. Sta oraal<strong>la</strong> nostra responsabilità orientare l’attuale e futura evoluzione di questo paesaggio,in modo sostenibile o meno, tenendo presente che il paesaggio è un benecomune, in delicato equilibrio tra bene privato e bene pubblico. Questa responsabilitàsi basa sul<strong>la</strong> conoscenza <strong>dell</strong>e risorse e <strong>dell</strong>e dinamiche del territorio.La mostra si rivolge ai turisti, alle scuole, ai residenti; è previsto uno spazio didatticoe ludico <strong>per</strong> i più piccini.Gli exhibitIl <strong>per</strong>corso espositivo si compone di 17 exhibit <strong>la</strong> cui distribuzione può variare aseconda degli spazi espositivi che ospitano <strong>la</strong> mostra.8


Grazie ad essi viene offerta una lettura multidisciplinare e polisensoriale, che coinvolgeil visitatore in una narrazione fatta di es<strong>per</strong>ienze tattili, evocative, uditive,gustative. Ogni oggetto propone una diversa prospettiva del<strong>la</strong> stretta re<strong>la</strong>zionetra i fenomeni naturali e le attività umane. Il paesaggio, entità da conservare econsegnare alle generazioni future, emerge quale possibile protagonista del<strong>la</strong>vita di ognuno.Sezione “Le sorgenti”- “Le sorgenti” tavo<strong>la</strong> informativa che presenta l’inizio del ciclo <strong>dell</strong>’acqua;- il “puzzle” presenta <strong>la</strong> cartografia <strong>dell</strong>’intero bacino idrografico del Sarca ma èanche uno strumento didattico e ludico <strong>per</strong> i più piccini, che possono comporrele tessere del paesaggio;- <strong>la</strong> “doccia acustica” con i suoni del <strong>fiume</strong>;- il “movimento cristallizzato” riferito all’origine <strong>dell</strong>e rocce granitiche <strong>dell</strong>’Adamello;- il “sommelier d’acqua”, grazie al quale è possibile assaggiare acque di diverseprovenienze.Sezione “La forra”- Questa sezione si compone di grandi massi: il Sarca muove, il Sarca trasporta, ilSarca distrugge.Sezione “La foce”- “La foce” con i rami fertili del Sarca;- “carte storiche” consente il confronto <strong>dell</strong>e carte storiche del<strong>la</strong> foce, da quandolo chiamavamo “<strong>la</strong> Sarca” ad oggi.Sezione “Le derivazioni e le centrali idroelettriche”- La “buona condotta” con <strong>la</strong> mappa <strong>dell</strong>e derivazioni a scopo idroelettrico;- il “tun<strong>nel</strong> del<strong>la</strong> centrale” propone <strong>la</strong> suggestiva atmosfera dentro alle condotteidriche, <strong>nel</strong>le viscere <strong>dell</strong>e montagne.Il “mercato sul <strong>fiume</strong>” presenta i prodotti tipici del territorio, tra i quali le prugnedi Dro, <strong>la</strong> grappa di Santa Massenza, l’olio del Garda, <strong>la</strong> trota trentina, le noci delBleggio...Per ognuna <strong>dell</strong>e tre sezioni che rappresentano il corso del <strong>fiume</strong> (sorgenti, forra,foce) è stato realizzato un exhibit chiamato “intervista al <strong>fiume</strong>”, che rappresenta ilmetodo <strong>per</strong> definire il giudizio del<strong>la</strong> sua funzionalità ecologica e i servizi gratuitiche ci offre.Sui sassi di feltro, infine, si può stare comodamente seduti.Vi è poi un’ulteriore sezione sonora costituita dall’exhibit “le voci del <strong>fiume</strong>”: sitratta di un progetto speciale che presenta un’indagine sonora contemporanea.9


Il <strong>fiume</strong> Sarca viene indagato <strong>nel</strong> paesaggio umano che fa da cornice al suo fluire,è il protagonista di una serie di storie che sono state raccolte attraverso il metodo<strong>dell</strong>’intervista, tra <strong>la</strong> gente <strong>dell</strong>e diverse comunità fluviali dislocate lungo il suocorso, <strong>nel</strong> tratto compreso tra Pinzolo e Torbole sul Garda. Le <strong>per</strong>sone intervistatesono tredici adulti ed una decina di bambini. Le loro testimonianze raccontanole diverse es<strong>per</strong>ienze e i ricordi <strong>dell</strong>e <strong>per</strong>sone connessi al <strong>fiume</strong> in un <strong>per</strong>iodo ditempo che va dal 1950 al mese di aprile 2008. Ecco i temi: 1 gita in Val di Genova: <strong>la</strong>voce dei bambini; 2 <strong>la</strong> paura <strong>dell</strong>e piene: <strong>la</strong> voce degli anziani; 3 le centrali: <strong>la</strong> vocedei tecnici; 4 l’ambiente: <strong>la</strong> voce del<strong>la</strong> gente; 5 attività economiche: <strong>la</strong> voce degliartigiani; 6 <strong>la</strong> pesca, ieri e oggi: <strong>la</strong> voce degli ap<strong>passi</strong>onati.Le tappeEvento inauguraleRiva del Garda, Centrale Idroelettrica10 maggio 2008Terme di Comano, Antica FonteRiva del Garda, Villino Campi16 maggio - 31 ottobre 2008Dro, Oasi <strong>la</strong>go Bagattoli30 giugno - 18 ottobre 2009Tione, Centro Studi Judicaria9 novembre - 2 dicembre 2012Dopo essere stata inaugurata <strong>nel</strong> maggio 2008 con un evento speciale all’internodel<strong>la</strong> monumentale Centrale Idroelettrica di Riva del Garda, <strong>la</strong> mostra itinerante“<strong>Quattro</strong> <strong>passi</strong> <strong>nel</strong> <strong>fiume</strong>” è stata successivamente ospitata <strong>nel</strong>le suggestive sedi<strong>dell</strong>e Terme di Comano e del Villino Campi di Riva del Garda.Il viaggio del<strong>la</strong> mostra è poi proseguito <strong>nel</strong>l’incantevole cornice del “<strong>la</strong>c dei Bagatoi”,luogo ideale dal quale apprezzare le più suggestive espressioni del<strong>la</strong> morfologiag<strong>la</strong>ciale, <strong>per</strong>correndo i sentieri <strong>dell</strong>e Marocche, ammirando le pareti strapiombantidel monte Casale.Nel corso degli anni <strong>la</strong> mostra è stata visitata da oltre 13.000 <strong>per</strong>sone ed è statavivacizzata con un ricco calendario di eventi promossi dalle varie sedi ospitanti:visite guidate, spettacoli, narrazioni, progetti didattici ecc.10


ColophonEnti promotori e produzione del<strong>la</strong> mostraCentro Studi JudicariaProvincia autonoma di TrentoAssessorato ai <strong>la</strong>vori pubblici, ambiente e trasporti<strong>Agenzia</strong> <strong>provinciale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>protezione</strong> <strong>dell</strong>’ambienteVillino Campi Riva del GardaRete trentina di educazione ambientale <strong>per</strong> lo sviluppo sostenibileCol<strong>la</strong>borazioni <strong>nel</strong> corso degli anniHYDRO DOLOMITI ENEL S.r.l. - TrentoAzienda Consorziale Terme di ComanoBiblioteca di Valle <strong>dell</strong>e Giudicarie EsterioriEcomuseo del<strong>la</strong> Judicaria “dalle Dolomiti al Garda”Comune di Riva del GardaA.P.T. Terme di Comano - Dolomiti di BrentaIngarda Trentino - Azienda <strong>per</strong> il turismo S.p.A.Comune di Dro - Assessorato all’ambiente in col<strong>la</strong>borazione con l’Associazione sportivapescatori dilettanti Basso SarcaIdeazione, cura del progetto, coordinamentoFiorenza TisiGruppo di <strong>la</strong>voroSabrina BaldoFederica FanizzaPaolo FedelAndrea MiserocchiMaria Rosa MongardiDanilo MussiRaffaello NovelliEleonora OdorizziGraziano RiccadonnaRocco ScolozziFiorenza TisiProgetto scientifico, testi espositori, ricerca immaginiRocco ScolozziAspetti qualitativi del <strong>fiume</strong>Raffael<strong>la</strong> Canepel, già Settore Tecnico U.O. Tute<strong>la</strong> <strong>dell</strong>’Acqua APPA11


Voci del <strong>fiume</strong>, ideazione e realizzazioneSara MainoProgetto grafico e degli allestimentiStudio Minove Riva del Garda, Andrea Miserocchi, Eleonora OdorizziAllestimentiArteam S.r.l. TrentoMosquitomedia S.a.s. di Ennio Dalpiaz e C. BolzanoStudio Minove Riva del GardaIngegnerizzazione exhibitIdotea S.n.c. TrentoReferenze fotograficheArchivio APPABeppo CadrobbiMaurizio CorradiHYDRO DOLOMITI ENEL S.r.l. - TrentoSara MainoEleonora OdorizziOrtofoto digitali Terraitaly - © Compagnia Generale Riprese aeree S.p.A.- ParmaProfessional Photo di Luigi BosettiRocco ScolozziSistema informativo ambiente e territorio del<strong>la</strong> Provincia autonoma di Trento - Stazionedel servizio urbanisticaTraduzioniVivienne FrankellAndrea WatzekSegreteria Generale del<strong>la</strong> Provincia - Ufficio Pubbliche Re<strong>la</strong>zioni e Rapporti con l’Estero12


PRIMA PARTERocco ScolozziNote di letturaI testi che seguono, qui integrati da alcuni approfondimenti tematici e da unaserie di suggerimenti didattici, sono quelli che hanno accompagnato immagini,pan<strong>nel</strong>li e altri oggetti presenti <strong>nel</strong><strong>la</strong> mostra.Lo stile linguistico <strong>dell</strong>e didascalie, volutamente semplificato, a volte <strong>per</strong>sino colloquiale,vuole offrire una facile e agile lettura <strong>per</strong> un vasto pubblico. Nel<strong>la</strong> presentepubblicazione si offre anche un secondo livello di lettura, un poco più artico<strong>la</strong>todi rimandi e suggestioni; l’intento è quello di stimo<strong>la</strong>re curiosità e proporrespunti di autonomo approfondimento, più che sviluppare in modo esauriente idiversi temi accennati (<strong>per</strong> i quali esiste già una vasta letteratura).I suggerimenti didattici, da intendersi come indicazioni da cui partire e da adattareal singolo programma didattico, consistono in attività (in gran parte s<strong>per</strong>imentateda chi scrive) da svolgere in c<strong>la</strong>sse o all’a<strong>per</strong>to.13


Prima parteIntroduzioneIntroduzionePaesaggio del Sarca - paesaggio culturaleIl paesaggio è un ritratto.João Ferreira Nunes, paesaggista...un paesaggio che invecchia insieme al<strong>la</strong> sua popo<strong>la</strong>zione, o al contrarioche non deve invecchiare e deve sopportare le trasformazioni che l’economiae lo sviluppo portano con sé <strong>per</strong> trovare nuova forza al passaggio del tempo.Mosè Ricci, architettoPer secoli lo scorrere <strong>dell</strong>e acque del Sarca ha dato vita a lotte e alleanze tra uomoe <strong>fiume</strong>. Da una parte il Sarca ha dato forza a macchinari, ha portato acqua alle coltivazioni,ha favorito le attività produttive; dall’altra, con <strong>la</strong> forza <strong>dell</strong>e sue acque,ha invaso e danneggiato campi e abitazioni.Alleanze e lotte dipendevano e dipendono oggi dalle re<strong>la</strong>zioni tra uomo e <strong>fiume</strong>.Quanto più gli abitanti osservavano e imparavano a conoscere il “carattere” del<strong>fiume</strong>, a gestirne le piene, a non sprecare l’acqua nei <strong>per</strong>iodi di magra, tanto piùquesto diventava un alleato, una risorsa da condividere.Dove una risorsa ambientale <strong>per</strong>mea il territorio circostante, quando è condivisae gestita dalle comunità che vivono quel territorio, lì si può par<strong>la</strong>re di “paesaggioculturale”: un insieme di luoghi e di tradizioni di uso <strong>dell</strong>e risorse, evoluti insieme,in modo sostenibile.Al<strong>la</strong> base di questa sostenibilità, o durevolezza, ci sono due concetti fondamentali:l’auto-limitazione <strong>nel</strong>l’uso <strong>dell</strong>e risorse, <strong>la</strong> conoscenza approfondita <strong>dell</strong>e stesserisorse. Un esempio di auto-limitazione sono le antiche Regole con cui si governavail taglio dei boschi. Senza le Regole l’antica Comunità di Ledro o <strong>la</strong> MagnificaComunità di Fiemme, tra gli esempi più antichi, avrebbero probabilmente consumatoe <strong>per</strong>so <strong>la</strong> risorsa bosco già da molto tempo. Ma entrambe queste comunitàerano consapevoli del rischio, <strong>per</strong>ché conoscevano bene le proprie risorse e itempi di rigenerazione dei loro boschi.Da queste considerazioni nasce il senso del<strong>la</strong> mostra che intende essere un breve<strong>per</strong>corso di stimoli attorno al paesaggio e al territorio del Sarca. Si sarà raggiuntol’obiettivo se il visitatore-lettore prenderà spunto <strong>per</strong> riscoprire o approfondire <strong>la</strong>conoscenza del paesaggio culturale del Sarca. Solo <strong>la</strong> sua conoscenza, curiosa eattenta, <strong>per</strong>metterà una sua durevole esistenza.14


Prima parteIntroduzioneCultura locale: tra società e ambienteCosa significa “cultura locale”? Perché l’attributo “locale” implica un paesaggio eun ambiente?La cultura è un’insieme di regole, credenze, es<strong>per</strong>ienze condivise ed è trasversaleai diversi livelli del<strong>la</strong> nostra società. La condivisione di queste regole, credenze edes<strong>per</strong>ienze, definisce l’identità di una comunità locale. Tale identità sfuma manmano che al<strong>la</strong>rghiamo <strong>la</strong> finestra di osservazione con una <strong>per</strong>dita di alcuni aspetticondivisi. Così possiamo distinguere facilmente l’identità di un paese <strong>nel</strong> fondovalle, in alcuni casi l’identità di una valle, mentre l’identità di una regione è piùdifficilmente <strong>per</strong>cepibile e si basa su aspetti diversi. Come l’identità dipende daglielementi comuni e condivisi, così diversi elementi determinano <strong>la</strong> definizione didiverse identità.La cultura ha una matrice ambientale primaria e una matrice sociale secondaria: <strong>la</strong>matrice ambientale è il paesaggio, o l’ambiente <strong>nel</strong> significato più ampio, che ha<strong>per</strong>messo quelle es<strong>per</strong>ienze condivise dai suoi abitanti, che ha “suggerito” le lorocredenze, che ha giustificato <strong>la</strong> definizione di regole. La matrice sociale è l’insiemedi mo<strong>dell</strong>i sociali e <strong>dell</strong>e loro codifiche locali, o “localizzate”.Ogni processo culturale determina da una parte l’evoluzione del suo paesaggio,dall’altra reagisce e si adatta ad esso. Persino le espressioni più esteriori del<strong>la</strong> nostracultura contemporanea, come <strong>la</strong> moda, non possono fare a meno del contestoambientale. Così, si ha una moda <strong>per</strong> ogni stagione, una moda <strong>per</strong> ogni tipologiadi attività, una moda <strong>per</strong> ogni luogo: <strong>per</strong> il <strong>la</strong>voro in città o <strong>per</strong> il <strong>la</strong>voro inpaese, <strong>per</strong> il tempo libero in pianura o <strong>per</strong> il tempo libero in montagna.L’UNESCO ha riconosciuto certi paesaggi importanti come espressione del<strong>la</strong> culturadi un popolo e ne ha raccomandato <strong>la</strong> loro conservazione e valorizzazione.Questi “paesaggi culturali” o “paesaggi storici” rappresentano <strong>la</strong> testimonianza dipassati usi del territorio (o matrice ambientale) che <strong>per</strong> <strong>la</strong> loro storia di utilizzohanno mantenuto una loro identità. I paesaggi culturali sono quindi l’espressionedel<strong>la</strong> profonda conoscenza del sistema naturale che l’uomo ha avuto lungo <strong>la</strong>storia.La cultura <strong>per</strong>mea un territorio fino a definire l’informazione posseduta daun paesaggio; un paesaggio ci dice “qualcosa” al solo guardarlo, al solo entrarci,ovviamente, bisogna affinare lo sguardo e arricchire gli strumenti diosservazione.Più riferimenti e conoscenze sulle risorse di un paesaggio abbiamo e più riusciremoa interpretare e capire i segni <strong>dell</strong>’identità di quel paesaggio. Conoscendoi legami tra risorse territoriali e usi di quelle risorse potremo aspirare ad un lorosviluppo durevole.Quelle società che hanno in qualche modo ridotto <strong>la</strong> matrice ambientale trovanograndi difficoltà ad evolvere verso mo<strong>dell</strong>i sociali durevoli. Al contrario, l’autolimitazioneè tanto più efficace ed efficiente quanto più è elevato il grado culturale di15


Prima parteIntroduzioneuna popo<strong>la</strong>zione. Un esempio storico lo si ritrova nei rego<strong>la</strong>menti del<strong>la</strong> MagnificaComunità Di Fiemme <strong>per</strong> i diritti di vicinia: auto-limitazioni all’uso di beni comunicome “pascolo, legnatico, erbatico, caccia, pesca, semina, cavar sabbia e sassi”. Anche<strong>nel</strong><strong>la</strong> recente riforma del millenario statuto del Novecento si conservano queglistessi principi a cui s’integrano le “nuove” risorse del territorio e i nuovi modi diutilizzare il territorio <strong>per</strong> il florido turismo di valle. Un altro esempio di oggi, forseanche più radicale, è <strong>la</strong> recente “rego<strong>la</strong>” urbanistica definita in Baviera sul<strong>la</strong> compensazioneecologica: ogni costruzione o sviluppo urbano, ogni metro quadratosigil<strong>la</strong>to dal cemento, deve essere compensato da un miglioramento o recu<strong>per</strong>oambientale.Il paesaggio in una lettura ecologica: matrice di significati tra “risorse” e “bisogni”Quale aiuto fornisce l’ecologia <strong>nel</strong>l’interpretazione di un paesaggio?Il paesaggio è stato definito anche come “matrice di significati” definiti sul<strong>la</strong> base<strong>dell</strong>e re<strong>la</strong>zioni tra bisogni e risorse ambientali-territoriali. In altre parole, esiste unpaesaggio se c’è un soggetto che lo <strong>per</strong>cepisce e riconosce o instaura una serie disignificati. Questi significati sono funzionali al<strong>la</strong> fruizione o al<strong>la</strong> riproduzione <strong>dell</strong>erisorse del territorio. In effetti, si riconosce unanimemente il paesaggio del Chianti,il paesaggio del marmo di Carrara, <strong>per</strong> citare i più noti. Rimanendo in provinciadi Trento, si può riconoscere il paesaggio <strong>dell</strong>e conifere in val di Fiemme, il paesaggiodel porfido del<strong>la</strong> valle di Cembra, <strong>per</strong> citare solo i più evidenti. Dietro ai paesaggipiù caratteristici vi sono sempre una o più risorse ambientali significative.Lo stesso vale non solo <strong>per</strong> l’uomo ma anche <strong>per</strong> le altre specie animali che condividonoun territorio: il paesaggio è portatore di significato <strong>nel</strong><strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione bisogno-risorsa.Un pettirosso, quando giunge in un nuovo territorio lo esplora ecerca di “paesare”.Secondo Farina (2004) “paesare” significa proprio orientarsi <strong>nel</strong>lo spazio e riconoscerele risorse che possono soddisfare un bisogno o localizzare i segnidel<strong>la</strong> loro presenza.Così il pettirosso riconosce e individua <strong>nel</strong> nuovo territorio un certo arbusto comefonte di cibo, un partico<strong>la</strong>re albero come possibile sito <strong>per</strong> costruirvi il nido, riempiendoil territorio di significati, costituendo il “proprio” paesaggio.Tale processo di assegnazione di significati a luoghi è simile a quello che muovedal<strong>la</strong> nostra curiosità ad esplorare una città a noi nuova, una “nuova” valle, un“nuovo” territorio. I “bisogni” come le risorse che li soddisfano, in questo caso, possonoessere temporanei, un pasto o un caffè, o astratti, il voler conoscere o il volervivere un’es<strong>per</strong>ienza diversa, ma non meno concreti. Quando abbiamo individuatoe localizzato le risorse il “nuovo” territorio diventa più “nostro”.16


Prima parteIntroduzioneDinamiche e integrità di paesaggioCome è un paesaggio “integro” e “durevole”?Il paesaggio è sempre dinamico, evolve con le sue risorse e con i fruitori di questerisorse. Quando una regione <strong>per</strong>de <strong>la</strong> propria cultura locale <strong>per</strong> un evento eccezionale(una ca<strong>la</strong>mità o una guerra) questa regione va incontro non solo ad undisordine sociale ed economico ma anche ad un disordine ambientale. Ma non ènecessaria una guerra o una ca<strong>la</strong>mità <strong>per</strong> cambiare un paesaggio. Anche l’evoluzio<strong>nel</strong>enta di una cultura determina un cambiamento del “suo” paesaggio. Un utilizzodiverso <strong>dell</strong>e risorse ambientali, o di diverse risorse di un territorio trasformalo stesso paesaggio.Il modo in cui il paesaggio si trasforma influisce sul<strong>la</strong> stessa integrità, assumendoche il paesaggio è frutto di usi <strong>dell</strong>e risorse e funzioni strutturali <strong>per</strong> stratificazionisuccessive. Un paesaggio si può ritenere sostanzialmente integro quando e <strong>la</strong>ddovei processi di trasformazione in atto si fondano sulle matrici paesistiche esistentie precedenti. In altre parole, esso conserva <strong>la</strong> propria integrità se i cambiamenti(nuovi processi o nuovi usi di risorse ambientali) integrano i processi di funzionamentoche lo hanno costituito, o potenziano e/o re-interpretano di volta in voltale componenti presenti. Si pensi al paesaggio di molti masi altoatesini: evoluti daabitazioni di agricoltori e allevatori di sussistenza a piccole realtà imprenditoriali<strong>dell</strong>’agriturismo. In questo paesaggio le risorse rimangono le stesse (pascoli, pratida fieno, orti), ma sono reinterpretate <strong>nel</strong>l’offerta turistica del territorio.Al contrario, <strong>la</strong> presenza di processi che alterano <strong>la</strong> struttura profonda di un paesaggioindica che esso sta <strong>per</strong>dendo <strong>la</strong> sua integrità: tale integrità equivale ad unatrasformazione che non comporta evoluzione ma piuttosto un cambiamento radicale,quasi sempre distruttivo in quanto non rispettoso degli elementi e <strong>dell</strong>e lorore<strong>la</strong>zioni, che hanno costituito <strong>la</strong> matrice fondativa di quel determinato paesaggio.Un esempio è l’abbandono del pascolo. Il mancato o diverso uso di questa risorsain molti luoghi del Trentino ha innescato lo sviluppo di arbusti e alberi e <strong>la</strong> “chiusura”dei prati di montagna. Sebbene <strong>la</strong> “riconquista” del bosco sia del tutto naturale,il “nuovo” processo rischia di minacciare <strong>la</strong> presenza di specie vegetali e animali (es.orchidacee e lepidotteri) evolute insieme <strong>per</strong> secoli al paesaggio alpestre seminaturaledei prati e pascoli. L’abbandono <strong>dell</strong>e pratiche agricole di montagna haportato in alcuni casi al dissolvimento del<strong>la</strong> cultura rurale (conoscenza ecologicadel pascolo) con conseguenze irreversibili e spesso visibili solo dopo alcuni anni.Nei paesaggi culturali con una notevole matrice ambientale, come quelli <strong>dell</strong>’arcoalpino, i processi si influenzano in reti complesse di re<strong>la</strong>zioni, come quelleecologiche.La complessità di queste re<strong>la</strong>zioni anziché essere un difetto assicura una certaresistenza e flessibilità del sistema.Il paesaggio dei prati verdi e dei pascoli sono una componente molto appariscentedei “c<strong>la</strong>ssici” panorami austriaci, svizzeri e <strong>dell</strong>’Alto Adige (oltre che del Trenti-17


