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MONTE SAN GIOVANNI CAMPANO

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“PIAZZALE FRATI CAPPUCCINI” A CIVITAVECCHIACi siamo! La parrocchia si appresta a vivere il suo anno cinquantesimo insiemecon la diocesi e con i frati tutti. La pochezza dei mezzi come le tante emergenzedi vario genere non impediranno l’esultanza dello spirito. Il calendario è pronto eil cuore, con il suo giubilo, pure. Giorni di memoria ci attendono e le occasioninuove di festa non mancano. Il proposito di ripartire da Cristo è nel cuore.L’opera di sensibilizzazione prosegue. Il valore soprannaturale e umano dellacomunità parrocchiale, pian piano, riemerge dal fondo delle coscienze e affiorasul volto come speranza di un nuovo che sta per nascere. Per tutti è un dono dariscoprire. Lo dice la fede, lo richiede la carità, lo vuole il buon Dio, lo desidera laChiesa. Nel frattempo san Felice fa la sua parte. Oltre all’assegnazione di uncontributo regionale (17.000,00 euro) per il recupero di uno degli spazi dell’oratorio, il nostro santo confratello ha provvedutoa che i Cappuccini entrassero nella toponomastica di Civitavecchia. Il luogo è nel territorio della parrocchia eporterà il nome di “Piazzale Frati Cappuccini”. E’ di snodo centrale per le arterie del traffico cittadino e per quello autostradale.Di bell’aspetto, con alberature e piante variopinte, congiunge a vie che portano a palazzi pubblici (tribunale escuole) e alle case di tutti i parrocchiani. La giunta comunale ha approvato proprio il 18 maggio c. a., giorno della festadi s. Felice, ed è da pochi giorni l’avvenuta conferma da parte del prefetto. Il tutto in nove mesi! Il cielo vuole che i civitavecchiesiricordino e che i cappuccini continuino nel loro servizio di amore alla città. Il reciproco legame e la reciprocariconoscenza trionfano davanti al buon Dio e alla città degli uomini. Per la celebrazione dell’evento quanto prima si determineràla data. Con un cuore solo e un’anima sola, anche noi facciamo la nostra parte. Ci prepariamo con la conversionedel cuore, con la ricerca del suo regno, con la preghiera incessante e con il pellegrinaggio (18/10 c.a.) presso ilcorpo del nostro patrono, di cui è in progetto la statua, per onorarlo e favorirne la devozione. In tutto la Madre di Dio siprende cura di noi. Dopo l’iniziale navigazione e l’approdo al porto sicuro, fatta la dovuta sosta, si torna a uscire per“prendere il largo” . In risposta d’amore continueremo a gettare le reti con la luce e la forza della fede, secondo il comandodel Signore, felici di dire: Deo gratias!Fr .Antonio, fr. Emmanuel e parrocchiaASSAGGIO DEL FUTURO MUSEOIgnoto. Sec. XVII. Liberazione delle anime dalPurgatorio. Olio su tela. Cm 200x260.Il dipinto, uno dei due presenti nella criptadei cappuccini, e precisamente nella cappellacimiteriale, occupa il fondo della parete comepala dell’altare e ritrae la Vergine seduta con sulleginocchia il Bambino in piedi, che con le loromani sollecitano la liberazione delle anime delPurgatorio, con un atteggiamento di benevolaaccoglienza.Da una parte San Francesco afferra il polso diun’anima, creando una linea sinuosa con le lorobraccia, mentre un’altra si aggrappa al cordone euna terza stringe il piede del santo. Subito dietroSan Felice da Cantalice con un’espressione commossae paterna, ma anche decisa e quasi rude,abbraccia un fanciullo che protende le sue maniverso le spalle del santo con slancio ed affetto.Dall’altra parte Sant’Antonio con lo sguardo volto a Maria, tocca con le dita la mano di un vecchio frate,mentre un altro con le mani stringe gli steli dei gigli; più in là un angelo alato invita un’anima a salire in Cielo.La composizione presenta simmetria, particolarità nei dettagli e uno stile armonio. E’ interessanteosservare attentamente il gioco delle mani che unisce in continuità anime purganti e santi in direzione a-scensionale, oltre quelle invitanti di Maria e del Bambino. Il gesto sembra voler caratterizzare il soccorritore.L’artista seicentesco ha saputo, attraverso il cromatismo, unificare con lo stesso colore le fiamme e icorpi in movimento in cerca di liberazione. Proprio questi ultimi nella loro disposizione a semicerchio riprendonola curvatura della tela in alto, dando equilibrio e inducendo il pittore a realizzare nel basso dei primipiani dei volti e delle mani, che creano una certa tensione, soprattutto nel personaggio al centro che sembrarivolgersi allo spettatore in atteggiamento di supplice aiuto.La tela dovrà far parte del previsto percorso museale, che comprende anche chiesa e cripta.P. Rinaldo4

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