Prima parteIntroduzioneno), ritratti e offerti al mercato turistico. La ricchezza di specie sostenuta da questearee a<strong>per</strong>te che interrompono le grandi distese forestali (spesso artificialmentemono-specifiche) è apprezzata da ap<strong>passi</strong>onati osservatori e riconosciuta a livelloscientifico europeo (vedi i Siti d’Importanza Comunitaria, o SIC). I diversi “valori”attribuiti a questi paesaggi rinforzano <strong>la</strong> loro tute<strong>la</strong>, mobilitando risorse e definendonorme di utilizzo compatibile.Paesaggio del SarcaEsiste il paesaggio culturale del Sarca? Su quali risorse si basava in passato? Suquali risorse si basa oggi? Quali cambiamenti di utilizzo <strong>dell</strong>e risorse hanno innescato<strong>la</strong> sua trasformazione? Quali “elementi condivisi” hanno dato luogo al<strong>la</strong>sua identità? Nei prossimi capitoli si presentano elementi e suggerimenti <strong>per</strong> tratteggiarepossibili e parziali risposte, quelle più esaustive spettano al lettore, conl’augurio <strong>per</strong> il lettore di essere un buon osservatore di paesaggi.18


Sezione primaLe sorgenti - i paesaggi energetici, movimenti e suoniSezione primaLe sorgenti - i paesaggi energetici, movimenti e suoniExhibit “Le sorgenti”(Qui) tutto è ampiezza,spazio illimitato, spazio conquistato, spazio di pura naturacontrapposto al<strong>la</strong> città, dove tutto è spazio limitatospazio costruito, spazio di pura cultura.Luigi Lombardi Val<strong>la</strong>uriTutto inizia da qui. Qui inizia il ciclo <strong>dell</strong>’acqua del Sarca, che arriverà al mare Adriatico,<strong>per</strong>correndo il sassoso letto del torrente, lungo il fondo valle, poi scivo<strong>la</strong>ndo sullimoso fondale del <strong>la</strong>go di Garda, in seguito serpeggiando <strong>nel</strong><strong>la</strong> pianura di Mantova,fino al Fiume Po. Qui inizia il nostro <strong>per</strong>corso <strong>nel</strong> paesaggio del Sarca. Percorreremoinsieme tratti e tappe del corso d’acqua più vicino a noi e più importante, ma a voltepoco osservato e poco conosciuto.Nevaio presso il <strong>la</strong>go di Nambrone al<strong>la</strong> quota di 2440 metri19


Sezione primaLe sorgenti - i paesaggi energetici, movimenti e suoniDal “sistema a<strong>la</strong>mbiccosole-oceanivento-cielo”,attraversogocciolii e stillicidisotterranei, siformano e alimentanoi serbatoi nascosti(ma conosciuti) diacqua dolce liquidae pulita. L’acqua dolceè il 3% di quel<strong>la</strong>totale <strong>nel</strong> globo, diquesta parte soloun decimo è liquida,così solo lo 0,3% deltotale è acqua disponibilee utile. Par<strong>la</strong>reExhibit “Le sorgenti”di rarità estrema, bellezza, fragilità può sembrare fuori luogo <strong>nel</strong> nostro paesaggiodel Sarca, così ricco di acque. Eppure “<strong>la</strong> sporchiamo moltissimo, l’acqua pulita è<strong>la</strong> prima vittima del<strong>la</strong> nostra civiltà”. Se non sentiamo il problema è forse <strong>per</strong>chésiamo fortunati, ma dobbiamo esserne consapevoli.Sono circa 763 le sorgenti di acqua potabile <strong>nel</strong> bacino imbrifero del Sarca. Sono tutteuguali le acque di queste sorgenti? La risposta è si e no.È sempre <strong>la</strong> stessa acqua, che proviene dalle precipitazioni, piogge e nevi, ma moltodipende dal tipo di roccia <strong>nel</strong> quale s’infiltra e da cui sgorga.Rocce diverse arricchiscono di minerali diversi <strong>la</strong> stessa acqua, dando luogo a sorgentidi acque effettivamente diverse. Nel bacino del Sarca ci sono due gruppi principali diroccia, facilmente riconoscibili: sedimentarie calcaree (dolomia) e ignee siliciche (granito).Quale tipo di roccia puoi trovare sotto casa? Basta osservare <strong>la</strong> carta geologica.Le acque provenienti da rocce calcaree sono le più ricche di sali minerali. Le acquepotabili di questo tipo sono le più “saporite”.Le acque che scorrono in rocce granitiche, invece, sono così povere di sali mineraliche i loro corsi d’acqua ospitano meno organismi e sono generalmente più cristalline.Queste acque, dette oligo-minerali (“oligo” dal greco vuol dire “poco”), sono in genere“insipide” e sembrano dissetare meno.Hai mai notato queste differenze?Da quale tipo di roccia sgorga l’acqua del tuo rubinetto? Da quali rocce nascono lesorgenti comunali?20


Sezione primaLe sorgenti - i paesaggi energetici, movimenti e suoniMappa semplificata del<strong>la</strong> geologia del bacino del Sarca21


Sezione primaLe sorgenti - i paesaggi energetici, movimenti e suoniExhibit “Puzzle”Sono tre le sorgenti che originano i tre rami del Sarca. Il primo e più importanteramo è il Sarca di Genova che scaturisce dal<strong>la</strong> Vedretta del<strong>la</strong> Lobbia, <strong>nel</strong> gruppo<strong>dell</strong>’Adamello, e riceve le acque di molti affluenti fra cui il Lares che scende dalghiacciaio omonimo, il Nardis da quello del<strong>la</strong> Presa<strong>nel</strong><strong>la</strong>. Il secondo è il Sarca diNambrone che nasce dalle ultime diramazioni orientali del<strong>la</strong> Presa<strong>nel</strong><strong>la</strong>. Il terzoè il Sarca di Campiglio che ha origine dalle propaggini occidentali del Gruppodel Brenta. Nei pressi di Carisolo vi è <strong>la</strong> confluenza del Sarca di Nambrone con ilSarca di Campiglio. Successivamente, sotto Pinzolo, si unisce il Sarca di Genova.Il Sarca prosegue il suo corso lungo <strong>la</strong> Val Rendena in direzione sud verso Tione,dove riceve le acque del torrente Arnò, quindi piega ad est e attraverso <strong>la</strong> forradel<strong>la</strong> Scaletta arriva a Ponte Arche. Di nuovo il <strong>fiume</strong> s’incunea fra rocce calcaree<strong>nel</strong><strong>la</strong> forra profonda del Limarò <strong>per</strong> arrivare <strong>nel</strong><strong>la</strong> piana <strong>dell</strong>e Sarche dove, dopoaver piegato nuovamente a sud, sfocia <strong>nel</strong> Lago di Garda presso Torbole. Le acquedel Sarca <strong>per</strong>corrono circa 74 km prima di raggiungere le profondità buiedel grande <strong>la</strong>go.Exhibit “Puzzle”22


Sezione primaLe sorgenti - i paesaggi energetici, movimenti e suoniIl paesaggio è un bene comune <strong>per</strong>ché fonte di risorse materiali e non materiali. Essoè sia un bene privato che pubblico e dipende dalle nostre attività. A sua volta, essoinfluenza <strong>la</strong> nostra qualità di vita. Il mantenimento e miglioramento di questo benecomune dipende dal<strong>la</strong> sua conoscenza.Se una risorsa è dimenticata o non più utilizzata (es. un prodotto agricolo locale, oun negozio preferito, un bar) scompare il contesto di produzione che l’ha generata (<strong>la</strong>campagna, <strong>la</strong> picco<strong>la</strong> attività commerciale).Consideriamo un esempio: un parco urbano poco illuminato è evitato dal<strong>la</strong> maggiorparte <strong>dell</strong>e <strong>per</strong>sone, <strong>per</strong> paura di un’aggressione potenziale. Quel parco sarà progressivamenteabbandonato. Di conseguenza ne risentiranno <strong>la</strong> manutenzione ordinariae quel<strong>la</strong> straordinaria. Infine, diventerà davvero trascurato o poco attraente, e saràancora meno frequentato.Così, se <strong>passi</strong>amo veloci e su<strong>per</strong>ficialmente sul territorio del Sarca, se dimentichiamole re<strong>la</strong>zioni, trascuriamo di conoscere e usare le risorse del nostro paesaggio-territorio,il Paesaggio Culturale del Sarca può scomparire.Appariranno altri paesaggi, ma con caratteristiche diverse.Occorre, allora, ripartire da... qui, fuori, subito, appena usciti, <strong>per</strong> ri-scoprire e ri-conoscereil Paesaggio del nostro Sarca.23


Sezione primaLe sorgenti - i paesaggi energetici, movimenti e suoniExhibit “Doccia acustica”Il ciclo <strong>dell</strong>’acqua, in realtà, non ha un vero inizio ed una vera fine, ogni passaggioè collegato a quello successivo e a quello precedente. Esistono tanti cicli <strong>dell</strong>’acquaquanti sono i paesaggi <strong>dell</strong>’acqua, dove l’acqua continua incessantemente ascorrere in forme diverse attraverso luoghi, dentro le cose, dentro gli esseri viventi.I passaggi <strong>dell</strong>’acqua sono visibili e invisibili: <strong>nel</strong> piccolo di una pozza di acquain alta montagna, che evapora d’estate, <strong>nel</strong> buio degli interstizi <strong>nel</strong> terreno di unpascolo o di un campo, <strong>nel</strong>le profondità <strong>dell</strong>e fessure di una parete rocciosa chealimentano sorgenti e fontane.Ogni passaggio d’acqua risuona <strong>nel</strong> silenzio, come lo stillicidio da una cascataghiacciata sospesa <strong>nel</strong>l’aria fredda, intiepidita dal sole primaverile. Il gocciolio chesi forma <strong>nel</strong> silenzio del<strong>la</strong> neve che suda e si fonde. Poi c’è <strong>la</strong> pioggia che picchiettasui teli <strong>dell</strong>e tende in montagna, o sul tetto di <strong>la</strong>tta del<strong>la</strong> malga. E c’è <strong>la</strong> pioggia chescroscia, che interrompe un terribile <strong>per</strong>iodo di siccità, <strong>la</strong> pioggia benedetta che facantare i contadini o le tribù che aspettano i monsoni. Ma ci sono anche le ondecalme di un <strong>la</strong>ghetto di montagna,mosse dal<strong>la</strong> brezza che haportato via le nuvole. Le ondedi un torrente che a vederle davicino o col binocolo hannocreste or<strong>la</strong>te di spuma come lecime <strong>dell</strong>e montagne or<strong>la</strong>te dineve, come le onde del marema senza risacca. Rivoli e ruscelli,torrenti e cascatelle sonostrumenti musicali, se sappiamoascoltarli.Tutto inizia col movimento.Movimenti improvvisi e catastroficio lenti e invisibili.Quanti ne puoi immaginare o ricordareosservando un paesaggio?Per immergerti in questopaesaggio ti proponiamo unadoccia un po’ partico<strong>la</strong>re: asciuttae non troppo fredda!Exhibit “Doccia acustica”24


Sezione primaLe sorgenti - i paesaggi energetici, movimenti e suoniExhibit “Movimento cristallizzato”Osservando le pietre di un luogo, “leggendo” i sassi sul greto di un corso d’acqua,si possono intuire le storie più lontane, in qualche caso anche quelle più vicine.Chiedersi da dove viene una pietra è <strong>la</strong> prima domanda <strong>per</strong> viaggiare <strong>nel</strong> tempocon <strong>la</strong> curiosità <strong>dell</strong>’osservatore attento o <strong>dell</strong>o studioso. Nel bacino del Sarcale formazioni rocciose si possono distinguere <strong>nel</strong>le due categorie principali <strong>dell</strong>erocce ignee intrusive e <strong>dell</strong>e rocce sedimentarie carbonatiche. Le due categorieben distinguibili anche ad una veloce osservazione, sono il prodotto di due processigeologici ben conosciuti. Definita l’origine di una roccia che possiamo averein mano, <strong>la</strong> sua forma ci può indicare qualcosa del<strong>la</strong> storia più recente.In una roccia si può riconoscere un “movimento cristallizzato” pensando al<strong>la</strong> sua origine.Hai provato a far roto<strong>la</strong>re una pal<strong>la</strong> di neve o di pasta di pane? Dopo un po’ diventatondeggiante e liscia. È lo stesso meccanismo <strong>per</strong> avere un sasso senza spigoli, maovviamente ci vogliono alcuni chilometri!L’acqua del torrente, quando è in piena, può far roto<strong>la</strong>re anche i sassi più grandi, dopoche sono caduti dalle pareti di roccia, <strong>per</strong> poi depositarli più a valle. Da quel puntoExhibit “Movimento cristallizzato”25


Sezione primaLe sorgenti - i paesaggi energetici, movimenti e suoniuna successiva piena può prenderli “in carico” e portarli ancora più a valle. Così, pienadopo piena, anche un pezzo di granito o di dolomia appuntito e spigoloso, dopo aver<strong>per</strong>corso chilometri e chilometri, può avere <strong>la</strong> forma... di un uovo di dinosauro.Ma il pezzo di granito e di dolomia da dove vengono?”Sassi di granitoSassi di feltro26


Sezione primaLe sorgenti - i paesaggi energetici, movimenti e suoni<strong>la</strong> dolomia, <strong>la</strong> roccia più comune del gruppo del Brenta e i famosi fossili. Forze similia quelle che hanno fatto risalire il magma raffreddato e cristallizzato, hanno fattoinnalzare questi strati dal fondo marino, a partire da 65 milioni d’anni fa.Cima Brenta Alta <strong>nel</strong> Gruppo <strong>dell</strong>e Dolomiti di Brenta28


Sezione primaLe sorgenti - i paesaggi energetici, movimenti e suoniExhibit “Sommelier d’acqua”Bevendo acqua io bevo vita, passato profondissimo, semplicità prima.Luigi Lombardi Val<strong>la</strong>uriLa moleco<strong>la</strong> <strong>dell</strong>’acqua è <strong>la</strong> moleco<strong>la</strong> più semplice: due atomi d’idrogeno e unod’ossigeno, sembra che non ci possa essere moleco<strong>la</strong> più semplice <strong>nel</strong>le infinitecombinazioni del<strong>la</strong> chimica. Nel<strong>la</strong> storia <strong>dell</strong>’universo <strong>la</strong> moleco<strong>la</strong> d’acqua è stata<strong>la</strong> prima ad essersi formata, solo successivamente sono comparse le altre molecolepiù complesse. È stupefacente confrontare i tempi <strong>nel</strong><strong>la</strong> storia del nostroPianeta in cui <strong>la</strong> vita era solo <strong>nel</strong>l’acqua con quelli in cui gli esseri viventi hannocominciato a vivere sul<strong>la</strong> terra ferma fuori dall’acqua. Per 3,5 miliardi di anni <strong>la</strong> vitasul<strong>la</strong> Terra esisteva solo <strong>nel</strong>l’acqua. Poi, solo 370 milioni di anni fa, i primi animalicominciarono a <strong>la</strong>sciare l’ambiente acquatico, ma in qualche modo un ambienteacquatico lo portiamo sempre dietro, o meglio, dentro. Il nostro corpo è fatto diacqua e vive di acqua, le nostre cellule sono acquosissime, infatti, <strong>la</strong> fluidità internaè condizione essenziale <strong>per</strong> <strong>la</strong> nostra sopravvivenza, <strong>per</strong> il funzionamento delnostro organismo, <strong>per</strong> il nostro metabolismo. L’embrione umano è ancora più acquosoe vive in un proprio sacco di acqua. Nel corpo più solido <strong>dell</strong>’adulto il 70%del peso è acqua.Bere acqua, magari da uno dei tanti rubinetti che abbiamo in casa, <strong>nel</strong><strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>o in ufficio, è un gesto quotidiano, ma non banale né scontato. Non è scontato<strong>per</strong> tantissime <strong>per</strong>sone <strong>nel</strong> mondo come anche in Italia, che non dispongono diacqua pulita. L’acqua, poi, non è tutta uguale. Lo sanno i consumatori sensibili alledifferenze tra acque “pesanti” e acque “leggere” <strong>per</strong> l’ambiente (vedi Suggerimentididattici).Le tre acque sono diverse? Qualisono le differenze? Odore, sapore...Una di queste acque è uscitada una bottiglia di p<strong>la</strong>stica. Saiquante strade ha <strong>per</strong>corso equanto carburante ci è voluto <strong>per</strong>portar<strong>la</strong> qui?La differenza di gusto, se <strong>la</strong> senti,vale tutti i chilometri di asfalto<strong>per</strong>corsi?Exhibit “Sommelier d’acqua”29


Sezione primaLe sorgenti - i paesaggi energetici, movimenti e suoniIn questo paesaggio tutto è connesso, ma non si tratta solo di connessioni costruitetra corsi d’acqua e centrali, agiscono altre connessioni che o<strong>per</strong>ano al<strong>la</strong>sca<strong>la</strong> locale e contemporaneamente a quel<strong>la</strong> globale, <strong>nel</strong> piccolo <strong>dell</strong>e condottetra <strong>la</strong>ghetti g<strong>la</strong>ciali al<strong>la</strong>cciati a turbine mastodontiche e <strong>nel</strong> grande del bi<strong>la</strong>nciotermico <strong>dell</strong>’atmosfera terrestre. La connessione tra elementi di paesaggio a diversescale si può intuire contando i ghiacciai estinti, osservando <strong>la</strong> lenta scomparsadi quelli rimasti, pensando al cambiamento climatico dovuto all’aumentodi anidride carbonica prodotta dai combustibili fossili. Un’altra connessione,forse (poco) più indiretta, <strong>la</strong> si dovrebbe intuire guardando alvei semiasciutti ditorrenti una volta importanti e spesso gonfi e pensando che <strong>per</strong> tenere accesauna so<strong>la</strong> <strong>la</strong>mpadina magari inutilmente (o una spia stand-by, una televisione,ecc.) bisogna incana<strong>la</strong>re in tubazioni e turbine, togliere dai torrenti circa un litrod’acqua al secondo. È importante tenere presente queste intuizioni in tutte lenostre azioni.Esempio di sorgente31


Sezione primaLe sorgenti - i paesaggi energetici, movimenti e suoniSuggerimento didattico 1 - “Osservo” con l’orecchioObiettivoL’obiettivo educativo mira a far acquisire <strong>la</strong> consapevolezza del<strong>la</strong> presenza <strong>dell</strong>’acqua<strong>nel</strong> nostro quotidiano. L’obiettivo specifico <strong>dell</strong>’attività è allenare all’ascoltodei suoni <strong>dell</strong>’acqua in diversi ambienti, attraverso uno stimolo di curiosità e divertimento.MaterialiContenitori d’acqua e oggetti domestici come bottiglie di vario tipo, baci<strong>nel</strong>le;canovacci o asciugamani <strong>per</strong> ovviare ad eventuali effetti col<strong>la</strong>terali.SvolgimentoRegistrare, rilevare i rumori <strong>dell</strong>’acqua <strong>nel</strong> proprio quotidiano a casa, ponendol’attenzione su come e in quanti modi, tutti i giorni, si utilizza l’acqua. Si consigliadi s<strong>per</strong>imentare/ascoltare alcuni rumori in c<strong>la</strong>sse <strong>per</strong> suggerire un esempiodi ascolto.Gli alunni devono poi ricreare in c<strong>la</strong>sse un partico<strong>la</strong>re rumore sentito, riprodottocon oggetti domestici (<strong>per</strong>cuotendo, svuotando in un certo modo contenitori odaltri oggetti). Per <strong>la</strong> riuscita <strong>dell</strong>’attività è importante richiedere una notevole precisione<strong>nel</strong><strong>la</strong> descrizione <strong>dell</strong>’evento sentito e riprodotto, oltre che <strong>nel</strong>l’esecuzione“musicale”. In modo tale da non accontentarsi, <strong>per</strong> esempio, di “un oggetto checasca in acqua”, ma chiedere (e fare in modo che chi ascolta si chieda) quale oggetto,da quale altezza, <strong>per</strong> quali motivi, e così via. Come conclusione si proponeun gioco di ascolto in cui <strong>la</strong> sfida è tra gli ascoltatori e rumoristi. Vince chi riesce afar riconoscere meglio le situazioni.NotaIl gioco può essere sviluppato fino a comporre una sequenza di rumori cercandodi raccontare anche senza parole una storia... sonora.32


Sezione primaLe sorgenti - i paesaggi energetici, movimenti e suoniSuggerimento didattico 2 - Suoni d’acquaObiettivoOsservare gli utilizzi <strong>dell</strong>’acqua, allenare all’ascolto e all’osservazione.MaterialiUn registratore digitale <strong>per</strong> ogni gruppo (molti lettori economici di file in formatomp3 hanno <strong>la</strong> possibilità di registrare suoni, come anche molti cellu<strong>la</strong>ri), un lettoredi file audio (è sufficiente anche un semplice computer con uscita audio oamplificato).SvolgimentoNel<strong>la</strong> prima fase <strong>la</strong> consegna ai singoli alunni o piccoli gruppi è di ascoltare e registrare<strong>la</strong> più grande varietà possibile di suoni collegati all’acqua (es. in luoghidiversi, da diversi utilizzi). La consegna può essere suddivisa in partenza <strong>per</strong> ambitosonoro, indirizzando <strong>la</strong> ricerca (ascolto e registrazione) ad esempio in casa,all’a<strong>per</strong>to, vicino al parco o nei pressi del torrente.Nel<strong>la</strong> seconda fase i suoni registrati sono condivisi in c<strong>la</strong>sse, anche attraverso ungioco a domande in cui vince chi riesce a fare indovinare i luoghi e le situazioniregistrate.NotaL’attività si presta a diversi gradi d’approfondimento, adeguando <strong>la</strong> complessità aidifferenti livelli sco<strong>la</strong>stici. Per i più grandi si suggerisce, sempre <strong>per</strong> gruppi, di arrivareal<strong>la</strong> composizione di una storia sonora, o più semplicemente di una situazione.Si tratta di montare con semplici programmi (disponibili gratuitamente in rete,es. Audacity, un programma di editing audio libero, http://audacity.sourceforge.net/) una sequenza di tracce sonore scegliendo tra quelle riportate in c<strong>la</strong>sse grazieal<strong>la</strong> ricerca. Si può ricreare il sonoro di una situazione di uso <strong>dell</strong>’acqua o di spreco(<strong>la</strong>vo i denti, <strong>la</strong>vo un bicchiere d’acqua, <strong>la</strong>sciando il rubinetto completamentea<strong>per</strong>to) oppure si può raccontare, con più fantasia, una storia sonora (un’idea: ilviaggio di una monetina che casca in un tombino durante una pioggia torrenziale...).33


Sezione primaLe sorgenti - i paesaggi energetici, movimenti e suoniSuggerimento didattico 3 - Sommelier d’acquaObiettivoRiflettere sul consumo <strong>dell</strong>’acqua in bottiglia. Obiettivo specifico <strong>dell</strong>’attività è affinareil gusto... <strong>per</strong> l’acqua locale (se è veramente migliore).MaterialiAcque di diversa provenienza, commerciali e non (es. dai rubinetti del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>,da fontane o dall’acquedotto di comuni vicini ma con diversi substrati geologici).SvolgimentoNel<strong>la</strong> prima fase si propone una “palestra del gusto”: una fase di allenamento epreparazione (<strong>per</strong> “diventare sommelier d’acqua”). Vengono fatte assaggiare inc<strong>la</strong>sse diverse soluzioni di acqua e sale e di acqua e zucchero, verificando insiemeagli alunni quale è <strong>la</strong> minima quantità di sale e di zucchero disciolti <strong>per</strong>cepita inc<strong>la</strong>sse. Le quantità vanno rive<strong>la</strong>te solo al<strong>la</strong> fine e confrontate sempre con un campione“bianco” (senza sale né zucchero) sconosciuto agli assaggiatori.Si preparano e si dispongono diverse acque <strong>per</strong> l’assaggio guidato. La guida dovrebbeevidenziare differenze organolettiche, eventualmente anche olfattive evisive.NotaL’attività si presta ad approfondimenti di chimica (es. concetto di soluzione liquida)e fisiologia umana (es. il gusto e le papille gustative, l’olfatto).Esempio di sorgente34


Sezione primaLe sorgenti - i paesaggi energetici, movimenti e suoniSuggerimento didattico 4 - Chiare fresche... etichette, l’acqua in bottigliaObiettivoLeggere e capire le etichette <strong>dell</strong>e acque commerciali (di cui l’Italia è stata dal1990 fino ad almeno il 2002 il più grande produttore al mondo!). Riflettere sulledifferenze tra acqua locale pubblica e acqua commerciale.MaterialiEtichette di acque commerciali, dati <strong>dell</strong>e analisi chimico-fisiche sull’acqua potabiledel comune (solitamente disponibili presso lo stesso comune), collegamentointernet.SvolgimentoNel<strong>la</strong> prima fase, <strong>la</strong> consegna individuale è di raccogliere alcune etichette di acquacommerciale (possibilmente quel<strong>la</strong> comprata dal<strong>la</strong> famiglia, senza comprarneapposta). La raccolta può essere fatta anche tramite internet (ci sono collezionistidi etichette, in questo caso basterebbe recu<strong>per</strong>are le immagini e stamparle).La ricerca deve includere l’acqua <strong>dell</strong>’acquedotto comunale, raccogliendo leinformazioni generalmente riportate sulle etichette <strong>dell</strong>’acqua in bottiglia quali<strong>Quattro</strong> marchi d’acqua imbottigliata in Provincia di Trento (da “acqua2o - collezionismo etichetteacque minerali e altro” http://www.acqua2o.it)35


Sezione primaLe sorgenti - i paesaggi energetici, movimenti e suoniresiduo fisso, pH, calcio, nitrati (dati disponibili presso l’ufficio tecnico del comuneo il gestore del<strong>la</strong> distribuzione).Nel<strong>la</strong> seconda fase, in c<strong>la</strong>sse, si condividono i risultati del<strong>la</strong> ricerca. Le etichettevengono confrontate e suddivise <strong>per</strong> categorie secondo le informazioni riportatesulle etichette stesse come: distanza di provenienza o imbottigliamento dal luogodi consumo/acquisto, data di imbottigliamento, data <strong>dell</strong>e analisi fisico-chimiche,residuo fisso, calcio, nitrati. Può essere interessante visualizzare su una mappa confili colorati le diverse distanze tra luogo d’imbottigliamento e luogo di consumo/acquisto.Sono disponibili utili siti sul<strong>la</strong> qualità <strong>dell</strong>e acque commerciali, sul<strong>la</strong> lettura <strong>dell</strong>eetichette e sulle soglie di legge <strong>per</strong> i vari composti chimici segna<strong>la</strong>ti <strong>nel</strong>le etichette:- Guida all’interpretazione <strong>dell</strong>’etichetta d’acqua minerale:http://www.acqua2o.it/a_varie/etichetta/etichetta.htm,http://www.sviluppoeconomico.gov.it/pdf_upload/documenti/phpvAC3wk.pdf ;A proposito di composizione chimica, un cenno ai nitrati. Generalmente una presenzadi nitrati è un segno di contaminazione del<strong>la</strong> falda o del<strong>la</strong> sorgente da partedi attività umane (allevamento, agricoltura e concimazione, nei casi peggiori anchescarichi fognari). Il limite di legge italiano <strong>per</strong> le acque potabili è di 45 mg/l, illivello d’attenzione <strong>per</strong> i neonati definito dall’OMS è di 10 mg/l. Per il principio diprecauzione, quindi, meno ce n’è meglio è. In alcune acque in bottiglia <strong>la</strong> quantitàdi nitrati è cresciuta negli anni...36


Sezione primaLe sorgenti - i paesaggi energetici, movimenti e suoniSuggerimento didattico 5 - Il vero peso di una bottiglia d’acquaObiettivoRiflettere sul peso ambientale del consumo di acqua locale pubblica e di acquacommerciale. Obiettivo specifico: far conoscere l’approccio <strong>dell</strong>’analisi al ciclo divita di un prodotto (LCA, Life Cycle Assessment).MaterialiEtichette di acque commerciali, collegamento internet, bi<strong>la</strong>ncia con risoluzionedi 1 grammo.SvolgimentoS’inizia valutando quanto pesa una bottiglia d’acqua, pesando effettivamente alcunebottiglie possibilmente di diverse marche e materiali (p<strong>la</strong>stica, vetro). A partiredalle informazioni riportate sulle etichette (distanza di provenienza o imbottigliamento)si propone un’analisi guidata dei consumi diretti e indiretti di risorseambientali legati al consumo di una bottiglia di acqua commerciale. L’analisi deveconsiderare tutto il <strong>per</strong>corso produttivo e <strong>la</strong> destinazione finale del<strong>la</strong> bottiglia: imbottigliamento,imbal<strong>la</strong>ggio, trasporto, vendita, acquisto, consumo, smaltimento.La complessità <strong>dell</strong>e analisi deve essere tarata al livello sco<strong>la</strong>stico.Ad un primo livello di approssimazione, si possono considerare so<strong>la</strong>mente le distanze.Sapendo che mediamente un TIR consuma un litro di gasolio ogni 5 km<strong>per</strong>corsi, si può calco<strong>la</strong>re grosso<strong>la</strong>namente <strong>la</strong> quantità di carburante consumata<strong>per</strong> ogni etichetta. Affinando il calcolo si può considerare il numero approssimativodi bottiglie trasportate in un viaggio, si può ottenere <strong>la</strong> quantità di carburantespeso <strong>per</strong> <strong>la</strong> singo<strong>la</strong> bottiglia. Nel suo viaggio un TIR consuma anche pneumatici,ogni 10.000 km circa è necessario un cambio di pneumatici. Anche questo cambiocontribuisce al “vero peso” del<strong>la</strong> bottiglia di partenza. Poi c’è il consumo di carburante<strong>per</strong> andare a comprare <strong>la</strong> bottiglia in negozio, <strong>per</strong> portare quel<strong>la</strong> bottiglia acasa. Infine si consuma carburante <strong>per</strong> portar<strong>la</strong> via, <strong>per</strong> smaltir<strong>la</strong> in discarica o inimpianto di ricic<strong>la</strong>ggio.Ad un livello più complesso, ogni fattore può essere anche convertito in chilogrammidi anidride carbonica emessi, così facendo altri fattori possono essere inclusi,quindi sommati e confrontati.NotaNon è necessario giungere ad un’analisi completa ed approfondita; ci si può fermareal calcolo <strong>dell</strong>e distanze. L’importante è annotare e visualizzare in modo interessantetutti i numerosi passaggi che compie una bottiglia d’acqua naturale<strong>per</strong> arrivare sul<strong>la</strong> nostra tavo<strong>la</strong>. Riguardo al calcolo <strong>dell</strong>’anidride carbonica prodottadai nostri consumi sono disponibili molti materiali anche didattici in internet,spesso associati al tema <strong>dell</strong>’impronta ecologica. Alcuni siti utili:37


Sezione primaLe sorgenti - i paesaggi energetici, movimenti e suoni- FuturEnergia Homepage:http://www.futurenergia.org- Ecological Footprint Calcu<strong>la</strong>tor:http://www.bestfootforward.com/footprintlife.htmhttp://footprint.wwf.org.uk/- European commission - Environment - Climate change - How can you controlclimate change?http://ec.europa.eu/environment/climat/campaign/index_en.htmhttp://www.mfe.govt.nz/publications/about/environz/environz-mar08/page5.html38


Sezione primaLe sorgenti - i paesaggi energetici, movimenti e suoniSuggerimento didattico 7 - Sedimentazioni... dopo <strong>la</strong> tempestaObiettivoOsservare e capire il processo di sedimentazione.MaterialiAcqua, terra (humus, strato di foglie marcescenti o simili), sabbia di diversa granulometria(argil<strong>la</strong>, sabbia fine, grosso<strong>la</strong>na, ghiaia, ciottoli), contenitori <strong>per</strong> l’acquatrasparenti (es. baci<strong>nel</strong><strong>la</strong> trasparente, vaschette o simili). Ideale raccogliere i materialiall’a<strong>per</strong>to (es. <strong>nel</strong> bosco, <strong>nel</strong> giardino) insieme al<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse.SvolgimentoSi riempie a metà il contenitore con <strong>la</strong> terra e <strong>la</strong> sabbia raccolta, poi <strong>la</strong> secondametà con acqua. Si mesco<strong>la</strong> energicamente il tutto, cercando di sospendere tuttii materiali. Dopo <strong>la</strong> sospensione si annota il tempo e si <strong>la</strong>scia sedimentare, anche<strong>per</strong> uno o più giorni (se presente sabbia fine o argille). La sedimentazionecrea una separazione <strong>per</strong> granulometria e densità dei diversi materiali sospesi. Siannotano le diverse velocità di sedimentazione dei differenti materiali, ovvero iltempo trascorso <strong>per</strong> riuscire a distinguere <strong>la</strong> loro separazione dall’acqua sul fondo.Quest’osservazione è resa più facile se si dispongono diversi contenitori, uno<strong>per</strong> i materiali misce<strong>la</strong>ti insieme, gli altri <strong>per</strong> osservarli singo<strong>la</strong>rmente.NotaL’attività si presta ad approfondimenti di geologia e successive osservazioni all’a<strong>per</strong>to(es. osservazione dei corsi d’acqua dopo una pioggia o foto di diversi fiumieuropei e tropicali: ogni colore <strong>dell</strong>’acqua denota <strong>la</strong> sospensione di materiali diversi).40


Sezione secondaLa forra - il Sarca meno visibile (...oggi)Sezione secondaLa forra - il Sarca meno visibile (...oggi)Exhibit “La forra”Nel suo corso accoglie ora rivi, <strong>per</strong>enni, ora fiumi di qualche considerazione,e passando <strong>per</strong> mezzo <strong>la</strong> Valle di Rendena tiene linea quasi meridionale; indi colrivolgersi a mattina divide un tratto di fertile terra ed amena, fin che ca<strong>la</strong>ndo <strong>per</strong>angusta valle e fessure profonde di rocce sbocca sopra una pianura detta le Sarche.da “Le memorie di padre Cipriano Gnesotti”, 1786Tracce di epoche passate e di coraggiose lotte con il <strong>fiume</strong> caratterizzano i paesaggi diquesto tratto di Sarca, che scorre da Tione fino al “Pian del Sarca”. Qui il Sarca spessosi nasconde agli occhi distratti <strong>dell</strong>’automobilista ma anche agli abitanti di oggi, insinuandosi<strong>nel</strong>le forre, in tratti stretti di valle dai <strong>la</strong>ti scoscesi e pareti rocciose.La discesa del Sarca non è sempre stata p<strong>la</strong>cida e timida, come oggi possiamo osservare,<strong>per</strong> <strong>la</strong> poca acqua <strong>nel</strong> greto. Passaggi profondi, fragorose cascate, luoghi difficilida visitare ma che nascondono spettacoli naturali, sconosciuti ai più. Anche questo èil Sarca, un torrente che può fare molte altre cose oltre che semplicemente “scendere”.Exhibit “Forra”41


Sezione secondaLa forra - il Sarca meno visibile (...oggi)Il paesaggio del Sarca visto in velocità... scompare42


Sezione secondaLa forra - il Sarca meno visibile (...oggi)43


Sezione secondaLa forra - il Sarca meno visibile (...oggi)Il Sarca... muoveSe oggi il Sarca alimenta le centrali idroelettriche, una volta il Sarca muoveva muliniidraulici, bril<strong>la</strong>toi da orzo, frantoi <strong>per</strong> olive, pestini <strong>per</strong> gesso e <strong>per</strong> ossa da concime,gualchiere <strong>per</strong> <strong>la</strong> battitura del<strong>la</strong> <strong>la</strong>na di Loden, segherie al<strong>la</strong> veneziana, mantici e magli<strong>dell</strong>e fucine dei fabbri.Nel <strong>per</strong>iodo del Concilio (metà del Cinquecento) solo <strong>nel</strong><strong>la</strong> valle Rendena sono testimoniati30 impianti tra mulini, fucine e segherie. Ma già prima erano diffuse macchinead acqua <strong>nel</strong> bacino del Sarca: uno dei primi mulini documentati in Trentino risaleMulini <strong>nel</strong> <strong>per</strong>iodo 1194-1297Mulini <strong>nel</strong> <strong>per</strong>iodo 1300-140044


Sezione secondaLa forra - il Sarca meno visibile (...oggi)al 1194 proprio a Riva - Arco. E tra le prime segherie ad acqua sono nominate quelledi Ceniga del 1305.Per aumentare <strong>la</strong> potenza <strong>dell</strong>’acqua sulle ruote si costruivano sbarramenti completio <strong>la</strong>terali sul corso d’acqua, detti “ussare”, che innalzavano il livello <strong>dell</strong>’acqua accumu<strong>la</strong>ndo<strong>la</strong>e scaricando<strong>la</strong>, attraverso canali, sulle ruote. Così o<strong>per</strong>arono le ussare diPonte Arche e di Arco.Una curiosità: già in passato l’acqua era una risorsa contesa! Pochi anni dopo il primomulino documentato (<strong>nel</strong> 1210) è registrata <strong>la</strong> distruzione di un mulino sul Sarca adArco, <strong>per</strong>ché impediva <strong>la</strong> pesca!Mulini <strong>nel</strong> <strong>per</strong>iodo 1500-1600Mulini <strong>nel</strong> <strong>per</strong>iodo 1600-180045


Sezione secondaLa forra - il Sarca meno visibile (...oggi)Il Sarca... trasportaCercasi capo conduttore!Pur non avendo una portata sufficiente al trasporto su barca, il Sarca era usato ugualmente<strong>per</strong> trasportare a valle i tronchi, di cui c’era grandissima richiesta da parte del<strong>la</strong>Serenissima.Nel 1417 <strong>la</strong> fluitazione lungo il Sarca è segna<strong>la</strong>ta <strong>per</strong> i danni agli argini dovuti proprioai tronchi trascinati dal<strong>la</strong> corrente. Tutti i torrenti in realtà erano utili a questo scopo,anche sul piccolo torrente Ponale i tronchi erano trascinati a valle e portati a Rivadall’omonimo porticciolo.Come facevano se non c’era abbastanza acqua <strong>per</strong> far fluitare i pesanti tronchi?Si provocavano <strong>dell</strong>e piene artificiali, dopo aver accumu<strong>la</strong>to masse d’acqua, con <strong>la</strong>costruzione di sbarramenti, temporanei o <strong>per</strong>manenti, chiamati serre o stùe. Con essesi era in grado di trasportare il legname a valle, <strong>per</strong> lo meno a singhiozzo.Dove costruiresti una stùa lungo il Sarca?Come in tutti i torrenti importanti c’era all’epoca il “capo conduttore <strong>dell</strong>e legne”, responsabiledel<strong>la</strong> fluitazione e che coordinava i ratiarii, gli addetti al trasporto su zattere,e i contadori. Cosa facevano questi ultimi, secondo te?Per secoli il legname ha raggiunto i suoi mercati sull’acqua, una pratica economicamentevantaggiosa nata anche dall’esigenza di supplire al<strong>la</strong> mancanza di stradecarrozzabili. La fluitazione è propriamente questo: il trasporto di tronchi galleg-“È curioso il modo in cui vien fatta <strong>la</strong> Serra, e terribile quello <strong>per</strong> cui si fa <strong>la</strong> menata.L’acqua del rio è scarsa e di poca forza, insufficiente a spingere innanzi una grossamassa di legni; onde si pensò di accrescerne il volume e l’impeto...Nelle parti su<strong>per</strong>iori del monte il fiumicello deve scorrere fra strette ed altissimesponde rocciose dopo esser uscito da ben ampi bacini.Ora chiudendo <strong>per</strong> mezzo di provvisorie dighe infra quelle sponde <strong>la</strong> via <strong>dell</strong>’acqua,questa si al<strong>la</strong>rga <strong>per</strong> entrare a questi vasti bacini e se ne fa un gran serbatoio.Levate a un tratto le serre, esce poscia da quello con forza indescrivibile facendotremar le rive e portando a sé dinnanzi tutto quello che incontra. I fusti di immensialberi e i grossi ceppi, gettati prima <strong>nel</strong> letto del torrente, vengono trasportaticon mirabile celerità...Per evitare qualche disgrazia si costuma di far <strong>per</strong>venire all’altare tutti i valligianidel dì e <strong>dell</strong>’ora che si hanno a toglier le dighe, ma non sempre vi si riesce.”Da Aa.Vv., 198046


Sezione secondaLa forra - il Sarca meno visibile (...oggi)gianti lungo i corsi d’acqua. Le tecniche <strong>per</strong> fluitare variavano secondo <strong>la</strong> morfologia<strong>dell</strong>e valli, l’idrologia dei corsi d’acqua e <strong>la</strong> natura del legname da fluitare. Illegname, tagliato in pezzi (bore), era avviato ai corsi d’acqua, facendolo scivo<strong>la</strong>relungo le pendici dei monti nei canaloni o <strong>nel</strong>le piste costruite da tronchi scortecciati.In caso di portata insufficiente, il corso d’acqua veniva ostruito da unosbarramento di legname, questo partico<strong>la</strong>re tipo di diga si chiamava “stùa”. La stùaera costruita in luoghi adatti, <strong>nel</strong>le strettoie <strong>dell</strong>e valli, dette <strong>per</strong> questo motivo“chiuse”, i tronchi venivano ammassati subito a monte del<strong>la</strong> stùa. Quando il momentoera adatto al<strong>la</strong> fluitazione <strong>per</strong> via <strong>dell</strong>e piogge o del disgelo, gli sbarramentivenivano improvvisamente a<strong>per</strong>ti. Grazie alle piene, provocate artificialmentecon il ri<strong>la</strong>scio <strong>dell</strong>’acqua accumu<strong>la</strong>ta, i tronchi venivano trasportati anche lungoi torrenti minori. Era un <strong>la</strong>voro molto duro, che richiedeva grande es<strong>per</strong>ienza daparte dei boscaioli che sovrintendevano al<strong>la</strong> fluitazione. Essi dovevano, infatti, disincagliarei tronchi che, durante il trasporto, si fossero arenati e accatastarli <strong>nel</strong>porticciolo di arrivo, in genere presso una segheria a valle, nonché control<strong>la</strong>re ilbuon andamento del<strong>la</strong> fluitazione. Dato che era fatto obbligo di evitare danni alle<strong>per</strong>sone o alle cose durante <strong>la</strong> fluitazione del legname, si doveva sottoscrivere erichiedere il <strong>per</strong>messo alle autorità competenti <strong>per</strong> svolger<strong>la</strong>. Il <strong>per</strong>messo moltevolte obbligava ad approntare, in posti partico<strong>la</strong>ri, o<strong>per</strong>e di difesa dai tronchi fluitati,soprattutto in prossimità di ponti o derivazioni di rogge.Prima di essere trasportato, il legname era marcato con sigle partico<strong>la</strong>ri. Prima diaprire le “stùe”, era d’obbligo avvisare con congruo anticipo <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione, ondeevitasse di trovarsi nei paraggi. Ogni fluitazione di legname si chiamava “condotta”e il <strong>per</strong>messo di svolger<strong>la</strong> veniva richiesto dal proprietario del legname.Per avere un’idea del<strong>la</strong> fluitazione e dei suoi <strong>per</strong>icoli si riporta una testimonianzastorica di una regione diversa da quelle del bacino del Sarca ma con indiscutibilianalogie.Il Sarca <strong>nel</strong> bacino di Ponte Pià47


Sezione secondaLa forra - il Sarca meno visibile (...oggi)Il Sarca... distruggeIo sono colui che nasce <strong>nel</strong>le aeree Alpi, e in meinnumerevoli monti scaricano il peso <strong>dell</strong>e nevi;dalle cime strappando macigni.dal poema del XVI sec. attribuito a Niccolò d’ArcoGià i primi storici insediamenti stabili erano esposti alle <strong>per</strong>iodiche piene del Sarca.Nel Medioevo l’avvicinamento dei vil<strong>la</strong>ggi alle acque correnti, dettate dalle necessitàd’approvvigionamento idrico e di movimento <strong>dell</strong>e ruote da mulino, dovette essereaccompagnato dal<strong>la</strong> costruzione di innumerevoli “roste”: argini dapprima rustici, poisempre più <strong>per</strong>fezionati. La prima certa testimonianza di eventi catastrofici risale al1500: con <strong>la</strong> cronaca di una terribile inondazione del Sarca <strong>nel</strong>l’alta Val Rendena. Numerosefurono le notizie successive fino al<strong>la</strong> storia recente <strong>dell</strong>e alluvioni <strong>nel</strong> Novecento(prima fra tutte quelle del 1966).Una curiosità: negli ultimicento anni, facendoun’analisi degli anni incui è stato riscontratoil maggior numero dieventi ca<strong>la</strong>mitosi censiti,questi sono risultatiessere il 1951, 1960,1966, 2000 (in assolutoil più “ca<strong>la</strong>mitoso”con un totale di 1609eventi) e 2002. Ad essicorrispondono eventica<strong>la</strong>mitosi eccezionali(grandi alluvioni enumerose frane) chehanno provocato gravidanni su tutto il territoriotrentino.L’erosione del rio Bedù diS. Valentino minaccia <strong>la</strong>canonica di Vil<strong>la</strong> Rendena,da Malpaga e Mussi (a curadi), 200448


Sezione secondaLa forra - il Sarca meno visibile (...oggi)Forra del Limarò(Professional Photo di Luigi Bosetti)49


Sezione secondaLa forra - il Sarca meno visibile (...oggi)di Ledro, si recò a visitarlo e lo convinse e tentare di introdurre e sviluppare <strong>la</strong>piscicoltura <strong>nel</strong> Trentino. Nel 1879 fu fondata <strong>la</strong> “Società di Pescicoltura di Torbole”.Al<strong>la</strong> piscicoltura fu riconosciuto il compito di contribuire al ripopo<strong>la</strong>mento delpatrimonio ittico dei <strong>la</strong>ghi e dei torrenti, tanto che fu sostenuta prima dal<strong>la</strong> Dietadi Innsbruck, quindi dal Consiglio Provinciale d’Agricoltura <strong>per</strong> il Tirolo. Lo stabilimentodi Torbole contribuì al ripopo<strong>la</strong>mento non solo del Sarca ma anche di moltialtri fiumi del Trentino: Noce, Novel<strong>la</strong>, Rabbies, Meledrio, Arnò, Brenta e Fersina.Lo stabilimento esportava uova embrionate anche a molte piscicolture italiane,in partico<strong>la</strong>re a Belluno, Roma, Firenze Brescia, Sassari e Cagliari, e fu addiritturaapprezzato e più volte premiato in Svizzera e in Germania.L’impianto di Torbole fu anche scuo<strong>la</strong>, lì furono istruiti e formati tecnici che andaronoa fondare lo stabilimento ittiologico a Predazzo. Dal successo di Torbole e diPredazzo, si pensò di potenziare i risultati <strong>per</strong> il ripopo<strong>la</strong>mento di altri corsi d’acquain altre zone, tanto che <strong>nel</strong> 1896 erano attivi incubatoi di valle a Vigo Lomaso,Bersone, Condino, Giustino, Taio e Malè.Per un interessante approfondimento si rimanda al<strong>la</strong> pubblicazione a cura di EnnioLappi (2008), “La piscicoltura <strong>nel</strong><strong>la</strong> Judicaria dalle origini al<strong>la</strong> metà del ’900”:un’esauriente raccolta di vicende e dati sull’evoluzione degli impianti di pescicoltura.Il Sarca in Bassa Rendena51


Sezione terzaLa foce - i rami fertili del SarcaSezione terzaLa foce - i rami fertili del SarcaExhibit “La foce”Il Sarca sbocca sopra <strong>la</strong> pianura fin che ca<strong>la</strong>ndo <strong>per</strong> angusta vallee fessure profonde di rocce sbocca sopra una pianura detta le Sarche,bagna le terre del Contado di Arco e mette <strong>nel</strong> Lago di Garda anticamente dettoLacus Benacus (...) Molte ville sono sparse abitate da numerosa genteamante del<strong>la</strong> fatica, dedita ad esercitarsi in arti ed in agricoltura.da “Le memorie di padre Cipriano Gnesotti”, 1786Il Sarca, raggiunta <strong>la</strong> Valle dei Laghi, sembra acquietarsi. Qui il torrente selvaggio<strong>dell</strong>e forre viene addomesticato: a tratti incana<strong>la</strong>to in un rigido corso di argini retti,suddiviso in una serie di canali o rogge. Si può dire che il Sarca si estende dap<strong>per</strong>tutto<strong>nel</strong><strong>la</strong> piana, come radici... al contrario: che anziché succhiare acqua dal terreno <strong>la</strong>distribuisce, attraverso <strong>la</strong> rete di canali, capil<strong>la</strong>rmente a tutte le attività che l’uomosvolge ormai da tempo. Il torrente da minaccia è passato ad alleato <strong>dell</strong>e attività produttivee risorsa anche <strong>per</strong> il tempo libero. Alcuni si ricordano ancora di aver fattoabitualmente il bagno <strong>nel</strong> Sarca. Oggi molti turisti peda<strong>la</strong>no lungo le sue rive. Oggic’è, <strong>per</strong>ò, il rischio che venga trascurato, che <strong>la</strong> sua presenza sia sfuocata dalle nostrefrette, i suoi rami nascosti dai nostri edifici.Exhibit “La foce”52


Sezione terzaLa foce - i rami fertili del SarcaExhibit “Carte storiche”Il corso del Sarca non è sempre stato come lo vediamo oggi. Ogni corso d’acqua sifa strada, urta, erode, scava il <strong>per</strong>corso che più gli aggrada. Quando non limitato daussare, stùe e roste, il Sarca appena poteva si riprendeva tutto il terreno <strong>per</strong>duto.Com’era il suo corso 100 anni fa? E 500 anni fa?È possibile ricostruire <strong>la</strong> storia recente dalle precise cartografie dei cartografi austro-ungaricidel 1860 in poi. Più indietro si ha a disposizione spesso un’interpretazionesoggettiva del corso del Sarca piuttosto che una rappresentazione corretta.Qui si mostra una sequenza di immagini cartografiche prodotte lungo un <strong>per</strong>iododi 600 anni che riportano l’evoluzione del tratto finale del Sarca.Dal confronto di queste antiche mappe e rappresentazioni pittoriche si può intuire l’evoluzione<strong>dell</strong>e foci del Sarca. In passato probabilmente vi era un vero e proprio delta ramificatoExhibit “Carte storiche”53


Sezione terzaLa foce - i rami fertili del SarcaIncisione di Johann Christoph Steinberg (1708), da Turri (a cura di), 1997Quando lo chiamavamo “<strong>la</strong> Sarca”Il Sarca ha acquisito <strong>la</strong> forma attuale grazie agli interventi <strong>dell</strong>’uomo lungo i secoli.Le roste venivano utilizzate <strong>per</strong> sottrarre ampie zone inondabili, dette ischie, aicorsi d’acqua, <strong>per</strong> <strong>la</strong> coltivazione. Il Pian del Sarca tra Toblino e Dro era un’immensaischia sconvolta <strong>per</strong>iodicamente dalle piene del <strong>fiume</strong>, già <strong>nel</strong> XVI secolo. Perl’impulso dei signori di Madruzzo si eressero gli argini <strong>per</strong> bonificare <strong>la</strong> piana tra il<strong>la</strong>go di Toblino e l’abitato di Pietramurata, a scopo agricolo.Nel 1803 si fece il primo “taglio del Sarca” a partire dal territorio di Pietramurata.Gli interventi di taglio e rettifica continuarono durante tutto quel secolo fino aiprimi decenni del Novecento. Al 1912 risale le rettifica del<strong>la</strong> parte terminale presso<strong>la</strong> foce a Torbole.Interessante è notare come il Sarca ha avuto un naturale andamento sinuoso omeandriforme (vedi mappe storiche). Ma quando in tempi recenti si è ritenuto diraddrizzare il suo corso <strong>per</strong> dedicare spazio a nuove attività agricole, il <strong>fiume</strong> hapoi provato a “riconquistare” i terreni sottratti, durante le piene. Nel 16 settembre1960 il <strong>fiume</strong> inondò nei pressi del Ponte Gobbo i terreni che gli uomini gli avevanosottratto attraverso <strong>la</strong> seco<strong>la</strong>re o<strong>per</strong>a di bonifica del Pian del Sarca.54


Sezione terzaLa foce - i rami fertili del SarcaIl Sarca o <strong>la</strong> Sarca?Sono giuste entrambe le due denominazioni, entrambe antiche e usate <strong>nel</strong> passato.E nemmeno <strong>nel</strong> passato ci si decideva <strong>per</strong> l’una o <strong>per</strong> l’altra denominazione.Il padre Cipriano Gnesotti <strong>nel</strong>le sue memorie (1786) par<strong>la</strong> di “due fiumi considerevoli,<strong>la</strong> Sarca e il Clifi” (Chiese). Nel poema del XVI sec. attribuito a Niccolò d’Arco “ilSarca” è “colui che nasce <strong>nel</strong>le aeree Alpi”.Il femminile “La Sarca” trae origine dal<strong>la</strong> radice “ser/sar” - scorrere, quindi dall’etimofemminile con il significato di acqua corrente, derivante a sua volta da un termineceltico re<strong>la</strong>tivo a una divinità. Al<strong>la</strong> medesima radice dovrebbero rifarsi anchediversi altri idronimi come il lombardo Serio e il lucano Sarno. Il nome al femminileè tuttora in uso nei dialetti di alcuni paesi lungo il suo corso. Il maschile in passatosembra essere usato principalmente dagli intellettuali come derivazione “colta”del <strong>la</strong>tino. Nonostante anche in <strong>la</strong>tino comparisse al femminile.I Consorzi acquatici <strong>dell</strong>’Alto GardaLe o<strong>per</strong>e di bonifica hanno <strong>per</strong>messo un discreto sviluppo <strong>dell</strong>’agricolturalocale, come si vedrà più avanti. Questo grazie all’o<strong>per</strong>a di numerosi consorzi,o comprensori, nati <strong>nel</strong>l’area <strong>dell</strong>’Alto Garda, soprattutto dopo l’alluvionedel 1882:- Consorzio del Torrente Varone (costituito <strong>nel</strong> 1816)- Consorzio Vallone <strong>nel</strong> comune di Nago (1836)- Consorzio Fitta Vecchio di Oltresarca (1897)- Consorzio Fitta di Romarzollo (1844)- Consorzio Fitta di Pattone (1855)- Consorzio Fitta di Ceniga (1875)- Consorzio di difesa contro il torrente Albo<strong>la</strong> <strong>nel</strong> comune di Riva (1872)- Consorzio di difesa dal Sarca presso <strong>la</strong> Moletta-Arco(1890)- Comprensorio Daino e Sezioni (1870)- Consorzio Lori-Linfano (1889)- Consorzio di irrigazione di Fies (1890)- Consorzio del<strong>la</strong> Picciosa a Dro(1897)- Consorzio Fibbiè di Oltresarca (1880)- Consorzio di difesa <strong>dell</strong>e campagne di Maza e Merizzo contro il Fiume Sarca(1892)- Consorzio di difesa <strong>dell</strong>e campagne di Brazzera contro il <strong>fiume</strong> Sarca (1894)Da CD ROM “La Sarca e l’energia”55


Sezione terzaLa foce - i rami fertili del SarcaSecondo il “Dizionario toponomastico tridentino” (Lorenzi, 1932) il termineSarca si trova negli Atti di San Vigilio (472): “cum <strong>per</strong>venissent ad fluviam nomineSarcham”, “et dicitur in fluvium qui dicitur Sarca”. Il Lorenzi cita un autoreveronese del 1625: “nasce dai <strong>la</strong>ghi di Nambino e ritorto un ramo l’altroramo in val di Genova, <strong>la</strong> Sarcha”. Specificatamente Sarca condivide l’etimologiacon alcuni altri corsi d’acqua: at-ach l’Adige, var-ach il Varro o Varone,sar-ach <strong>la</strong> Sarca.Il Sarca nei pressi di Tione56


Sezione terzaLa foce - i rami fertili del SarcaSuggerimento didattico 9 - Mappa del mio PaesaggioLa storia del<strong>la</strong> cartografia, se interpretata come descrizione di uno spazio, è lunghissima;ha verosimilmente preceduto <strong>la</strong> scrittura (si pensi ai graffiti preistoricidel<strong>la</strong> cosiddetta “mappa di Bedolina” in val Camonica). La cartografia rappresentail “desiderio universale di rappresentare lo spazio in cui si vive e ci si muove; diordinare il mondo stabilendo una corre<strong>la</strong>zione tra i luoghi, funzionalizzando <strong>la</strong>distanza” (Zumthor, 1995).Questo bisogno può essere letto in senso ecologico: <strong>la</strong> “corre<strong>la</strong>zione tra i luoghi” eil “funzionalizzare le distanze” è un modo di dire che l’uomo come organismo coscientecerca, riconosce e localizza le risorse, stabilisce e riconosce <strong>dell</strong>e re<strong>la</strong>zionispaziali e funzionali. Così fanno anche gli altri animali, come si è detto, quando“paesano”.Un luogo è molto di più che una su<strong>per</strong>ficie, insieme di elementi naturali e costruitigiustapposti. Un luogo include memorie, spesso collettive, azioni e re<strong>la</strong>zioni, valorie risorse, e comporta numerosi e complessi significati molto più vicini al<strong>la</strong> <strong>per</strong>cezionecognitiva/emotiva che non all’estensione spaziale, oggetto del<strong>la</strong> geografia.ObiettivoRiconoscere le re<strong>la</strong>zioni risorse-bisogni di un paesaggio, quindi l’origine dei significatisedimentati in un territorio, studiare e capire il processo di “paesamento”.Nello specifico si propone di esplicitare il proprio paesaggio, evidenziando lerisorse riconosciute da ognuno, localizzate rispetto ai propri bisogni quotidiani,siano essi primari e concreti o indiretti e astratti.MaterialiCarta e materiali da disegno, carta topografica (opzionale) e macchina fotografica.SvolgimentoDopo un’introduzione al concetto di “paesare” si chiede agli studenti di annotaree rappresentare individualmente tutte le proprie “risorse” e i propri “bisogni” delproprio paesaggio quotidiano, ad esempio: bisogno “giocare a basket” -> risorsa“palestra”, bisogno “collezionare giochi elettronici” -> risorsa “negozio preferito”.Si tratta, in altre parole, di definire gli elementi costitutivi degli ambienti vissuti.Poi, in plenaria, ogni studente presenta, se vuole, agli altri il proprio “paesaggio”.Successivamente si cerca di comporre più paesaggi in unica mappa di paesaggi(non necessariamente un’unica mappa <strong>per</strong> tutta <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse), con appunti, schizzi,disegni, fotografie, colori e divertimento. Per <strong>la</strong> raccolta di materiali si consigliauna camminata di osservazione guidata con <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse e osservazioni individuali.Questa mappa rappresenterà il modo in cui il gruppo vede, <strong>per</strong>cepisce, attribuiscevalore al proprio paesaggio. Per costruir<strong>la</strong> assieme si cerca, inoltre, di rispondere adomande che descrivano quali sono i caratteri di questi luoghi (paesaggi, alberi,57


Sezione terzaLa foce - i rami fertili del Sarcacase, strade, acque, animali, <strong>per</strong>sonaggi, sa<strong>per</strong>i, storie...) e <strong>per</strong>ché sono <strong>per</strong> noisignificativi. Lo sviluppo <strong>dell</strong>’attività prevede di evidenziare se ci sono luoghi chesono inclusi in più paesaggi, che sono “paesaggi comuni”. Un’ideale conclusionepotrebbe consistere in una lettura in c<strong>la</strong>sse e commento del<strong>la</strong> Convenzione Europeadel Paesaggio, dove si afferma il paesaggio come bene comune.NotaIl tema di fondo è quello <strong>dell</strong>e mappe culturali che nascono dal<strong>la</strong> riflessione, dalricordare camminando, dal mettere assieme le re<strong>la</strong>zioni esistenti ed esistite tra glielementi di un territorio, in un processo che contemp<strong>la</strong> tutti i passaggi dall’individuazionedel contenuto fino al<strong>la</strong> sua rappresentazione. Queste mappe sono mappespeciali <strong>per</strong>ché emergono da un’estrema quanto preziosa soggettività, <strong>per</strong>chécambiano il punto di vista, <strong>per</strong>ché esprimono le modalità con cui ognuno si rapportaal proprio ambiente e gli attribuisce valori e importanza. L’atto creativo dicomporre una tale mappa è un <strong>per</strong>corso sia <strong>per</strong>sonale che collettivo, “strumentocreativo che con vivacità ed efficace spontaneità è in grado di rinsaldare e ricostruirein termini attuali il legame fondamentale tra le <strong>per</strong>sone e i luoghi”.Per approfondimenti e materiali si vedano <strong>per</strong> esempio:- Ecomusei, patrimonio, territorio, comunità:http://www.ecomusei.net- Mappa di comunità:http://www.mappadicomunita.it- Convenzione europea del Paesaggio:http://www.darc.beniculturali.it/ita/paesaggio/Convenzione%20europea%20del%20Paesaggio.pdfRisultato di una camminatad’osservazioneguidata: sono state raccolteosservazioni sul<strong>la</strong><strong>per</strong>cezione ed elementinaturali come “appuntinon scritti” di quelle <strong>per</strong>cezioni58


Risorse e territorio: il paesaggio del Sarca e suoi fruttiRisorse e territorio: il paesaggio del Sarca e suoi fruttiExhibit “Mercato sul <strong>fiume</strong>”Io mi identifico col mio paesaggio,col mio appezzamento e il mio fruttetoe lo sento in profondità.Espen, 2008L’agricoltura è l’attività che più influenza il paesaggio, ma allo stesso tempo nedipende. La gestione rurale del territorio, dei suoli e <strong>dell</strong>e acque ha model<strong>la</strong>to dasecoli forme del territorio e creato paesaggi. La storia tra territori e agricoltura èstata una storia di co-evoluzione radicata negli stessi processi ecosistemici; <strong>nel</strong>leAlpi, infatti, <strong>la</strong> biodiversità è più ricca proprio dove c’è stata, e <strong>per</strong>dura, una gestioneumana tradizionale del territorio. Molte specie di animali si sono adattate e poispecializzate all’ambiente rurale e ora dipendono dai delicati equilibri di un’agricolturaeterogenea e non intensiva.Le fertili terre del Sarca hanno favorito e sostenuto un’originale tradizione agrico<strong>la</strong>e lo sviluppo di una diversificata produzione di prodotti alimentari. Queste risorsesono a loro volta una risorsa <strong>per</strong> il turismo eno-gastronomico. Si riportano di seguitoalcuni cenni ai principali prodotti locali.http://www.stradedelvinodeltrentino.it59


Risorse e territorio: il paesaggio del Sarca e suoi fruttiCastagne di DrenaLa coltivazione del castagno è storica, viene descritta in un libro sul<strong>la</strong> statisticadel Trentino, stampato <strong>nel</strong> 1852. La castagna dipende dal<strong>la</strong> presenza di partico<strong>la</strong>risedimenti alluvionali e g<strong>la</strong>ciali in quanto necessita di un substrato acido.Broccolo di TorboleNon esistono broccoli uguali a quelli di Torbole: si tratta, infatti, di una pianta adattatae diversificata <strong>nel</strong>le campagne di Torbole e di Santa Massenza e che non si prestaal trasferimento, salvo <strong>per</strong>dere le sue peculiari caratteristiche organolettiche.Ciuiga del BanaleÈ un sa<strong>la</strong>me, tipico prodotto del territorio di San Lorenzo in Banale. La ciuiga ècomposta da carne suina macinata ed amalgamata a rape locali cotte. La storiadel<strong>la</strong> ciuiga è fatta risalire all’incirca al 1875, quando fu <strong>per</strong> <strong>la</strong> prima volta prodottae proposta da un macel<strong>la</strong>io del paese di San Lorenzo in Banale: Palmo Donati. Ilnome “ciuiga” <strong>nel</strong> dialetto locale indica le pigne degli abeti <strong>la</strong> cui forma ricordaquel<strong>la</strong> del salume che ne ha preso il nome.Grappa di SarcheL’arte di “<strong>la</strong>mbiccar” è tradizione di famiglia <strong>nel</strong> piccolo paese di Santa Massenza,“dove ci sono più distillerie che case”: qui si conservano intatti i borghi antichi, lestradine, le antiche case e soprattutto molte <strong>dell</strong>e vecchie distillerie.Vino Nosio<strong>la</strong>È un pregiato vino bianco <strong>la</strong> cui zona di produzione elettiva è <strong>la</strong> Piana di Toblino.Il nome deriva dal termine dialettale “Nosiol” ed è stato conferito al vino grazie alretrogusto di noccio<strong>la</strong> che <strong>la</strong>scia in bocca.Noci del BleggioLa storia ci segna<strong>la</strong> che <strong>nel</strong>l’anno 1579 vi fu una scaramuccia, in una località messaa noci tra i paesi di Fiavé e di Dasindo <strong>nel</strong>le Pievi di Lomaso, fra soldati tedeschie paesani <strong>dell</strong>e Giudicarie. Ciò testimonia, se non altro, che <strong>la</strong> coltivazione del<strong>la</strong>noce del Bleggio affonda le sue radici fin dal Rinascimento. Sono leggermente piùpiccole <strong>dell</strong>e noci comuni ma più saporite, sono molto utilizzate <strong>per</strong> preparare idolci, come il tipico dolce natalizio trentino Zelten.Olive del GardaLa coltura <strong>dell</strong>’olivo <strong>nel</strong>l’Alto Garda risale a tempi antichissimi e storicamente <strong>la</strong>sua presenza è documentata già a partire dal VII e VIII secolo. Il clima partico<strong>la</strong>rmentemite consente <strong>la</strong> coltivazione <strong>dell</strong>’ulivo <strong>nel</strong><strong>la</strong> posizione più settentrionalein Europa. Nel<strong>la</strong> zona <strong>dell</strong>’Alto Garda le varietà (cultivar) d’ulivo maggiormenteutilizzate sono: Frantoio, Casaliva, Leccino, oltre che cultivar autoctone quali Pendolino,Raza, Favarol e Rossa<strong>nel</strong>.60


Risorse e territorio: il paesaggio del Sarca e suoi fruttiPatate del LomasoSono una coltivazione tradizionale <strong>nel</strong><strong>la</strong> conca <strong>dell</strong>e Giudicarie ai piedi del Parco NaturaleAdamello Brenta. Sono coltivate le vecchie e tradizionali varietà di montagna.Polenta di StoroOttenuta con <strong>la</strong> farina gial<strong>la</strong> di Storo, da mais granoturco del<strong>la</strong> varietà Maranocoltivato anche <strong>nel</strong>le aree del Lomaso e <strong>nel</strong> fondo valle di Tione. Famosa è <strong>la</strong> Polentacarbonera, sempre fatta con <strong>la</strong> farina gial<strong>la</strong> di Storo, con aggiunta di sa<strong>la</strong>me(fatto roso<strong>la</strong>re <strong>nel</strong> vino rosso), burro, e diversi tipi di formaggio stagionato come<strong>la</strong> Spressa <strong>dell</strong>e Giudicarie.Prugne di DroDa considerarsi un ecotipo locale di susina, cresce sui terreni di origine alluvionalee g<strong>la</strong>ciale portati dal Sarca. In partico<strong>la</strong>re, <strong>la</strong> susina di Dro si differenzia nettamenteda altri tipi di susina <strong>per</strong> l’elevato contenuto in acidi organici e <strong>per</strong> l’elevatocontenuto vitaminico.Spressa <strong>dell</strong>e GiudicarieUno dei più antichi formaggi del<strong>la</strong> montagna alpina, può fregiarsi <strong>dell</strong>’iscrizione<strong>nel</strong> Registro <strong>dell</strong>e Denominazioni di Origine Protetta. I primi riferimenti storici risalgonoa tempi molto antichi, come dimostra <strong>la</strong> “Rego<strong>la</strong> di Spinale e Manez” del1249. La “Spressa da polenta” è oggi prodotta <strong>nel</strong> caseificio di Pinzolo con <strong>la</strong>tte efieni provenienti solo dalle valli Giudicarie e dal<strong>la</strong> Val di Ledro.Exhibit “Mercato sul <strong>fiume</strong>”61


Fiume... funzioni e servizi gratuitiFiume... funzioni e servizi gratuitiI tre exhibit “Intervista al <strong>fiume</strong>”I corsi d’acqua sono ecosistemi che ospitano animali e piante, e svolgono funzioniimportanti <strong>per</strong> l’uomo. Per esempio, influiscono sul microclima, ricaricano le falde acquifere,distribuendo <strong>nel</strong> tempo e <strong>nel</strong>lo spazio l’acqua <strong>dell</strong>e piogge, mantenendo lenostre riserve d’acqua potabile. Inoltre, i corsi d’acqua sono in grado di auto-depurarel’acqua da inquinanti organici. Essi ci rendono dei veri e propri “servizi ecosistemici”gratuiti, ma che hanno anche un valore economico.Ovviamente ci sono differenze tra un corso d’acqua artificiale ed uno naturale: hannouna diversa capacità di fornirci questi servizi, in altre parole sono più o meno “ecologicamentefunzionali”. Da cosa dipende <strong>la</strong> loro funzionalità?La funzionalità ecologica di un corso d’acqua dipende essenzialmente da due fattori:dal suo territorio e dal<strong>la</strong> sua diversificazione.Il corso, infatti, risente del<strong>la</strong> qualità ambientale del territorio che attraversa: <strong>la</strong> presenzadi scarichi di attività inquinanti si manifesta subito <strong>nel</strong><strong>la</strong> qualità <strong>dell</strong>’acqua.La diversificazione del corso riguarda <strong>la</strong> ricchezza di micro-habitat <strong>per</strong> microrganismi,piante e animali che con le loro catene alimentari e re<strong>la</strong>zioni ecologiche autodepuranol’acqua da composti, come nitrati e fosfati, responsabili <strong>dell</strong>’eutrofizzazionedi <strong>la</strong>ghi e mari. Più è diversificato il corso e più numerosi sono i micro-habitat, quindipiù catene alimentari e più capacità di auto-depurazione.Exhibit “Intervista al <strong>fiume</strong>”62


Fiume... funzioni e servizi gratuiti1partico<strong>la</strong>re2partico<strong>la</strong>reFoto area esposta <strong>nel</strong>l’exhibit “Intervista al <strong>fiume</strong>” (immagine TerraitalyTm-©Compagnia GeneraleRipreseaeree S.p.A.- Parma)La diversificazione può essere longitudinale (immagina di tagliare e osservare il <strong>fiume</strong>lungo <strong>la</strong> corrente): il fondo può essere piatto e artificiale o avere raschi, pozze ecorrentini. La diversità trasversale riguarda, invece, quel<strong>la</strong> tra le sponde (immagina <strong>la</strong>sezione del <strong>fiume</strong> in un punto tra sponda e l’altra). Un <strong>fiume</strong> può avere, <strong>per</strong> esempio, lesponde strette e rettilinee di cemento o <strong>la</strong>rghe anse con vegetazione arborea.Se siamo attenti osservatori possiamo valutare <strong>la</strong> funzionalità del nostro corso d’acquapiù vicino, basta chiederglielo... con un’intervista partico<strong>la</strong>re. Ricercatori hannodefinito un’intervista di 14 domande da rivolgere al nostro torrente... possibilmentecon i piedi dentro! Si tratta di dedurre le risposte che ci sono suggerite dal nostro corsod’acqua, osservando attentamente i partico<strong>la</strong>ri del suo letto e del suo intorno. Conquesta intervista si definisce l’Indice di Funzionalità Fluviale.Si propone una versione semplificata ma coerente <strong>dell</strong>’Indice di Funzionalità Fluviale(versione 2007). Si tratta di osservare attentamente i partico<strong>la</strong>ri <strong>dell</strong>e foto aeree evidenziatie valutare <strong>la</strong> situazione di quel<strong>la</strong> porzione di territorio, in base alle caratteristicheriportate <strong>nel</strong> questionario. Ad ogni risposta corrisponde un punteggio, <strong>la</strong> sommadei punteggi ci dà un giudizio sul<strong>la</strong> funzionalità, quindi sul<strong>la</strong> qualità ecologica.Quale tratto è il più funzionale? Cosa contribuisce a renderlo tale?63


Fiume... funzioni e servizi gratuitiPunti1) IL TERRITORIO CIRCOSTANTEa) Co<strong>per</strong>to da foreste e boschi 20b) Prati, boschetti, coltivazioni miste, case sparse 10c) Aree urbanizzate e/o coltivazioni omogenee (es. frutteti, vigneti) 12) CONTINUITÀ DELLA VEGETAZIONE RIPARIA (CIRCOSTANTE AL FIUME)a) Senza interruzioni, alberi lungo tutto il tratto 20b) Con interruzioni, alberi e arbusti sparsi 10c) Suolo nudo, vegetazione rada, senza alberi 13) AMPIEZZA DELLA VEGETAZIONE RIPARIAa) Ampiezza del<strong>la</strong> vegetazione maggiore di 10 m 15b) Ampiezza del<strong>la</strong> vegetazione tra 2 e 10 m 5c) Assenza di vegetazione 14) DIVERSITÀ TRASVERSALE (DA SPONDA A SPONDA)a) Ampio alveo (apparentemente) naturale, con sponde lontane dall’acqua e naturali 25b) Alveo con tratti di sponda artificiale, che durante le piene sono a contatto con l’acqua 10c) Sezione con sponde artificiali sempre a contatto con l’acqua 15) DIVERSITÀ LUNGITUDINALE CORRENTE (RASCHI POZZE E MEANDRI)a) Ben distinguibili diverse forme 20b) Lunghe pozze, che separano pochi raschi, o pochi meandri 10c) Percorso raddrizzato, non si distingue più di una forma prevalente 1Punti C<strong>la</strong>sse Giudizio5 - 19 V pessimo20 - 39 IV scadente40 - 59 III mediocre60 - 79 II buono80 - 100 I ottimoIl punteggio finale può variare da un minimo di 5 ad un massimo di 100 punti.In base al<strong>la</strong> somma dei punti ottenuti si ricava il giudizio secondo <strong>la</strong> tabel<strong>la</strong>.Scheda sull’IFF semplificato64


Fiume... funzioni e servizi gratuitiSuggerimento didattico 10 - Funzionalità fluviale: intervista al <strong>fiume</strong>ObiettivoAcquisire elementi d’ecologia e morfologia fluviale, conoscere il concetto di funzionalitàecologica di un corso d’acqua e applicarlo <strong>per</strong> valutare un caso reale.In partico<strong>la</strong>re, l’attività si propone di far osservare e riconoscere <strong>la</strong> morfologia diun corso d’acqua e <strong>la</strong> struttura del<strong>la</strong> vegetazione riparia, <strong>per</strong> dedurne il grado difunzionamento.MaterialiScheda di valutazione-osservazione (IFF semplificato), cartografia topografica,corda metrica, (eventualmente) immagine aerea <strong>dell</strong>’area di studio (disponibilepresso Portale Cartografico Trentino, http://www.gis.provincia.tn.it, o tramite GoogleMaps and Google Earth), (possibilmente) stivali alti in gomma <strong>per</strong> camminare<strong>nel</strong> torrente.SvolgimentoL’osservazione sul campo deve essere preceduta da un’introduzione essenzialesul<strong>la</strong> cartografia e sul<strong>la</strong> morfologia fluviale. In c<strong>la</strong>sse si studia sul<strong>la</strong> carta topograficail corso d’acqua che si andrà a valutare. L’obiettivo è descrivere il contesto delcorpo d’acqua e anticipare alcuni elementi che andranno verificati con l’osservazionesul campo. Dato che va compi<strong>la</strong>ta una scheda <strong>per</strong> ogni tratto omogeneo, ilrisultato atteso di questa prima valutazione è farsi un’idea di quante schede dovrannoessere riempite e quindi portate in campo.Durante l’uscita, camminando lungo gli argini, si cercherà di definire dei trattiomogenei e riconoscerli segnandoli sul<strong>la</strong> carta. Dopo una prima osservazioneguidata, si può dividere il <strong>la</strong>voro in gruppi assegnando a ciascun gruppo un trattodi torrente e una scheda da compi<strong>la</strong>re. Ogni gruppo fotografa il proprio trattocosì da poterlo ricordare e confrontare con gli altri, una volta ritornati in c<strong>la</strong>sse.Nel<strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> scheda ogni gruppo dovrebbe anche disegnare il profiloo sezione trasversale del corso, in modo da definire il grado di artificializzazione<strong>dell</strong>’alveo.NoteL’attività è adattabile in modo molto ampio ai diversi livelli sco<strong>la</strong>stici. Ad un livelloadatto al<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> elementare si possono distinguere, <strong>per</strong> esempio, solo le forme:prati/arbusti/alberi del<strong>la</strong> vegetazione e linee/meandri del corso d’acqua. Nellescuole su<strong>per</strong>iori ci si può basare direttamente sull’indice completo <strong>nel</strong><strong>la</strong> versioneaggiornata, riportato <strong>nel</strong> manuale ufficiale disponibile all’indirizzo internet:http://www.appa.provincia.tn.it/appa/pubblicazioni/-Acqua/pagina22.html.Il manuale è anche un esauriente compendio d’ecologia fluviale, usato anchecome materiale didattico.Infine, il tema del<strong>la</strong> funzionalità fluviale si presta a vari approfondimenti, qualiidrologia e sistemazione idraulica <strong>dell</strong>e reti idrografiche, biologia degli ecosistemiacquatici e gestione <strong>dell</strong>’ittiofauna, gestione del territorio e servizi ecosistemici.65


Fiume... funzioni e servizi gratuitiSuggerimento didattico 11 - Paesaggi e loro risorse, in evoluzioneObiettivoConoscere le risorse ambientali caratterizzanti il proprio territorio, intuire i processiche le sostengono. In altre parole, comprendere che il paesaggio è costituito daelementi e processi, fisici e antropici, connessi e interdipendenti e che l’intervento<strong>dell</strong>’uomo (e il non intervento) su uno solo di questi elementi si ri<strong>per</strong>cuote a catenasu tutti gli altri.MaterialiFotocopie di carta topografica <strong>dell</strong>’area di studio, carte tematiche re<strong>la</strong>tive al rischioidrogeologico, carte vegetazionali, carte faunistiche, (eventualmente) programmadi visualizzazione e analisi di mappe tematiche digitali (software GIS).SvolgimentoNel<strong>la</strong> prima fase si propone un brainstorming (vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Brainstorming) sulle risorse ambientali del proprio territorio-paesaggio, sia quello<strong>per</strong>sonale (analogamente a quanto fatto <strong>nel</strong> suggerimento didattico “Mappa delmio paesaggio”) sia quello condiviso dal<strong>la</strong> comunità locale. Per esempio si puòrispondere a domande come: cosa vorremo conservare? O migliorare o trasformare?Cosa non esiste più e ci dispiace? Si può anche riflettere su quali risorse cercanoo trovano i visitatori di questo territorio, ad esempio i turisti (Perché arrivano?Cosa trovano?).Definite le risorse, <strong>per</strong> gruppi, si cerca di “mapparle”, cioè di localizzarle su unacarta geografica colorando a matita le re<strong>la</strong>tive aree, con colori diversi quante sonole risorse. Il risultato atteso è una o più mappe tematiche che possono anche riguardareuna so<strong>la</strong> risorsa <strong>per</strong> volta. Prima è bene definire una comune legendache associ colori e risorse in modo uniforme <strong>per</strong> tutti i gruppi.Nel<strong>la</strong> seconda fase si cerca di individuare i processi di cambiamento del paesaggio,sia in termini di cambiamento di uso del suolo (es. conversione <strong>dell</strong>e areecoltivate in area urbana) sia in termini di cambiamento di risorsa-processo (es.abbandono di un parco o abbandono <strong>dell</strong>o sfalcio di un prato e conseguentecrescita di arbusti). In questa fase sarebbe utile raccogliere osservazioni dirette,interpel<strong>la</strong>re diversi “attori” del proprio territorio (interviste ad agricoltori, forestali,architetti), e consultare diverse fonti di dati (comune, servizi e uffici provinciali,re<strong>la</strong>tivi siti internet). Se possibile localizzare i processi o gli effetti di essi, i cambiamentiin atto e recenti su altre carte topografiche.Nel<strong>la</strong> terza fase si cerca di analizzare le re<strong>la</strong>zioni qualitative tra i cambiamenti e lerisorse attuali, chiedendosi se i primi rinforzano le seconde, se costituiscano unaminaccia. Definite alcune re<strong>la</strong>zioni, si cerca di costruire una mappa concettualein cui si visualizzano catene di cause-effetti ed eventuali feed-back positivi o negativi.66


Fiume... funzioni e servizi gratuitiNel<strong>la</strong> conclusione si cerca di ipotizzare scenari futuri, immaginando possibili conseguenzedei processi in atto sulle risorse attuali. In partico<strong>la</strong>re, <strong>nel</strong> caso in cuialcune risorse appaiano essere minacciate, si riflette <strong>per</strong> gruppi su quali misure diprevenzione, mitigazione dei danni o compensazione potrebbero essere messein atto.NotaAnche questa attività si presta ad un’ampia possibilità di adattamento, dagli ultimianni <strong>dell</strong>e scuole elementari agli ultimi <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>iori. In partico<strong>la</strong>re <strong>per</strong> questiultimi (licei, istituti tecnici) si propone l’uso di strumenti informatici quali programmiGIS (Geographical Information System, o Sistemi Informativi Territoriali)<strong>per</strong> trattare l’informazione geografica e produrre dati originali (cartografie tematiche),eventualmente con l’uso di GPS cartografici. Tra i vari programmi opensourcegratuitamente disponibili in rete si consiglia QuantumGIS (www.qgis.org)o MapWindow (http://www.mapwindow.com) <strong>per</strong> <strong>la</strong> facilità d’uso e <strong>la</strong> qualità dimateriali didattici.http://www.casentino.toscana.it/ecomuseo/mapparaggiolo.htm67


Fiume... funzioni e servizi gratuitiSuggerimento didattico 12 - Caccia al partico<strong>la</strong>reObiettivoOsservare elementi del “proprio” paesaggio. In partico<strong>la</strong>re si intende allenare edesercitare all’osservazione dei propri luoghi attraverso un “grande” gioco.MaterialiCarta e materiali da disegno (in alternativa: macchina fotografica digitale).SvolgimentoSi tratta di un gioco col<strong>la</strong>borativo da svolgersi all’a<strong>per</strong>to, in cui gli studenti possanoliberamente muoversi, <strong>per</strong> esempio in un’area pedonale in paese/città, inparchi urbani o boschi. L’importante è che l’area di gioco sia ben conosciuta dairagazzi e abbastanza ampia da non essere completamente visibile dal punto dipartenza.La zona di gioco è divisa in due parti e assegnata a due squadre. Entro un limitedi tempo ogni squadra esplora il proprio territorio al<strong>la</strong> ricerca di un partico<strong>la</strong>re interessantee significativo. Ogni componente del<strong>la</strong> squadra deve trovare il proprio(es. un albero strano, una panchina usata spesso, l’angolo di una piazzetta dal<strong>la</strong>quale si passa sempre). Individuato il “partico<strong>la</strong>re” si cerca di ritrarlo a matita, ofotografarlo.In un secondo momento si radunano le squadre, si condividono i partico<strong>la</strong>ri e siverifica se i “partico<strong>la</strong>ri” sono conosciuti anche dagli altri componenti del gruppo.Dopo, si consegnano all’altra squadra i disegni o le foto dei partico<strong>la</strong>ri, ci si scambiail territorio e si cerca di localizzare tutti i “partico<strong>la</strong>ri” interessanti dei componenti<strong>dell</strong>’altra squadra. La “missione” è compiuta se almeno una squadra riesce afar riconoscere tutti i propri luoghi all’altra squadra (con i soli disegni o fotografie).NotaIl gioco si presta ad approfondimenti successivi sul<strong>la</strong> cartografia, sul<strong>la</strong> storia e suibeni storici/architettonici del proprio paese. Può essere propedeutico ai suggerimentididattici sopra descritti o anche posto a conclusione degli stessi. Per <strong>la</strong>riuscita del gioco è bene non sve<strong>la</strong>re da subito tutte le fasi né stimo<strong>la</strong>re <strong>la</strong> rivalitàtra squadre (<strong>per</strong> vincere, i ragazzi potrebbero fare apposta dei pessimi disegni).Al gioco giova un’ambientazione fantastica, in cui si suggerisce una motivazioneall’esplorazione (“siamo geografi/esploratori, dobbiamo segna<strong>la</strong>re ad altri cheverranno, i luoghi più importanti...”).68


Sezione quartaBuona condotta... le derivazioni e le centrali idroelettricheSezione quartaBuona condotta... le derivazioni e le centrali idroelettricheExhibit “Buona condotta”Cosa può fare l’acqua? Cadere, muovere, erodere... accendere una <strong>la</strong>mpadina!Dove c’è movimento c’è energia: energia cinetica o potenziale che può essere trasformatain energia elettrica. In quota, vicino alle sorgenti, le acque del bacino del Sarcasono subito utilizzate <strong>per</strong> fare energia.Il sistema di captazione è costituito da un canale di gronda in galleria, lungo 46,5 km,con 13 punti principali di presa: <strong>la</strong> prima dal torrente Gavardina a quota 1150 m, poidagli altri torrenti immissari, come Vadaione, Sarca di Campiglio, Giustino, Varcè,Bianco, Laone, Bedù. L’acqua derivata è condotta verso il <strong>la</strong>go di Molveno, mediantedue ponti-canale e in galleria attraverso il gruppo del Brenta. Da qui, con un salto di553 metri, cade sulle turbine di S. Massenza, che colpisce al<strong>la</strong> velocità di 360 m/s (<strong>la</strong>stessa velocità di un proiettile!).L’energia <strong>dell</strong>’acqua, sia trasformata in idroelettrica che in movimento di pale e mulini,ha costituito il fondamento <strong>dell</strong>o sviluppo industriale e produttivo del Trentino.In partico<strong>la</strong>re l’energia idroelettrica è stata intensamente sfruttata, già a partire deiprimi del Novecento.Exhibit “Buona condotta”69


Sezione quartaBuona condotta... le derivazioni e le centrali idroelettricheI <strong>per</strong>corsi “nascosti” del Sarca70


Sezione quartaBuona condotta... le derivazioni e le centrali idroelettriche“La SIT, Società Industriale Trentina, prima diiniziare i recenti <strong>la</strong>vori <strong>dell</strong>e due nuove Centraliidroelettriche di Toblino e di Fies, contavatre Centrali. La prima, sul torrente Fersina,entrò in funzione tra i primi impianti in Europa,<strong>nel</strong> 1889; <strong>la</strong> seconda, sul <strong>fiume</strong> Sarca, aFies, fu messa in esercizio <strong>nel</strong> 1909; <strong>la</strong> terza (aDro) pure sul Sarca <strong>nel</strong> 1924.”Dal<strong>la</strong> rivista “Trentino”, aprile 1929 “I due nuoviimpianti idroelettrici del<strong>la</strong> Sit sul Sarca”.“Il numero <strong>dell</strong>e centrali in attivitàal 31 dicembre 1956 era in tutta <strong>la</strong>Regione di 268 con una complessivapotenza elettrica efficiente di oltre 2milioni di kW e una producibilità mediaannua di 6.739 milioni di kWh”.Da “L’economia industriale del<strong>la</strong> regioneTrentino-Alto Adige. IV. L’industriaelettrica.” Indagine diretta dal prof. UmbertoToschi, Parte III: Monografie vol.II, Arti Grafiche Saturnia, 1958. Da CDROM “La Sarca e l’energia”.Il Trentino Alto-Adige, neglianni ’50 del Novecento, ospitavapiù di un quinto del<strong>la</strong> potenzaidroelettrica instal<strong>la</strong>tain tutta Italia. L’utilizzo <strong>dell</strong>erisorse idroelettriche si era giàsviluppato a partire dal secoloprecedente, grazie al territorio“costituito in gran prevalenzada rocce im<strong>per</strong>meabili, al<strong>la</strong> frequenzadi strettoie, condizionitutte favorevoli all’utilizzazioneidroelettrica”, come diceva uno studio del 1911 (dal titolo significativo “Le forzed’acqua alpine”). Un’altra testimonianza <strong>dell</strong>o storico sfruttamento idroelettrico èriportata dal<strong>la</strong> Rivista “Trentino” <strong>nel</strong>l’aprile del 1929.Tale sviluppo, <strong>per</strong>ò, ha avuto degli “effetti col<strong>la</strong>terali” sul territorio.Gli effetti sul paesaggio sono stati imponenti, tanto da mutare <strong>la</strong> rete idrografica,in alcuni casi l’aspetto di intere valli, e addirittura il microclima. Il sistema di canalizzazionirealizzato dal<strong>la</strong> Società idroelettrica Sarca-Molveno (SISM) ha deviatodal naturale corso le acque <strong>dell</strong>’Adamello-Presa<strong>nel</strong><strong>la</strong>/bacino del Sarca verso il <strong>la</strong>godi Molveno, e poi verso <strong>la</strong> grande centrale di Santa Massenza (una <strong>dell</strong>e maggiorid’Europa). Questa deviazione ha trasformato il <strong>la</strong>go naturale di Molveno, di origineg<strong>la</strong>ciale, in un serbatoio semiartificiale. A tutt’oggi, tale deviazione, che passada parte a parte il gruppo del Brenta e porta velocemente acque fredde <strong>nel</strong> <strong>la</strong>godi Santa Massenza, ha irreversibilmente modificato il microclima di quest’ultimo,un tempo partico<strong>la</strong>rmente favorevole. Santa Massenza era una rinomata localitàpresso i nobili austriaci <strong>per</strong> il suo clima mite, le acque <strong>dell</strong>’omonimo <strong>la</strong>go eranocosì tiepide da essere piacevolmente balneabili. D’altra parte, <strong>la</strong> canalizzazionesotterranea ha consentito di preservare<strong>la</strong> valle più importante <strong>per</strong> quantitàdi acque: <strong>la</strong> val di Genova.Negli anni successivi al<strong>la</strong> costruzionedi condotte e centrali (anni ‘50 e ‘60),tali “effetti col<strong>la</strong>terali” cominciavanoad essere <strong>per</strong>cepiti e divenivano argomentodi un crescente dibattito.Lo sfruttamento idroelettrico avevacomportato <strong>la</strong> costruzione di o<strong>per</strong>eallo scopo di captare e al<strong>la</strong>cciare tutti icorsi d’acqua fino ai più piccoli rivi. Uneccessivo sfruttamento comportava ilrischio di provocare un vero e proprio71


Sezione quartaBuona condotta... le derivazioni e le centrali idroelettrichedrenaggio e inaridimento <strong>dell</strong>e zone soprastanti, <strong>la</strong>sciando a secco quelle inferiori.Inoltre, <strong>la</strong> distribuzione dei benefici <strong>dell</strong>’idroelettrico, come spesso accade <strong>nel</strong>losfruttamento di risorse ambientali, sollevava dei conflitti.Il Consorzio dei Comuni Giudicariesi, in quegli anni, lo definiva “uno dei problemipiù fondamentali ed importanti del<strong>la</strong> Regione”. I danni <strong>dell</strong>’idroelettrico eranoconsiderati “incalco<strong>la</strong>bili” e ne facevano le spese i bisogni del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione localee le altre attività che dipendevano dal territorio. Per questo motivo, il Consorziorichiedeva un risarcimento economico.I seguenti documenti descrivono chiaramente il dibattito e i timori degli abitanti.Dal<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione svolta dal presidente del Consorzio dei Comuni del<strong>la</strong> Provincia diTrento dott. Carlo Bleggi al Convegno di Pinzolo del 7 giugno 1965: “Lo sfruttamentoidroelettrico del bacino <strong>dell</strong>’Alto Sarca”.“Fino a questo momento <strong>la</strong> Valle di Genova e le montagne che le fanno coronasono rimaste non contaminate e saggiamente custodite dalle comunità locali;è nostro dovere evitare che questo patrimonio venga gravemente danneggiatoe tolto a quel suo naturale sviluppo come valorizzazione turistica, non soltantoal<strong>la</strong> nostra generazione, ma a quelle future. Non ci sembra giusto che unpatrimonio tale debba o possa essere sfruttato <strong>per</strong> un solo scopo, quale quelloelettrico-industriale che non crea ricchezza <strong>per</strong>manente fra le comunità locali,se non modesti e transitori benefici, ma anche riservato <strong>per</strong> lo sviluppo turisticoa favore <strong>dell</strong>e comunità valligiane residenti e a queste arreca una costante fontedi reddito <strong>per</strong> un auspicato sviluppo economico.”72


Sezione quartaBuona condotta... le derivazioni e le centrali idroelettricheDal testo “Ragguagli ed osservazioni in riguardo ad un importante problema delsettore idroelettrico regionale presentate dal Consorzio dei Comuni Giudicariesi”; <strong>la</strong>lettera fu scritta dal rag. Alfiero Andreolli, in qualità di presidente del Consorzio deiComuni Giudicariesi il 30 ottobre 1951.“È da tutti risaputo che uno dei problemi più fondamentali ed importanti del<strong>la</strong>Regione Trentino-Alto Adige è quello <strong>dell</strong>o sfruttamento elettrico <strong>dell</strong>e grandi risorseidriche locali.L’importanza del problema non deriva soltanto dal<strong>la</strong> circostanza che sono ingioco ricchezze immense, ma soprattutto dal fatto che lo sfruttamento idrico susca<strong>la</strong> nazionale impoverisce talune val<strong>la</strong>te, al punto da comprometterle <strong>nel</strong> loronormale sviluppo.Ne è esempio impressionante <strong>la</strong> regione Giudicariese, ove tutti i corsi d’acqua,fino i più trascurabili, sono stati raccolti in sfruttamenti idrici grandiosi, togliendosicosì al<strong>la</strong> regione stessa <strong>la</strong> possibilità di mantenere o di creare anche <strong>la</strong> piùpicco<strong>la</strong> centrale elettrica, con gravissime conseguenze sullo sviluppo <strong>dell</strong>’artigianatoed industria locali, forse compromesso <strong>per</strong> sempre.Ciò a prescindere dagli imponenti e notori danni cagionati all’agricoltura, <strong>la</strong>quale va a <strong>per</strong>dere i vantaggi dei tradizionali sistemi di irrigazione, e viene influitadalle trasformazioni <strong>dell</strong>’ambiente con conseguenze incalco<strong>la</strong>bili.E tanto più il problema è grave, in quanto generalmente incide su popo<strong>la</strong>zionipovere, le quali abbisognano <strong>per</strong> <strong>la</strong> loro vita di tutte le risorse locali, nessunaesclusa.”73


Sezione quartaBuona condotta... le derivazioni e le centrali idroelettricheImpianti idroelettrici in un documento del 195874


Sezione quartaBuona condotta... le derivazioni e le centrali idroelettricheProfili schematici <strong>dell</strong>e condotte sul Sarca e dal <strong>la</strong>go di Ledro75


Sezione quartaBuona condotta... le derivazioni e le centrali idroelettricheCartografia generale degli impianti idroelettrici del Sarca76


Sezione quartaBuona condotta... le derivazioni e le centrali idroelettricheExhibit “Il tun<strong>nel</strong> del<strong>la</strong> Centrale”La situazione degli impianti al<strong>la</strong> fine degli anni ’50 era <strong>la</strong> seguente:Impianti inesercizio al 31dicembre 1957Comune e data d’iniziodel funzionamentoCorso d’acquaderivatoPortatamedia(mc/sec)Saltoteorico(m)Produzionemedia annua(milioni di KWh)Dro Dro (1923) Sarca 25,20 51,40 68,0Fies Dro (1908-1930) Sarca 24,57 55,90 75,0La Rocca Breguzzo (1954) Arnò 1,49 191,15 20,0Nembia S. Lorenzo B. (1957) Sarca 12,54 55,18 39,0Ponte Pià Stenico (1907-1955)Rii Bianco, Cugol,Barbison0,868 164,5 9,0Prabi Arco (1894) Sarca 5,031 5,05 2,0Riva Riva s/G (1928 1956)S. Massenza Vezzano (1952-1956)Lago LedroPonaleA.Sarca-MolvenoMedio Sarca3,300,47615,5748,349581,8243,6553,0202,7085,0650,0Varone Tenno (1908) Cascata Varone 0,337 91,50 1,5Da “L’economia industriale del<strong>la</strong> regione Trentino-Alto Adige. IV. L’industria elettrica.” Indaginediretta dal prof. Umberto Toschi, Parte III: Monografie vol. II, Arti Grafiche Saturnia,1958. Da CD ROM “La Sarca e l’energia”.In opposizione ad un ulteriore sfruttamento, che avrebbe coinvolto (e sconvolto)quasi tutti i <strong>la</strong>ghetti di alta montagna, presero posizione numerosi enti ed associazioniquali Touring Club Italiano, Sovraintendenze, Italia Nostra, WWF, Ministeri,politici locali e non, CAI-SAT, semplici cittadini, giornalisti e uomini di cultura.Questa presa di posizione è un esempio concreto di consapevolezza <strong>dell</strong>e risorseterritoriali locali, espressione di cultura locale condivisa ed elemento fondamentaledi un “paesaggio culturale”, come definito nei paragrafi precedenti.Frammenti di storia e anche un problema più che attuale, a cui si aggiunge unadomanda di riflessione: fino a che punto è sostituibile una risorsa ambientale conun risarcimento od uno sviluppo economico?77


Sezione quartaBuona condotta... le derivazioni e le centrali idroelettrichePer quel che riguarda le conseguenze più specificatamente connesse con<strong>la</strong> costruzione di un sistema di sfruttamento <strong>dell</strong>e acque di così grandeestensione come quello di S. Massenza va ricordato:1. Il prosciugamento <strong>dell</strong>e sorgenti, ed il conseguente abbassamentodel<strong>la</strong> falda freatica connesso al<strong>la</strong> minore portata riscontrabile sull’astafluviale.2. Lo stravolgimento del regime idrico del bacino.3. L’aumento del <strong>per</strong>icolo d’inquinamento <strong>dell</strong>e acque <strong>per</strong> <strong>la</strong> riduzione<strong>dell</strong>e portate e quindi <strong>la</strong> minor capacità di diluizione dei fattoriinquinanti con un peggioramento qualitativo <strong>dell</strong>e acque stesse.4. La modificazione degli ecosistemi dei <strong>la</strong>ghi causata dall’immissione digrandi quantitativi d’acqua aventi tem<strong>per</strong>atura notevolmente inferiorea quel<strong>la</strong> del bacino.5. La modificazione del microclima.6. La riduzione del valore estetico del paesaggio, elemento d’importanzafondamentale in zone a vocazione turistica.Da Atti del convegno “Il <strong>fiume</strong>: <strong>la</strong> sua vita, <strong>la</strong> nostra vita”, Gruppi spontanei <strong>dell</strong>eGiudicarie, 1990.Exhibit “Il tun<strong>nel</strong> del<strong>la</strong> Centrale”78


Sezione quartaBuona condotta... le derivazioni e le centrali idroelettricheApprofondimento 2 - Risorse e territorio: risorsa idrica e sua gestioneInquadramento climaticoPer comprendere meglio <strong>la</strong> risorsa idroelettrica accennata sopra, è utile soffermarsibrevemente sul bi<strong>la</strong>ncio idrico del bacino del Sarca; vale a dire chiedersiquanta acqua è disponibile, o meglio: quanta acqua fluisce <strong>nel</strong> paesaggio del Sarcae come viene usata?Il bacino del Sarca copre una su<strong>per</strong>ficie di circa 1025 km 2 e riceve in media 1180mm di pioggia ogni anno (poco sopra <strong>la</strong> media <strong>provinciale</strong>, 1111 mm). Ovviamenteesistono differenze <strong>nel</strong>lo spazio (tra i luoghi) e <strong>nel</strong> tempo (<strong>nel</strong>le stagioni, neglianni e anche durante gli stessi eventi di pioggia). Dal grafico <strong>dell</strong>e precipitazionimedie mensili (<strong>per</strong> <strong>la</strong> provincia) si può notare un <strong>per</strong>iodo più secco, in inverno, edue <strong>per</strong>iodi più piovosi, a fine primavera e in autunno.mm1401301201101009080706050403020100gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dicPrecipitazioni medie mensili <strong>nel</strong><strong>la</strong> provincia - dati da PGUAP, Piano Generale di Utilizzazione<strong>dell</strong>e Acque Pubbliche (PAT, 2006)Per il bacino del Sarca si possono notare <strong>dell</strong>e differenze significative <strong>nel</strong><strong>la</strong> distribuzione<strong>dell</strong>e piogge tra i diversi luoghi. Le maggiori precipitazioni avvengono<strong>nel</strong><strong>la</strong> parte occidentale del bacino imbrifero e in un massimo localizzato <strong>nel</strong><strong>la</strong>zona di Madonna di Campiglio. Nelle precipitazioni medie di gennaio (variano da21,6 a 73,7 mm di pioggia) e in quelle di ottobre (oscil<strong>la</strong>nti tra 86,0 e 238,9 mm)si osservano gli stessi massimi. Ma <strong>nel</strong> mese più piovoso <strong>dell</strong>’anno (ottobre) <strong>la</strong>distribuzione <strong>dell</strong>e precipitazioni si differenzia in modo più netto tra le zone chein quello meno piovoso (gennaio).79


Sezione quartaBuona condotta... le derivazioni e le centrali idroelettrichePrecipitazioni medie del mese di ottobre e digennaio, tem<strong>per</strong>ature medie mensili annue(gennaio 1990-dicembre 1999)80


Sezione quartaBuona condotta... le derivazioni e le centrali idroelettricheMappa del<strong>la</strong> radiazione so<strong>la</strong>re media annua(gennaio 1990-dicembre 1999)Mappa <strong>dell</strong>e tem<strong>per</strong>ature medie, su 120 mediemensili (gennaio 1990-dicembre 1999)Due variabili che differenziano ulteriormente il paesaggio e i suoi processi sono<strong>la</strong> tem<strong>per</strong>atura media annua (su 120 mesi) e <strong>la</strong> radiazione so<strong>la</strong>re. Queste influenzanodirettamente il ciclo locale <strong>dell</strong>’acqua e il bi<strong>la</strong>ncio idrico generale (es. evapotraspirazione).In generale <strong>la</strong> tem<strong>per</strong>atura media è inversamente proporzionaleal<strong>la</strong> quota, <strong>nel</strong><strong>la</strong> parte bassa del bacino si aggiunge l’effetto mitigatore del <strong>la</strong>go diGarda. La radiazione so<strong>la</strong>re ha invece effetti più visibili sul clima locale o sul microclima,a sca<strong>la</strong> di singolo versante <strong>dell</strong>e montagne.Gestione <strong>dell</strong>e acque del SarcaIl Sarca, dopo 74 km di <strong>per</strong>corso, in corrispondenza del<strong>la</strong> foce ha una portatamedia di circa 30 mc/sec su base annua. Poco a monte del<strong>la</strong> foce viene restituitatutta l’acqua deviata dalle condotte <strong>nel</strong> circuito <strong>dell</strong>e centrali, così che <strong>la</strong> portatain questo punto è quel<strong>la</strong> naturale. “Tale portata non è affatto disprezzabilema lo scarto fra portate minime e massime a causa del suo carattere torrentiziopuò variare anche di 20 volte”, si scriveva in uno studio del 1922 (Ministero deiLavori Pubblici - Consiglio Su<strong>per</strong>iore <strong>dell</strong>e Acque Pubbliche, vol. IV, anno 1922,fascicolo 4 annali, Tipografia del Senato, Roma). A quell’epoca a Pietramurata <strong>la</strong>sua portata media era di 25 mc al secondo, con magre normali di 11 e minimeconstatate di 5,5 mc. In quegli anni si doveva ancora costruire il sistema di cap-81


Sezione quartaBuona condotta... le derivazioni e le centrali idroelettrichetazione e sfruttamento idroelettrico di Santa Massenza. Emerge quindi che giàprima <strong>dell</strong>e derivazioni le portate del Sarca erano molto variabili, definendo uncarattere (o regime) fortemente torrentizio. Oggi <strong>la</strong> portata del Sarca è in granparte programmata a tavolino in base alle esigenze del<strong>la</strong> rete elettrica nazionalee degli altri utilizzi. Entrando <strong>nel</strong> merito dei singoli usi, agricolo trentino, stimato dal PianoL’utilizzo <strong>dell</strong>e <strong>per</strong> acque quelli idroelettrici del Sarca, <strong>la</strong> si loro può evidenziarePiano <strong>la</strong> capil<strong>la</strong>re Generale presenza di Utilizzazione sul territo-pubbliche, <strong>dell</strong>e Acque <strong>nel</strong><strong>la</strong> Pubbliche misura di 21,1 (PGUAP). m 3 /s.ripartizione generale tra utenti di utilizzazione è oggi disciplinata <strong>dell</strong>e acque ecoordinata dalCon tale Piano rio di emanato grandi e piccoli con decreto impianti, del attraversoautonoma i quali di si Trento realizza disciplina una produ-l’uso le del<strong>la</strong> utilizzazioni risorsa idrica agricole (derivazioni private sono ePresidente Si deve del<strong>la</strong> <strong>per</strong>ò Repubblica tener conto del <strong>nel</strong> fatto 2006, che<strong>la</strong> Provinciaattingimenti) zione e <strong>la</strong> energetica rego<strong>la</strong>zione annua dei che corsi si attesta d’acqua. ancora Il PGUAP molto è anche diffuse una (22,9 notevole m 3 /s), inraccolta di dati,mediamenteanalisi esuipareri4 miliardie<strong>la</strong>boratidi chilowattora.Tale produzione è fornita <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>nel</strong>le zone decentrate rispetto a quel-da Entipartico<strong>la</strong>relocali trentini,<strong>nel</strong>leAutoritàzone di fondovalledi Bacinoodel Po, <strong>dell</strong>’Adige e <strong>dell</strong>’Alto Adriatico, due Regioni limitrofe e dalle parti socialiinteressate negli utilizzi <strong>dell</strong>e acque. Il Piano, infatti, raccoglie le più aggiornatequasi totalità dalle grandi derivazioni lo con maggiore vocazione agrico<strong>la</strong>,conoscenze sul<strong>la</strong> disponibilità e utilizzazione del<strong>la</strong> risorsa idrica ed evidenzia leidroelettriche, costituite da circa 25 e complessivamente sono prevalentiinterre<strong>la</strong>zioni esistenti fra essa, i bisogni del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione, <strong>la</strong> qualità <strong>dell</strong>’ambientee del paesaggio.centrali, che vengono alimentate mediante<strong>la</strong> derivazione da circa 160 ope-complessivamente concesse, rispettosia come numero che come portatere di presa.a quelle consorziali (15,7 mDerivazioni idriche <strong>nel</strong> bacino del Sarca - e<strong>la</strong>borazione da dati PGUAP (PAT, 2006)3 /s); questoRiguardo agli utilizzi agricoli si può affermareche il quantitativo complessi-Idroelettrico quelle economie Non idriche - Idroelettrico di sca<strong>la</strong> rap-comporta certamente <strong>la</strong> mancanza diSu<strong>per</strong>ficiali e vamente sorgenti concesso (m 3 /s) è su<strong>per</strong>iore all’effettivofabbisogno irriguo del territorio Bisogna inoltre sottolineare come,presentata 79,82 dal<strong>la</strong> gestione consorziale. 14,61Acque sotterranee (m 3 /s) - 6,76Portate concesse <strong>per</strong> i principali usi con prelievo sia da acque su<strong>per</strong>ficiali che sotterraneePortate concesse in Provincia di Trento <strong>per</strong> i principali usi, con prelievo sia da acque su<strong>per</strong>ficialiche sotterranee - dati da PGUAP, Piano Generale di Utilizzazione <strong>dell</strong>e Acque Pubbliche (PAT, 212006)82


Sezione quartaBuona condotta... le derivazioni e le centrali idroelettricheDettagli di derivazione idrica non idroelettrica (in m 3 /s) - da dati PGUAP (PAT, 2006)Agricolo Civile Industriale Pescicoltura Innevamento AltroSu<strong>per</strong>ficiali e sorgenti (m 3 /s) 2,24 1,96 0,59 9,71 0,001 0,09Acque sotterranee (m 3 /s) 2,99 1,03 1,96 0,65 - 0,142Percentuale del non-idroelettrico 24,5% 14,0% 11,9% 48,5% 0,0% 1,1%Attualmente l’utilizzo idroelettrico interessa quasi l’80% <strong>dell</strong>e acque del bacino delSarca, poco meno del<strong>la</strong> <strong>per</strong>centuale a sca<strong>la</strong> <strong>provinciale</strong>. Tra gli utilizzi non idroelettrici<strong>la</strong> pescicoltura interessa quasi <strong>la</strong> metà <strong>dell</strong>’acqua, a seguire ci sono l’agricoltura, l’usocivile e l’utilizzo industriale. Ovviamente ognuno di questi utilizzi “consuma” acqua inmodo diverso. A parte le quote <strong>per</strong>se <strong>per</strong> vaporizzazione (processi industriali) o assorbimentovegetale ed evapo-traspirazione (agricoltura), <strong>la</strong> maggior parte <strong>dell</strong>’acquaprelevata viene restituita a valle <strong>dell</strong>’utilizzo. Ciò che cambia è <strong>la</strong> qualità <strong>dell</strong>’acqua inuscita (es. scarichi <strong>dell</strong>e vasche di allevamento, scarichi fognari, scarichi industriali).Questa qualità influenza l’usabilità <strong>dell</strong>’acqua <strong>per</strong> altri utenti, inclusi gli ecosistemi.Le norme di attuazione del Piano hanno il concreto obbiettivo di armonizzare ilciclo artificiale con il ciclo naturale <strong>dell</strong>e acque, di salvaguardare <strong>la</strong> disponibilitàe l’uso <strong>dell</strong>e risorse idriche insieme al<strong>la</strong> qualità ecologica e paesaggistica degliambienti acquatici, di potenziare <strong>la</strong> difesa del suolo, <strong>la</strong> funzionalità idrologica e <strong>la</strong>sicurezza idraulica del territorio (PGUAP, 2006). In altre parole, il Piano si proponedi rispondere alle nuove esigenze eco nomiche e di qualità del<strong>la</strong> vita <strong>dell</strong>e popo<strong>la</strong>zionitrentine secondo i principi <strong>dell</strong>o sviluppo sostenibile. Il risultato atteso èquello di migliorare i processi che condizionano <strong>la</strong> disponibilità e <strong>la</strong> qua lità attraversol’incentivazione di un uso sostenibile ed il risparmio <strong>dell</strong>e risorse idrichesu<strong>per</strong>fi ciali e sotterranee. La strategia complessiva del Piano si artico<strong>la</strong> in cinquestrategie e re<strong>la</strong>tive azioni:1. razionalizzazione degli usi idrici (es. bi<strong>la</strong>ncio idrico come strumento di valutazione<strong>dell</strong>e concessioni, riduzione <strong>dell</strong>e <strong>per</strong>dite);2. salvaguardia <strong>dell</strong>e riserve pregiate (es. <strong>protezione</strong> dei ghiacciai, limitazioni d’usodei <strong>la</strong>ghi in quota, contenimento dei prelievi dalle falde acquifere);3. aumento diffuso del<strong>la</strong> qualità <strong>dell</strong>e acque (es. incremento dei deflussi minimivitali, rinaturalizzazione degli alvei, potenziamento del<strong>la</strong> rete di depurazione);4. riduzione del rischio idrogeologico (es. nuova disciplina urbanistica <strong>dell</strong>e areea rischio);5. miglioramento degli ecosistemi fluviali (es. tute<strong>la</strong> urbanistica degli ambiti fluviali,promozione <strong>dell</strong>e tecniche di ingegneria naturalistica).Tra i risultati più visibili <strong>dell</strong>’attuazione del Piano vi è <strong>la</strong> garanzia (obbligo <strong>per</strong> i gestori<strong>dell</strong>e centrali idroelettriche) di conservare una minima portata nei torrenti definitasul<strong>la</strong> base <strong>dell</strong>e esigenze degli ecosistemi. Questo è il significato di Deflusso MinimoVitale (DMV): una portata minima garantita <strong>per</strong> <strong>per</strong>mettere <strong>la</strong> sopravvivenza diecosistemi, pesci ed altri esseri viventi che dipendono dall’acqua di fiumi e torrenti.83


Sezione quartaBuona condotta... le derivazioni e le centrali idroelettricheSuggerimento didattico 13 - “Lampadina... ad acqua: effetti lontani di distrazioni vicine”ObiettivoOsservare che tra torrenti, <strong>la</strong>ghetti, valli, o <strong>per</strong> canalizzazioni e centrali idroelettriche,il ciclo <strong>dell</strong>’acqua è interamente connesso, senza interruzioni.Le modifiche su una parte influenzano tutte le altre parti, attraverso una catenadi cause ed effetti. Tali modifiche solitamente innescano effetti da monte a valle.Un primo esempio molto visibile: lo sbarramento di <strong>la</strong>ghi e torrenti modifica ilregime idraulico del corso d’acqua a valle. Quali sono le conseguenze secondarieo indirette?Alcune azioni possono avere effetti in qualche modo da valle a monte. Per tenereaccesa una <strong>la</strong>mpadina da 100 W si deve far cadere approssimativamente da un’altezzadi 10 metri un litro di acqua ogni secondo. E quando l’acqua è pregiata...Sprecare elettricità significa tenere in funzione più a lungo una centrale idroelettrica,quindi deviare più acqua dai <strong>la</strong>ghi in quota verso le condotte. Quali sono glieffetti indiretti di <strong>la</strong>sciare una luce accesa <strong>per</strong> nul<strong>la</strong>? Quanti litri devono scorrere<strong>per</strong> soddisfare i consumi del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse, del<strong>la</strong> casa o del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>?SvolgimentoSi propone una lettura attenta dei consumi energetici del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>, <strong>per</strong> almenoalcuni mesi richiedendo <strong>la</strong> bolletta elettrica o l’accesso ai contatori del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>.Sarebbe interessante verificare dei cambiamenti in diversi <strong>per</strong>iodi <strong>dell</strong>’anno (es.in alcune settimane di inverno e di primavera, magari prima e dopo un <strong>per</strong>corsoeducativo sul risparmio energetico). Sarebbe inoltre didatticamente efficacerendersi conto di cosa vuol dire un litro d’acqua al secondo facendo prove con irubinetti <strong>nel</strong><strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>, misurando <strong>la</strong> velocità di riempimento di un secchio o di unabaci<strong>nel</strong><strong>la</strong> con un cronometro (dopo aver graduato il recipiente).MaterialiUna breve scheda usata <strong>per</strong> il rapido calcolo sopra esposto e contenente interessantiapprofondimenti è scaricabile all’indirizzo:www.energia<strong>la</strong>b.it/downloads/Schede/idroelettrica.pdf84


ConclusionePaesaggio del Sarca, bene comuneConclusionePaesaggio del Sarca, bene comune"Paesaggio” designa una determinata parte di territorio, così come è <strong>per</strong>cepita dallepopo<strong>la</strong>zioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalleloro interre<strong>la</strong>zioni... componente essenziale del contesto di vita <strong>dell</strong>e popo<strong>la</strong>zioni,espressione del<strong>la</strong> diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale efondamento del<strong>la</strong> loro identità.da “Convenzione Europea del Paesaggio”, artt. 1 e 5Il territorio ad oggi risulta essere una <strong>dell</strong>e nostre risorse più preziose, fondamentale<strong>per</strong> <strong>la</strong> produzione alimentare, l’energia, il turismo, il tempo libero e l’abitazione.La diversificazione del<strong>la</strong> produzione, suoli di buona qualità, disponibilitàdi risorse idriche di qualità sul lungo termine e una ricca biodiversità sono <strong>la</strong> miglioreassicurazione contro i cambiamenti climatici, le infestazioni <strong>dell</strong>e colture, leepidemie del bestiame ed anche una <strong>protezione</strong> dal<strong>la</strong> fluttuazione dei prezzi deibeni agricoli sul mercato mondiale.I territori del fondo valle alpino stanno subendo rapidi cambiamenti. Spesso questicambiamenti sono caratterizzati da una ridotta prospettiva <strong>dell</strong>e strategie chesi concretizza in una diffusione <strong>dell</strong>e aree residenziali, produttive e <strong>dell</strong>e infrastrutture,che si contendono reciprocamente lo spazio limitato a scapito di altriusi e degli ecosistemi.Il paesaggio è un bene comune, allo stesso tempo privato e pubblico. Da essodipende <strong>la</strong> nostra qualità di vita, a sua volta esso dipende dalle nostre attività. Laconservazione e valorizzazione di questo bene comune dipende dal<strong>la</strong> sua conoscenzae dal<strong>la</strong> nostra fruizione consapevole.Il paesaggio culturale del Sarca, emergente dall’uso storico <strong>dell</strong>e proprie risorseterritoriali, non è immune da questi processi. Un paesaggio ecologicamente sostenibilerichiede che <strong>la</strong> sua futura struttura possa supportare i processi ecologiciche hanno contribuito a formarlo, a produrre le risorse locali e a facilitarne <strong>la</strong> fruizione.In queste pagine, e lungo <strong>la</strong> mostra, abbiamo visto dove nasce il Sarca e il <strong>per</strong>corsonascosto <strong>dell</strong>e sue acque sotto le montagne e <strong>nel</strong>le condotte. Abbiamo provatoad ascoltare e ricordare i suoni <strong>dell</strong>’acqua nei suoi ambienti e <strong>nel</strong> nostro usoquotidiano. E ci siamo chiesti che sapore ha <strong>la</strong> nostra acqua, se è diversa da quel<strong>la</strong>imbottigliata a tanti chilometri di distanza. Sbirciando dai tubi di una condottaabbiamo intuito come tutto sia collegato, al<strong>la</strong>cciato non solo da fili elettrici ma dacatene di cause ed effetti, che qualche volta “salgono” da valle a monte: quando<strong>per</strong> esempio una luce <strong>la</strong>sciata accesa inutilmente richiede di derivare e “intubare”più acqua dai torrenti.85


ConclusionePaesaggio del Sarca, bene comuneAbbiamo poi viaggiato <strong>nel</strong><strong>la</strong> storia antica e recente dei rapporti <strong>dell</strong>’uomo con ilSarca. L’uomo ha sfruttato da secoli <strong>la</strong> potenza motrice <strong>dell</strong>e sue acque, mentredoveva contemporaneamente affrontare <strong>la</strong> sua potenza distruttrice, riparandosidal suo carattere torrentizio e riparando ripetutamente i danni <strong>dell</strong>e sue piene. Percomprendere meglio questa storia abbiamo dato un rapido sguardo alle diverserappresentazioni cartografiche <strong>dell</strong>e sue foci. La storia giunge a noi con i prodottilocali, tradizionali ed originali risorse di questo territorio, oggi valorizzati nei <strong>per</strong>corsienogastronomici. La storia riparte da qui.La conservazione e valorizzazione del paesaggio riguardano l’intero territorio, tutti“gli spazi naturali, rurali, urbani e <strong>per</strong>iurbani... sia i paesaggi che possono essereconsiderati eccezionali, sia i paesaggi del<strong>la</strong> vita quotidiana”.Se una risorsa è dimenticata o non più utilizzata (es. un prodotto agricolo locale,o un negozio preferito) scompare il contesto che l’ha generata (<strong>la</strong> campagna, <strong>la</strong>picco<strong>la</strong> attività commerciale). Ad esempio se un parco urbano è evitato dal<strong>la</strong> maggiorparte <strong>dell</strong>e <strong>per</strong>sone, <strong>per</strong> paura o disinteresse, quel parco sarà progressivamenteabbandonato, ne risentirà <strong>la</strong> sua manutenzione. Infine, diventerà davverotrascurato, meno attraente, e sarà ancora meno frequentato.Così se <strong>passi</strong>amo velocemente e su<strong>per</strong>ficialmente <strong>nel</strong> territorio del Sarca, se dimentichiamole re<strong>la</strong>zioni, i processi, se trascuriamo di conoscere e usare le suerisorse, il Paesaggio Culturale del Sarca potrà scomparire. Appariranno altri paesaggi,ma con altre caratteristiche, forse basati su diverse risorse o usi differenti<strong>dell</strong>e stesse. Questi paesaggi saranno più o meno stabili, durevoli, <strong>nel</strong><strong>la</strong> misura incui saranno compatibili con i processi ecologici <strong>nel</strong> territorio, <strong>nel</strong><strong>la</strong> misura in cuisaranno complementari ai desideri e bisogni di tutti i suoi abitanti.Il paesaggio chiede di essereil ritratto di una società.Mosè Ricci, architetto86


Seconda parteRicerca sonora sulle genti e l’ambiente del <strong>fiume</strong> Sarca dal<strong>la</strong> Val di Genova a Torbole sul GardaSECONDA PARTESara Maino“Voci del <strong>fiume</strong>”Ricerca sonora sulle genti e l’ambiente del <strong>fiume</strong> Sarcadal<strong>la</strong> Val di Genova a Torbole sul GardaSi apprende con l’udito ossia in modo più immediato che dal<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> scritta...con l’udito si riceve <strong>la</strong> paro<strong>la</strong>, o il gemito, il sussurro che ci è destinato.Maria Zambrano, Chiari del boscoPresentazione“Voci del <strong>fiume</strong>” è una ricerca sulle fonti orali e sui suoni <strong>dell</strong>’ambiente del <strong>fiume</strong>Sarca, finalizzata al<strong>la</strong> realizzazione di una rappresentazione sonora, del<strong>la</strong> durata dicinquanta minuti, <strong>per</strong> <strong>la</strong> mostra “<strong>Quattro</strong> <strong>passi</strong> <strong>nel</strong> <strong>fiume</strong>”.La ricerca ha preso spunto dal desiderio di ampliare gli obiettivi del<strong>la</strong> mostra, inserendoanche una visione storica del paesaggio fluviale, con l’ausilio di fonti orali.Le testimonianze raccolte si propongono di arricchire ed integrare le informazioniproposte negli exhibit del <strong>per</strong>corso espositivo. Accanto alle analisi del <strong>fiume</strong> e delsuo ambiente dal punto di vista geologico, climatico, culturale, <strong>per</strong>ché non considerareallora anche le storie, inscritte <strong>nel</strong><strong>la</strong> geografia di quel territorio, raccontatedirettamente dal<strong>la</strong> viva voce <strong>dell</strong>e <strong>per</strong>sone?Scopo <strong>dell</strong>’indagine è <strong>la</strong> rappresentazione sonora di un paesaggio culturale edumano fra passato e presente, che contribuisca a testimoniare le trasformazionidel Territorio e i cambiamenti <strong>nel</strong>l’uso del<strong>la</strong> risorsa Acqua.Percorso del <strong>fiume</strong> Sarca87


Seconda parteRicerca sonora sulle genti e l’ambiente del <strong>fiume</strong> Sarca dal<strong>la</strong> Val di Genova a Torbole sul GardaIl progetto di raccolta e di e<strong>la</strong>borazione dei suoni e <strong>dell</strong>e vociIl progetto di ricerca e raccolta <strong>dell</strong>e fonti orali si è svolto <strong>nel</strong> mese di aprile 2008.Il <strong>fiume</strong> Sarca, indagato <strong>nel</strong> paesaggio umano che fa da cornice al suo fluire, è ilprotagonista di queste storie, raccolte attraverso il metodo <strong>dell</strong>’intervista. Le <strong>per</strong>soneintervistate sono tredici adulti ed una decina di bambini. Esse sono statescelte tra <strong>la</strong> gente <strong>dell</strong>e numerose comunità fluviali <strong>nel</strong> tratto compreso tra <strong>la</strong> Valdi Genova e Torbole sul Garda, cioè tra <strong>la</strong> Sorgente e <strong>la</strong> Foce del Sarca.Le loro testimonianze, le loro memorie e le loro storie sono, a vario titolo, <strong>la</strong>mbitedal<strong>la</strong> vita del <strong>fiume</strong>, in un <strong>per</strong>iodo di tempo che va dal 1950 al mese di aprile 2008.ObiettiviAlcuni degli obiettivi al<strong>la</strong> base di quest’indagine sonora: rintracciare e valorizzareaspetti del<strong>la</strong> memoria individuale e collettiva <strong>nel</strong>le varie attività umane legate alSarca, <strong>nel</strong>le trasformazioni sociali ed economiche avvenute <strong>nel</strong><strong>la</strong> seconda metàdel Novecento ed in epoca recente; ricercare come sia cambiata anche <strong>la</strong> <strong>per</strong>cezione<strong>dell</strong>’ambiente fluviale; dare voce al<strong>la</strong> voce <strong>dell</strong>e comunità, alle storie checonsentono di ritrovare tratti comuni nei racconti del<strong>la</strong> gente.L’indagine racchiude le voci di generazioni diverse, stimo<strong>la</strong>te a raccontare e a raccontarsisullo sfondo del <strong>fiume</strong> Sarca, a narrare i cambiamenti di un paesaggioculturale passato e presente. Anche attraverso i racconti orali del<strong>la</strong> sua gente, il<strong>fiume</strong> richiama all’attenzione e al<strong>la</strong> consapevolezza <strong>dell</strong>’ambiente in cui viviamoe al patrimonio del<strong>la</strong> collettività, materiale ed immateriale, che siamo chiamati acustodire e a difendere.Instal<strong>la</strong>zione “Voci del <strong>fiume</strong>”88


Seconda parteRicerca sonora sulle genti e l’ambiente del <strong>fiume</strong> Sarca dal<strong>la</strong> Val di Genova a Torbole sul GardaE<strong>la</strong>borazioneDopo <strong>la</strong> raccolta <strong>dell</strong>e interviste, <strong>la</strong> loro trascrizione scritta, che va riconsegnataall’intervistato <strong>per</strong> <strong>la</strong> sua approvazione, e il riversamento su computer, si passa almontaggio vero e proprio <strong>dell</strong>e storie sonore, attraverso un editor come Final Cut,o Sound Studio oppure Audacity.Ogni storia può contenere più voci, suoni e rumori <strong>dell</strong>’ambiente, che illustrano lefasi più salienti dei cambiamenti e <strong>dell</strong>e trasformazioni <strong>nel</strong> paesaggio, <strong>nel</strong> mododi vivere un ambiente.La voce del <strong>fiume</strong> è, dunque, il filo conduttore di questa o<strong>per</strong>a sonora, <strong>la</strong>boriosoprodotto di un lungo processo di ascolto, selezione e commistione. L’ascoltatorepotrà immergersi in questo paesaggio sonoro traendone, di volta in volta, di storiain storia, di onda in onda, ricche e vitali suggestioni.Rino Battisti, una <strong>dell</strong>e <strong>per</strong>sone intervistate, mostra il manifesto “La Sarca”, iniziativa di sensibilizzazione<strong>per</strong> <strong>la</strong> difesa del <strong>fiume</strong> svolta negli anni ‘80 del Novecento ad Arco89


Seconda parteRicerca sonora sulle genti e l’ambiente del <strong>fiume</strong> Sarca dal<strong>la</strong> Val di Genova a Torbole sul GardaI temi <strong>dell</strong>e interviste e <strong>dell</strong>’o<strong>per</strong>a sonora “Voci del <strong>fiume</strong>”È il <strong>fiume</strong> Sarca, o “<strong>la</strong> Sarca”, il protagonista <strong>dell</strong>e sei storie, destinate all’instal<strong>la</strong>zioneraffigurata, che racchiudono le voci di generazioni diverse.Instal<strong>la</strong>zione “Voci del <strong>fiume</strong>”Toccando leggermente uno dei pan<strong>nel</strong>li, dove indicato dal<strong>la</strong> manina, si dà inizioall’ascolto di una traccia sonora.Pan<strong>nel</strong>lo <strong>dell</strong>’instal<strong>la</strong>zione90


Seconda parteRicerca sonora sulle genti e l’ambiente del <strong>fiume</strong> Sarca dal<strong>la</strong> Val di Genova a Torbole sul GardaEcco i temi dei sei pan<strong>nel</strong>li sonori:L’ambiente: <strong>la</strong> voce del<strong>la</strong> genteTemi: il rapporto col <strong>fiume</strong>, com’è cambiato l’ambiente, il <strong>fiume</strong> come il mare, sulSarca con Franca Rame, quando le donne <strong>la</strong>vavano i panni nei fiumi.Testimonianze di: Anna Mosca, Caderzone; Z.A. Tione; Gilberto Nabacino, Tione;Alvise Vittori, Trento; Stefano Trenti, Arco; Paolo Serafini, Ponte Arche; Maria Appolloni,Ponte Arche.Durata traccia: 7’32.Gita in Val di Genova: <strong>la</strong> voce dei bambiniTemi: emozioni sull’acqua, un progetto didattico, “<strong>la</strong> Sarca”, le ‘sco<strong>per</strong>te’ scientifichedei bambini e <strong>dell</strong>e bambine, i sassi.Testimonianze di: bambini e bambine <strong>dell</strong>e c<strong>la</strong>ssi primarie del<strong>la</strong> Val Rendena, unamaestra, una o<strong>per</strong>atrice del Parco Naturale Adamello Brenta durante una uscita inVal di Genova.Durata traccia: 6’55.La paura <strong>dell</strong>e piene: <strong>la</strong> voce degli anzianiTemi: nostalgia di un rumore, le piene del Sarca, le passerelle sul <strong>fiume</strong> <strong>nel</strong>le Giudicarie.Testimonianze di:Maria Appolloni, Ponte Arche; Paolino Scalfi, Preore; Gilberto Nabacino, Tione; AlviseVittori, Trento; Z.A., Tione.Durata traccia: 8’08.Le centrali: <strong>la</strong> voce dei tecniciTemi: le centrali idroelettriche, le dighe, le captazioni, i ri<strong>la</strong>sci.Testimonianze di: Alvise Vittori, Trento; Gilberto Nabacino, Tione; Rino Battisti,Arco; Anna Mosca, Caderzone; Maria Appolloni, Ponte Arche; Stefano Trenti, Arco.Durata traccia: 8’53.91


Seconda parteRicerca sonora sulle genti e l’ambiente del <strong>fiume</strong> Sarca dal<strong>la</strong> Val di Genova a Torbole sul GardaAttività economiche: <strong>la</strong> voce degli artigianiTemi: <strong>la</strong> pescaia e <strong>la</strong> pescicoltura di Torbole, attività economiche a Tione e PonteArche, <strong>la</strong> vetreria e <strong>la</strong> pescicoltura di Tione, l’antica vetreria di Carisolo.Testimonianze di: Alvise Vittori, Trento; Gilberto Nabacino, Tione; Maria Appollonie Paolo Serafini, Ponte Arche; Manue<strong>la</strong> Bonfioli, Carisolo.Durata traccia: 9’37.La pesca, ieri e oggi: <strong>la</strong> voce degli ap<strong>passi</strong>onatiTemi: come si diventa pescatori, le risalite del<strong>la</strong> trota <strong>la</strong>custre, il sistema <strong>dell</strong>e cacciate,<strong>la</strong> qualità <strong>dell</strong>’acqua, i guardiani del <strong>fiume</strong>, <strong>la</strong> valorizzazione di un territorio,<strong>la</strong> forra del Limarò - il parco fluviale, come è cambiata <strong>la</strong> pesca.Testimonianze di: alcuni bambini <strong>dell</strong>’Alta Val Rendena; Stefano Trenti, Arco; AlviseVittori, Trento; Paolo Serafini, Ponte Arche; Maria Appolloni, Ponte Arche.Durata traccia: 7’17.92


Seconda parteRicerca sonora sulle genti e l’ambiente del <strong>fiume</strong> Sarca dal<strong>la</strong> Val di Genova a Torbole sul GardaSuggerimento didattico 14: come si può svolgere un’intervista?Ci sono diversi modi <strong>per</strong> intervistare una <strong>per</strong>sona. Proverò a descrivere il metodoche ho seguito <strong>per</strong> farmi raccontare le storie che costituiscono <strong>la</strong> Storia <strong>dell</strong>e “Vocidel <strong>fiume</strong>” i cui brani sono contenuti in questo catalogo.Nel mese di aprile 2008, dopo parecchie telefonate a biblioteche, enti e parchi,ho finalmente contattato alcune <strong>per</strong>sone da intervistare. Ho preso <strong>la</strong> mia auto emi sono recata varie volte <strong>nel</strong>le Valli Giudicarie, in Val Rendena e in Val di Genova,lì dove nasce il Sarca. Per ogni giornata avevo fissato almeno due o tre interviste,<strong>la</strong>sciando del tempo a disposizione tra l’una e l’altra <strong>per</strong> fare domande al<strong>la</strong> gente,contattare altre <strong>per</strong>sone e raccogliere ulteriori testimonianze.ObiettivoRaccogliere e valorizzare <strong>la</strong> storia di vita di una e più <strong>per</strong>sone, come metodo diconoscenza umana, storica, culturale di un luogo, ambiente, città o tema partico<strong>la</strong>re.Obiettivo specifico: educare al<strong>la</strong> capacità di ascolto e di re<strong>la</strong>zione, affinare ildesiderio di ricerca e di trasmissione <strong>dell</strong>’es<strong>per</strong>ienza di vita.MaterialiPer intervistare qualcuno occorrono: un registratore digitale, un quaderno di appuntie una penna, <strong>per</strong> segnare ciò che vi colpisce e tanta pazienza e voglia diascoltare.SvolgimentoPersonalmente ho imparato un metodo che si chiama qualitativo e consiste<strong>nel</strong>l’evitare di tempestare di domande il testimone; bisogna attendere, <strong>la</strong>sciargli,o <strong>la</strong>sciarle il tempo necessario affinché il ricordo emerga e abbia voglia di essereraccontato.Così ogni intervista dura più o meno due ore. Naturalmente dovrete prepararvi inanticipo una scaletta di domande di riferimento, a seconda <strong>dell</strong>’argomento cheavete scelto.Si comincia chiedendo al testimone di raccontare chi è, quando è nato e da doveviene, tanto <strong>per</strong> inquadrare <strong>la</strong> sua storia di vita in una cornice temporale, sa<strong>per</strong>equanti anni ha e che tipo di es<strong>per</strong>ienze ha avuto.Potete s<strong>per</strong>imentarlo anche voi, provando ad intervistarvi a turno, in c<strong>la</strong>sse, o adintervistare <strong>la</strong> maestra o i vostri nonni.Ma non dobbiamo farci prendere dal<strong>la</strong> fretta: bisogna avere <strong>la</strong> pazienza di farsiraccontare spontaneamente i fatti, fino ad arrivare a quelli che più ci interessano,come questo, ad esempio:93


Seconda parteRicerca sonora sulle genti e l’ambiente del <strong>fiume</strong> Sarca dal<strong>la</strong> Val di Genova a Torbole sul GardaAV:ST:[...] Quando io ero ragazzino il <strong>fiume</strong> era sempre imponente. D’estate, me lo ricordo,arrivava quasi al bordo del prato. Perché d’estate si scioglieva <strong>la</strong> neve equand’era <strong>la</strong> sera aumentava di un metro o due il <strong>fiume</strong>. Veniva giù un’acqua...una bel<strong>la</strong> acqua! [...] Mi ricordavo un <strong>fiume</strong> e qui, oggi, ce n’è un altro.Mi ricordo che mia mamma andava a <strong>la</strong>vare i panni <strong>nel</strong> Rimone quando io eroragazzino. [...] Come mia mamma c’erano tante altre signore del paese di Pietramuratache andavano a <strong>la</strong>varsi i panni <strong>nel</strong> Sarca e <strong>nel</strong> Rimone. In quegli anni làsicuramente anche verso il paese di Dro e di Arco le signore andavano a <strong>la</strong>vare ipanni <strong>nel</strong> <strong>fiume</strong>.Col passare del tempo e con <strong>la</strong> fiducia che si instaura tra chi ascolta e chi racconta,avvengono <strong>dell</strong>e cose straordinarie. Perché quando una <strong>per</strong>sona, anziana ogiovane che sia, si mette a raccontare di sé, <strong>dell</strong>e proprie es<strong>per</strong>ienze e capisceche si può fidare e che <strong>la</strong> sua storia sarà custodita, accade che ti trasmetta <strong>dell</strong>eemozioni uniche, degli insegnamenti, anche. Succede che <strong>la</strong> sua storia individualediventa un po’ anche <strong>la</strong> nostra, o ci ricorda in qualche modo <strong>la</strong> storia di qualcunaltro; diventa di tutti.Ecco <strong>per</strong> esempio:PSe: Mi è capitato ancora di vedere <strong>nel</strong><strong>la</strong> zona di Dro, Ceniga, dove c’è quel bellissimoponte romano, lì sotto c’è <strong>la</strong> gente che va in spiaggia. [...] Noi andavamo e andiamoin mezzo al<strong>la</strong> val Marcia a Lisana a fare il bagno d’estate. Ed è una <strong>dell</strong>emete dove i giovani vanno.GN: In riva al <strong>fiume</strong> c’è una chiesetta in località Vat, e sotto c’è un gorgo molto grande,che noi in dialetto chiamiamo boion, dove tutti i tionesi da ragazzi andavanoa fare il bagno. Il mese di agosto era pieno di ragazzi. Per il resto <strong>dell</strong>’anno bendifficilmente circo<strong>la</strong>vano da quelle parti.AV: Io lì a Linfano... da ragazzo s’andava di corsa a fare il bagno <strong>nel</strong> Sarca, <strong>per</strong>chéera più comodo e più vicino, con l’acqua freddissima. [...] Poi, beh, ho fatto anchel’attore cinematografico sul Sarca!Ognuno racconta quel che ricorda, quel che ha vissuto. La propria vita. Tante testimonianzepossono concorrere a ricostruire un quadro, un affresco di un <strong>per</strong>iodo,che contribuiscono, insieme alle altre testimonianze, documenti storici, cartografie,immagini, videoriprese, a conservare <strong>la</strong> memoria di come eravamo. Ciò puòinsegnare qualcosa di diverso dal<strong>la</strong> nostalgia: può rappresentare un mo<strong>dell</strong>o divita da tenere presente <strong>per</strong> vivere ora e costruire il futuro con più consapevolezza.Dare un passato al futuro, ecco. Sul rapporto con <strong>la</strong> natura, l’ambiente ed il <strong>fiume</strong>.Sul rapporto con <strong>la</strong> gente, con le cose.Nel nostro caso abbiamo costruito il quadro di un <strong>fiume</strong>, il Sarca, che era un <strong>fiume</strong>libero e selvaggio, con le proprie regole e <strong>per</strong> questo faceva anche paura. Un <strong>fiume</strong>che dagli anni ’50 in poi è stato oggetto di prelievi <strong>per</strong> <strong>la</strong> costruzione <strong>dell</strong>e cen-94


Seconda parteRicerca sonora sulle genti e l’ambiente del <strong>fiume</strong> Sarca dal<strong>la</strong> Val di Genova a Torbole sul Gardatrali idroelettriche; il bisogno di <strong>la</strong>voro, di inventare <strong>dell</strong>e attività economiche chesostituissero quelle vecchie ha modificato profondamente l’ambiente fluviale:GN: [...] In tutte le Giudicarie non c’è un torrente che non sia stato captato.RB: [...] hanno smembrato l’acqua. E lì hanno portato via una ricchezza, ma è statauna ricchezza <strong>per</strong> l’Italia. L’hanno ben ado<strong>per</strong>ata. Pensa in proposito che quandoè andata in funzione <strong>la</strong> centrale Santa Massenza, <strong>la</strong> prima che è andata infunzione, allora addirittura esportavamo corrente in Francia.AV: [...] effettivamente importante allora era che ci fossero queste società idroelettricheche facevano le dighe e <strong>la</strong> gente che poteva andare a <strong>la</strong>vorare, veder unalira. Quello era un po’ il motivo, senza critiche, <strong>per</strong>ché così era <strong>la</strong> vita.Il <strong>fiume</strong> è sostanzialmente cambiato:AV: [...] come è modificato? In maniera, direi, fondamentale. La prima cosa che sicercava di fare era <strong>la</strong> cosiddetta bonifica, cioè rettificare il <strong>fiume</strong>. [...] Più il <strong>per</strong>corsoè lungo più hai autodepurazione e <strong>la</strong> possibilità, sotto l’aspetto pescatorio,di produrre più proteine. [...] Fonte primaria è fonte di energia. E allora quicominciamo a vedere <strong>la</strong> snaturalizzazione di quel che è il <strong>per</strong>corso del <strong>fiume</strong>,l’uso <strong>dell</strong>’acqua. Nell’ambito del Sarca non abbiamo salvato neanche un fiumiciattolo,che non sia captato sopra o sotto, in modo da essere non più naturaleal cento <strong>per</strong> cento.GN: [...] sono stati eretti degli argini al Sarca, quindi è stato irregimentato. Anche qui<strong>la</strong> parte naturale se ne va. Anche su queste o<strong>per</strong>e ci sarebbe da discutere. Se daun <strong>la</strong>to proteggono l’attività umana, <strong>per</strong>à dall’altra forse il <strong>fiume</strong> avrebbe bisognodi esondare con le sue piene.Ed è cambiato pure il rapporto con il <strong>fiume</strong>:AM: [...] il rapporto col <strong>fiume</strong> è cambiato. Noi abbiamo tanta villeggiatura, d’estatetu vai al nostro campo sportivo (a Caderzone) col <strong>fiume</strong> che passa molto vicino,i turisti scendono, sempre col preavviso, non si sa mai che ri<strong>la</strong>scino <strong>la</strong> diga in valGenova. Ci sono moltissimi bambini, anche signore, che vanno lì e fanno, diciamo,<strong>la</strong> spiaggia! Perché i bambini giocano con <strong>la</strong> sabbia... [...] I locali non è cheabbiano tanto tempo <strong>per</strong> questo, <strong>per</strong>ché quando noi abbiamo il turismo siamoanche più impegnati. [...]ZA: [...] certo l’acqua è scarsa. Vedo che anche <strong>la</strong> gente lungo il <strong>fiume</strong> ci va, a volte aprendere il sole. Pescatori adesso scarseggiano, un tempo se ne vedevano molti.C’erano un sacco di stradine in fondovalle, lungo il Sarca. Non erano asfaltate,erano di terra battuta, si girava molto bene a cavallo. Poi hanno incominciatoad asfaltarle ed è diventato difficile <strong>per</strong>correrle.95


Seconda parteRicerca sonora sulle genti e l’ambiente del <strong>fiume</strong> Sarca dal<strong>la</strong> Val di Genova a Torbole sul GardaSi approfondisce il punto di vista del<strong>la</strong> gente sul <strong>fiume</strong> sotto vari aspetti:AV: La popo<strong>la</strong>zione come vedeva il Sarca? Lo vedeva come qualcosa da temere,quando c’erano queste piene improvvise; lo vedeva come apportatore di limofertile <strong>nel</strong>le varie ischie che si susseguono <strong>nel</strong> corso del <strong>fiume</strong>; lo vedeva comepesca, cioè come proteine al<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione. [...] chè erano valli che facevano faticaad andare avanti, insomma emigravano. Però il Sarca in sé stesso qualcosadava. La gente non moriva di fame; l’ho visto anche in altre zone del Trentino,pescavano qualcosa, con le mani magari.AM: [...] Prima (il <strong>fiume</strong>) lo sentivamo nostro (quando potevamo accedere all’alveo).[...] Io faccio <strong>la</strong> cic<strong>la</strong>bile Caderzone-Mortaso e <strong>nel</strong> passare ogni volta osservo ipescatori o qualche uccellino che è proprio lì su un sassolino o su un sassone.Ti vedi questo piccolino lì che aspetta o che cinguetta e mi godo questa cosa,soprattutto all’imbrunire.E poi, potete anche fare <strong>dell</strong>e domande mirate, senza mai interrom<strong>per</strong>e, mi raccomando!Semmai cercando di dirigere “dolcemente” il testimone verso l’argomentoche desiderate. Posso assicurarvi che avvengono dei miracoli, talvolta, <strong>per</strong>chéil testimone si mette a raccontare proprio quello che avreste voluto sentire. È unatecnica fortemente educativa, vi insegna ad ascoltare attentamente una <strong>per</strong>sonache potrebbe scegliervi come depositaria del<strong>la</strong> sua storia. E questo vi rende unicie rende unico il rapporto che si stabilisce con quel testimone.È qualcosa di magico. Come quando <strong>la</strong> vostra mamma vi raccontava le favole. Ame accade così anche adesso, anche se sono grande. Al posto <strong>dell</strong>e favole ci sonole storie <strong>dell</strong>e <strong>per</strong>sone. A volte si fa fatica ad ascoltare, a volte meno. Ma è un mondotanto ricco quello <strong>dell</strong>e storie!96


Seconda parteRicerca sonora sulle genti e l’ambiente del <strong>fiume</strong> Sarca dal<strong>la</strong> Val di Genova a Torbole sul GardaNotaTutti i frammenti di interviste sono presi dal<strong>la</strong> rappresentazione sonora “Voci del<strong>fiume</strong>”. Per consentire <strong>la</strong> maggiore divulgazione di un progetto come questo, sipossono inventare tante modalità diverse <strong>per</strong> proporre le voci raccolte e trasformatein storie: spettacoli teatrali, instal<strong>la</strong>zioni, trasmissioni radiofoniche, sul Web,il podcasting.Per approfondimenti si veda il set fotografico su Flickr, su cui trovare le immagini<strong>dell</strong>’exhibit “Voci del <strong>fiume</strong>” e un audio di esempio da ascoltare:http://www.flickr.com/photos/saramaino/sets/72157605682337271/Bambino: (se ascolto l’acqua) ... mi viene in mente <strong>la</strong> vita, <strong>la</strong> bellezza...Maestra: [...] che rumore fa l’acqua?B: ...fa lo sgorgo.B: [...] eccolo! Che bello! Tieni questo sasso, non lo fare cadere. Due,quattro anche!Maestra: c’è un’acqua cristallina!B: quello là ho visto che è andato contro un plecottero.Io ne ho trovato uno!O<strong>per</strong>atrice Parco NaturaleAdamello Brenta: questo qua è un predatore.Maestra: La qualità di questi progetti è proprio quel<strong>la</strong> di sensibilizzare i bambinia vedere il loro ambiente naturale in modo diverso e anche acomprendere che questa Sarca che loro sentono è il loro <strong>fiume</strong>, il<strong>fiume</strong> che attraversa <strong>la</strong> loro valle.B: guarda che bello questo sasso!!B: e cosa c’entra!97


Seconda parteRicerca sonora sulle genti e l’ambiente del <strong>fiume</strong> Sarca dal<strong>la</strong> Val di Genova a Torbole sul GardaIl <strong>per</strong>corso del <strong>fiume</strong> Sarca sul<strong>la</strong> mappa di Google con i luoghi dove sono state raccolte le 13interviste <strong>per</strong> <strong>la</strong> ricerca Voci del <strong>fiume</strong>:http://maps.google.it/maps/ms?ie=UTF8&hl=it&source=embed&msa=0&msid=106582610283508702527.00044c3f78f1cd0ce2db6&ll=46.026397,10.926418&spn=0.553985,1.060181&z=10Dal portale Flickr, una mappa con le foto <strong>dell</strong>’instal<strong>la</strong>zione Voci del <strong>fiume</strong> e <strong>la</strong> sua collocazione:http://www.flickr.com/photos/saramaino/2492518827/in/set-72157605682337271/98


Riferimenti bibliografici e approfondimentiAa.Vv., 1980, La Carnia di Anto<strong>nel</strong>li,1ª ed., Centro Editoriale Friu<strong>la</strong>no, Trieste<strong>Agenzia</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> Protezione <strong>dell</strong>’Ambiente e <strong>per</strong> i Servizi Tecnici (APAT), 2007, IFF 2007 Indice difunzionalità fluviale - Nuova versione del metodo revisionata e aggiornata, Manuali APAT 2007Agnolotti M., 1998, Segherie e foreste <strong>nel</strong> Trentino, Dal medioevo ai giorni nostri, Museo Usi eCostumi Gente Trentina, S. Michele all’Adige (Tn)Atkinson R., 2002, L’intervista narrativa, Raffaello Cortina, Mi<strong>la</strong>noBernardi A., 1983, Il <strong>la</strong>voro <strong>per</strong>duto, Arti Grafiche Saturnia, TrentoBonesio L., 1999, Custodire <strong>la</strong> terra, In: L’anima del paesaggio tra estetica e geografia, a cura diL. Bonesio, M. Schmidt di Friedberg, Mimesis, Mi<strong>la</strong>noCampelli E., 1977, L’uso dei documenti e <strong>dell</strong>e storie di vita <strong>nel</strong><strong>la</strong> ricerca sociologica, Elia, RomaCantonati M. (ed.), 1998, Le sorgenti del Parco Adamello Brenta, Parco Naturale Adamello-Brenta,Strembo (Tn)Cantonati M., Tolotti M., Lazzara M. (eds.), 2002, I <strong>la</strong>ghi del Parco Adamello Brenta, Parco NaturaleAdamello-Brenta, Strembo (Tn)Carmellini B. (con <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione di Sara Maino), 2005, Arco di storie: uno sguardo ravvicinatosul tempo dei sanatori ad Arco (1945-1975), Fondazione Museo Storico del Trentino, TrentoCD ROM La Sarca e l’energia, d&b Ricerche e multimediaComitato G<strong>la</strong>ciologico Trentino CAI-SAT (a cura di), 1994, I ghiacciai del Parco Naturale Adamello-Brenta, Nuova Stampa rapida, Strembo (Tn)Commissione Internazionale <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>protezione</strong> <strong>dell</strong>e Alpi - CIPRA (a cura di), 2007, Noi Alpi!Uomini e donne costruiscono il futuro 3° Rapporto sullo stato <strong>dell</strong>e Alpi, CDA & Vivalda, Torino(www.cipra.org)Dal<strong>la</strong>ri M., 2000, I sa<strong>per</strong>i e le identità, Guerini e Associati, Mi<strong>la</strong>noDemetrio D., 1992, Micropedagogia. La ricerca qualitativa in educazione, La Nuova Italia, FirenzeDemetrio D., 1998, Pedagogia del<strong>la</strong> memoria, Meltemi, RomaDemetrio D. (a cura di), 2000, L’educatore auto(bio)grafo. Il metodo <strong>dell</strong>e storie di vita <strong>nel</strong>lere<strong>la</strong>zioni d’aiuto, Unicopli, Mi<strong>la</strong>noEspen J., 2008, Dentro il Paesaggio, FilmWork, Trento, 32’’Farina A., 2004, Verso una scienza del paesaggio, Alberto Perdisa, BolognaGnesotti C., 1786, Memorie <strong>per</strong> servire al<strong>la</strong> storia <strong>dell</strong>e Giudicarie di padre Cipriano Gnesotti,ristampa in copia anastatica a cura del BIM del Chiese (1973)Gorfer A., 1975, Le valli del Trentino, 2ª ed., Manfrini, Calliano (Tn)Gruppi spontanei <strong>dell</strong>e Giudicarie, 1990, Il <strong>fiume</strong>: <strong>la</strong> sua vita, <strong>la</strong> nostra vita, Atti del Convegno,Terme di Comano, 9 aprile 1988Lappi E. (a cura di), 2008, La piscicoltura <strong>nel</strong><strong>la</strong> Judicaria dalle origini al<strong>la</strong> metà del ‘900, Judicarian. 69 Dicembre 2008, Centro Studi Judicaria, Tione di TrentoLombardi Val<strong>la</strong>uri L., L’anima di paesaggio, In: Il Terzo A<strong>nel</strong>lo - Meditare in occidente, RadioRai3http://www.radio.rai.it/radio3/terzo_a<strong>nel</strong>lo/meditareinoccidente2007/index.cfm99


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Col<strong>la</strong>na “Judicaria Summa Laganensis”diretta da Graziano Riccadonna1. Antonio Di Seclì, Giuseppe Papaleoni (1863-1943). Storico <strong>dell</strong>e Giudicarie. Contributobiografico e bibliografico con un’aggiunta di lettere inedite. Presentazione di VincenzoCalì - 1985.2. Mauro Grazioli, Gianni Poletti, Graziano Riccadonna, Cesare Bertassi, Christoph Von Hartungen,Garibaldiner. Realtà e immagini del<strong>la</strong> campagna garibaldina del 1866. Presentazione diPaolo Prodi - 1987.3. Silvia Marchiori Scalfi, Saone e le Giudicarie. Scritti inediti e rari - 1991.4. Angelo Franchini, Trentini Tirolesi negli Usa 1947-1951. Contributi all’anagrafe dei TrentiniTirolesi in America da “Risveglio” di Giovanni Amistadi. In appendice “Verso il sognoamericano”. - 1995.5. Pasquale Pizzini, La verità de Simon Sega. Modi di dire a Roncone e in Giudicarie. Disegnidi Adriano Maffei - 1996.6. Guido Boni, Tione e le Giudicarie. Scritti editi ed inediti - 2000.7. Lorenzo Malpaga, Danilo Mussi, La difesa dalle alluvioni <strong>nel</strong><strong>la</strong> Judicaria. Viaggio al<strong>la</strong>risco<strong>per</strong>ta <strong>dell</strong>e o<strong>per</strong>e di sistemazione idraulica e forestale <strong>nel</strong>le valli del Sarca e del Chiese- 2004.8. Gian Grisostomo Tovazzi OFM, L’archivista lomasino. A cura di Ennio Lappi e p. RemoStenico. - 2004.9. Basilio Mosca, Quasi un romanzo. Storie di emigranti- 2005.10. Danilo Mussi (a cura di), La “Trisa”: 50 anni protagonisti <strong>dell</strong>’Emigrazione - 2005.11. Autori Vari, Recu<strong>per</strong>o <strong>dell</strong>’artigianato <strong>dell</strong>e valli alpine. Atti del Convegno “Tra/Montani”di Condino, settembre-ottobre 2005. - 2006.12. Autori Vari, Donne in guerra 1915-1918. La Grande guerra attraverso l’analisi e letestimonianze di una terra di confine, Atti del Convegno di Tione di Trento, 5 novembre2005 - BIM del Chiese, Ecomuseo del<strong>la</strong> Valle del Chiese-Museo Storico Italiano del<strong>la</strong>Guerra - 2006.13. Dario Colombo, Boemia. L’esodo del<strong>la</strong> Val di Ledro 1915-1919. Unione dei Comuni del<strong>la</strong>Valle di Ledro - 2008.14. Italo Franceschini, L’alpeggio in Val Rendena tra Medioevo e prima età moderna.Presentazione di Gian Maria Varanini, a cura di Graziano Riccadonna, Comune diPinzolo - 2008.15. Ludovico Lodron. Un <strong>per</strong>sonaggio del Cinquecento tra mito e storia. Atti del Seminariotenuto a Trento, Pa<strong>la</strong>zzo Lodron di via Calepina, 17 novembre 2007 - 2008.16. Cent’anni di merletti a Javrè. 1907-2007. Atti del Convegno “L’arte del merletto dalTrentino al<strong>la</strong> Dalmazia” - Comune di Vil<strong>la</strong> Rendena - 2008.101


17. Fra Alberto da Cimego e Margherita <strong>la</strong> bel<strong>la</strong>. Settecentesimo anno dal rogo di Fra Dolcino.Atti del Convegno 23 giugno 2007, a cura di Graziano Riccadonna e Marco Zulberti -Ecomuseo del<strong>la</strong> Valle del Chiese - Circolo Culturale “Quatar sorele” - 2009.18. Archeologia lungo il Chiese. Nuove indagini e prospettive del<strong>la</strong> ricerca preistorica eprotostorica in un territorio condiviso fra Trentino e Lombardia. Atti del 1° convegnointerregionale, Storo 24-25 ottobre 2003, a cura di Elisabetta Mottes, Franco Nicolis,Gianni Zontini - Provincia Autonoma di Trento - 2009.19. Dario Colombo, Meraviglioso <strong>la</strong>go. L’affascinante storia del <strong>la</strong>go di Ledro dal<strong>la</strong> pa<strong>la</strong>fitte aigiorni nostri - Unione dei Comuni del<strong>la</strong> Valle di Ledro - 2009.20. Giovanni Segantini <strong>nel</strong><strong>la</strong> cultura di fine Ottocento, Atti del Convegno di Studi di Arco, 26settembre 2008, a cura di Giovanna Nicoletti - Comune di Arco - 2009.21. Ennio Lappi, El pont de l’èra - Ecomuseo del<strong>la</strong> Judicaria, Istituto Comprensivo GiudicarieEsteriori - 2009.22. Ricordi di Papà Luigi Ferrari. Vita dei primi anni del Novecento, <strong>la</strong> Grande guerra e <strong>la</strong> Boemia,a cura di Umberto Giacometti - Comune di Ledro/Cassa Rurale di Ledro - 2010.23. Alois Moriggl, Lodovico Lodron, l’eroe di famiglia protagonista <strong>nel</strong><strong>la</strong> storia del Cinquecento,tr. e note di Gianni Poletti, Associazione di Promozione Sociale Il Chiese - 2010.24. Strada <strong>nel</strong>le antiche carte e <strong>nel</strong><strong>la</strong> memoria del<strong>la</strong> gente, a cura di Alberto Baldracchi, CoroAzzurro di Strada, Circolo Culturale e ASUC di Strada - 2010.25. Il tempo del sole. Viaggio al<strong>la</strong> sco<strong>per</strong>ta degli orologi so<strong>la</strong>ri del<strong>la</strong> Valle dei Laghi, Giudicarie,Bagolino e Val Vestino, Alto Garda e Ledro, a cura di Danilo Mussi, 2011. Con saggioinedito di Giuseppe Tavernini sul<strong>la</strong> gnomonica.26. Gianni Poletti, Roberto Codroico, Franca Barbacovi, Ludovico l'eroe. I Lodron <strong>nel</strong><strong>la</strong> storiaeuropea dei secoli XV e XVI, Provincia Autonoma di Trento, Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Sűdtirol - 201127. <strong>Quattro</strong> <strong>passi</strong> <strong>nel</strong> <strong>fiume</strong>. Mostra itinerante sul paesaggio e sull'acqua del Sarca, a cura diFiorenza Tisi, <strong>Agenzia</strong> <strong>provinciale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>protezione</strong> <strong>dell</strong>'ambiente - 2012102


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104Ottobre 2012Grafica 5 - Arco (TN)

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